-Pronto? Chi parla?- la voce che ci aveva risposto era stanca, evidentemente l'avremo svegliato, ma chissene frega! Dobbiamo parlarci!
-Ciao Asmi-chan!- quasi sicuramente gli spaccammo un timpano e il commento di sottofondo “Chi sono gli idioti che ti chiamano alle sette e mezza di mattina? Ho appena finito l'università ed esigo dormire fino a tardi la mattina”. Lo sentimmo sospirare e disse:
-Chi siete? Non ho tempo da perdere, voglio tornare a dormire- Aiolia rise e disse:
-Non pensavo che fossi così pigrone la mattina! Comunque siamo noi, Aiolia e Milo!-
-Non avevo dubbi su questo. Che vi serve?- io ridacchiai e risposi, strappando il telefono di mano ad Aiolia:
-Dobbiamo parlare con la tua dolce metà, sai com'è, nessuno più malvagio di lui non esiste, giusto Defteros?- con il solito commentino di sottofondo “Finalmente hanno capito chi comanda!” e ci stordì lui il timpano stavolta:
-Bene, abbiamo qua il leoncino e lo scorpioncino. Che c'è?- ci gaurdammo per qualche secondo e urlammo, all'unisolo:
-Ci serve un testimone!- sentimmo Asmita cadere dal letto, per poi lamentarsi della testata al pavimento:
-Testimone?! Ma non mi avevate neanche detto che stavate insieme! Poi, non pensate che il matrimonio sia piuttosto prematuro?- per poco non svenni e il leoncino rispose, dicendo:
-Non in quel senso, baka. Noi abbiamo una missione da compiere e tu sei, diciamo, la nostra spia. Tranquillo, se vuoi può anche prendere parte Asmita, ma non dovete farvi riconoscere- il biondo si risdraio sotto le coperte e chiese:
-E a cosa serviremo noi?-
-Zitto Buddha, servite e basta- da quando conobbi Asmita, cominciai subito a chiamarlo Buddha, dato che era buddhista: buono, gentile, a volte pure altezzoso, ma solo in casi particolari. Insomma, Buddha nell'anima e nel corpo. Rimane un mistero di come si sia innamorato di Defteros, praticamente il suo contrario. Bullo fino all'inizio dell'università, dove ha conosciuto Asmita e ha iniziato a mettere la testa a posto. Almeno, questo lo da a vedere, non si sa se è rimasto lo stesso bullo di una volta oppure è cambiato seriamente.
-Ragazzi, potremmo tornare a dormire?- ci chiese di nuovo l'azzurro. Se per loro quello è dormire...
Neanche il tempo di rispondere che Aiolia prese il telefono e rispose:
-Sì sì, adesso si chiama dormire. Ciao ciao!- e attaccò. Ok, la prossima volta che vedremo Defteros, come minimo ci fa arrosto e ci mangia per colazione. Entrammo in classe e ci sedemmo ai nostri posti, come sempre. Guardai verso il banco di Glaiciare, beccandolo a fissarmi. Divenne rosso come i suoi stessi capelli e si rivoltò, facendo finta di nulla. Eh no carino, questa volta non mi freghi!
Mi alzai e raggiunsi Glaiciare, ormai Aiolia e Shura erano impegnati in una fitta conversazione sulle offerte dei videogiochi nel negozio vicino a casa dello spagnolo, perciò non perdevo nulla di così importante:
-Kaliméra Glaiciare, perché mi fissavi?- si voltò verso di me e rispose:
-Non ti stavo fissando, sei tu che ti fai troppo la mattina- quasi non gli scoppiai a ridere in faccia, ma dalla mia espressione credo che mi abbia capito. Scoppiai a ridere e, dopo essermi calmato abbastanza, gli offrì una mano e dissi:
-Ricominciamo da capo, non abbiamo iniziato con il piede giusto. Io sono Milo Skòpius, piacere- mi sembrava piuttosto sorpreso, ma poi afferrò la mia mano e la strinse nella sua, rispondendomi:
-Piacere, mi chiamo Camus Glaiciare, Milo-