Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Blueraven    26/06/2016    1 recensioni
Scorpius Malfoy è un Corvonero intelligente, sarcastico, autocritico e un po' impacciato. La famiglia Weasley è la sua seconda famiglia, la Tana la sua vera casa e Albus Severus Potter, il fratello che ha scelto di avere, nonostante le sue sceneggiate da primadonna, gli abbracci spaccaossa e la sua tendenza al dramma in ogni situazione.
L'unica incognita della sua semplice vita? Rose Weasley.
Distante, misteriosa, all'apparenza fragile, la rossa è sempre rimasta ai margini della sua vita sociale, senza mai davvero entrarvi, nonostante le amicizie in comune.
Ora, però, tutto sta per cambiare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'C&P'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 10

 

Di Carote e Biondi Impauriti

Sabato Pomeriggio

 

 

 

  • Quindi, tu e mia cugina eh?- mi alzo di scatto, sbattendo la testa contro il davanzale della finestra sotto la quale mi ero rifugiato a leggere.

 

La giornata di ieri è stata ancora più incredibile di quanto pensassi: ho trascorso con Rose la maggior parte del mio tempo, fra balli, chiacchiere ed abbuffate insieme agli altri e cosa più importante, oltre ad aver avuto modo di conoscere molte più cose su di lei, sono riuscito perfino ad ignorare le occhiate di pura gioia e malizia che Al ha lanciato nella nostra direzione per tutto il giorno. Per di più, Rose è riuscita a trascorrere una giornata intera con tutti i suoi parenti senza nemmeno un accenno di attacco di panico, cosa che ha lasciato tutti basiti ed incredibilmente orgogliosi.

 

La quasi caduta di Teddy sulla torta è stato un momento topico per tutti e ha distratto perfino noi dalla nostra fitta conversazione, ma nessuno si sarebbe aspettato qualcosa di meno da lui: è già un miracolo che non sia caduto sulla pista da ballo trascinandosi dietro Vic e metà degli invitati.

 

Siamo stati tutti così presi dai festeggiamenti, che Al non ha avuto poi il tempo di tormentare me e sua cugina come temevamo, anche se devo dire che abbiamo ricevuto apprezzamenti da più della metà dei suoi parenti, compresa Hermione, con nostro grande imbarazzo.

 

Oggi, tuttavia, ho dovuto trascorrere la maggior parte della mattinata a fuggire da quell'impiastro del mio migliore amico, che ha trascorso le ultime quattro ore a rimarcare quanto io e Rose fossimo belli insieme e a mostrarmi le decine e decine di foto che ci ha scattato di nascosto.

Non che la cosa mi dispiaccia, siamo chiari, però sta diventando sempre più difficile dissimulare il mio interesse ed impedirmi di arrossire ogni due secondi.

La cosa sorprendente, però, è che la voce che mi ha fatto sobbalzare, non appartiene ad Al.

 

  • Oh, ti prego, non dirmi che adesso ti metterai anche tu a tormentarmi come tuo fratello!- esclamo, esasperato, massaggiandomi la testa dolorante. Il folletto rosso, ridacchia, assumendo una delle sue migliori espressioni alla "posso ricattarti quando voglio".

     

  • Sei fortunato caro, non ho ancora deciso... Forse, se ti comporterai bene, potrei decidere di aiutarti- azzarda, lo sguardo lampeggiante e le braccia incrociate. Sospiro, sorridendo.

     

  • E va bene, va bene, ho capito. Sandwich burro e marmellata, cioccorane e succo di zucca in arrivo- le do un pacca sul braccio e lei si apre in un enorme e smagliante sorriso.

 

Quando L è giù o anche solo quando ha una giornata storta è mio dovere, in qualià di suo migliore amico, portarle questi snack per tirarla su di morale. Strano ma vero, funzionano sempre.

Lei poi, fa lo stesso per me, portandomi brioche alla crema, cioccolata e succo alla pesca, una combinazione che potrebbe stendere anche un Dissennatore.

