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Autore: ineedofthem    24/06/2016    6 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 17
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 17





Il portone del palazzo è stranamente aperto ma non ci bado più di tanto, sono sicura che qualcuno l'abbia lasciato così.
Al momento mi importa solo di andare a casa ed infilarmi sotto le coperte. Non so specificare adesso cosa provi o come mi senta.
Ricordo che alle elementari facevamo una sorta di gioco, si chiamava l'appello emotivo. Proprio quando la maestra ci chiamava per constatare che fossimo presenti, noi dovevamo associare il nostro stato d'animo ad un numero da una scala da 1 a 10 e motivare la nostra risposta.
Probabilmente adesso direi che mi sento 5 e mezzo. Un numero in bilico tra il 5 e il 6 un pò come mi sento io, in bilico tra due stati d'animo completamenti opposti. Quel pizzico di felicità che non posso fare a meno di nascondere per quello che è successo che si mischia poi alla tristezza.
Mentre sto per avvicinarmi all'appartamento mi accorgo della porta socchiusa e mi sembra di scorgere qualcuno che sbirci per vedere chi sia. Un brivido mi attraversa la schiena e impaurita arresto i miei passi fino a quando mi salta in mente che le ragazze erano a casa prima che me ne andassi. Che siano rimaste qui per tutto questo tempo? Improvvisamente mi sento così in colpa per averle fatte stare in pensiero ma al momento scappare mi era sembrata la cosa più giusta da fare.
Mi scappa un sorriso a sentirle discutere per chi debba controllare o uscire a vedere chi sia e quando tutte e tre compaiono sull'uscio spalleggiandosi, mi copro il viso trattenendo le risate. Sembrano volermi incenerire solo con lo sguardo ma non mi sfugge il sospiro di sollievo che tirano tutte alla mia vista, molto più rilassate di vedermi tornare.
Nonostante io sia stata la causa della loro preoccupazione e ne sia consapevole non voglio lasciarglielo trapelare e quando cauta arrivo al loro fianco, sostengo i loro sguardi ferma.
"Ma dove ti eri cacciata?! Siamo state così in pensiero per te"mi ammonisce Giulia con un tono che non le ho mai sentito utilizzare in questi anni. Non rispondo.
"Anita...stai bene?"tenta Carlotta appoggiandomi una mano sulla spalla.
Cristina dietro di loro non dice niente, ma il suo sguardo vale più di mille parole e alla fine io impotente davanti a loro mi arrendo.
Caccio un lungo sospiro passandomi le mani sul viso, soffocando quasi le parole.
"Non significa che...vi abbia perdonate, m-ma adesso abbracciatemi...ne ho bisogno".
E nel momento in cui lo fanno mi sembra di ritrovare tutta la forza di cui necessito e che non ci siano mai stati litigi o bugie tra noi. E' bello sapere che nonostante tutto non ci sia niente che possa scalfire questa nostra, bella amicizia. E come se ci fosse un filo invisibile, un legame viscerale, che non ci permetta di star lontane.

Per i prossimi trenta minuti non fanno altro che riempirmi di attenzioni e ammetto che sentirmi così coccolata da loro mi piace.
Mi soffermo a guardarle notandole scherzare tra loro e un sorriso nasce spontaneo sul mio viso. Ci metto un pò a parlare e mi assicuro di avere la voce più ferma possibile.
"Voglio che adesso non ci nascondiamo più nulla. Ci diremo sempre la verità" dico appoggiando la tazza di tè che mi hanno preparato sul tavolino in vetro.
Loro si lanciano degli sguardi, annuendo successivamente. Giulia si muove irriquieta sul posto battendo successivamente le mani sulle cosce. "Inizio io" dice con enfasi.
Prima di iniziare a parlare però si assicura di aver attirato l'attenzione di tutte noi."Ho litigato con Emiliano" sputa fuori parlando talmente veloce che mi risulta difficile capirla.
Ognuna di noi le lancia uno sguardo interrogativo e la prima a parlare è Carlotta. "Emiliano è un ragazzo timido, sarà successo qualcosa di grave per farlo arrabbiare!"esclama sorpresa.
Giulia inarca un sopracciglio portandosi una mano al petto. "Ma tu da che parte stai?!".
