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Autore: Erina91    21/06/2016    6 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"I never let a middle portion, Nakiri, I want the full portion"



Si stiracchiò facendo scricchiolare le ossa, aprendosi in un esteso sbadiglio di prima mattina. Lanciò un'occhiata distratta alla sveglia posta sul suo comodino che puntava esattamente le 10.00, dopo essere stato sotto le coperte tutta la mattina a “poltrire”, realizzando che era purtroppo arrivato il momento di scendere a colazione con tutti gli altri.
Era stata una notte tranquilla e calda, stellata e rilassante, aveva fatto tutta una "tirata" dopo aver pulito la sua “zona lavoro” nella quale si era esercitato per l'ultimo evento, poiché era stanco morto. Il preside non aveva detto loro cosa riguardava l'ultimo banchetto e questo aveva iniziato a insospettirlo visto che non sapeva neppure dove cominciare e il calendario mensile segnava il 30 agosto: mancava un giorno e vi era ancora tanto mistero sulle caratteristiche del ricevimento. Non poteva dire di essere preoccupato, dato che comunque se la cavava sempre in qualche modo, ma sicuramente era più limitato rispetto agli altri banchetti in cui sapeva già cosa preparare e il tocco personale da adeguargli.
Non ebbe il tempo di rifletterci ulteriormente perché, appena aprì la porta dell sua camera dopo aver indossato i primi vestiti trovati, cascò dalla maniglia una pergamena molto simile a quella usata per il primo banchetto, solamente molto più vecchia e logora. Chiaramente era stata scelta apposta con quello stile.
Si aprì in un'espressione confusa e lentamente la srotolò trovandosi sotto gli occhi il titolo del "tema" e una frase:


 
Invito gentilmente i miei ospiti a partecipare ad un banchetto Medievale e a gustarsi le ricche sfiziosità di quel periodo.
Siete pregati di adattarvi al meglio alla magica atmosfera, in tutti i sensi possibili.”


Era una specie di enigma?
Soma rifletté attentamente su quello che aveva appena letto e poco più in là vide Erina sull'uscio della sua porta intenta a leggere una pergamena simile.
Soltanto quando si sentì osservata distolse gli occhi dal foglio e disse:
-Yukihira.. riunione nella cucina grande tra dieci minuti. Riferiscilo a tutti per me.-
Soma sussultò e annuì iniziando a cercare gli altri.

Non troppo tempo dopo, tutti si ritrovarono puntuali all'interno della grande cucina. In mano la stessa misteriosa pergamena e la solita espressione perplessa.
-cosa significa questo?- chiese per primo Hayama, -non vi è nemmeno scritto cosa dobbiamo cucinare. Sembra quasi che non dobbiamo farlo.-
Erina sospirò. -è proprio questo l'enigma del messaggio. É chiaro che dobbiamo cucinare, comunque: mio nonno ha detto fin dall'inizio che l'unico evento libero sarebbe stato il mio compleanno. Quindi, attivate il cervello e ragionate su quello che dovrete fare.-
-quindi, cosa proponi di fare Nakiri?- intervenne Takumi.
-io credo che dovremmo organizzare proprio noi l'impostazione delle portate.- ipotizzò Hisako, -voglio dire.. tutto fa pensare che il menù debba essere stabilito da noi.-
-lo credo anch'io.- concordò Alice, -tu che ne pensi Ryou?-
-sono d'accordo con te, mia signora.-
-ragazzi.. pensate che dovremmo scegliere anche un costume medievale?- si unì Soma.
-certo che dobbiamo, Yukihira. Ricordi che mio nonno disse che l'ultimo evento sarebbe stato a “tema”? È chiaro che il tema scelto è il Medioevo.
Nella pergamena afferma che dobbiamo adattarci “in tutti i sensi” alla magica atmosfera.-
-e dove li troviamo dei vestiti di quell'epoca?- domandò Isami preoccupato.
Erina si fece pensierosa. -immagino che il Sig,Oda potrà esserci utile.-
-sono d'accordo.- si intromise Alice, -sicuramente nonno lo ha coinvolto passando a lui l'occorente.-
-allora perfetto!- esultò Takumi, -con l'abbigliamento siamo apposto. Che dire dei piatti?-
-ovvio che dovrete essere voi a deciderli.- decretò dura, Erina.
-però credo che possiamo almeno dividerci i ruoli in base al banchetto, così non rischiamo di fare confusione con le portate o di essere troppo ripetitivi.-
-penso che sia un ottimo piano!- approvò Soma, sorridendole. Lei arrossì.
-dunque.. come ci organizziamo?- riprese Hisako.
-io mi occuperò del “primo piatto”.- decise Erina.
-te lo concedo Nakiri, per una volta vorrei occuparmi del contorno.- ridacchiò Takumi.
-anch'io sono interessato ai contorni!- protestò Hayama.
-l'ho detto prima io!- ribatté Takumi.
-calmi ragazzi..- li bloccò Isami, -siamo tanti e doppio contorno non fa male a nessuno.-
-per una volta sono d'accordo con te, Aldini.- disse Erina.
-io potrei pensare all'antipasto invece.- dichiarò Hisako.
Gli altri annuirono. -quindi, chi penserà ai secondi, alle salse e al dolce?- ricominciò Erina.
-io potrei occuparmi del dessert. Ho già qualcosa in mente.- propose Alice.
-allora Ryou e Yukihira penseranno ai secondi.- affermò, -vedetevela tra voi come gestirli.- terminò aggiungendo Erina.
Tutti concordarono e le “parti” erano state scelte. Finita la breve discussione, il gruppo si separò.