 

  • Vado a sistemare una coperta sotto l'albero e prendo la mia agendina. Ci vediamo lì fra dieci minuti, non tardare!- strilla, precipitandosi in camera sua, tanto velocemente da quasi ruzzolare giù dalle scale.

     

  • Ai suoi ordini capo!- rispondo, dirigendomi poi in cucina per recuperare tutto il necessario.

 

Al mio ingresso nella stanza, però, la mia attenzione viene immediatamente catturata da una cascata di capelli rossi.

Rose, con le spalle alla porta, è scompostamente seduta al tavolo della cucina, sola.

Mi prendo un istante per respirare a fondo ed imprimere nella mia memoria ogni singolo dettaglio visibile dalla mia posizione, poi, facendo meno rumore possibile, mi dirigo ferso il frigo.

 

  • Se cerchi il cestino da picnic, dovrebbe essere sotto il lavello- esordisce, vedendomi perso ad osservare i vari ripiani che compongono la cucina. Mi volto e la vedo sorridente, sempre china sul suo foglio, ma distratta dalla mia presenza. Le sorrido istintivamente.

     

  • Oh, grazie, sarei rimasto a cercarlo per ore credo! Giuro che prendo due cose e me ne vado, farò meno rumore possibile- aggiungo, agguantando il cestino da lei indicatomi e cominciando a raccattare i vari barattoli di marmellata e le posate.

     

  • Non c'è problema, davvero, sto solo scarabocchiando un po'... Mi aiuta a riflettere- fa spallucce, posando la matita che ancora teneva in mano. - Prepari il Lily Special?- chiede, raggiungendomi e cominciando ad aiutarmi ad imburrare il pane.

     

  • Già, quella piccola peste riesce sempre ad averla vinta. Uno di questi giorni, dovremo smettere di viziarla- butto lì, cercando di farla di nuovo sorridere. Il suo viso si è trasformato in una maschera indecifrabile poco fa, segno che qualcosa la preoccupa.

     

  • Uuuuuh e chi la sopporterebbe poi?!- risponde, mettendo insieme l'ultimo sandwich. - Credo che ormai sia troppo tardi- scuote la testa, lanciandomi un'occhiata eloquente. Entrambi sappiamo molto bene quanto L diventi intrattabile, se non sapientemente calmata ed accudita. E no, non ho usato questo verbo a caso.

     

  • Credimi, so che hai ragione... è che non riesco ad immaginarmi a quarant'anni, con una famiglia e delle responsabilità, a fermare tutto per portare alla mia migliore amica un cestino da picnic con le sue cose preferite. Sarebbe oltremodo inaccettabile.- rabbrividisco, immaginandomi la scena, mentre lei ride genuinamente, infilando poi le cioccorane nel cestino.

 

Mentre verso il succo di zucca in due termos colorati, la sua risata si spegne. La guardo di sottecchi mentre sistema nel cestino i sandwich con estrema lentezza. La affianco, per mettere i termos ormai pieni nel cestino ed immediatamente noto che il suo viso è ora contratto in una smorfia pensierosa.

Mi fermo ad osservarla, preoccupato, finchè finalmente non si accorge di avere la mia attenzione.

Immediatamente, il suo sguardo si rattrista, per poi fissarsi sui suoi piedi ed il violentissimo impulso di abbracciarla, mi costringe ad avvicinarmi a lei ed a stringerle leggermente gli avambracci con le mie mani.

Lei rialza lo sguardo.

 

  • Lo vedo che qualcosa ti preoccupa. Si tratta di qualcosa di grave?- sospira, sotto il mio sguardo deciso, per poi mordicchiarsi il labbro. Posso quasi sentire il suo cervello valutare velocemente se dirmi la verità o mentirmi e far cadere il discorso. Dopo tutte le piccole confessioni ed il nostro notevole avvicinamento, tengo il fiato sospeso, in attesa di sapere cosa deciderà.

