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Autore: Jamin_a    22/06/2016    3 recensioni
"Tranquilla zucchero" Si alzò dalla poltrona e, avvicinandosi a lei, la sovrastò con la sua altezza.
"Non sarò di certo io a infrangere i tuoi sogni di gloria da stupida capitolina"
Disse aspramente, fissandola negli occhi e facendosi serio.
[...]
"Ma tu ..." Continuò l'uomo sfiorandole le dita con cui lei teneva ancora stretto il collo della bottiglia.
".. Devi tenere giù le mani dal mio alcol" concluse secco, rubandole l'oggetto dalle mani.
Haymitch fece un passo indietro, sorridendo soddisfatto.
Effie rimase immobile a guardarlo andar via.
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piccola raccolta di momenti Hayffie
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“Ho sentito dire che dopo più di vent’anni nel ruolo di mentore finalmente Haymitch Abernathy ci degna della sua presenza” Disse sarcastica, chiedendosi anche lei cosa avesse spinto il mentore ad essere presente quella sera. Forse era riuscito a capire quanto fosse da maleducati non presentarsi mai a quella festa, ma non sembrava molto da Haymitch fare una cosa del genere, anzi, era molto più probabile che fosse talmente ubriaco da aver preso il treno ed essersi trovato a Capitol City per sbaglio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hola gente!  vi devo solo fare una precisazione per questo capitolo, ho inventato i nomi dei tributi del 12 e dello stilista che lavorava con loro prima di Cinna perchè non so se siano citati nel libro o meno, nel dubbio li ho invenati haha (avevo il sospetto che fosse Tigris uno degli stilisti del dodici, so che è un ex stilista ma non ricordo se era specificato il distretto, quindi anche qui, nel dubbio, ho inventato hahah), chiedo perdono se ci sono gravi errori di incoerenza coi libri, mel caso segnalatemeli che ne terrò conto per lo svolgersi della storia. A questo proposito, nei capitoli riguardanti l'edizione 74 ho preferito fare un mix tra libri e film, tenendo conto delle scene che ho preferito in uno e nell'altro. 
Buona lettura :-*




 
La sfilata dei tributi dell’edizione 72 si era appena conclusa e tutti si trovavano all’ingresso del palazzo d’addestramento. Effie insieme a Portia e Abius, gli stilisti del distretto 12, si complimentò coi suoi tributi appena scesi dal carro. “Oh ragazzi, siete così carini” disse in maniera teatrale. Come al solito faceva di tutto per attirare l’attenzione di qualcuno sui suoi tributi. Quest’anno erano due ragazzi di 15 anni e la ragazza, Iris, era veramente bella, chissà mai che questo avrebbe attirato un po’ di sponsor, Effie non smetteva mai di sperare. I tributi avevano una faccia terrorizzata.
“Oh Iris, sicuramente ti avranno notata” disse alla ragazza elogiandola, cercando di rassicurarla almeno un po’. I due tributi si guardarono e le loro facce s’incupirono ancora di più se possibile.  “Oh ma anche tu Matt …” disse rivolgendosi al ragazzo in evidente imbarazzo “Eravate favolosi”. Mentì spudoratamente, i ragazzi del distretto 1 e del 2 lo erano. I suoi erano vestiti di grigio, smorti, e per quanto carina potesse essere la ragazza, non ci sarebbe mai stato confronto con la bellezza fiera che ostentavano i vincitori. Inoltre in quell’edizione anche la ragazza del 4 era veramente bella, quindi Effie anche in quell’ambito sapeva di partire svantaggiata.
D’un tratto Effie si sentì fare il verso dietro di sé “Fa-vo-lo-si!” mentre una mano le si aggrappava pesantemente sulla spalla, lei barcollò pericolosamente nel tentativo di non perdere l’equilibrio sui tacchi. “I migliori” aggiunse infine ironicamente. Haymitch era ubriaco perso e probabilmente la mano sulla spalla di Effie era solo l’ennesimo sforzo per cercare di non cadere rovinosamente a terra.  Portia lo guardò schifata. “Beh, in confronto a questi idioti di Capitol City” sbiascicò, beccandosi un’occhiataccia da Abius. “Non che ci voglia molto…” Effie alzò gli occhi al cielo. Raccolse tutte le sue forze e fece un sorriso “Ragazzi! Raggiungiamo l’attico?” propose con tutto l’entusiasmo possibile.