Non dò il tempo alla mia amica di replicare che spingo Giulia a raccontarci cosa sia successo. La verità è che un Emiliano arrabbiato sconvolge anche me.
"Ok..."prende un lungo respiro prima di cominciare a parlare. Sembra che raccontarlo le costi più del dovuto, mi pare di scorgere pentimento
sul suo volto come se si sentisse lei la causa di tutto.
"Volevo attirare la sua attenzione e allora gli ho detto che il padre di un bambino mi fa delle avances, che tra l'altro è vero, ma io gli ho fatto credere che questa cosa mi piacesse e...e lui si è arrabbiato"ammette coprendosi il volto con le mani.
"Ci credo..."la interrompe Cristina mordendosi la lingua subito dopo.
"Ok forse ho esagerato un pò" prosegue lei. "Comunque lui mi ha chiesto di mostrarmi il più distaccata possibile nei confronti di questa persona ma io gli ho spiegato che resta il padre di un mio alunno e devo mostrarmi gentile. Alla fine la situazione è degenerata e io sono scoppiata. Gli ho detto che per attirare la sua attenzione ho dovuto mettere in scena questa cosa. Vorrei che lui facesse un primo passo, invece siamo in una situazione di stallo e mi spaventa pensare che io sia solo un'amica per lui quando io..."si interrompe mordendosi il labbro.
Cristina al suo fianco la guarda comprensiva."Quando tu, ti sei innamorata di lui, non è vero?"le dice con dolcezza accarezzandole un braccio.
"Si..."risponde lei con un filo di voce.
Mi scappa un sorriso alla sua reazione."E' proprio qui che ti sbagli, Giuls. Emiliano tiene a te più di quanto pensi e ciò che è accaduto lo dimostra. Vedrai che si sistemerà tutto"cerco di consolarla.
Lei alza lo sguardo speranzosa."Dici davvero?"chiede con gli occhi che le si illumina. Annuiamo rassicurandola.
"Ok..."attira la nostra attenzione Lottie."Credo di dovervi dire una cosa importante".
"Dicci"la incitiamo a parlare.
"Federico mi ha chiesto di uscire"confessa lei con un sorriso. Sembra così felice che non me la sento di rovinarle il momento con una predica quindi la sprono a raccontarci.
Osserva le nostre reazioni soffermandosi su Cris come se avesse paura di lei. "Ho detto si..."sussurra.
Mi ritrovo a sbarrare gli occhi sorpresa alle sue parole ma è proprio la reazione di Cristina a stupirmi.
La guarda malissimo. "Che significa che hai accettato?!"l'ammonisce.
Carlotta tenta di farsi piccola piccola. "E' che io..."tenta di giustificarsi ma l'altra continua impetterrita.
"Ma ti rendi conto...tu sei pazza!"
"Lo so, lo so!Sembrava sincero..."Lottie mi appare disperata nel parlarle come se avesse capito di non poterle spuntare.
Cris sorride nervosa. "Certo!Non ci sarò quando ti farà soffrire di nuovo,sappilo"l'avverte.
Lottie a quel punto le lancia uno sguardo di sfida. "Mica è detto che mi farà soffrire".
"Certo com..."
I miei occhi e quelli di Giulia saettano da Cristina a Carlotta ripetutamente. Giulia tenta di placare la situazione richiamandole ma la sua voce viene sovrastata da quella dell'altre.
"Basta! Smettetela tutte e due"le rimprovero osservandole severa.
Carlotta si porta le ginocchia al petto facendosi piccola piccola sulla poltrona mentre Cris sostiene il mio sguardo.
"Ci hai detto tu di dirci tutta la verità. E questo è quello che io penso"si difende lei piccata.
"Cris..."la richiamo esasperata.
Non me la sento di schierarmi dalla parte di nessuna delle mie amiche. "E' vero. Ma ognuno di noi è libero di decidere per la propria vita. Lottie è grande abbastanza per assumersi la responsabilità delle sue azioni"tento di farla ragionare.
Lei non dice più nulla ma riesco a notare dal suo sguardo che un pò le mie parole l'hanno colpita, Carlotta invece mi mima un grazie con le labbra.
Giulia cerca di scacciare il malumore che ci ha invaso e sprona proprio Cristina a raccontarci qualcosa. Lei in un primo momento si mostra offesa, ma l'altra cerca in qualsiasi modo di dissuaderla dalla sua idea di voler star zitta.
