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Autore: Everian Every    24/06/2016    2 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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Il portale si chiuse con un botto sordo.
Si ritrovarono in una stanza ghiacciata in cui una luce bluastra illuminava la struttura architettonica meravigliosamente barocca intagliata direttamente nel gelido cristallo. Litios e Vincent aiutarono Donatozzilla contro una colonna azzurra. Il rettile si raggomitolò singhiozzando contro l'appoggio, mentre i due lo guardavano cercando di provare compassione, magari tristezza. Ma i robot non provano compassione, né tristezza, tantomeno i figli della fine della vita. Lelq si lasciò cadere esausto su un blocco di ghiaccio spaccato, nascondendo il volto tra le mani, mentre Lucas cercava di guardarli uno ad uno, sperando di aver sbagliato, di poter trovare alla fine della conta il loro amico scomparso. Ma poi si arrese e lasciò cadere il capo sul petto.
Nessuno aveva la forza di alzare lo sguardo. Nessuno, eccetto Gyber. Il lord era furioso. Camminava avanti e indietro, le mani a sfera intrecciate dietro la schiena e un'espressione ermetica sul volto da squalo. Quando era così calmo voleva dire che dentro di lui stava imperversando un demonio che avrebbe trucidato chiunque lo avesse anche solo sfiorato per sbaglio. Randor si guardava la mano coperta dai cavi metallici, per poi passare all'altra, ora avvolta da un alone violaceo. Fluttuava a qualche centimetro da terra e i suoi occhi erano così luminosi da essere accecanti. Tuttavia sembrava... distante. La fine che aveva fatto doc sembrava non averlo toccato.
"Forza, dobbiamo muoverci." disse Rubens ad un tratto.
"Non hai il minimo rispetto per il nostro dolore?" sibilò Lelq, sollevando la testa che aveva fino a quel momento tenuta appoggiata alle mani.
Il generale sbuffò.
"Amico, per favore, non puoi darci un minuto?" chiese Lucas, cercando di placare le acque. Aveva gli occhi arrossati e stanchi. Il suo calore gli impediva di piangere lacrime, che si prosciugavano appena uscite dagli occhi.
"Se restiamo qui troppo a lungo quello ci trova, e stavolta non sarà solo, ma avrà un esercito! Dobbiamo sbrigarci, dannazione!" esclamò Rubens, allargando le braccia esasperato.
"MA NON TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE CI è CAPITATO?! CAZZO, ABBIAMO APPENA PERSO UN CARO AMICO!" gridò Shruikan, andandogli incontro con aria minacciosa. Lucas lo afferrò per le spalle, bloccandolo a fatica, mentre piccoli aghi di sangue nero si formavano involontariamente sul corpo del Kishin. "CREDI CHE CI FREGHI QUALCOSA DI QUESTO CESSO DI MONDO?! NO! SIAMO QUI SOLO PERCHÉ I TUOI CAZZO DI CAPI HANNO PRESO UNA DI NOI! ED ORA GUARDA!"
"E CREDI CHE NON ABBIA PERSO NESSUNO ANCHE IO?!" esplose Rubens con un'ira così imponente da far ammutolire il moro, che però continuò a fissarlo con aria ferita. Una lacrima cadde dall'occhio grigio del generale, che abbassò le spalle in segno di sconfitta. "Ho perso... Tutto, in questa guerra. La mia casa, la mia... la mia famiglia. I miei amici migliori se ne sono andati uno dopo l'altro, catturati da quel mostro di Parsifal. Tu pensi... Pensi di essere il solo, qui, che vuole vendetta? Ti sei mai fermato a chiederti quello che cosa provano gli altri? No, certo... A voi non interessa questo mondo e lo capisco, tuttavia non potete dire che non vi importi di voi stessi e della vostra amica. Se restiamo qui a piangerci addosso saremo perduti, e allora fine dei giochi, basta, capolinea. Se invece ci diamo una mossa, possiamo sperare di trovare Lyram in tempo. Dobbiamo farlo, capite?"
"A che pro?" mugghiò Dz, che aveva lasciato cadere la testa all'indietro, contro la colonna. Teneva gli occhi chiusi e tremava ancora, non si capiva se di paura o di sconforto. "Tanto, ormai... Siamo segnati."
Rubens strinse i pugni.
"Vuoi mollare, Dz? Vuoi mollare? E tu saresti un eroe?" lo provocò.
