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Autore: AnimeAly    20/06/2016    3 recensioni
Quando pensi che il passato sia stato accartocciato come un pezzo di carta ed eliminato dalla tua vita per sempre, anche solo una lettera può distruggere questa tua convinzione e mandarti in panico. Quando la felicità di una persona può essere la rovina per un'altra chi avrà la meglio?
Fanfiction a due o tre capitoli, quindi vi romperò le scatole per poco!! XD Buona lettura!! ^3^
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Sorpresa, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Two Souls and One Body'
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Cap 3, One Body

 
 
- TSUBAKI!- Maka corse in casa dell'amica chiamandola a squarcia gola, con la ricompensa di ritrovarsi un cuscino sbattuto violentemente in faccia
- Hey, taci un po'!! Un Big come me ha bisogno di silenzio quando si allena!!!! YAHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!- disse per poi rincominciare a contare i pesi. Maka fissò per un po'  i muscoli di quel pazzo personaggio tatuato, davvero grandi per un ragazzo della sua età, per poi dirigersi in cucina, da dove  proveniva un gradevole odore di verdura e ravioli cotti al vapore... oh, e anche di polpette di riso! Spostò le tende che dividevano il salotto dalla cucina e vi trovò una Tsubaki intenta a cucinare e assaggiare qua e là per sentire i vari gusti
- Qui ci va un po' di sale...- borbottò a bassa voce mettendone un po' nelle carote e pulirsi le mani subito dopo sul grembiule bianco dai ricami rosa. Erano dei petali di ciliegio
- Posso assaggiare?- chiese la bionda sorridendo. Tsubaki si girò di scatto per poi vedere che era solo la sua amica
- Oh, Maka, non ti avevo sentito!- disse mettendo giù il cucchiaio di legno e prendendole una forchetta per farla assaggiare. Maka assaporò l'intenso sapore della verdura, mista a sale e pepe, e ne rimase meravigliata dalla bontà. Il sapore quasi dolce era contrastato dall'acidulo sapore del limone. Quasi si era dimenticata che si parlava di Tsubaki, la stessa ragazza che vinse un concorso di cucina qualche mese prima, dove la maggior parte dei partecipanti erano adulti
- Com'è?- chiese iniziando a slacciarsi il grembiule
- A dir poco sublime Tsu... chi ti ha insegnato a cucinare così?!- chiese quasi supplichevole
- Ti ho già detto una marea di volte che è stata mia madre, Maka.- sorrise pazientemente
La bionda fece una smorfia guardando l'orologio appeso al muro -Liz non arriva... tu sai dove possa essere finita?-
- Non saprei.- scosse la testa in segno di no
- Uhm... Iniziamo a salire noi?-
Annuì sorridendo.
Stavano per salire il primo gradino quando...
-Maka! Aspetta un secondo...!- disse tornando in cucina e uscire con un vassoio di polpette di riso. Molto attenta a non farle cadere si diresse nella palestra di Black*Star e la Meister potette udire un po' la conversazione tra i due ("Per te, quando avrai fame farai a meno di chiamarmi", "Grazie Tsubaki-chan! Sei un angelo!!") 
-Bene, andiamo?- chiese raggiungendola per poi salire le scale per prima. La bionda non ci pensò su molto ma le tornò in mente la Thompson: Liz in ritardo? Wow, chissà che cosa starà facendo...
 
"- Liz... Sei in ritardo...- disse Kid affannato, mentre lei gli dava un appassionato bacio azzittendolo. Le loro lingue ruvide si scontravano, assetate l'un dell'altra.
- Capiranno... sfruttiamo questo momento, mentre Patty è fuori, per noi due, no?- chiese maliziosa e affannata mentre continuava a dare morbidi baci al compagno, invertendo i ruoli, facendo si che Kid la sovrastasse. Lui rise e la baciò abbassandosi su di lei e fece scendere la sua mano dalla guancia fino sotto alla maglietta bianca e rosa, che lasciava intravedere il reggiseno in pizzo scuro. Lui accarezzava i seni abbastanza prosperosi e Liz gli sfilò la camicia, mentre si preoccupava per la salute dei suoi capezzoli. Eliminato per entrambi l'ostacolo 'maglietta', Kid baciò Liz a stampo ed iniziò a scendere a mordergli il collo e le clavicole, per soffermarsi sui morbidi seni e 'torturarli' con i denti e le dita. Liz gemeva debolmente mordendosi le labbra e le sue mani si intrufolavano nei capelli del moro. Lo Shinigami, soddisfatto, fece sedere Liz sulle sue ginocchia facendo scontrare il suo amico dei bassi fondi, che si poteva sentire nonostante i pantaloni, con la 'compagna', facendo gemere la ragazza. Liz, ormai eccitatissima, fece scivolare le mani dal petto scolpito e pallido fino alla cintura dei pantaloni, togliendola con mano esperta. Ormai scomodo, fece cadere Liz sul materasso e le sfilò la gonna. Tutto ciò che rimaneva di tessuti esterni era sparito
- Liz...- sussurrò rauco Kid, poco prima di entrare in lei, mentre la bionda si metteva una mano davanti alla bocca per fare il meno rumore possibile, cosa che divenne impossibile dopo che le spinte aumentavano sia di numero che di forza. Per la casa, ormai, si sentivano urla e gemiti di piacere intenso."
 
Maka si mise una mano sotto il mento, per poi scacciare quelle idee dalla mente. Chiusa la porta dietro di lei prendendo un grande respiro
- Tsubaki!- la chiamò mentre si girava verso di lei -StamattinahovistoSoulnudoepoihoscopertounaletteradapartedeisuoigenitoriepoimihabaciatodavantiacasatua!!!!- disse tutto ad un fiato e Tsubaki cercò di capire cosa stesse dicendo, senza riuscirci. Le prese le spalle e le disse di calmarsi e sedersi
- Spiegami con calma che non ho capito un accidente di ciò che hai detto!- disse quasi ridendo, l'amica si tuffò sul letto a pancia in su e si mise una mano sulla fronte, socchiudendo gli occhi. Tsubaki si sedette in fondo al letto vicino ai piedi dell'amica. Maka scese con la mani a toccarsi le labbra
- Iniziò tutto questa mattina...- cominciò facendo una piccola pausa -... il postino aveva lasciato due lettere: una era di mia madre, che mi informava del suo arrivo a Death City tra un mese, e l'altra dei genitori di Soul...- disse, Tsubaki era rimasta meravigliata dal fatto che i genitori dell'albino si fossero fatti vivi dopo tanto tempo, non che al figlio importasse...
- E, cosa diceva la lettera degli Evans?- chiese Tsubaki curiosa, prima che Maka potesse dire qualcos’altro
- Diceva... non lo so che diceva!! Non l'ho aperta. So solo che fa ridere... ma è tutto vero, e a me fa più sconcertare, a dir la verità- alzò il busto e guardò l'amica che si metteva a gambe incrociate sul letto -Secondo me mi sta' prendendo per il culo...!- farfugliò incrociando le braccia al petto
- E chi scusa?-
- La vita, ecco chi!- esclamò allargando le braccia in segno di protesta
- ...- non disse nulla, la camelia -Suppongo avrai una ragione plausibile per dire ciò- sorrise dolcemente, cercando di non pensare che l'amica fosse diventata pazza -Ma tornando al racconto... e poi?- chiese come una bambina con le storie
- Poi... andai a chiamare Soul per la colazione e gli feci vedere la lettera di mamma. No, non quella dei suoi genitori- disse anticipando la domanda di Tsubaki, che aveva sulla punta della lingua. Anche Maka si mise a sedere, ma lei in ginocchio -quando dovevo chiamarlo per la colazione, credo, non ricordo bene, era in bagno e lo vidi nudo per errore- Tsubaki la guardava con un sorrisetto malizioso sulla faccia, mentre quella si rimpiccioliva dall'imbarazzo
- Davvero per errore?-
- C-certo che si!!! C-che ti viene in mente scusa...?- ribattè paonazza insidiando il mento nel colletto della camicia
La mora sorrise ancora -E poi?-
- Mi ha portato da te, e, davanti alla porta di casa tua, mi... m-mi ha...- balbettò indicandosi le labbra e abbassando il capo. La camelia si trattenne una risata e cercò di incitare l'amica a dire quella parolina che per lei era come un suicidio
- Avanti Maka, dillo!-
- M-ma Tsu..!- piagnucolò un po', per poi cedere -Ok... Soul mi ha... ba-baciata- disse mordendosi la lingua subito dopo, non ci poteva ancora credere
- Oh, Maka...- iniziò materna -Non c'è nulla di negativo in tutto ciò, lo sai anche tu-
- Si che c'è....- protestò gonfiando le guance e abbassando lo sguardo
- E cosa sarebbe?-
- Ecco... questo, "rapporto", potrebbe rovinare la nostra risonanza... non potrei più fare coppia con Soul! Capisci?! Potrebbe rovinare tutto!! Non solo perderei la mia arma con cui ho lavorato per molti anni, perderei anche il mio migliore amico!- esclamò agitando le braccia disperata
- E il ragazzo che ti piace...- aggiunse Tsubaki con gli occhi chiusi. Maka la guardò con lo sguardo furente, poi abbassò la testa, capendo che era vero. Doveva accettarlo, non poteva negarselo per sempre. La mora si avvicinò e le mise una mano sulla spalla -Ascolta, so che è difficile, ma non puoi scappare da ciò che provi, devi affrontare questa cosa, ormai va avanti da fin troppo tempo- gli occhi scuri di Tsubaki erano molto seri e calorosi allo stesso tempo, sapeva come farsi capire dagli altri. Si sorrisero e poi la mora sembrò riflettere su qualcosa per poi scoppiare in una risatina
- Cosa c'è?- chiese Maka non capendo
- Sinceramente, se fossi al tuo posto io mi preoccuperei di più sul fatto che ti ha sotratto il tuo primo bacio sotto il naso- disse mettendosi le mani sui fianchi e ridendo.
Maka sussultò alzando la testa, non ci aveva pensato fino a quel momento. L'ira le esplose dentro e strinse la coperta tra le dita
- S..S...- iniziò a voce bassa -SOUL EATER EVAAAAANSSSSSSS!!!!!!!!!!!!!- urlò al culmine della rabbia.
 
