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Autore: Justice Gundam    18/06/2016    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 26 - L´orfanotrofio della paura
 
"Chiedo scusa per avervelo tenuto nascosto..." disse Amaria, seduta ad un tavolo attorno al quale erano riuniti tutti i membri della resistenza anti-Team Meteora, con il Braccialezaffiro davanti a sé. "Non me la sentivo di separarmi da un regalo di Tania, e... ho finito per portarlo con me in una situazione in cui avrebbe potuto essere pericoloso se lo si fosse scoperto. Cercheró... di stare piú attenta la prossima volta."
 
I compagni di Amaria erano stati un po´ irritati dalla mancanza di prudenza dimostrata da quella che doveva essere una delle loro allenatrici migliori... tuttavia, considerando che tutto, alla fine, si era concluso nel migliore dei modi, decisero che non fosse il caso di prendersela troppo. Dopotutto, Amaria sembrava essere sinceramente pentita della sua mancanza, e aveva promesso di non farlo piú...
 
"Vabbé, é tutto nel passato. Non parliamone piú." disse Cain, come sempre accomodante.
 
"Non posso darti torto, Amaria..." disse Heather, appoggiando le mani sul tavolo e mettendo il mento su di esse con fare malinconico. "In un certo senso, anch´io mi trovo nella stessa barca. E´sempre un po´ difficile per me, non portarmi dietro il mio Anellorubino... Quindi non sono nella posizione di biasimarti."
 
"Giusto, giusto... quindi, non stiamo piú a parlarne, e piuttosto... pensiamo che abbiamo finalmente fatto qualche progresso nella nostra battaglia contro il Team Meteora!" continuó Pietro, gettando uno sguardo a Fern per assicurarsi che non se ne venisse fuori con un´altra delle sue battute al vetriolo. "Non pensi anche tu, Florinia?"
 
"Considerati i risultati ottenuti... direi che posso assegnare ai soggetti Vera, Drew, Max, Ortilla ed Hitomi una valutazione di C+." affermó meccanicamente Florinia, "Per quanto si lascino ancora influenzare dalle loro emozioni, creando cosí perdite di tempo e situazioni potenzialmente rischiose, le loro prestazioni sono sensibilmente migliorate, cosí come l´abilitá da loro dimostrata nelle battaglie di Pokemon."
 
"Guarda, Rini, che basta che tu dica che ti é piaciuto come si sono comportati i nostri amici di Hoenn!" disse Julia, arruffando scherzosamente i capelli a Max, che emise un´esclamazione di sorpresa e cercó in qualche modo di sottrarsi alle attenzioni un po´ troppo invadenti della graziosa cheerleader. 
 
"Hey! Quella é la mia testa, non una spugna da strizzare!" esclamó Max, strappando una risata ad un po´ tutti... tranne ovviamente Florinia, che non cambió nemmeno espressione e rispose nella sua ormai usuale maniera robotica al commento della sua amica.
 
"Le preferenze e i gusti personali sono totalmente irrilevanti ai fini della valutazione e dell´effettiva capacitá dei soggetti." affermó. "Questa unitá conferma la sua analisi precedente. Le prestazioni dei soggetti in questione non raggiungeranno mai i livelli piú alti finché non rinunceranno ai sentimenti."
 
Hitomi appoggió la testa sul palmo di una mano e scosse la testa. Quella donna proprio non voleva capire... se erano riusciti a tenere testa al Team Meteora, e se erano riusciti ad instaurare un rapporto cosí solido con i loro Pokemon, era stato proprio grazie ai loro sentimenti. "In altre parole, Florinia... stai dicendo che dovremmo smetterla di considerare i nostri Pokemon come degli amici, e invece pensare a loro come delle armi da usare contro i nostri nemici?" chiese, immaginando giá quale sarebbe stata la risposta. La ragazzina stava deliberatamente dando del tu a Florinia, per farle capire che non riteneva la sua opinione degna di rispetto. "Perché da come ne parli, dai esattamente questa impressione."    
 
"Affermativo." rispose Florinia. "Al momento, la nostra associazione sta combattendo una guerra, e dovrá utilizzare ogni mezzo a sua disposizione per vincere. Creare un rapporto con le armi che si usano per distruggere il nemico é perció totalmente superfluo e controproducente. La nostra associazione non é legata da rapporti di amicizia, quanto della mera necessitá di fare squadra per affrontare un nemico comune."
 
Queste parole fecero cadere l´uditorio in un silenzio quasi incredulo. Era pur vero che molti di loro non si conoscevano molto bene, e che ogni tanto c´erano delle tensioni nel gruppo - di solito date dal carattere antipatico di Fern, oppure dalla testardaggine di Heather - ma non avrebbero certo potuto formare un gruppo coeso se non ci fosse stato almeno un po´ di cameratismo tra di loro. Florinia sembrava voler dire che avrebbero dovuto tutti fare squadra a sé, senza che importasse loro nulla dei loro compagni... e Vera per prima si sentí in dovere di intervenire, prima che quella donna dicesse altre assurditá.
 
"Un momento, miss Florinia." affermó la ragazzina di Hoenn, alzandosi dal suo posto con decisione. "Abbiamo ascoltato quello che lei ha detto... e non posso fare a meno di dire che non siamo assolutamente d´accordo! Instaurare un buon rapporto con i propri Pokemon é essenziale per un allenatore... e il nostro gruppo non sarebbe cosí efficace se non ci fosse almeno un accenno di amicizia tra tutti noi. Dopotutto... anche lei é stata amica di Julia, Amaria e Titania in passato, vero?"
 
Per un attimo, Vera e i suoi compagni di Hoenn ebbero l´impressione che Florinia avesse sgranato gli occhi. Qualcosa, in quello che Vera aveva detto, doveva averla colpita nel profondo, anche se lei si ostinava a negarlo. "Quanto... quanto potete aver appreso da fonti piú o meno affidabili appartiene al passato." replicó, anche se per un attimo, sembró non avere la stessa, monolitica certezza di prima. "Quello che é importante, al momento, é continuare la nostra opera di danneggiamento del Team Meteora. Considerazioni superflue come il rapporto tra noi o con i nostri Pokemon vanno rimandate a dopo la risoluzione positiva della corrente situazione."
 
Heather sospiró e scosse la testa. Il tentativo di Vera era lodevole, ma immaginava anche lei che non avrebbe sortito alcun effetto. La ragazzina castana si rese conto che insistere sarebbe stato inutile, e dopo aver alzato le spalle, si sedette di nuovo. "E va bene, non voglio farle... perdere altro tempo." disse, facendo una breve pausa che sapeva non poco di sarcasmo. "Comunque, sia ben chiaro che né io né i miei compagni siamo d´accordo con questo suo modo di pensare."
 
"I nostri Pokemon sono nostri amici..." continuó Ortilla, accarezzando un po´ il candido piumaggio di Alty, che rispose con un cinguettio acuto, e gettando un´occhiata significativa a Florinia. "E poi, il nostro modo di allenarli sta portando a dei risultati, quindi perché dovremmo cambiarlo?"
 
"Su questo non hanno tutti i torti, Flo, questo lo devi ammettere." continuó Vittoria. "Comunque... adesso siamo qui per discutere di quello che abbiamo scoperto e di come muoverci in futuro. Avete visto anche voi di cosa é capace Lord Solaris, il capo del Team Meteora. E avete visto su quale potenza puó contare. Ancora adesso, un attacco diretto al Team Meteora sarebbe un suicidio, per questo dobbiamo limitarci a danneggiare le loro operazioni ed erodere le loro risorse un po´ alla volta, in modo che a lungo termine, ci sará possibile affrontare direttamente Lord Solaris."
 