 
****

Dopo aver ricevuto la pergamana con tutta la spiegazione sull'ultimo banchetto a tema Medievale e averne parlato con gli altri decidendo lei stessa di occuparsi della prima portata, il primo piatto, Erina si era velocemente informata sulla cucina antica occidentale attraverso internet e aveva trovato il piatto ideale da fare: Zanzarelli. Una particolare pasta fatta a mano.
Si ricordava un po' la cultura Europea del periodo medievale, poiché a lezione alla Tootsuki l'avevano studiato a storia occidentale e di conseguenza avevano fatto anche una piccola deviazione sulla tipica cucina di quel periodo e gli usi e costumi. Probabilmente non era un caso se suo nonno aveva scelto come tema il Medioevo per l'ultimo evento in programma, soprattutto perché avevano concluso quell'argomento proprio prima che iniziassero le vacanze estive.
Sapeva che seguire la cucina tradizionale medievale e le sue ricette non bastava a rendere soddisfatti gli ospiti di suo nonno, per cui era abbastanza chiaro che al piatto che doveva preparare era consigliato aggiungere un tocco personale come negli scorsi banchetti. A questo proposito, era ancora indecisa, pertanto aveva riletto più volte la ricetta degli zanzarelli sperando di trovare qualcosa che esaltasse ulteriormente quel piatto e stupisse i commensali. Aveva tempo fino a quella sera dato che il ricevimento si sarebbe svolto il giorno seguente.
Suo nonno aveva complicato maggiormente lei e gli altri servendo davanti alle loro porte la pergamena solo il giorno prima: in effetti era da lui.
Comunque.. era già a buon punto con i preparativi e dunque si riteneva realizzata.
Ovviamente, nonostante la concentrazione per l'evento, Yukihira era costantemente presente nella sua testa e nei momenti di pausa il suo pensiero si faceva addirittura ossessivo.
La notte in cui avevano dormito insieme, nello stesso letto, la stessa nella quale lei aveva condiviso il suo passato con lui.. e in particolare la mattina seguente in cui la passione li aveva praticamente travolti e il maggiordomo li aveva colti in fragrante prima che essa venisse “sfamata”, continuavano a tormentarla in un persistente e focoso ricordo.
Da allora, sebbene si trattava solo di qualche giorno fa, lei e Yukihira si erano desiderati a distanza e guardati con voglioso trasporto, ovviamente e solo platonico per adesso.
L'unico momento passato insieme dopo quella notte era stato quello di sfuggita in cucina, ma era stato così breve che non le era bastato.
Più ripensava al rapporto che avevano, più l'idea che fra una settimana tutto sarebbe svanito si faceva insopportabile.
Aveva preso la sua decisione, ma lasciare la situazione come stava tra loro sarebbe stata una sofferenza per entrambi.
Non poteva lasciare che Yukihira la aspettasse in eterno, costruendogli involontariamente delle aspettative, quando sapeva già quale sarebbe stato il suo futuro.
Doveva mettere con lui, una volta per tutte, le cose in chiaro. Doveva dirgli di dimenticarla perché non avrebbe ripensato alla decisione presa; però, se il loro legame doveva finire male, voleva almeno avere dei bei ricordi con lui. Dei piccoli momenti che le avrebbero ricordato per tutta la vita chi era stato il suo primo amore e questo poteva farlo solo nell'ultima settimana qui alla residenza di suo nonno. Il ritorno alla Tootsuki avrebbe messo per sempre un muro di fronte a loro e innalzarlo avrebbe permesso loro di dimenticarsi a vicenda.
Era una decisione dura, ma era quello che si era imposta di fare. Sperava che lui comprendesse il suo punto di vista.
Un'altra cosa che doveva assolutamente fare era dirgli che lo amava almeno una volta, perché era da quando avevano condiviso lo stesso letto e lui glielo aveva detto che moriva dalla voglia di dirlo. Sapeva che non ci sarebbero state speranze per loro, ma Yukihira si meritava di sapere quali erano i suoi veri sentimenti.
Avrebbe parlato a Yukihira delle sue intenzioni alla fine dell'ultimo evento.
Inoltre non poteva distrarsi troppo a pensare a come sistemare la situazione con Yukihira il giorno prima dell'evento, perché di fatto era una aspirante chef giudiziosa e scrupolosa e di solito metteva sempre avanti il lavoro e i suoi obiettivi primari piuttosto che le sue necessità.
Nel mentre stava pensando a lui con una stretta al petto, vide Hisako sulla porta della camera di Aldini "scoccare" a quest'ultimo un bacio a stampo.
Erina sussultò sopresa: Hisako non l'aveva aggiornata sui nuovi avvenimenti tra lei e Takumi.
Da quando stavano insieme?
Hisako si accorse di Erina e imbarazzata per essere stata colta in atteggiamenti intimi assieme a Takumi arrossì visibilmente. -Erina..-
Lei distolse lo sguardo offesa: Hisako le diceva tutto e non le era piaciuto che le aveva nascosto un risvolto così importante.
Takumi sorrise. -vi lascio da sole, ragazze.-
Detto questo salutò con tenerezza la sua ragazza e chiuse la porta di camera sua.

-cosa significa questo, Hisako?- domandò Erina, appena le due si furono portate su una delle ringhiere del balcone e un po' più distanti dalla camera di Aldini.
-scusami Erina, con tutte le cose che sono successe non ho avuto il tempo di dirtelo. Mi dispiace se hai pensato che non volessi farlo.-
Erina sospirò stancamente. -non preoccuparti, non ce l'ho con te.-
-meno male. Comunque è successo solo un paio di giorni fa, alla fine non è passato molto. Insomma.. ecco..- cominciò timida -..stiamo insieme.-
-l'avevo immaginato vedendo che vi siete baciati.-
Hisako ridacchiò in maniera graziosa. -cosa ne pensi?-
-mh.. se sei contenta, Hisako, va bene.- accennò un sorriso.
-grazie dell'approvazione, Erina.- poi tornò seria, -e tu che farai con Yukihira?-
A quella domanda sobbalzò ripensando a qualche notte fa. Non sapeva davvero cosa rispondere a Hisako.
Il suo volto si fece lentamente malinconico e dispiaciuto:
-dovrò dirgli “addio” immagino. Ho un incontro combinato a fine estate, tornata alla Tootsuki. Io e Yukihira, come pensavo, non potremmo mai stare insieme.-
-sai che non puoi farlo Erina!- tuonò Hisako, altamente contrariata.
Lei le lanciò un'occhiata intimidatoria. -devo farlo!-
-nessuno dovrebbe decidere per te..- continuò ancora, l'altra.
-sono io che ho deciso di persona di seguire le regole della mia famiglia.-
-quindi, mi stai dicendo che le condizioni della famiglia Nakiri sono più importanti dei vostri sentimenti? Lo sai che, se seguirai quello che hai scelto, te ne pentirai?-
-smettile di insistere, Hisako.- l'ammonì dura. -tu non puoi capire.-
-hai ragione, non posso capire; tuttavia.. questa volta non ti sosterrò.-
-come vuoi..- asserì con indifferenza. -non dire niente di quello che ti ho detto, soprattutto dell'incontro pre matrimoniale di cui ti ho parlato.-
-non dirò niente di quello che abbiamo parlato. Spero solo che tu non rimpianga in futuro la decisione presa, Erina. Hai già sofferto troppo.-
Lei restò in silenziò e osservò Hisako allontanarsi e incamminarsi.
Cercò di scacciare le lacrime che minacciavano di uscire, tornando composta, e si avviò verso la mini cucina per sperimentare il piatto scelto sperando di distrarsi.
Da un pezzo a questa parte non ascoltava più nessuno, poiché aveva paura che le loro parole influenzassero le sue decisioni.
Ma le cose non potevano che andare così e nessuno poteva fare niente per impedirlo perché sarebbe stato impossibile.