 
Soul stava lucidando la sua brillante moto arancione, quando starnutì e gli venne l'impressione di essere chiamato. Si guardò in torno e, dopo aver verificato che nessuno lo aveva realmente fatto, fece spallucce e continuò il suo lavoro.
 
Tornato dentro casa si preparò un bicchiere di Coca Cola, gelata, con due cubetti dentro ed una cannuccia. Se ne stava per andare quando trovò una lettera sul tavolo, afferrata lesse il mittente e quasi non soffocò con la bibita. La sua pelle abbronzata divenne chiara e pallida in un'istante e per poco non fece cadere il bicchiere di vetro, spargendone i detriti ovunque e appiccicando il pavimento. Fortunatamente la visione di Maka che gli faceva pulire il pavimento, con lei sulla schiena, gli era passata di mente facendogli stringere ancora di più la presa. Abbassò la busta e si diresse verso il bidone della spazzatura, dove gettò l'oggetto senza troppi complimenti e poi cambiò direzione, dirigendosi mollemente verso il divano, dove si buttò accendendo la televisione e cercando di dimenticare quella busta indemoniata. Sorseggiò il bicchiere in due secondi e subito si avviò a prendere l'intera bottiglia per berla a canna, mentre guardava in televisione il finale della serie tv preferita di Maka.
Aveva una trama molto semplice, ma allo stesso tempo elaborata su certi aspetti, non che a Soul importasse, magari qualche scena dove girava qualche "tetta scoperta", come diceva lui.
 
Il giorno in cui Soul dovette raccontare la trama a Black*Star, Maka dovette andarsene prima di ucciderlo per le sue considerazioni poco pacate nei confronti del programma: "La protagonista, Louise, detta Lou, è una ragazza ventunenne con un culo da favola e una taglia di reggiseno ragionevole, che ha un grande sogno: quello di recitare. Ovviamente c'è il "bello e irraggiungibile", come me, di cui la protagonista si innamora al primo sguardo e cagate varie, hai presente, no? Diventa anche la sua zoccola preferita tra le molteplici ragazze! Un po' come me, tutte ai miei piedi.- un Maka-Chop gli si scaraventa in testa -Col tempo il teatro perde importanza nella sua vita, visto che ha occhi solo per Jake e il suo amico dei bassifondi, ah, Jake è lo "gnoccone insuperabile della serie", così definito da Liz nelle giornate in cui lo guarda insieme a Maka. Alla fine, dopo molte peripezie e cuori infranti, come da copione, Jake rivela di essere innamorato di Lou, dopo essersela sbattuta per bene, e vanno in crociera per coronare il loro primo appuntamento, che finisce con un Titanic 2. E' in produzione la seconda stagione." Black*Star scappò al bagno per vomitare tutto il discorso che si era appena sentito.
 
Soul si spiaccicò una mano in faccia al ricordo di tutti quei fazzoletti in giro per casa, i cestini straripavano da quanti ne usavano. Tre ragazze e nessuna che non piangeva per il finale... dovrebbero smetterla Maka, Tsubaki e Liz di guardare la televisione!
Finalmente, Soul trovò un programma di moto, ma ciò non riuscì a distrarlo dalla lettera, gettata ormai nel cestino. Era la, zitta, zitta, che lo chiamava e gli dava del codardo, perchè non riusciva a vederne il contenuto...
"Non voglio leggerla."
Seduto sul divano, mentre osserva la televisione, senza il minimo interesse, la curiosità lo stava lentamente mangiando dentro.
"Non voglio leggerla!" si ripeteva a se stesso
Iniziò a mangiarsi le unghie e sudare freddo...
"Ma chi ci casca... SI CHE LA VOGLIO LEGGERE!!"
Di scatto sbattè i piedi sul pavimento e si lanciò verso il cestino, ne raccolse la lettera e l'aprì con un coltellino poco affilato. Il timbro rosso ne ornava l'esterno ocra e l'interno conteneva un foglio dai bordi ricamati e la calligrafia elegante, scritta con l'inchiostro nero. Prese un respiro e iniziò a leggerla:
 
"Al nostro secondogenito Soul Evans
Carissimo, oggi dedico queste poche righe per comunicarti che il 25 del mese prossimo faremo visita a Death City. Spero tu stia bene.
Per ora non posso dirti per quando tempo alloggeremo lì, ma ti anticipo che ci saranno anche tuo padre e Wes. Spero che ci farai conoscere il tuo Maestro d'Armi, perchè lo hai, no? Ormai non so più niente di te...
Chiudo questa lettera mandandoti i miei più affettuosi saluti e chiedendoti una risposta
Azmaria Evans"
 
L'albino strinse la lettera tra le dita. Sua madre aveva una calligrafia molto chiara e ricercata, ma con quella riusciva anche a nascondere tutte le emozioni che una lettera dovrebbe infondere. Ai suoi occhi risultava fredda e meschina. Forse voleva dargli quell'affetto che non ha mai avuto dai genitori con due righe? Bhe, non c'è riuscita per niente! Se non ci avrebbe pensato due volte, avrebbe accartocciato la lettera e rigettata nel cestino, anzi, nello sciacquone del cesso. Le avrebbe sicuramente prese da Maka perchè avrebbe intasato il water, ma sarebbe stata per una buona causa, e poi c'era sempre Blair da incolpare. Quindi, ripiegando la lettera in quattro, se la infilò in tasca e si diresse verso camera sua, nel più grande e sterminato silenzio. Death City non era mai stata così silenziosa.
 
Maka camminava per la strade della Città della Morte sbuffando e digrignando i denti, escogitando la morte peggiore per un certo Soul Eater Evans. Non solo l'aveva fatta impazzire quella mattina... ma l'aveva lasciata anche a piedi! Aveva provato a chiamarlo così tante volte al cellulare che sicuramente avrà finito anche il credito.
Il tragitto verso casa era più lungo del previsto, con la moto sarebbero bastati 5 o 10 minuti... sbuffò mentre con la scarpa si rese conto di aver calpestato qualcosa... le bastò abbassare lo sguardo e aprire bene le narici per capire cosa fosse.
Per tutto il resto della strada ebbe stampata sul volto un'espressione disgustata, strisciando la scarpa destra sia sul marciapiede e, ancora meglio, nell'erba per togliere almeno un po' della cacca di cane schiacciata
"Beh... dicono porti fortuna... no?" si disse mentalmente mentre la sua faccia assunse un'espressione seccata.
 
Ancora sulla via di casa, la Meister era intenta a vagare nei propri pensieri quando una goccia di pioggia le cadde sul naso, d'istinto si portò una mano guantata sul punto colpito e alzò gli occhi al cielo pieno di nuvole grigie. Non fece in tempo a dire qualcosa che la pioggia iniziò a cadere burrascosa e fredda. La corsa verso il palazzo era l'unica opzione per non prendersi un malanno, sperava solo che le gambe non le cedessero.
 
Lo sbattere della porta contro il muro fece sgusciare fuori dalla camera una parte di chioma albina, gli occhi rossi puntati verso la sagoma tutta bagnata appena entrata dalla porta. I capelli biondo cenere erano attaccati alla testa ed alle guance, nascondendo gli occhi, il giubbotto gocciolava tutto e il naso era un pomodoro colante. Per qualche secondo Soul si ritrasse nella stanza, impaurito da quella che si direbbe "La sua Meister". Gli ricordava la bambina di "The Ring", solo coi capelli biondi.
 
Toltasi le scarpe e il giubbotto nero, Maka emise un unico e conciso urlo:
- SOOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUUUUUUUUUUUUUUUULL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Come riposta ebbe solo il lamento della Signora del piano superiore, oltre allo scricchiolare del parquet delle camere da letto. A passi silenziosi si diresse verso il punto in cui aveva sentito provenire lo scricchiolio, lasciando anche una scia di gocce bagnate sul pavimento.
Un gradino, due gradini, tre gradini, al quarto accellerò la corsa, rischiando di scivolare anche, per poi vedere una chioma chiara sbirciare da dietro lo stipite. Impaurito Soul le sbattè in faccia la porta della camera. Per una manciata di secondi rimase in piedi a fissare il legno liscio della porta, finche' sentì una risatina provenire da dietro l ostacolo chiuso a chiave.
 
