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Autore: Scarlett Carson    21/06/2016    1 recensioni
- Crossover con il film Amori e incantesimi 1998 -
Fanfiction Dramione
Hermione Granger sa di essere un eccellente strega ma vorrebbe tornare a studiare ad Hogwarts per l'ultimo anno. Ma, nell'attesa una piacevole sorpresa la attende.
E se Hermione avesse nascosto le sue vere origini? Se avesse nascosto a tutti la vera origine dei suoi poteri e la verità sulla sua famiglia?
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 13

 

La serata era ormai finita, si accordarono per la colazione del mattino seguente che voleva fare Narcissa a casa sua e si lasciarono.

“Hermione, potrei parlarti in privato un momento?” chiese Ron.

“Certo, Ronald” disse lei.

Dopo che si salutarono tutti e che rimasero soli, Hermione chiese al ragazzo cosa dovesse dirle e Ron decise di non dilungarsi troppo in chiacchiere inutili.

“Per caso sta succedendo qualcosa tra te e quella serpe di Malfoy?”

“No, cosa te lo fa pensare?” chiese lei, stranita dal fatto che persino uno come lui si fosse accorto del suo comportamento quando quel biondo platino era nei paraggi.

“Vi guardate in modo e stasera sembravi agitata come se... come se...” disse lui, incapace di finire la frase.

Hermione ormai non sapeva più cosa dire e cosa pensare. Non voleva mentire a Ron, dopo quello che era successo pochi mesi prima, meritava una spiegazione, ma allo stesso tempo, non se la sentiva di confidargli un così intimo pensiero.

“Perchè mi stai dicendo questo?”

“Perchè voglio che torni con me! Non puoi aver dimenticato cosa è successo tra di noi! Da quando te ne sei andata dalla Tana, da me sei diversa! Io rivoglio la mia Hermione Granger!” disse ormai al limite della sopportazione.

“Certo che non l'ho dimenticato, anzi ci ho riflettuto anche e a lungo su quanto era successo ma, davvero, Ronald non posso”

“Perchè? Non mi dirai che preferisci quella serpe, adesso! Dopo tutto quello che ci ha fatto! Dopo tutti gli insulti! Non ti facevo così meschina!”

La strega, ormai al limite della sopportazione, mollò un ceffone al ragazzo che la guardò in cagnesco ma poi il suo sguardo divenne stupito dopo che vide la ragazza in lacrime.

“Non puoi decidere tu per me! Tu non hai mai saputo chi sono davvero io! Non puoi obbligarmi ad amarti! Mi dispiace, Ron ma non ti ho mai amato davvero”

“Non me ne faccio nulla delle tue scuse! Ti farò cambiare idea, dovessi anche obbligarti con la forza, ma tu tornerai con me! Non ti permetterò mai di provare qualcosa per quella lurida serpe!” e se ne andò, avendo una nuova certezza.

Non si sarebbe ancora arreso, l'avrebbe avuta anche con la forza o con la magia ma sarebbe di nuovo tornata con lui.

La ragazza tornò in casa in lacrime, non avrebbe voluto farlo soffrire così ma prima o poi sapeva che quell'argomento andava affrontato.

Quello che non sapeva era che un certo furetto platinato aveva visto e sentito tutto dalla finestra della sua camera.

 

Quella notte, Jillian si svegliò di soprassalto. Un forte vento aveva preso a soffiare quella notte. Si alzò dal letto e si diresse verso la portafinestra della sua camera. La spalancò e si ritrovò travolta dal forte vento. Guardò un punto preciso del giardino. Aveva una brutta sensazione.

Si strinse più porte nel tentativo di ripararsi dal vento gelido, un po' troppo per quella stagione.

“Sei tu, Jimmy?” sussurrò al vento.

“Vattene, Jimmy. Vattene via!” e richiuse la porta e tornò a dormire.

 

***

 

Il mattino seguente si dopo che si furono ritrovati a colazione, un'aria gelida e carica di tensione si era impadronita della veranda della nuova Malfoy Manor.

Hermione non aveva il coraggio di guardare Ron e Draco.

