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Autore: SoyunCasiAngel    25/06/2016    0 recensioni
Lali è una ragazza dalla bellezza molto particolare,ha scuola va bene e ha una relazione con Gaston che va a gonfie vele,tuttavia nella sua vita c'è una persona che sembra far di tutto per darle fastidio e farla innervosire non poco anzi,parecchio.Il ragazzo in questione è Peter il tipico bello ma scemo con cui litiga tutto il tempo ma che guarda caso è proprio il fratellino del suo attuale ragazzo.
ps, storia non mia,ripubblicata con permesso autrice
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Marianella, Rama, Tefi, Thiago
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'amore si odia. Capitolo 14
Le lacrime scendevano copiose sul mio viso, con un gesto secco della mano me le tolsi bruscamente.
Raggiunsi velocemente il mio solito bar, in cui lavoravo,cercando con lo sguardo il mio supervisore, alias Pablo. Non vedendolo mi diressi a passo svelto verso la cassa.
- Gimena, hai visto Pablo ? - le chiesi nascondendomi il volto nel cappuccio azzurro della felpa, in modo che non si accorgesse del mio stato pietoso.
- tesoro, ehm si sta nel retro - ormai ero già lontana,ero arrivata davanti alla porta bianca.
Strinsi il pomello fra le mani, indecisa se uscire e fidarmi di Poli, oppure andarmene e soffrire in silenzio. Optai per la prima, aprii la porta e un Pablo sconcertato e alquanto confuso mi squadrò dall'alto al basso.
- Ehm.. - la mia voce uscì ancora impastata dai singhiozzi di prima,e con una tosse risoluta riuscii a formulare una frase.
- Ho bisogno di te - gli dissi torturandomi le mani e cercando di fermare le altre lacrime che spingevano ai lati dei miei occhi, rovinando ovviamente, il filo di trucco con cui ero scesa la mattina.
- lo sai che ci sarò sempre - disse infine regalandomi un sorriso che era in grado di illuminare tutto il globo terrestre.
- Portami da qualche parte, ho voglia di dimenticare - il suo sguardo con un guizzo eccitato che lo attraversò per pochi secondi, mi fece capire che era del tutto contento della mia iniziativa.
Mi prese per mano, e quel lieve contatto mi fece sussultare, ma poi si girò sorridendo come solo lui sapeva fare, e tutte le indecisioni scomparvero.
Mi accomodai nel suo bellissimo SUV nero, nuovo di zecca, costatai notando le sedie rivestite di pelle. Per i miei punti di vista, Pablo era un adolescente benestante se poteva permettersi quella roba costosa, e un dubbio mi si parò davanti. Come mai lavorava come cameriere in un bar ? Non ci pensai a lungo, perchè le melodie che inondarono la macchina, provenienti dalla radio mi colpirono come mille lame affilate. No mirame mirate, la nostra canzone, mia e di Peter. Ormai non sopportando più quelle mille emozioni insieme, mi sfogai lasciando libere le mie lacrime che veloci scesero sul mio viso. Pablo accostò, sentendo l'esigenza di consolarmi, vedendomi fragile, cosa a cui non era affatto abituato. Ero una ragazza solare e spiritosa, di rado mi capitava di versare lacrime, infatti prendevo la vita sempre alle leggera, ridevo e scherzavo con naturalezza. Ma in quel momento, in quel periodo, sorridere mi sembrava quasi un'impresa ardua.
Pablo aspettò finchè non mi sentii in grado di raccontargli per filo e per segno quello che da mesi mi tenevo dentro.
- Oltre a Peter una mia amica mi ha in un certo senso tradita - sussurrai con voce incrinata dallo sfogo di prima.
Pablo mi guardò confuso, segno che non aveva compreso del tutto la mia frase.
- Mi spiego meglio. Su internet ho visto un' articolo in cui diceva che la mia ex migliore amica Cande , era andata ad una festa piena di alcool e canne, e veniva raffigurata nelle foto in maniera indecorosa. Poi un video in cui ballava su dei cubi in compagnia di una persona, mi ha ferita profondamente - era difficile proseguire, nonostante questo, ispirai e continuai.
- Si strusciava su Gas- gli occhi mi iniziarono a pizzicare, ma mi imposi di rimanere stabile e forte, come lo ero sempre stata.
- Gas il fratello di Peter ? - mi chiese cautamente il moro davanti a me.
- Proprio lui - lo vidi grattarsi la nuca, probabilmente stava pensando a quello che poteva dirmi, per farmi sentire almeno un pò meglio.
- La conosci da molto, mi ricordo che parlavi sempre di lei. Ti ha fatto una cosa orribile, assolutamente non è un comportamento d'amica, in questi mesi ti è risultata un pò strana ? - ecco Pablo era il solito ragazzo che appena lo vedevi, ti colpivano i suoi occhi e il suo meraviglioso sorriso. Poi se aggiungevamo anche il suo essere così brillante e dolce, era semplicemente un ragazzo perfetto.
Pensai alla sua domanda, e ci riflettei su. In realtà si, più volte le avevo chiesto di uscire con me e lei con una scusa o l'altra, aveva sempre rifiutato.
- Non so, se sei uno psicologo o altro, comunque hai centrato il punto. In questi mesi rifiutava sempre di uscire con me e in classe non mi considerava più di tanto - aggiunsi riflettendo sui strani comportamenti della mia ormai ex amica.
- Mm, ecco veniamone a capo così. Ha fatto nuove conoscenze ? - iniziai a pensare a tutti i componenti della nostra classe. Una mostruosa realtà mi si scagliò addosso. Aveva fatto amicizia con EUGE.
- S-si - balbettai più scoraggiata di prima.
- Con Euge - gli dissi, cercando di nascondere la mia sconfinata tristezza.
Gli spiegai chi era quest'ultima e un Pablo alquanto perplesso mi guardò con tenerezza.
- guardami - alzai il viso incontrado i suoi occhi più intensi del solito- con me non sarai mai sola. Ti aiuterò, puoi sempre contare sul mio aiuto - mi baciò una guancia.
Ma non mi bastava quel semplice gesto, volevo di più. Mi avvicinai alle sue labbra, timorosa di avere un rifiuto. Quando le appoggiai leggermente, gli sentì dire:
- Non farlo solo perchè sei triste. Non voglio che lo fai perchè sei disperata, non trovare conforto in me. Vorrei che lo facessi quando te lo senti veramente - quelle parole, quella sua voce. Presi la consapevolezza che lui non era come tutti gli altri. Lui era migliore, aveva rifiutato di baciarmi nonostante lo volesse con tutto sè stesso. E io capii il perchè. Per non farmene pentire. Lo guardai negli occhi e lo ringraziai.
- Io penso che senza te sarei disperata - gli sussurrai all'orecchio abbracciandolo di slancio.
Lui ricambiò la mia stretta, accarezzandomi i lunghi capelli che, disordinati, ricaddero scomposti sulle mie spalle.
- credo che valga per entrambi - mi soffiò sul collo, cullandomi fra le sue forti braccia. Ero confusa, non sapevo se i miei sentimenti nei suoi confronti, erano d'amore o d'amicizia. Ma lì in quella macchina, con la musica che ci faceva da sottofondo e il tramonto che illuminava i nostri visi, capii il perchè di quel turbinio di emozioni. Pablo era lui che incosciamente mi creava questo 'scompiglio interiore'.
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