Un'insopportabile senso di irritazione, e intento omicida, fece indietreggiare la bionda, abbastanza per farle prendere la rincorsa e tirare un calco alla porta, buttandola giù. Doveva ammetterlo, Black*Star aveva fatto bene ad insegnarle quel colpo. Stretti i pugni, Maka iniziò ad avanzare verso ciò che la sua visuale mostrava: un albino seduto sulla sedia a rotelle e le gambe appoggiate sulla scrivania, per chiudere in bellezza una gomma da masticare rosa esplosa in faccia. Prese un lungo respiro cercando di attenuare il nervosismo. Mentre continuava ad avvicinarsi ripensò alle parole di Tsubaki:
"Non posso scappare..."
Mise con decisione le mani sui braccioli della sedia e guardò intensamente Soul, fondendo gli occhi verdi in quelli rossi di lui.
"Devo dire ciò che provo."
Con le sopracciglia aggrottate, molto velocemente fece scontrare le labbra morbide contro quelle leggermente screpolate dell'albino. Non sapeva se si poteva definire "Bacio", ma sapeva che si poteva definire "inizio".
 
 
°Un mese dopo°
 
L'elegante camicetta bianca, con i primi due bottoni sbottonati e ricamata sul colletto e sulle maniche. I capelli erano sciolti e la frangetta era stata divisa a metà e fermata da due fermagli bianchi ai lati del viso. Il fermaglio di destra era a forma di coniglietto rosa chiaro, e spezzando quell'aria matura come una lama affilata. La gonna azzurrina era abbinata con delle zeppe bianche e nere, che si legavano con un laccetto sopra la caviglia.
- Forse se ti vestivi di rosso facevamo più scena.- scherzò Soul osservandola dall'alto verso il basso e viceversa. Lei gonfiò le guance e gli diede una gomitata
- L'unica cosa rossa nel mio armadio è il vestito che mi ha regalato Blair per Natale!- sbottò imbarazzata, a malapena le copriva le natiche quel coso!
- In realtà non è un vestito, è l'ingerie sexy di Natale... di ottima marca direi anc-- un grande pugno bloccò l'intervento che stava facendo Soul, a proposito del "vestito" incriminato.
- TACI! Non voglio neanche sapere come cavolo fai a saperlo!-
"Magari perchè te l'ho comprato io?" pensò Soul sfacciatamente, massaggiandosi la parte dolorante
- Comunque! A me sembri come nella Black Room...- precisò incrociando le braccia al petto
- Si, ma quei barboni non sanno neanche che esiste.-
In effetti, Soul indossava una camicia rossa con la cravatta, i pantaloni, la giacca e le scarpe nere.
 
Quello era l'incriminato giorno in cui sarebbe arrivata la famiglia Evans, esatto, quel fottuto giorno dove Soul avrebbe dovuto rivedere la famiglia e avrebbe fatto i conti con tutti i problemi non risolti, casi che aveva lasciato inconclusi per scappare... ma nessuno avrebbe mai pensato che ci fosse anche l'arrivo di Kami!!
Era un cocktail di sfiga pura: una madre vagabonda, scherzosa e sgrezzona con una famiglia elegante e posata nello stesso giorno, nella stessa casa e sullo stesso tavolo. La bionda potette godersi solo poche ore di pace con la madre.
 
In quella giornata caotica il ricordo del suo primo incontro di Soul con la madre la faceva sorridere. Per Maka l'unico colpo basso fu la foto di lei a 5 anni che correva in un prato con in testa un cappello di paglia e il sedere all'aria. Se lo ricordava benissimo quel giorno: era caduta in una pozzanghera col didietro e ci ha rimesso la biancheria, fortunatamente il vestitino giallo non si era sporcato, ma l'aria non aiutava in quella situazione.
 
Soul, sdraiato sul letto di Maka, guardava il soffitto bianco con occhi vitrei, aveva la testa altrove. La sua famiglia era arrivata veramente... nonostante alloggiassero nell'albergo di Death City, lui se li sentiva vicini, appressi, e questo lo infastidiva molto.
- Soul...- Maka si sedette sul materasso insieme a lui e gli mise una mano sul petto. L'afferrò -Ormai sono molti anni che conosciamo, ma non mi hai mai raccontato perchè c'è questa laguna tra di voi... non me ne vuoi parlare?- chiese, anche se sapeva già la risposta
- Non prendertela, ma ora non me la sento...- rispose girando la testa
- Capisco... Me ne parlerai quando te la sentirai.-
Il silenzio cadde nella stanza, ma fu spezzato dalle parole dell'albino
- Non ti sembra una situazione da pazzi? E' da anni che non li vedo, e loro non vedono me, eppure non si sono neanche fatti sentire per sapere dove abitiamo, sono andati da Lord Shinigami pretendendo il nostro indirizzo. Per non parlare della cena che si sono inventati di fare così su due piedi a casa nostra!- si lamentò stringendo la mano di Maka
- Shhh... abbassa la voce, ti ricordo che c'è anche mia madre in casa!-
Soul sbuffò -Lo so, è solo che...- si fermò e la bionda lo fissò
- E' solo che...?- lo incoraggiò
- Che sta' accadendo tutto troppo presto, Maka...- disse sincero, lasciando un po' la presa della mano, la Meister trattenne il fiato -Io non sono uno che si lamenta troppo, e lo sai, ma il mio progetto era che non avrei mai più visto nessuno della mia famiglia. Dovevano uscire dalla mia vita! Non mi hanno mai cercato e nemmeno io. Ora che stava andando tutto bene spuntano dal nulla, sono peggio dei funghi porca miseria!- lei sapeva poco della sua situazione familiare, ma riusciva a capire ciò che le stava cercando di comunicare
- Q-quindi sono loro il problema...?-  chiese un po' sollevata, la frase di prima l'ha allarmata, forse era veramente troppo presto per loro due?
- Esatto! Non è facile... è come se avessi qualcosa dentro che mi mangia e non mi lascia in pace. Ieri manco sapevamo dov'eravamo, oggi facciamo la famiglia felice e contenta che cena unita e gioiosa!!!-
- Ehm... hai detto più volte la stessa cosa.- puntualizzò Maka
- E vabbe'! Il punto è che non so che fare, vorrei chiudergli la porta in faccia ma non posso farlo, una parte di me non lo vuole fare...-
- E' perchè c'è ancora dell'Evans in te... ti stai preparando da un mese a questo giorno... io lo so.- Maka sorrise divertita dalla sua faccia
- Come...?- La guardò sorpreso -Tu lo sapevi?-
-Già, non sei molto bravo a mentire e devo proprio dirtelo: fai pena a nascondere delle prove! Nel cassetto della scrivania? Ma scherziamo?!- disse quasi rimproverandolo
Lui rimase a bocca aperta -Tu sei tutta matta...- sospirò
- Ha parlato proprio lui.- Soul ghinò e gli diede un bacio a stampo
- Che Meister cool che ho trovato.-
Maka fece solo un dolce sorriso, era troppo pensierosa per elaborare una risposta adatta a quel complimento.
"'Chi va piano resta sano e va lontano... chi è veloce rischia la morte...' Cosa dovrei supporne? E' come se mi parlasse in un certo senso, questo proverbio. Avevo deciso di abbandonare ogni dubbio e lasciarmi trasportare dai sentimenti, come ogni persona farebbe, e infatti si vede, ma non ce la faccio... io ho paura... non voglio essere usata e poi gettata. Come faccio a non averne se Soul non si fida di me al 100% ?!" fece un lungo respiro "Cavolo, devo calmarmi... devo fidarmi, devo fargli capire che di me si può fidare ed io per prima... devo fidarmi di Soul..."
La bionda guardò ancora una volta il compagno, che si spazzava i denti con uno stuzzicadenti. Doveva fidarsi di quel ragazzo, lo aveva fatto fino a cinque minuti prima... doveva continuare su quella strada.
 
Maka si alzò dal letto e si sistemò i vestiti stropicciati. Si diresse verso la porta,  ma...
- Aspetta.- disse l'albino prendendole il polso, lei si girò confusa. Fece scivolare delicatamente la mano dal polso alla fine dell'arto, fino a staccarsi.
Prese due elastici per capelli bianchi dal comodino e se li mise a mo' "bracciale". Tolse i fermagi e divise i capelli in due. Maka aveva capito cosa voleva fare, alzò gli angoli della bocca, addolcita da quel gesto
- Non c'è bisogno...- iniziò Soul facendo un codino -Che non ti mostri come sei di solito...- si mise in bocca l'altro -Sholo per i miei.- e finì l'opera attaccando il coniglietto rosa confetto su un codino.
Maka mise una mano sul codino destro -G-grazie...-  soddisfatto l'albino mise le mani in tasca e ghignò
- Sei anche troppo sensuale con i capelli sciolti.-
La ragazza arrossì subito, nonostante stiano assieme quei suoi commenti maliziosi la imbarazzavano sempre -C-che ore sono?- chiese cambiando discorso
- Le 18:30... direi che è ora.- sbuffò aprendo la porta -Prego.- disse facendo passare prima Maka, per poi chiudersi la porta alle spalle.
 