"Sono sicura che anche tu nasconda qualcosa, non è proprio giusto che te lo tenga per te, eh!".
Alla fine Cristina scuote la testa ridendo e il suo sguardo si illumina come se d'un tratto avesse ricordato qualcosa che la rende felice.
"Edo ha tentato di baciarmi"lo bisbiglia quasi come se fosse un segreto.
"Ohoh!"esclama Giulia al suo fianco guardandola complice.
"E tu cosa hai fatto?" la incita a quel punto Carlotta incuriosita.
"E beh" le sue guance si imporporano." L'ho baciato ovvio, mica so scema"ammette divertita.
Le risa che ne seguono rimbombano nella stanza, seguiti dai lamenti di Cristina che tenta di liberarsi da noi che le facciamo il solletico.
"E quando sarebbe successo tutto questo?"la prendo in giro pizzicandole un fianco.
Lei chiede pietà tentando di divincolarsi dalla nostra presa. "L-a...sera dell'ap-punta...mento"ride tra le parole.
"Brutta traditrice quando avevi intenzione di dircelo, eh?"la canzona Giulia pizzicandole la guancia.
Lei sorride maliziosa. "Forse, mai".
"Hei...penso che la lezione non le sia bastata"continua Carlotta lanciandoci uno sguardo d'intesa.
"Vi prego...basta"ci supplica Cris con lo sguardo, ma noi non l'ascoltiamo.

Ci osservo così, distese sul tappeto del salotto con le espressioni felici e lo sguardo al soffitto.
"Non avevo mai notato che le pareti di casa tua fossero così bianche, Anita. Perchè  non dai un tocco di colore?"dice a quel punto Giulia, rotolandosi per sistemarsi a pancia sotto, il mento appoggiato sulle mani.
Mi alzo facendomi leva con i gomiti e mi volto a guardarla ridendo. "Che diavolo di domanda è, Giuls?!"la prendo in giro.
Cristina e Lottie distese tra me e lei mi seguono a ruota scoppiando a ridere.
"Uhm..."Giulia fa finta di pensarci. "Non lo so, mi è venuta questa cosa in mente e dovevo dirtelo" mi spiega lei sorridendo ingenuamente.
"Beh sì, probabilmente dovrei cambiare col..."
"TU NON CI HAI ANCORA DETTO NULLA?!"mi interrompe lei parlando così velocemente che mi risulta difficile capirla.
"C...cosa?"domando ingenuamente. "Stavamo parlando delle pareti della mia casa..."
"Si infatti Anita sei l'unica a non averci raccontato niente"le dà manforte Lottie osservandomi maliziosa.
"Ma non ho nulla da raccontare"rispondo tenendo lo sguardo basso.
Cristina alza un sopracciglio, facendosi vicina, il suo viso che sfiora il mio, gli occhi che saettano curiosi. "Ma come, sei scesa da una bellissima macchina sportiva e non hai niente da raccontarci?".
Sento le mie guance imporporarsi di colpo e mi appresto a coprirmi la faccia con il braccio.
"Ah-ah!Ma allora hai davvero qualcosa da nascondere".
Scopro leggermente il viso, accorgendomi di tre paia di occhi che mi fissano intensamente.
Sbuffo mordendomi il labbro. "Ho baciato Luca"confesso, parlando talmente velocemente da sconvolgere anche me stessa.
E ora, ammetterlo così ad alta voce lo fa sembrare ancora più vero e incessantemente il cuore comincia a battere nella gabbia toracica.
Sento gli sguardi delle mie amiche puntate addosso, scrutano, indagano ma non proferiscono parola e io penso sia meglio. Buttare fuori tutto d'un fiato mi farà bene.
"O meglio lui ha baciato me. E lo ammetto è stata la cosa più bella che mi potesse capitare...erano anni che lo aspettavo. Non saprei spiegare cosa io abbia provato, un turbinio di emozioni tale da aver pensato di star sognando, ma era reale. Erano reali le sue mani che mi carezzavano, i suoi occhi che mi rivolgevano sguardi pieni di una luce diversa ed erano reali le sue labbra, così morbide che lambivano le mie in un dolcissimo bacio. Io l'ho sentito che anche il suo cuore ha sussultato al contatto, ma come tutto è iniziato, è finito. Luca ha interrotto tutto e poi si è comportato in modo strano, distaccato. Ho il presentimento che si sia pentito di quel momento, il nostro momento e questo mi distrugge. Quel bacio mi è stato di conferma per capire che sì, io lo amo ancora".