     

  • Qualcosa che potrebbe influenzare la mia vita, con effetto immediato.- dichiara poi decisa, rilassandosi e puntando nuovamente lo sguardo nel mio.

 

I suoi occhi non sono mai stati così limpidi: non saprei nemmeno io come, ma riesco senza alcuna difficoltà a leggervi dentro tutta l'apprensione, la stanchezza e l'incertezza che la stanno tormentando.

Non l'ho mai vista più vulnerabile di ora.

Eppure si è fidata di me.

Senza nemmeno accorgermene, i miei pollici cominciano ad accarezzarle le braccia con piccoli movimenti circolari e lei mi regala un piccolo sorriso, per quanto triste.

 

  • Sai, anche a me piace molto scarabocchiare quando ho qualche pensiero che mi tormenta. Non sono assolutamente capace di disegnare alcunchè, ma trovo sia comunque rilassante e di grande aiuto per la riflessione. A dirla tutta, però, il più delle volte mi ritrovo con un sacco di fogli pieni di immagini sconnesse ed insensate- ridacchio cercando di tranquillizzarla, e sembra che funzioni un po', perchè la tristezza sul suo viso si sta pian piano diradando.

     

  • Allora come fai quando hai un disperato bisogno di capire?- mi chiede, curiosa.

     

  • Non ci crederai, ma la soluzione al mio problema, mi si è presentata per caso una mattina, in una piccola libreria nel centro di Londra.- le sorrido, incoraggiante, mentre il suo sguardo si alleggerisce un pochino. Ha fiutato una storia.

     

  • Mi trovavo lì alla disperata ricerca di qualche libro babbano che stuzzicasse la mia curiosità, la noia mi stava uccidendo e la lettura era diventata la mia unica ancora di salvezza. Stavo per dichiararmi sconfitto e lasciare il negozio, quando per sbaglio urtai uno scaffale e mi piovve tra le mani una piccola perla, che sarebbe altrimenti passata totalmente inosservata: si trattava di un libro per l'interpretazione del disegno.- vedo una scintilla illuminarle lo sguardo, così prendo posto su una sedia, invitandola a fare altrettanto.

     

     

  • All'inizio ero scettico, ma la mia curiosità era stata ormai stuzzicata, quindi decisi di comprarlo e testare subito ciò che vi avrei letto. Una volta tornato a casa, non ti dico la mia sorpresa quando, analizzando uno dei miei ultimi scarabocchi, ogni singolo elemento del disegno e la sua interpretazione fornita dal libro, fossero incredibilmente fedeli a quella che era la realtà della mia situazione all'epoca.- concludo, osservando come ad ogni mia parola, il suo viso si sia illuminato sempre più, fino a far scomparire del tutto, tutta la negatività che lo oscurava pochi attimi prima.

     

  • Ora, siccome vederti così triste mi procura dolore fisico, il qui presente andrà a recuperare il sopracitato libro dalla sua borsa e sarà ben felice di potertelo prestare, se sei d'accordo- le sorrido, alzandomi, per poi precipitarmi in camera, appellare il famoso tomo, afferrare il mio zaino e, ignorando totalmente Al, precipitarmi nuovamente in cucina, dove Rose è rimasta ad aspettarmi nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata.

     

  • Ecco a lei, madamigella- le porgo il libro ridacchiando e facendole un mezzo inchino.

     

  • Non so davvero come ringraziarti Scorp- sussurra, gli occhi colmi di gratitudine ed il libro stretto al petto. Le sorrido.

     

  • Risolvi il tuo problema. Oh, e un altro paio d'ore a leggere insieme nella casetta, non sarebbero male come ringraziamento- le faccio l'occhiolino, facendola finalmente ridere. Prima ancora che possa rendermene conto, si avvicina posa una mano sul mio collo e, sollevandosi un poco per raggiungere la mia altezza, mi lascia un piccolo bacio sulla guancia.

