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Autore: Onaila    22/06/2016    1 recensioni
Qualcosa di nuovo crebbe dentro di lei, niente che avesse a che fare con l'amore.
Non provava tenerezza nel vederlo e come poteva?
Non era il suo bambino. Era il figlio di sua sorella, Zelena.
Solo al pensiero di quel nome riuscì a identificare il sentimento che le stava ribollendo dentro: Invidia.
Le sue mani cominciarono a tremare.
Era gelosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 20

 

Qualche mese prima nel futuro

Era stata Belle ad aprirle la porta e l'aveva accompagnata dal figlio che stava leggendo in biblioteca << La vuoi smettere di leggere topo di biblioteca? >> il ragazzo rimase sorpreso nel vederla sulla porta e fece cenno alla madre di lasciarli soli << Che cosa ci fai qui? >> Annabelle alzò le mani al cielo avvicinandosi << E che dovrei fare? Tra meno di due ore sarai a cena da noi e... >> << Avevo intenzione di non venire >> la ragazza si accigliò a quella rivelazione << Che cosa? >> << Annabelle credevo tu non volessi vedermi...e..e non volevo causare ulteriore disagio, già tua madre e mio padre si sopportano a stento, figurati se... >> Annabelle lo fermò baciandolo delicatamente << Come puoi pensare che non voglia vederti? >> sussurrò toccando la propria fronte con quella di lui << Come puoi averlo pensato... >> l'aveva ferita, lo sentiva dalla sua voce, l'aveva ferita tutte le volte in cui l'aveva lasciata ad attenderlo invano, in cui l'aveva dimenticata << Perdonami Annabelle >> fece lui accarezzandole le mani che toccavano il suo viso << Che cosa sta succedendo Darell? >> chiese ancora scostandosi così da poterlo vedere meglio in volto << Di che cosa stai parlando? >> Annabelle si tolse il cappotto e lo appoggiò ad una delle numerose sedie in legno per poi tornare a guardare Darell << Sai a cosa mi riferisco, che cosa ti sta succedendo? >> << Non riesco a capirti >> Annabelle si passò le mani tra i capelli per poi stringersi nelle spalle << E' evidente che mi stai nascondendo qualcosa, altrimenti non ci sarebbero scuse per il tuo cambiamento >> << Cambiamento? >> sembrava arrabbiato << Sì, Darell il tuo cambiamento: perché non ti presenti ai nostri appuntamenti? Perché ti allontani da me con scuse infantili che persino un bambino capirebbe le tue menzogne >> << Le mie menzogne? >> << Sì, Darell, sì le tue menzogne! >> la corrente nella stanza saltò per alcuni istanti e Annabelle sapeva di esserne stata lei la causa, ma non le importava << Smettila di mentire, ti prego... >> sussurrò abbassando lo sguardo adesso << Lo sai che non sopporto le bugie, sai che non sopporto i segreti...quindi ti prego Darell dimmi che cosa c'è che non va... >> continuò tornando a guardarlo, ma lui rimase in silenzio << Come vuoi... >> Annabelle riprese la propria giacca e si diresse alla porta << Non lo so... >> sentì alle proprie spalle << Annabelle io non lo so >> la ragazza si voltò e vide il giovane seduto sulla sedia con le testa tra le mani << Ho dei vuoti di memoria Annabelle e non so perché >> la ragazza si accigliò avvicinandosi nuovamente a lui << Di che cosa stai parlando? >> << E' proprio questo il punto, non lo so. So solo che non mi ricordo di averti dato buca, non mi ricordo di essermi allontanato da te e per amor del cielo non so nemmeno perché continuo a svegliarmi in mezzo al bosco >> fece scaraventando dei libri sul terreno prima di alzarsi << Che cosa potrei mai fare di notte in mezzo al bosco? >> continuò tornando a guardarla << Perché non me ne hai parlato prima? >> chiese lei avvicinandosi e prendendo le mani di lui tra le sue << Perché...ho paura >> << E di cosa? >> il ragazzo abbassò lo sguardo << Se te lo dico ti arrabbierai di nuovo >> confessò e la ragazza si accigliò, prima di fare un lungo sospiro capendo a cosa si stava riferendo << Ancora con questa storia? Mia madre era la Regina Cattiva e io sono la combina guai della città, sul serio ancora pensi che possa temere le tue origini? >> lo costrinse a guardarla << Davvero pensi che possa giudicarti per il passato di tuo padre? Darell anche se tu venisse da me e mi dicessi di aver ucciso qualcuno, io non esiterei un istante ad aiutarti a coprire le tue tracce. Certo dopo ti picchierei, ma prima ti salverei >> Darell le sorrise prima di baciarla facendola indietreggiare fino al tavolo della biblioteca << Dovresti parlarne con tuo padre >> suggerì lei riprendendo fiato << Sai che non lo farò >> rispose lui baciandola ancora e lei non lo respinse nemmeno stavolta << Sarai tu ad aiutarmi, prometti di non parlarne con nessuno >> << Darell... >> << Promettimelo >> la interrompé lui << Te lo prometto >> disse anche se non era certa che fosse la cosa giusta da fare, ma i suoi pensieri vennero distolti dall'ennesimo bacio del giovane.


