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Autore: Everian Every    18/06/2016    1 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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L'antracia atterrò, fracassando il terreno. Un ululato di rabbia proruppe dalla sua gola, mentre si sollevava sulle gambe che avevano iniziato a irrobustirsi.
"Ora sei dannatamente finito, tappo!" gridò, trasformandosi del tutto. Solo che la trasformazione lo rese qualcosa di... diverso dal solito. I vestiti si fusero con la sua pelle che divenne del tutto bianca e poi argentata, le mani vennero avvolte da due sfere nere che crepitavano di elettricità, lasciando libere le dita di muoversi. Gli avambracci vennero ricoperti da tre strati di uno strano materiale metallico che gli si solidificò addosso come un'armatura. I bracciali così creati terminavano sul gomito in tre punte lunghe venti centimetri. I pettorali possenti e le spalle furono avvolti dalla stessa materia che si solidificò in una robusta corazza acuminata sulle scapole. Sette spine nere con tre linee dorate su ciascuna crebbero dalle vertebre fino a raggiungere il metro di lunghezza. Il bacino e le gambe ricevettero la stessa protezione delle braccia e del busto, mentre la parte inferiore della testa fu ricoperta da un mezzo elmo nero bordato d'oro. I piedi divennero zoccoli per poi essere avvolti da altre due sfere nere che sfrigolarono al contatto col suolo. Due code nere e d'oro saettarono spaccando il terreno con involontari colpi di frusta, mentre la testa e il collo gli si irrobustivano e divenivano più simili a quelli di uno squalo.
Gyber mosse un passo indietro, guardandosi il nuovo corpo in un misto di curiosità e stupore.
"Che significa? Che razza di forma è questa, io..." borbottò, ma fu costretto a tacere subito, attirato dalle grida di Randor. Alzò lo sguardo allarmato e vide l'amico in ginocchio, avvolto da una nube di oscurità da cui partivano raggi magici senza controllo, distruggendo qualsiasi cosa toccassero. Rubens cercava di calmarlo, saltellando a destra e a manca per evitare di rimanere folgorato. Adreus era sparito. Il lord spostò lo sguardo. A qualche centinaio di metri di distanza correvano i suoi amici, inseguiti da un tizio che lui aveva imparato troppo bene a conoscere e a odiare. Parsifal sembrava una forza della natura concentrata in un punto mentre galoppava spostando letteralmente montagne di terra ad ogni passo. Se Lucas e Lelq non corressero al contrario sparandogli contro di tutto li avrebbe raggiunti in pochi istanti.
Digrignò i denti.
"Manco per cinque minuti e mi combini questo, fiammifero? Ora ricordo perché non ho mai apprezzato l'idea di averti come capo." ringhiò. Qualcosa dentro di lui lo spingeva a non dar retta al suo cuore quanto piuttosto al lasciarsi andare all'odio. Ignorò la sensazione, o meglio, non se ne accorse nemmeno e scattò, le braccia portate all'indietro. Peccato che avesse calcolato la sua forza in base alle sue precedenti capacità. La spinta che si diede fu troppo violenta e si trovò a viaggiare alla velocità della luce senza controllo, sparendo all'orizzonte.
Intanto Randor era in preda ad una crisi isterica.
 
Se ne stava ora carponi, sputando una strana sostanza verde e grigia, molto scura e viscida che riluceva diabolicamente alla non-luce della sua magia nera. La colonna di fumo che emetteva senza sosta aveva raggiunto il cielo, spandendosi come una cappa opprimente a spirale, roteando su sé stessa, come un tornado al contrario che nasce dal basso e poi occupa con prepotenza la volta.
Si guardò la mano, le pupille dilatate dallo sforzo di trattenersi.
Li vedeva. Erano intorno a lui. Erano tutt'intorno a lui!
