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Autore: ___Page    24/06/2016    4 recensioni
"-E tu Perona?!- le chiese Kobi, sporgendosi verso di lei.
-Io?!- domandò, sgranando gli occhioni neri, prima di scrollare le spalle -Oh beh io ci penserò quest’anno! Magari trovo qualcosa di motivante!- disse, con un sorriso che era tutto un programma, girandosi verso le amiche che sapevano bene di cosa stesse parlando.
Senza che nessuno lo sapesse, Perona era già diventata qualcosa alla Raftel High School. Da mesi ormai il suo blog andava alla grande e sempre più studenti chiedevano aiuto alla misteriosa quanto famosa Miss Puck, senza restare quasi mai delusi nelle proprie attese.
Ma non aveva bisogno di vantarsi, le andava bene così. Finché avesse avuto Miss Puck, non sentiva il bisogno di essere nessun altro, a parte se stessa."
A grande richiesta, il seguito di Miss Puck, dieci anni dopo.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul, Mihawk, Perona, Portuguese, D., Ace, Trafalgar, Law/Margaret | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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L’intera ruota si illuminò di viola e arancione, seguendo il ritmo della canzone che si sentiva un po’ ovattata dall’interno della cabina.
-Nami…- ritentò Zoro, per la terza volta.
Era rimasto scioccato quanto lei nel ritrovarsi chiuso lì dentro in sua compagnia ma, a differenza di Nami, trovava idiota non approfittarne per cercare di parlare e chiarire qualsiasi cosa fosse successa tra loro.
Un dettaglio che, a dirla tutta, Zoro ancora ignorava perché in effetti Nami lo aveva sbattuto fuori di casa senza una vera spiegazione e quella considerazione lo fece improvvisamente imbestialire.
Passi l’impulsività, la testardaggine, il voler avere sempre ragione e anche le sue abitudini manesche. L’amava anche per quello, in fondo.
Ma per la prima volta da giorni, durante i quali il dolore sembrava averlo anestetizzato completamente, si rese conto che Nami si stava comportando da egoista e che, qualunque cosa lui avesse fatto, meritava una dannata spiegazione.
-Buzzurro ti ho detto di chiudere quella bocc…-
-Porca puttana, Nami!!! Una spiegazione me la devi!!!- esplose prima di riuscire a trattenersi.
La rossa si voltò sconvolta verso di lui, mentre luci rosse e blu li investivano, filtrate dal vetro. Aggrottò le sopracciglia, fulminandolo con lo sguardo più assassino che Zoro avesse mai visto in vita sua.
-Ti devo una spiegazione? Che c’è?! Non sei in grado di arrivarci da solo?! Davvero non immagini cosa sia successo?!?-
-Se sapessi che cos’ho fatto non avr…-
-Oh ma per favore! Smettila di fare il finto tonto, tanto non attacca! Così come non funzionerà questo trucco idiota che hai messo in piedi di farci chiudere qua dentro al solo scopo di parlare con me!-
Il verde sgranò gli occhi. Non sapeva se era più scioccato da quell’insinuazione o dal fatto che Nami lo credeva in grado di farsi venire un’idea come quella che, al di là dell’apparire contorta e macchinosa, risultava anche abbastanza romantica se si considerava che erano sospesi molti metri sopra il lago di Raftel durante uno spettacolo pirotecnico.
A dire il vero, che Nami pensasse che quella era stata opera sua era solo indice del malessere piscologico in cui la rossa versava e Zoro ebbe in quel momento la prova provata che la sua donna – sì era ancora la sua donna, sfidava chiunque a sostenere il contrario – stava male tanto quanto lui, se non di più.
Il che non aveva alcun senso.
-Nami se avessi saputo che cosa ho fatto, avrei già cercato di rimediare e non facendoci chiudere nella cabina di una ruota panoramica! Non è opera mia questa!- precisò, addolcendo appena il tono.