 
****



Il giorno seguente arrivò in un lampo. Soma era particolarmente soddisfatto del secondo piatto che aveva preparato.
Nonostante la spiegazione dell'evento era arrivata loro solamente il giorno prima, quando avevano deciso che lui si sarebbe occupato della portata dei secondi assieme a Ryou, riflettendo aveva trovato cosa cucinare. Ovviamente si era informato sulla cucina medievale e aveva ricordato quello che il professore aveva detto loro su tale cucina e in qualche modo era riuscito nell'impresa.
Era piuttosto sollevato di aver trovato un piatto da fare la sera prima e quella mattina stessa, alle prime ore dell'alba, aveva sperimentato vari ingredienti per fare alle “quaglie ripiene allo spiedo” vari e personali accorgimenti; dopo di che l'aveva assaggiato e gli era sembrato davvero gustoso ed originale: era abbastanza sicuro che anche i commensali avrebbero apprezzato.
Ciò non toglieva, però, che il pensiero di Erina non l'aveva mollato un attimo e anche mentre cucinava era stata comunque una presenza fissa nella sua testa, tanto che si chiedeva come aveva fatto a concentrarsi nelle pratiche di cucina. Quello che il preside gli aveva detto sull'incontro pre matrimoniale non solo l'aveva lasciato inquieto e contrario perché l'idea di perdere Nakiri faceva più male di qualsiasi altra cosa, ma aveva ulteriormente incitato la sua intenzione di salvarla: non voleva lasciarla a nessuno. In più, i ricordi della notte nel quale avevano dormito insieme erano ancora vivi ed emozionanti e come se quel momento appartenesse a quella stessa notte e non a qualche sere fa. Di certo era ancora pieno di desideri repressi verso quella notte e le sensazioni che aveva provato la mattina che si erano svegliati erano rimaste insoddisfatte e si erano fatte decisamente più peccaminose di quanto si aspettava. Era perfettamente chiaro al suo corpo che lui desiderava fare l'amore con lei così spasmodicamente da scandalizzarsi. Certo.. era pur sempre vero che un attrazione soffocante come quella che avvertiva nei confronti di Nakiri non l'aveva mai provata per nessuno, ma proprio perché erano sensazioni nuove faticava a gestirle e a metabolizzarle e tutto ciò lo portava a provare un passione folle verso la bellezza fisica di Erina.
In tutto questo, non solo si era aggiunta la bramosia ma anche i forti sentimenti che sentiva per lei facevano la loro degna parte e questo creava in lui un connubio incredibile di emozioni che non aspettavano altro di essere assecondate. Chiaramente non poteva sapere se anche Nakiri era dello stesso avviso e di certo non l'avrebbe costretta a fare qualcosa che per lei non era ancora contemplabile. In quel momento non sapeva neppure definire il loro rapporto: non erano amici ma neanche una coppia; non erano amanti né totalmente, e solo, legati in maniera platonica poiché erano già andati oltre il semplice bacio e anche quando in teoria non dovevano farlo.
Sì.. la definizione giusta era “rapporto occasionale”, ma definirlo in quel modo era assai riduttivo e superficiale visto che c'erano in gioco forti sentimenti da ambedue le parti.
Erina non gli aveva detto di amarlo, nemmeno si aspettava che lo facesse, però non significava che non era ricambiato. Sentiva di esserlo.
Raggiunta la sala notò che era stata arredata in stile medievale e anche gli invitati erano conformi al tema scelto da Senzaemon, rimanendo estasiato dalla sua maestosità.
L'atmosfera era molto allegra e carnevalesca e andava dai colori quoio, bianco, nero e rosso, ai tavoli presi in affitto e tutti in legno scuro e antico.
Lunghe tavolate e buffet con frutta secca al centro e fruttiere varie ricche di grappi d'uva rossa e nera circondavano il salone per le cerimonie, il tutto condito da tendoni rosso fuoco intonati ad alcune tonalità degli abiti degli ospiti. I suoi amici indossavano tutti vestiti tradizionali medievali. Takumi era vestito da cavaliere. Hisako portava un lungo vestito da cortigiana.
Alice, invece, aveva scelto di vestirsi da principessa romana e tutta luccicosa, imperniata di dorati gioielli.
Ryou era molto tranquillo rispetto agli altri e ovviamente aveva deciso di indossare abiti da contadino e servo della principessa: sicuramente Alice lo aveva costretto a vestirsi in tal modo.
Per finire, come sempre, rimase colpito dalla figura di Nakiri che portava un lungo abito elegante color pesco e in alcuni punti dal tessuto velato, con un corpetto in pelle, da regina medievale.
I ciuffi erano raccolti in una crocchia alta adornata da una serie di forcine che la sorreggevano. Un paio di ciocche bionde calavano ai lati delle orecchie, arricciate.
Era lievemente truccata come tutte le ragazze, ma a lui parve stupenda: quell'abito da regina sembrava fatto apposta per lei, su misura.
Rimase per diverso tempo a fissarla incantato, tanto che si vergognò della semplicità con cui aveva scelto il suo costume. Era un cavaliere, ma di fronte alla eccelsa figura di Erina ebbe l'impressione di sfigurare e un pensiero infelice attraversò la sua mente: forse il futuro marito scelto dalla sua famiglia era più adatto a lei come persona.
Scosse subito la testa, oltraggiato dal pensiero poco incrine al sue caratteristiche.
Lui voleva che diventasse la sua ragazza e nessuno doveva mettersi in mezzo, nemmeno la sua famiglia.

Il tempo di sedersi a tavola che i vassoi opulenti di alimenti e di decorazioni sfarzose, preparati da lui e dai suoi compagni, furuno posiziati sui grandi tavoloni.
Lui e Ryou si erano divisi i secondi decidendo di fare un piatto di pesce e uno di carne, così non sarebbero risultati monotoni.
Gli ospiti rimasero estasiati trovandosi davanti agli occhi dei piatti così ricercati e autentici, esattamente inerenti al periodo del Medioevo. I
camerieri inziarono a preparare le porzioni e distribuirono l'antipasto preparato da Hisako: "torta salata bolognese".
Appena le forchette ebbero infilzato la torta e il cibo fu portato alla bocca, subito partirono commenti d'approvazione e alquanto deliziati:
-questa torta è così saporita e soffice!- cominciò una donna elegante, -per non parlare degli alimenti scelti: totalmente coerenti con i cibi medievali, anche se non riesco a capirne la consistenza, che si presenta assai misteriosa. Potrei sapere gli ingredienti?-

Hisako si alzò dal tavolo e sorrise arrossendo:
-la ringrazio dei complimenti signora. Ho usato esclusivamente ingredienti biologici come farina e burro. In teoria avrei dovuto aggiungere il pecorino, ma ho preferito inserire il raveggiolo insieme alla maggiorana, perché ho concluso che il sapore sarebbe risultato più gradevole e meno pesante. Sono davvero felice che abbia apprezzato.-
-davvero complimenti signorina. Ottima decisione!-
Lei annuì e tornò a sedere, vedendo che Takumi le strizzò l'occhiolino orgoglioso del suo lavoro.

Quando gli ospiti terminarono con l'antipasto, fu servito il primo piatto preparato da Erina: Zanzarelli.
Era un particolare tipo di pasta che veniva consumata durante le cene cerimoniali e studiando affondo la ricetta era riuscita a ricrearne l'impasto per farla.
L'espressione dei clienti fu a dir poco meravigliata e suo padre_che era tornato per partecipare all'ultimo evento per i saluti_ commentò:
-davvero incredibili questi zanzarelli, Erina. Sei riuscita a riprodurre in maniera eccelsa i passaggi usati per preparare l'impasto per creare la pasta e noto con piacere che hai aggiunto un tuo personale accorgimento, vorrei tanto che mi spiegassi la sua caratteristica!- esclamò sorridendo, in seguito continuò:
-più mastico, più avverto un retrogusto dolciastro che spezza l'omogeneità del piatto rendendolo eterogeneo e chiaramente più delizioso e meno scontato.
Posso sapere cos'è? È davvero interessante.-
Lei si imbarazzò di fronte a quelle lodi: era sempre molto sensibile ai complimenti di suo padre e Soma non sapeva se esserne un po' geloso, pensò divertito.
Poi vide Nakiri alzarsi dal tavolo per rispondere:

-certo Saiba-san.. sarà un piacere spiegarti. Come sai, li Zanzarelli erano un tipo di pasta molto usata nel periodo del Medioevo, io ho modificato un po' la ricetta: ho aggiunto del pecorino romano, ovvero un po' piccante, al posto del parmigiano e per smorzare il sapore troppo piccantino ci ho inserito quello dolciastro della cannella e un piccolo tocco di zenzero.
Nel Medioevo le spezie erano molto usate in cucina, infatti immagino che in molti dei piatti che verranno serviti ne ritroverete.- concluse soddisfatta.
-davvero notevole, Erina. Non c'era che aspettarsi altro che questo da te. Ogni volta che assaggio un tuo piatto mi stupisco delle tue alte capacità culinarie.-
-grazie infinite, Saiba-san.- arrossì lei, tornando a sedere. Di petto i suoi occhi volarono verso Yukihira, era abbastanza vicino a lei, che scherzoso le disse:
-ehi ehi, Nakiri.. non arrossire così tanto con mio padre o potrei diventare geloso!-
Lei si vergognò fin sopra le orecchie e Alice, proprio accanto a Soma, si aprì in un risolino malizioso che fece infuriare la cugina.
-smettetela, contenetevi stupidi!!- sbottò irritata.
Takumi e Hisako sospirarono senza speranza, davanti a quella scenetta comica. Isami cercò di trattenere le risate.
Quell'attimo alquanto spassoso fu interrotto dal momento che furono serviti i secondi.
I camerieri decisero di partire con il secondo di pesce fatto da Ryou: “anguilla abbostolita in salsa”, che già dall'odore si poteva inspirare una certa aroma affumicata che stuzzicava decisamente il gusto ricercato degli ospiti. Trovò meravigliosa quell'anguilla, Ryou era davvero un genio quando si trattava di creare cibi esplosivi e forti e in quel piatto ci aveva messo tutto se stesso.
Non solo l'aspetto era bello, ma anche il profumo che emanava contribuiva a suscitare curiosità nei commensali. Ora doveva solo essere tastato il sapore.
Fu un uomo ad aprire bocca per primo, in un espressione sorpresa:
-che gusto stupefacente!!- gridò elettrizzato, -non avevo mai mangiato niente di simile.
Questa anguilla è così tenera e fresca che si scioglie in bocca, ogni pezzo che assimilo non smette mai di stupirmi e di insinuarmi dubbi.
Non capisco davvero la specialità, ma è un sapore incredibilmente forte, che penetra dritto nello stomaco. Posso sapere cos'è?
E questa salsa, poi, si amalga discretamente al piatto. Chi l'ha fatto?-

