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Autore: Sayumi    16/04/2009    0 recensioni
Nel mondo succedono strani cambiamenti, soprattutto nella popolazione. Dopo uno strano coma Lynn si risveglia e scopre di poter sentire ogni più piccolo ed intimo pensiero di una persona... e il Dottor Logan è determinato a scoprire il perchè!
Genere: Generale, Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1
Il Giorno Dopo

-Capitolo 1-
Esami

Il dottor Logan, alle volte, era snervante. Cercava in ogni modo di entrare nella mia testa, mi sentivo un esperimento.
Non saprei dire se è più irritante lui o quel maledetto registratore che si porta dietro.
Sono sveglia da quattro giorni e mi sento il braccio ridotto ad un colabrodo da tanti prelievi mi sono stati fatti.
Lui dice che sono fondamentali per la ricerca.
Io mi chiedo perchè gli serva tanto sangue. Sarò cambiata a livello genetico ma ho pur sempre un limite alla quantità di sangue prelevabile.
E poi è sempre lì a farfugliare strane teorie su quello che ci è successo.
In compenso Alan ed Ewan si fanno decisamente meno domande sulla loro nuova vita.
Pensano molto e spesso. Ma il loro pensiero non è chiaro come quello di tutti gli altri, sono torbidi, alle volte più difficili da leggere, specialmente dopo che quel dottore ha rivelato loro, con un eccesso di entusiasmo, le mie capacità.
E' probabilmente da allora che mi guardano con sospetto.
Un paio di volte ho sentio Ewan spingermi lungo la scala. Spesso pensano qualcosa di osceno per irritarmi. Probabilmente prima del coma li avrei strangolati, ma ora il loro comportamento mi spinge a temere i veri pensieri nascosti.
-
Lettrice, secondo me il medico vorrebbe...- Alan lasciò la frase a metà, permettendo al suo pensiero di giungermi a complemento della frase. Vidi nitidamente nella sua testa la solita schifezza oscena e gli risposi con un sorriso malizioso.
-
Non siete molto fantasiosi, sempre la stessa posizione, che noia!- vidi il Dottor Logan guardarmi con gli occhi sconvolti per la mia affermazione, poi si voltò verso le sue provette.
Percepii il suo pensiero offeso e per un lampo la mia immagine balenò nella sua testa, per lui apparivo solo come un topolino da esperimento. Lo stesso era per gli altri due.
Alan storse il naso e il buio calò su tutta la stanza, sentii l'imprecazione di Logan prima ancora che la pronunciasse effettivamente. Mi alzai in tutta tranquillità e mi posizionai tra il medico e i due ragazzi.
Non riuscivo a vedere nulla, ma i loro pensieri li tradivano e non riuscivano a muoversi senza essere anticipati da me.
Ewan meditò di afferrarmi le braccia, il suo amichetto aveva deciso di immunizzarlo all'ombra. Prima ancora che riuscisse a toccarmi mi scansai e lo sentii urtare contro del vetro che tintinnò.
-
Ragazzi! Per favore! Non in laboratorio!- Logan avrebbe voluto urlare ma si trattenne.
-
Sono stanco di fare da cavia, vogliamo uscire da qui- sibilò Ewan con rabbia. Alan pensò alla fuga e senza dire nulla prese il compagno per un braccio e corsero fuori dal piccolo laboratorio.
-
Dove sono? Ho sentito la porta... Lynn?- Logan era terrorizzato questa volta.
Inspirai lentamente. Anche sapendolo non avrebbe potuto fare nulla per fermarli. -
Alan ha deciso di andarsene da qui. Ha fatto in modo di accecare tutti i presenti della struttura medica, nessuno può vederli. Probabilmente l'effetto svanirà una volta che saranno sufficientemente lontani-
-Non possono andarsene!- Logan arrancò verso quella che credeva fosse la porta, riuscendo soltanto a colpirsi con uno sgabello all'inguine.
Risi, lui pensò un sonoro insulto, poi si sedette a terra paziente. Aveva capito che l'unica cosa che potesse fare era attendere che l'effetto accecante di Ewan svanisse.
Ascoltai in silenzio i suoi pensieri. La sua preoccupazione più grande era l'aver perso due "cavie" fantastiche.
Poi di nuovo la mia immagine.
Sentendomi associata ad un topo da laboratorio compresi bene la scelta dei due ragazzi di andarsene. Logan era estremamente fissato con la sua ricerca. Nella sua testa non c'era spazio per nient'altro. Era la sua ossessione.
Ossessione.
Quella parola mi ricordò una cosa che il coma era riuscito a farmi passare.
Una cosa che avrei preferito dimenticare per sempre.
Questa volta i pensieri di Logan non mi riguardavano più. Corsi con la mente a cercare un altro pensiero.
Sentii molte persone che conoscevo nella mia testa. I pensieri di quel momento.
Ma quando arrivai dove avrei dovuto ci fu solo silenzio... Non c'era alcun battito di cuore dove stavo cercando.
In quel momento la luce tornò accecante e fissai la parete verde salvia davanti a me.
-
Lynn... stai piangendo?-  Anche il Dottor Logan era tornato a vedere e io mi riscattai dalla mia ricerca guardando i suoi occhi verdi che mi stavano scrutando preoccupati.
Fu come vederlo veramente per la prima volta. Sentivo ancora i suoi pensieri, ma questa volta la realtà mi stava colpendo in faccia per mostrarmi il volto del medico che mi trattava da Cavia.
Aveva dei capelli castani corti, più per praticità che per altro. I suoi occhi verdi avevano l'espressione affaticata di chi non dorme spesso. Gli occhiali nere non facevano che esaltare le occhiaie già scure. Il naso era fine e preciso. Era piuttosto alto, anche per me che ero decisamente minuta.
Per la prima volta in quattro giorni mi ricordai di esistere e di avere pensieri miei.
In quattro giorni ricordai che non esistono solamente i pensieri altrui...


