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Autore: iaia_86    17/04/2009    1 recensioni
Il cuore detta le sue regole. Si può riuscire a reprimere le proprie emozioni per un fine superiore? Perché quando si sa che un amore è 'malato' si cerca di metterlo a tacere, oppure no? Quanta forza di volontà ci vuole per riuscire a resistere alla separazione? DeidaraAsumaKurenai che avrebbe dovuto partecipare al "Primo Contest sulla Matematica".
Genere: Drammatico, Azione, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Asuma Sarutobi, Deidara, Kurenai Yuhi
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Contest Matematica - 3 Morte
Il capitolo più sofferto, quello su cui ho passato più tempo. Spero vivamente che vi piaccia. Rispondo qui alle recensioni.
Rota, per me è stato un onore leggere le tue recensioniXD Chi non adora Deidara?? Poi è versatilissimo, si può usare in tutte le circostanzeXD Sono contenta che tu abbia trovato IC i personaggi, sinceramente odio le storie in cui Deidara è descritto come una donnicciola o gli storpiamenti troppo accentuati. Quindi non posso che essere orgogliosa del lavoro fatto finoraXD Rispondo subito alla tua perplessità. In effetti nella storia non è spiegato, chiedo scusa u_ù Il compito di maestro di Deidara gli viene affidato dalla cerchia ristretta dei Guardiani del Fuoco. Per questo motivo, solo loro ne sono a conoscenza. Quindi per rispondere alla tua domanda, Kakashi non è a conoscenza del legame tra i due, per questo gliene parla come di un semplice nemico. Ti ringrazio ancora tantissimo e spero che anche questo capitolo ti piacciaXD
Uchi, è inutile che tenti di capire chi dei due è seme. E poi Asuma non è vecchio avrà si e no 28 anni (forse 30)XD Sono contenta che anche il capitolo precedente ti sia piaciuto e speriamo che questo sia ugualmente di tuo gradimentoXD
Kronos, purtroppo sì. I nodi alla fine vengono al pettine e Kurenai scopre tutto. Chissà quale sarà la sua reazione?
Avviso che questo è l'ultimo capitolo e sarà seguito da un epilogo. Un bacione grande a tutti, iaia.





        Capitolo Terzo : Facing death (Affrontare la morte).



Era nascosto già da qualche minuto vicino al luogo del combattimento. Aveva seguito Asuma ed il suo Team dalle porte di Konoha. Evidentemente l'uomo aveva dimenticato il loro incontro di quel giorno a causa dell'improvvisa missione che gli era stata affidata, o semplicemente aveva pensato che fosse ancora ferito e che quindi non lo avrebbe raggiunto.
Aveva sentito gli shinobi parlare ed aveva capito che si stavano dirigendo verso il luogo dove, erano sicuri, avrebbero trovato Hidan e Kakuzu.
Un brivido gli aveva percorso la schiena a quella notizia. Sapeva perfettamente che non avrebbero avuto la benché minima possibilità di vittoria contro l'immortale ed il suo compagno. Questo lo preoccupava. Sperava solo che Asuma riuscisse a riportare la pelle a casa, poiché non immaginava come avrebbe potuto reagire alla sua perdita.
Aveva osservato sconcertato l'attacco che i due Jonin che lo accompagnavano avevano sferrato al loro nemico. L'aiuto del ragazzino delle ombre era stato determinante per fermarlo, ma quello con cui non avevano fatto i conti era l'immortalità dell'albino.
Ricordava ancora l'espressione stupita ed al contempo preoccupata che aveva attraversato il volto del suo amante nel momento in cui si era reso conto dell'abilità dell'altro, l'odio che lo aveva pervaso quando aveva avuto la conferma che erano stati loro ad uccidere Chiriku, colui che li aveva fatti incontrare.
L'attacco a sorpresa che Kakuzu aveva sferrato all'allievo dell'uomo aveva riportato la situazione in parità, se si fosse potuta chiamare così. Hidan era nuovamente libero ed impegnati com'erano a retrocedere, gli abitanti di Konoha non stavano ponendo attenzione alle mosse dei due, che nel frattempo avevano iniziato a battibeccare come al solito.
Non si erano accorti del cerchio che l'albino aveva disegnato con il sangue sul terreno, né del triangolo in esso contenuto. Osservò per alcuni istanti lo sguardo folle di Hidan mentre ordinava all'altro di non intromettersi nel combattimento poiché tutti quei ninja facevano parte del suo rituale.