Quando smetto di parlare mi ritrovo senza fiato e non so se sia per quello che ho detto o per l'ansia che mi attanaglia.
Ammettere di amare ancora Luca invece di farmi sentire meglio mi ha provocato un gran senso di vuoto quasi come se sentissi che non ci possa essere un futuro per noi, nemmeno stavolta.
Cosa sono per te, Luca?.
Una lacrima sfugge al mio controllo ma prima che possa solo asciugarla mi ritrovo stretta tra le braccia delle mie amiche. Mi avvolgono, mi sussurrano paroli dolci e io lì piccola piccola tra le loro braccia mi costringo a pensare di potercela fare anche stavolta.
"Non disperare per qualcosa che non è successo ancora, non sai mai che la vita possa sorprenderci"mi sorride Lottie con lo scopo di rassicurarmi, e io schiacciata tra la sua spalla e la guancia di Giulia accenno un sorriso.
"Parlagli, solo così potrai avere una risposta alle tue domande" propone Giuls lasciandomi una carezza tra i capelli.
"Tu lo sai che Luca non mi è mai andato giù più di tanto e non perchè fosse una cattiva persona, qualcuno da cui star lontana. La cosa che non riuscivo a sopportare era che fosse così cieco da non accorgersi di te, degli sguardi carichi d'amore che gli lanciavi. O forse non lo so, se ne era accorto ma voleva far finta di niente perchè io lo so che un pò ci teneva a te e questo mi dava ancora più fastidio. Ma adesso dopo anni io continuo a vedere nei tuoi occhi quello stesso amore e non posso fare a meno di dirti che vorrei che tutto ciò che desideri si realizzasse" Cristina è l'ultima a parlare, ma le sue parole  mi colpiscono dritto al cuore, gli occhi mi pizzicano per la dolcezza con cui le ha pronunciate. Lei che non l'ha mai sopportato mi sta spingendo a non demordere, eppure io non lo so se la sopporterei un'altra delusione.
"Non so se ce la farei..."la voce mi esce in un sussurro, non c'è bisogno che io continui, loro capiscono. Lo fanno sempre. Le loro mani si uniscono alle mie.
"Ci saremo, qualunque cosa succeda ci saremo, questo vale per ognuna di noi. Niente più bugie anche se dette a fin di bene e niente segreti, solo la pura verità" e con un abbraccio suggelliamo la nostra promessa.

La mattina seguente sento la pelle appiccicosa segno del trucco che si è sciolto durante la notte. Un calcio dritto al fianco mi fa sobbalzare per il dolore. Mi appresto a dare uno spintone a Giulia che ha l'abilità di muoversi continuamente nel sonno, e rido per la capacità che abbiamo avuto di addormentarci una addosso all'altra.
Lei borbotta qualcosa nel sonno ma non si scompone minimamente mentre io penso al modo in cui possa liberarmi da questo groviglio.
Lottie al mio fianco si stiracchia rotolando poi di lato e sporgendosi troppo finendo quasi per cadere.
"Ragazze..."tento di svegliarle con un filo di voce. Cristina  sospira sognante ma non accenna a muoversi.
Tento a quel punto di liberare le mie gambe, ma appena ci riesco mi ritrovo intrappolata da Lottie che mi avvolge il busto in un abbraccio. Sarà dura alzarsi stamattina.
"Ragazze!"questa volta il mio tono di voce è alto tanto da farle sobbalzare tutte e tre per lo spavento. La nostra giornata inizia così, i capelli scompigliati e le facce assonnate con nessuna voglia di andare al lavoro.

La notte mi ha dato la possibilità di pensare e di acquistare il coraggio per parlare con Luca. Quando raggiungo l'ospedale il mio intento è questo, non voglio farmi paranoie o quant'altro, solo chiedendogli cos'ha significato quel bacio per lui potrò ricavare risposte.
Per prima cosa decido di andare a salutare Lucia. Quando entro nella sua stanza la noto che ha il viso contratto in una smorfia, i denti che mordono insistentemente il labbro inferiore. Mi accorgo dell'infermiera al suo fianco, laccio emostatico tra le mani e un carrello con provette e siringhe affianco e capisco il perchè della sua espressione. Lucia ha una fobia per aghi, siringhe e tutto ciò che ne concerne e farsi fare un prelievo le richiede uno sforzo enorme.