     

  • Grazie.- dice, allontanandosi e lasciandomi col cuore in gola ed un lungo brivido a percorrermi la schiena. - E considera il pomeriggio alla casetta come una promessa: domani è prevista pioggia.- mi fa l'occhiolino, per poi tornare a sedersi al suo posto. Mi riprendo e ricambio l'occhiolino, per poi afferrare il cestino da picnic, pieno zeppo di viveri.

     

  • Allora ci conto. Buon lavoro!-

     

  • A te buona fortuna, credo ne avrai bisogno!- ridacchia, gettando un'occhiata fuori dalla finestra, per poi aprire il mio libro.

 

Improvvisamente consapevole del tempo trascorso in cucina, mi precipito fuori dalla Tana, ed in poco tempo, raggiungo L sotto l'albero al limitare del giardino dei Weasley, pregando tutti i grandi maghi deceduti perchè non sia troppo arrabbiata.

Quando però la raggiungo, noto immediatamente che mi sta guardando con un sorrisetto e l'aria saputa.

 

  • Messere, ha salvato la damigella in pericolo?- chiede, ridacchiando. Beccato. Avrei dovuto immaginare che la peste avrebbe osservato tutto. Arrossisco leggermente, cercando di darmi un contegno mentre prendo posto accanto a lei e comincio a sistemare i viveri.

     

  • Forse- asserisco, estraendo dallo zaino il mio blocco degli schizzi e la mia stilografica preferita, per poi guardarla dritta dìnegli occhi. Mi sorride.

     

  • Allora ne è valsa l'attesa- le sorrido di rimando, riconoscente.

 

Questo è uno dei motivi per cui adoro L. Così come sa mettermi in difficoltà in modo impeccabile, riesce anche a capire alla perfezione quando è il caso di fermarsi e lasciar cadere un argomento.

Ha capito che non sono ancora pronto per parlarne.

Sfortunatamente per lei, però, il discorso mi riporta alla memoria qualcosa che mi tormenta da giorni: è ora di scoprirne di più su un certo biondo di mia conoscenza.

 

  • Strano che non siamo ancora stati raggiunti da due biondi di mia conoscenza... Da quello che ho visto in questi giorni, il cibo li attira come il miele con le mosche.-butto lì con finta noncuranza, osservando attentamente la reazione di L. Immediatamente si irrigidisce, ed il suo viso assume sfumature di irritazione e di qualcosa che ancora non saprei ben definire.

     

  • Sì, beh, quei due zucconi dovranno ben finirli prima o poi i loro stramaledetti compiti delle vacanze, ti pare?- sentenzia, velenosa, prima di addentare rabbiosamente il primo sandwich.

     

  • Hm, sono certo che Lorcan sia uno zuccone, ma non mi pare che la descrizione sia appropriata anche per Lysander, che dici?- chiedo noncurante, mentre lei continua a mangiare il suo sandwich pensierosa. - Chiedo a te perchè, mi sembra di aver capito che tu lo conosca molto bene. O sbaglio?- continuo, quando non ricevo risposta, facendola arrossire leggermente. Non ho bisogno di ulteriori conferme. - Beccata, rossa.- le sorrido.

 

La osservo addentare gli ultimi bocconi del suo sandwich, lo sguardo perso nel vuoto, e so che si sta preparando ad una lunga spiegazione. Tutto ciò che devo fare adesso, è aspettare.

 

  • Io e Lysander ci conosciamo da quando avevo solo pochi mesi, e lui poco più di un anno. I miei genitori e la madre dei gemelli, sono sempre stati molto amici, tanto che l'hanno anche nominata mia madrina. Tutto è sempre andato bene fra di noi, passavamo tutte le vacanze insieme qui alla Tana e io e Lysander eravamo letteralmente inseparabili.- comincia a spiegare, afferrando distrattamente un altro sandwich.