 
L'attesa non fu lunga, poi c'era Kami che era davvero simpatica, scherzosa e molto disinvolta e l'unica che doveva preoccuparsi in quella discussione era proprio la piccola Albarn: la madre aveva la brutta abitudine di avere la lingua lunga. Chissà a quante persone aveva raccontato di lei durante il suo viaggio in giro per il mondo! Maka si mise una mano sulla fronte, devastata al solo pensiero.
Il campanello suonò una sola volta, e, forse, Soul mostrò un nuovo lato di sè, quel lato più oscuro e nascosto... quello sopraffatto dalla paura.
L'albino strette la mano della compagna. Kami andò verso la porta, si sistemò il tubino nero ed aprì la porta con un sorriso. Ciò che le si presentò davanti, però, non fu un Evans... per niente.
- Ecco perchè la mia anima sentiva una presenza infima ed indecente...- Kami storse il naso -Spirit...- pronunciò il suo nome con ribrezzo (NdA, sono le parole che dice Maka nell'episodio 19 e nel capitolo 16 quando arriva il padre nei sotterranei della DWMA)
- C-come infima e indecente?- il rosso rimase davanti alla porta immobile, non era l'accoglienza che si era immaginato. Tossì e poi esclamò per cambiare discorso -Tesoro!! Da quanto che non ci vediamo! Mi sei mancata tanto, sai?- disse sfoggiando una delle sue espressioni più seducenti. La bionda si voltò dall'altra parte -Non chiamarmi "tesoro"... noi due non siamo più sposati, ti ricordo.- puntualizzò fredda come il ghiaccio
"Maka ha preso proprio molto da lei..." pensò depresso
- Papà?- Maka si sporse un po' dal divano per vedere
- Ciao Maka!- salutò la figlia con la sua espressione da ebete, Kami era ancora più allibita -Ugh... tu...- Spirit alzò il dito puntandolo contro Soul, che teneva la sua adorata figlia per mano
- Che vuoi, vecchio porco?-
-Togli quelle sudice manacce dalla mia bambina... ORA! Altrimenti ti spac-- la Death Scythe non potè finire la sua minaccia che Kami gli sbattè la porta in faccia, facendogli pestare il naso per di più
- Lo abbiamo sopportato abbastanza direi.- disse sollevata e pulendosi le mani. I due ragazzi rimasero immobili sul divano, come poteva essere sempre così del dannato vecchio? -Bene, vado ad incipriarmi il naso.- aggiunse Kami tranquilla, dirigendosi al bagno come se non fosse successo nulla.
 
Soul appoggiò i piedi sul tavolino davanti al divano, accarezzando la piccola mano di Maka col pollice. Lo sguardo era rivolto al soffitto, ma lui guardava il vuoto, lei lo aveva capito. Si rannicchiò ed appoggiò la testa, rivolta verso Soul, allo schienale del divano, aveva un'espressione... incantata. Gli occhi socchiusi e le gote rosastre. Gli smeraldi osservavano il viso del partner come se fosse in estasi, era quello l'amore? In realtà non c'è una vera e propria risposta a quella domanda, ma per Maka non c'erano più dubbi... si avvicinò al ragazzo e lo strette col braccio libero, appoggiando la testa sul petto del ragazzo, che, meccanicamente, mise la mano sulla sua schiena. Sentiva il suo cuore battere...
- Ci sarò sempre per te, Soul...- disse queste poche parole come un sospiro, un sussurro che non finisce più. Il ragazzo sgranò gli occhi e strette di più la bionda. Era la prima volta che glielo diceva...
- Grazie...- sussurrò di rimando appoggiando la mano sotto il mento di lei e dandole un lieve bacio.
Kami osservava la scena da dietro lo stipite della porta, sorridendo. Maka era cresciuta, ed aveva fatto la scelta giusta.
"Soul... ti affido Maka."  una lacrima le bagnò la guancia, ormai totalmente sicura che l'uccellino abbia definitivamente lasciato il nido.
 
Ore 19:15, la cena era pronta. Rimaneva nel forno al caldo, aspettando gli ospiti che tardavano ad arrivare.
"Fortuna che era per le 19 la cena, eh?" pensò Soul stufo.
Era sdraiato sul divano, aveva pure tolto l'elegante giacca nera durante l'attesa. Maka, invece, aveva appena cambiato l'acqua ai fiori freschi e li stava sistemando nel vaso in vetro, appoggiato sul tavolino davanti al divano.
Si sentì bussare alla porta e poi una voce -Maka, Soul, sono Spirit.- "sono Spirt", e con questo tutto diventa discutibile. I due si guardarono e i loro sguardi dicevano la stessa cosa: Perchè è ancora qui?. Andò l'albino ad aprire la porta
- Si può sapere che ci fai ancora qui tu?!- chiese saltandogli addosso, per tagliarla corta, osservando il cerotto sul naso
- Vedi, queste persone cercavano casa vostra.- disse con tono serio e spostandosi per lasciar vedere a Soul chi fossero queste "persone"
- Maddai... e questo sarebbe il modo in cui ti abbiamo educato, Soul?- la voce calma e frigida di una donna dai morbidi lattei fu una pugnalata per lui, lo sguardo color cioccolato era tutt'altro che dolce. Affianco un uomo più alto dai capelli rossicci e gli occhi del medesimo colore inspirò dal sigaro e buttò fuori dalla bocca una nuvola di fumo, quel penetrante odore di tabacco era come se non fosse mai scomparso. Per ultimo un affascinante ventiseienne abbastanza alto osservava il ragazzo, che era venuto ad aprirgli, impassibile, non una parola. Esso era come uno specchio per Soul, si rifletteva senza riflettersi
- Che ne dici se ci fai entrare, fratellino?- chiese cordialmente Wes
- Si...- si spostò e lasciò passare
 
Maka, che intanto si era seduta nuovamente sul divano per leggere, sentì qualcosa pizzicarle la guancia e scorse con la coda dell'occhio una ciocca bianca
- Chi era alla porta, Soul?- chiese senza distogliere lo sguardo dalle righe
- "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare... Ha dei buoni gusti, signorina.- Maka si bloccò, di chi era quella voce così profonda?
Si voltò per capire chi fosse. Rimase immobile, era Soul, ma non era Soul. Era più alto, più elegante... la bionda continuò ad osservare quel ragazzo come se fosse un alieno. Poi annusò un odore che non aveva mai sentito in casa sua, era...
- Tabacco?- chiese continuando ad annusare come un cane, per poi tapparsi il naso disgustata
- Oh, chiedo scusa, mio padre non sa mai quando smettere. Piacere, Wes Evans.- le prese la mano e la baciò -Tu devi essere la partner di Soul.-
- S-si, mi chiamo Maka Albarn- "Com'è... antiquato" fu il suo pensiero
- Aahh, Albarn... quindi sei la figlia di quello strano signore che ci ha portati qui?-
- Già...- rispose non molto contenta, ma cercando di non farlo notare. Maka si alzò e andò a sistemare il libro nella libreria
- Certo che si è scelto proprio una bella ragazza, il mio fratellino.- disse Wes più a se stesso che a qualcuno
- Cosa?-
- Nulla, Maka-chan, nulla.- ghignò pensando che si sarebbe divertito quella sera
 
- Wes.- lo chiamò il padre
- Mi dica, padre.-
- Dov'è il Meister di nostro figlio?- chiese inspirando dal sigaro
- La Meister, se posso permettermi- Maka, unendosi alla discussione, cercò di presentarsi anche ai genitori, munita di portacenere -Prego.- porse l'oggetto in ceramica nera nel tentativo di esser stata capita. Il padre spense il sigaro, anche se contro la sua volontà
- Azamaria Evans.- porse la mano la moglie, aveva una manicure molto semplice ma le unghie erano molto lunghe. Maka aveva paura di romperle
- Maka Albarn, molto piacere.-
- Russel Evans. Tranquilla, puoi anche essere meno formale con me.- la bionda, non sapendo come comportarsi, ripose con un semplice "Ok"
- Bene, ora che ci siamo presentati potremmo mangiare, no?- Soul spezzò l'atmosfera creatosi nella stanza
- Ogni minuto che passa mi chiedo chi sei diventato.- commentò la signora Evans togliendosi la pelliccia  bianca, lasciando scoperte le spalle, il vestito senza spalline evidenziava il seno prosperoso e il corpo fasciato in un elegante vestito grigio paiettato con un piccolo spacco laterale. Il consorte e il figlio erano vestiti con un semplice doppio petto bianco e nero
- Scusate il ritardo!- la voce squillante di Kami fece girare tutti i presenti verso la donna che si avvicinava a loro con passo accelerato
- Piacere, Kami Albarn, che Albarn non sono più. Muah, muah!- diede due baci sulle guance a Wes e i signori Evans. Azmaria rimase inorridita dalla sfacciatezza di quella donna mentre il marito rideva per il saluto oltre che cordiale, il figlio... aveva occhi solo per Maka, che stava parlando con Soul
 
 - Senti, non ti avvicinare troppo a loro, ok?- chiese sottovoce l'albino
- Perchè?, sono qui per rivedere il figlio, mi sembra una buona occasione per conoscerli, no? Due piccioni per una fava- rispose seccata, perchè non avrebbe potuto capire di persona chi erano? Che motivi gli aveva dato Soul per non conoscere i genitori della Weapon?
- Se ti dico di non farlo è perchè ho delle buone ragioni-
- Che io no so.- questo fu un colpo basso per l'albino -E a proposito di buone ragioni... le ho anche io, Soul!- disse la bionda alterata
Il ragazzo stava per controbattere, ma Kami avvisò, a modo suo, che la cena era pronta. Tutti si diressero in cucina, ma Soul fermò Maka per un braccio
- Ascoltami, almeno questa volta.-
- No, io non ti ascolto, questa volta.- liberò il braccio dalla presa
- Cazzo...!- masticò Soul arrabbiato ripensando alla frase che gli aveva detto Maka, si sentì egoista in quel momento
 