Ron osservava la ragazza per vedere se quella discussione poteva essere servita, ma poi spostò lo guardo su Draco che sembrava non essersi accorto di nulla.

Harry sapeva cosa era successo la sera prima con Hermione, da una parte era con Ron, sarebbe stato perfetto per lei, ma non poteva biasimare la ragazza: i sentimenti non si possono controllare.

Decise che ne avrebbe parlato con lei, in modo più civile rispetto a come aveva fatto l'amico la sera precedente.

Difatti, terminata la colazione dai Malfoy, Harry chiese alla ragazza se le andava di fare due chiacchiere, lei accettò di buon grado.

“Vuoi riprendermi anche tu Harry?” chiese ella, era troppo ovvio di cosa volesse parlarle.

“No, voglio solo sapere da te cosa sta succedendo” disse con tutta la calma del mondo.

Lei adorava Harry: era una persona comprensiva anche se, a volte, impulsiva e le sue idee non andavano mai a buon fine, ma soprattutto era disposto ad ascoltare le persone e non giudicava mai una persona senza prima sentire le sue ragioni.

Gli spiegò tutto, confidandogli anche i brividi che le procurava l'ex serpeverde.

Il ragazzo la ascoltava ed era sempre più convinto che lì ormai c'era poco da fare per Ron. I sentimenti di Hermione erano troppo grandi e lei nemmeno se ne rendeva conto.

“Ascolta, Herm, non sta a me decidere chi tu debba amare. Voglio che tu sia felice; sai inizio a conoscerlo un po' meglio anche io e vuole solo vivere come un normale diciottenne dovrebbe, con sua madre, che la ama moltissimo. Voglio solo dirti questo: impara a conoscerlo meglio. A Ron ci penso io”

“Grazie, Harry, con te si che può parlare! Anche io vorrei vedere quanto lui è cambiato ed è stato questo pensiero, fin ora, che mi ha spinto verso di lui, ma non so che mi ha preso ultimamente: quando mi è vicino non capisco più niente!”

“Sei innamorata, Hermione, di Draco” le disse.

“Innamorata è un parolone Harry!” disse lei cercando di smorzare la situazione, non se la sentiva ancora di dire quella parola.

“Ma è così e credo che te ne renderai conto molto presto” le disse.

Dopo quella conversazione, Harry andò via dicendo che avrebbe cercato di far ragionare Ron e si salutarono così.

Quando la ragazza fece per entrare, vide una figura in lontananza che si avvicinava verso di lei.

Lo riconobbe abbastanza in fretta: era l'ispettore Hallet, colui che si stava occupando della scomparsa di Jimmy, l'uomo che fino qualche giorno prima avevano sepolto in giardino.

“Buongiorno, signor Hallet. Posso esserle d'aiuto?” chiese gentile.

“Buongiorno, signorina Ownes. Potrei entrare a parlare con lei e sua sorella?” chiese l'uomo senza troppi giri di parole.

“Si accomodi” disse lei, sperando che non avesse scoperto qualcosa.

Lo fece entrare a casa sua ed andarono in cucina, dove la ragazza offrì all'uomo una tazza di caffè mentre andava a chiamare sua sorella.

Tornata, notò che l'uomo non era dove lo aveva lasciato: era uscito dalla portafinestra della cucina entrando nella piccola serra che c'era proprio lì di fronte.

Lei e Jillian lo raggiunsero e, notandolo che aveva in mano una delle sue boccette, Hermione rispose:

“Quella è belladonna, per alcuni è un ottimo calmante e aiuta anche chi soffre di insonnia”.

“O per alcuni è un ottimo veleno” disse poi lui, dicendo poi che ne avevano trovato tracce nell'auto di James Angelov.

Le due sorelle si guardarono per un momento stranite.

“Nascondete James Angelov?” chiese l'ispettore.

“Qui in casa non c'è” rispose solo Hermione e per una volta fu sincera.

“Hermione e Jillian Owens, avete ucciso voi James Angelov?” chiese l'ispettore, spazientito, anche se dentro di lui sapeva che quelle due c'erano dentro fino al collo.