     

  • Poi è andato ad Hogwarts. Alla stazione, poco prima di salire sull'espresso, mi aveva promesso che ci saremmo scritti spessissimo e all'inizio ha mantenuto la promessa: ogni due giorni, puntualissima, mi arrivava una sua lunga lettera in cui mi raccontava tutto quello che gli stava succedendo ed io gli rispondevo sempre entro il giorno dopo. Ad Ottobre, le lettere arrivavano ogni due settimane, sempre più brevi, stentavo quasi a riconoscerlo. A fine Novembre, nemmeno si sprecava più a rispondere. Ho cercato di dare la colpa ai compiti e agli impegni, ma lettere di Al, sconvolto dagli atteggiamenti di Lorcan mi facevano pensare tutt'altro.- spiega, seguendo con lo sguardo il volo di una farfalla accanto a lei, per poi sospirare.

     

  • Quando a Natale tornarono a casa e ci trovammo tutti insieme alla Tana a festeggiare ero decisa a scoprire la verità. Non vedevo l'ora di rivederlo, gli avevo comprato il regalo più bello che potesse desiderare e non vedevo l'ora di vedere la sua faccia quando l'avesse aperto. Ovviamente le cose sono andate in modo ben diverso: mi ha a mala pena salutata. Ogni volta che provavo a parlargli, lui mi lanciava un'occhiataccia, per poi tornare ad ignorarmi. Non gli ho mai dato il regalo.- scuote tristemente la testa, mentre il mio cervello comincia rapidamente a lavorare su ciò che ha appena appreso.

     

  • Quando avete ricominciato a parlarvi?- chiedo poi, giungendo ad un'improvvisa realizzazione che, se confermata, spiegherebbe perfettamente tutta la situazione.

     

  • Durante le vacanze estive. All'inizio tutto era come a Natale: lui che mi ignorava ed io che ci stavo male, mentre Lorcan, James e Fred davano il tormento ad Al. Poi ha cominciato a zittirmi con un commento acido ogni volta che aprivo bocca per dire qualcosa. Le prima volte sono rimasta sorpresa, poi ho cominciato a rispondere per le rime. Non fossi stata così piccola, gli sarei saltata al collo.- ridacchio leggermente, questo sì che suona più come la L che conosco io.

     

  • Quello che mi faceva arrabbiare di più, è che mentre mi diceva cose crudeli, sorrideva felice, come se insultarmi lo facesse stare meglio. Rosie mi ha spesso ripetuto che secondo lei, lui nasconde qualcosa, ma io non riesco a crederle: mi ha trattata troppo male.- asserisce, posando poi il sandwiche ancora intatto, ed afferrando al suo posto una cioccorana. Sorrido. Rose, come al solito, ha capito tutto fin dall'inizio.

     

  • Quando però sono arrivo io alla Tana, verso fine estate, non mi sembrava che vi rivolgeste molto la parola. Eppure, tu, io ed Al, eravamo sempre insieme.- ossero, pronto ad incastrare al suo posto, l'ultimo tassello del puzzle. Ormai ho capito tutto.

     

  • Devo ammettere che quello è stato uno dei motivi per cui ti ho avvicinato inizialmente- confessa, imbarazzata – Quando tu sei arrivato, ho notato subito che in tua presenza Lysander non osava fare commenti cattivi: si limitava a lanciarmi qualche occhiata di sfida qua e là, ma niente di più. Mi ero convinta che avesse paura di te: in fondo, eri sempre un Malfoy.- mi sorride.

     

  • Tranquilla, per me significa solo che ho iniziato a farti favori molto prima di quanto pensassi- rido, mentre lei mi tira uno scappellotto.

     

  • Ora che ci penso, con te è sempre stato cortese e cerca sempre di contenersi, quando sei presente.- continua pensierosa mentre io sorrido e l'ultimo tassello del puzzle va al suo posto.

     

  • Ecco spiegato perchè non avevo mai notato la vostra conoscenza fino a queste vacanze.- osservo, noncurante, osservando la sua reazione. Il suo viso si illumina leggermente, per poi tornare pensieroso e cupo, mentre addenta distrattamente la sua cioccorana. Sospiro pesantemente, scuotendo la testa ed attirando la sua attenzione.