***


Se ne sono andati.
E' stato un completo fallimento. Su tutta la linea. E' rimasta solo Lynn, ma comincio a temere che anche lei se ne andrà e non potrò più proseguire con le mie ricerche.
Probabilmente dovrò ricominciare da capo, senza riuscire a sapere se quello che ho fatto fino ad ora è servito a qualcosa. Darwin si starà rivoltando nella tomba. Avevo in mano la più grande scoperta di tutti i tempi e me la sono lasciata sfuggire.
I miei colleghi sicuramente staranno ridendo di me.
Inspiro lentamente e mi dedico all'unica paziente che mi è rimasta.
Lynn.
Due giorni fa ha cominciato a piangere ed ora non fa altro. E' perennemente immersa nei suoi pensieri, forse in quelli di qualcun'altro. E' caduta in depressione e non fa che guardare il vuoto, con le ginocchia strette al petto, dondola appena e le parole che le rivolgiamo è come se non le sentisse.
L'unica cosa che siamo riusciti a farle dire è "Non ci sono più" poi ha ripreso a piangere.
L'infermiera del turno di notte è con lei, era presente anche quando Lynn aveva pronunciato quell'unica frase.
Le parla, pare che la consoli, ma non c'è alcun miglioramento.
Solo due ore fa le abbiamo messo la flebo, si rifiuta di mangiare e il suo fisico è troppo debole per reggere a lungo quella depressione.
La guardo dal vetro, mi sembra una bambina, con la sua veste candida e bianca. Non c'è angolo del suo corpo che io non conosca, conosco a memoria tutte le sue analisi cliniche, i suoi trascorsi medici, anche quelli più riservati e intimi. Eppure mi sembra di non sapere nulla di lei. Lei, che al contrario, conosce ogni più piccolo segreto della mia mente.
Varco la soglia della sua stanza, la porta si richiude e l'infermiera mi guarda sconsolata, sta accarezzando i suoi capelli, lunghi e lisci come la seta, gli occhi verdi ancora lacrimenti e fissi nel vuoto.
-Maledizione! Vuoi svegliarti!- sbatto la cartella medica sul tavolino al fianco del letto, Doris, l'infermiera sussulta agitata e mi lancia un'occhiataccia.
Finalmente Lynn pare reagire a quel gesto e la vedo voltarsi verso di me.
I suoi occhi diventano di un verde cupo, scurissimo e un brivido d'eccitazione mi percorre, finalmente una reazione nuova. Lei stringe le palpebre e sibila tra i denti -Mi fai schifo-
Mi avvicino a lei, ma come apro bocca il suo sguardo torna perso nel vuoto e riprende a brillare di una piacevole sfumatura verde smeraldo... è di nuovo immersa nei suoi pensieri e quell'ombra nei suoi occhi svanisce in un lampo.
Doris scuote la testa rassegnata, ma è me che guarda con rimprovero.
-Non guardarmi a quel modo!- Rispondo all'infermiera, poi, uno strano senso di disagio mi attanaglia lo stomaco. -Non ho pensato a nulla di cattivo o osceno!- Mi giustifico, non so nemmeno io per quale motivo.
La donna sospira, i suoi occhi marrone scuro si alzano al cielo, le sue treccine ondeggiano assecondando il no della sua testa. -Non possiedo la straordinaria dote di questa ragazza...- parla piano, senza odio, nè rancore. -Ma non sono cieca e vedo come tratti i tuoi pazienti, questa ragazza è una persona che vive, respira e pensa, non una cartella clinica con dei simboli.-
Fisso spaesato quell'infermiera, non capisce, io faccio solo il mio lavoro. -Il mio compito è quello di...-