Vera rabbrividí di nuovo. Stava cercando di non pensarci, ma il ricordo del Garchomp di Solaris che stava per abbattere il suo artiglio su di lei in un colpo mortale era ancora un po´troppo fresco nella sua mente.
 
"Va tutto bene, Vera?" chiese Drew, mettendole una mano sulla spalla. Un po´ risollevata dalla vicinanza del suo amico, Vera sorrise e gli strizzó un occhio.
 
"Sí... sí, Drew, me la caveró." affermó. "Me la sono vista brutta per un attimo, ma ci vuole ben altro, dopotutto!"
 
Drew fece uno dei suoi soliti sorrisi acuti. "Mi raccomando. Non ci faresti una gran figura come mia rivale, se ti facesti eliminare cosí, e tu lo sai, vero?"
 
Vera cacció fuori la lingua. "Proccupati per te, piuttosto. Neanche tu sei andato molto bene con quel Solaris, vero?" disse, scherzando ma non troppo. Era un problema che avrebbe dovuto essere affrontato, prima o poi... e la resistenza di cui ora facevano parte era l´unico gruppo in tutta Reborn City che avesse qualche concreta speranza. A proposito di gruppi... chssá come se l´erano cavata le bande Idro e Magma? Vera e i suoi compagni non avevano piú saputo nulla di loro da quando il PULSE-Muk era stato sconfitto.
 
"E´ vero... qui mi hai proprio preso in castagna, mia cara Vera." disse Drew. Anche lui manteneva il tono ironico e un po´ snob con il quale era solito rivolgersi alla sua amica, ma si riusciva a sentire che anche lui capiva perfettamente che si trovavano in grosso svantaggio contro il Team Meteora. "Finora abbiamo vinto perché abbiamo avuto a che fare con agenti di rango non troppo elevato... anche se devo dire che sei stata bravina a reggere il confronto con quello Zel... ma Solaris e quel Blake sono ancora ben lontani da quello che possiamo fare noi."
 
"Scusate se mi intrometto in questo... quadretto romantico!" affermó Cain, strizzando un occhio a Vera e Drew in segno di intesa. Immediatamente, Vera scattó su e voltó la testa dall´altra parte, arrossendo lievemente in viso... e Max si sfregó la testa e ridacchió tra sé. Chissá quanto ci sarebbe voluto perché quei due si decidessero, una buona volta? "Comunque... ehm... noi siamo qui perché stavamo facendo il punto della situazione, ed effettivamente, dobbiamo dire che abbiamo danneggiato non poco i nostri amici del Team Meteora. Al momento, hanno perso due macchine PULSE, tra cui quella che inquinava il Lago Azzurro. Il che significa che il sistema di depurazione di Reborn City potrá man mano riportare le acque del lago ad un livello di pulizia accettabile."
 
"Sicuramente questo fará in modo che gli abitanti non lascino Reborn City e non diano campo libero al Team Meteora. Tra l´altro, anche la banda Idro e la banda Magma hanno collaborato. Nonostante la loro reciproca rivalitá sia ancora un problema, tenendoli abbastanza lontani gli uni dagli altri hanno interferito con i rinforzi che il Team Meteora aveva cercato di inviare alla centrale idroelettrica, e ci hanno risparmiato un bel po´ di grattacapi." continuó Pietro. "Quindi, per adesso, ritengo che possiamo dire di essere diventati una considerevole spina nel fianco del Team Meteora. Tuttavia, prima di poterci preoccupare del resto, dobbiamo vedercela con una situazione che ci é capitata addosso in maniera... alquanto imprevista, oserei dire."
 
"Una situazione imprevista?" chiese Max, temendo che potesse trattarsi di qualche altra trappola dei loro nemici.
 
"Giá... un ordine da parte di Saphira in persona." affermó Amaria, tirando fuori un foglio stampato. 
Le reazioni furono di prevedibile sorpresa da parte di coloro che non ne avevano ancora saputo nulla. Quando era il capo della resistenza in persona a dare un comunicato, doveva essere un problema di grande importanza. "Che cosa? La... la signorina Saphira in persona vorrebbe che noi ci occupiamo... di che cosa, esattamente?" chiese Shelly. Aveva uno strano presentimento... aveva come l´impressione che di qualunque cosa si sarebbe trattato, per lei ed Heather non sarebbe stata una passeggiata. E quello che Amaria annunció un attimo dopo, con evidente riluttanza, non miglioró certo il suo nervosismo.
 
"Il nostro prossimo obiettivo..." affermó Amaria. "Sará di attaccare l´orfanotrofio del quartiere Lapislazuli."
 
Come Shelly aveva previsto, Heather sgranó gli occhi e strinse una mano a pugno. Era proprio l´orfanotrofio da cui lei era fuggita... il luogo infernale da cui era riuscita a fuggire con l´aiuto di Charlotte, e nel quale ancora adesso erano segregati numerosi bambini. L´espressione di rabbia che apparve sul grazioso viso di Heather non lasciava alcun dubbio riguardo a cosa ne pensava... spasimava dal desiderio di tornare lí e farla pagare ai suoi aguzzini una volta per tutte!
 
"Un... orfanotrofio?" chiese Ortilla. Aveva giá sentito parlare, di sfuggita, di quel luogo, e sapeva che nessuno della resistenza ne aveva un´opinione positiva... ma non era sicura di cosa c´entrasse quel luogo con la resistenza e la loro lotta contro il Team Meteora. "E perché dovremmo attaccare quel posto? Come c´entra con il Team Meteora?"
 
"C´entra... eccome se c´entra!" esclamó cupamente Heather, attirando verso di sé gli sguardi di tutti i ragazzi di Hoenn. "Il Dr. Connal, il pazzo che é a capo di quell´immondizia di luogo... é un complice del Team Meteora! Ed é stato grazie a lui che per poco il mio Anellorubino non é caduto nelle loro mani!" Mostró il prezioso anello che portava all´anulare della mano destra, l´ultimo ricordo di suo padre e una delle quattro chiavi che la malvagia organizzazione cercava per i suoi nefasti scopi. 
 
Florinia appoggió un foglio davanti a sé e cominció a leggere. "Dottor Sigmund Connal. 56 anni, celibe." dichiaró. "Laureato con lode in psichiatria, con specializzazione in psicologia infantile. Direttore dell´orfanotrofio Lapislazuli, nel quartiere omonimo. Malgrado le eccellenti credenziali, gode attualmente di dubbia fama nell´ambiente. Sappiamo per certo che collabora con il Team Meteora, che lo protegge da ripercussioni legali della pratica applicazione di alcune sue teorie sulla cura a base di elettroshock."
 
"Elettroshock? Non vorrete mica dire che..." cominció a dire Max. Aveva intuito cosa voleva dire quella frase, e non gli piaceva per niente l´idea... 
 
"Vuol dire che ci usa come cavie per le sue terapie d´urto, quel dannato!" esclamó Heather, battendo con violenza il palmo della mano sul tavolo davanti a sé! Hitomi ed Ortilla fecero un piccolo salto per la sorpresa...
 
"E´cosí... purtroppo Heather ne ha fatto esperienza sulla sua pelle." disse Shelly, stando vicina alla sua migliore amica nel caso la situazione fosse stata troppo difficile per lei. "Dopo... dopo la scomparsa del signor Corey... Heather é stata mandata proprio all´orfanotrofio del Dr. Connal, ed é lí che ha avuto i primi contatti con Charlotte... una delle due sorelle minori della comandante Saphira!"
 
