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Autore: MissCarstrairs    24/06/2016    1 recensioni
Jade Morgan è una ragazza con un passato difficile che vuole dimenticare,ma non ci riesce; i dettagli di quella notte sono scolpiti nella sua mente.
Ma l'arrivo di due ragazzi nella sua vita riuscirà a farle dimenticare tutto quello che ha passato ? Oppure saranno solo come tutti gli altri e se ne andranno dalla sua vita come una folata di vento?
James il ragazzo dagli occhi verdi e il viso angelico, l'amico perfetto o qualcosa di più?
William invece è Mr Occhi di Ghiaccio, attraente ma arrogante e sfacciato. Riuscirà a conquistare il cuore di Jade o lo farà prima suo fratello?
Se avete Wattpad passate a leggere la mia storia anche lì, perchè sono andata molto più avanti con la stesura del libro rispetto a qui.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Matt's pov 12 febbraio 2015... È sabato sera e, come al solito, mi sto preparando per uscire con Eric e Max, due dei miei amici più stretti, per andare in un pub. Vorrei che la mia vita fosse più intensa e movimentata, insomma con qualche avvenimento che la scombussoli ogni tanto. Faccio sempre le stesse cose: alzarsi la mattina, andare a scuola con Jade, pranzare, tornare a casa, compiti, uscire con gli amici, cenare e andare a letto. Una routine che a lungo andare ti fa sentire solo. Dopo che mi sono preparato vado in cucina per avvertire i miei genitori che sto per uscire. "Ciao mamma" saluto la donna girata di spalle e intenta a preparare la cena. "Come mai hai apparecchiato la tavola solo per due persone? J. va a casa di Beth?" Domando schioccandole un bacio sulla guancia. "No" risponde mamma contenta "sta andando ad una festa, con Bethany, ma è pur sempre una festa, sono così felice per lei. Avevo paura che non si trovasse bene con i suoi coetanei, sai com'è la piccola Jade, sempre per i fatti suoi, o sta da sola o con Beth, pensavo non sarebbe mai uscita con altre persone, invece finalmente si è decisa" spiega mia mamma con un sorriso a trentadue denti. "Mamma sembri più elettrizzata tu di lei, è solo una festa" ribatto non curante di quella felicità. "Non é una festa ma è LA festa" afferma mia sorella entrando in cucina con fare teatrale. Appena la guardo l'unico pensiero che mi passa per la testa è : la mia piccola Jade sta crescendo. È diventata quasi una donna, ma io non smetterò mai di volerle bene. Ormai non è più una bambina certo, ma per me sarà sempre la ragazzina di cui mi sono preso cura da quando ero piccolo. Ricordo che quando me l'affidarono per la prima volta tra le braccia mi sono sentito come un eroe che doveva proteggere quell' esserino indifeso qual' era. Darei la vita per lei e la sua felicità. Jade e la mamma sono e saranno le uniche donne della mia vita. "Va bene, come volete" rispondo alzando gli occhi al cielo, se non le assecondo questa discussione non avrà mai fine. Dò un bacio sulla guancia a mia madre e stringo in un abbraccio mia sorella, dopodiché prendo la giacca ed esco fuori di casa. Arrivato al pub parcheggio la moto in una traversa vicino e raggiungo i miei amici che sono già seduti al solito tavolo vicino alla finestra. Passo una serata molto tranquilla, come al solito ci divertiamo e facciamo battute sulle quindicenni che fanno finta di essere ubriache per attirare l'attenzione. Verso mezzanotte decido di ritornare a casa, dato che il giorno dopo è domenica perciò guai chi si alza più tardi delle dieci di mattina. Normalmente non bevo, ma questa sera ho preso un boccale di birra, speriamo solo che mio padre non ne senta l'odore sennò posso considerarmi un cadavere. Arrivato a casa vedo le sirene rosse della polizia illuminare il nostro giardino, ma non ne comprendo il motivo. Scendo dalla moto, che ho accuratamente parcheggiato sul vialetto di casa e noto due agenti sul portico intenti