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Autore: Summer11    25/06/2016    1 recensioni
Dai vari episodi..
[..]"E' una zingara, peggio per lei che sta qua in mezzo alla strada." Stavo per rispondere di malo modo quando quell'uomo mi riconobbe. "Ma tu sei Justin Bieber" Subito lo guardai "No si sbaglia! Ci cascano tutti, gli assomiglio e basta. Non credo che il vero Justin Bieber passi per queste strade" [...] Nessuno doveva sapere delle mie uscite private. Mi voltai verso la bambina e mi inchinai alla sua altezza "Tutto bene?" Lei mi guardò un po' spaesata e impaurita [...]
[...] Parcheggiai la macchina in garage e mi avviai all'entrata di casa quando vidi la mia regina seduta sugli scalini con la schiena poggiata al muro. Subito corsi da lei "Sel, tesoro, cosa è successo?" [...]
[...] Justin: E' FORSE SBAGLIATO? E' FORSE SBAGLIATO AMARE UNA PERSONA PIU' DELLA TUA STESSA VITA SELENA?
[...] Selena: Starai meglio senza di me! Te lo assicuro. Ciao Justin[...]
[...] Guardai mia madre abbastanza perplesso "Quando arriverà e come si chiama?" "Arriva dopodomani e si chiama Chantal. Arriva dalla Francia" "Sia chiaro mamma, lo faccio solo per te!" Lei sorrise "Sarà per poco tempo, non preoccuparti, non interferirà con il tuo lavoro."
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=vcwHeE4kDxk
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Selena Gomez, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio Autrice.

Okay, non so da dove iniziare se non da un colossale

SCUSATE.

Scusatemi per non avere completato la storia e per avervi lasciato così in sospeso. Scusatemi per non avere avuto rispetto per voi.

Vorrei dirvi che le intenzioni per finire questa storia c’erano tutte e mi dispiace di non esserci riuscita.

Probabilmente questa lunga pausa che mi sono presa mi è servita. Infatti, mi sono sbloccata e questi giorni ho ripreso a scrivere per dare, finalmente un finale alla mia storia.

Spero che siate ancora disponibili a leggerla. Vi assicuro che non ve ne pentirete!

Beh, godetevi questo ritorno,

spero che mi perdoniate,

un bacio,

Sum <3

 

 

Everything’s gonna be alright

Capitolo 34

 

Justin.


-Passarono dieci giorni dalla nascita della piccola Katie che era bellissima e aveva rubato tutti i nostri cuori, soprattutto quello di Selena. Più la vedevo tenere dolcemente Katie in braccio e più diventavo sicuro del fatto di volere dei bambini con lei, anche se era troppo presto per noi. Entrambi eravamo concentrati sulle nostre carriere. Quella notte nessuno riusciva a far calmare Katie che piangeva disperatamente. Camilla e Diego erano davvero stanchi, così presi Katie in braccio.-

Justin: Vi dispiace se la porto a fare un giro con me in macchina?

-Camilla mi guadò.-

Camilla: Fai pure! Noi ne approfittiamo per ricaricarci

-Sorrisi e mentre Diego e Camilla andavano a letto, Selena mi aiutava a sistemare la bambina mentre Shadow ci guardava curioso.-

Selena: Non tornare lì Justin..

Justin: Io devo Sel!

Selena: No, non devi. Sei stato lì per dieci giorni. Sei andato lì tutte le sere da quando ti è sembrato di vederla

Justin: Era lei. E' viva Sel e non ci rinuncerò

Selena: E se ti fossi sbagliato?

Justin: Tentar non nuoce

Selena: Almeno stai attento, okay?

Justin: Promesso

-Sorrisi, presi la borsa di Katie e dopo aver baciato Selena andai in macchina sistemando la bambina per poi mettermi al voltante. Selena aveva ragione, forse stavo diventando pazzo. Però io quel giorno vidi una Ellie cresciuta. Non potevo essermi sbagliato. Da quel giorno passai da Starbucks tutte le volte che mi era possibile ma non la vidi più e sinceramente iniziavo anche a perdere le speranze ormai. Appena iniziai a guidare, Katie si calmò, stringendo con la sua manina la soffice copertina rosa che io e Selena le avevamo comprato. Sorrisi guardandola cadere nel sonno. Arrivai da Starbucks e parcheggiai. Aspettando, pensavo a delle buone parole per la mia nuova canzone. Passò un'ora e Katie stava ancora dormendo mentre io avevo buttato giù si e no una strofa che era anche da rivedere. Proprio in quel momento vidi qualcosa muoversi nel buio. Subito posai la matita e il piccolo blocknotes sull'altro sedile. C'era qualcosa vicino ai cassonetti o meglio qualcuno. Si arrampicò e ci entrò dentro. Mi misi seduto bene cercando di capire cosa quel qualcuno stesse facendo. Dopo qualche minuto lo vidi uscire da quello schifo. Accesi i fari della macchina per vedere di chi si trattasse. Era Ellie. Era Ellie e io avevo sempre avuto ragione. Lei, vedendo i fari della macchina, iniziò a correre ma questa volta non me la sarei fatta scappare. Spensi i fari pronto a scendere dalla macchina d'impulso ma poi mi fermai e ragionai. Katie era in macchina con me, non potevo lasciarla lì. A malincuore accesi la macchina e andai via tornando a casa. Ellie non mi aveva visto perciò sapevo al che sarebbe tornata in quel cassonetto e mi avrebbe trovato lì ad aspettarla. Tornai a casa e entrai in camera mia e di Selena con Katie ancora addormentata sul seggiolino. La poggiai sul letto e mi sedetti a fianco a Selena.-