Uomini, crudeli, sorridenti, indifferenti al suo dolore, uomini col camice grigio e verde che gli attaccavano delle spine alla colonna vertebrale, al petto, alle gambe, nella testa, lo trapanavano da parte a parte e lo obbligavano a stare in vita mentre soffriva e si contorceva ed urlava. Li vide mentre gli iniettavano quella sostanza, quel liquame di fogna che lo aveva reso il mostro che era! Lo riempirono di quell'empia sostanza, lo corruppero. E poi, quando fu pronto, quando ormai di lui non era rimasta che una massa vitrea e senza volontà, lo scagliarono contro il mondo, contro i suoi amici. Lo vedeva, lo vedeva bene, vedeva quegli uomini malvagi ridere mentre attaccava Ryu, Junior, Lucas, Maty, Nelly, Shiro, tutti... Quel potere che gli avevano messo dentro era... una maledizione.
 
"Ragazzo, resisti!" gridò Rubens, cercando di avvicinarsi al giovane riverso a terra. Ma qualsiasi suo tentativo era vanificato dall'impressionante energia che il piccolo Randor emetteva. Tentare di raggiungerlo era un suicidio, ma il generale doveva farcela. Sapeva cos'era successo a lui e a Gyber. Nel momento in cui Adreus aveva rilasciato la sua essenza, l'Odio aveva pervaso i due e li aveva contagiati con il suo potere deleterio, rendendoli delle bombe dalla forza inimmaginabile, ma, di fatto, fuori controllo. Se non avesse trovato il modo di placarlo e di estrarre l'Odio dal suo organismo sarebbe esploso, portandosi dietro qualche miliardo di kilometri di territorio.
Come se non fosse sufficiente, Adreus era stato colto impreparato e il rilascio di energia del ragazzino lo aveva sbalzato lontano. Ma presto sarebbe tornato e allora avrebbe ucciso chiunque avesse trovato lì. Gli sarebbe bastato usare più del due per cento del suo potere...
Parsifal avanzava, intanto, avvicinandosi sempre di più ai suoi bersagli. Se li avesse raggiunti sarebbe stata la fine. Tre minacce a cui far fronte e nessuna idea su come porre rimedio. Il musico piegò le ginocchia, saltando in aria, evitando così un'ultra antracia che gli si era scaraventata contro.
"Fermati, Giuda!" gli gridò il megalodonte, fissandolo con gli occhi che avevano assunto una colorazione viola scuro.
"Amico, io che centro? Non posso farci nulla se siete sfortunati!" gli gridò di rimando il generale, svanendo appena in tempo per evitare una sfera di poco più grande di un granello di sabbia che emetteva luce di un forte colore viola. La pallina sparì negli ignoti recessi di quel cielo senza stelle. Si udì solo il botto e la terra che vibrava, ma era chiaro che l'esplosione era stata devastante.
"Che centri? Sei stato tu a metterci in questo casino!" gridò Gyber che, senza sapere come, previde il luogo in cui l'altro sarebbe riapparso e diede una gomitata alle proprie spalle, venendo bloccato da entrambe le mani del generale.
L'antracia si voltò di scatto tirando una spazzata con la mano libera. Lo spostamento d'aria fu così forte da essere visibile, sparendo come una falce viola all'orizzonte. Ogni movimento del lord, ora, emanava tanta di quell'energia da causare distruzione.
Dal canto suo Rubens non sembrava in svantaggio. Parò facilmente un pugno e i due rimasero in stallo. Entrambe le braccia dei guerrieri fremevano per lo sforzo inutile di prevalere l'uno sull'altro. E se Gyber aveva nelle braccia la forza allo stato puro, una forza fisica pari a mille volte quella di mille miliardi di personaggi dei suoi amati anime, l'altro emetteva un'onda acustica che ne annullava gli effetti, contrastandola perfettamente. Una sfera invisibile si creò intorno a lui e tutto al suo interno venne spazzato via. La sfera si allargò man mano che lo stallo si prolungava, arrivando a spazzare via perfino l'energia di Randor che, non essendo guidata, non seppe fronteggiare tutta quella violenza. Rubens vide il ragazzo a rischio e allentò la presa, lasciando che il pugno di Gyber avanzasse verso di lui. La sfera vaporizzante si dissolse e il lord proseguì per inerzia l'attacco, ma il generale si chinò verso destra, venendo appena sfiorato sulla spalla dal pugno, colpendo con un'onda sonora l'addome scoperto dell'ultra antracia.