Hermione, che dal canto suo, era stufa di tutta quella storia e anche appesantita dalla situazione con i ragazzi e Malfoy, decise di fare leva su quello che la gente diceva di loro, su quello che lei era davvero.

“Oh sì” disse lei, con grande stupore della sorella che la guardò terrorizzata, “un paio di volte” aggiunse e allora Jillian capì.

“Che cosa? Siate serie” disse lui.

“Oh non ci venga a dire che non sa cosa si dice di noi in paese, sappiamo che ha indagato sul nostro conto da quando è qui” intervenne Jillian.

“Sì e sarete d'accordo che si dicono cose strane, che fate cose strane sia nel vostro negozio che in casa! In pratica dicono che siete delle...”

“Streghe?” continuò Hermione per lui.

“Dovrebbe venire ad Halloween, allora si che vedrebbe chi siamo davvero” disse poi Jillian, assecondando la sorella.

“Già, ci buttiamo giù dal tetto e voliamo. E uccidiamo i nostri consorti” disse.

“Basta a che gioco credete di giocare? Scoprirò la verità su di voi, ci potete scommettere!” disse e se ne andò via.

“Ma che diavolo ti prende?” disse Jillian facendo esplodere la sua rabbia repressa.

“Non lo so” disse Hermione con lo stesso tono.

Allora Jillian comprese, andò verso la sorella, sfilò la boccetta di belladonna che aveva al collo e la esaminò.

“Hai esagerato con questa roba” disse poi.

Sapeva che la sorella, da qualche tempo, faceva uso della belladonna per dormire dato che spesso si svegliava la notte per colpa degli incubi che la terrorizzavano, dovuti alla guerra contro Voldemort.

Così come sapeva che, per colpa di un certo biondino, aveva aumentato le dosi, assumendola non solo di più ma anche più di una volta al giorno, seppur con scarsi risultati.

E su una strega esagerare con certe cose non era il massimo, specialmente se non era per alleviare la tensione o l'insonnia.

“Prima o poi ne sentirai le conseguenze” disse poi, rimettendo la boccetta al suo posto: sotto la sua maglia, ben nascosta.

“Sono solo grata che nessuno abbia assistito a questa conversazione” disse poi calmandosi.

“Andrà tutto bene, ha dei sospetti è vero ma non ha prove concrete ne tanto meno il corpo di Jimmy. Finchè non ha nulla di tutto questo, non dobbiamo temere nulla” le disse per confortarla.

 

Hermione, decise di andare in giardino a svagarsi un po', quando notò la folta e rigogliosa pianta di lillà, le venne in mente quello che era accaduto pochi giorni prima e la rabbia prese il sopravvento.

Afferrò un paio di cesoie e andò dritta verso il gazebo su cui la pianta di appoggiava e iniziò a tagliare i rami, prima normalmente ma poi la rabbia montò quando ripenso a Jimmy e alla litigata con Ron e, senza accorgersi che si era messa a piangere, tagliò non solo i rami più piccoli ma iniziava ad andare verso il minuto tronco dell'alberello macerandolo a colpi di cesoia.

“Caspita, mezzosangue, che ti ha fatto quella povera pianta?” sentì una voce alle sue spalle che riconobbe tra mille. Si voltò, dopo essersi asciugata un minimo le lacrime che le rigavano le guance e lo vice.

“Niente” disse.

“Niente? La stavi massacrando” constatò lui, osservando i rami tagliati ai piedi della ragazza.

“O-odio i lillà” disse cercando di essere più convincente possibile, peccato che nel dirlo abbassò lo sguardo involontariamente.

“Bugiarda” disse lui, notandolo.

Lei non sapeva cosa controbattere. Se fossero stati a scuola, fino a poco tempo fa, per quell'affermazione, lo avrebbe ricoperto di insulti ma non erano più ad Hogwarts e loro non era più gli stessi.

“Abbiamo diversi discorsi in sospeso, Owens” disse lui dopo un po'. Non aveva comunque il coraggio di chiamarla per nome, non avrebbe osato finché non capiva perchè lo faceva stare bene la sua compagnia.

“Quali... quali discorsi?” disse lei, risentendo tutto il vortice di emozioni sentiti la sera precedente.

