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Autore: _Fallen_Angel_    23/06/2016    3 recensioni
Ma non ho il tempo di preoccuparmi di quello perché di colpo, senza nessun preavviso, la testa mi esplode. Il dolore è accecante. Urlo, e quasi non me ne accorgo. Mi stringo le mani alle tempie, tentando di reprimere quel dolore insopportabile. [...] Era un ricordo. Non è la prima volta che mi succede una cosa del genere. Ci sono delle notti in cui sogno ricordi vissuti nella gabbia, frammenti di memoria ancora non tornati al loro posto. Ma questa volta è stato diverso. Questo ricordo non era mio.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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C’è qualcosa di strano in Dean. Continua a dire cose senza senso, campate per aria. Che, alla fine, si rivelano sempre esatte. Non capisco… Troppe cose sono successe in queste ultime settimane. Sono resuscitato da un coma apparentemente irrecuperabile, Castiel è diventato umano, è inseguito dall’ottanta per cento della sua vecchia razza ed Abbadon è tornata in vita. Di nuovo. Comincia a diventare un cliché. E nemmeno uno di quelli interessanti. Abbiamo catturato Crowley. E Gabriel non si è più fatto vivo. Ci sono delle notti in cui sento che qualcuno c’è, che non sono solo. Mi sveglio, mi guardo intorno. Ma la stanza è vuota. E fredda. Certe volte mi addormento sul divano e la mattina dopo mi ritrovo inspiegabilmente nel letto, con tanto di coperte rimboccate. Oppure non mi ricordo il tragitto che ho fatto dall’alimentari al bunker. E’ come all’inizio di questa brutta faccenda, quando temevo di impazzire. Solo che questa volta non è Lucifero a tormentarmi. E’ qualcos’altro… E la cosa peggiore è che non riesco ad afferrare cosa sia. E l’atteggiamento strano ed incoerente di Dean non fa che peggiorare la mia inquietudine. Castiel, per qualche motivo incomprensibile, se ne è andato. Gli avevamo offerto ospitalità qui nel bunker, al sicuro con noi. Ma, a quanto pare, la cosa non faceva per lui. Dean sorvola sempre l’argomento. E io lo lascio fare. Abbiamo già troppi problemi di nostro.
-No, Sam! Scordatelo! Abbiamo cose ben più importanti a cui pensare!-
-Ma Dean, è solo una prova, voglio vedere se…-
-Un no è un no Sammy. E io ho detto no, punto.-
-Ma Dean…-
-No.- Dean è irremovibile. Non so da dove mi sia venuta l’idea, ma stamani mattina sono andato a spulciare gli archivi giù in cantina. E non solo alla lettera “a”, di “arcangelo”, come al solito. Non ero mai andato a vedere se c’era qualcosa sui serafini. Ho trovato una marea di cose straordinarie, dal come evocarne uno, al come ucciderli, al come stabilire il vero potenziale di ognuno di loro. Ora, Gabriel non è propriamente un serafino, ma ci si avvicina. Voglio testare alcune formule, voglio vedere se funzionano. Tentar non nuoce, dicono i vecchi. Ma Dean è di tutt’altro avviso.
-Ascolta Dean, non sto chiedendo la luna. Voglio solo il bunker per qualche ora. Ho già gli ingredienti, sono tutti in dispensa! Farò in fretta, non ti devi preoc…-
-Piantala Sam. E’ una follia! E non ho ancora capito perché tu sia così fissato con questa storia di Gabriel! L’hai visto morire Sam!- il verde dei suoi occhi si rabbuia, una triste ombra grigia li offusca per un attimo. –Non credere che non capisca cosa senti. Non è bello perdere un amico. Ma devi accettarlo Sammy.- alza gli occhi nei miei. Adesso mi sta pregando. Sta pregando affinchè io ragioni. Ma lo faccio. Lo sto facendo anche adesso. E sono i suoi, di ragionamenti, che non tornano.
