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Autore: Maty66    23/06/2016    1 recensioni
Tutti sull'Enterprise sanno che il comandante Spock ed il dottor McCoy si detestano. Ma tutti sanno anche che entrambi farebbero qualsiasi cosa per il loro capitano. Storia di come Spock e Bones imparano, non senza difficoltà, ad essere amici per amore di Jim. Solo che non è il Jim che tutti conosciamo.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL DONO

Capitolo 4
Scappa e nasconditi
 
“C…..!!!” imprecò McCoy mentre le porte del turboascensore gli si chiudevano in faccia.
“Dottore suppongo che lei non abbia una spiegazione  per il fenomeno che ha colpito il capitano” chiosò Spock  dietro le sue spalle.
“Spiegazione?? Credi davvero che possa avere una spiegazione su come il nostro capitano si è trasformato in un bambino di cinque o sei anni??”
“Effettivamente devo ammettere che la circostanza è insolita”
“Deve essere qualcosa successo sul pianeta ieri.  Ma quando è tornato stava bene, mi ha solo detto che la vecchia regina gli voleva fare un dono…”
“Sta salendo verso la plancia. Avverto la sicurezza” fece Spock mentre prendeva il suo comunicatore.
“Dì loro di stare attenti e di non spaventarlo. Se il bambino è davvero Jim, sarà diffidente e spaventato da tutti gli adulti”
“Non mostrava  eccessivo spavento…” replicò Spock.
“Parli così perché non conosci la sua storia personale”
 
 
Jimmy doveva assolutamente trovare il modo di mettersi in contatto con Sam.
Lui sapeva sempre cosa fare, anche quando Frank era arrabbiato e lo picchiava, Sam trovava il modo di proteggerlo, anche attirandosi l’ira  del patrigno.
Doveva solo parlare con Sam  e lui sarebbe venuto a prenderlo.
 Era tutto un enorme equivoco: non aveva fatto arrabbiare Sam e quindi i pirati non potevano prenderlo e venderlo.
Era diretto in plancia, perché in tutte le astronavi  il centro di comunicazioni sta in plancia.
Jimmy lo sapeva bene, aveva  visto tutti  gli holovid sulle astronavi della biblioteca, perché il suo papà era stato un grande capitano prima di morire ed andare in cielo con nonno Tiberius.
 
Mentre aspettava che le porte del turboascensore si aprissero,  Jimmy saltellava da un piede all’altro.
Almeno avrebbe dovuto far la pipì mentre era ancora nella cabina, non si riesce a pensare bene se si deve fare la pipì.
Si preparò a correre e nascondersi, ma quando le porte si aprirono rimase senza fiato.
Era un posto enorme… e c’era un sacco di gente.
No, questa non era una nave di pirati.
Le navi di pirati erano piccole, con poco equipaggio, perché i cattivi si fidano poco gli uni degli altri.
Questo ponte era… enorme e c’erano tantissime persone che lo fissavano.
Dove diavolo era finito?
 
 
Era un mattina normale sul ponte di comando dell’Enterprise.
O meglio normale,  quanto poteva essere “normale” una mattina sulla nave ammiraglia della Federazione.
Più che altro una mattina tranquilla, pensò Uhura mentre calibrava i sistemi di comunicazione.
A parte il fatto che il capitano non si era fatto vedere all’inizio del turno e Spock, senza dire una parola, si era precipitato nella sua cabina dopo una chiamata di McCoy.
Era una mattina tranquilla sino a che Spock non aveva avvisato la sicurezza della presenza di un “bambino” in giro sulla nave, che si doveva intercettare, ma non spaventare.
Era una mattina tranquilla sino a che dalle porte del turbo ascensore non spuntò un bambino biondo a piedi nudi, vestito solo  di una maglietta che gli arrivava alle ginocchia.
 Forse, dopotutto, non era una mattina tanto tranquilla, pensò Uhura, mentre il bambino sfrecciava via nel corridoio, verso la sala tattica.
 