"No, non lo sono..." borbottò l'altro.
"Come? Scusa, non ho capito bene."
"NON LO SONO! Se lo fossi stato ora non saremmo qui, avremmo potuto fermare quello schifoso aborto mono-occhio e doc sarebbe... sarebbe..." annaspò, come se cercasse di trovare a mezz'aria la parola che gli mancava. Si arrese presto e richiuse la bocca, fissando nel vuoto.
Lucas lo guardò sconsolato. Che diavolo stava succedendo alla sua squadra? Sembrava quasi che qualcosa stesse influendo su di loro, indebolendoli mentalmente in modo da farli crollare più facilmente. Si ripromise di chiederlo al prossimo Ens che avessero incontrato, perché quella spossatezza morale non l'aveva mai vista, nemmeno quando Gray era riuscito a sconfiggerli a più ripetizioni dopo essere stato resuscitato.
"Ragazzi, so che è difficile, ma dobbiamo muoverci. Giuly è ancora là fuori e noi dobbiamo andare a salvarla. Dobbiamo farlo, se no che amici saremmo? Inoltre... Capisco che gli ultimi avvenimenti possano avervi lasciati scossi, ma diamine. Non è la prima volta che qualcuno di noi muore. Eppure siamo sempre riusciti a salvarci tutti. Perché stavolta dovrebbe essere diverso?" proferì il leader, cercando di infondere nelle sue parole tutto il coraggio e la forza che non sentiva di avere nemmeno per sé stesso.
"Sai il perché." lo lapidò Dz, scoccandogli una sola, rapida, impietosa occhiata giudicante che lo fece vacillare come mai pugno aveva fatto prima. Una stilettata al cuore avrebbe fatto certamente meno male.
"Non credere, ragazzo kaiju, che il vostro amico sia perduto per sempre. Se è questo il pensiero che vi opprime tutti, posso garantirvi che non è qualcosa di cui preoccuparsi." disse Rubens, capendo l'intenzione di Lucas.
"Ah, davvero? Ma che bella notizia! Sentito, ragazzi? Mirrus è morto, ma noi di che ci dovremmo preoccupare? Tanto Rubens ha la soluzione!" sbottò sarcastico Lelq.
"Dico sul serio. Ragionate. Le opzioni sono due: o Parsifal lo ha annichilito, facendo si che solo un Ens lo possa far ritornare, oppure si è suicidato. Nel primo caso, che però scarterei perché, se lo ricordate ancora, allora non è stato annichilito, basterà chiedere a Lyram, a Nero, o a chiunque altro degli Entes di riportarlo indietro. Non c'è nulla di più facile, diavolo. Nel secondo caso, la sua essenza è stata trasportata nel settimo mondo della morte. Da lì è facile uscire, basterà chiedere al Mietitore, un Ens particolare. Ci saranno delle faccende burocratiche da sbrigare, ma sarà facile farlo tornare indietro. Fidatevi, il vostro amico non è spacciato, ne ha ancora di di botte da prendere e da dare."
Il silenzio calò sul gruppo, interrotto solo dallo scalpiccio dell'antracia.
"Ovviamente, rimanendo qui Parsifal ci troverà e ci ucciderà, annichilendoci, nessun Ens verrà a riportarci indietro allo stato di esistenza e i vostri amici non torneranno mai più. Siete voi a scegliere, qui ed ora, se condannarli o no. Non vi importa di questo Mondo? Perfetto. Ma, ripeto, mi rifiuto di credere che la stessa non curanza sia rivolta ai vostri amici."
Lelq alzò lo sguardo di nuovo, incrociando gli occhi di Lucas. Litios diede una gomitata a Vic che fece un cenno con la testa. Shruikan strinse i denti e i pungi, ma si calmò subito.
"Promettimi che, dopo aver dato tanti calci in culo all'Omino e a quel ciclope stupido, mi ridarete i miei amici sani e salvi." disse. Ma non sembrava un ordine. Sembrava una richiesta.
L'espressione dell'uomo si addolcì.
"Posso garantirti che, avendo Nero dalla nostra, non c'è nulla di più facile."
"Allora andiamo, facci strada." disse Lucas, un po' confortato.
Gyber si bloccò di scatto. Coi suoi quattro metri di altezza e i due metri di spalle faceva davvero paura, soprattutto di schiena, con gli aculei puntati verso di loro.