"E´ stata lei ad informarmi che esisteva questo gruppo di resistenza... a dirmi chi fossero quelli del Team Meteora, e a farmi capire che era colpa loro di quanto era successo ai miei genitori." disse la bambina dai capelli fucsia, stringendo i denti. Il ricordo di quello che aveva passato tra quelle mura era ancora troppo fresco... "Ma tornando... tornando all´orfanotrofio... quel maledetto dottore sottopone i bambini a sedute di elettroshock, usando il suo Raichu per darci la scossa! Lui... lui dice che queste sedute servono a fare in modo che noi smaltiamo i nostri traumi mentali... e impariamo ad avere rispetto dell´autoritá!"
 
Vera era inorridita - quello che stava facendo quel Dr. Connal era passibile di una vera e propria accusa di tortura ed abuso minorile! "Ma... ma questo é pazzesco! Anzi, é addirittura mostruoso! Quell´uomo vi tortura con delle scariche elettriche?" esclamó, alzandosi di scatto. La rabbia e l´indignazione per quello che aveva appena scoperto erano tali che se mai avesse avuto dei dubbi su quello che c´era da fare, ora erano del tutto scomparsi. "E lo sta facendo ancora con tutti i bambini rinchiusi lá dentro?"
 
"Esatto..." disse Shelly, sistemandosi la treccia. "Quando... quando sono arrivata anch´io a Reborn... e sono riuscita a sfuggire al Team Meteora... ho corso io stessa il rischio di finire lá dentro. A malapena... sono riuscita ad evitarlo dimostrando che i miei genitori e mio fratello erano ancora vivi, ad Azalina... e anche cosí, sarei comunque finita in mano al Dr. Connal quando lui ha cercato di usare una scusa legale per dimostrare che dovevo comunque essere affidata a lui, anche se entrambi i miei genitori erano in vita. Mi sono salvata appena in tempo grazie a Cain, che mi ha aiutato a nascondermi... ed é stato allora che ho conosciuto i miei compagni della resistenza... in particolare Heather!"
 
Shelly ridacchió imbarazzata e si scambió uno sguardo di intesa con la sua migliore amica, riuscendo fortunatamente a tirarla un po´ su di umore. La bambina dai capelli fucsia rivolse a Shelly uno dei suoi rari sorrisi e poi, sentendosi piú calma, proseguí il racconto. "Comunque, questo é quanto. Sappiamo per certo, ormai, che Charlotte é ancora nell´orfanotrofio... e con lei ci potrebbero essere altri ragazzi abbastanza vicini a noi della resistenza. Ma... in ogni caso, dobbiamo impedire che il Dr. Connal prosegua indisturbato. Cercheremo di liberare quanti piú ragazzi possibile assieme a Charlotte... e cercheremo di portare a galla i modi di fare del Dr. Connal, cosí che la gente sappia e si opponga a lui!"
 
"Va bene, ma come possiamo fare?" chiese Drew. "Se questo Dr. Connal é come dite voi, entrare ed uscire dal suo orfanotrofio potrebbe non essere tanto facile come a dirsi..."
 
"Gli orfani che si trovano in quel postaccio sono costretti a restarci finché non hanno compiuto la maggiore etá." rispose Cain, un po´ turbato a sua volta. "Ogni volta che qualcuno cerca di adottarli, il Dr. Connal tira fuori qualche cavillo legale per impedirglielo. E´ per questo che Charlotte non é stata affidata alle sue sorelle maggiori - Connal ha usato il supporto del Team Meteora per "dimostrare" che la signorina Saphira e Laura non sarebbero delle tutrici affidabili."
 
"Tuttavia, se qualcuno riuscisse a tornare lá dentro, e da lí facesse in modo che qualcuno si possa introdurre..." disse Heather. L´idea di farlo la ripugnava, ma se era un modo per fare sí che i suoi amici riuscissero ad entrare lá dentro e dessero una bella lezione all´odiato Connal, sarebbe stata piú che disposta a farlo. "Sentite... io sono quella che il Dr. Connal sta cercando piú di chiunque altro. Se... se mi facessi catturare, forse potrei fare in modo di favorire poi il vostro ingresso piú tardi."
 
"Neanche per tutto l´oro del mondo, Heather!" esclamó allarmata Julia. "Non appena tu sarai tornata in quell´inferno, il Dr. Connal non stará piú nella pelle dal desiderio di sottoporti alle sue... amorevoli cure all´elettroshock! E poi, scusa, ma credi davvero che quell´uomo sia uno sprovveduto? Gli sei sfuggita per cosí tanto tempo, e adesso salti fuori di nuovo cosí, all´improvviso, e lo inviti praticamente a catturarti di nuovo?"
 
"Non una tattica molto intelligente, se vuoi la mia." disse Fern. "Ma del resto, non é che mi aspettassi molto da te."
 
"Tu chiudi quella bocca, Fern! Nessuno ha chiesto niente a te!" replicó rabbiosamente Heather. La risposta del ragazzaccio dai capelli verdi fu un ghigno beffardo, che gli valse un´occhiataccia da parte di Pietro e Vera. 
 
Cain scosse la testa. "Neanche a me piace quel vecchio barbagianni. Ma anch´io non posso che ammettere che non é cosí sciocco... sa benissimo che tu sei troppo accorta per esporti cosí, e che se ti fai vedere alla luce del sole... é probabilmente per farlo cadere in un tranello."
 
"E allora cosa possiamo fare?" esclamó frustrata Heather. A volte, fare lavoro di squadra era cosí irritante, che rimpiangeva di non potersi staccare un po´ dal gruppo e attaccare il Team Meteora per conto proprio. "Dobbiamo in qualche modo introdurci lá dentro, e salvare Charlotte e gli altri!"
 
"Io... suggerirei di andare un po´ in avanscoperta, okay?" affermó Drew, dopo averci pensato un po´ su. "Io e i miei compagni siamo di Hoenn, e abbiamo ancora i genitori. Non credo proprio che quel Dr. Connal avrá la benché minima autoritá su di noi. Sí, Shelly, so cosa vuoi dire... ma nell´immediato non puó farci nulla, vero? Quindi... se noi andiamo lá, dicendo semplicemente che vorremmo parlare con alcuni nostri amici, non credo che potrá rifiutarcelo. Se non altro, sará pur costretto a lasciarci per un po´ nel suo orfanotrofio, e potremmo farci un´idea di che tipo di posto é, e magari anche come, dove e quando introdurci."
 
"Potrebbe funzionare, ma temo che dovrete farlo voi di Hoenn." disse Amaria. "Io e i miei compagni... saremmo dei volti un po´ troppo noti da quelle parti. Certo, magari io sarei in grado di affrontare Connal e i suoi uomini, ma... no, meglio non usare la soluzione a forza bruta finché abbiamo la possibilitá di raggiungere il nostro scopo con metodi piú affidabili."
 
"Tutto quello che dobbiamo fare é sapere dove si trova questo orfanotrofio." affermó Vera. "E´ nel quartiere Lapislazuli, questo lo sappiamo..."
 
"Affermativo. Seguirá la consegna di appropriate coordinate per consentire ai nostri collaboratori di raggiungere l´obiettivo in questione." concluse Florinia. Si alzó dal suo posto e, senza aggiungere altro, andó verso un´altra stanza per recuperare le informazioni di cui Vera e il suo gruppo avrebbero avuto bisogno... mentre Heather, che indubbiamente di tutti loro era quella piú personalmente coinvolta, grugní per il disappunto e si tenne la faccia tra le mani. 
 
"Maledizione... e io che speravo di dare una lezione a quel maledetto Connal e ai suoi secondini da quattro soldi!" borbottó la ragazzina dai capelli fucsia. "Pfff... e va bene, fate pure... ma quando é il momento di attaccare l´orfanotrofio, dovete lasciarne un bel po´ a me!"
 