-Certo come no…- fu il commento della ragazza, che continuava testardamente a fissare atona, senza realmente vederli, le spirali, i fiori e i salici dorati che si alternavano nel cielo.
-Puoi almeno guardarmi?!-
-No!!!- urlò improvvisamente la rossa, girandosi però a guardarlo, gli occhi che traboccavano di lacrime.
-Non posso guardarti!!! Non ci riesco più dopo quello che mi hai fatto!!! Come hai potuto Zoro?! Come?!? Io mi fidavo di te!!! Mi hai promesso che saresti stato sempre sincero!!!-
Zoro boccheggiò, preso in contropiede da quella reazione.
-Ma si può sapere cosa ti prende?!? Io sono sincero!!! Lo sono sempre stato!!!-
-Non mentirmi!!! Lo vuoi capire o no che ho scoperto tutto?!? Lo so che ti sei fatto l’amante!!! Lo so che mi tradisci!!!-
-Io… Tu…- Zoro balbettò, stordito dalle sue parole -Che cosa?!?!-
-So tutto!! Valentina ti ha visto con lei all’Upper Yard e ho trovato nel tuo cellulare… ho… ho t-trovato il messaggio che hai mandato a Margaret!!! È la donna di tuo fratello, dannazione!! Come hai potuto fare una cosa del genere?!? Come fai a guardarti allo specchio la mattina?!?- 
Zoro sbatté le palpebre interdetto un paio di volte mentre lentamente tutti i pezzi andavano al proprio posto.
L’Upper Yard. Il messaggio a Margaret.
Si sfregò gli occhi con pollice e indice, appoggiando il gomito alla coscia, mentre una risata gli saliva alle labbra.
Nami sgranò gli occhi indignata.
-Stai… Stai ridendo?!?- urlò con un tono che sfiorava gli ultrasuoni -Cosa ti ridi, brutto bastardo?!?! Non è affatto divertente!!!-  lo aggredì, verbalmente e fisicamente.
-Nami, Nami, Nami!!!- la chiamò riparandosi senza troppa verve dai suoi colpi -È stato tutto un enorme malinteso!-
La rossa si immobilizzò con le mani a mezz’aria e lo fissò interdetta per un attimo.
-E tu ti aspetti che ci creda?!-
-Devi credermi- ribatté Zoro, indurendo la mascella -La ragazza con cui Valentina mi ha visto era Perona. La mattina della sua festa di compleanno l’ho portata all’Upper Yard per farla parlare con mamma. E il messaggio che era nel mio cellulare per Margaret era da parte di Law-
-Se non era nemmeno firmato!-
-Lui ha detto che non serviva. Lo conosci mio fratello no?!-
-Oh sì, molto comodo tirare in ballo tutta la tua famiglia! Come se non ti reggessero il gioco!- considerò Nami, incrociando le braccia sotto il seno.
-Pensi che Law coprirebbe la mia relazione con la sua ragazza?!?! Se osassi toccare Margaret senza intenzioni più che caste mi taglierebbe il braccio con la Nodachi senza pensarci due volte, fratelli o non fratelli! Dannazione Nami! Cerca di riflettere! Io non ti ho tradito, non lo farei mai! Ti amo, porco Roger!-
Nami trattenne il fiato, gli occhi ancora lucidi e il cuore impazzito.
Era così raro sentirgli pronunciare quelle parole e lei voleva così tanto credergli.
Lo voleva disperatamente.
Ma non poteva dimenticare i dubbi che l’avevano portata a cacciarlo di casa, non poteva cedere così facilmente.
-E… E allora tutti i regali che mi hai fatto in questi mesi?! Tutte le cene a lume di candela, i fiori, i cioccolatini?! Quelli come li spieghi, mister “io non ho fatto niente e non mi sento in colpa”?!?-
Il verde la guardò confuso e incredulo.