Ryou si fece avanti, la solita espressione cupa, e sotto gli occhi di una Alice compiaciuta.
-sono stato io signore. Ho amalgamato il vino bianco sia alla salsa che alla cottura dell'anguilla ed è quello che rende il sapore di uva fresca e che contribuisce ad insaporire il piatto, ma anche a bilanciare l'affumicato. Ho cercato di abbrustolirlo fino ad un punto di cottura possibile che non lo rendesse bruciato, il vino di conseguenza risulta più dolce ma non appassisce la caratteristica della cottura abbrustolita. In più ho aggiunto alla salsa aceto e chiodi di garofano come spezie.
L'aceto ha un sapore aspro ma le prugne tritate all'interno della salsa, ne addolciscono il sapore e nello stesso modo non lo distruggono.-

-wow! Sensazionale e ingegnoso! Davvero tanti complimenti ragazzo!-
-la ringrazio.- tornò a sedersi sotto gli occhi adoranti di Alice, che non aveva parole per esprimersi.
Anche gli altri compagni si complimentarono con lui.

Arrivò il turno di secondo di carne, il suo: “quaglie ripiene allo spiedo”.
Che ebbe un successo enorme:
-strepitoso!!!- esordì una donna, infatti, con gli occhi sgranati.
-queste quaglie sono così succose e gustose che ne potrei mangiare a sfare. Cos'è questo gusto così succulento e caldo?-

Soma sorrise soddisfatto.
-è il sapore delle cipolle dolci e della salsa di peperoni che ho spalmato sopra a renderlo così gustoso, signora..- spiegò lui ilare, -nel tipico piatto Medievale in teoria solo il ripieno interno dovrebbe donare il sapore, però ho cercato di rendere più croccante lo strato di carne di sopra con il pan grattato e vi ho spalmato le cipolle dolci tritate e la salsa di peperoni, legando il tutto con lo spago usato per fare il rosbeaf. Sono contento che la mia idea le sia piaciuta!-
-ma c'è dell'altro all'interno del ripieno, qualcosa di fresco che unisce davvero bene il ripieno interno. Cos'è..? è così buono!- riprese la donna strabiliata.
-ha compreso subito il mio trucco signora: al posto dell'alloro, vi ho messo delle foglie di menta. Ecco perché il sapore le sembra più fresco!-
-hai ragione! Adesso sento davvero la menta. Incredibile! Delizioso! Veramente tanti complimenti ragazzo.
Ti sei dimostrato assai creativo. Devo dire che gli alunni di Senzaemon si stanno, per ora, dimostrando promettenti chef per le loro invenzioni.-
-la rigrazio molto, signora.- .

In seguito portò gli occhi su Erina e i due si guardarono intensamente senza parlarsi.
-te la cavi sempre in qualche modo. Che nervoso..- borbottò lei, sottovoce, poco dopo.
Lui ridacchiò. -lo so!-

Anche i contorni preparati da Hayama e Takumi ebbero un notevole successo e ambedue avevano pensato a quale contorno sarebbe stato migliore da abbinare a un secondo di carne e di pesce, aggiungendo il tocco personale che stupì degnamente i commensali che non si risparmiarono di riempire loro di complimenti.
Il dessert di Alice fu un grande successo, aveva preparato un “Emploumos di mele” e vi aveva aggiunto del sidro di mele e del frutto della passione per raddoppiare la dolcezza delle mele, che all'interno dell'antipasto veniva gustato con delle mandorle tostate; il pezzo forte, però, fu l'aggiunta della scorza di pompelmo amaro, che acuiva il sapore troppo dolce, dosandolo, e allo stesso tempo non distruggeva il gusto melenso di mandorle e legato al frutto della passione. Il dolce, essendo per la maggior parte fruttato, non risultò pesante e gli agrumi_il pompelmo_fornirono un ottimo digestivo, cosicché gli ospiti riuscirono a svuotare completamente anche i piatti con il dessert appagati e sazi.

A fine cena gran parte dei clienti si alzò dai tavoli per intrattenere conversazioni con i possibili conoscenti o per discutere di affari di lavoro.
Nel corso della serata non aveva mai smesso di osservare Erina, di studiare le sue ricercate mosse, le sue espressioni così variegate, le sue smorfie.
Non si stancava mai di guardarla perché ogni passo che faceva era ricolmo di eleganza e finezza, di grazia e sensualità.
Amava i suoi movimenti cadenzati e formali, anche se erano solo di apparenza e adeguati agli eventi organizzati da suo nonno.
Più la guardava, più desiderava andare a parlarle e abbracciarla per attirare la sua attenzione.
In realtà non doveva usare molti trucchi per farsi guardare da lei perché di sfuggita anche Nakiri non aveva mai lasciato il suo sguardo: lo faceva con tatto e a tratti, ma a lui era chiaro che di profilo non abbandonava mai la sua figura. Mentre continuava a guardarla, si accostò a lui Takumi facendogli una “pacca” amichevole:
-tutto bene, Soma? Sei un po' distratto stasera.-
-sarà solo una tua impressione.- rispose lui vago.
-non trovi che Hisako sia stupenda vestita da cortigiana?-
-sì, è vero.- confermò lui, -è successo qualcosa tra di voi? Sembri contento.-
-stavo appunto per parlarti di questo.- sogghignò l'altro, -stiamo insieme.-
Soma si aprì in un espressione felice. -allora ce l'hai fatta, Takumi.-
-già.- affermò pomposo, -proprio da un paio di giorni.-
-sono davvero felice per te.-
-grazie. E che mi dici di te e Nakiri? Come va la situazione?-
-non sto benissimo, Takumi. Siamo stati nuovamente allontanati dalle circostanze e non ho la più pallida idea di come impedire la nostra separazione a fine estate.-
-di che stai parlando di preciso?- domandò confuso.
-non posso darti spiegazioni in più, ho fatto una promessa.- abbassò la testa.
Takumi sospirò. -d'accordo: non insisterò per sapere i dettagli. Perché non provi a parlarci ancora una volta? Voglio dire, amico, sei ridotto a uno straccio.
La guardi come se fosse un obiettivo irraggiungibile e prima non era così.-
Soma si grattò la nuca ridacchiando. -un po' lo è. Lo è sempre stata.-
-non è da te abbattersi in questo modo. Datti una svegliata!-
-hai perfettamente ragione.- convenne, -cercherò di riprendermi a fine serata e quando tutti i clienti se ne saranno andati. Devo parlarle.-
-bravo! Ecco che sei tornato il Soma di sempre.- sorrise sollevato. -adesso vado un po' da Hisako che non abbiamo parlato per tutta la sera.-
Dopo avergli strizzato un occhiolino, lo vide raggiungere la sua ragazza.
Era davvero felice per Takumi. Tutti gli sforzi che aveva impiegato per conquistare Arato erano stati finalmente ripagati e adesso toccava a lui darsi da fare per impedire che gli portassero via la donna che amava e non poteva demoralizzarsi proprio adesso. Non poteva rinunciare per Nakiri, per il preside e soprattutto non poteva farlo per se stesso perché aveva sempre lottato per ottenere ciò che desiderava. Non poteva permettersi di perderla.