-Dean, io so cosa ho visto. E lo avevo accettato, credimi. Ma le mie visioni parlano chiaro. Non è morto Dean! E’ intrappolato da qualche parte! Dobbiamo…-
-Dobbiamo cosa, eh? Dimmelo! Non dobbiamo niente a quel trickster da strapazzo Sam. Niente. Non mi interessa se eravate diventati amiconi per la vita, Sammy. Abbiamo cose più importanti ed urgenti da fare. Tipo sterminare un po’ di demoni, dato che ci siamo! Abbiamo i nomi, Cristo! Andiamo. Ad. Ucciderli.- solleva le sopracciglia, indicando con un gesto secco delle mani la porta d’ingresso. Sbuffo, alzando gli occhi al cielo. Ho ancora una carta da giocare.
-Dean, ma non capisci? Sarebbe tutto più semplice con lui dalla nostra parte! Stiamo parlando di un arcangelo!- allargo le braccia, spalancando gli occhi, imitando il suo stile canzonatorio. Non voglio perdere questa battaglia. I suoi occhi si induriscono, lo sguardo è fermo nel mio. Stiamo per attimi interminabili in silenzio.
-No Sam. Un no è un no.- gira le spalle e se ne va. Rimango fermo, in mezzo alla sala, ritto in piedi ed esterrefatto. Pensavo di poter ragionare con lui. Pensavo avremmo potuto trovare un compromesso. A quanto pare mi sbagliavo. Mi caccio le mani nelle tasche, serrando le mandibole. Tiro un calcio ad una sedia, che si ribalta, sbatacchiando rumorosamente per terra. L’eco dell’urto si espande nell’aria, come le onde generate da un sasso tirato nell’acqua. -Dannazione!- ringhio trai denti. Ho lasciato passare troppo tempo. Gabriel potrebbe davvero essere morto, per quel che ne so. Attraverso a grandi passi la sala grande. Sono stato un idiota. Avrei dovuto agire prima. Ma il tempo è mancato… Abbiamo dovuto affrontare un problema dietro l’altro e la situazione ci è sfuggita. Scendo le scale che portano alla cantina con passo pesante. Arrivo davanti alle porte della cella di Crowley. Non mi resta altro che tentare il tutto e per tutto. Sospiro. Sono davvero ridotto male… Spingo le ante. Le mie braccia non sono mai pesate così tanto.
-Oh, buona sera Sam! Qual buon vento?- la voce rauca del re degli inferi arriva dalla penombra. Riesco a malapena a scorgere il suo profilo scuro. Accendo un faretto. La scena si illumina. Crowley si ritrae, strizzando le palpebre, ancora poco abituato alla luce.
-Sono qui per informazioni.-
-Ancora? Ma non vi è venuta a noia questa interminabile crociata ai demoni? Potreste dedicarvi ad attività più divertenti…- mi fa un occhiolino. Reprimo il desiderio di sbattergli la porta in faccia, tornandomene a farmi i fatti miei al piano di sopra. Ma non posso. E’ di vitale importanza che collabori. Mi dipingo un mezzo sorriso sulla faccia, prendendo da un angolo della stanza uno sgabello, mettendomi davanti a lui. Ci separa solo un misero tavolino di legno… e le manette.
-Magari più tardi… Ora mi serve che tu mi dica una cosa.- Crowley scrolla le spalle, sorridendo beffardo.
-Sono tutto orecchie.- sento la bocca incredibilmente secca. Vorrei schiarirmi la gola, ma non devo mostrare segni di debolezza. Questa parassita ne approfitterebbe all’istante. Devo stare vigile e attento ad ogni mia mossa.
-Cosa sai degli arcangeli? Del loro potere, intendo. Quanto è grande?- il re dell’inferno alza un sopracciglio, preso in contropiede. Non si aspettava la mia domanda.
-Perché mi chiedi questo?- si è fatto improvvisamente sospettoso. Era prevedibile.
-Perché sospetto che uno di loro possa essere ancora vivo.- meglio giocare la carta della verità, per ora. Condita con contorno di omissione. Crowley assottiglia lo sguardo, e certamente non per la luce. Ha fiutato una preda ghiotta.