a bussare al portone. "Mi scusi, potrebbe spiegarmi cosa sta succedendo?" chiedo non capendo cosa stia succedendo. "È lei Matthew Morgan?" Domanda uno dei due uomini ignorando la mia domanda. "Si, sono io" rispondo con fermezza Quella frase segnò l'inizio del declino della mia vita. "Mi dispiace..." Ognuno di noi crede di essere immune agli scherzi del destino,agli atroci obiettivi del fato. Per qualche strano e idiota ideale di personale perfezione siamo inesorabilmente portati a non credere di non potere cadere. Siamo completamente fiduciosi di noi stessi, anche la persona più umile e insicura,anche l'individuo più scrupoloso e indeciso,tutti sperano fino all'ultimo di salvarsi;tutti sperano di vedere la propria stella brillare ancora. La verità,pura e semplice,banale e mortificante ,è, che abbiamo le stesse possibilità di cavarcela di altri 6 miliardi di persone. Naturalmente pensare di condividere lo stesso destino con gli altri,di non avere nessun aiuto in più proprio perchè siamo noi ci demoralizza e abbatte il nostro spirito. Pensavo proprio a questo quando sentii quelle parole uscire dalla bocca di uno sconosciuto. Non era possibile,tutto sembrava essere andato per il verso giusto nella mia vita fino a quel frangente...troppo strano per essere vero. Tutti nella vita cadiamo e quando succede è difficile rialzarsi, anche impossibile a volte. Infatti, qualche secondo dopo si scatenò l'inferno. "...i suoi genitori hanno avuto un' incidente stradale, non sono sopravvissuti" Quella frase mi spiazza completamente, all'inizio credetti di aver capito male, ma poi, guardando le facce dei poliziotti compresi tutto. I miei genitori erano morti. Per qualche minuto non riesco a dire nulla, ho il vuoto al posto della mente. Un susseguirsi di domande affluiscono vorticosamente e mi portano ad avere un forte mal di testa. "Stavano risalendo la Rute 96 e sono stati investiti da una macchina che andava contro mano" spiega uno dei due. "Mia sorella?" Riesco a chiedere con un filo di voce. "Non lo sappiamo, in casa non c'è nessuno, è minorenne?" "Si, ha sedici anni, era andata ad una festa, se volete vi dò l'indirizzo e la andate a prendere." detto ciò scrivo il tutto su un pezzo di carta e lo consegno. "Per favore, non ditele niente, vorrei farlo io" spiego agli agenti. Annuiscono e salgono in auto, mentre si allontanano da casa non riesco a metabolizzare quello che mi hanno appena raccontato i poliziotti. Come lo dirò a Jade? Ormai siamo orfani, dovrò prendermi cura di lei no? Sono il fratello maggiore, dovrei farlo, è un mio diritto e obbligo ,dato che sono maggiorenne potrei diventare il suo tutore legale. Non riesco ancora a credere che mamma e papà siano morti, e poi perchè erano su quella strada? Cosa stavano facendo? Dove stavano andando? Una macchina nera parcheggia vicino casa nostra e , un uomo sulla quarantina con due ragazze al seguito scendono dall'auto. Sono il padre di Beth, la figlia e, non riesco a distinguere l'ultima ragazza barcollante che è in mezzo ai due. Jade. Le corro incontro e domando subito cosa le è capitato alla sua amica. "Non lo so, l'ho trovata svenuta nel giardino del proprietario della casa dove c'era la festa. Probabilmente avrà bevuto chissà cosa. Nel suo delirio mi ha detto che ha chiamato i vostri genitori, e loro le avevano detto di star venendo, ma controllando il suo telefono ho visto che li ha chiamati alle dieci, però era mezzanotte e ancora non si erano visti, perciò ho pensato che magari avevano pensato che io la portassi a casa quindi ho telefonato a mio padre e lui ci è venuto a prendere." Spiega la bionda sorreggendo per un attimo il corpo di Jade. "I nostri genitori hanno avuto un incidente" "Oddio, stanno bene? Volete che vi portiamo all'ospedale?" Chiede apprensivo il padre di Betty. "Sono morti sul colpo" dico atono. Non provo niente, come se la