Mi avvicino cauta rivolgendole un sorriso per rassicurarla. Lei si illumina alla mia vista quasi come se fossi la sua ancora di salvezza, ma non ha il tempo di dir nulla perchè la ragazza le scorcia la manica del pigiama sistemandole il laccio emostatico attorno al braccio. E' così giovane ma sicura di quello che fa.
"Farò piano sta tranquilla, ok?"le dice gentile rivolgendo poi un'occhiata a me.
Le sorrido complice. Lucia però non sembra d'accordo con noi infatti sbuffa risentita.
"La farfallina si posa sul fiore..."Lucia chiude gli occhi volgendo lo sguardo dall'altra parte e io mi metto al suo fianco accarezzandole i capelli. "Succhia il polline e poi poof vola via per posarsi su un altro fiore" le slaccia il laccio emostatico e noto Lucia cominciare ad acquistare colorito.
"Non sono più una bambina, lo so benissimo che non è una farfallina vera ma un ago e il mio braccio non è un fiore"Lucia mette il broncio portandosi poi le braccia al petto e smorfiando per la foga con cui ha compiuto il gesto.
La giovane sentendosi chiamata in causa alza lo sguardo, e le fa segno di stendere il braccio per applicarle il cerotto, poi le sorride dolce.
"Mi dispiace, lo terrò a mente per la prossima volta".
Lucia non dice nulla, ma è soddisfatta della sua risposta.
"Chi ha richiesto queste analisi?"le domando prima che vada via.
Lei ci pensa su un attimo, quasi come se non si aspettasse la mia domanda. "Il dottor Franzese ha chiesto periodicamente di fare dei prelievi per tenere sotto controllo gli enzimi del cuore" spiega.
"Mmh"annuisco sovrappensiero. "Lui adesso dov'è?".
Lei alza lo sguardo dopo aver sistemato le provette nel contenitore."Ha comunicato un lieve ritardo, penso debba essere qui a momenti"ammette tranquilla.
E come si suol dire parli del diavolo e spuntano le corna, Luca entra nella stanza. Lo fa con una tale disinvoltura da lasciare il mio stomaco in sobbuglio.
"Buongiorno, oh Monica sei qui!"sorride e nonostante lei non voglia farlo notare sotto lo sguardo di Luca arrossisce.
"Sì dottore, ho finito proprio adesso di fare i prelievi alla bambina, li stavo portando in laboratorio" spiega sistemandosi nervosa una ciocca di capelli sfuggita alla coda. E' incredibile l'effetto che è capace di provocare.
Lui sembra voglia rassicurarla con lo sguardo."Ottimo!Allora cerca di farmi avere al più presto i risultati".
Lei cerca di darsi un contegno sorridendo gentile. "Certo dottore, arrivederci". Poi arresta i suoi passi quasi come se avesse ricordato qualcosa. "Ciao piccola"si rivolge a Lucia e accenna un sorriso nei miei confronti.
Rimasti sola osservo Luca, il suo sguardo non si è posato su di me nemmeno una volta, come se volesse evitarmi. Sventola un sacchetto bianco davanti ai suoi occhi.
"Questa bambina non ha ancora fatto colazione, vero?" le domanda dolce.
Lucia ha gli occhi che le brillano."No"risponde entusiasta.
"Beh allora io avrei qualcosina per lei, sempre che qualcuno abbia fatto la brava"le sorride complice porgendole il sacchetto.
Lucia lo osserva furba. "Già il fatto che io abbia fatto il prelievo vuol dire che sia stata brava"poi accetta la bustina che lui le porge, la scarta con foga scoprendone il cornetto al cioccolato che lui le ha portato.
Luca non ribatte, ma la guarda così preso che mi ritrovo a reprimere un sorriso. Alla vista di quella leccornia batte le mani contenta, ringraziandolo con un sorriso.
Lui le accarezza il capo con dolcezza e solo per un momento indugia il suo sguardo su di me. Sembra voglia dirmi tutto e niente, ma alla fine si limita a scuotere la testa.
"Sono molto in ritardo oggi, i miei pazienti mi aspettano, ti va se passo a trovarti più tardi?" le si rivolge.