 
****


Erina aveva socchiuso gli occhi per rilassarsi dopo che tutto il resto degli ospiti aveva lasciato il salone.
Sembrava rimasta solo lei in mezzo a quell'enorme stanza e anche le luci erano state da poco spente.
Hisako se n'era andata con Takumi poco fa e anche il resto dei ragazzi avevano lasciato la stanza, perfino Yukihira: non aveva preso bene che se ne fosse andato senza dirle niente.
Inoltre.. lei stessa aveva deciso di parlarci, ma i suoi muscoli non parevano intenzioni a muoversi.
Si sentiva come bloccata, altamente in bilico tra due potenti “fuochi”, e si stava vergognando per la sua assoluta mancanza di coraggio.
La sala eventi vuota e silenziosa faceva davvero pena e quel silenzio opprimente non aiutava a metterle il buonumore.
I camerieri che dovevano pulire la stanza non erano ancora arrivati, così aveva attorno alla sua figura la tipica sporcizia dopo una serata all'insegna del rigoglioso cibo e le stoffe usate per arredare la sala in stile medievale completamente distrutte e imbrattate di cibo. Quella quiete non era per niente piacevole e il turbamento che avvertiva dentro di lei si stava facendo insopportabile.
Più provava ad ignorare ciò che le persone vicine a lei le avevano detto, più quelle parole la tormentavano. Lei stessa sapeva che se ne sarebbe pentita, ma era costretta.
Lei e Yukihira si erano guardati per tutta la sera sentendo ambedue il bisogno di avvicinarsi l'uno all'altra e il fatto che lui se ne fosse andato senza dirle niente la faceva soffrire.
Un leggero “toc toc” sulla parete del salone la distolse da quei tristi pensieri e sgranò gli occhi quando si trovò Yukihira di fronte, a poca distanza da lei, le mani sui fianchi, vestito ancora da bellissimo cavaliere e il solito sorriso rassicurante e dolce sulle labbra che l'aveva fatta innamorare.
-cosa fai al buio da sola, Nakiri?-
Lei arrossì vistosamente dopo quella domanda e portò gli occhi a terra impacciata:
-pensavo te ne fossi andato.- borbottò quasi timidamente.
-stavo aspettando che il salone si liberasse e ho dato una piccola mancia ai camerieri per chiedergli di ritardare le pulizie.- spiegò lui brevemente.
Lei rimase colpita. -perché hai fatto una cosa del genere?-
-volevo stare con te, Nakiri.- ammise. -ho bisogno di te.-
-dovrai farne a meno dopo che torneremo alla Toostuki, Yukihira.-
-non ne farò mai a meno.- ribadì ancora lui, avvicinandosi pericolosamente a lei.
-volevo parlarti.- confessò disperata, concedendosi ai suoi sentimenti trattenuti.
-anch'io volevo farlo.- l'abbracciò forte, lui, portò una mano dietro alla sua nuca e trascinò il suo volto contro la sua larga spalla.
-Nakiri.. tu sei insostituibile per me.- le sussurrò, -per questo non mi arrenderò, qualunque siano le condizioni della tua famiglia.-
-sei uno stupido, Yukihira.- bofonchiò lei, sulla sua spalle. -lo dici tutte le volte.-
-il vestito da regina medievale ti dona.- sorrise lui.
-smettila di farmi tutti questi complimenti. Così mi metti in difficoltà.- protestò, -perché non mi dimentichi e basta? Sarebbe meglio per entrambi.-
Lui fece un profondo respiro. Si staccò da lei e portò una mano avanti:
-concedereste un ballo a questo cavaliere?-
Lei si meravigliò di fronte a quell'invito e arrossì leggermente:
-sai ballare, Yukihira?- chiese scettica.
-con tutti gli eventi a cui mi ha fatto partecipare tuo nonno, un po' ho imparato.-
Erina non era ancora molto convinta e prima di afferrare la mano di Yukihira disse:
-d'accordo. Nonostante tu sia un “sempliciotto” ti dona il vestito da cavaliere.-
Lui alzò un sopracciglio perplesso:
-sbaglio o mi hai appena fatto un complimento?-
Lei si imbarazzò ancora. -sta zitto e balla. Prendilo come vuoi.-
Lui scoppiò a ridere di nuovo. -allora lo prenderò come un complimento.-
Conseguentemente tornò al suo discorso:
-non puoi chiedermi di dimenticarti, Nakiri.-
-sarebbe molto più facile se ti fosse possibile..- insisté lei atona.
-non mi è possibile.- sostenne lui solare.
Lei sbuffò arrossendo. -fa come vuoi, idiota.-
I due si avvicinarono ulteriormente e Soma prese la mano sinistra di Erina e poggiò la sua su uno dei suoi fianchi.
A quel flebile tatto, entrambi ripensarono alla notte trascorsa insieme e calò un vergognoso silenzio tra i due.
Lentamente iniziarono a ballare accompagnati da una dolce melodia. Poteva sentire il forte profumo di violette provenire dalla chioma di Erina.
I fianchi della ragazza erano così fini e la sua mano così tiepida: voleva di più di quel semplice contatto. Stare a una distanza ravvicinata non li aiutava a distaccarsi l'uno dall'altra, incrementava solo il loro desiderio reciproco e fu a quel punto che Erina alzò lo sguardo su di lui per parlare per prima, raccogliendo il coraggio:
-devo parlarti Yukihira. Però non voglio farlo qui.- cominciò, -accompagnami in camera.-
Lui sgranò gli occhi meravigliato:
-sei sicura di voler essere accompagnata in camera?-
-sì, sono sicura.-
-ma non credo che.. insomma..- tentò lui.
Lei lo fulminò interropendolo:
-..smettila di sparlare a vavera e seguimi!-
-d'accordo.- accettò.

In tutto questo, nessuno dei due si era accorto che poco prima che uscissero dal salone Senzaemon Nakiri aveva assistito al loro momento intimo e aveva ghignato sadicamente, allontanandosi prima che i due se ne accorgessero.