Mentre si avviavano all’ascensore i due stilisti del distretto 8 si fermarono a chiacchierare con Portia e Abius così che il mentore, l’accompagnatrice e i due tributi si ritrovarono soli. Appena le porte si chiusero Effie inizio a spiegare il programma che attendeva ai ragazzi. “Oh mio Dio tu proprio non ce la fai a stare zitta” sospirò Haymitch appoggiando la testa contro l’ascensore. La ragazza lo guardò male, ma non diede tanto peso alle sue parole, ci era abituata. Erano così loro due in pubblico, per gli altri non si sopportavano. Negli anni Effie era diventata sempre più frivola e Haymitch sempre più scorbutico, e capitavano delle volte in cui uno dei due esagerava e non si sopportavano realmente, ma erano le loro parti, e andavano rispettate. “Allora come vi stavo dicendo domani alle due ...” un ding segnò l’arrivo all’attico e l’apertura delle porte.
Effie entrò prima di tutti, continuando a elencare una serie di cose che i ragazzi avrebbero dovuto fare nei giorni successivi, ed elogiando tutto il lusso che l’attico del distretto 12 aveva da offrire.  Giunti in soggiorno Haymitch prese una bottiglia e si gettò sul divano. I due ragazzi si sedettero anche loro mentre l’accompagnatrice in piedi non smetteva di dare direttive su cosa sarebbe accaduto.  Matt alzò lo sguardo verso il mentore. “Tu hai vinto, sai come funziona” disse, interrompendo il fiume di parole della ragazza. Haymitch lanciò uno sguardo sorpreso ad Effie, il ragazzo prima di allora aveva detto sì e no due parole da quando era stato estratto il suo nome. “Abbiamo possibilità?” chiese serio. Effie chiuse gli occhi sospirando, pregando che Haymitch non facesse uno dei suoi danni, dicendo ciò che pensava realmente. Iris sembrava sul punto di piangere. Haymitch prese un bel respiro “Forse” disse amaramente. Più di così non riuscì a mentire. Effie si schiarì la voce “Dai ragazzi, è stata una giornata lunga, andate a farvi un bagno, vi rivoglio qui per le sette quando sarà servita la cena.” I due ragazzi annuirono e andarono verso le rispettive camere.
Effie si sedette accanto al mentore. “Non hanno possibilità vero?” disse rassegnata, quando fu certa di non essere ascoltata dai ragazzi. “Certo che no”. Lei si lasciò cadere contro lo schienale “Mi sento inutile” Sospirò. “Dieci anni, dieci anni che sono qui e non riesco a salvare nessuno” Disse passandosi una mano sul volto “Effie, non puoi salvarli” Commentò lui chiudendo gli occhi “Puoi solo dargli una mano a sopravvivere mezza giornata, ma non puoi salvarli” Fece un sospiro profondo “Dio, mi viene da vomitare” Aggiunse in fine, facendo una smorfia. Effie scosse la testa “Direi che basta bere allora” Disse lei secca, prendendogli la bottiglia dalle mani e andandola a posare sul tavolino. Haymitch sbuffò una risata. “Cosa c’è ora da ridere?” Domandò scettica lei. “Sai” disse piano lui “Dieci anni fa ti avrei mandata a cagare per questo” L’accompagnatrice sorrise, ricordando il loro primo incontro “Ci sei andato vicino” disse lei “Già…” confermò il mentore.