"Sono sicura che avrai la tua possibilitá, Heather." disse Shelly. "Anch´io vorrei regolare un po´ di conti con il Dr. Connal e i suoi uomini, e comunque sai che non ti lascio fare da sola. Non preoccuparti, faremo in modo che vada tutto bene."
 
"Grazie, Shelly... spero proprio che entro la fine di questa giornata, potremo finalmente vedere quel maledetto dottore con il sedere per terra!" esclamó Heather, trattendo a malapena la rabbia. Vera la guardó preoccupata. Qualunque cosa avesse subito in quel posto, doveva essere stata terribile... e se doveva essere sincera, l´idea di infilarsi in un posto cosí malfamato, anche se solo per breve tempo, non la faceva stare tranquilla."
 
"Ooookay, gente, credo che sia il caso di fare i preparativi!" affermó Cain, battendo le mani un paio di volte. "Tenetevi pronti, perché liberare quei bambini e quei ragazzi sará tutt´altro che una passeggiata."
 
 
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Nel quartiere Lapislazuli, ben nascoste in uno dei loro luoghi segreti che avevano scoperto nelle loro interminabili esplorazioni della grande metropoli, Saphira e Laura stavano tenendo d´occhio la situazione... volevano assicurarsi che il piano andasse come da previsioni, e per il momento, sapevano che i loro compagni della resistenza avevano ricevuto il loro messaggio.
 
"Sembra... che i nostri compagni abbiano cominciato a muoversi, Saphira." disse Laura, accennando un sorriso sul suo volto pallido e dall´espressione tranquilla. "Se tutto va bene, prima di stasera potremo riabbracciare Charlotte."
 
"Finalmente la faremo fuggire da quel posto maledetto." disse la donna dai capelli bicolore, annuendo seriamente. Anche lei sembrava avere delle ruggini personali con l´orfanotrofio del quartiere Lapislazuli e con il suo sinistro direttore. "Abbiamo sprecato gran parte della nostra vita in quel postaccio, e se posso risparmiare a Charlotte anche soltanto un´ora in piú lá dentro..."
 
La ragazza di nome Laura rabbrividí e si sedette su una panchina. "Per favore, Saphira, non me lo ricordare... non puoi sapere quanto sono stata contenta quando ho finalmente compiuto diciotto anni e ho potuto finalmente uscire da lí... ricordo ancora come fosse ieri tutte le volte che il Dr. Connal mi legava ad un tavolo e mi faceva elettrificare dal suo Raichu..." disse, senza riuscire ad andare oltre prima di iniziare a tremare e raggomitolarsi in una posizione fetale. "Io... non voglio pensarci... non voglio pensarci..."
 
Sentendosi in colpa per aver riportato terribili ricordi alla mente della sua sorella di mezzo, Saphira si sedette accanto a lei e le mise una mano attorno alle spalle. Questo ebbe l´effetto di calmarla, e Laura tiró un sospiro di sollievo prima di mettersi seduta correttamente. "Scusa, Laura... hai ragione, non avrei dovuto ricordartelo. Ma... fatto sta che dobbiamo far uscire Charlotte da lí, e ora che finalmente siamo abbastanza forti da farlo e proteggerci dalle rappresaglie del Team Meteora... non possiamo ritardare un secondo di piú. Comunque, non é il caso di esporsi troppo, almeno, non per ora. Il Team Meteora non ha ancora mostrato tutte le sue carte, quindi faremmo meglio a non mostrare subito le nostre. Ci occuperemo di facilitare la fuga ai nostri compagni quando avranno portato Charlotte fuori di lí. Tienti pronta... sono convinta che entro poche ore li vedremo entrare in azione."
 
"Certamente, Saphira..." disse Laura, guardando poi verso un Pokemon che era emerso da un nascondiglio vicino a loro... una graziosa Pokemon, chiaramente di tipo Erba,          dall´aspetto di una donna in miniatura, alta poco piú di un metro, dalla pelle bianca vestita di foglie e fiori. I suoi capelli erano formati da foglie verde chiaro che pendevano ai lati della testa, ed era incoronata da un giglio arancione, oltre ad una grande foglia che si portava dietro come se fosse stata un velo. Gli occhi arancioni trasmettevano dolcezza, e al collo, a mo´ di collana, portava un pizzetto di foglie gialle. Le braccia erano anch'esse foglie verde scuro, e indossava una gonna a sbalzi, composta da quello che sembra il bulbo di un tulipano. I piedi assomigliavano al calice di un fiore con quattro petali.
 
"Lilli?" chiese la graziosa Pokemon floreale, chinando elegantemente la testa davanti alla sua allenatrice, che le fece una carezza sulla testa di rimando.
 
"Va tutto bene, mia cara Lilligant." disse Laura, sentendosi un po´ piú speranzosa. "Vedrai che tra non molto saremo di nuovo tutti assieme. Spero... spero soltanto che questa sia la volta buona, non sopporterei che Charlotte rimanesse ancora nelle grinfie del Dr. Connal."
 
"Lilligant..." mormoró la Lilligant di Laura. Anche lei aveva dei brutti ricordi dell´orfanotrofio e delle scariche elettriche che riceveva dal Raichu del suo direttore...
 
 
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Era quasi arrivato il momento dell´inizio dell´operazione, e nel rifugio della resistenza, la tensione stava diventando palpabile. Man mano che la resistenza continuava nella sua opera, il Team Meteora si faceva sempre piú pericoloso ed ardito... e cominciava ad impegare sempre piú risorse per sbarazzarsi dei suoi nemici una volta per tutte. Giá il fatto che Lord Solaris in persona fosse stato disposto a scendere in campo non faceva ben sperare per il futuro... ma Vera e il suo Blaziken stavano cercando di non pensare a queste cose, mentre si godevano un momento di relax assieme a Vittoria e ai loro compagni.
 
"Allora, Vera..." disse la giovane esperta di aikido, prendendo un sorso dalla sua lattina di Lemonsucco. "Sei riuscita a sapere di piú su quella pietra che ti ha dato il signor Elisio?"
 
Il Blaziken di Vera, che portava quella misteriosa pietra attorno al collo come una sorta di amuleto portafortuna, la prese e se la rigiró tra le dita artigliate, guardandola con fare quasi esasperato. "Blaziken..." mormoró, sentendo chiaramente che in essa era contenuto un potere immenso, e percependo per istinto che quella pietra era in qualche modo collegata a lui. "Blaziken blaz..."
 
"Il mio Blaziken ha voluto tenerla per sé, mentre gli altri miei Pokemon non sapevano che farsene." spiegó Vera dopo aver preso una sorsata. "Immagino che questo voglia dire che questa pietra é collegata a Blaziken, ma in che modo? Forse puó aumentare il suo potere, o permettergli di imparare qualche nuova mossa? Non ne ho la piú pallida idea."
 
"E non solo... Alty ha percepito anche lei qualcosa in quella pietra, ma quando ha cercato di toccarla, la pietra ha brillato per un attimo... e poi non ha piú reagito." spiegó Ortilla. Alty annuí lentamente, continuando a guardare con un certo sospetto la misteriosa pietra dai riflessi scintillanti che Blaziken esaminava ora per l´ennesima volta. "Anche lo Swampert di Max, lo Absol di Drew e lo Sceptile di Hitomi hanno percepito qualcosa, ma la pietra mostra una reazione costante solo con Blaziken."
 
"Altaria..." disse Alty. Per dimostrare ció che la sua allenatrice stava dicendo, la graziosa Altaria allungó una delle sue ali piumate verso la pietra e la toccó... con il risultato che lo strano monile scintilló una volta, immergendo per un istante la sala nei suoi bagliori rossi, ma poi si spense. Si riaccese, anche se piú fiocamente, solo quando Alty staccó l´ala da esso e lo lasció rimettere a posto a Blaziken.
 