L'albino venne scagliato all'indietro, ma con un colpo di reni si stabilizzò atterrando a qualche metro di distanza, pronto ad attaccare ancora. Non aveva subito danni, ma qualcosa iniziava a farlo calmare. Il generale delle Rovine, invece, si piegò su un ginocchio. Era vero che l'attacco di prima lo aveva sfiorato, ma era pur vero che era andato abbastanza vicino da staccargli l'intero braccio e un pezzo di busto e di testa. Ansimò, mentre il potere rigenerativo faceva del suo meglio per ovviare al danno.
Gyber si guardava stordito i pugni. Non era abituato a saper fare così tanto. Assolutamente. Ma di una cosa era certo: gli piaceva l'odore del sangue, il suono della realtà che si dissolveva per i suoi colpi. Gli piaceva terribilmente.
"A-ascoltami..." mugghiò Rubens, mettendosi in piedi. Ormai era quasi del tutto guarito. "Non serve a nulla combattere tra di noi, amico! Non vedi che abbiamo altri problemi?"
L'ultra antracia lo scrutò assottigliando gli occhi viola. Non poteva dargli tutti i torti. Parsifal era vicino e sentiva la presenza di Adreus farsi più vicina ad ogni istante che passava.
"Spiegami cosa succede e può darsi che non ti farò a pezzi." gli concesse alla fine, incrociando le braccia.
"Quando Parsifal è arrivato, Adreus è andato su di giri. Si è infuriato. Lui non voleva avere nulla a che fare con l'Omino di mai e con questa guerra. Perciò ha attaccato. Nel farlo, ha emesso una quantità eccessiva di essenza, travolgendo te e il tuo amico. Ha attivato i vostri doni, capisci? Ora sei al limite massimo e fidati di me se ti dico che hai appena assaggiato quello che ora sai fare. Il punto è che... se tu ora sei in grado di controllare parzialmente la tua forza, il tuo amico no. La sua psiche più fragile ha ceduto alla quantità di Odio che lo ha investito. Dobbiamo calmarlo, capisci? E poi andarcene da qui prima che arrivi Adreus, o Parsifal, o tutti e due, altrimenti siamo finiti, mi capisci, Gyber?!"
Il lord non rispose. Meditò qualche istante sulle parole dell'uomo. Da un lato avrebbe davvero voluto farlo fuori, ma non era del tutto sicuro di essere in grado. Se poco prima non avesse abbassato la guardia non gli avrebbe mai spaccato il corpo. Oltretutto il potere di Parsifal, bhe, poteva sentirlo. Ed era qualcosa che aveva percepito solo in un'altra persona, la peggiore del Multiverso: Miss Seek. Senza contare Adreus. Lui era il problema principale.
"Cosa proponi?" chiese infine.
Rubens sorrise.
"Uroi è andata ad affrontare Parsifal. Lo terrà impegnato per... dieci minuti circa, prima di venire sopraffatta. Dobbiamo approfittarne. Tu vai dai tuoi amici e portali qui, mentre io calmo il piccoletto, lì. Poi ce ne andremo da un altro Ens, ok?"
Gyber annuì. Era poco convinto del piano e, anche se non sapeva perché, la parte su Uroi lo intristiva. Ma non protestò e balzò indietro, verso i suoi amici, che se la stavano vedendo brutta. Rubens lo guardò allontanarsi, poi inspirò. Sperava di riuscire a scappare prima che Adreus decidesse di tornare.
 
Parsifal era ormai vicino ad afferrarli. Shruikan sembrava in trance. Vincent doveva trascinarselo dietro come un bambolotto di pezza per evitare che finisse tra le fauci del mostro. La morte di Mirrus lo aveva traumatizzato profondamente. Non tanto la morte, quanto il fatto che non si fosse accorto prima delle sue intenzioni e lo avesse fermato. Non se lo perdonava.