Tremò impercettibilmente e si ritrovò a sperare che quel Team svantaggiato riuscisse in qualche modo ad avere il sopravvento sulla coppia di mukenin. Era la prima volta che desiderava con tutto se stesso che dei membri della sua organizzazione capitolassero sconfitti, ma dopo la morte del suo Danna non riusciva più a guardare quegli uomini come suoi pari. Sasori era stato l'unico che dopo il suo arrivo gli era stato vicino e lo aveva aiutato, sebbene burbero e freddo com'era. Ora che non c'era più il suo unico appiglio alla vita, a dispetto del suo orgoglio che cercava di persuaderlo che non era necessario avere qualcuno per cui vivere, era Asuma.
Sapeva benissimo che, qualora si fosse trovato in difficoltà, non avrebbe potuto fare niente per aiutarlo e proprio questo senso di impotenza lo faceva stare male.
Quando lo vide allontanarsi leggermente dai sottoposti e mettersi in posizione di combattimento davanti al nemico, imprecò mentalmente e sentendo le parole che stava pronunciando detestò con tutto sé stesso il coraggio e la determinazione dell'uomo.
Ascoltare quel discorso gli fece ricordare il periodo degli allenamenti insieme e dovette sforzarsi per ricacciare dentro un singulto disperato.
Trattenne il respiro nel momento in cui li vide scattare uno verso l'altro con le armi sguainate, la sua unica speranza era che Asuma non si facesse colpire.
La falce rossa piroettava sopra le loro teste, in una danza di morte continua, finché Hidan non la manovrò lanciandola velocemente verso lo shinobi. Non riusciva a guardare quello che accadeva, ma i suoi occhi sembravano non voler rispondere al comando di essere chiusi. Un'ansia famelica si impossessò del suo corpo durante tutto il tragitto dell'arma, che non durò più di tre secondi.
Dalla posizione in cui si trovava, lo schizzo di sangue fuoriuscito dalla ferita appena inferta alla guancia del suo amante fu così evidente che alla gola si formò un groppo aspro. Senza permesso, due gocce salate lasciarono i suoi occhi, solcando le guance fredde e precipitando con un tonfo sordo al terreno. Sebbene questo rumore fosse lievissimo, nella sua mente divenne più potente dello scroscio di una cascata. Non si accorse neanche di aver iniziato a lacrimare copiosamente.
Riportò la sua attenzione sullo scontro, di cui ormai già conosceva il vincitore. Avrebbe voluto andarsene da lì, ma le sue gambe non sembravano assecondarlo; così si lasciò cadere in ginocchio e continuò ad osservare. Il cuore a pezzi mentre vedeva l'albino leccare il sangue dello shinobi e quest'ultimo ustionarsi al potere di una propria tecnica.
Non aveva mai avuto il coraggio di confessarglielo, ma sapeva che l'altro era a conoscenza del sentimento che provava per lui, fin dall'inizio. Quello che era partito come uno scherzo, quasi per ripicca, era diventata una cosa importante e non riusciva più a farne a meno.
Dopo gli ultimi combattimenti, aveva scongiurato Kakuzu, lo stesso che ora guardava immobile lo sgretolarsi della sua esistenza senza saperlo, di riattaccagli le braccia il prima possibile, solo per poter essere in grado di tornare al Villaggio della Foglia con un aspetto decente e non dover deludere Asuma.
Quando si accorsero di quello strano jutsu, vide ognuno dei componenti del Team spalancare la bocca e poi impallidire incredulo. Finalmente avevano capito parte del potere del loro nemico.
Era tempo di assaporare la divina sofferenza; queste erano state le parole di Hidan, l'ultima conferma ai suoi sospetti. Il suo corpo si era fatto nero ed alcune strisce bianche lo percorrevano creando un orrido contrasto.
Vide il capitano tremare come una foglia, probabilmente dal dolore, prima di ricomporsi e ritornare all'attacco. Lo aveva sempre ammirato per la sua lucidità in battaglia ed anche ora, ferito e confuso dall'enorme potere dell'avversario, manteneva il sangue freddo e la sua innata tracotanza.