loro morte abbia lasciato un solco indelebile sul mio cuore. Nessuno potrà mai risanarlo. La sola cosa che provo ora è rabbia verso mia sorella. È per colpa sua se sono morti, doveva morire lei non loro. La pagherà cara. La mattina dopo mi sveglio ansimante per un incubo, è la terza volta che mi succede in una sola notte. Scendo in cucina e prendo un bicchiere di liquore, forse mi aiuterà a calmarmi. Jade dorme tranquilla, ignara di tutto nella sua stanza al piano di sopra. Sento dei passi scendere le scale e so già cosa mi aspetta. Vedo mia sorella, se ancora posso chiamarla così, arrivare in cucina con aria assonnata. "Ehi, dove sono mamma e papà? Ho fatto in tempo a svegliarmi o papà è arrabbiato?" Domanda innocente. Quella frase mi fa scattare e la spingo così forte da farla cadere a terra. "Ma sei scemo? Che ti prende?" Chiede alzandosi. "Ieri sei tornata a casa in uno stato pietoso, sai chi ti ha accompagnato? Il padre di Bethany e sai per quale motivo?" Lei scuote la testa spaventata come per dire no "perchè tu avevi chiamato i nostri genitori per farti venire a prendere, loro, sentendoti in quelle condizioni sono accordi da te, ma per loro sfortuna, anzi ormai direi nostra, hanno fatto un incidente talmente andavano veloci, per salvare la piccola Jade che stava male. Sono morti per colpa tua!" Grido con tutta la mia rabbia. "M-morti?" Balbetta lei non capendo. "Si, ieri sono venuti due agenti e mi hanno dato questa splendida notizia" dico sorridendo. "E oro tu devi pagare per il male che hai fatto a me e a loro" affermo avvicinandomi a lei e iniziando a colpirla sullo stomaco e sulle braccia. Questa mia reazione penso sia dovuta in parte al sentimento ostile che provo sia all'alcol, infatti credo di non essere completamente sobrio. Dopo qualche minuto smetto e la lascio lì per terra svenuta per le percosse. Quando sto per uscire mi giro a guardarla,lì stesa sul pavimento, per un'attimo provo della compassione, ma questa sparisce subito appena visualizzo nella mia mente il volto dei miei genitori. Esco di casa sbattendo la porta. Una volta mia madre disse una frase che mi restò in pressa da allora: 《attento a quello che desideri Matt, questo si potrebbe avverare》 Purtroppo il mio desiderio era di volere una vita meno noiosa, beh penso di averla ottenuta, ma non so se mi piacerebbe viverla. ••• Presente... Il rumore di uno sparo mi sorprende e mi giro di scatto in tempo per vedere il braccio del mio "capo" abbassarsi e nella mano teneva la stessa pistola con cui aveva colpito il vuoto pochi minuti prima. Sento l'urlo dell'amico di Jade e la vedo stesa a terra. La raggiungo in poche falcate e mi inginocchio al suo fianco. Il suo respiro è molto flebile, tieni duro Jade, non morire, non adesso. Devo spiegarti ciò che è successo. "Cosa le vuoi fare bastardo!?" Esclama il ragazzo cercando di spostarmi dal corpo inerme di mia sorella. "Chiama un'ambulanza presto" affermo duro ignorando la sua domanda. Lui per fortuna mi ascolta e compone subito il numero. No, non può morire anche lei, non lei. Ti prego Dio toglimi tutto fuorché Jade. La mia piccolina. Cerco di capire dove quel bastardo l'ha colpita ma la maglietta è completamente zuppa di sangue e non riesco trovare il punto dov'è collocata la ferita. "Matt presto andiamo via prima che arrivi la polizia" mi dice Stefan, il mio 'capo' , ma io nego con la testa quasi incapace di proferire parola alcuna. "Vattene a fanculo, hai sparato a mia sorella, meriti di morire" "Non mi interessa se non vieni, è un problema tuo, ma azzardati a dire qualcosa sulla nostra associazione e al posto di tua sorella morirai tu" mi minaccia e poi scappa via con l'altro tirapiedi. Nel frattempo arriva una macchina nera e da questa scende un altro ragazzo, molto simile a quello con gli occhi azzurri, mi sembra di averli già visti, ma non ricordo dove. Forse a casa