Seduti a tavola Soul non riuscì a rilassarsi neanche un po'. La formazione dei posti non gli piaceva per nulla: a capo tavola c'erano suo padre e Kami, a destra Azmaria, vicino al consorte, e lui; di fronte a Soul stava Maka con di fianco Wes.
Il ragazzo infiocchettava la sua porzione di lasagna come se ci giocasse, più per mangiarla. La fame che aveva gli era passata in un secondo. Per più volte cercò lo sguardo di Maka, ma non riuscì ad averlo.
Appoggiò la guancia sulla mano guardando ai suoi lati con la coda dell'occhio. A destra Kami che mangiava contenta ed a sinistra sua madre che con il coltello tagliuzzava la sua porzione in quadratini e se li mangiava, la sua faccia era tutt'altro che entusiasta. "Che sia diventata vegetariana?" Questo si chiese l'albino, visto che tentava di ''allontanare'' la carne del ragù dal resto del piatto.
Masticò un altro pezzo di lasagna assaporando il gusto intenso del sugo e della carne, le verdure e il parmigiano erano messe in secondo piano, la carne era tutto ciò che voleva assaporare in quel momento, voleva affogare i suoi problemi nel cibo. E ne era consapevole.
- Uhm.. vi è piaciuta la mia lasagna?- azzardò a chiedere Kami, rompendo il silenzio da frati -L'ho preparata proprio oggi!- aggiunse entusiasta del proprio risultato
- Era discretamente buona, signora Albarn "che Albarn non è più".- rispose freddamente l'albina pulendosi elegantemente la bocca col tovagliolo di carta. A Kami si gonfiò una vena, la stava prendendo per il culo? Non rispose e strette i denti facendo un sorriso forzato
- Su Azzy, non essere così rigida!- la rimproverò il marito, che come risposta ebbe un "Non chiamarmi Azzy!"
- Ha davvero un talento per la cucina, signora.- si complimentò Wes sorridendole -Immagino che anche tu, Maka, sia brava ai fornelli.- disse rivolgendosi alla bionda affianco, ci stava per caso provando?
- Ecco...-
- Direi proprio di no visto che non sa fare neanche una frittata.- si intromise Soul, mentendo sulle abilità culinarie della partner, che lo guardò con occhi di fuoco
- Ti aiuto a portare via i piatti, mamma.- esclamò alzandosi e sviando il discorso
Iniziarono a prendere i piatti sporchi e la piccola Albarn quando arrivò a quello di Soul non lo guardò in faccia, prese ciò che le serviva e se ne andò. L'albino seguiva la sua figura esile scomparire in cucina.
 
Wes si risistemò sulla sedia -Allora, fratellino, che succede?- chiese tutto d'un tratto
Lui sbuffò -Nulla che ti interessi.- mise le braccia dietro il collo
- Sai, ho notato che non siete molto... come dire... uniti questa sera. Solitamente un Meister e una Weapon dovrebbero essere in sintonia.- analizzò prendendo il bicchiere con dentro il vino bianco e facendolo girare tra le dita
- E tu che ne sai?- chiese seccato il minore -Mica sei un'Arma, TU.- aggiunse come per vantarsi della sua natura
- Uh, uuuuuhh! Ci siamo appena rivisti e già iniziamo con le liti?- chiese il padre un po' divertito, sotto sotto gli piaceva rivedere la famiglia tutta riunita, nonostante i problemi. Azmaria accavallò la gamba scoprendola
- Nonostante la vostra età non riuscite ad essere seri, tutti e TRE.- bevve il liquido giallastro alcolico nel suo bicchiere di vetro
- Su! Lasciati un po' andare, dopo tutto siamo sempre noi.- tentò il marito appoggiando la mano sulla coscia nivea della moglie
- Ogni occasione è sempre buona per allungare le mani...-
- Ormai lo conosciamo bene, madre.- sorrise Wes divertito girandosi subito dopo verso Soul, che si voltò verso la cucina infastidito. Suo padre certe volte gli ricordava il vecchio porco.
"Il vecchio porco..." pensò chiudendo gli occhi "Ma dove stà il vecchio porco?!" subito dopo si ricordò di avergli sbattuto la porta in faccia involontariamente, forse.  "Maka... avrai letto il messaggio?"
 
In cucina...
- E questo che è?- chiese Maka seccata, guardando nel piatto di Soul
- Un messaggio nel sugo.- rispose Kami prendendo il resto dei piatti e posandoli nel lavello
- Grazie, lo vedo anche io... "Maka, scusami per prima, ho esagerato" puntini puntini puntini "MA ORA NON LASCIARMI SOLO CON QUESTI VECCHI!!!"- lesse ad alta voce. Si girò un po' il piatto tra le mani e ci riflettè un po' su, poi mise lo mise sopra la fila con gli altri e accese l'acqua, lavando via il messaggio. Si pulì le mani e si allontanò
- Qual'è il problema?- chiese la madre prima che potesse scappare
- Niente.-
- Bugia! Ti devo ricordare con chi stai parlando? Li riconosco i problemi di coppia, e anche le bugie.- sorrise -Che succede?-
La figlia sbuffò -E' che... io sapevo di non sapere tutto di Soul, e la cosa non mi pesava molto prima, ma ora si. Siamo una coppia, vorrei che si aprisse con me. Io l'ho fatto, io mi sono aperta e gli ho raccontato di cose che non ho mai detto a nessuno, ma lui... capisco che esiste un momento giusto per tutto, ma se mi impone di non fare qualcosa che per me può essere importante, e senza un valido motivo per di più, mi incazzo.- disse liberandosi da quel fardello che la stava uccidendo
- Quindi... lui non vuole che tu abbia un legame con i suoi genitori?- aveva capito tutto senza sapere niente. Maka si strinse un braccio, come faceva Crona, e gonfiò le guance. Kami si avvicinò alla figlia -Cos'avevi detto a Soul prima che arrivassero i suoi? Quando eri sul divano, dico.-
Maka non rispose subito -Gli avevo detto... che ci sarei sempre stata per lui...- abbassò lo sguardo -Ma come fai a...?-
- Shh! Faccio io le domande! Comunque... secondo te cosa significa?-
- Sostenerlo nei momenti peggiori, essere la sua spalla, amarlo, capirlo e non abbandonarlo o colpirlo alle spalle...- disse sicura di se
- E vuol dire anche aspettare e avere fiducia in lui, senza mettergli il fuoco sotto il culo! Maka, non dico che tu sia nel torto perchè tu hai tutto il diritto di conoscerli--
- Infatti! Ma--
- Parlo io!- disse tappandole la bocca -Ti dicevo... tu ne hai tutto il diritto, ma lui ti ha visto molto eccitata a conoscere i suoi, quando lui ancora non si sentiva pronto. Non è tranquillo sapendo di avere i genitori in casa, poi, tu avrai un'idea di cosa sia successo? Immagino di si, quindi se tu fossi al suo posto ti sentiresti un po'--
- Non ascoltata.... ignorata e lasciata a parlare con il muro.- esclamò sentendosi in colpa
- Soul non ha cattive intenzioni, vuole solo proteggerti da qualcosa che ha ferito lui, tu non faresti la stessa cosa? Vabbe', ora le mie sono delle supposizioni, ma penso che dovresti ascoltarlo ed essere distaccata, quelli non mi piacciono molto, soprattutto il ragazzo.-
 
Kami aprì il frigorifero e tirò fuori una grande torta al cioccolato e panna, decorata con fragole e zucchero a velo. Insieme si diressero verso la tavola
- Ta daaaaaaan!- esclamò soddisfatta la madre mentre appoggiava il dessert al centro della tavola
- Ha davvero un aspetto invitante, Signorina Kami- esclamò il padre di Soul
Maka, mentre dava ad ogni persona un piattino, ripensava alle parole della madre e iniziava a capire che cosa stava veramente passando Soul e anche perchè prima aveva risposto così male. Si sedette e iniziò a mangiare la fetta di torta, ancora con la testa tra le nuvole, ma qualcosa iniziò a toccarle il piede. Guardò dritto davanti a lei: Soul la fissava penetrante negli occhi. Arrossì lievemente e fece finta di nulla, ma lui insisteva a torturarla col piede. Seccata tirò un calcio al ginocchio di Soul e si ricompose sulla sedia, bevendo un sorso d'acqua
- Maka-chan, come mai non bevi?- chiese Wes nel silenzio -Te ne verso un po' se vuoi?- chiese prendendo la bottiglia di vino
- N-no grazie, non bevo alcolici.-
- Ah si? E' per mantenerti in forma?- chiese mettendo la sua mano su quella della bionda, che aveva appoggiato sul tavolo, Soul per poco non si strozzò con la torta ed allungò gli occhi verso la mano del fratello lanciando sguardi di fuoco.
Diede una forte forchettata alla torta, se fosse la faccia del fratello...
Fece girare tutti verso di lui, ma non cambiò di una virgola, fissava Wes. Non poteva toccare la SUA Maka, se non ci fosse stato il tavolo tra di loro gli avrebbe tagliato la mano con la falce. Per fortuna era riuscito a togliere "la sua manaccia sudicia da quella delicata di Maka"
- Ecco, mi piace rimanere in forma per svolgere il mio compito al meglio- disse la bionda riprendendo il discorso
- E' vero, volevo proprio chiederti cosa vuol dire essere un Maestro D'Arti-
- D'Armi, Russel, un Maestro D'Armi- lo corressero la moglie e il figlio minore, che si diedero uno sguardo di ghiaccio
- Beh, è molto impegnativo ma io sono soddisfatta dei miei sforzi. E' da quando sono piccola che avevo deciso di seguire le orme di mia madre e creare una Death Schyte, ed ora ci sono riuscita ma il mio compito non è ancora finito...- disse mettendo me mani sotto il mento e osservando la sua immagine riflessa nel bicchiere
- Sono proprio fiera di te, Maka!!- esclamò Kami abbracciando la figlia orgogliosa
- Mica dovevamo essere distaccate?- chiese sottovoce alla madre
- Tu si, io no, e stai andando bene, sii il più secca possibile... e non farti prendere la mano dal fratello!- rispose facendole notare le avances di Wes -Ti ho detto come la penso e non far soffrire il povero Soul!-
Kami si risedette, Azmaria era ancora più scioccata.
 
