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Autore: Faithfully_    19/06/2016    2 recensioni
In questa storia non esistono shadowhunters e nascosti, sono tutti degli studenti. Alec è un povero cucciolo spaventato da quello che prova per Magnus e Magnus è proprio come lo ricordiamo: un concentrato di glitter e simpatia.
MALEC, SIZZY, CLACE.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alec aveva preparato la valigia, mettendo tutto l’occorrente: vestiti comodi, torce, cerotti e spray anti insetti. Jace invece non era stato così preciso. Aveva preso i primi vestiti che gli erano capitati sotto mano e li aveva gettati alla rinfusa in valigia. Ora si trovavano nel pullman diretti in montagna.


Il professor Williams parlava entusiasmato della gita ma nessuno dei ragazzi sembrava sentirlo.
Alec stava ascoltando la musica accanto ad un Jace che russava con la guancia spiaccicata al finestrino.
Diede una sbirciata a tre posti più avanti e riconobbe subito la folta chioma corvina di Magnus. Aveva tinto le punte dei capelli di verde -forse per restare in tema natura- e leggeva annoiato un libro. Aveva un’espressione concentrata; le sopracciglia corrucciate e le labbra semi aperte, gli occhi verdi erano assottigliati per cercare di catturare al meglio le parole e ogni tanto con il dito si grattava il mento con fare pensieroso.

Alec restò ad osservarlo per interminabili minuti, fin quando non si accorse Di Raphael Santiago che aveva smesso di compilare il cruciverba e per iniziare a lanciare sguardi complici al giovane Lightwood. Alec imbarazzantissimo cominciò a fissare le sue converse nere consumate fino alla fine del tragitto. 
Passarono due ore, poi finalmente arrivarono a destinazione. Era un semplicissimo residence, molto casareccio in mezzo alla montagna. Il professore divise i ragazzi per stanze, ovviamente Alec era in stanza con suo fratello, accanto a quella di Magnus e Raphael.

“Che figata questo posto Al, non trovi?” disse Jace stendendosi sul letto

“Niente diche. L’arrendamento è monotono, sempre i soliti colori e il bagno è troppo piccolo”

Jace sbuffò, odiava quando il fratello faceva il puntiglioso. Passarono la prima mezz’ora a mettere in ordine le cose. Dovevano restare solo per tre giorni, il quarto sarebbero partiti la mattina presto.

“Faccio un secondo una telefonata.” Disse Jace alzandosi dal letto per cercare segnale vicino alla finestra.

Dopo svariati minuti riuscì ad avere una tacchetta al telefono e ne approfittò per chiamare Clary.
Alec non aveva nessuno da avvisare, i genitori neanche morto. Poteva chiamare la sorella ma in quel momento non ne aveva voglia. L’avrebbe sentita più tardi.

“Jace io comincio a scendere, ci si vede giù.”

Il fratello fece un semplice cenno con la mano, non lo degnò di uno sguardo. Era troppo impegnato a ridere ad una battuta di Clary. Diventata completamente rincretinito quando di mezzo c’era la rossa. Alec doveva ammettere che un po' odiava quella parte di lui, provava una certa invidia nei confronti di Clary, anche lui voleva qualcuno se si rincretinisse per lui -magari Magnus Bane-.

Alec uscì fuori il residence e l’aria fredda di montagna investì il suo viso. Non sapendo cosa fare prese il telefono e chiamò la sorella.

“Alec sei arrivato?” chiese Izzy appena iniziò la chiamata.

“Si un’oretta fa”

“Max lasciami -voglio parlare con Alec-

Alec sentì la voce del fratello più piccolo attraverso il telefono.” Izzy che succe”

“Max lo dico alla mamma se non la finisci”

Alec alzò gli occhi al cielo, i battibecchi tra Izzy e Max avvenivano di continuo e di solito era sempre lui l’ago della bilancia che metteva la pace.

“Alec ti passo un secondo Max altrimenti non la finisce di rompere le palle.”

Il moro sorrise e iniziò a parlare con il fratellino. Gli raccontò di com’era bella la montagna e gli promise che un giorno lo avrebbe portato.

“Mi proteggerai dai lupi vero Al?” Alec sorrise intenerito.