-Non è questione di compiti! Lei legge la mente delle persone! Percepisce i sentimenti di chi le sta vicino e anche di chi non lo è...- questa volta il rimprovero è palese nelle sue parole.
-Lo so, è qualcosa di straordinario e...-
-E Terribile! Vedi qualche suo parente qui?-
-No...- In quel momento mi è chiaro tutto. Abituato come sono ad occuparmi di casi genetici non avevo considerato il lato psicologico della faccenda, Lynn è sola, ha scoperto evidentemente che la sua famiglia è scomparsa. Probabilmente quella stessa scoperta l'ha fatta con le sue doti. -Chiamerò uno psicologo- esordisco alla fine.
Questa volta è l'infermiera che mi guarda con disgusto -Proprio non capisci... Ha bisogno di persone amiche, non di uno psicologo!-
Sospiro, quello sguardo peggiora la mia sensazione di disagio -Non è un problema mio, non aveva documenti, la persona che l'ha portata qui è scomparsa, cosa posso farci?-
Questa volta Doris si arrende, si stringe il camice azzurro da infermiera e ondeggia fuori dalla stanza scuotendo i suoi capelli.
Rimaniamo soli, io e Lynn. La guardo sempre con occhio clinico, la depressione le deforma appena i lineamenti, come se stesse per crollare. Eppure c'è qualcosa in lei che la tiene insieme, come un'energia troppo forte per farsi abbattere da così poco.
La sento singhiozzare e di nuovo una morsa mi attanaglia lo stomaco. Inspiro lentamente e la osservo, non riesco a fare a meno di vederla solo come una paziente, i problemi appena discussi con l'infermiera non riesco a capirli.
-Se ti fa tanto male troveremo un modo per bloccare la mutazione- la frase mi esce dalle labbra come se fosse sempre stata lì.
Lynn smette di piangere, alza lo sguardo, ora la sua iride è verde foglia. Sbatte le ciglia con espressione incredula, poi sorride, un sorriso triste e carico di... pietà.
-Possiamo agire sulla corteccia celebrale, forse indagando meglio potremo trovare un modo per bloccare parte delle tue sensazioni e...-
Lei continua a guardarmi in quel modo, mi sento quasi spogliare da quegli occhi tristi. -Io sento i sentimenti e i pensieri della gente, ma tu sei così sterile che mai avrei pensato potesse esistere una persona così arida...-
A quelle parole nemmeno mi rendo conto d'averla schiaffeggiata.
Ancora peggio è il sorriso che poi mi rivolge -Ecco, questo è decisamente più umano- guardo il rivolo di sangue che ora esce dalle sue labbra, mi sento un verme, istintivamente afferro un fazzoletto dalla tasca e mi avvicino per asciugarla.
Lei sorride e si lascia toccare. Sbuffa appena e l'aria che espelle mi sfiora delicatamente la pelle del polso facendomi risalire un brivido lungo tutto il braccio.
-Non resterò a farmi sezionare da te per sempre... sai che me ne andrò, la mia casa non è in questo ospedale...- si allontanò dalla mia mano che ancora detergeva il suo labbro e mi guardò negli occhi. -E non è nemmeno il tuo rifugio, prima o poi dovrai affrontare quello che c'è fuori....-




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Spazio Autrice:

Confesso di avere poco tempo e poca voglia per rivedere tutto il capitolo, spero non ci siano errori troppo evidenti e di non aver fatto troppi danni con i tempi verbali.
Buona lettura.

Bye bye
by Sayu
  
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