Regina era tornata a casa la mattina presto, del tutto decisa a non voler rimanere all'ospedale, così Robin l'aveva aiutata a lavarsi e insieme ad Henry, l'avevano fatta distendere nel letto obbligandola a rimanervi, persino Roland la minacciava con la sua pistola giocattolo se osava alzarsi se non per andare in bagno, ma alla fine si era addormentato e il padre l'aveva portato nella sua camera.
Non aveva visto Annabelle per tutto il pomeriggio e si chiese dov'era quando la vide sbucare dalla porta << Stai approfittando dell'assenza delle guardie? >> fece sarcastica vedendola seduta su una delle poltroncine della stanza << Sono stanca del letto >> confessò la madre mordendosi un labbro mentre la figlia si sedeva di fronte a lei << Dove sei stata? >> chiese posando il libro che stava leggendo << Con Darell >> rivelò accomodandosi meglio sul divano << Davvero? Allora riesco ad immaginare la vostra lunga conversazione >> << Mamma! >> fece sorpresa lei strappandole un sorriso << Ti fidi di lui? >> Annabelle si accigliò a quella strana domanda << Certo, più di chiunque altro, perché? >> Regina aveva ancora vivido nella propria mente il ricordo della sera prima << Niente, solo stai attenta >> << Non c'è verso che ti stia simpatico, vero? >> la madre rise, ma Annabelle percepiva che c'era dell'altro, qualcosa che non voleva dirle e un po' le dispiacque << Comunque abbiamo parlato molto più di quanto pensi, anzi in realtà siamo andati anche nel tuo ufficio >> Regina alzò gli occhi al cielo, ricordandosi chiaramente come Robin le avesse proibito di farlo e di come la figlia non si poneva alcun problema a rivelarle di aver disobbedito << E che cosa hai scoperto? >> << Io? Niente, lo sceriffo Swan molto >> la madre si accigliò << C'era qualcun altro con te nella stanza >> continuò << Che cosa? >> si finse sorpresa e la ragazza sorrise << Abbiamo trovato un impronta, allora io ho cercato di capire se era magica e di certo è di qualcuno con poteri, ma non sono riuscita ad identificare il proprietario >> << Ma com'è possibile? >> << Non lo so è strana, persino Darell non è riuscito a capire di chi si trattasse. Più che altro sembrava che fosse mescolata con qualcos'altro o qualcun altro anche se non saprei cosa o chi >> Regina rimase sempre più dubbiosa da quella rivelazione << Dove l'avete trovata? >> << Vicino alla porta, ha importanza? >> ma com'era possibile?
Non era Darell la persona che aveva visto?
<< Mamma c'è qualcosa che ti turba? >> la donna guardò la figlia intensamente soppesando l'idea di parlargliene o meno << No, niente ho solo una gran fame >> mentì nascondendosi dietro un sorriso << Va bene allora vado a prenderti qualcosa da mangiare >> fece Annabelle alzandosi e dirigendosi al piano inferiore.
Regina continuò ad osservare la porta da cui era uscita la figlia e temette molto per la sua incolumità, insomma se lei aveva davvero visto Darell, voleva dire che Annabelle era in pericolo al suo fianco, ma se così non fosse stato avrebbe rischiato di incrinare il loro rapporto e non se lo sarebbe mai perdonata.
La donna si alzò in piedi, ma un forte capogiro la costrinse a risedersi.
Detestava sentirsi così debole e detestava doversene stare in panchina.
In realtà cominciava ad odiare Gabriel anche se non avrebbe voluto, cominciava ad odiarlo per tutto quello che aveva fatto e che stava facendo.
Eppure continuava a domandarsi perché la odiasse così tanto e sopratutto perché odiasse così tanto Annabelle.