Justin: L'ho vista amore! L'ho vista. Questa volta lo so, è lei, non c'è ombra di dubbio

-Lei mi guardò felice sgranando gli occhi.-

Selena: Ci hai parlato?

Justin: No, non potevo lasciare Katie in macchina, così sono tornato a casa

Selena: Non ci posso credere. Ellie!

Justin: Domani sera tornerò lì a costo di passarci tutta la notte!

-E così feci. La notte successiva mi riappostai nella stessa stradina dello Starbucks. Spensi la macchina, scesi e la chiusi. Nelle mie tasche avevo una tavoletta di cioccolato. Speravo potesse essermi utile in qualche modo. Andai vicino al cassonetto, nascosto dal colore scuro della notte. Mi appoggiai e aspettai.

Si, aspettai.

Aspettai un’ora, due ore, due ore e mezzo. Riguardai l’orario, le 22:30. Ero stanco di aspettare. Ellie non sarebbe arrivata. Era una bambina furba e sebbene non mi avesse riconosciuto la notte precedente, sapeva che non era prudente tornare nello stesso posto.

Decisi di tornare alla macchina. Percorrevo la stradina con le mani in tasca, quando poi lo sentii. Sentii il rumore del coperchio del cassonetto sbattere. Mi voltai di scatto e la vidi sotto la luce di un lampione mezzo fulminato. La vidi che mi fissava mettendosi sulla difensiva. Era come paralizzata. Voleva scappare, ma non ci riusciva. Qualcosa la tratteneva lì. Possibile che si ricordasse di me?

Anche io immobile non sapevo che fare. Non volevo spaventarla e tanto meno volevo farla scappare via. Non sapevo più chi avessi di fronte.

Mi guardò con aria quasi felina, fece uno strano verso. Pensai che sarebbe scappata a secondi ma lei mi sorprese. Mi sorprese come aveva sempre fatto.

Lanciò sulla strada un bicchiere di carta di Starbucks, tutto sporco e rovinato. Lo lanciò verso di me, mi guardò e parlò.-

Ellie: Posezi banii?

-La guardai. Cosa stava dicendo? Che lingua stava parlando? No, non si ricordava assolutamente di me. Se era stata così coraggiosa da parlarmi per prima sarebbe stata altrettanto coraggiosa da rispondermi. La guardai e provai ad avvicinarmi lentamente mentre lei indietreggiava.-

Justin: Non capisco che dici. Hai dimenticato la nostra lingua? Un tempo sapevi parlarla. Te la insegnai io Ellie!

-Sentendo quel nome lei si congelò. Fu come se ricordò, perché i suoi occhi si fecero più grandi. Li aprì di più per studiarmi bene e decise di avvicinarsi lentamente. Entrambi ci avvicinammo e il bicchiere di carta fu l’unica cosa che ci separava.

Oh si, era proprio Ellie. Il suo guardo felino era inconfondibile, il suo visino era inconfondibile.

Anche lei mi studiò meglio e io mi abbassai inginocchiandomi, in modo che lei vedesse totalmente il mio viso sotto la luce di quel lampione malandato. Si avvicinò di più e spostò il bicchiere con un calcio. Probabilmente era sorpresa perché io ero ancora lì, pronto a farmi toccare. Si chiedeva perché io non scappassi, dato che tutta la gente non faceva altro che stare alla larga dalle persone come lei.

Con mio totale stupore allungò le braccia e mi toccò il viso. Lo studiò. Non mi toglieva i suoi occhioni di dosso mentre vedevo le sue espressioni cambiare. Vide i miei tatuaggi e fece uno scatto all’indietro. Mi osservò per qualche altro secondo e poi parlò.-

Ellie: R-Roy?

Justin: Allora ti ricordi di me! Ricordi la nostra lingua? Mi puoi capire?

-Lei si limitò ad annuire e continuai.-

Justin: Che lingua parlavi? Cosa mi hai chiesto?

-Lei raccolse il bicchiere e me lo porse. Dentro c’erano solo pochi centesimi.-

Justin: Ti servono dei soldi? Li devi portare ad Andrew?

-Cercai di parlare il più normalmente possibile. Non volli parlare del modo in cui l’avevo persa e tanto meno volevo parlare di quel viscido Andrew. Lei mi guardò, poi parlò.-

Ellie: Andrew morto

Justin: A chi porti questi soldi allora?

Ellie: Octav

Justin: E’ il tuo nuovo capo?

-Lei annuì e parlò.-

Ellie: Volere lui morto!