Effie si volto a guardarlo, semisdraiato su quel divano, con gli occhi ancora chiusi nel tentativo di spingere via il senso di nausea che l’aveva assalito. “Sai Haymitch… eri stato proprio…” Fece una pausa alla ricerca del termine giusto. Lui rise interrompendola “… Stronzo Effie?” Lei annuì “Si, cercavo un sinonimo più elegante” Disse lei rimproverandolo “ma direi che stronzo” sottolineò la parola come si fosse dovuta sforzare per pronunciarla “rende comunque l’idea” Haymitch sospirò triandosi leggermente più dritto. Aprì gli occhi, se la ritrovò accanto, seduta composta, che lo guardava. “Non che tu fossi proprio simpatica” disse lui, come a volersi giustificare “Quando ti ho vista ho pensato fossi …” Fece una pausa facendo il verso alla ragazza. “Fastidiosa?” Suggerì lei. “No, una rompicoglioni” concluse lui guardandola come a voler sottolineare l’ovvio. Effie aveva uno sguardo che esprimeva a pieno il suo disappunto. Il mentore rise ancora nel vedere la reazione di lei.  “Ti diverti con poco” Disse lei seccata.  “Speravo che in questi dieci anni tu imparassi almeno un po’ di buone maniere Haymitch” Aggiunse sistemandosi il bordo del vestito. “Almeno un po’ di eleganza…” Lui si passò una mano tra i capelli “Oh andiamo…” le disse in tono implorante “non fare così con me” Effie arricciò le labbra “Così come?”  Lui sbuffò, esitò un secondo e prese un sospiro come a farsi coraggio “Così come l’irritante capitolina perfettina che non sei” Disse secco lui.
Finalmente lo aveva ammesso, Haymitch si sentì come se si fosse tolto un peso, perché dopo dieci anni era ora di essere sinceri. Attese in silenzio la reazione della ragazza. Effie non sapeva come comportarsi, si sentiva come colta in fragrante, scoperta, come se fosse nuda davanti a lui. Sapeva di essere diversa rispetto al modello che la società imponeva. Lei non riusciva ad apprezzare il gioco del massacro, lei non riusciva a rimanere fredda davanti al dolore dei distretti. Sapeva di poter essere veramente sé stessa solo con lui, e così era stato da sempre. Ed era cosciente che lui sapeva della maschera che inossava con gli altri. Ma non gliel’aveva mai detto, non ne avevano mai parlato. E anche lei sentiva il bisogno di mettere in chiaro le cose dopo dieci anni. Soprattutto perché lei voleva sapere come appariva agli occhi di Haymitch, lei voleva sapere se lui l’apprezzasse almeno un po’. E in fondo le sarebbe bastato piacergli la metà di quanto lui piaceva a lei. E lui le piaceva davvero molto, in una maniera da lei reputata esagerata.
Deglutì “Ed è un complimento?” Chiese incerta. Era terrorizzata da quello che Haymitch avrebbe potuto dire. Lui le vide con gli occhi speranzosi e pensò a quanto fosse fortunato ad averla accanto. Avrebbe voluto urlarle che si, diavolo che era un complimento, che era migliore di quegli schifosi sciacalli, che lei aveva un cuore, che era più bella senza quella maschera fatta di trucco e parrucche.  Si limitò a fare un cenno affermativo con la testa. Effie in quel momento gli rivolse il sorriso migliore che avesse mai fatto, allungò una mano e andò a posarla su quella del mentore. “Grazie Haymitch” disse sinceramente grata. Lui allungò l’altra mano ad accarezzarle il volto. Si fissarono per un istante e Effie sentì di potersi perdere in quegli occhi “Haymitch io…” disse piano lasciando la frase in sospeso, voleva digli un sacco di cose, ma non riuscì a formulare una frase che avesse senso, a così poca distanza dal viso d lui. Se Haymitch avesse saputo di averla lasciata senza parole sicuramente avrebbe festeggiato, ma era troppo occupato a sentiva il cuore martellargli nel petto, diede la colpa all’alcol, ma sapeva benissimo che era lei. “Si?” le chiese sussurrando.  Proprio in quell’istante un ding segnò l’aprirsi delle porte dell’ascensore. La capitolina scattò in piedi allontanandosi dal mentore. “Quindi tu mi dici che voleva davvero abbinare quella cintura con quella sua carnagione?” La voce di Portia risuonò nel locale, seguita dalla risata di Abius.  “Dio quanto non lo sopporto” Disse Haymitch a voce bassa, riferendosi allo stilista. Tra i due non era mai corso buon sangue. Effie rise. “Oh Effie avresti dovuto vedere com’era vestita Clarel!” Disse Portia chiamandola dall’altra stanza. “Oh adesso mi racconti!” Le rispose Effie fingendo un tono interessato. Guardò il mentore che le sorrise e poi si avviò a raggiungere la stilista
  
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