*

Gabriel fingeva di sfogliare il “Mirror” mentre camminava per le vie di Storybrooke e osservava loro, tutti loro nella loro normale e patetica vita.
Si chiedeva come fosse riuscita a far si che si fidassero di lei, del resto per loro non era più la Regina Cattiva?
Non la vedevano ancora come tale?, o era bastata la parola di Biancaneve per far si che accadesse il miracolo.
No, era certo che fra loro ci fosse ancora qualcuno che odiasse profondamente Regina, ma chi?
Con un incantesimo pronunciato a fior di labbra, cominciò ad esaminare i loro cuori, ad ispezionare le loro anime e i loro desideri più oscuri.
Stava per arrendersi esasperato dalla mediocre bontà di quelle persone, quando venne attirato dal cuore di una ragazza seduta da Granny's intenta a sorseggiare una tazza di caffé.
Chi era?
Non l'aveva mai vista né ne aveva sentito parlare nel futuro e questo lo incuriosì talmente tanto che si diresse verso il locale, quando però venne afferrato per un braccio << Grazie al cielo che è qui Dottor Hopper, ho bisogno di parlarle >> era Cenerentola e si domandò cosa mai volesse da lui in un momento come quello, visto che non era orario di visita << Vieni da me per le quindici >> la donna scosse la testa nervosamente << Ho bisogno di parlarle adesso >> fece lei ormai in lacrime e il Grillo diede in un lungo sospiro, mostrando un sorriso non voluto << Certo, andiamo nel mio ufficio >> si arrese alla fine Gabriel dovendo mantenere quella copertura, dirigendosi così al suo noiosissimo lavoro da ascoltatore.