"Blaziken." disse il Pokemon Fuoco/Lotta, a riprova di quanto era stato detto.
 
"Lo Absol di Drew, il mio Swampert, Alty e lo Sceptile di Hitomi. Perché questi Pokemon e non altri?" si chiese Max, immaginando che in questo mistero si potesse nascondere una chiave per comprendere appieno il potere della pietra misteriosa. "E´una cosa che dovremmo verificare, quando avremo il tempo e il modo di farlo..."
 
"Beh, come ho giá detto una volta..." disse Vittoria. "C´é effettivamente qualcuno che conosco che potrebbe aiutarvi a chiarire questo mistero. La mia sensei Kiki, la leader del Monastero Apofillide, nella zona a nord-est di Reborn City. Magari... una volta che abbiamo completato questa missione e abbiamo salvato i ragazzi, potremmo farle una  visita e chiederle qualcosa di piú. Tra l´altro... sono sicura che potrebbe anche allenare come si deve i vostri Pokemon, in modo che si preparino all´inevitabile battaglia con Lord Solaris."
 
"Certo non mi dispiace l´idea." disse Hitomi. "Non ho nessuna voglia di farmi appiattire da quel Garchomp."
 
"Nemmeno io..." disse Vera, reprimendo un brivido che le veniva spontaneo ogni volta che ripensava a quel terrificante Pokemon e a quanto vicino fosse andato ad ucciderla. Cercando di spingere quel terribile pensiero in qualche meandro recondito della sua mente, la ragazzina di mise a posto la bandana e si scambió un cenno di intesa con il suo Blaziken. "Che ne dici, Blaziken? Una volta che avremo sistemato questa storia, andremo a conoscere la sensei di Vittoria. Ci alleneremo come si deve, e chiuderemo i conti una volta per tutte con il Team Meteora. Che te ne pare? Forse si comincia a vedere una luce in fondo al tunnel."
 
"Blaziken..." disse il Pokemon fiammeggiante, facendo un sorriso un po´ stentato. Lui aveva piena fiducia nelle capacitá della sua allenatrice, ma dopo avere visto quello che il Team Meteora era in grado di fare, pochi avrebbero potuto dargli torto per il fatto di non sentirsi sicuro al cento per cento.
 
Vera sospiró e si sfregó la nuca con una mano. "Lo so, lo so... me lo chiedo anch´io... come mai il signor Elisio ha pensato che proprio io potessi fare buon uso di quella pietra." disse la ragazzina castana. "Voglio dire, perché io, e non qualcun altro? E´ un bel mistero anche questo..."
 
"Preoccupiamoci dei nostri problemi nell´ordine in cui si presentano, okay?" la consiglió Drew, dimostrando il suo senso pratico. "Per adesso... prepariamoci a comparire davanti al Dr. Connal e ai suoi uomini. E poi... beh, avremo tutto il tempo di pensare alla pietra. Dí la veritá, Vera, non vedi l´ora di poter passare qualche giornata con il sottoscritto in quel monastero tranquillo ed isolato, eh?"
 
Vera ridacchió del modo di fare del suo amico/rivale, anche se non riuscí ad impedire ad un leggero rossore di comparirle sul volto. Effettivamente, con tutto quello che era successo, lei e i suoi compagni di Hoenn non avevano avuto molto tempo per rilassarsi e passare un po´ di tempo assieme. "Riuscirai mai a fare un discorso completo senza fare le tue solite battutine, Drew? E prima che tu me lo chieda, no, non stavo pensando ad un appuntamento con te!" replicó.
 
"Peccato, perché sarebbe stato un luogo originale per passare un pomeriggio assieme!" rispose sorridente Drew, senza perdere un colpo.
 
"Scemo! Cerca di prendere le cose un po´piú seriamente, una volta tanto!" disse scherzosamente Vera, mentre Blaziken toccava la guancia di Drew con la punta del suo dito, quasi a volerlo stuzzicare.
 
"Lui sta prendendo la cosa seriamente, sorellina!" affermó Max, volendo anche lui fare un po´ di spirito. "Sta seriamente pensando a come accalappiarti!"
 
"Blaziken!" esclamó lo starter di Vera, sghignazzando argutamente.
 
"Cavolo... ma come ci sono finita io, in mezzo a questa banda di scalcinati?" si chiese Hitomi, mettendosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa.
 
Ortilla ed Alty, tuttavia, sembravano di diverso avviso, e la Pokemon Drago/Volante fece un cenno con l´ala alla rivale di Max. "Alty alty altaria!" affermó, strizzando un occhio.
 
"Penso che Alty voglia dire che ti fa piacere, in fondo, stare con loro!" affermó Ortilla. "In effetti... ho come l´impressione che con loro, anche un posto oscuro e privo di speranza come Reborn diventi piú sopportabile. E chissá che questo non sia l´inizio della fine per il Team Meteora."
 
"Sarebbe un sogno che si avvera, per noi di Reborn..." disse Vittoria. Vera, Blaziken, Drew e Max avevano iniziato a parlottare e a bisticciare allegramente tra loro, riuscendo per fortuna a scacciare la tensione per l´importante missione che stavano per intraprendere. "Sento... che gli eventi stanno in qualche modo accelerando... ci stanno portando verso la risoluzione di questo caos! Almeno, credo che la sensei Kiki direbbe cosí!"
 
 
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Per il Dr. Sigmund Connal, il direttore dell´orfanotrofio del quartiere Lapislazuli, la giornata non era stata esattamente proficua.
 
Oh, certo, i ragazzi che si trovavano sotto la sua tutela erano al sicuro, avevano un tetto sopra la testa, e veniva data loro tutta l´assistenza materiale e psicologica di cui avevano bisogno. Ma... i suoi collaboratori non erano ancora riusciti a rintracciare Heather, né la sua amichetta Shelly, e questo lo faceva preoccupare non poco. Quelle due bambine erano due casi che per lui rivestivano particolare interesse... Heather, con la sua impulsivitá e il suo carattere ribelle, era un pericolo costante, e avrebbe finito sicuramente per cacciarsi in qualche guaio se lui non l´avesse corretta e riportata sulla retta via. E per quanto riguardava Shelly, l´amichetta di Heather proveniente da Johto... stava giá pensando ad un modo per farla accogliere legalmente nel suo studio. Anche lei era un soggetto a rischio, e in effetti, il suo era un caso che aveva una certa rilevanza personale per lo psichiatra...
 
"Mi rendo conto che non é professionale interessarsi di una paziente perché il suo caso riporta alla mente delle questioni personali..." disse tra sé Connal, continuando a prendere appunti sul suo bloc-notes con la mano destra, mentre con la sinistra accarezzava distrattamnte il suo Raichu, il suo collaboratore piú fidato. "Ma in questo caso, non posso fare a meno di notare quanto i due casi si assomiglino. Devo trovare il modo per fare sí che Shelly mi venga affidata, per quanto riconosca che la sua famiglia é ancora in vita, il fatto di non avere avuto contatti con loro per molto tempo ha sicuramente provocato degli scompensi emotivi nella ragazzina, che a quanto pare si manifestano con scarsa sicurezza in sé stessa e difficoltá nel rapportarsi con gli altri. Devo impedire che Shelly prenda la stessa cattiva strada... e l´influenza di Heather non puó certo giovarle, considerato il quadro psicologico di quest´ultima."
 