 
****


-ora che siamo qui davanti alla tua porta, cosa mi dici?- Soma riprese il discorso.
-ho una richiesta da farti, Yukihira..- iniziò lei. Lui si fece attento e lei raccolse un cosistente respiro e parlò:
-..ho deciso che non voglio arrivare a fine estate senza aver trascorso dei momenti da ricordare con te, prima di allontanarsi del tutto.-
Soma sentiva dalla voce soffocata di Nakiri che dire quelle parole finali era davvero difficile per lei perché lui era diventato parecchio importante e in egual modo.
-Nakiri, se questo è quello che veramente vuoi, allora dimmi chiaramente quello che provi per me. Lo sento dalla tua voce che anche per te è doloroso.-
-Come ti ho detto: ho preso la mia decisione e rispetterò le richieste della mia famiglia perché mio nonno è il parente più caro che ho e non voglio, anzi, non posso..- si corresse,
-..deluderlo e metterlo in difficoltà con mio padre.-
-qundi, se la tua decisione è questa, perché mi fai una richiesta così egoistica?-
Era offeso da quelle parole e lei lo poteva capire dalla sua espressione oscurata e ferita.
-non lascio mai un “piatto” a metà, Nakiri, desidero la “portata completa”.-
-anche questa è una richiesta egoista, Yukihira.- ribatté lei.
Lui afferrò bruscamente le mani di Nakiri e la fissò determinato negli occhi:
-ti sbagli, Nakiri, sarebbe egoista se ciò che provo per te fosse a senso unico. Per questo voglio sapere cosa provi, perché se mi dici che vuoi costruire dei ricordi con me vuol dire che non sono così facile da lasciare alle spalle come cerchi di farmi credere.- replicò.
Lei spalancò gli occhi spiazzata e portò lo sguardo altrove, incapace di sostenere il suo sguardo:
-certo che non lo sei, razza di cretino!- sputò furiosa, spingendo via le sue mani da quelle sue. -perché diavolo pensi che ti abbia fatto una richiesta del genere?-
-allora dimmelo!-
Lei adottò un espressione rabbiosa e strinse i pugni irritata perché sapeva essere giusto dirgli quello che provava una volta per tutte:
-ti amo brutto idiota!!- gridò in mezzo al corridoio, infine, -ti amo..- ripeté a bassa voce, arrossendo fin sopra le orecchie.
Soma arricciò un sorriso compiaciuto, imbarazzandosi di conseguenza.
-però..- riprese lei, superato il momento di vergogna reciproca -..è mio dovere seguire le tradizioni della famiglia.
Lo devo fare perché mio nonno si merita il mio rispetto. Glielo devo dopo tutto quello che ha fatto per me. Lo sai anche tu.-
Lui era ancora emozionato che Erina gli aveva detto di amarlo_anche se l'aveva un po' costretta a farlo_ e per tale motivo, da come era esaltato, rischiò di rovinare la promessa che aveva fatto al preside rispondendole:
-ma se è per tuo nonno allora..- sobbalzò e si portò una mano davanti alla bocca fermandosi in tempo -..no niente. Lascia perdere.-
Erina si fece sospetta. -cosa stavi per dire, Yukihira?-
Lui ridacchiò nervoso. -Niente di importante. Lascia stare.-
Lei continuava a non essere sicura, ma decise di non approfondire le domande.
In qualche modo aveva sviato il discorso. Sospirò sollevato.
-comunque Nakiri, anch'io ti amo e proprio per questo continuerò a lottare per stare con te e anche se vorrai fuggire ancora per seguire i tuoi doveri.- ricominciò.
-accetto di passare gli ultimi giorni alla villa di tuo nonno, con te, come una vera coppia.- aggiunse, -tuttavia, sappi che non li considererò come gli ultimi. Ma questo te l'ho già detto un sacco di volte.-
Lei, davanti a quelle parole, arrossì stupita.
Prima che potesse rispondere, lui istintivamente le mise un dito davanti alla bocca:
-facciamolo a partire da stasera.- portò una mano dietro al suo collo e avvicinò le sue labbra all'orecchio della ragazza, creandole un leggero pizzicorino con il suo respiro:
-voglio passare la notte con te.- le sussurrò.
Tutti quei gesti così inaspettatamente sensuali la fecero sciogliere, rendendola incapace di rispondere. -ti desidero Erina.- proseguì lui.
Sentirlo dire quelle esplicite parole e chiamarla perfino per nome, aveva reso il suo corpo completamente molle e “domato” dalle sue seduzioni.
Effettivamente essere così naturale non era poi tanto lontano da come Yukihira in realtà era. Lui era autentico in tutto quello che faceva e diceva. Era sincero.
Ciò nonostante, anche la minima lucidità che le era rimasta_dopo quella frase_ andò a farsi friggere e di conseguenza si ritrovò completamente succube delle sue emozioni e dei desideri repressi, messi da parte dopo che avevano dormito insieme.
Probabilmente anche lei lo desiderava alla stessa maniera e dopo avergli chiesto di godersi gli ultimi giorni a Sapporo come una coppia, era abbastanza chiaro che non voleva lasciare niente in sospeso e dunque neppure la passione che aleggiava attorno a loro da più di un “mesetto”. Tutti e due lo sapevano.
Socchiuse le palpebre, placida, accarezzata dalle dolcezze di Yukihira e ignorò per la prima volta il candore che solcava le sue guance per balbettare qualcosa di incompresibile a un “d'accordo” che lui non aveva chiaramente compreso:
-sei stata tu a dirmi di volerti godere gli ultimi giorni, no?- le rinfacciò dolcemente -ovviamente, se non vuoi, aspetto.- precisò.
-non è che non voglio..- farfugliò sottovoce. -..va bene.- accettò timida.
Lui si stupì di quella risposta positiva. -sei sicura?-
Lei restò in silenzio e lentamente si spostò verso la porta di Yukihira appoggiandosi con la schiena sulla stipide di essa, portando gli occhi di lato, impacciata, per dare una leggera spinta alla porta che cigolando leggermente si aprì. -non voglio ripetere ciò che è successo con il maggiordomo l'ultima volta. La tua stanza è più sicura.- spiegò con voce contenuta, in un quasi incomprensibile farfuglio causato dall'agitazione mista a emozione che la stavano assalendo.


 
****


Lui non era da meno. Era vero che era stato il primo a farle una proposta così ardita ed indecente, ma questo non voleva dire che non era agitato ed eccitato quanto lei.
Come se non bastasse, tutte le movenze che Nakiri stava ostentando in modo inconsapevole lo elettrizzavano solamente di più: come si inumidiva leggermente le labbra carnose mentre parlava per nascondere la tensione, in gesto che trovò decisamente malizioso e innocente allo stesso tempo.
Come si attaccava alla stipite della porta come se le sue mani avessero le ventose e le dita smaltate si piegavano di riflesso.
Come il rtimo caldo del suo respiro faceva andare in su e in giù il suo petto in maniera, sì, naturale.. ma anche accellerata per l'emozione.
Come i suoi occhi lucidi lo fissavano timidi, incerti, in qualche modo confusi ma talmente presi da quell'intensa occhiata da farlo impazzire.
E ancora.. la scollatura del vestito da regina medievale, il corpetto, facevano intravedere il suo seno, o meglio.. il divisorio che allontanava le due “coppe”; quel seno che aveva intravisto quella sera alle terme e lo stesso che stava per conoscere due giorni fa. Le ciocche che erano state graziosamente acconciate in una crocchia adesso erano più arruffate, qualche ciuffo ribelle si rizzava qua e là.. tutto questo la rendeva solamente più candida e genuina, ma sempre molto bella. La voleva. Voleva stringerla.
Voleva vederla accompagnata da tutti quei piccoli dettagli anche nelle parti più misteriose e nascoste. Voleva sentire la sua pelle morbida e bianca contro la sua. Contro il suo corpo.
Voleva sentire il suo calore organico. Il suo prufumo inebriante invaderlo al momento che si sarebbero uniti.
Senza osservarla ulterioramente, spinse del tutto la porta dove lei vi si era posata e afferrò rapido la sua mano, lasciando che essa si chiudesse con un suo silenzioso calcetto.
-hai ragione sul maggiordomo.- concordò sbrigativo.
Senza chiederle il permesso, portò il suo corpo contro il suo petto avvertendo i suoi soffici seni stuzzicarlo e raggiunse le sue labbra con foga, inizialmente con un bacio a stampo, poi giocando con i suoi labbri per spingerla a schiuderli. Lei mugugnò qualcosa di incomprensibile e infine fece entrare Yukihira dentro la sua bocca cominciando una danza di lingue talmente emozionante che si sorpresero entrambi: si cercavano con complicità ed interezza. La conoscenza delle loro bocche era ormai arrivata ad essere confidenziale e precisa, assai diretta.
Le mani di Soma accarezzavano il corpo di Nakiri con audacia.. dalla schiena, alle gambe, ai glutei. La pelle di lei sembrava più liscia del solito, il profumo ormai era diventato parte di lui e anche il vestito veniva alzato dalla sua mano per conoscere cosa c'era sotto. Nessuno dei due aveva interrotto il bacio.
Erina, spontaneamente, portò le braccia attorno al collo di Soma arreggendosi a lui con forza e iniziò a scoprire la pelle massiccia delle sue spalle dopo averlo lasciato in canottiera.
Il corpo, la pelle del ragazzo, erano caldi e sembravano andare a fuoco. I polpastrelli femminili scorrevano delicati lungo il suo corpo, in una carezza che fu capace di amplificare il desiderio di Yukihira; così come esploravano senza uno studiato passaggio anche il suo petto. Soma scese dalla bocca di Erina per passare al suo collo e assaggiarlo, nel quale il profumo di violette era più concetrato rispetto ad altre zone. Scorse con la lingua lungo esso, baciandolo e mordicchiandolo.
Alzò Erina per i glutei, posandola sul materasso con delicatezza e portandosi sopra di lei per passare a sganciarle i fili che si intrecciavano sul corpetto.
Non era un abito molto facile da sfilare, pensò ghignando.
-cosa stai pensando, Yukihira?- borbottò lei.
-stavo pensando che questo corpetto è molto complesso.- ridacchiò imbarazzato.
Lei arrossì. -ci ho messo un sacco ad indossarlo..- farfugliò tesa.
Lui annuì e finalmente riuscì a toglierlo: adesso doveva solo sfilarlo. Guardò Erina per avere l'approvazione per farlo e lei, distogliendo gli occhi, annuì dandogli il permesso.
Fu a quel punto che Erina si presentò davanti a lui solamente in bianchieria intima. Il suo corpo era decisamente perfetto, tanto che Yukihira lo esplorò per un tempo indefinito.
L'aveva già vista in quelle sembianze, ma da così vicino e consapevole di avere il suo permesso per farlo era ancora più eccitante.
Seguendo l'istinto, scese con le labbra dal suo collo per passare dalla sua clavicola, poi sulla spalla, sulle braccia, sul petto, sul ventre.. lasciandole baci e carezze bollenti che non sapeva essere capace di fare. Forse era vero che a letto, almeno per un uomo, veniva tutto spontaneo.
Alla fine erano gli uomini a dover guidare la situazione, o almeno.. la maggior parte delle volte. A Erina sembrava piacere.
Per l'imbarazzo aveva gli occhi chiusi e un braccio sulla fronte per nascondere metà del volto arrossato.
Il suo respiro era affannoso e scordinato. Lui afferrò il braccio di Erina sopra la sua fronte e le disse:
-stai tranquilla. Lasciati andare e basta.- le sorrise gentile.
Lei aprì gli occhi lentamente.
-sta zitto, Yukihira.- protestò tra i gemiti, -tu invece come fai ad essere così rilassato?-
-io non sono affatto rilassato. Guarda tu stessa.- la invitò lui, arrossendo nel farle vedere le sue manifestazioni ormonali.
Lei si imbarazzò. -me n'erano accorta visto che mi stai sovrastando. Non c'era bisogno che me lo facessi notare.- bisbigliò
-..e comunque è la prima volta anche per me.- puntualizzò lui, concludendo.
-dico solo che mi sembri molto sicuro di quello che stai facendo. È sospetto.-
-seguivo solo l'istinto maschile.- le strizzò l'occhiolino. -voi ragazze non lo avete?-
-certo che l'abbiamo, idiota.-
Lui scoppiò a ridere.
-e allora seguilo Erina.-
Si vergognò ancora a sentirsi chiamare per nome: non ci aveva fatto l'abitudine.