-Dimmi di più Sam. Dammi i dettagli e forse, dopo, potrò valutare se dirti ciò che so.- digrigno i denti. Mi ero aspettato una sua difesa, un suo modo per aggirarmi e usarmi a suo vantaggio. Ma avrei preferito filasse tutto liscio, almeno per una volta.
-Quid pro quo, Clarice.- sorrido, sarcastico. Questa frase starebbe da Dio in bocca a mio fratello. Detta da me, invece, sembra una forzatura. Crowley alza un angolo della bocca, un ghigno allo stesso tempo complice e maligno. Quest’uomo è un enigma.
-Quid pro quo, sono d’accordo.- fa una breve pausa.- Prima tu, insisto.- il sorriso non abbandona il suo viso. Ma a questo gioco possiamo giocare in due.
-Mi sono arrivati dei messaggi telepatici, delle visioni, che facevano capire che uno dei quattro arcangeli poteva essere ancora vivo.-
-Che tipo di visioni?- alza le sopracciglia con fare ammiccante. Lo fulmino con lo sguardo, sperando di poterlo far esplodere con la sola forza del pensiero. Non si deve azzardare a fare un gesto del genere con me. Gabriel lo faceva. Era una cosa sua. Nessun’altro può.
-Visioni di vita passata. Una specie di autobiografia a filmati.- Crowley spalanca gli occhi. Per un attimo il ghigno vacilla. Per poi tornare, più largo e tronfio che mai.
-Gabriel.- decreta. E’ come ricevere una pugnalata al cuore. Il gelido freddo della sua voce mi trapassa il costato, infilandosi nei miei polmoni.
-Perché lui?- mi sforzo di stare calmo. Non devo far passare niente all’esterno. Ma credo che ormai sia troppo tardi… Crowley si rilassa sulla sedia, senza mai smettere di sorridere, lo sguardo arrogante piantato nel mio.
-Semplice, per due ragioni. Primo: nessun’altro arcangelo ti avrebbe lasciato i suoi ricordi. Nessuno ti era vicino come lo era lui.- il pugnale si gira nella mia carne. Il dolore aumenta. –E, secondo: nessun’arcangelo ha un vissuto al di fuori del paradiso. Tranne Gabriel.- il suo sguardo brucia di vittoria. –Avresti dovuto pensarci subito.- ha ragione. Il bastardo ha ragione. Come ho fatto a non pensarci? Beh, ormai è fatta. Poco male. Avevo pianificato di dirglielo dopo, in ogni caso. Dovrò inventarmi qualcos’altro.
-Ok. Ora tocca a te dirmi quello che sai.- lui annuisce, tutto convinto.
-Bene bene bene… Dato che stiamo parlando di Gabriel, non mi dilungherò in chiacchiere. Ecco vedi, è meglio saperle subito le cose, no? Almeno si risparmia un sacco di tempo! Se non avessi saputo subito di chi si stava parlando, avrei sprecato il fiato parlando di situazioni generali, di dettagli inutili, di…-
-Ti stai dilungando. Stringi.- sbotto. Non ho tempo per i suoi giochetti. Non appena Dean si renderà conto che non sono in camera mia, verrà a cercarmi. E se scopre che sono qua giù, e che cosa sto facendo…
-Va bene, calma… Bene, Gabriel. E’ il più giovane degli arcangeli, ha un potere relativamente medio, più potente di Raphael, ma decisamente inferiore a Michele e Lucifero. Mi dovrai dire qualcosa di più, Sam. Altrimenti temo non ci sia molto da dire sul tuo amico.- vorrei spaccargli i denti. Inspiro dal naso, espiro dalla bocca. Devo. Stare. Calmo. La cosa sta procedendo bene, devo mantenere questa direzione.
-Credo sia intrappolato in Paradiso. Credo che ci sia qualcuno, lassù, che voglia tenerlo lì per fornire… energia.- esito. Non so quanto posso dirgli. Potrebbe usare queste informazioni per i suoi scopi, un giorno. Non devo dirgli troppo. Solo il necessario. Crowley annuisce con falso disinteresse. Nei suoi occhi brilla la scintilla della caccia.