Dz era ancora svenuto e fu per questo che Lucas e Litios rimasero indietro. Il biondo inciampò imprecando. Tentò di rialzarsi, incitando Litios a proseguire, ma era tardi. L'ombra del ciclope lo avvolse, immensa, opprimente. Sentì il braccio titanico solcare l'aria verso l'alto. Sbarrò gli occhi, pensando che ormai fosse la fine. Non poteva spostarsi, o avrebbe colpito i suoi amici. Non poteva sperare di fermarlo, perché nulla poteva fermare la forza di quell'essere. Una forza così grande da essere sempre infinitamente superiore a quella dei suoi avversari. La forza della Rovina del Mondo.
Si voltò per poter vedere negli occhi il suo assassino. No, non si sarebbe arreso. Non era da lui. Alzò le braccia e sparò la fiammata più forte che poteva. Fiamme rosse, avrebbero sciolto un pianeta, ma contro Parsifal era come gettare un chicco di riso contro una montagna. Sentì uno spostamento d'aria e pensò di essere giunto al capolinea. Si stupì quando, invece della cupa mietitrice gli si palesò di fronte l'imponente figura di Uroi, il pugno caricato e avvolto dalla proiezione dorata di un pugno grande quanto un macigno. La donna, sebbene fosse più bassa e ben più piccola del mostro, era simile ad uno scudo impenetrabile in quel momento, con i tatuaggi illuminati di luce verde e gli occhi accesi di un viola penetrante.
I due esseri si colpirono e il suono fu così assordante da fracassare il tessuto stesso della realtà.
Lucas non sentì molto, dopo l'impatto, tranne la voce potente di Uroi che gridava a lui e ai suoi amici attoniti poco lontano di andare da Rubens. Poi ci fu solo il verso furioso di Parsifal, simile ad uno stridio di posate su una lavagna unito al rombare di un tuono e allo sfrigolare di cavi elettrici rotti. I due si colpirono di nuovo e di nuovo il mondo parve sul punto di capitombolare.
Lucas non si fece pregare, si alzò in fretta e si rimise a correre, venendo ben presto bloccato da uno strano tizio a metà tra uno squalo e un antracia parecchio inquietante, alta sui quattro metri, che afferrò Dz e poi, con il potere della mente, li sollevò tutti, portandoli in un batter di ciglia da Rubens e da un Randor che ancora tossiva terrorizzato, ma che, tutto sommato, stava quasi bene. Quando li vide, il generale sembrò sollevato.
"Oh, bene, ci siete... aspetta, Gyber, che fine ha fatto quel tizio sulla trentina, col camice? Euuh... Mirror? Mario? Mirco? Come si chiamava?" chiese perplesso, grattandosi con entrambe le mani mento e capelli.
L'antracia fece per rispondere, aprendo e chiudendo la bocca un paio di volte senza dire nulla, poi si voltò con aria perplessa verso Lucas, a cui si velarono all'improvviso gli occhi.
"Lui è..."
"Ragazzi, attenti!" gridò Lelq, buttandosi a terra e trascinando con sé Litios e Shruikan.
Un'ancora delle dimensioni di un grattacielo apparve in cielo, diretta a capofitto proprio su di loro.
"Dannazione, non abbiamo più tempo!" fece Rubens, unendo le mane, i palmi rivolti all'ancora scura. Un'onda sonora si propagò verso l'alto, deviando il gigantesco pezzo di metallo, che piombò ben visibile a dieci kilometri di distanza. Il polverone li raggiunse con velocità allarmante, mentre l'arma gigante svaniva come se non fosse mai esistita.
"IO VI AMMAZZO TUTTI!" proruppe la voce di Adreus mentre, poco distante, appariva la sua figura. Adesso non era più un vecchio fauno di meno di un metro, decrepito e arruffato. Ora era alto dieci metri e brandiva due mezze ancore viola con tre uncini a testa, lunghi sui dodici metri. Afferrò con una mano una delle due metà e la scagliò verso il gruppo a mo di giavellotto.