 
****


Esatto, aveva ragione: doveva solo mettere in pratica quello che si era immaginata pensando a lui.
Alla fine, quando si trattava di Yukihira, l'istinto non le mancava.
Anche non volendo, si faceva trascinare in modo irrazionale dalle sue emozioni ogni volta che interagivano. Doveva farsi coraggio.
Non poteva essere bloccata come un pezzo di legno se voleva ricordare i bei momenti con lui una volta separati.
Dov'era finita la schietta Erina?
Con questo pensiero, decisa, ribaltò le posizioni in cui si trovavano e si portò sopra di lui strappando a Yukihira_con soddisfazione_un espressione sbigottita:
-hai ragione, Yukihira. Farò come te.-
Il ragazzo sembrava leggermente confuso dal cambiamento improvviso di Erina, ma allo stesso tempo apprezzò che avesse preso l'iniziativa abbozzando un ghigno.
Erina era a cavalcioni su di lui, solo in bianchieria intima, e avvertì le mani di Yukihira posarsi sulle sue cosce creandole un piacevole brivido.
-sono nelle tue mani, Nakiri.- commentò giocoso, facendola imbarazzare.
-perché io sono mezza nuda e tu no? Idiota!-
In un rapido movimento lo sfilò completamente della canottiera lasciandolo a petto nudo e beandosi del suo bel fisico.
Con delicati sfioramenti, carezzò la pelle di Yukihira e si acquattò per baciarlo in vari punti. Lui chiuse gli occhi e si godette quelle effusioni.
A Erina sembrò che a Yukihira piacesse e anche lei più si deliziava del corpo del ragazzo, più la voglia carnale di lui cresceva a dismisura.
Dopo aver vezzeggiato il petto di Yukihira, incerta andò con le mani verso la cintura dei pantaloni di lui, sfiorando la fibbia cauta, e la sganciò goffamente lasciandolo in boxer; attraverso essi poteva vedere con imbarazzo quanto lui la volesse e i pataloni calarono distrattamente a terra.
-ora siamo pari.- constatò lui, distogliendo lo sguardo impacciato: in fondo anche lui era nervoso.
Fece un mezzo sorriso, ora più a suo agio, e posando una mano sulla sua guancia si fece guardare negli occhi da lui.
Quando i loro occhi si furono incontrati, Erina andò verso il collo del ragazzo e lo leccò leggermente, lasciandogli qualche bacio, e poi tornò a rispondere alle sue labbra per stuzzicarsi a vicenda con le lingue. -in questo modo non è facile, Nakiri.- sussurrò lui, -voglio spogliarti del tutto.-
A quella confessione così diretta lei diventò paonazza.
-non dire certe cose..- balbettò vergognosa.
-è la verità.- asserì lui prendendo la sua mano e, nel momento che era più docile, ribaltò le posizioni l'ennesima volta per tornare sopra di lei e portare una mano dietro al gancino del reggiseno di pizzo nero. Tempo di un secondo che esso fece un piccolo scatto e i seni della ragazza nitidi e belli, prosperosi e sodi, furono sotto i suoi occhi.
-sei sleale Yukihira.-
-anche tu lo sei stata, Nakiri.- ribatté divertito, -posso?-
-puoi cosa?- domandò confusa. -e poi mi hai consigliato tu di seguire l'impulso.-
Lui non le rispose e senza pensarci due volte, portò le labbra sui suoi seni e si beò anche di quelli creandole decisamente degli apprezzamenti con i movimenti delle mani e delle labbra.
-non ce la faccio più Yukihira..- le scappò di dire, vergognandosi di se stessa.
-la cosa è reciproca.- ammise lui, rassicurandola gentile.
Dopo le ultime carezze e baci volti a rassicurarsi a vicenda, finalmente rimasero nudi entrambi. In seguito all'iniziale e silenzioso imbarazzo, Erina poté avvertire la loro pelle che si sfiorava: calda e leggermente sudata; le loro parti intime erano totalmente a contatto e la sensazione era molto più che piacevole. Era incredibile.
Ambedue rimasero sorpresi da quello che provarono: era qualcosa di così bello da trasferirli in un mondo a parte, unico e che apparteneva solo a loro.
Lui la fissò dritta negli occhi e si parlarono con essi, comprendendosi.
Lei annuì distogliendo lo sguardo e lui tornò a baciarla prima di alzarle una coscia con tenerezza.
-fai piano..- disse lei. Lui annuì agitato e con le emozioni a mille.
Finalmente si unirono completamente e quello che sentirono fu assolutamente sensazionale ed indescrivibile.
Una sensazione mai provata prima, di completezza totale e di estasi più pura. Di piena conoscenza di loro stessi e dei loro sentimenti reciproci.
Un emozione così focosa e passionale, intensa ed esplosiva_a parte il dolore iniziale di Erina_da farli andare fuori di testa quando l'amplesso arrivò al termine e raggiunse il picco massimo dell'emozione. Si addormentarono subito dopo, distrutti ma felici.