“Dov’è?” chiese burbero McCoy arrivando, ansimante in plancia.
Uhura e Sulu indicarono la sala tattica davanti  la cui porta a vetri si era riunita una piccola folla.
McCoy guardò all’interno, ma non vide nessuno.
“Credo si sia rinchiuso  nel mobile sotto lo schermo” lo informò Chekov.
“Ma si può sapere chi è? Come ha fatto a salire a bordo?” chiese Sulu.
McCoy non rispose.
“Ok. State tutti fuori. Tu folletto vieni con me” ordinò.
Spock si limitò ad alzare di nuovo il sopracciglio prima di seguirlo.
 
McCoy aprì  piano la porta del mobile basso.
All’interno  il bambino si era rannicchiato a palla, la testa fra le ginocchia.
Stava tremando.
“Ehi piccolo… tutto bene?” chiese il medico con voce dolce, come si rivolgeva a su figlia Joanna dopo un brutto sogno.
Il bambino non rispose.
“Non vogliamo farti male, siamo tutti amici qui. E non siamo pirati dello spazio. Questa è una nave della Federazione. Vedi le nostre uniformi?” continuò calmo, indicando il logo sulla spalla sinistra.
Ancora nessuna risposta.
“Io mi chiamo Leonard, ma se vuoi puoi chiamarmi Bones. E lui, il folletto, è un vulcaniano e si chiama Spock”
 Il piccolo alzò un po’ la testa per guardarli.
“Posso sapere il tuo nome?” chiese sempre calmo McCoy.
“Jim… Jimmy” balbettò il bambino.
“Bene Jimmy… vorrei tanto essere tuo amico… ti va?”
“Dove sono?” chiese invece Jimmy.
“Lei è sulla nave ammiraglia della Federazione, la USS Enterprise” intervenne Spock.
McCoy gli lanciò un’occhiata furibonda.
“Credi parlare ad un adulto? Ti rendi conto di quanto è spaventato?” bisbigliò.
“Mio fratello Sam è qui?” chiese il bambino con un filo di voce, mentre iniziava a piangere silenzioso.
“Temo di no, piccolo. Ma qui vogliamo tutti essere tuoi amici e sei al sicuro. Nessuno ti farà del male”
“Non posso tornare da Sam? E’ stato Frank a mandarmi qui?”
“Dottore chi sono queste persone che sta citando il capitano?” chiese sottovoce Spock, ottenendo in risposta un nuovo sguardo feroce del medico.
“Non è stato Frank a mandarti qui. Frank non c’è… non avere paura, nessuno vuole farti del male… io sono l’ufficiale medico della nave e Spock è il primo ufficiale. Ti troverai bene con noi fino a che non troviamo il modo di portarti a casa”
Jimmy alzò la testa e guardò Spock.
“I vulcaniani non sono mai entrati nella Flotta” dichiarò sicuro di sé e diffidente.
“In effetti  sono il primo vulcaniano ad essere entrato all’Accademia. Ma attualmente sono più di duecento…”
“Spock!” sibilò McCoy subito prima di rivolgere di nuovo la sua attenzione al bambino.
“E Bones è davvero un soprannome stupido” proclamò Jimmy guardando McCoy.
“E’ quello che dico sempre anche io, ma la persona che mi ha dato il soprannome non si convince di questo”
“Allora vieni fuori di lì? Possiamo andare a mangiare qualcosa se vuoi… che ne dici di latte e cioccolato?” continuò.
“Ci sono i pancake?”
“Credo proprio che possiamo avere i pancake se ti piacciono”
“Con la salsa di mirtillo?”
“Certo…”
Lentamente Jimmy uscì dal nascondiglio.
“Devo fare la pipì” proclamò serio.
“Capitano posso mostrarle il bagno. E’ proprio qui accanto” Fece Spock porgendo la mano nell’evidente sforzo di essere amichevole.
Ma il bambino si ritrasse subito.
“Il bagno è proprio lì Jimmy” fece McCoy mostrando la porta.
Jimmy si fiondò più veloce della luce.
“Smettila di chiamarlo “capitano”. Evidentemente non si ricorda nulla e così lo confondi solo” riproverò aspro.
“E cerca di capire cosa diavolo è successo” gli disse, mentre il vulcaniano usciva dalla sala.
  
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