-Fammi capire bene… Tu vuoi sapere da me, un demone, il re dell’Inferno, se ci sono possibilità, per un arcangelo, di fuggire dal Paradiso?- ridacchia, divertito. –Temo che tu sia nel posto sbagliato Sam.- No. No, lui sa. Deve sapere. Questa stronzo sa sempre tutto, dannazione.
-Stai bluffando. Tu sai qualcosa. Sai sempre tutto.- l’adulazione. Di solito funziona. Crowley alza gli occhi al soffitto, stringendosi nelle spalle con fare innocente.
-Chi lo sa Sam! So solo che se un angelo dovesse fare una cosa simile, morirebbe sicuramente nel tentativo. Già altri, prima del tuo Gabe, sono stati fatti prigionieri, ai piani alti. Ribelli, sai…- si passa un dito davanti alla gola con un gesto teatrale. –Non li trattano bene. O meglio, trattavano, adesso non c’è più nessuno che ges…-
-Taglia corto Crowley. Sai se questa cosa sia da riferire anche agli arcangeli?- quello sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
-E io che pensavo stessimo socializzando…- è il mio turno di sbuffare. Sto perdendo troppo tempo qua sotto. Questa cantina puzza di chiuso e di zolfo in maniera allucinante. E Dean potrebbe venire a controllare da un momento all’altro.
-Ti porterò dei libri, se vuoi. Una tv, un porno, quello che vuoi. Dimmi solo ciò che voglio sapere.-
-E va bene, Sam, se proprio insisti… Credo che un arcangelo potrebbe farcela. Certo, non intero.- il mio cuore salta un battito. E’ esattamente quello che ha detto Metatron nella visione.
-Ma…?- lo incoraggio.
-Ma? Ci sono dei ma? Beh, si, un paio… Forse anche tre. Ma tu devi dirmi di più, Sam. Altrimenti…- si passa due dita davanti la bocca, chiudendosi le labbra con una zip immaginaria. Tentenno. Non so cos’altro dire. Non ci sono altri segreti di stato angelico da riferire. Non so altro che possa interessargli abbastanza da indurlo a parlare.
-Beh, Metatron ha esiliato tutti gli angeli dal Paradiso, ma ha tenuto Gabriel per mantenerlo attivo. Credo che prima ci fossero degli addetti, tipo.- ma lui scuote la testa, trattenendo a stento un sorriso, come un bambino che vuole che la madre risponda all’assurdo indovinello senza risposta che le ha appena proposto. -Non so altro.- bandiera bianca. Non so come proseguire. Al che, Crowley si china in avanti, tendendosi verso di me.
-Sia io che te sappiamo che non è vero Sam…- sorride. Sono confuso.
-Che vuoi dire?- lui si tira indietro, sbattendo la schiena sullo schienale della sedia.
-Oh, andiamo Sam! Tu sei un pozzo di informazioni! E bada bene, non devono per forza essere informazioni tattiche, utili o possibilmente sfruttabili a mio vantaggio. Forse non lo sai, ma vado pazzo per i pettegolezzi.- il sorriso si allarga. Per un attimo mi ricorda lo Stregatto di “Alice nel paese delle meraviglie”. Lo lessi con Gabriel, una volta.
-Pettegolezzi? In che senso?-
-Dimmi qualcosa di te e il signor arcangelo Gabriele. In che rapporti eravate?- dannazione. Maledetto, fottuto, infame re dei crossroad pacts. Ne sa una più del diavolo. E c’è da credermi quando dico che il diavolo ne sa tante. Parlo per esperienza personale.
-Eravamo amici.- a grandi linee, è la verità. Crowley affila lo sguardo.
-Ah si? Buoni amici?-
-Si, abbastanza. Mi ha fatto compagnia quando Dean è venuto giù all’inferno a farvi una visita, qualche anno fa.- il re dell’Inferno mi guarda, apparentemente impressionato.