Lei annuisce, con la bocca piena e le labbra sporche di cioccolato, ma il suo sguardo esprime tutto. So che aspetterà con ansia che lui passi da lei, davvero. Mi ritrovo ad essere felice del legame che si stia creando tra loro.
Luca si passa le mani sul camice, i suoi gesti lasciano trapelare nervosismo nonostante lui non voglia farlo notare. Inizia a dirigersi verso la porta della stanza, ed è a quel punto che mi impongo di fermarlo, non voglio più lasciare le cose in sospeso tra noi.
Lucia ci osserva entrambi, lui è voltato già di spalle quindi non può vederla, ma so che ha capito. Il sorriso che mi rivolge è rassicurante, è pieno di quella dolcezza che la contraddistingue e alla fine lo faccio, lo raggiungo a grandi passi prima che esca.
"Luca..."la voce mi esce in un sussurro ma è capace di farlo sobbalzare. "Possiamo parlare?".
"Prima che tu possa dire qualsiasi cosa, so che ti dà fastidio venire a conoscenza delle cose per ultima e ok non posso che darti ragione ma è una cosa che avevo deciso al momento, quindi te ne avrei parlato appena fossi arrivato ma l'hai scoperto da sola, quindi" fa un sorriso biricchino quando lo dice.
Scuoto la testa guardandolo interrogativa. "Non volevo parlarti di questo".
Lui sembra sorpreso della mia affermazione. "Ah no? Beh ad ogni modo me ne parlerai un'altra volta"mi precede.
"Davvero, è importante..."tento, supplicandolo con lo sguardo.
Lui mi indica il suo orologio da polso. "Un'altra volta Anita, un'altra volta...."dice e io guardo questa opportunità scivolarmi con irruenza dalle mani.
Lo osservo allontanarsi indispettita e mi volto per rientrare. Lucia mi aspetta lì, con metà del suo cornetto appoggiato sul pacchetto che lo avvolgeva e il suo bel sorriso.
Mi porge l'altra metà quasi come se avesse saputo fin da subito che sarei tornata triste e affranta da lei. A volte non so come faccia, sembra conoscerci meglio di noi stessi e la cosa mi sconvolge sempre più. L'accetto volentieri perchè 1 stamattina non ho fatto colazione e il mio stomaco alla sua vista ha cominciato a brontolare incessantemente e 2 i dolci sono il miglior rimedio per il malumore.
"Ti voglio bene, tanto"le sue parole sono naturali e piene di quella dolcezza che la contraddistinguono.
La osservo con un luccichio negli occhi, lei non lo sa quanto mi abbia fatto bene sentirgliele pronunciare.

Passare del tempo con Lucia è sempre un toccasana, non c'è dubbio. La sua spensieratezza e la sua dolcezza mi fanno credere sempre che possa andare tutto bene, questo fino a quando non mi trovo impalata fuori dallo studio di Luca. Lì tutta l'iniziativa e il coraggio che mi sono imposta vengono a mancare. Per tutto il giorno ho tentato in tutti i modi di parlargli, cosa a dir poco umiliante visto che l'ho quasi rincorso per tutto un'ospedale. Mi passo una mano sul viso, ma cosa ti sei abbassata a fare Anita, sei patetica.
Però ora nonostante mi costi un'impresa ho bisogno di mettere in chiaro le cose e devo farlo subito. Apro la porta, senza bussare ma non ci dò poco conto almeno non prima di rendermi conto che Luca non è solo. Vorrei sprofondare in questo preciso istante, non tanto per l'espressione che lui mi rivolge, ma per l'altra persona presente nella stanza, che nonostante non voglia far caso alla mia entrata in scena resta comunque un nostro superiore. Franchi è il più giovane primario dell'ospedale, sguardo spavaldo e malizioso. Rimango immobile in un angolo, con le braccia penzoloni e le mani che sudano mentre Franchi sorride complice ad entrambi.
"Non voglio togliervi altro tempo, vi lascio" la sua affermazione sa tanto di illusoria, che mi porta ad arrossire una volta che è uscito dalla stanza.
Luca è infastidito, imbarazzato. Si avvicina svelto alla porta costatando che lui non sia più nei paraggi e chiude la porta.