"Dottor Connal?" si sentí chiamare, e il medico dalla dubbia fama guardó verso la porta d´ingresso del suo studio, dove era apparso uno dei suoi assistenti. "Perdoni il disturbo, ma sono appena arrivati dei visitatori. Un gruppo di minorenni, che affermano di dover parlare con alcuni dei nostri pazienti."
 
Connal alzó lo sguardo dalle carte che stava esaminando, un po´ sorpreso dalla notizia. "Dei minorenni, dice?" chiese. "Ha verificato che non siano orfani o comunque privi di tutori legali?"
"Sí, dottore... é stata la prima cosa che ho fatto." disse l´assistente, ben consapevole di quanto poco tollerante fosse il suo capo nei confronti della mancanza di competenza. "Sembrano a posto. Tutti i loro tutori sono attualmente in vita. Si tratta... di un gruppo di allenatori di Pokemon che viaggiano per il continente di Reborn, come fanno tanti altri."
 
"Se fosse solo per me, proibirei di lasciar andare dei preadolescenti in giro per il mondo, con tutti i pericoli che si troverebbero ad affrontare..." disse il Dr. Connal. "Magari, piú avanti, quando i nostri collaboratori ne avranno la possibilitá, proporró di far approvare una legge che restringa il possesso e l´utilizzo di Pokemon ai soli maggiorenni. Ma per adesso... vediamo cosa vogliono questi ragazzi. Li faccia pure entrare."
 
L´assistente annuí, un po´ intimorito dal tono usato dal direttore dell´orfanotrofio. "Certo... certamente, dottore, provvedo subito."
 
 
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Il quintetto composto da Vera, Drew, Max, Hitomi ed Ortilla (sestetto, in realtá, contando anche Alty), non ebbe che da attendere un minuto prima che la porta di ingresso dell´orfanotrofio - un grande edificio a quattro piani dalle pareti grigie e spoglie, che sembrava scomparire nel bel mezzo degli squallidi edifici della metropoli, distinguibile dagli altri soltanto grazie ad un´insegna posta accanto alla grande porta d´ingresso - emettesse un suono acuto e si aprisse con un CLAC! Vera, la piú vicina all´ingresso, vide la porta spostarsi di un po´ e permettere loro di entrare, e fece cenno ai suoi compagni di seguirla. "Okay... per adesso, sembra che non abbiamo destato sospetti." disse, avvicinando con prudenza una mano alla porta. Ormai, la giovanissima coordinatrice aveva imparato a non fidarsi all´istante di nulla di ció che poteva incontrare in un luogo malfamato come Reborn City. "Okay... allora, amici, cerchiamo di non attirare troppo l´attenzione, ma state pronti a mandare in campo i vostri Pokemon se ci sono problemi."
 
"Altaria! " esclamó Alty, svolazzando a poca distanza da Ortilla, che annuí rapidamente e si piazzó a chiusura del gruppo mentre Vera apriva la porta, e faceva entrare tutti in quel luogo malfamato. Immediatamente, i ragazzi vennero accolti da un´insegna che sembrava osservarli dall´alto, da sopra le loro teste, e pareva messa lí apposta per incutere soggezione a visitatori e nuovi arrivi al tempo stesso. 
 
DR. SIGMUND CONNAL 
ORFANOTROFIO E CENTRO DI AIUTO PSICOLOGICO
 
"Bisogna dire che il buon dottore sa come annunciarsi..." disse Max. "Certo... anch´io, se fossi un orfano, avrei paura di stare in questo posto."
 
Vera ridacchió nervosamente, poi fece per aprire la porta che dava accesso alla grande sala d´ingresso, solo per vedersela aprire di scatto davanti ai suoi occhi, e bloccarsi con un´espressione di stupore sul viso quando dietro la porta apparve il viso di una bambina che sorrideva gioiosamente!
 
"Ciao! Tu non sei Heather, vero? Lei se n´é andata un paio di settimane fa, piú o meno..." esordí allegramente la bambina, parandosi davanti al gruppo di Vera. La ragazzina di Hoenn e i suoi compagni rimasero per un paio di secondi a darle un´occhiata - doveva avere all´incirca l´etá di Max o Hitomi, forse era anche un po´ piú piccola, con i capelli neri legati in un paio di lunghi codini laterali, e con una frangetta che oscurava uno dei suoi occhi dal bizzarro colore scarlatto. Indossava un vestito viola molto carino, con una striscia di stoffa gialla legata attorno alla vita, oltre che un paio di calze bianche alte fino al ginocchio, e un paio di scarpette nere, e tra le braccia teneva un peluche che riproduceva Jirachi, il Pokemon Leggendario conosciuto per la sua abilitá di esaudire i desideri delle persone. 
 
Colti di sorpresa dall´accoglienza, i ragazzi ci misero qualche secondo a rispondere. "Ehm... no, lei é mia sorella Vera..." disse Max, guardando la bambina dai capelli neri con attenzione. "Ma... scusa la domanda, tu chi sei? Sei una degli orfani che vivono qui, immagino..."
 
"Sí! Io sono Anna! Piacere di conoscervi!" rispose lei, stringendo forte la sua bambola Jirachi per poi presentare anche lei al gruppo di Vera. "E lei é nostra, la mia Jirachi! Anche lei é molto contenta di conoscervi! Vi ha appena detto ciao! Ma chi siete voi? E tu, perché stai luccicando?"
 
Quest´ultima bizzarra domanda era rivolta a Vera, che in un attimo di sbalordimento si guardó un braccio... e lo vide perfettamente normale. Che voleva dire quella bambina, dicendo che lei stava luccicando?  
 
"Non c´é nessuno qui che sta luccicando, Anna." rispose la voce di un bambino mentre Vera e i suoi compagni entravano nella stanza, guardandosi attorno con prudenza. Per essere un orfanotrofio, aveva l´aria di essere tanto spoglio all´interno quanto all´esterno. Il colore dei muri era un grigio neutro, senza neanche un cenno di colore, un disegno o una decorazione che invece avrebbero in teoria dovuto essere tipici di un luogo che ospitava cosí tanti bambini. Si vedevano delle mensole nelle quali erano posti, in un ordine quasi militaresco, dei libri... e la sala era ulteriormente arredata con delle poltrone e dei tavolini che trasmettevano lo stesso senso di clinico distacco del resto di quel luogo. 
 
A parlare era stato un bambino seduto su una delle poltrone, che per certi versi assomigliava molto ad Anna, la bambina che aveva accolto Vera, Drew e gli altri... ma che per molti altri versi, era completamente diverso. Indossava una camicetta bianca tenuta in maniera un po´ negletta, lasciata penzolare fuori dai suoi lunghi pantaloni neri, e portava un paio di scarpe nere che chiaramente avevano visto tempi migliori. I suoi capelli erano esattamente dello stesso colore di quelli di Anna, al punto che Hitomi ipotizzó subito che i due fossero fratelli, e laddove la bambina manteneva un´espressione allegra e spensierata malgrado il luogo cupo in cui si trovavano, il bambino aveva un´aria distaccata e quasi depressa. Anche lui teneva con sé un giocattolo, una delle poche note di colore in quel salotto dall´aria sterile - un Cleffa di peluche, che teneva sulle gambe.
 
"E cosí... questo sarebbe un orfanotrofio..." disse tra sé Drew. "Impressionante. Sono qui solo da un minuto, a farla grossa, e giá posso capire come mai Heather ha voluto andarsene da qui..."
 
"Hm? Come, non sta luccicando nessuno?" chiese Anna all´altro bambino, come se quest´ultimo avesse detto qualcosa di assurdo. "Ma se questa ragazza stava... Oh, beh, non importa! Venite, vi faccio conoscere tutti quanti!" 
 