nostra prima che Jade se ne andasse via. Mi pare che si chiami Jason, o qualcosa di simile. "Cosa cazzo le è successo?" Domanda sconvolto appena vede il corpo della ragazza riverso a terra privo di sensi e sgranati gli occhi spaventato per via di tutto quel sangue. "L'ambulanza sta arrivando" ci informa il fratello di Jason, anche lui preoccupato. "Che diamine ci fa lui qui?" Domanda quest'ultimo riferendosi alla mia presenza non prevista. "Era con Stefan, il capo" "Fai parte di quel giro" "No, vorrei spiegarvi tutto, ma adesso la cosa più importante è Jade, avrà sicuramente un'emorragia, dobbiamo cercare di bloccare il sangue in qualche modo,avete per caso dei fazzoletti?" "Sono in macchina li vado a prendere" dice prontamente Jason e torna pochi secondi dopo con dei fazzoletti e li preme delicatamente sul petto di mia sorella. Attendiamo in silenzio l'ambulanza che arrivi presto e così succede dopo alcuni minuti. Salgo sul veicolo con Jade e i paramedici iniziano a trafficare con diversi arnesi a cui non presto attenzione, sono troppo impegnato a guardarla. È da molto tempo che non la vedo, tre mesi, i capelli le sono allungati di qualche centimetro, è un pò più in carne rispetto alla volta precedente, per fortuna, prima era magra quasi da far spavento. Con la morte dei nostri genitori aveva smesso quasi di mangiare,cucinava solo per me, lei al massimo prendeva un panino, o addirittura alcune sere non cenava per niente, ed io da perfetto stringo qual' ero buttava tutto. Mi sento così in colpa per tutto il dolore che le ho fatto,non era colpa sua, ma me ne sono reso conto troppo tardi per fare qualcosa e rimediare alle mie colpe. Mie e solo mie. Arriviamo in ospedale presto e la trasportano subito in sala operatoria. Seguo la barella con il suo corpo sopra fino a quando i medici non mi bloccano vietandomi di entrare. I due gemelli mi raggiungono pochi minuti dopo e rimangono delusi nel trovare solo me e non un medico per farsi dare delle informazioni sullo stato di salute di Jade. "Noi due dobbiamo chiarire alcune cose" mi dice Jason con aria minacciosa. "Jem non arrabbiati, ne discuteremo con lei quando Jade starà meglio" L'altro annuisce e si vanno a sedere il più lontano da me. Jem, eccome come si chiama, non Jason! Passate due ore in sala d'aspetto siamo tutti parecchio nervosi , sono arrivati alcuni amici dei due fratelli, e forse anche della mia piccola J. , avrà fatto nuove conoscenza? È felice adesso che è lontana da me? Sento degli insulti poco carini detti dal una ragazza mora e con la carnagione olivastra a Jem e al fratello. "Ma siete completamente impazziti? Ma che dico impazziti! Siete degli incoscienti e degli stupidi! Come vi è saltato in mente di non avvertire nessuno? Capisco che potevate anche non dirlo a noi, ma almeno la polizia vi avrebbe potuto aiutare! Per la vostra smania di fare gli eroi adesso Jade è in sala operatoria per colpa vostra!" I due abbassano lo sguardo mortificati sapendo che quello che ha detto la ragazza è vero. Hanno tutti un'aria preoccupata e ansiosa, sperano che tra poco esca qualcuno da quella porta e ci rassicura sullo stato di mia sorella. Come me del resto. Non riesco ancora a crederci che lei sia sotto ai ferri per colpa di quel bastado, non doveva permettersi, la pagherà cara, dirò tutto quello che so su di loro alla polizia per averla toccata. "E tu chi sei?" Chiede poi un'altra ragazza, con i capelli rosa. "Sono il fratello di Jade" dico sicuro. Tutto il gruppo mi guarda stranito, forse non sapevano della mia esistenza. Sicuramente nessuno sa che cosa è successo l'anno precedente e della morte dei nostri genitori. "Non sapevo avesse un fratello" risponde la stessa ragazza mora di prima. "Will! Will! Stai bene amore mio?" Una biondina arriva in tutta fretta correndo e chiamando a gran voce quello che deduco essere il suo ragazzo. Abbraccia