-Wow. Che strana coincidenza… E’ proprio quando ai piani alti hanno cominciato a rintracciare le sue mosse dopo millenni che era scomparso dall’universo… Bene. La cosa si fa interessante.- Stringo le mascelle. I denti scricchiolano per la pressione.
-Ti ho detto abbastanza. Ora è il tuo turno di parlare.- lui ride, scuotendo la testa.
-Non credo proprio, Winchester! Prima finiamo il discorso…- mi muovo sullo sgabello, irrequieto. Devo resistere.
-Ok. Che altro vuoi sapere?-
-Oh, beh… Il perché si è fatto così distratto da quando tu l’hai degnato della tua regale presenza, per esempio.- sorride sornione. Mi ha in pugno.
-Non ne ho idea, dovresti chiedere a lui.- sto sulla difensiva. Non devo fargli scoprire troppo. Schiocca la lingua sul palato.
-Già, dovrei… Ma perché scomodarsi, quando ho te qui, adesso?- questa volta, non riuscirò a sfangarla facilmente. La situazione è critica. Dovrò scucirmi un po’, per questa volta. Non sarebbe nemmeno così male raccontare a qualcuno di me e di Gabriel, per una volta. Così, solo per levarsi il peso. Peccato che quel qualcuno, in questo caso, sia il fottuto re dell’Inferno. Ovvero l’ultima persona in questo universo che dovrebbe venire a conoscenza delle mie debolezze.
-Credo fosse perché gli stavo simpatico.- Crowley alza un sopracciglio.
-Solo?- sbuffo. Dannazione se è insistente.
-Gli piacevo.- le labbra di lui si allargano in una grande e sorpresa “o”. Emozione del tutto fittizia. Voleva arrivare lì fin dall’inizio. Un po’ mi imbarazza sapere quanto palese fosse il sentimento di Gabriel nei miei confronti. Ma per lo più mi lusinga.
-E a te?- il pugnale che mi ero dimenticato di avere conficcato nel costato riprende forma e spessore, ricominciando a farmi dolere le viscere.
-E a me?- ripeto, sperando di guadagnare tempo. Dovrei sapere che questa mossa è completamente inutile, davanti a Crowley. Ed infatti lui non fa una piega, continuando a ghignarmi divertito, padrone della situazione.
-E a te piaceva?- vorrei poter sparire. Se fosse Bobby a chiedermelo, se pur con una certa ritrosia, lo direi. Potrei provare a farlo anche con Dean, seppur con ancora maggior difficoltà. Ma è Crowley con cui sto parlando, adesso. Non è mio amico. Non lo chiede per sapere se sto bene. Lo chiede per trovare un punto debole nella mia difesa. Vuole abbattere il mio muro, usando il più infimo degli attacchi: quello emotivo. Lui aspetta. Mi guarda, seduto comodo sulla sua seggiolina, squadrandomi con sguardo trionfante. Ha tolto i mattoni alla base. Tra poco il muro crollerà. Tic toc, tic toc… E’ solo questione di attimi.
-Si.- rispondo, in modo meccanico. Lui alza un sopracciglio, inclinando la testa verso di me.
-Si… cosa?- deglutisco.
-Si, anche a me piaceva.- tira su la testa. Si porta una mano alla bocca, come sovrappensiero.
-Ti piaceva… in che senso?- pianta le pupille nelle mie, quasi fossero coltelli affilati. Ha vinto. Ironicamente, scacco al re.
-Nel senso che se mi avesse chiesto di scappare con lui, lo avrei fatto. Che se mi avesse chiesto di scoparlo, lo avrei fatto. Che se mi avesse ordinato di scegliere tra lui e il mondo, avrei scelto lui.- ok, più diretto e sintetico di così non avrei potuto essere. Mi darei una pacca sulla spalla, se solo il mio cuore non fosse tre metri sotto terra, calpestato, tritato, distrutto e mezzo mangiato dai vermi. Crowley sorride, vittorioso.