 
****


I raggi del sole filtravano attraverso le vetrate della camera di Soma.
Le lenzuola bianche erano tutte spiegazzate e in disordine, il profumo intenso di violette invadeva la stanza portandolo a voler “immortalare” i ricordi di quella notte.
Quella mattina era una bella giornata e lui si sentiva davvero rilassato mentre ascoltava il cinguettare allegro degli uccellini. In effetti aveva sempre amato vivere in mezzo al verde perché la campagna gli trasmetteva spensieratezza, ma probabilmente la quiete che sentiva era soprattutto legata alla notte trascorsa con Erina.
Aveva spesso sentito parlare dai suoi compagni di scuola di sesso, di far l'amore, e ne parlavano in maniera così euforica che lui neppure riusciva a spiegarsi perché erano tanto incuriositi da quell'aspetto. Aveva sempre messo avanti a tutto la cucina e la sua passione per il cibo, i sentimenti erano passati in secondo piano rispetto ad essi; eppure, da quando era cominciata l'estate e si era pian piano avvicinato ad Erina innamorandosene, aveva scoperto lui stesso quanto i sentimenti erano forti e travolgenti e altrettanto il desiderare fisicamente una persona: ti portava a commettere gesti che neanche ti immaginavi e a dire frasi che da quanto erano sdolcinate ti stupivi di non avere bisogno di “insulina” per placarle e mettere a tacere la tua bocca.
Oltre a questo, sotto gli aspetti più intimi diventavi esplicito, audace, sicuro.. lussurioso. Soma non credeva che fare l'amore fosse così intenso, specialmente se lo facevi con la persona che amavi.
Ora sapeva che fare l'amore voleva dire seguire l'istinto, soddisfare ed esplorare i tuoi più nascosti desideri peccaminosi, esprimere i tuoi sentimenti e non controllare le emozioni senza che qualcuno ti giudicasse per non averlo fatto. Fare l'amore era decisamente un mondo a parte, in cui quasi tutto era concesso se reciproco e consenziente.
Era chiaro che in quei momenti la persona con il quale ti univi la sentivi così vicina da credere di essere diventati un tutt'uno.
Conoscevi tutto di quella persona, perfino i nei più nascosti o le più piccole imperfezioni legate al corpo. Diventavi trasparente di fronte a lei.
Per non parlare del limbo in cui finivi appena raggiunto l'orgasmo: era così misterioso da lasciarti senza parole.
Apparentemente, se ci pensava appena tornato lucido, ti saresti chiesto cosa il tuo partner avrebbe pensato ascoltando le tue manifestazioni di piacere provando vergogna, ma tutto questo finiva nel dimenticatoio appena iniziato perché le emozioni in quegli attimi diventavano incontrollabili e finivi per goderti solo il momento.
Era proprio questo il bello. Era questo ciò che lui aveva avvertito quella notte. Alzò gli occhi al cielo sospirando.
Era ancora in uno stato di piacevole “catalessi”, sebbene fosse già mattina.
Avere Erina che gli dava le spalle, a schiena nuda, seduta sul letto e che sorreggeva timidamente il lenzuolo per coprirsi la parte davanti, con le ciocche rialzate da un'arraggiata pinza e appena “docciata” non lo aiutava a non pensare alla bellezza di quella notte.
-grazie di avermi fatto usare la tua doccia, Yukihira.- farfugliò sottovoce.
Lui sorrise divertito. -di niente. Come ti senti?-
-devi proprio chiederlo?- esplose paonazza, -un po' dolorante.- confessò dopo.
-su, su Nakiri.. adesso puoi anche girarti dalla mia parte!- ridacchiò lui.
-sta zitto!- sbottò, -devo ancora realizzare quello che è successo e che appena poche ore fa mi sono spogliata davanti a un'idiota come te.
È imbarazzante e ho bisogno di accettare la situazione.- borbottò altezzosa.
Lui scoppiò a ridere e lei girò la testa verso di lui incenerendolo:
-non ridere come un cretino!- scattò imbarazzata -..e indossa una maglietta subito. I tuoi pettorali non mi aiutano!- brontolò arricciando il naso all'insù.
Lui si tolse il lenzuolo che gli copriva il corpo coperto solo da un paio di boxer e questo non fece altro che farla arrossare ancora di più.
Si portò dietro di lei, che all'improvviso iniziò a sentirsi tesa sussultando, lentamente afferrò una delle sue mani che reggevano le coperte usate per coprirsi la parte davanti e passò alle sue dita curate e smaltate per alzargliene una a una, fino alla quinta, e far calare il lenzuolo a terra. Lei non sembrava riuscire a reagire da quanto era incantata da quei movimenti.
Fatto questo, dopo averla agilmente portata in brodo di giuggiole, sorrise dolcemente e le lasciò un piccolo bacio sulla clavicola, salendo fin verso il collo in una lieve carezza con le labbra.
-non sarà la prima né ultima volta che ti vedo.- continuò a sorridere sbarazzino.



 
****


A Erina si irrigidirono tutti i muscoli del viso, completamente spiazzata dalla sensualità del suo gesto.
-perché sei così?-
-così come?- domandò retorico.
-così..così.. oooh! Lascia perdere!- esclamò arresa.
Smise di dargli le spalle e non curandosi più di essere nuda davanti ai suoi occhi_almeno per qualche breve secondo_ gli diede una considerevole spinta che lo scarventò sul letto per poi sovrastarlo. -smettila di provocarmi con le tue inutili tecniche di seduzione, Yukihira Soma!-
-inutili, dici eh..?- ironizzò con un ghigno soddisfatto, squadrando tutto il corpo di Nakiri. -dov'è finita la vergogna di poca fa?- le strizzò l'occhiolino, punzecchiandola.
Con un'occhiata così intensa, lei si sentì arrossire e per un attimo abbassò nuovamente la guardia.
Lui, vedendola indecisa, colse l'occasione per mettere le mani sulle sue cosce nude senza spostarla da sopra di lui, e si portò nelle vicinanze delle sue labbra.
Erina, vedendo il volto di Yukihira a pochissima distanza dal suo, sobbalzò un pochino e distolse lo sguardo. Le mani del ragazzo salivano e scendevano dalle sue cosce vezzeggiandole quasi inconsciamente, tanto che quelle carezze le sembrarono così delicate da farle venire i brividi e desiderare di fare l'amore con lui per la seconda volta.
Poi, quelle stesse mani, salirono lungo la sua schiena scoperta e liscia e la portarono più vicina ai suoi pettorali e essi e il suo seno furono nuovamente pelle contro pelle.
A quel caloroso contatto, lei non riuscì più a resistere:
-forse non sono poi così inutili..- confessò arrossendo.
Cosa aveva appena detto? Era impazzita?
Lui ridacchiò vedendola in difficoltà e quando fu sicuro che era totalmente nelle sue mani, unì le labbra con le sue in un passionale bacio alla francese.
Si staccarono per riprendere fiato e lui abbozzò un tenero sorriso, stringendola ancora per la schiena.
Erina era davvero bellissima. L'aveva sempre pensato, ma alla fine non glielo aveva mai veramente detto e adesso sentiva di volerlo fare:
-credo di non avertelo mai detto, Nakiri, e ora posso dire di conoscerti appieno.. sei davvero bella. In fondo mi hai incuriosito fin dall'inizio.-
Lei non si aspettava questo complimento e rimase colpita dalla naturalezza con cui Yukihira aveva pronunciato tali parole. Era davvero unico.
Volse lo sguardo altrove imbarazzata. -già, non me l'avevi mai detto..- boccheggiò inizialmente, -ma anche se non me lo dicevi lo sapevo già.-
-prensuntuosa e orgogliosa come al solito.- convenne lui, -ma in fondo è questo che sei e Erina Nakiri va bene così.- aggiunse sorridendo.
Il suo volto andò a fuoco come non era mai successo e, passato l'attimo di forte imbarazzo, tornarono a baciarsi con trasporto e quella mattina trascorse così.
I due decisero di non scendere a colazione e di escogitare un piano per far uscire Erina dalla stanza di Soma senza destare sospetti al resto dei conviventi.




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Angolo autrice: buonasera ragazzi! <3 sorpresi eh? immagino che pensavate di dover aspettare di più per il nuovo cap, ma alcune scene di questo capitolo l'avevo scritte già tempo fa e quindi il capitolo è stato più veloce da scrivere e impostare, riuscendo a pubblicarlo dopo pochi giorni dall'ultimo. Ovviamente, se siete arrivati alla fine del cap, avrete capito che è totalmente incentrato sulla Sorina. Anche loro finalmente hanno fatto il "passo importante" XD ve lo aspettavate? :P cosa vi è sembrato? è leggermente più spinto di quello RyoAli, ma sono anche i protagonisti o sbaglio? ;D
Comunque, ho cercato lo stesso di rispettare il segnalino arancione senza andare troppo nei dettagli. Spero di esserci riuscita.. quindi, ora sono curiosa di sapere cosa ne pensate! :D
Come ho gestito il banchetto? è adeguato all'ultimo evento? i PG? chiaramente, mi sono informata sulla cucina Medievale o altrimenti un cap dedicato a questo "tema" non sarei riuscita a scriverlo.
Ringrazio chi mi ha recensito <3 <3 grazie davvero! *-* spero di ricevere altre recensioni :D. Grazie di tutto! <3

Un bacione a tutti! <3 a presto! Erina91


 
  
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