Gyber saltò di scatto, apparendo come se si fosse teletrasportato davanti alla traiettoria dell'arma. Piegò le braccia all'indietro e poi, lavorando di schiena e di bacino, fece cozzare i pugni chiusi sulla punta dell'ancora. L'arma lo fece volare all'indietro di diversi metri prima che riuscisse a bloccarla.
"Dannazione, quanto si sta impegnando, per sapere?" chiese a gran voce a Rubens, che stava lavorando per aprire un portale.
"Hai presente quanto impegno ci vuole ad unire due pezzi dei lego? Più o meno quello." gli rispose di rimando l'altro facendolo sudare freddo. Se non si sbrigava era belli che spacciati.
"IO VI AMMAZZO!" gridò di nuovo l'Ens, facendo roteare l'altra lama sopra la testa. Prese una piccola rincorsa e piantò l'arma nel terreno, da cui partì una profonda voragine da cui eruttava luce viola che cancellava tutto ciò con cui entrava in contatto. Lui sapeva controllare i suoi poteri, sapeva come indirizzare la sua forza senza disperderla. Gyber no. Per questo fece davvero fatica a contrastare l'attacco di luce viola. Si ustionò le mani e fu costretto a retrocedere di qualche passo, ma non si arrese. Però fu lento a riprendersi. Un secondo Adreus, di più o meno due metri, gli si era materializzato in parte ed ora stava per colpirlo con un'altra ancora illuminata di viola.
"Sprofonda nei flutti dell'Odio, insetto!" gli sibilò il fauno.
Era troppo veloce, non lo avrebbe scampato stavolta. In più, l'Adreus di dieci metri aveva recuperato una delle due armi e stava per piombargli addosso dall'alto dopo essere balzato in cielo. Lucas gridò con le lacrime agli occhi. Nessuno di loro aveva il potere di contrastare quell'attacco, nessuno di loro aveva la capacità di resistere ad un Ens, nemmeno se questi si limitava profondamente. Solo Rubens avrebbe potuto, ma ora era impegnato a violare il confine tra mondi per andare da un altro Ens.
Fu allora che Randor alzò lo sguardo. Non c'era paura, esitazione o timore, stavolta. I suoi occhi erano diventati viola e le sue labbra erano strette in una smorfia di risoluta certezza. E la certezza era una sola: Gyber non sarebbe morto. Per il piccolo Randor il tempo si bloccò. Adreus si muoveva lentamente per lui, ora. Poggiò un pugno sul petto e si percosse. Lo fece ancora. E ancora. E ancora, finché non sentì qualcosa smuoverglisi sotto la pelle. Un battito gli rispose. Poi un altro. E un altro. Il suo cuore iniziò a tambureggiare come impazzito.
"Per i miei amici... Per loro... Con loro... Mai... CONTRO!" gridò, mentre il tempo tornava normale e la sua magia si espandeva. Il suo corpo mutò. Braccia, avambracci, mani, cosce, gambe e piedi si separarono dal corpo, rimanendo a fluttuare in parte alle articolazioni. Tra i vari pezzi si crearono delle sorte di collegamenti di fumo nero. La metà sinistra del suo volto fu attraversata da linee di un verde acqua metallico, mentre sul lato corrispondente del corpo crescevano dei rigonfiamenti di metallo e dei tubi che collegarono il braccio sinistro alla spalla. Un nucleo blu chiaro in cui saettavano dei piccoli fulmini viola gli ornò il petto, proprio sopra il cuore.
Sparì per riapparire in parte all'Ens. Lo afferrò per un braccio, bloccandolo poco prima di poter trafiggere l'antracia, che lo guardò sbigottito. Con semplicità quasi ridicola, il nuovo Randor lanciò in aria il fauno, mandandolo contro la sua copia più grande, impalandolo sulla punta dell'ancora. Poi alzò una mano e, senza guardare l'obiettivo, chiuse le dita a pugno, facendo implodere il corpo dell'Ens.