"E così... Continui, eh, capitano?" ringhiò, mettendo tanta di quella cattiveria in quel capitano da farlo sembrare un insulto.
Lucas lo guardò stranito.
"P-prego?" chiese.
Rubens scrutò l'antracia dubbioso. "Non creiamo guai, ok?"
"Oh, non devi dirlo a me, quanto piuttosto a lui, mio generale!" esclamò l'albino voltandosi a braccia spalancate. La mezza maschera nera nascondeva le sue fauci, ma chiunque poteva capire che stava smaniando di prendere a morsi il biondo e l'uomo eccentrico.
"Gyber, non ricominciare, eh!" disse Lelq, alzandosi.
"Non ricomin...? Non ricominciare?!" esplose il lord, scatenando un'ondata di energia che frantumò il ghiaccio in più punti. "TACI, LELQ! TUTTO QUESTO È COLPA TUA E DI QUEL CRETINO CHE CI OSTINIAMO A CHIAMARE LEADER!"
Lucas lo guardò. Non lo aveva visto così nemmeno quando, poche ore prima, sotto l'influsso passivo di Adreus, si era infuriato senza motivo.
"Amico, ti prego, cerca di capire..." cercò di calmarlo Lucas.
"CERCA DI CAPIRE?! Ti avevo detto sin dall'inizio che quell'Every, quel moccioso patetico, ci avrebbe causato solo guai! Ma tu nooo! Non guardiamo in faccia la realtà!" sbottò, avanzando a grandi passi con aria minacciosa. "Tu ci hai fatto accogliere quel vermiciattolo! Tu ci hai fatto venire qui e seguire quel pazzo alla ricerca della sua ragazza! Cara ragazza, per carità! Ma vale la vita di tutti noi?! Tu hai condannato a morte i tuoi amici, Lucas!" Shruikan e Vincent cercarono di mettersi in mezzo e di bloccarlo prima che potesse toccare il biondo. Il ghiaccio aveva notevolmente indebolito i suoi poteri, quindi era indifeso. I due afferrarono l'ultra antracia per le braccia, ma lui se li scrollò di dosso con facilità, mandandoli a sbattere contro il ghiaccio che traforarono di diverse decine di metri. "E un'altra cosa!" continuò "Ho firmato un contratto con te. Ma da adesso, fiammifero, i miei soldi sono MIEI e le mie cose sono MIE. E se non lo rispetterai ti giuro che potrai anche essere il prescelto, l'angioletto cocco di mammà, ma ti infilerò la testa su per il culo e poi ti tirerò nel water e si, si, proverò davvero tanto piacere nel farlo."
I due erano faccia a faccia. Gyber era così grosso che il biondo spariva quasi vicino a lui. I loro occhi saettavano gli uni negli altri, ma, per una volta, Lucas non se la sentiva di litigare. Percepiva chiaramente quanto troppo forte per lui fosse diventato l'amico. Come uno squalo e un pesce rosso, per l'appunto.
"Altro da aggiungere?" chiese freddo il biondo, deglutendo appena.
"Si: fottiti."
Gyber si voltò, facendo guizzare una delle due code contro la spalla del fiammifero, lussandogliela.
"Nessuno vi ha chiesto di venire, razza di idiota." disse Lelq contrito.
Gyber si voltò e gli si avvicinò. Il ragazzo gonfiò il petto cercando di non farsi sottomettere.
"E ci avevano avvertito che ci sarremo suicidati solo per permettere a te e alla tua ragazza di riabbracciarvi? A me non pare."
"Nessuno aveva detto che sarebbe stato facile. Anzi, mi pare di avervi detto che sarebbe stata dura, questa volta. O sbaglio?" lo sfidò ancora il musico, assottgliando gli occhi.
Gyber lo fissò emettendo un mormorio insolito da tutto il corpo, simile alle fusa feline, ma più profondo e cupo. Tutti restarono col fiato sospeso, mentre Rubens si avvicinava preoccupato.
Fu fulmineo. Nemmeno si videro i movimenti che l'ultra antracia compì, semplicemente un istante prima Lelq era in piedi davanti al colosso e un attimo dopo si trovava incastrato nella parete con qualche frattura multipla.