Riprendendo in un attimo il suo tono allegro, Anna si piazzó davanti a Vera e ai suoi compagni dopo che questi ultimi furono entrati nel salotto, e il bambino in camicetta bianca si alzó dal suo posto per salutare anche lui. "Allora, come ho detto... io sono Anna, e lei é Nostra, la mia Jirachi! E... lui é mio fratello Noel, e con lui c´é il suo Cleffa, Nomos!"
 
"Piacere di conoscervi..." cominció Ortilla.
 
"Altar!" esclamó Alty, facendo un sorriso ad entrambi i bambini.
 
Il bambino dai capelli spettinati fece un cenno con la testa. "Beh... in realtá Nomos e Nostra sono soltanto delle bambole, ma... ecco... piacere di conoscervi." disse con tono pacato. "Anche... anche Nomos é contento di conoscervi."
 
"Il... il piacere é tutto nostro..." affermó nervosamente Hitomi. Max non l´aveva mai vista cosí insicura, neanche quando stavano esplorando le strade malfamate di Reborn City assieme ai loro Pokemon. C´era qualcosa che la metteva molto a disagio...
 
Anna, da parte sua, volle intervenire. "Ooooh, andiamo, Noel, lo sai che non si dicono le bugie! Nomos e Nostra non sono solo delle bambole..." esclamó la bambina dai capelli neri, voltandosi verso il fratello con tono quasi indignato. Poi, si voltó verso i nuovi arrivati e mosse una mano, ridacchiando divertita. "Hahahahaaa! L´avete sentito? Mio fratello pensa che Nomos e Nostra siano delle bambole di peluche! Che sciocchino che é, vero?"
 
Un grosso gocciolone di sudore scese dalla nuca di Vera e dei suoi compagni, Alty compresa! Non sembrava che quella bambina avesse tutte le rotelle al loro posto... ma non era il caso di contraddirla. "Ah... heheheheee... giá... davvero uno sciocco... heheheheee..." ridacchió Vera. "Ugh... cavolo... non potrei mentire peggio neanche se ci provassi..." pensó tra sé.
 
"Mi sa tanto che un po´di aiuto psicologico potrebbe davvero servire, a questa bambina..." pensó Drew, guardando Anna sorpreso e un po´ sgomento.
 
Per fortuna, Anna non sembró accorgersi di nulla, e continuó imperterrita, congiungendo le mani davanti a sé. "Comunque... eccoci qui! E tra non molto vi faró conoscere anche la nostra sorellona Charlotte! Beh... in realtá non é nostra sorella, solo la nostra migliore amica! E´davvero molto carina, dovete solo ignorare tutte quelle brutte cicatrici che ha sul viso..."
 
"Anna! Per l´ennesima volta, io non ho cicatrici sul viso!" rispose la voce di una ragazza piú grande, quasi maggiorenne in effetti, che stava arrivando in quel momento dalle scale che portavano al primo piano. Una ragazza dai capelli rossi legati in due codini, dall´aspetto di una che nonostante la giovane etá aveva giá visto fin troppe cose nella sua vita, e che si portava con sicurezza e un po´ di presunzione. Indossava una camicetta rossa a maniche lunghe, sopra ad un vestito nero completo di minigonna, un paio di pantaloni neri attillati e un paio di stivaletti rossi alti fino a sotto il ginocchio, e il suo viso costellato di lentiggini - e che non presentava nessuna cicatrice, in effetti - era in parte oscurato da una frangetta ribelle che nascondeva uno dei suoi occhi rossi ed acuti... in quel momento rivolti verso Vera e i suoi compagni. "Oooh, e cosa abbiamo qui? Un gruppo di novellini che si sono messi in testa di sfidare i pericoli di un postaccio come Reborn, eh?"
 
"Charlotte ha ragione, Anna... lei non ha cicatrici." rispose Noel. Dava l´impressione di uno che aveva giá spiegato la stessa cosa un sacco di volte, e che ancora aveva pazienza.
 
"Ma..." cominció a dire Anna, per poi interrompersi di colpo e sgranare gli occhi in un gesto di stupore e quasi di vergogna. "Oh! Ma avete ragione! Scusate, che insensibile che sono! Prometto che non ne parleró piú, okay? Dico la veritá, Charlotte, gli stavo solo dicendo che sei molto carina!"
 
Charlotte scese le scale con un agile balzo e atterró agilmente davanti a Vera, che fece un passo indietro per la sorpresa. "Non importa, Anna, lo so che non volevi offendere. Piacere... come avrete giá sentito dai miei piccoli amici, io sono Charlotte. Charlotte Belrose, per usare il mio nome completo." affermó. "Meglio approfittare di questi momenti, prima che il buon dottore venga qui e si allarmi. Voi siete... quei ragazzi di Hoenn di cui ho sentito."
 
"Sí, il mio nome é Vera Maple." rispose la giovane coordinatrice. "E con me ci sono mio fratello Max, e i miei amici Drew, Hitomi ed Ortilla... assieme ad Alty!" Vera fece un sorriso, e strinse la mano che Charlotte le stava porgendo. "Sí, abbiamo dato una mano alla resistenza in questi ultimi tempi. Tua sorella e due dei suoi compagni ci hanno salvato quando il Team Meteora ha cercato di rapirci... ed ora eccoci qui, a cercare di sbrogliare questa intricata situazione!"
 
"Ci hanno detto che il Dr. Connal, il medico a capo di questa struttura, é un complice del Team Meteora." disse Drew sottovoce, facendo cenno ad Anna e Noel di avvicinarsi in modo da poter parlare a bassa voce senza problemi. "Quindi, se danneggiamo lui, danneggiamo anche il Team Meteora. Per questo siamo qui."
 
"Ah, giá... immagino che gli amici di mia sorella vi abbiano giá detto diverse cose..." affermó Charlotte con una breve smorfia. Anche lei, non si prendeva certo la briga di mascherare l´antipatia che provava verso quell´uomo. "Beh, sí, in effetti é vero. Il buon dottore collabora con il Team Meteora e ci tiene qui finché non pensa che possiamo andare, o finché non raggiungiamo la maggiore etá. Saphira e l´altra mia sorella, Laura, sono state anche loro ospiti di questo posto..."
 
"Il dottore é un uomo terribile..." disse Noel, facendo trasparire un senso di paura e smarrimento dietro la sua espressione apparentemente depressa.
 
Anna non poté che dirsi d´accordo con il fratello. "E´ vero! Il Dr. Connal ha dei Pokemon Elettro davvero forti, soprattutto il suo Raichu!" affermó. "E li usa per farci fare la... terapia! Fa molto male..."
 
"Le sue cosidette sedute di elettroshock..." affermó Vera con indignazione a malapena trattenuta. "Ce ne avevano parlato, ma speravo che fosse tutta un´invenzione, e invece..."
 
"Ne so qualcosa... mi ha fatto un bel terzo grado quando ha saputo che ho aiutato Heather ad andarsene da questo inferno..." disse Charlotte. "L´idea era di fare lo stesso e unirmi alla resistenza, ma il dottore e i suoi sgherri mi hanno beccata prima che potessi farlo."
 
"Nostra dice che pensa che alcuni suoi pazienti siano morti..." continuó Anna, anche lei mostrando un certo spavento. "E io credo che abbia ragione. Sapete, quando siete vicino a lui, se ascoltate con attenzione, sentite delle voci..."
 
"Io non ho mai sentito niente del genere, ma... non ho dubbi che quell´uomo sia un pericolo." disse Charlotte. "Ma... ditemi, piuttosto... sta bene, Heather? L´avete vista?"
 