Finirono il dolce e si alzarono da tavola, finalmente Soul poteva stare vicino a Maka. Si sedettero sul divano e le mise un braccio sulle spalle facendola appoggiare al suo petto. Wes osservava la scena sorridendo di sottecchi.
- Di chi sono tutti quei libri?- chiese la Signora Evans
- Miei- rispose Maka
-TUTTI?- annuì ancora. Lei rimase a bocca aperta
"Quanto è acculturata questa ragazza? Finalmente qualcuno con cui ragionare..." pensò sollevata guardando i libri uno per uno, ma sgranò gli occhi leggendo un titolo: "Kamasutra". Si rimangiò il pensiero e si allontanò, senza sapere chi era la proprietaria del libro. Nyaa!
 
Alle 20:30 Kami decise di parlare in privato coi genitori, per lasciare da soli i ragazzi
- Sarò chiara e diretta: io non ci sono stata per Maka in questi anni, ma so delle sue potenzialità e del rapporto che ha con Soul. A cena vi ho visti molto distaccati con vostro figlio, perchè? Credo di aver più fiducia in lui io di voi- i genitori si guardarono in faccia, la moglie offesa
- Sta' forse dicendo che non siamo dei buoni genitori e non notiamo le potenzialità di nostro figlio?- ripose seccata e arrabbiata
- Non è questo che ho detto, ho chiesto solo perchè SEMBRATE così distaccati con quel ragazzo...- puntualizzò molto seria
Russel mise una mano sulla spalla di Azmaria, per tenerla calma -Kami...- iniziò -Sarò sincero con lei: è vero, non siamo così legati con Soul come con Wes, ma non perchè non lo amiamo o cosa, anzi. E' una questione di... carattere. Abbiamo sempre dato a  Wes un educazione che si adattasse al nostro stile di vita e lo abbiamo subito buttato nel mondo della musica. Era talentuoso e, soprattutto, non si era mai opposto alle regole. Avevamo creato un "impero", una famiglia di musicisti, ed era proprio questo ciò che avevamo progettato. Quando nacque Soul non avremmo mai pensato che crescendo diventasse un ribelle. Non rispettava le regole, rispondeva ed era ingestibile per noi, che avevamo avuto un'esperienza tranquilla come quella di Wes. Quante tate assunte per poi vederle scappare a gambe levate... Per un po' pensammo di aver fatto nascere un secondo Re della Tasmania!
Crescendo iniziò a suonare il piano, ed era bravo, ma ogni anno il suo carattere non cambiava, anzi, diventava sempre più ribelle. Non sapevamo come comportarci, poteva anche rovinare la nostra immagine.-
- Quindi non riuscivate a capirlo...?- annuirono -Che rapporto ha col fratello?-
-  Burrascoso, litigano ogni volta che si vedono.- esclamò Azmaria -Non possono fare una cosa che l'altro è pronto a criticarlo, si paragonano come due bambini...-
- E Non sapete il motivo?- scossero il capo in segno di "no". Kami sospirò
" Dovrebbero riuscire ad aprire gli occhi..."
 
Soul e Maka stavano parlando silenziosamente sul vecchio divanetto del loro appartamento. Lei appoggiata lateralmente rivolta verso di lui, che stava sdraiato coi piedi appoggiati al tavolino. Certe volte la bionda si avvicinava al collo di lui e ci respirando vicino, facendolo rabbrividire. Wes si buttò placidamente sul divano
- Allora!- iniziò appoggiandosi col gomito lateralmente, entrambi si girarono verso di lui -Come vi siete conosciuti?-
Soul lo fulminò con lo sguardo -Non sono cazzi tuoi.- rispose in cagnesco
- Come siamo scortesi... mi rispondi tu, Maka-chan?- chiese allungano la mano sul suo fianco, ma che venne schiaffeggiata e allontanata da quella del fratello
- Non la toccare.- esalò con denti stretti
- Come siamo protettivi.- disse in tono sarcastico -Cos'è, non sarete mica fidanzati?- chiese con un sorrisetto malizioso, Maka si strette a Soul
- Credo tu stia facendo troppe domande, Wes.- la bionda calcò sul nome, irritata
- Beh, allora parlerò un po' io...- iniziò cercando qualcosa nella tasca di pantaloni, porse a Maka un foto del fratello da piccolo: aveva i capelli arruffati e stava seduto sul seggiolino di un pianoforte -Ti voglio raccontare la "VERA" storia di Soul "Eater" Evans.- esclamò alzandosi
- Tutto inizia nel 1 giugno di 18 anni fa... era nato prematuro, con molti capelli e rompicoglioni fin dalla nascita. Io avevo 10 anni quando nacque quindi ricordo bene tutte le notti insonne per colpa delle sue urla. Crescendo fece tutte le malattie che poteva beccarsi all'asilo e non rispettava neanche una regola, quindi era sempre in punizione.- Soul strette i denti, Maka gli prese il polso per calmarlo -Alla bellezza di 5 anni inizia ad imparare a suonare il pianoforte mentre io, quindicenne, suonavo il violino. Era bravo, molto bravo ma col tempo le sue mani d'oro iniziarono a perdere valore, iniziava a trovare nuovi interessi e la passione con cui suonava il pianoforte divenne obbligo... non era più un divertimento, era una cantilena che doveva fare tutti i giorni.- cambiò tono e divenne più drammatico -Il povero, piccolo, Soul viveva ogni giornata facendo sempre le stesse cose: si alzava presto, andava a scuola, tornava il pomeriggio e suonava il pianoforte ed alla sera, dopo aver fatto ancora qualche prova, andava a dormire. Da quando apriva gli occhi al mattino a quando li chiudeva la sera viveva un incubo senza fine! Ad ogni concerto suonava e guardava il pubblico con disprezzo, isolandosi in qualche angolo da solo appena poteva, diceva che "il pubblico non capiva la differenza tra di noi"... esatto, era anche geloso di me, di come suonavo il violino e di come venivo lodato dalla gente, mentre lui era solo "il fratello bravo al pianoforte".- si avvicinò a lui ghignando -Ricordi? Ti ricordi, "Eater"?- chiese viscido come un serpente -Immagino che tu abbia capito cosa succede nella storia, Maka. Soul diventa adolescente e scopre di avere il Sangue D'Arma, quindi tutto esaltato inizia a preparare le valige, ma quando i genitori scoprono la cosa si oppongono. Rinchiuso "in carcere" progetta una fuga e, aiutato dalle badanti, scappa una notte d'estate lasciando la famiglia sbigottita e senza fiato. Tempo dopo si sente parlare di Maka Albarn, la ragazza che ha sconfitto il Dio della Follia, nonchè Kishin, insieme alla sua arma demoniaca Soul Eater e alla sua squadra di cinque ragazzi inutili, se non per un discendente di un clan di assassini e del figlio della Morte!- quasi non gli viene una risata isterica, Maka strinse la mascella -Ed è così che ti ritroviamo, come un maleducato teppista, che gira per il mondo con una ragazza su una moto, il cerchietto e il giubbotto di pelle.- cambiò sguardo -Avrai delle fans, immagino, perchè scegliere solo lei?- chiese indicando Maka, pronta ad alzare il dito medio e sbatterlo fuori da casa sua
Soul si alzò senza dire nulla, il volto era coperto dai ciuffi albini
- Sai... di tutto questo tuo discorso del cazzo io ho ascoltato solo le ultime cagate che la tua bocca di merda a sputato...- disse alzando il volto e mostrando un'espressione colma di ira e odio verso colui che dovrebbe essere suo fratello -Io non dovrei dire le ragioni per cui ho scelto lei, ma sono educato e te le dirò: ho scelto lei perchè è intelligente, perchè è coraggiosa, perchè mi apprezza per ciò che sono, perchè quando parlo con lei mi sento libero... ho scelto lei perchè è Maka Albarn, l'unica persona che mi ha veramente conosciuto e apprezzato fino in fondo!- la bionda rimase immobile e sorrise mentre nella testa aveva solo le parole del ragazzo che si ripetevano costantemente, come in un disco rotto
Soul si avvicinò con passo lento verso Wes e gli si piazzò davanti, erano alti uguali. Lo guardò negli occhi...
- SPARISCI DA CASA MIA...!- gli sussurrò minaccioso facendolo indietreggiare fino alla porta
 
I genitori erano appostati davanti al salotto
- Madre, Padre, è ora di andare..- disse Wes chiamando i genitori, che lo raggiunsero e salutarono cordialmente tutti
- Vi auguro una buona serata Signori Evans.- salutò dal divano, in un brodo di giuggiole. Wes sorrise avvicinandosi a lei
- A presto, Maka-chan.- la salutò allungando una mano verso di lei e spingendosela contro di lui.
In un'istante riuscì a rubare quel tanto bramato bacio che da tutta la sera desiderava. Un bacio che Soul aspettò per molti anni e che lui portò via in una sera. Una mano spinse via Maka e un'altra sferrò un pugno a Wes che sbattè contro la porta. Soul lo prese per il colletto della camicia -Ti avevo detto di non toccarla!- esclamò, aveva voglia di tirargli un secondo colpo, sentire di nuovo le ossa scricchiolare contro le sue nocche. Dal naso del fratello colava copiosamente del sangue
- Soul, lascialo.- disse la madre -Wes, basta così.- il figlio si diresse verso la porta sistemandosi il colletto
-  Allora ti saluto, caro fratellino.- ghignò leccandosi le labbra e pulendosi il sangue dal naso.
Kami uscì dopo gli Evans, per prendere una boccata d'aria, lasciando i due da soli in casa.
 