"NON MI SFIDARE, LELQ, NON FARLO!" gridò Gyber con una voce potente che avrebbe fatto tremare la parlata regale delle autorità di Canterlot. Fece per avvicinarsi al povero ragazzo che non riusciva a far altro che rantolare, quando la mano del generale gli afferrò il polso e lo lanciò lontano, fracassando una colonna. Il lord si rialzò scuotendo la testa infuriato. I suoi occhi si colorarono di un viola molto intenso. Aprì le dita e dalle mani sferiche fuoriuscì una sostanza di un colore blu scurissimo che avvolse tutti gli oggetti inanimati, tramutando la stanza di ghiaccio in una coltre di quello che sembrava catrame blu cielo notturno.
"Crepa, Rovina." ringhiò, lanciandosi all'attacco, trascinandosi dietro quel fumo che solidificò in due lunghe lame coperte di spine nere e d'oro. Rubens unì le mani ed emise un'onda sonora che lo contrastò, ma solo parzialmente. Il lord era diventato forte, molto forte, tanto che il generale non poteva più sperare di batterlo senza usare tutto il suo potere. L'ultra antracia arrancò fino a lui, che lo fissava terrorizzato, per poi afferrargli con la coda il collo e stringerlo, facendolo soffocare per un istante. Lo scrollò e lo lanciò contro il soffitto. Il tonfo del corpo che prima si fracassava contro la volta coperta dalla sostanza emanata dal megalodonte e poi ricadeva al suolo pervase la stanza, amplificata proprio da quella roba bluastra. Lucas cercò di incenerirlo, ma le sue fiamme furono risucchiate dalla sostanza come da un buco nero.
"Ma che..." balbettò il biondo, indietreggiando mentre l'amico inferocito gli si dirigeva contro a passo deciso, lasciando raschiare le lame sul terreno. Le scintille non fuoriuscivano nemmeno, venendo risucchiate immediatamente dalla sostanza.
"Vedi, Daniel, vecchio mio... Ora i miei buchi neri sono più... particolari, diciamo. Non solo posso controllare l'estensione di ciascuno e manipolarli per creare oggetti, ma posso decidere cosa debbano assorbire... e con quale intensità!" disse pacato il colosso, piantando poi le spade nel suolo, facendo tremare tutto il grande buco nero con cui li aveva avvolti. Sotto ciascuno dei presenti si creò un cerchio viola in cui vennero presto tutti risucchiati senza che nessuno avesse la forza di resistere. Lucas cercò di gridare, ma anche il suono era intrappolato nella morsa gravitazionale.
Rubens era l'unico a resistere. In quanto generale, aveva raggiunto il limite massimo come Gyber. Erano alla pari, ma si trovava in difficoltà. Probabilmente aprire il portale fino a lì doveva averlo stremato.
Gyber rideva, rideva, mentre incrementava lentamente il risucchio, facendoli sprofondare sempre di più. E più sprofondavano più sentivano i loro corpi venire disintegrati, annientati a livello atomico e non solo.
Fu a quel punto che Randor si accorse di quanto stava accadendo. Smise di fissarsi la mano fumante e spostò lo sguardo inespressivo come quello di Victus sull'ultra antracia. Vide quello che stava facendo. E qualcosa gli si smosse dentro, qualcosa che poteva avvicinarsi circa al fastidio. Mosse la mano destra, quella non robotizzata, e una massa di magia viola scuro fece scaraventare Gyber contro una parete, facendolo finire nel suo stesso buco nero. Per un istante tutto sembrò fermarsi. La stanza tornò normale, il buco nero svanì e i ragazzi furono liberi.
Rubens si rimise il più in fretta possibile in piedi e disse, massaggiandosi le gola dolorante: "È... È morto?"
Non ebbe bisogno di ricevere risposta. Un buco nero viola si aprì dal nulla e Gyber saettò contro Randor che appena in tempo lo bloccò con una barriera magica, sbattendo però la schiena contro l'ultima colonna, facendola andare in frantumi.
La stanza rombò. Litios alzò lo sguardo e un occhio gli lampeggiò.
"Ragazzi, dobbiamo uscire." commentò piatto. Uno scossone. Poi grossi pezzi di ghiaccio precipitarono a terra dal soffitto. "Subito."
 
Angolo di ME:
Pubblico oggi (che non è sabato) perché domani (che invece è sabato) non riuscirei manco ad accendere il computer. Quindi isi.
Aaaaanyway. Come dico sempre io, enjoy this :D
(a fine esami penso comunque che mi prenderò qualche giorno di pausa... giàggià :/)
Ev.
   
 
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