Lui si fece più vicino.

“Lo sai benissimo” disse lui.

“Perchè non iniziamo con qualcosa di più facile, tipo, che diavolo ti era preso ieri sera?” disse lui, facendosi sempre più vicino, con tono di chi ormai la pazienza l'aveva persa da un pezzo.

Questa per lui sarebbe qualcosa di facile?!” pensò la ragazza, mentre lottava con tutta se stessa per non cedere a quegli occhi così chiari, quella bellezza da aristocratico che lo aveva contraddistinto in tutta la scuola, facendo innamorare di sé molte ragazze, se non tutte.

Dopo qualche minuto di silenzio, il ragazzo si allontanò bruscamente e la ragazza non poté che sentirsi quasi dispiaciuta.

“Capisco, be sappi che mi dirai la verità, anche se non lo vorrai” disse lui e se ne andò.

Mi dispiace, non sono ancora pronta” disse tra sé ma era solo un vago tentativo per cercare di auto convincersi e lei lo sapeva bene e con rabbia, conficcò le cesoie che aveva ancora in mano nel tronco di quello che era rimasto della pianta di lillà.

“É tutta colpa tua!” disse rivolta alla pianta ma sapeva che era stata solo una conseguenza e scoppiò in lacrime.

 

Non sapeva perchè si fosse comportato così. Non avrebbe voluto, ma lo stava portando all'esasperazione. Sapeva che gli nascondeva molte cose, da quando era lì lo aveva notato che non era la stessa mezzosangue so-tutto-io che era a scuola. Era diversa. Sapeva anche che non poteva pretendere che le spiattellasse tutta la verità proprio a lui che fino ad allora non aveva fatto che insultarla e non gli era mai importato di come stesse dopo. Ora lo poteva solo immaginare.

Ormai era come ossessionato da lei, la sera prima ne era stata una prova. Il suo profumo di vaniglia e fiori lo aveva stordito per tutta la serata. La sua sola vicinanza lo faceva sentire come un adolescente in preda agli spasmi. Lo avrebbe potuto evitare se avrebbe lasciato a Potter o Lenticchia quel dannato posto, ma no si doveva sedere per forza lui lì accanto a lei!

Quando si era poi rifugiata in bagno all'improvviso, si era sentito in dovere di seguirla. Era praticamente scappata dal tavolo e pensava che fosse per colpa sua. In fondo si erano amorevolmente odiati in modo reciproco, ma quando era arrivato alla porta indeciso se entrare oppure no, l'aveva sentire dire “dannazione a te, furetto platinato” e lui era l'unico che definiva così! Così era entrato come una furia, pretendendo di sapere come mai, senza fare nulla, aveva detto quella frase. Il suo silenzio però lo faceva solo più incazzare. Aveva deciso che avrebbe usato anche il Veritasierum se fosse stato necessario. Subito dopo gli venne in mente la conversazione con Lenticchia, subito dopo che erano andati via da casa sua e la rabbia era montata di nuovo! Come poteva quel misero essere trattarla così? Non si definiva forse lui innamorato di lei? Da quello che aveva udito gli pareva più ossessione, pretendeva che lo amasse perchè? Perchè erano stati della stessa casata? Perchè avevano condiviso tutte le loro battaglie vincendo sempre, insieme? Credeva di essere l'unico ad avere il diritto di averla? Quelle domande lo fecero solo più incazzare.

“Maledizione!” disse, tirando un pugno sul muro di casa sua per poi entrarci.

 

Una volta esaurite le lacrime, andò in negozio.

“Ciao Herm” la salutò Carla, intenta a sistemare i prodotti appena arrivati nel giusto scaffale.

“Ciao Carla. E Linda?” chiese la ragazza.

“Oh aveva una visita dal dottore, appena finita arriva subito” le disse.

“Avrebbe potuto prendersi tutto il pomeriggio” disse Hermione. E si mise al lavoro anche lei, aveva appena inventato una nuova ricetta per un'essenza da usare durante il bagno e voleva assolutamente prepararlo per provarlo poi a casa.

Si mise in un tavolino lì vicino e prese gli ingredienti necessari e si mise all'opera.