     

  • Eppure sei una ragazza integìlligente, è oltremodo ridicolo che tu ancora non ci sia arrivata.- ridacchio, guardandola, mentre lei arrossisce di imbarazzo e si irrigidisce, punta sul vivo.

     

  • Cosa c'è da capire? Ha deciso di preferire i suoi amici di Hogwarts ad una ragazza, tutto qui. Forse non ero degna di essere considerata sua amica.- replica, stizzita.

     

  • Beh, un piccolo dettaglio almeno l'hai centrato: sei una ragazza.- commento, cercando di farla arrivare alla soluzione tanto agognata.

     

  • Non vedo cosa ci sia di male nell'essere amico di una ragazza: tu lo sei, eppure non hai nulla che non va.- commenta, piccata, mentre io vengo colto dall'irrefrenabile voglia di stamparmi una mano sulla fronte. Proprio non ci arriva.

     

  • Giusto, a parte il fatto che ci ho rimesso la salute mentale, non ho nulla che non vada.- commento, ironico, cercando di sdrammatizzare. Mi fa una linguaccia. - Seriamente, pensaci: non ti pare che il suo comportamento e quello di Lorcan, siano molto simili, nei confronti tuoi e di tuo fratello?- le faccio notare, cercando di spingerla ad arrivare alla soluzione.

     

  • Ora che me lo fai notare, sì..- ammette, sorpresa.

     

  • Entrambi hanno cominciato ad ignorarvi e poi a prendervi in giro, con la stessa tempistica, giusto?- rincaro. Mi sento come un padre che cerchi di insegnare a parlare alla figlia.

     

  • Giusto. Però io e te sappiamo che Lorcan l'ha fatto perchè quel cretino di James ha scoperto che era innamorato di...OH.- si blocca, gli occhi spalancati e quel che resta della cioccorana a pochi centimetri dalla bocca.

     

  • Ci sei arrivata!- esclamo, cercando di non ridere della sua espressione. Non credo di averla mai vista più sconvolta di così.

     

  • Impossibile.- decide poi, scrollando il capo.

     

  • Perchè sarebbe impossibile?- le chiedo, serio, cercando di capire cosa le passi in quella testolina dura e bacata che si ritrova.

     

  • Perchè quando Lorcan prende in giro Al, gli si legge l'amore in faccia, ed è tutto dire, se ci riesco io che sono l'antiromanticismo fatto a persona. Lysander invece si diverte proprio ad insultarmi, lo vedo nei suoi occhi. E poi, scusa, ma io sono una ragazza: se si fosse innamorato di me, perchè avrebbe dovuto nasconderlo? Lorcan almeno ha la scusa del dover ammettere alla sua famiglia di essere gay, lui non ha nemmeno quella. Ripeto, è impossibile.- dichiara, decisa, con il volto scuro, inghiottendo in un sol boccone l'ultimo pezzo di cioccorana.

     

Lily è molto testarda, e quando ci si mette, dura di comprendonio. A questo punto, non mi stupisce che non abbia mai compreso le vere ragioni di Lysander e ciò che nascondevano: non le ha volute vedere. Scuoto la testa esasperato, sotto il suo sguardo curioso.

 

  • Proprio non vuoi cedere all'evidenza, vero? Lui non si diverte a farti stare male: prenderti in giro, ormai, è l'unico contatto che riesce ad avere con te, ecco perchè sembra sempre felice di farlo. Battibeccare è diventato il vostro mezzo di comunicazione e gli è anche particolarmente propizio, perchè è molto difficile che facendolo ti riveli troppo delle sue vere intenzioni, ovvero essere al centro della tua attenzione. Perchè credi che sia quasi sempre lui a cominciare? Quasi ogni volta che apri bocca, per di più.- spiego.

     

  • Come fai ad esserne così convinto? - insiste, testarda come sempre, le guance rosse ma più esitante del solito.