-Starai scherzando vero?! Mi stai accusando per averti fatto dei regali?!-
-No io ti sto accusando di essere cambiato tutt’a un tratto! Di esserti comportato come se volessi fare ammenda per qualcosa, come se ti sentissi in colpa nei miei confronti! Come se avessi l’amante, Zoro!!!-
-Io non ho l’amante!!!-
-E allora come me lo spieghi il tuo atteggiamento assurdo?!?-
-Non posso fare dei regali alla donna che amo?!?!-
-Potresti se non fossi Zoro Mihawk!!! Ma quello non sei tu e io voglio te, così come sei!! Io voglio te e ti voglio solo per me, voglio che tu sia mio e che ami solo me e…-
-Nami è così!!!-
-E allora perc…-
-Perché mi sentivo inadeguato!!!- tuonò il ragazzo, lasciando Nami senza parole.
Si fissarono alcuni secondi, affannati, finché Zoro non riprese a parlare, stavolta più calmo e pacato.
-Da quando Sanji mi ha detto che aveva intenzione di chiedere a Violet di sposarlo io ho cominciato a sentirmi inadeguato- ammise, passandosi una mano tra i capelli color menta -Perché la verità è che io non mi sento pronto per un passo del genere. Ti amo, sei la persona con cui voglio passare il resto della mia vita ma non me la sento adesso di sposarmi e non per te ma per me. Torciglio ha sempre avuto ragione, io non ti merito. E sì, hai azzeccato, mi sono sentito in colpa, in colpa per non poterti dare di più, per non essere il folle romantico che ti chiede di mandare al diavolo tutto e passare al suo fianco il resto della tua vita anche se è quello che voglio e sono solo uno stronzo che non può darti ciò che tu probabilmente desideri ma cosa posso fare Nami?! E allora ho fatto tutto quello che ho fatto, tutto per dimostrarti che anche se non riesco a chiederti di sposarmi per ora, sei tu la donna della mia vita, con cui voglio passare il resto dei miei giorni e che ti amo! E sì, lo so, lo so che non è abbastanza ma ci arriverò Nami, te lo giuro, ci arriverò e se vorrai aspettare ti farò la donna più felice del m…-
Zoro spalancò gli occhi, sorpreso, quando la mano di Nami si posò sulla sua bocca, tappandogliela. La rossa lo stava fissando incredula, gli occhi spalancati e pieni di lacrime e una strana luce ad accenderli.
Sembrava stesse partorendo un pensiero particolarmente difficile e che stesse lottando con la sua stessa testa. Perché in effetti tutto quello aveva senso.
Più del tradimento in sé, a farle male in quei giorni era stato non capire come e quando Zoro fosse diventato tanto meschino, era stato accettare che Zoro fosse diventato tanto meschino.
Ma ora si rendeva conto quanto fosse assolutamente ridicolo, ai limiti della fantascienza, pensare davvero che Zoro avrebbe potuto tradire lei e Law a quel modo, che Zoro avrebbe potuto ferire così suo fratello e lei, che era la sua migliore amica da sempre e che era diventata molto di più. 
Senza contare che Zoro non avrebbe mai e poi mai usato Perona per pararsi il culo.
E ora tutto aveva improvvisamente senso e quel discorso sul sentirsi inadeguato era così idiota e così da lui. E così ben fatto da non poter essere una scusa campata in aria di punto in bianco. Anche perché Nami dubitava che Zoro fosse abbastanza furbo da inventarsi una cosa del genere.
Ma più di ogni altra cosa gli aveva letto negli occhi che ogni parola era sincera e reale e questo era tutto ciò di cui aveva bisogno per credergli.
-Non mi hai tradito- mormorò con un filo di voce.
Non era una domanda.
Zoro scosse la testa e le afferrò delicato il polso per liberarsi la bocca.
-Certo che no- mormorò piano, guardandola dritta negli occhi -Mi conosci da 25 anni Nami. Sei la mia migliore amica. Sei capace di capire quando mento e sai che non l’ho fatto-
Nami boccheggiò senza parole, sopraffatta dal sollievo.