Adreus si tramutò di nuovo nella sua forma originale, una massa di ectoplasma e fluttuò a terra. Fremeva furibondo.
"Come desideri..." sibilò, ricreando il corpo da fauno, delle dimensioni di un uomo. Solo che adesso aveva tratti molto simili a Mirrus. Il gruppo di eroi fremette.
"Quanto ti manca, amico?" chiese preoccupato Lelq, avvicinandosi a Rubens.
"Poco..." mormorò questi che, per tutto il combattimento, era rimasto con gli occhi chiusi e le palme delle mani aperte davanti a sé.
Uroi volò sopra di loro, andandosi a schiantare al suolo. Era gravemente ferita, al contrario di Parsifal, del tutto illeso, che si stava avvicinando a passi pesanti.
"Bhe, mi spiace dirtelo così, ma questo poco non lo abbiamo."
Adreus non si mosse. Spostò un dito verso l'alto. Una forza devastante sollevò da terra Gyber e Randor, immobilizzandoli e bloccando ogni loro potere.
"Ora vi..." fece per dire l'Ens, quando il raggio viola di Parsifal lo trafisse al cuore. Si guardò il buco nel petto. Poi alzò lo sguardo furibondo verso la Rovina. "COME HAI OSATO?!" gridò, lasciando liberi i due eroi che cercarono di rialzarsi nonostante il profondo dolore che la semplice presa del demone gli aveva causato.
Adreus si avviò a grandi passi contro Parsifal.
"Loro sono il MIO obiettivo." Mugghiò il ciclope, allungando a sua volta la falcata "E tu sei un traditore!"
I due si confrontarono, pugno contro ancora. Di norma Adreus avrebbe avuto la meglio sin dal principio. Ma all'orizzonte si poteva vedere la coltre oscura dell'ombra dell'Omino.
"Sta arrivando anche l'Omino di mai!" gridò Rubens, riuscendo ad aprire finalmente il portale. "Presto, per di qua, se ci tenete a vivere!"
I ragazzi lo seguirono di corsa. L'ultimo ad attraversare fu Rubens. Guardò Uroi mentre una lacrima gli rigava il volto.
"Mi dispiace..." mormorò, poi andò dall'altra parte e la frattura si richiuse.
 
Adreus e Parsifal si colpirono di nuovo. Il ciclope era in svantaggio. La rigenerazione dell'Ens, anzi, la sua invulnerabilità rendeva inutile qualsiasi attacco. L'Odio colpì ancora, e ancora, e ancora, facendolo cadere in ginocchio. Quando sferrò l'ennesimo colpo contro il bestione, il colpo con cui lo avrebbe di certo tagliato a metà, però, Parsifal reagì. Scattò e afferrò l'ancora a mezz'aria. Si alzò in piedi, sovrastando sempre più Adreus, che ringhiò.
"Ciao, Blaso..." mormorò l'Odio, mentre la Follia prendeva possesso di Parsifal e schiacciava il suo simile, imprigionandolo nel suo potere...
 
Angolo di ME!:

WEEEEEEEE
Allora, devo dare due avvertimenti: Primo, avete visto che la gente qui picchia duro, ma tanto. Quindi mi risulta difficile rendere a parole il livello di forza di ciascuno. Mettiamola così, ora Gyber e Randor potrebbero uccidere tutti i loro compagni con un dito, ecco. Sono al livello di un generale. Anche se Parsy è ancora troppo pro per loro :p
Punto due: voi avete appena visto Parsifal, e non avete visto, in realtà, quello che sa fare, ma a cosa sa resistere. Praticamente a tutto. Ora, voi sapete che Miss Seek (pg di Giulyu Frost) può subire danni, no? Lo dico perché ricordo un paio di ff che avevo letto in cui, bene o male, qualcosa le facevi. Io vi avviso, lei qui ha il potere di Parsifal. Quindi capirete che non sarà tanto facile counterarla, oky? OKY!
Ev.
   
 
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