Justin: Lo vuoi morto? Perché?

Ellie: Lui fare piangere fratello piccolo mio

Justin: Hai un fratellino più piccolo ora?

-Lei annuì.-

Ellie: Teo. Io dare nome lui mentre madre morire. Madre dire che volere Teo essere nome di cucciolo

-Mentre cercavo di trattenere le lacrime di fronte a lei, notai che era tornata al suo vocabolario originale. I bambini erano cuccioli. Non potevo credere che le fossero capitate tutte quelle cose brutte. Aveva visto sua madre morire probabilmente mettendo al mondo suo fratello. Aveva un fratellino adesso. Non potevo crederci. Non lo avrebbe mai lasciato. Ellie continuò. Aveva iniziato, e non riusciva a smettere di parlare. Fu come se si volesse sfogare.-

Ellie: Madre dire me: “Dalhia tu guardare cucciolo. Tu nutrire cucciolo, tu proteggere cucciolo. Questo essere tuo compito per intera tua vita. Madre volere bene voi cuccioli ma madre morire e tu diventare donna per cucciolo!” E io fare questo tutti giorni di mia vita. Chiedere soldi ogni giorno di mia vita, io non fare arrabbiare Octav o prendere punizione da lui. Io fare questo per madre e per cucciolo Teo.

-In quel momento non resistetti. Appena mi scese una lacrima sul volto le presi la mano e l’avvicinai a me stringendola in un abbraccio. Non scappò ma rimase rigida mentre io l’abbracciavo e si, piangevo. Piangevo per lei. Era colpa mia. Era tutta colpa mia se ora si trovava in quella situazione. La sentii parlare.-

Ellie: Tu non diverso. Tu piangere sempre e avere pelle colorata Roy

-Sorrisi e l’accarezzai.-

Justin: Quanto sei cresciuta Ellie

Ellie: Io essere donna

-Mi asciugai le lacrime mentre ci staccammo dall’abbraccio. Lei rimase molto vicina a me di sua spontanea volontà. La guardai.-

Justin: No, tu sei una bambina con tanti problemi sulle spalle

-Sentire di nuovo quel suo odore puzzolente mi stringeva il cuore sapendo quanto le piacesse essere pulita.-

Justin: Hai fame?

-Chiesi e lei annuì. Probabilmente moriva di fame.-

Justin: Ho della cioccolata in tasca. Ricordi la cioccolata?

-Lei subito sgranò gli occhi appena vide la tavoletta. Gliene diedi metà e prima di mangiarla, lei si sedette su di me che ancora stavo in ginocchio.-

Justin: Allora, ti piace?

-Lei annuì felice mentre si sporcava ancora di più di cioccolata.-

Justin: Era la tua preferita

-Lei si voltò e mi guardò.-

Ellie: Tu mancare me Roy

-La strinsi a me.-

Justin: Anche tu Ellie. Ti ho cercata dappertutto per tantissimo tempo

Ellie: Noi cambiare posto per vivere quando Octav prendere noi. Se potere io uccidere Octav con mie mani

Justin: Ha fatto del male a te e Teo?

-Ellie annuì e le diedi l’altra metà della cioccolata.-

Ellie: Octav bruciare me con fuoco in pancia

-Si alzò la maglietta e vidi le cicatrici della bruciatura. Non potevo crederci. Ellie continuò.-

Ellie: Sapere perché lui bruciare me? Perchè io difendere Teo. Lui volere uccidere Teo perché io provare a scappare. Octav volere tagliare gola Teo, ma io salvare lui. Octav graffiare spalla di Teo con coltello e dopo fare questo me. Bruciare mia pancia per punizione

-La guardai ancora con i brividi mentre sentivo quella storia. Ero distrutto per lei.-

Justin: Vieni con me stanotte. Non tornare là, vieni e stai con me per sempre. Questa volta non ti lascerò andare!

Ellie: Io non potere! Non potere lasciare Teo e altri bambini

Justin: Hai ragione. Senti, e se io proteggessi te, Teo e tutti gli altri bambini?

Ellie: Ma tu come fare?

Justin: Ho bisogno del tuo aiuto per aiutare tutti voi e sconfiggere Octav. Posso mandarlo dove non vi farà più del male. Tu ti fidi di me?

-Le porsi la mano e lei mi studiò. Non riuscii a capire a cosa stesse pensando. Era combattuta, questo lo capivo. Non sapeva se fidarsi o no ma forse sapeva che doveva tirare fuori dai problemi il suo fratellino. Mi strinse la mano.-

Ellie: Si, Justin!

-Mi sorprese. Mi aveva richiamato Roy prima, non pensavo si ricordasse della mia bugia riguardo a chi io fossi. Andai avanti comunque.-

Justin: Perfetto. Ora devi dirmi tutto. Cosa ti è successo? E dove vivete?

-Lei sospirò e parlò. Io l’ascoltai molto attentamente. Questa volta non me la sarei fatta scappare per nulla al mondo. Questo Octav meritava la prigione e ci sarebbe andato presto.-

 

  
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