Mentre lavorava un profumo, ormai a lei famigliare, la bloccò. Le era capitato tra le mani, quasi inconsciamente, una boccetta di olio essenziale di menta piperita. La annusò facendo penetrare ogni più piccola particella di quell'odore nelle sue narici. Chiudendo gli occhi avrebbe potuto immaginare che Malfoy fosse lì con lei, era il suo stesso profumo.

Harry aveva ragione” si ritrovò a pensare una volta che riaprì gli occhi tornando alla realtà.

Aveva appena terminato il suo olio da bagno all'essenza di vaniglia e mela verde e lo mise in una piccola boccetta per provarlo poi a casa, ma aveva ancora del tempo e Carla era andata via e, con l'olio essenziale di menta, decise di fare un profumo, ma quello non era destinato alla vendita, almeno non ancora. No quel profumo era solo per soddisfare la voglia della ragazza di poter sentire il bel biondo accanto a lei.

Sei completamente impazzita, Hermione... per lui” concluse prima di chiudere il negozio ed andare a casa, portandosi le sue due nuove creazioni.

 

 

Hermione era nella sua vasca da bagno, intenta a provare la sua nuova creazione, immersa nei suoi pensieri. Irruppe nel bagno sua sorella che la destò completamente dal turbine di pensieri che ormai avevano come protagonista l'ultima persona che avrebbe mai immaginato.

La sorella si spogliò, e si immerse nella vasca con lei mettendosi di fronte.

“Come quando eravamo piccole” disse Hermione dando voce al ricordo di lei e Jillian bambine nella vasca da bagno a giocare più che a lavarsi!

“Già” disse la sorella. “Carotina, che ti succede?”

“Jilly, io credo di...impazzire” disse alla fine.

“Colpa del bel biondino che vive qui accanto?” disse lei, con un sorriso.

“Già”

“Ancora temi cosa possa succedere se gli confessassi tutto?”

“Sì, ora che ho capito perchè mi sento così in sua presenza, non voglio che mi allontani e quindi preferisco che rimanga tutto così”

“Certo che sei strana. È acqua passata ormai. Metti da parte quel tuo fottuto orgoglio e parlate da persone mature. Sei giunta fino a qui e se non riuscirai a dirgli tutto lo rimpiangerai e ti mancherà questo sentimento che provi se continui ad ignorarlo così. L'amore riscalda il cuore di ognuno di noi, è una stella che ti indica la strada giusta da percorrere. Non è mai troppo tardi, carotina”

“Mi odierà di più forse”

“Ma non avrai rimpianti” finì per lei, Jillian.

“E sono certa che ne porterò il ricordo con me” disse ormai convinta.

Jillian aveva ragione, ci avrebbe provato. Non importava cosa avesse pensato di lei dopo, ma non riusciva più a tenersi dentro tutto quanto. Era troppo. Avrebbe detto tutto a Malfoy, ogni cosa dalle origini della sua famiglia e al perchè di quella scenata la sera prima a cena.

“Be che aspetti vai!” la incitò la sorella.

“Adesso??” disse sconvolta Hermione, aveva deciso sì ma subito così su due piedi senza aver preparato nemmeno il discorso che voleva fargli.

“E quando? Più aspetti più sarà peggio! Su forza. Con un trucchetto te lo farò trovare in giardino” le disse strizzandole l'occhio.

“Ma...” iniziò Hermione che era uscita dalla vasca e si stava rivestendo di fretta.

“Muoviti, ti sta già aspettando” ed Hermione non poté che correre verso di lui.



Spazio Autrice:
eccomi ritornata ;) Sono felice di annunciarvi che ho praticamente finito di scrivere questa storia ;) ho appena scritto la parola fine sul mio foglio di Word XD
Magari nel weekend vi posto un altro capitolo ;) tempo permenttendo ;)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ;) ancora 5 o 6 capitoli e la storia è finita ;) 
Ringrazio, come sempre, tutti quelli che seguono la mia storia e chi commenta sempre ;) Sprono tutti a fare lo stesso! A chi ha aggiunto le storie nelle categorie! 
Grazie mille ;) 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett

  
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