     

  • Non ne sono convinto, ne sono più che certo. Credimi, tu non vedi come ti guarda quando tu non gli presti attenzione. Non se ne accorge nemmeno, ma ogni volta che sei nella stanza, lui gravita intorno a te, ed è raro che ti scolli gli occhi di dosso. Quando sei triste, fa una battuta semi offensiva per distrarti dai tuoi pensieri, e quando lo prendi in giro per qualcosa, gli si illuminano gli occhi. Tante volte, le sue prese in giro non sono nemmeno sentite: il tuo soprannome, per esempio. Ogni volta che ti chiama Carota e tu ti offendi, si gratta la nuca, come se fosse in imbarazzo. Sono tutte piccole cose che tu, troppo presa dallo scontro verbale, nemmeno noti.- le spiego, sorridendo, mentre lei arrossisce sempre di più con ogni parola che pronuncio, assumendo il colore di un pomodoro maturo. Se l'argomento non fosse così delicato, a quest'ora la starei già prendendo in giro.

     

     

  • Ma... Allora perchè cambiare atteggiamento proprio adesso?- chiede poi, ancora rossa in viso ed incredula. Mi fa quasi tenerezza, ed è raro che accada con un terremoto come lei.

     

  • Questo non lo so. Potrebbe essersi reso conto che essendo questo l'ultimo anno ad Hogwarts per lui, questi mesi saranno gli ultimi che potrà trascorrere in tua compagnia senza dare troppo nell'occhio, e sta sfruttando quindi ogni secondo.- ipotizzo, cercando di capire cosa le stia passando per la testa.

     

  • Non lo so S. Questa storia mi puzza.- continua, dubbiosa e rossa in viso.

     

  • Beh, io purtroppo non ho tutte le risposte, posso solo dirti quello che vedo e che penso. Credo che il resto dovrai scoprirlo da te- le faccio un'occhiolino, facendola arrossire, se possibile, ancora di più. - A questo punto però, ho io una domanda per te.- aggiungo, lapidario.

     

  • Spara.-

     

  • Perchè non mi hai mai detto nulla? Siamo migliori amici da anni ormai, e mi hai sempre raccontato tutto quello che ti accadeva, anche le cose più imbarazzanti. Perchè non questo?- credo di aver ormai intuito la risposta, ma voglio sentirla da lei. Abbassa lo sguardo, colpevole.

     

  • Avevo paura.- ammette, torcendosi le mani ed evitando accuratamente il mio sguardo.

     

  • Paura di cosa?- insisto, deciso a ricevere una risposta ben precisa.

     

  • Paura che tu mi dicessi che ho una cotta per Lysander.- continua, sempre evitando il mio sguardo.

     

  • Paura che hai ancora adesso che ci sei arrivata, vero?- chiedo, evitando le parole che non è ancora pronta a sentire, mentre lei annuisce, guardandomi poi dispiaciuta.

     

  • Sono una pessima Grifondoro.- sospira poi, sconfitta. Io sorrido: è proprio in questi momenti che mi sento come un affettuoso e saggio fratello maggiore.

     

  • No, non lo sei. I sentimenti non sono facili da affrontare: non è come trovarsi davanti un Avvincino o un Ippogrifo. Non ci sono manuali, nessuno ti spiega cosa fare. Quando il pericolo è reale, è più facile buttarsi a capofitto, senza pensare, ma quando ci sei tu in gioco, con i tuoi sentimenti, nessuno è immune alla paura.- le spiego, offrendole una cioccorana in segno di pace. La afferra sorridendo, mentre il rossore comincia a diradarsi.

 

Restiamo in silenzio per un po', pensierosi, mangiucchiando cioccorane e sorseggiando succo di zucca. Il sole è ormai prossimo al tramonto ed il cielo si è colorato di un meraviglioso e carico rosso.

Tutto, intorno a noi, è calmo.

Giornate così, ti rimangono impresse nella memoria.