In certi momenti il fratellino gli ricordava troppo lui quando era piccolo e cercava protezione tra le braccia di Jace. Quando era buio, Alec si addormentava accanto a Jace che gli raccontava storie di draghi per farlo addormentare. Era sempre stato il più coraggioso tra i due.

“Sempre. Ti proteggerò sempre.”

La chiamata durò ancora qualche minuto poi fu costretto ad interrompere perché qualcuno gli stava tirando dei sassolini dietro la nuca.

“Finalmente ti sei accorto che ti sto lanciando sassolini addosso Alexander.” Disse Magnus affacciato alla finestra con un ghigno soddisfatto.

Alec sorrise raggiante e liquidò la sorella al telefono con una stupida scusa.

“Già me ne sono accorto, sei l’unico rompipalle della zona.”

Magnus si portò una mano al petto mentre esibiva un’espressione oltraggiosa.

“Sono offeso fiorellino, pensavo ti facesse piacere ricevere mie attenzioni.”

Il giovane Lightwood arrossì di botto. “Invece ti sbagli, preferisco quando non gironzoli qua attorno. Faccio sogni più tranquilli.”

Magnus sorrise e sparì da dietro la finestra. Alec iniziò a farsi mille complessi mentali; forse se l’era presa, non poteva essere sorrideva. Oppure doveva correre in bagno oppure
I mille pensieri furono interrotti dalla figura angelica di Magnus Bane che attraversava la porta d’ingresso e lo raggiungeva con il suo solito ghigno furbetto.

“Eccomi mio Romeo, mi ero stufato di fare Giulietta affacciata al balcone.”

Alec rise e non sapendo cosa dire si sedette sulla panchina a contemplare lo splendido paesaggio che aveva davanti.

“Non è bellissimo?” disse infatti Alec.

Magnus sospirò “Preferisco posti un po' più mondani ma senz’altro ha il suo fascino. Fa molto *i segreti di brokeback mountain

Alec restò perplesso “I segreti di cosa?”

L’altro spalancò gli occhi “Non hai mai visto i segreti di brokeback mountain? In effetti non sei proprio tipo da film, ti faccio più tipo da videogiochi.”

“Non mi piacciono nessuno dei due dopo un po' mi annoio. Di che parla il film?” domandò Alexander.

Magnus sorrise dolcemente “Niente spoiler fiorellino, guardalo e poi dimmi se ti è piaciuto.”

In quel momento il professor Williams con tutto il corso si avvicinò a loro due.

“Eccovi voi due, cosa fate qui? Sbrigatevi mettetevi dietro di me. Ci aspetta una bella camminata”

Magnus raggiunse Raphael mentre Alec Jace.
Camminarono parlando del più e del meno, ogni tanto il professore spiegava l’origine e le proprietà mediche delle piante che incontravano sul loro percorso. I momenti di silenzio erano rotti da urli poco virili di Magnus.

“Ew qualcosa di viscido mi ha toccato la mano. Che schifo me lo sento addosso.”

Il professor Williams lo rassicurava ogni volta e Alec rideva come non mai scatenando la rabbia di Magnus.

“Eccoci arrivati al lago. È immenso non è vero?”

Era proprio come lo ricordava Alec. La raduna verdeggiante che faceva da contorno ad un’acqua limpida. Cercò di immaginare lui ed Izzy a ricorrersi mentre facevano il bagno e i genitori seduti alla riva che ridevano come matti e li rassicuravano di stare attenti, fino a quando il padre non prendeva di sorpresa Maryse sulle spalle e la trascinava in acqua facendo divertire da morire i due figli ed imbestialire la moglie.

“Alec stai bene?” disse Jace sottovoce per non farsi sgamare dal professore.

Il moro non si era accorto di una lacrima amara che gli era sfuggita, odiava ricordare il passato.

“Io…si, sto…sto bene” disse Alec asciugandosi la guancia con il pollice.

Girò la testa verso sinistra e scorse Magnus che lo fissava interessato, quasi preoccupato.
Patetico, ecco cos’era. Non doveva mostrarsi debole, non davanti al fratello e al ragazzo di cui era cotto.
Dopo qualche ora ritornarono nel dormitorio, stanchi come non mai, si fecero una doccia e scesero in mensa per la cena.
Il professore annunciò che quella sera sarebbero rimasti nel residence, erano tutti troppo stanchi per organizzare qualcosa.
Alec non degnò di uno sguardo Jace che invece sembrava volesse parlare con il fratello. Il giovane Lightwood non era pronto a parlare dei suoi genitori, ormai era stufo. In mente sua erano stati nominati così tante volte che le sue labbra rifiutavano di esprimere a parole i suoi pensieri.

