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Autore: BakaInu    17/06/2016    3 recensioni
"Il mondo è sull'orlo del baratro"
Quando Yil decide di uccidere Hosanh, non ha idea dei cambiamenti radicali che questa scelta porterà alla sua vita. Privata di ciò che più caro le era rimasto, decide di porre fine alla catastrofe che le sue azioni hanno comportato.
Sul mondo pende una sentenza all'apparenza inevitabile: le forze primordiali del caos sono rinate, le catene che le imprigionavano dissolte.
Cosa resta a Yil, se non impedire la fine del mondo?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Annabeth correva con passo rapido lungo le stradicciole della periferia di Etras, mentre la consunta tracolla di pelle grigiastra le batteva sulla gamba destra ad ogni movimento.
Il suono di un esplosione le giunse alle orecchie, ovattato dalla distanza che la separava da quest'ultimo. Urlò e accelerò, spaventata.
Quella giornata era iniziata benissimo, si ritrovò a pensare: aveva giocato insieme alle sue amiche al parco vicino alla spiaggia, aveva riso, mangiato un gelato alla fragola. Come poteva minimamente pensare una bambina di dieci anni ai risvolti inaspettati che quella giornata avrebbe preso?
Svoltò e il cuore iniziò a palpitarle più velocemente, rischiando di schizzarle fuori dal petto; le gambe le dolevano, ma l'adrenalina le impediva di fermarsi: era come se corresse inconsciamente, spinta da una forza misteriosa, verso casa.
Ad ogni passo temeva di trovarsi davanti ad uno di quegli uomini dai quali suo padre le aveva detto di stare lontana: sembravano esseri umani, vestiti con una tuta di pelle di un giallo acceso, molto aderente ed un elmo del medesimo colore, con un visore nero.
 «Sta' attenta ai Fuochi fatui, Annie» le aveva detto «non voglio che ti ci avvicini, nemmeno in caso di bisogno. Se li vedi, corri più veloce che puoi»
Sentì un'altra esplosione, questa volta più forte, e fu costretta a fermarsi: ormai le gambe le tremavano troppo, ansimava. Si guardò intorno con circospezione e, quando ebbe ripreso fiato, ricominciò a correre verso casa.
 È tutto sbagliato. Perché la dea non fa nulla?
Svoltò ad un incrocio, girando a destra e correndo rapidamente per raggiungere casa.
La pioggia iniziò a scrosciare violentemente, inzuppando Annabeth dalla testa ai piedi; le gocce le pizzicavano la pelle. Di riflesso, protesse la tracolla e ciò che vi era contenuto dal temporale.
 Ci sono quasi, pensò la bambina, casa mia è in fondo alla strada.
Fece un passo sbagliato, poggiando maldestramente il piede su una busta di cartone fradicia, e scivolò, cadendo sulle natiche. La tracolla le volò via dalla spalla, rovesciando blocchi di fogli e una mela rossa per terra.
Annabeth si rialzò fulminea, nonostante il dolore, e raccolse in fretta le sue cose; si sistemò la gonnellina rosa e la camicetta nera dal colletto bianco. Fece per correre via, quando vide una nube di fumo sollevarsi da una casa a non più di un chilometro da lì. Un pensiero le balenò subito nella mente, terrorizzandola a morte.
Fuoco...
Annabeth corse verso la porta di casa, quando il rumore di un'altra esplosione le lambì con prepotenza i timpani, provocandole un brivido terrificante lungo la schiena.
Nora, sua madre, la aspettava sulla soglia di casa, preoccupata come non mai.
 «Mi hai fatto preoccupare a morte.» Strinse la piccola fra le braccia e le accarezzò la testa. Un altro botto, questa volta fortissimo. La bambina si tappò le orecchie, in preda alla lacrime.
Entrarono in casa di corsa, chiudendovisi a chiave.
Annabeth si sentì tirare per un braccio dalla madre, che la trascinò con talmente tanta foga su per le scale, verso la camera da letto, che le dite lunghe e sottili le divennero bianche. La bambina si stropicciò gli occhi inumiditi con la manica e osservò sua madre che apriva la porta della camera matrimoniale.
Entrate nella stanza, la donna chiuse la porta a chiave. Si avvicinò ad una cassettiera in mogano e la trascinò di fronte a quest'ultima, bloccandola. Annabeth non la credeva capace di un simile sforzo, considerata la corporatura gracile.
Nora si voltò. «Ascolta, amore» mormorò piano. «Ci sono cose che dovresti sapere, bambina mia.»
Annabeth annuì, tirando su con il naso. Sentiva la mente come avvolta un turbinio devastante di emozioni: rabbia, paura e angoscia si mescolarono in lei, terrorizzandola a morte; una sola domanda, in mezzo a tutto quel caos, esigeva di essere espressa: «Dov'è papà?»
La donna spostò lo sguardo, visibilmente turbata da quella domanda. «Annie, io...mi dispiace tanto, piccolina.»
Un'altra esplosione fortissima.
Annabeth sobbalzò, urlando mentre le lacrime le sgorgavano come fiumi in piena. La bambina si portò le mani alle orecchie, provando ad affievolire quel rumore fastidioso che proveniva da non molto lontano. Dalla finestra scorse dei globi di luce azzurra: li vide ingrandirsi, espandersi.
Non appena deflagrarono, inondando la stanza di luce, Annie si tappò le orecchie e chiuse gli occhi, riducendoli ad una fessura traboccante puro terrore, mentre la madre la cingeva forte con uno sguardo colmo di apprensione e amore.
 «Mamma...sono loro, quelli che diceva papà?» singhiozzò Annabeth, stringendosi al petto della donna per soffocare le lacrime. «Ci prenderanno, vero?»
  «Ma certo che no, piccola. » Nora la abbracciò forte, tenendole le orecchie tappate mentre anche un'altra di quelle sfere luminescenti esplodeva con veemenza.
Annabeth corse alla finestra e guardò lo spettacolo che si presentava ai suoi occhi: Etras sembrava un teatro di guerra, il preludio di una apocalisse.
 «Annie, allontanati!» le urlò «Potrebbe esserci un'altra esplosione da un momento all'altro!»
Osservando meglio, Annie vide qualcosa che la fece sussultare.
Una gigantesca pila di uomini ardeva avvolta da un innaturale fuoco azzurro, come un fiore ceruleo sbocciato al centro di quella piazza. Ascoltando con più attenzione, Annabeth giurò di sentire le urla di chi, ancora vivo, bruciava come carta nonostante la pioggia.
Annie gridò, come mai aveva fatto prima di allora.
Altre luci si sollevarono dal terreno, migliaia di globi luminescenti di una bellezza sconvolgente, eterea; ne era quasi ipnotizzata. Le sfere luminose si ingrandirono per un tempo che le parve interminabile.
Non appena esplosero, Annie fu investita da una luce splendida e dolorosa.

 

   
 
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