 Si chiuse la porta ed il silenzio fu tagliente come una lama.
 
Soul sbattè un pugno sulla porta, arrabbiato e frustrato. I ciuffi albini gli coprivano gli occhi, mentre digrignava i denti aguzzi dalla rabbia. Maka era poco distante da lui, in silenzio, lo sguardo smeraldino puntato sulla possente schiena di lui. Aveva allungato una mano e cercato di chiamarlo, ma le parole le erano morte in bocca poco prima di pronunciarle. Si è voltata ed ha abbassato lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.
Facendo strisciare la mano sul legno, Soul si raddrizzò dalla sua posizione quasi gobba e lasciò ricadere le mani vicino ai fianchi. Si voltò soffermando lo sguardo carminio sulle labbra rossastre della compagna , poi sugli occhi lucidi. Lentamente fece qualche passo e subito si ritrovò davanti a lei, molto più bassa rispetto a lui. Le posò delicatamente una mano sulla guancia, che al contatto diventa rossa e bollente, facendole alzare lo sguardo. Il rosso e il verde si guardano intensamente negli occhi, mentre la luce della luna li illuminava. Maka posò le sue mani delicate su quella di Soul, chiudendola nelle proprie
-Mi dispiace...- sussurrò lievemente -è tutta colpa mia...- una lacrima solitaria scese dai grandi occhi, toccando le lunghe ciglia intrise di mascara. Col pollice l'albino l'asciugò e fa un piccolo sorriso. Unendo le fronti, annusò il buon odore che emanano i capelli e la pelle della compagna
-Tu non hai colpe... non devi dire nulla...- pronunciò rauco, avvicinandosi alle labbra di Maka, al gusto di pesca.
Era un bacio dolce e potente allo stesso tempo, un insieme di emozioni che comprendevano la felicità e la rabbia, la tristezza e il rancore...
Staccatosi dalle labbra di lei prese un lungo respiro. Mentre Maka era immobile, coccolata dal caldo soffiare del ragazzo davanti a lei, Soul aveva chiuso gli occhi e riappoggiato la fronte sulla propria, mentre lasciava scendere la mano. La bionda sorrise addolcita. Saltò buttandosi addosso a lui e abbracciandolo, nascondendo le labbra e il mento nell'incavo del collo, ad occhi chiusi, gustandosi quel momento -Ti amo, Soul...- sussurrò Maka. I bulbi oculari del ragazzo erano pienamente aperti, non si sarebbe mai aspettato quelle parole. Piano ed insicuro contraccambiò quella stretta di amore e passione.
 
La luna ridacchiava dalla finestra, risplendendo i volti dei due, che si unirono in un appassionato bacio. Quelle lingue tanto cercate si erano finalmente unite e si toccavano come se fossero l'una l'àncora di salvezza dell'altra. Con movimenti coordinati, Soul fece indietreggiare Maka, che non si chiese dove la stesse portando, fidandosi ciecamente di lui. Quando la schiena si scontrò contro il freddo muro ruvido, alla bionda venne la pelle d'oca, ma venne subito scaldata dal corpo di Soul, che sovrastò il suo e la chiuse tra lui e il muro con le braccia.
Succhiò il labbro di Maka, mordendolo, per poi lasciare una scia di baci che scendeva sul collo, sbottonando la camicia il più possibile. Maka sospirava ad ogni bacio. Tornò sul collo bianco e morbido, conficcandone dentro i denti e lasciando una scia di morsetti assai evidenti quanto piacevoli. Le sue mani vagavano su tutto il corpo della compagna, accarezzava la pelle morbida delle cosce e solleticava i fianchi sporgenti di Maka. Leccò la clavicola e lasciò un grande succhiotto poco sopra il seno.
Osservò la compagna: era piena di segni rossi che per un po' di giorni non sarebbero andati via, ma, tutto sommato, non aveva un mattone nei pantaloni come lui!
Le abbassò la gonna che venne lanciata in un angolo, e lui tolse la camicia. Maka gli accarezzava il petto scolpito con le dita delicate. Lo sguardo semi-lucido di Soul si posò sul reggiseno bianco con fiocchettini e fronzoli sulle coppe. Ghignò riuscendo a scorgere la linea dei piccoli seni che il reggiseno sosteneva e afferrò violentemente le natiche di Maka, alzandola e facendole uscire un acuto urletto dalla bocca. Lei "allacciò" le gambe al bacino del ragazzo e le braccia al collo, facendo unire i loro corpi più di prima. Soul fece strusciare il naso contro quello della ragazza per poi baciarla ancora. Nonostante gli strati di stoffa, Maka sentiva benissimo l'eccitazione del ragazzo. Il ventre le iniziò a pulsare e strinse ancora di più le gambe.
Soul le tolse la camicetta e posò una mano sul seno morbido della Meister, poi, accarezzando la pancia, la mano passò sotto il reggiseno tastando il petto. La bionda si morse il labbro per trattenere un verso. Fece passare le dita sulla pelle della schiena, facendole venire i brividi, tentando di slacciare il gancino, un'impresa più difficile di quanto pensasse. Sfilato il reggiseno, Maka rimase a petto nudo. Istintivamente si coprì imbarazzata, ma Soul scostò delicatamente le mani sussurrandole che era "giusta così e, con più tette o meno, sarebbe sempre stata perfetta". La pelle chiara e morbida era estremamente palpabile sotto la mano di Soul, che ne esplorava ogni centimetro. Maka incurvò la schiena sotto quel tocco leggero.
L'albino passava la grande mano dalla costola al ventre, dai fianchi alla schiena, toccando ogni osso della spina dorsale. Prese i polsi della bionda e li appoggiò sopra la testa della ragazza, con una mano li teneva bloccati e l'altra la posava delicatamente sul seno nudo, accarezzando il capezzolo e la pelle. Lo strinse e avvicinò il viso al collo bianco di lei, leccandolo poco sotto la mascella.
Baciò avidamente il seno della ragazza, che gemeva, cercando di liberare la presa dei polsi, voleva perdere le mani nei suoi folti capelli nivei.
- S-Soul...- gemette chiamandolo
- Dimmi... sono tutt'orecchi.- disse sensualmente, avvinghiandosi al collo
- Potresti... lasciarmi? A-aahh..- l'albino allentò la presa dei polsi
Maka accarezzò il petto nudo del ragazzo, seguendo la linea della cicatrice con le dita.
Scese da contro il muro e iniziò anche a scendere con le mani: dal petto si passava al ventre, poi ai fianchi fino all’elastico dei pantaloni. Prese il bottone e cercò di sbottonarlo, poi abbassò la cerniera. Soul tolse i pantaloni. Quando Maka sentiva le chiacchere delle ochette che commentavano le misure dei ragazzi, dove Soul le batteva tutte, non avevano torto: era davvero dotato! Arrossì solo a vederlo.
 
Soul prese Maka per i fianchi e la sbattè sul letto, continuando quella dolce tortura. Le sciolse i codini e spettinò i capelli sul cuscino, era magnifica. Baciò il collo e il seno, mentre le mani accarezzavano le cosce, coi denti iniziò a pizzicare l'elastico degli slip. Ci volle poco per levare anche gli ultimi strati di vestiti
- Sei pronta?- chiese rauco vicino all'orecchio
- Sono nata pronta.-
- Aah, spiritosa.- commentò entrando lentamente in lei.
Maka avvertì una forte pressione un bruciore lancinante che diventa dolore ad ogni minima spinta. La bionda chiuse gli occhi e conficcò le unghie nelle braccia del ragazzo facendo un lieve urlo
- Guardami, Maka.- disse, lei obbedì -Non smettere di guardarmi, concentrati su di me, non sul dolore.- la rassicurò, sulle punte degli occhi c'erano delle piccole lacrime, che minacciavano di scendere.
Ancora qualche lamento di dolore. Maka sentiva che ad ogni spinta Soul riusciva ad entrare sempre di più in lei, anche se non voleva farle male, ma non poteva fermarsi. L'albino leccò via le lacrime. Un'altra spinta e sentì i muscoli della ragazza rilassarsi, non sentiva più nulla se non piacere
- Ancora.- chiese supplichevole, venne accontentata subito
Lo sentiva dentro di lei, totalmente. Era nel paradiso, anzi, nell’Inferno, l'Inferno del piacere dove tutti i diavoletti erano vestiti con abiti provocanti e ballano il twerking. Spinta dopo l'altra, la forza e la frequenza aumentavano. Maka inarcò la schiena, le fiamme dell'Inferno la stavano bruciando, come stavano facendo con Soul.
Soul strette la bionda  e i busti e i fianchi aderivano alla perfezione. La Meister desiderò che quel momento non passasse mai. Emozioni simili le avrebbe provate solo con l'albino.
Graffiò la schiena di Soul con le unghie, mentre lui grugniva sia di dolore che di piacere. Gli morse l'orecchio e il collo, volveva anche lei la sua vendetta dopo tutto.
L'albino strinse la testata del letto facendola scricchiolare per la troppa forza, non gli importava, era il suo letto dopotutto. Dentro Maka si sentiva protetto, era calda e bruciava al solo tocco.
- Come stai?- chiese ad un certo punto
- Benissimo.- rispose tra i sospiri, non sapeva neanche se ci sarebbe riuscita a spiccicare parola
Prese il volto dell'albino, facendogli capire che era il suo momento di guardarla, sorrise felice e lo baciò.
Maka strette le gambe ai fianchi di Soul, tenendoselo ancora più vicino. Le spinte si facevano frenetiche, ma piacevoli. Era un istinto animale che non si poteva placare, erano dei sentimenti troppo potenti per essere governati, e molti ne hanno paura.
Baciò ancora il collo della bionda, mentre gli tirava i capelli. Quanto avrebbe voluto farlo lui coi suoi codini.
 