“Buonanotte” disse Alec spegnendo la luce.

“Notte Al” rispose tristemente Jace.

Passò più di mezz’ora, Jace russava mentre Alec non riusciva a prendere sonno. Prese il telefono per ammazzare il tempo, giocò a qualche stupido giochino e sfogliò le foto sulla sua galleria. Poi gli arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.

-Alle 01,15 fuori il residence-

Alec si alzò di scatto e si affrettò a rispondere -Chi sei? –

Dopo qualche secondo gli arrivò la risposta. -Fiorellino lo sai chi sono-

Alec sorrise e ringraziò il sonno pesante del fratello che in quel momento non poteva vedere le sue gote rosse.

-Come hai avuto il mio numero? –

-Izzy. Adesso la smetti con le domande e ti prepari? Non fare tardi-

Alec ingoiò il groppo che gli si formò in gola. Non avevano il permesso di girovagare all’una di notte, se fosse successo qualcosa? Voleva davvero stare con quel ragazzo ma a quale rischio?
Indossò qualcosa di comodo, mise le scarpe, si assicurò che Jace dormisse e uscì dalla stanza senza il minimo rumore.

Magnus lo aspettava davanti alla porta con una torcia in mano e nell’altra una bottiglia di vodka.

“Dove hai preso quella?” chiese Alec sottovoce per non svegliare nessuno.

Magnus alzò trionfante la bottiglia “Nessuno parte senza almeno una di questa in valigia.”

Alec avrebbe voluto dire che lui non portava bottiglie alcoliche mai con sé, ma rimase in silenzio e si limitò a seguire Bane tra i sentieri scuri.

“Magnus dove stiamo andando e che hai in quella borsa?”

Alec cominciava ad avere paura, odiava trasgredire le regole perché lo portavano solo ad avere una grossa ansia.

“Fidati di me.” Disse Magnus, poi fece una cosa inaspettata gli prese la mano.

Alec fremette, Magnus lo fissò negli occhi. Era una richiesta tacita, voleva chiedere in qualche modo il permesso ad Alec che annuì con la testa. Continuarono a camminare in silenzio mano nella mano fino a quando arrivarono al lago.
Alec sospirò, slacciò con malincuore la mano da quella di Magnus e si sedette sulla piattaforma di legno con le gambe a penzoloni.

“Che ci facciamo qui? “chiese Alec.

Magnus si sedette accanto a lui. “Stamattina ti ho visto triste quando siamo arrivati qui. Che succede?”

Alec sbuffò non aveva voglia di raccontare, però gli occhi di Magnus gli infondevano fiducia e preoccupazione. Forse stava per fare la cazzata del secolo rivelando alla sua cotta uno dei suoi punti deboli ma non poteva fare il contrario perché era totalmente dipendente da Magnus.

Prese la bottiglia di Vodka, l’aprì, prese un sorso e iniziò a raccontare. Parlò dei genitori, della sorella, del lago, dell’arrivo di Jace e man mano della rottura della sua famiglia. Durante il racconto Magnus gli strinse la mano per tutto il tempo. Questa volta non chiese il permesso ma quasi la tenne stretta nella sua come a dire io ci sono, non ti lascio. Alec pianse, forse la prima volta che si lasciò andare davanti a qualcuno da molto tempo.
Magnus lo lasciò sfogare in silenzio, non disse una parola neanche quando si alzò per scaraventare la bottiglia sul fondo del lago mentre urla strazianti lo dilaniavano.

Poi lo abbracciò, semplicemente lo abbracciò e sentì tutti i muscoli del corpo di Alec rilassarsi a quel contatto.
Restarono chiusi in quell’abbraccio per qualche minuto, Alec si calmò e lentamente si staccò.
Magnus fece una cosa inaspettata, iniziò a togliersi la camicia.

“Che stai facendo?” chiese Alec spalancando gli occhi.

“Mi sembra logico, il bagno.”

Si tolse anche i pantaloni e il giovane Alec si girò di scatto sentendosi di troppo. Magnus sorrise malizioso.