Il suo cuore stava tornando integro e si sanò completamente quando la mano grande e calda di Zoro si posò a coppa sulla sua guancia. Era così caldo e rassicurante e Nami si lasciò andare, chiudendo gli occhi e facendo sorridere Zoro, non con il suo solito ghigno ma con un sorriso di amore e sollievo e felicità.
Che però durò soltanto pochi attimi.
Una scarica di puro panico lo pervase quando Nami riaprì gli occhi e lo fulminò. Avrebbe potuto giurare che le sue ciocche rosse  e ribelli avessero preso a fluttuare intorno al suo capo tanto l’aria si fece improvvisamente elettrica intorno a lei.
Pareva un’erinni e Zoro valutò per un attimo di lanciarsi giù dalla ruota per sottrarsi alla sua furia ma il tempo di pensarlo  e Nami già lo stava picchiando a tutta forza.
-Cretino! Cosa ti è venuto in mente?!? Potevamo parlarne!!- lo accusò mentre Zoro sollevava le braccia per ripararsi -Chi ti dice che per me è un problema?! Pure io penso che sia troppo presto per sposarci!-
-Nami!- la richiamò per cercare di calmarla.
-Tu non sei affatto inadeguato okay?!?!-
-E allora perché mi stai picchiando?!?-
-Perché sei un cretino!!!-
Le mani di Zoro scattarono rapide a bloccare i polsi di Nami, immobilizzandola, e le sue labbra si posarono dolci ma decise su quelle della rossa. Nami non provò nemmeno a resistere, muovendo rapida la lingua per sgusciare nella bocca di Zoro e drogarsi del suo sapore che tanto le era mancato.
Senza sapere come, si ritrovò a cavalcioni su di lui, le dita strette spasmodiche ai baveri della sua camicia, le mani forti di Zoro strette sui suoi fianchi snelli, mentre il verde la marchiava sul collo, le spalle, le clavicole e ogni lembo di pelle morbida e bianca che riusciva a raggiungere.
Zoro trattenne a stento un ringhio quando Nami si strusciò contro il cavallo dei suoi pantaloni, che prese a gonfiarsi fino a tirare sui boxer e fargli quasi male.
-Nami…- ansimò roco mentre infilava le mani tra le sue ciocche e lei si staccò appena da lui e socchiuse gli occhi miele per poterlo guardare nel mezzo dell’obnubilazione in cui si erano ritrovati immersi d’un tratto.
Zoro ghignò sghembo, colpito da un pensiero improvviso.
-Lo hai mai fatto su una ruota panoramica, mocciosa?!-
Nami sobbalzò appena, provocandogli un fremito all’inguine e lungo la schiena, per prima di aprirsi in un malizioso sorriso.
Si chinò di nuovo verso di lui per riprendere a baciarlo ma qualcosa la distrasse un attimo prima di perdersi di nuovo tra le sue braccia. Si guardò intorno indagatrice mentre Zoro, ignaro di tutto, continuava a baciarla e a mugugnare di eccitazione e felicità.
-Ahn… Z-Zoro…- lo chiamò, combattendo per restare lucida.
-Che c’è?- domandò, la voce ovattata dai capelli di lei.
-La ruota… ha ricominciato a m-muoversi…- lo avvisò.
Il verde si fermò nel bel mezzo dell’esame anatomico che le stava facendo, tornando rapidamente in sé. Si girò verso il finestrino e si rese conto che il panorama stava lentamente cambiando, segno che stavano scendendo e tornando verso terra.
E per quanto la volesse e la ruota fosse alta, lui non durava poco – per fortuna sua e di Nami soprattutto – e il giro sulla giostra non durava abbastanza.
Con un grugnito appoggiò la nuca alla parete dietro di sé.
-Quel bastardo di un cuoco. Ci scommetto che ha pagato il giostraio apposta perché non avessimo abbastanza tempo per fare tutto. Vede cosa non gli combino all’addio al celibato- ringhiò mentre Nami scoppiava a ridere felice. 
  
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