Erano due anime in un solo corpo.
 
Venne prima Maka, poi Soul a ruota, lasciandosi cadere su di lei. Si sentivano solo i loro respiri affannati.
- Sono felice che sia stato tu.-  ammise accarezzandogli i capelli e la schiena
Soul sorrise sulla pelle di lei, accarezzandole il braccio
- Onorato, allora. Per me è la stessa cosa.- la bionda rimase confusa
- Era la tua prima volta questa?-
- Anche la tua, se posso permettermi. Ora come faccio a pulire il lenzuolo?-
- Non sai neanche togliere un po' di terra dai pantaloni, e vorresti pulire del sangue? Lo farò io.- sbuffò
...
- Maka...- la chiamò -Ti amo anch'io.- ammise accoccolandosi di più su di lei, il cuore batteva regolarmente, rispetto al suo che gli sembrava stesse per scoppiare
Non sentì nessuna risposta -Maka?- la guardò e vide che stava dormendo
" Non mi ha sentito..." pensò "Pazienza... dovrà aspettare la prossima scopata per sentirlo ancora." chiuse anche lui gli occhi cadendo in un sonno profondo.
 
 
Un raggio di sole colpì in pieno viso Maka svegliandola. Si strofinò un occhio e cercò di alzarsi, ma un "dolce" peso la bloccava. I morbidi capelli albini le pizzicavano il petto e la ruvida cicatrice era contro la sua pancia. Soul.
Si ricordò subito della notte prima: i baci, i sospiri, le mani... aveva fatto l'amore con Soul, l'aveva marchiata. Arrosì felice al solo pensiero di considerarsi sua. Cercò di guardarlo in faccia, ma la teneva nascosta sotto i capelli. Era diventata un cuscino vivente.
Accarezzò i capelli arruffati. Erano morbidi e profumavano. Sentiva il battito regolare contro lo stomaco e i suoi pettorali sul suo petto.
Gli passò una mano sulla schiena sentendo i muscoli irrigidirsi sotto il suo tocco leggero
- Da quanto sei sveglio?- sentì dei mugolii
- Da quanto ti approfitti della gente che dorme?-
- Odio quando mi rispondi con una domanda...- spostò violentemente l'albino facendolo ricadere affianco a lei
Lui ridacchiò -Comunque, buongiorno, eh.- lei sorrise dolcemente
- Buongiorno.- era diventata una donna, finalmente
 
Si alzò e si rimise l'intimo, non le piaceva essere nuda davanti a qualcuno, nonostante sia Soul quel qualcuno. Lui le osservava le lunghe gambe snelle e subito gli venne in mente quanto erano morbide e il sapore di quella pelle di porcellana.
- Toh.- gli lanciò i suoi boxer -Mettiteli.- sbuffò infilando prima una gamba e poi 'altra
Soul si sdraiò e portò le mani dietro la nuca, guardando il soffitto bianco. Erano mesi che faceva sogni "hot" sulla sua Meister, ma non erano comparabili a quell'unica notte. Le emozioni contrastanti si erano mescolate tra loro creando una nuova musica, componendo uno spartito. Si voltò verso Maka.
La bionda sentì bruciare sulla schiena. Si girò e constatò che era lo sguardo dell'albino. Fece qualche passo sedendosi sul letto
- Che c'è?-
- Nulla... hai solo delle belle gambe, ecco tutto.- rispose girandosi dall'altra parte
" E questo lo chiami nulla?" penso lei
- Senti...- iniziò lui -E' da un po' che volevo chiederti se sei ancora sicura che l'amore faccia male?-
La bionda prima di rispondere ci pensò su: da quando aveva compreso la natura dei sentimenti verso Soul era molto felice. Non l'aveva scalfitta nulla. Però era solo un mese che stavano assieme, e se col tempo le cose peggiorassero?
Maka mise le mani sulle guance dell'albino, facendolo girare verso di lei -Io non sono sicura su nulla ormai... iniziando questa relazione con te ho superato l'impossibile, ho abbandonato la sicurezza...- disse piano -Ma...- aggiunse prendendo una mano di Soul e appoggiandola sul cuore -Quando questo muscolo batte, lo fa solo per te.- fece un grande sorriso. Soul la guardava e sentiva il cuore battere forte e veloce.
Allora prese la mano della Meister e l'appoggiò sul suo imitandola -Quello che senti sotto la mia pelle è tutto tuo, tuo e solo tuo, Maka. Non voglio essere di nessun'altro se non tuo.- ammise abbozzando un sorriso misto ad un ghigno.
Rimasero a sentire i cuori battere nel petto dell'altro, per loro il tempo si era fermato. Lentamente si avvicinò a lui e lo abbracciò, sedendosi sulle sue gambe. Lo strinse forte, sentendo la pelle nuda contro la sua.
- Grazie di esserci.- disse Maka appoggiando le labbra tra l'incavo del collo e della spalla
Soul le porto una mano sulla schiena accarezzandola
- Grazie di esserci sempre stata...-
 
 
BRAVI A TUTTI QUELLI ANCORA SANI MENTALMENTE DOPO TUTTA QUESTA LETTURAAAA!!
 
Angolo autrice che sventola ventagli con la bandiera giapponese alla Alphonse Elric:
Viva i capitoli eroticiii!!!!! XD Voi non sapete che vergogna che ho in questo momento -///-'
Mi scuso subito per l ENORME ritardo del capitolo. Devo scrivere più velocemente ù.ù
Ammetto che per la parte più "hot" mi sono ispirata da un librozzo di cui non cito il titolo. Non è copyright ispirasi, you know?
Sapete, ora che noto, ho sempre scritto che nell'appartamento di Maka e Soul c'è un secondo piano... ma com'è possibile che ci sia?!!!!!!! Come ho potuto scrivere una cagata simile?!! Vabbe'... adesso cercherò di non commettere errori come questi ma, con le storie in corso, devo continuare a far si che "esista" questo secondo piano.
Passiamo alle note!!!
Uno: esisteva un flashback dell’incontro tra Soul e Kami ma l'ho tagliato, sorry, spero si capisca comunque!
Due: se il capitolo è un po' incasinato è perchè l'ho voluto fare tutto unito, sennò sarebbero stati altri.
Tre: la mamma di Soul non ha gli occhi azzurri, che volevo metterle, solo perchè si è visto troppe volte. Direi che un color cioccolato inganna come non mai, sembra dolce ma è aspra. Forse nasconde anche un po' d'amore dietro della freddezza?
Quattro: ho cercato dei nomi originali per gli Evans, nella speranza che vi piacciano.
Cinque: sulla Wikipedia di Soul c'è scritto la sua data di nascita (1 giugno).
Sei: nel manga Black*Star dice che sia lui che Maka hanno origini giapponesi come Tsubaki.
Sette: esatto, per me Wes è un pazzo! XD
Otto: se state pensando che gli abbia fatto fare "sesso per distrarsi dalla disperazione" vi sbagliate. E' solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha fatto desiderare ad entrambi di possedersi.
Nove: sono un po' OCC i personaggi? O.O' Li ho fatti troppo fluffosi forse...
Dieci: questa nota esiste perchè mi piace il numero 10.

AAhh... che soddisfazione.... HO FINITO LA MIA PRIMA LOOOOOOOOONG!!!! Che Long non era troppo, ma sono dettagli! XD
Spero che questa storia vi sia piaciuta e che non sia andata ne troppo nei dettagli ne troppo poco con le parti... "porcose"... ringrazio tutti quelli che l'hanno letta silenziosamente; aperta perchè erano interessati e poi ne sono rimasti schifati; anche chi neanche sapeva di averla aperta! XD MA RINGRAZIO SOPRATTUTTO CHI L'HA RECENSITAA!!!!! In questo caso, ringrazio mana_chan, Ray TD e Fiordaliso che hanno recensito entrambi i capitoli precedenti!
-Si spera che recensiscano anche questo!-
Ma shi! Se sei ottimista vedrai che verrai ricompensata! °w°
 
GRAZIE E TANTI BACI! SE VI FANNO SCHIFO ABBRACCI, E SE ANCHE QUESTI NON LI VOLETE VI LANCIO IN TESTA LA SAGA "The Diva Diares"!!! XD
 
Kiss kiss
   
 
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