"Si può sapere cosa ti salta in mente, piombare qui all'improvviso senza nemmeno bussare. Chissà cosa avrà pensato Franchi, l'hai sentito anche tu,no?"ribatte severo.
"Si,ed è stato particolarmente di cattivo gusto...."ammetto intimidita, le braccia portate al petto.
"E questo non sarebbe mica successo se tu non fossi venuta"continua lui indispettito.
A quel punto mi impongo di reagire, perchè non posso permettere che lui rigiri sempre la frittata.
"Oh"porto le braccia al cielo sfinita. "Questo non sarebbe mai successo se tu in tutto questo tempo mi avessi ascoltata invece di evitarmi"lo accuso.
Lui sorride biricchino. "Avevo di meglio da fare, sai? Ma adesso sentiamo che cos'è che avevi di così importante da dirmi?".
Porta le braccia al petto con fare indagatorio.
"C'è che non lo so cosa ti prenda, prima ti comporti in un modo e successivamente in un altro. Non ti interessa dei sentimenti altrui, che magari così potresti ferirli in qualche modo. Pensi solo ed esclusivamente a te stesso, ti comporti da bamb...."potrei continuare all'infinito con gli appellativi da affibbiarli e probabilmente lo farei se le sue labbra non si fossero posate irruentemente sulle mie.
Sento improvvisamente il fiato venirmi a mancare, la sua mano dietro la mia nuca mi avvicina a sè e non riesco a pensare a nient'altro, con gli occhi sbarrati, le braccia sospese nell'aria e il cuore che batte forte nella gabbia toracica, che ne vorrei di più, vorrei che approfondisse il bacio ma io stessa al momento non avrei la forza. L'unica cosa che so è che l'amore che provo per lui è sbagliato e disarmante e non ne uscirò integra da questa situazione.
Un attimo dopo ritorna a guardarmi, con quel sorriso che la dice lunga sulla situazione. Boccheggio sentendomi indifesa sotto il suo sguardo. "E... questo cosa s-significa"chiedo con un filo di voce.
"Non la smettevi di blaterare". Le sue parole sono un colpo al cuore.


Se potessi rimangiarmi le parole e negare di provare questo sentimento lo farei, eccome se lo farei. Perchè è praticamente impossibile che io mi sia innamorata di un cretino come lui.


ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno a tutte mie carissime lettrici. Finalmente dopo mesi faccio ritorno con un nuovo capitolo, che non vi nascondo sia in stesura da tempo. Chi segue la mia storia, sa che ho trascorso sei mesi a Rimini per il lavoro di mia madre. Che dire, all'inizio ero molto scettica a riguardo e mi risultava parecchio difficile dover lasciare famiglia e amici per partire alla scoperta di una nuova città. Non vi nascondo che ci siano stati molti alti e bassi, momenti in cui avrei voluto solo tornare a casa ma adesso non posso che ammettere che Rimini mi manchi.
Ho trascurato molto la lettura e la scrittura, in quanto sono stati mesi molto frenetici. Sono a casa da due settimane e mi sono imposta di dedicarmi per quanto sia possibile a questa storia. Non so a voi ma a me Anita & Co. erano mancati tantissimo e ritornare a scrivere di loro è stato bello, sì.
La prima parte si apre con il ritorno a casa di Anita, dove rincontra le sue amiche e nonostante quello che sia successo non possono fare a meno di riappaccificarsi, perchè tra loro è così e non riescono a stare lontane. Mi piace tantissimo scrivere di loro quattro insieme, per me rappresentano l'emblema dell'amicizia, esserci sempre nei momenti belli e altrettanto in quelli brutti.
Dopo un pò di tentennamento anche Anita riesce ad aprirsi, ammettendo di essere ancora perdutamente innamorata di lui e questa cosa la fa stare male in quanto non riesce ad interpretare i comportamenti di Luca e un'altra delusione la distrugerebbe. Quindi non resta che parlargli, ma ormai penso che abbiate imparato a conoscerli, sono come due calamite che si attirano e si respingano. Litigano, ma poi l'attrazione è troppo forte...
Aspetto con ansia i vostri commenti, sono proprio curiosa! Intanto ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi costantemente legge e mi lascia la sua opinione, è importante per me!
Prometto di farmi viva presto e vi mando un bacio....alla prossima!!😘😘💗💗
 













  
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