 

  • Cosa devo fare, adesso?- mi sussurra poi, lo sguardo perso nel vuoto. Mi sembra di sentire un'eco dei miei pensieri. Cosa dobbiamo fare?

     

  • Sai che non sono un grande esperto in relazioni. Un paio di consigli però, me la sento di darteli- esordisco, il suo sguardo su di me. - Primo: parlane con Rose. Lei conosce te e conosce lui, vi osserva da tempo e sospetto che sapesse tutto da anni ormai, il che la rende decisamente più indicata di me a darti consigli in questo campo. Secondo: non rovinare tutto. Non ti ho mai vista così in vita mia, nemmeno quando ti eri presa una cotta per Jed due anni fa. Qualunque cosa tu faccia, fai in modo di non dovertene pentire. E sii felice, per l'amor di Merlino.- le sorrido, tirandole piano una ciocca dei suoi perennemente sbarazzini capelli. Lei ridacchia, sovrappensiero, per poi abbracciarmi e correre verso casa.

 

Sospirando, mi appoggio al tronco dell'albero ed addento l'ultimo morso del mio sandwich. Sono sicuro che con l'aiuto di Rose, L sarà finalmente felice con Lysander: sono due testoni, ma hanno entrambi un cuore d'oro, di questo sono certo.

Non sarà altrettanto semplice sistemare le cose per Al, invece.

 

  • Il paladino della verità ha colpito ancora?- sollevo lo sguardo, sorpreso, mentre il protagonista dei miei pensieri prende il posto della sorella. Strano come entrambi trovino sempre aggettivi o titoli molto pittoreschi per descrivermi.

     

  • Probabile. Credo ne vedremo delle belle.- commento, lanciandogli un'occhiata eloquente. Ride, spensierato. Quanto vorrei poter fare qualcosa per lui.

     

  • Beh, sembra che almeno un elemento del nostro trio, possa finalmenteessere felice.- commenta, sfoggiando un sorriso che, lo so bene, deve avere un retrogusto molto amaro. - C'è invece chi è masochista e se lo impedisce di proposito, o sbaglio?- aggiunge poi con un ghigno. Ci risiamo.

     

  • Ancora con questa storia Al?- chiedo esasperato. Non so per quanto ancora avrò la forza di negare l'evidenza.

     

  • Aaaah, non ti preoccupare, ho deciso di andarci piano. D'altro canto, mi sembra che stiate facendo un buon lavoro anche da soli!- ridacchia malizioso, ingozzandosi con uno dei sandwich rimasti.

     

  • Non ci credo, vuoi dire che sarai così maturo da smetterla con i tuoi piani segreti per far finire me e tua cugina insieme?- esclamo, oltremodo sorpreso. Mi sembra quasi di sognare.

     

  • Non ci allarghiamo troppo adesso! Ho solo detto che allenterò un po' la corda, non che vi lascerò in pace. Per chi mi hai preso scusa?- esclama indignato, ridendo poi della rassegnazione sul mio viso.

     

  • Mi sembrava troppo bello per essere vero.- sospiro.

 

Restiamo così, a chiacchierare e mangiare per un po', in tutta tranquillità. Il miglior modo per distrarre Al dall'amarezza nella sua vita è semplicemente stare al suo gioco. Se sa di non essere solo, può affrontare tutto.

Il sole tramonta, i viveri terminano e noi ci apprestiamo a raccogliere tutto e rientrare in casa, quando all'improvviso un urlo belluino squarcia l'aria, facendoci immobilizzare.

 

  • QUESTA ME LA PAGHI ALBUS SEVERUS POTTER!!- la voce furiosa di Lorcan ci raggiunge fino a qui, insieme alle risate dei nostri amici. Guardo Al bloccarsi, impaurito ma con aria colpevole.

     

  • Scorp, mi sa che stavolta l'ho fatta grossa.- mi affretto a raccogliere tutto e a correre verso casa, seguito da Al, bianco in volto.

 

Sento odore di guai. 
 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Blueraven