“Io mi butto tu che fai?”

Il moro si girò lentamente trovando l’altro a braccia aperte con indosso solo un paio di boxer neri. Cercò di osservare il meno possibile le gambe sottili e lunghe e il busto olivastro, magro, leggermente scolpito.

“Ti prenderai la febbre.” Disse semplicemente Alec.

Magnus alzò le spalle e con una corsa si buttò in acqua.

“Cazzo è gelata” disse quest’ultimo ridendo e coinvolgendo nella risata anche il moro.

Senza pensarci troppo Alec vedendo il sorriso genuino di Magnus cominciò a sfilare la maglietta, poi le scarpe e poi i pantaloni. Sentì lo sguardo del ragazzo dagli occhi verdi su di sé, lo metteva in soggezione, fece una corsa e si tuffò.

“Oh finalmente fiorellino” disse Magnus quando l’altro risalì a galla.

Ad Alec cominciava a venire l’ansia. “Se ci beccano siamo fottuti.”

Alexander goditi la vita, smettila di pensare a quel vecchio di Williams che adesso starà nel mondo dei sogni.” Disse Magnus schizzandogli tutta l’acqua sul viso. Alec ricambiò con una grossa portata d’acqua. Cominciò una lotta vera e propria che vide la vittoria di Alexander.

“Accipicchia fiorellino quei muscoli servono a qualcosa, non servono solo per essere ammirati.”

Alec arrossì ma fortunatamente era di spalle e stava nuotando verso la piattaforma per risalire.

Si issò sulle braccia e il vento di metà settembre lo investì in pieno facendolo fremere per i brividi di freddo.

“Da qui posso godere tutto il panorama Alexander e direi che non è niente male.”

Alec si girò con sguardo omicida, cosa che fece ridere di gusto Magnus che uscì anche lui dall’acqua prendendo dalla borsa due asciugamani.

“Ecco prendi” disse passando al moro l’asciugamano gialla fluo.

I denti di Alec battevano per il freddo. Si sedette e aspettò che l’effetto di gelo passasse. Due forti braccia lo cinsero da dietro. I capelli di Magnus gocciolavano sul collo di Alec.

“Qualsiasi cosa Alec parlane con qualcuno. Non per forza con me ma ti prego non tenerti tutto detto perché un giorno non ce la farai più ed esploderai.”

Sentiva il fiato di Magnus sul collo, era una bella sensazione. Alec annuì e non rispose, semplicemente diede ragione all’altro.
Si asciugarono per bene rindossarono i vestiti e solo con i capelli bagnati silenziosamente tornarono al residence. Si fermarono fuori la stanza di Alec e calò un silenzio imbarazzante che fu spezzato stranamente dal giovane Lightwood.

“Beh allora grazie per questo atto ribelle che ci poteva causare l’espulsione.”

Magnus esibì un’espressione tra il ferito e l’interrogativo così Alec si affrettò a rispondere “Non che non mi sia piaciuto, anzi è stato fantastico lo rifarei altre mille volte…aspetta non penso di voler rischia”

La parlantina di Alec fu bloccata da un tenero bacio sulla guancia di Magnus.

“Alexander certe volte parli troppo. Buonanotte”

Con le mani in tasca e la camminata sexy, Magnus sparì nella sua stanza, lasciando Alec in brodo di giuggiole davanti la sua porta.
 
 
***
Non ho parole per esprimere le mie scuse...MI DISPIACE PER QUESTO IMMENSO RITARDO. 
Giuro che è stata la prima e l'ultima volta, ho avuto tante cose da fare e purtroppo riconosco che non è una buona giustificazione. 
Fortunatamente ora sono più libera e posso dedicarmi meglio a voi. 
*I segreti di Brokeback Mountain è un film spettacolare del 2005, molto triste. Racconta la storia di due ragazzi che s'innamorano durante un lavoro estivo nella località di Brokeback Mountain . (conducevano al pascolo un gregge di pecore) Finito questo lavoro estivo, ognuno torna alla propria vita. Dopo quattro anni si rincontrano ma non saranno più gli stessi, avranno delle responsabilità da sostenere.
Basta non vi dico più niente, guardatelo. 
Io mi faccio le mie scuse e mi dileguo. Spero che il capitolo vi piaccia. Ciao belliii.
  
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