Lo vide crollare sotto il peso dei colpi autoinferti dall'albino che si ripercuotevano sul suo corpo, ormai legato indissolubilmente all'altro, almeno finché questo fosse rimasto all'interno del cerchio di sangue.
Si accorse che c'era movimento in direzione degli uomini di Konoha, sapeva che non si sarebbero arresi facilmente, ma si immobilizzò nel momento in cui si rese conto del piano che volevano attuare.
Si congratulò mentalmente con quel ragazzino prodigio che forse aveva trovato un modo per salvare il suo capitano. Trattenne nuovamente il respiro ed il suo cuore accelerò nel momento in cui vide l'uomo dell'Akatsuki avvicinare un'arma al costato, pronto a dargli il colpo di grazia. Si rallegrò per la rapidità d'azione del Chuunin della Foglia, che non permise movimenti a nemico, bloccandolo con la sua tecnica più potente.
Quando questo organizzò la contromossa, si meravigliò del fatto che un ninja ancora acerbo fosse riuscito a mantenere un jutsu stancante ed a pensare contemporaneamente ad un modo per liberarsi da quella situazione scomoda. Asuma aveva sempre parlato di lui con orgoglio, rendendolo geloso di quel piccolo genio. Adesso si ritrovò a sperare che l'idea che aveva trovato funzionasse veramente.
Quando vide Hidan venire spinto lentamente fuori del cerchio esultò. Quel tipo aveva veramente capito quale fosse il trucco dell'immortale. Ora sicuramente avrebbero avuto più chance per allontanarsi da lì indisturbati. A quel punto avrebbe potuto lanciare qualche bomba per agevolare i fuggiaschi, sperando che prendessero realmente in considerazione l'idea di scappare da quel posto.
Ovviamente si rese conto che la sua idea era stata decisamente ottimistica nel momento in cui, sicuro che la tecnica fosse stata sciolta, con le sue armi sguainate Asuma si fiondò contro l'avversario, decapitandolo.
Stupido, stupido Asuma! Ancora non aveva compreso l'immortalità del nemico? O forse era convinto che tranciando la testa sarebbe stato in qualche modo diverso. In quel momento abbandonò il viso stanco sulle mani che giacevano prive di forza a terra. Non riuscì a non singhiozzare, immaginando ciò che sarebbe accaduto di lì a qualche istante.
Era ancora piegato in avanti quando sentì il tonfo sordo di un corpo sbattuto sul terreno ed un grugnito baritonale. Alzò lo sguardo solo per osservare Kakuzu che si premurava di riattaccare la testa sul corpo di Hidan, mentre i due Jonin partivano all'attacco contro quest'ultimo.
Da quel momento, fu tutto così veloce che non riuscì a capire immediatamente il susseguirsi degli eventi. Kakuzu che bloccava i due shinobi sogghignando, Asuma che si rialzava per tentare ancora di infierire contro l'albino senza accorgersi della falce che inesorabile aveva ricominciato a roteare su di loro. Riuscì a mala pena a schivarla e questa si conficcò nel corpo del nemico. Tutti si resero conto troppo tardi che questo era riuscito a riposizionarsi all'interno del cerchio. Sentì repentina la tosse convulsa che colpì il suo amante e solo allora comprese che era la fine. Le ferite troppo profonde, l'orgoglio troppo alto per poter fare qualsiasi cosa, tranne piangere. Quello poteva farlo, tanto nessuno l'avrebbe visto liberare tutto il dolore e l'amarezza che gli riempivano il cuore in quel momento. Sentì il suo corpo fremere furioso ed allo stesso tempo distrutto per non aver potuto neanche dire addio alla persona che amava. Non si rese conto della battaglia che riprendeva più fervida di prima, non si accorse dei rinforzi che erano arrivati da Konoha. Ormai era troppo troppo tardi, lui non sarebbe più tornato. Fu attirato da una voce profonda che lo richiamava. Il rituale per sigillare il Bijuu dalle tre code stava per iniziare e doveva affrettarsi a tornare alla base. Non si interessò del fatto che il capo avesse notato il suo stato d'animo disperato per quello a cui aveva appena assistito, semplicemente si trascinò lungo la strada del ritorno con una mano sul petto, all'altezza della grande bocca, cercando di relegare l'angoscia in un angolo lontano da sé. Dopotutto, aveva cose più importanti da fare, in quel momento. O almeno cercava di convincersene.
   
 
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