-Ottimo.- sussurra, gustandosi ogni sillaba della mia risposta, imprimendosela a fuoco nella mente.
-Ora dimmi se un arcangelo sopravviverebbe alla fuga.- Crowley spalanca gli occhi.
-Wow, Winchester. Coraggioso da parte tua fiatare, dopo ciò che mi hai appena detto.- concordo. Ma non ho altra scelta. -Comunque, eccoti cosa so: non ci sono mai stati casi di arcangeli imprigionati. Anche perché erano loro a comandare in Paradiso, fino a qualche tempo fa. Beh, prima che li sterminaste tutti… In ogni modo, per quanto ne so io, le celle ai piani alti non sono progettate per esseri come loro. Non so fino a che punto un angelo come Metatron possa averle fortificate, ma dubito che basti a tenerci dentro una bomba atomica ad orologeria come un arcangelo indemoniato, perdonami il gioco di parole. Quindi…- si stringe nelle spalle. –Una possibilità c’è.- aspetta un paio di secondi, guardandomi in viso per osservare la mia reazione. Non nota nulla di particolare, a quanto pare, perché quasi immediatamente distoglie lo sguardo, come seccato. Sto diventando bravo a nascondere le emozioni. Ancora un po’ di gavetta e potrei anche pensare di propormi ad Hollywood come nuovo attore prodigo. Specializzato in film drammatici, ovviamente.
-Un’ultima cosa.- proseguo. Lui torna a guardarmi sottecchi.
-Dimmi.- mi schiarisco la voce.
-Ci sono dei modi per agevolare questa fuga… dall’esterno?- ora la sorpresa sul suo volto è genuina, vera. Nei suoi occhi serpeggia una vena ammirata. La ignoro. Non ho bisogno di ammirazione, da uno come lui.
-Vuoi aiutarlo?- annuisco. Lui si sfrega le mani, eccitato. -Bene, Winchester. In tal caso… Non ci sono molte cose che posso dirti. Non sono un esperto in materia.- ghigna. Sto zitto, in attesa. Non ha ancora finito. –Ma ci dovrebbero essere delle formule che fanno al caso tuo sul tablet angelico. Come ci sono formule per liberare Lucifero sul tablet demoniaco, ci saranno delle cose del genere anche sul tablet degli angioletti immacolati!- mi guarda per un attimo, lasciando che le sue parole aleggino nell’aria, prima di posarsi su di me, facendo presa, cementificandosi nella mia mente.
-E in che parte del tablet dovrebbero trovarsi?- non posso pretendere che Kevin mi traduca tutto in poche ore. Ci ha messo una vita anche solo per tradurne un misero quarto. Crowley medita un momento, prima di rispondermi.
-Te lo dico solo perché mi stai particolarmente simpatico, Sam… Oppure perché mi fai pena, devo ancora decidere. Ma credo stiano nella parte finale della seconda facciata.- si stringe nelle spalle. –quelle di Lucifero stavano li.- all’improvviso si batte una manata sulla fronte, guardandosi il polso, facendo finta di consultare un orologio inesistente. -Gesù, come si è fatto tardi! E’ tempo che tu torni in superficie, Sam! O Dean, lassù, potrebbe chiedersi dove sei finito!- mi fa un occhiolino. Non rispondo. Non mi muovo. Continuo solo a fissarlo, impassibile.
-Grazie Crowley.- dico soltanto, alzandomi, facendo per andarmene. Accosto la porta dietro di me. Appena un secondo prima che le ante si chiudano del tutto, una voce giunge alle mie spalle, emergendo, strisciando, dalle tenebre della cella.
-Grazie a te, Sammy.-

Angolo della "scrittrice": Allora, non ci ho messo poi tanto! Sono arrivata solo fino al quatro\quinto episodio, ma mi sembrava abbastanza per buttare giù qualcosa. Ho impostato questo capitolo incentrandolo principalmnte sui dialighi. Che ne pensate? Spero vi sia piaciuto :) Bene, grazie per l'attenzione e per il tempo dedicatomi. Alla prossima!
   
 
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