il fratello di Jason, che ho appena scoperto chiamarsi William e inizia a cercare delle ferite. "Sto bene Candice" risponde infastidito "Per fortuna non ti sei fatto niente" dice e fa un sospiro di sollievo. "Come sta Jade, notizie?" Un ragazzo moro scuote negativamente la testa e il suo volto si rabbuia. "Ma come vi è saltato in mente di fare tutto questo casino? Avreste dovuto avvertire la polizia!" Dice ad un tratto Candice. Ecco che si ricomincia con un'altra ramanzina. "Per favore fate silenzio, non siamo ad un parco giochi, credo non sia opportuno parlare a voce così alta." Dichiara Jem. Dopo altre due ore d'attesa le porte della sala operatoria si aprono e fuori escono un medico e un'infermiera. "Chi è un parente tra voi?" Domanda. Prontamente mi avvicino, all'uomo pregando che non ci siano brutte notizie. "Sono il fratello" "Allora, sua sorella è stata colpita da un proiettile al torace, per fortuna questo non è andato troppo vicino al cuore e siamo potuti intervenire subito per fermare l'emorragia interna. Ha una costola incrinata e abbiamo dovuto suturare con parecchi punti richiudere al meglio la ferita, dato che il proiettile era entrato in profondità, credo resterà una bella cicatrice. Adesso è in coma farmacologico, dipende tutto da come supererà la notte" dice il medico " venga con me, deve firmare un modulo per ricoverare la paziente in terapia intensiva" "Certo, arrivo subito, avverto gli altri ragazzi e la seguo." Ritorno dagli altri che mi guardano preoccupati e curiosi. "L'intervento è andato bene, l'anno messa in coma farmacologico e dipende tutto da come supererà questa notte. Non mi hanno detto altro." Spiego veloce e mi avvio a seguire il medico. "Hey Morgan dove stai andando?! Non avrai intenzione di scappare spero" Domanda Jem "Sto andando con il medico per firmare alcuni documenti per far ricoverare Jade" e detto ciò mi appresto a seguire l'uomo con il camice bianco. Dopo aver firmato tutto ritorno in sala d'aspetto e ritrovo tutti quanti fermi come li avevo lasciati. "Perchè siete ancora qui?" Chiedo stranito. "Perchè Jade è nostra amica, non possiamo abbandonarla adesso" risponde con tono ovvio la mora. "Comunque io sono Emily, quello è il mio ragazzo Isaac" e indica un altro ragazzo moro dalla carnagione molto chiara a differenza della sua fidanzata "lei è Candice " e fa cenno alla bionda "Alex" la ragazza con i capelli rosa " e infine Mark" il ragazzo biondo. Faccio un cenno con il capo a tutti, un pò in imbarazzo. "Matt" "Di poche parole come tua sorella eh?" William e James sbuffano come infastiditi dalla mia presenza. "Lui non è suo fratello, almeno non per come la trattavi" dice con ribrezzo William "Tu non sai niente" ribatto avvicinandomi a lui. "Ah si? Io so che la picchiavi e non eri certo il fratello amorevole che sembri adesso, per me stai nascondendo qualcosa" Gli altri ragazzi sbalorditi dalla frase dell'amico mi fissano increduli. Arriva lo stesso dottore di prima che ci informa che solo un parente può rimanere per la notte, quindi solo io, accetto volentieri l'incarico e mi avvio. Prima di andarmene sento un pezzo di conversazione tra i due gemelli. "Non hai paura che le possa fare qualcosa mentre è incosciente? " domanda William. "No, non vedi come si è comportato, non so cosa gli sia successo, ma non le farebbe male in questo momento." Afferma invece Jem "Bah io non mi fido, resto qui" "Se resti tu ,resto anch'io" Dopo questo raggiungo la stanza di J. e la vedo inerme sul letto, come se dormisse, come quando veniva a svegliarmi per il temporale troppo forte e mi chiedeva di dormire con me, appena si addormentava io la guardavo dormire. Era il mio porto sicuro. Sono stato un mostro con lei, farò di tutto per farmi perdonare e tornare quelli di prima, anche se non so se sia possibile.
   
 
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