Era l'ora di pranzo quando Cenerentola uscì dal suo ufficio e Gabriel sperò che quella strana ragazza fosse ancora da Granny's, ma non la trovo, in realtà non la trovò da nessuna parte e si chiese come fosse possibile.
Continuò a cercarla anche quando ormai si fece sera e smise solo quando vide Annabelle passeggiare insieme a Darell.
Gabriel sapeva di non aver bisogno di nascondersi, sapeva che loro avrebbero visto solo il Grillo, ma si intrufolò comunque in uno dei vicoli, osservandoli di soppiatto.
Lo vide avvicinarsi al volto di lei e sussurrarle qualcosa ad un orecchio che la fece ridere, Gabriel lo invidiò, lo invidiò con tutto se stesso, perché Darell poteva ancora farla sorridere.
Strinse le mani a pugno quando lo vide baciarla e stringerla a sé << Dovresti andartene da qui >> l'uomo scattò sul posto spaventando dalla voce femminile alle sue spalle << C-chi sei? >> chiese non avendo percepito la sua presenza << Devi andartene ora >> continuò lei cercando di spingerlo fuori dal vicolo << Senti non mi piacciono i guardoni >> commentò un uomo che era appoggiato alla parete prima di andarsene e la donna soffiò frustrata indossando il soprabito per coprirsi, visto che portava solo un vestito rosso che non lasciava spazio alla fantasia, contro il freddo inverno << Grazie mille >> commentò palesemente arrabbiata dirigendosi fuori dal viottolo, osservando quasi disgustata la coppietta intenta a scambiarsi effusioni.
Gabriel la seguì a ruota riconoscendo quei capelli castani che svolazzavano in aria raccolti da una semplice coda << Sei tu! >> esclamò prendendola per un braccio e quella si girò a scatto colpendolo all'addome o cercando di farlo perché il Grillo riuscì a fermare il pugno prima che lo raggiungesse << C-come? >> fece sconvolta lei e Gabriel si lasciò sfuggire un sorriso << Non sono chi sembro >> disse trascinandola dentro la torre di Storybrooke << Che cosa stai facendo?! >> gridò quella cercando di liberarsi invano dalla presa dell'uomo << Non ho intenzione di farti alcun male >> rassicurò lui per poi tornare alla propria forma originaria << Tu...tu... >> il ragazzo annuì appoggiandosi alla scalinata e incrociando le braccia al petto << Perché? >> << Perché condividiamo gli stessi pensieri >> la donna scosse la testa bruscamente << No, io non ho niente da spartire con te >> fece lei indietreggiando << Né con la magia >> continuò voltandogli le spalle << Preferisci tornare alla tua vita? >> chiese lui accennando un gesto con il capo riferendosi all'uomo e al vicolo << Non è affar tuo! >> inveì lei voltandosi minacciosa, ma senza far alcun effetto sul ragazzo << So che la odi, sento che la odi, perché non vuoi vendetta? >> << Perché...non è giusto >> fece lei abbassando lo sguardo, ma ritornando subito a riguardare il ragazzo quando sentì la sua risata riempirli le orecchie << Non è giusto? Questa è l'unica cosa che ti ferma dalla vendetta? La GIUSTIZIA? >> Gabriel si coprì il volto senza smettere di ridere << Che c'è di strano? >> chiese lei confusa << Niente se fosse la verità >> rispose lui tornando a guardarla << Pensi che io menta? >> << So che stai mentendo >> stavolta toccò alla donna sorridere << Sei un folle >> commentò appoggiandosi alla parete per poterlo vedere meglio e il ragazzo rimase ipnotizzato dal colore dei suoi occhi: erano grigi come spenti e questo gli fece capire che era magica o almeno lo era stata << Eri...una fata >> si ritrovò a dire meravigliato e la donna a risposta abbassò la frangetta per nascondersi << Hai ragione, la odio e vorrei vendetta più di chiunque altro, ma... >> Gabriel si accigliò e fece un passo nella sua direzione << Ma non ho il potere! >> gridò frustrata stringendo le mani ha pugno << Farei appena in tempo ad avvicinarmi a lei che sarei morta, sempre che riesca a superare la sua “famiglia” >> continuò mimando le virgolette con le dita << Lei ha tutto, ha tutto pur avendo compiuto scempi e stermini, mentre io...io...ho perso tutto a causa sua, tutto! >> gridò e il ragazzo si sentì sopraffatto da quell'odio covato per così allungo, un odio che non aveva mai percepito in nessuno.
Che cosa poteva mai aver compiuto Regina per aver distrutto una così bella creatura?
<< Come ti chiami? >> domandò prendendole il volto rigato dalle lacrime tra le mani << Rachel >> rispose allontanandosi dal tocco del ragazzo << Io posso aiutarti, insieme potremmo fare grandi cose >> Rachel rise come a prenderlo in giro << Non mi sembra che il tuo piano di dar fuoco al suo ufficio abbia funzionato >> commentò lei asciugandosi il volto << Allora aiutami >> << E perché mai dovrei? >> Gabriel le si avvicinò fino a poter sentire il suo respiro << Perché posso ridarti i tuoi poteri >> rivelò nel suo orecchio e quando tornò a guardarla a ricambiarlo fu uno sguardo pieno di stupore << C-come? >> a risposta si smaterializzarono nel bosco << Che cosa ci facciamo qui? >> domandò ancora insicura di ciò che stava facendo << Qui è dove crescono le fate e muoiono i nani >> rivelò lui << Nella foresta incantata, non qui ha Storybrooke >> << Storybrooke non è nientemeno che la foresta incantata in un mondo che non creda possa esistere >> spiegò lui qualcosa che loro non avrebbero scoperto che da lì a qualche anno << Mettiti al centro >> continuò dirigendosi ad una delle pietre lì poste e rivelando che vi erano disegnate delle rune << Perché me? >> chiese lei obbedendo << Perché il tuo odio è vero e profondo, non ti aspettare altro da me >> la donna rise << Non mi aspetto più molto dagli altri >> commentò lei osservando attentamente i movimenti di Gabriel << Se i miei studi non mi tradiscono dovresti essere una Fata di Guerra >> << Non sapevo avessi studiato le fate >> fece lei annuendo << Nel mio mondo è una materia d'obbligo >> confessò disegnando la runa del fuoco e dell'aria per poi dirigersi all'albero posto al centro del cerchio che cominciava ad apparire sotto ai loro piedi, che Rachel guardava meravigliata << Ho bisogno che ti tagli un palmo >> la ragazza non esitò un istante e prese il pugnale che gli lanciò Gabriel << Quando hai fatto posizionarlo sul terreno >> continuò il giovane per essere subito obbedito.
Gabriel vide la magia concentrarsi intorno a lei, venir risucchiata e riaccendere le sue ali rosse spente da chissà quanto.
Quella era magia pericolosa, una magia a cui solo le fate e i nani potevano sopravvivere e anche il suo costo era alto, ma a Gabriel non importava, perché del resto cos'altro poteva portarli via la magia che già non avesse preso?
Quando il cerchio venne a concludersi, Gabriel poté ammirare la bellissima creatura rossa che era davanti ai suoi occhi.

   
 
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