Hitomi annuí. "Sí, diciamo che non é stato proprio un incontro nel segno della cordialitá, ma adesso siamo amici, piú o meno." affermó. "Certo... se viene da un posto come questo, non faccio fatica ad immaginare perché fosse cosí scorbutica all´inizio."
 
"Beh, c´é anche il fatto che con tutti i problemi che ha avuto con suo padre..." cominció Charlotte, ma si bloccó di colpo quando sentí dei passi provenire da una porta al lato opposto della stanza. "Ma adesso fate finta di niente. Sta arrivando il dottore."
 
"Eep!" esclamó Anna, tornando a giocherellare con il suo peluche di Jirachi come niente fosse. Noel si sedette di nuovo, facendo finta di niente, e Vera e i suoi amici cominciarono di nuovo a guardarsi attorno, sperando di essere attori abbastanza convincenti.
 
Si sentirono un paio di passi pesanti, e un attimo dopo, la porta che Charlotte aveva indicato si aprí, rivelando l´imponente ed impressionante figura del Dr. Connal. Vera fu la prima a voltarsi verso di lui... e per quanto non riuscisse a sentire le "voci" di cui parlava Anna, restó comunque senza fiato per un secondo. Era un individuo che faceva davvero paura, con quei suoi occhi grigi e severi... e la voce profonda con cui esordí non miglioró certo le cose.
 
"Avevo sentito che c´erano degli ospiti da queste parti." disse il Dr. Connal, avanzando verso il gruppetto di Hoenn. "Piacere, ragazzi. Io sono il direttore di questo orfanotrofio, il dottor Sigmund Connal. Ma voi potete chiamarmi semplicemente dottore. In cosa posso esservi utile?"
 
"Ehm..." Vera si schiarí la voce, sperando di essere abbastanza convincente. Noel aveva ragione, c´era davvero qualcosa in quel tizio che metteva paura. "Noi... eravamo amici di alcuni degli ospiti di questa struttura, e siamo venuti qui per fare loro visita, e magari alleviare un po´ la loro solitudine."
 
Il dottore corrugó la fronte, come se stesse valutando la risposta di Vera... e i ragazzi di Hoenn non poterono evitare di provare un certo allarme quando videro un Raichu entrare dalla stessa porta da cui era entrato Connal. Il Pokemon Elettro osservó Vera, storcendo il naso... sembrava che non si fidasse di lei...
 
"Sí, capisco." disse Connal, avvicinandosi poi a Charlotte che lo fissava con aria di sfida. "Comprendo la vostra premura, e vi sono grato per il pensiero. Ma... sfortunatamente, temo di non poterlo permettere. I miei pazienti sono tutti dei casi ad alto rischio, e non vorrei che una visita da parte di qualcuno collegato alla loro vita precedente potesse metterli a disagio o provocare un crollo psichico."
 
Allungó una mano verso Charlotte e la prese con violenza al polso sinistro, strappando alla ragazzina dai capelli rossi un gemito di dolore. "Oltretutto, la paziente Charlotte Belrose é attualmente sotto stretta osservazione a causa del suo comportamento autodistruttivo ed indisciplinato che ha portato all´evasione da questa struttura di una delle ospiti piú giovani. Quindi... non penso di poter acconsentire alla vostra richiesta." continuó. "Sono spiacente, ma temo di dovervi chiedere di lasciare la struttura."
 
"Ma... ma non ci metteremo molto! Vorremmo solo salutare..." cominció a dire Ortilla, scioccata dalla reazione del Dr. Connal e dal modo in cui stava trattando Charlotte, che cercava senza troppo successo di divincolarsi dalla presa. Pareva evidente che in quell´orfanotrofio abbondassero le regole, ma non ci fosse il minimo calore umano...
 
Raichu si fece avanti, caricando le guance di elettricitá... e il gruppo di Hoenn capí subito che non era il caso di insistere. "La mia decisione é presa, ed é irrevocabile. Spiacente." taglió corto il Dr. Connal, la cui voce cominciava ad assumere un tono minaccioso. "Vogliate fare il favore di non rendere questa situazione inutilmente complicata."
 
"Raichu..." esclamó il Raichu del dottore. Alty lo fissó, come per dirgli che non aveva paura di lui... ma giunti a quel punto, era inutile intestardirsi, e il gruppo di Vera decise che era meglio optare per una ritirata strategica.
 
"Certo... certo, lo comprendiamo, dottore..." disse Vera, incrociando per un attimo lo sguardo di Charlotte, che le fece un cenno con la testa come per dire che, almeno per il momento, era il caso di fare come diceva Connal. "Ci scusiamo per il disturbo... e salutiamo tutti quanti! Arrivederci..."
 
"Arrivederci..." disse Drew cupamente, gettando al Dr. Connal uno sguardo espressivo. Anna e Noel salutarono il gruppo di Vera mentre questi si allontanavano, sempre seguiti dagli sguardi del dottore e del suo Pokemon Elettro...
 
Solo quando furono finalmente fuori dalla porta, Vera e i suoi compagni tirarono un sospiro di sollievo. La coordinatrice non ricordava di essere mai stata in un posto cosí asettico ed opprimente in vita sua...
 
"Cavolo... non é andata bene, eh? Quel tipo mi faceva venire i brividi... spero che non si sia messo a sospettare di noi!" affermó Vera. Per quanto l´aria di Reborn City potesse essere pesante ed inquinata, per un po´di tempo le sembró che non fosse poi cosí  male rispetto all´atmosfera di quell´orfanotrofio-prigione. 
 
"Il piano A non ha funzionato, immagino." affermó Vittoria, raggiungendo i suoi compagni da una stradina laterale, accompagnata da uno dei suoi Pokemon, un alto ed elegante Gallade. "Tranquilli, ragazzi, poco male. Abbiamo giá un piano B... e sono sicura che Charlotte ci dará una mano per eseguirlo."
 
"Siete sicuri che ce la fará?" chiese dubbiosa Hitomi, tormentando un po´ il ricciolino ribelle sulla sua testa. "Ho come l´impressione che il Dr. Connal non smetterá tanto presto di alitarle sul collo..."
 
Il Gallade di Vittoria sembró sorridere astutamente... e anche la sua allenatrice strizzó un occhio, come dire che lei la sapeva piú lunga di loro. "E´evidente che non conoscete la nostra Charlotte!" affermó. "E´ la sorella di miss Saphira, dopotutto... e potete stare certi che troverá un modo di eludere la sorveglianza, almeno per un po´!"
 
"Lo spero proprio... perché ora che ho visto che posto é quell´orfanotrofio, ho una voglia matta di liberarli tutti, i bambini che si trovano lá dentro..." affermó Vera, guardandosi indietro. Per qualche motivo, ora quel posto le sembrava ancora piú grande ed inquietante...
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell´ autore: E questo capitolo vi arriva dalla Germania! Piú esattamente da Monaco, dove sto facendo la mia vacanza studio... 
 
Finalmente riesco a far vedere l´orfanotrofio di Reborn City, quella specie di lager da cui Heather é scappata. E vediamo un po´ piú da vicino il Dr. Connal, uno dei personaggi a mio dire piú terrificanti di Pokemon Reborn.  Imparerete a conoscerlo e temerlo anche voi, e molto presto. Tra non molto, in effetti, sará il momento di attaccare l´orfanotrofio e cercare di liberare i bambini... tra i quali Noel ed Anna, che avranno anche loro un ruolo importante nelle vicende che seguiranno!
 
Spero che questo capitolo sia stato soddisfacente... e vi auguro buon proseguimento! Ho un po´ di novitá e di idee che mi frullano per la testa, e una di queste nuove storie comincerá entro breve... forse prima ancora che io ritorni in Italia!
 
A presto, e mi raccomando... recensite! :)
       
  
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