Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Minipage    27/06/2016    2 recensioni
{Le tante avventure di Magnus Bane e Alexander Lightwood}
1 - Piano Days (I giorni di pioggia portano la musica)
2 - The Ultimate Illusion (Gli incubi possono essere molto realistici)
3 - Puppies in the Rain (Non si può resistere ai cuccioli)
4 - Sick Days (Persino gli shadowhunters si possono ammalare)
5 - Il Giorno del Matrimonio (Non si dovrebbe mai arrivare in ritardo ad un matrimonio)
6 - Stregoni, Shadowhunters e draghi - Oh mio Dio! (Magnus non si trova e c'è un drago in libertà)
7 - Things that change and remain (Il mondo va avanti, anche se le persone muoiono)
8 - Last Days (La morte non uccide solo una persona)
9 - Bambino per sbaglio (Un incantesimo va storto e Magnus viene trasformato in un bambino)
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Last Days - Cap 8

Minipage è un'autrice straniera, il link alla sua pagina originale è inserito nelle note dell'account, che è attualmente gestito dalla persona che traduce le sue storie, con il suo consenso.

Last Days

La realtà è davvero dura.

Ed è dura scendere a patti con l'idea che, un giorno, smetteremo di esistere.

Tutti noi.

Nessuno è estraneo alla morte.

Nemmeno gli immortali.

C'è una fine per tutto. Ma "la fine" dipende da quanto tempo uno passa a sfuggire dalle mani della morte.

Alcuni descrivono la morte come un essere buono e gentile, che porta un conforto che la vita non potrebbe mai dare. Altri dicono che sia scorretta, che prenda quello che vuole, quando vuole. Anche quando non è ancora il suo momento.

Le tue opinioni sono irrilevanti. Non importa in cosa credi.

Perchè mentre Magnus Bane stava in piedi sopra New York, guardando tutte le luci della città che risplendevano, seppe la verità: la Morte era indifferente.


36 ore prima...


Alec annusò il drink che il barista gli aveva messo davanti.

Magnus lo prese e glielo mise in mano.

"Prova a berlo, tesoro" disse. L'altro alzò gli occhi al cielo.

"Non mi piace l'alcol. Mi annebbia i sensi."

"Allora non berlo." Lo stregone era impegnato a guardarsi attorno.

"Probabilmente dovremmo provare a comportarci in modo naturale" disse Alec.

Lui alzò un sopracciglio. "Naturale? Tesoro, sei l'unico in questa stanza che ha ancora il suo colore di capelli originale..."

Era una leggera esagerazione. La maggior parte delle persone nella stanza, avevano delle sfumature fluo tra i capelli.

"Per non parlare dei piercing..."

"Tu hai qualche - "

"No" disse Magnus con fare conciso.

"Lo saprei" lo shadowhunter fece un sorrisetto malizioso.

"Bene" disse lo stregone. "Comportiamoci in modo naturale."

Si sporse sul tavolo e afferrò il cartoncino con la lista degli eventi della serata.

L'altro si guardò attorno. La pista da ballo era dall'altra parte della stanza, ma lui riusciva comunque a sentire la musica alta.

"Gara di ballo?" lesse Magnus.

"No."

"Karaoke?" il ragazzo alzò lo sguardo, sorridendo.

"No" ripetà Alec, poi si sporse sul tavolo. "Dov’è questo tizio, Magnus?"

"Mi piacerebbe saperlo" rispose l'altro avvicinandosi a sua volta. I loro volti erano a pochi centimetri di distanza. "Non amo particolarmente questi club. Troppo rumorosi."

"Le tue feste non sono molto più silenz - "

"Le mie feste hanno classe" lo interruppe l'altro, disgustato  dall'idea che i suoi party potessero essere paragonati al posto in cui si trovavano.

Alec lo baciò.

Lui lo fermò prima di lasciarsi prendere dal bacio.

"Siamo qua per lavoro" disse, ma la sua testa era già stata resa più pesante dalla serotonina.

"Giusto."

Prima che lo stregone potesse rispondere, dall'altra parte del locale giunse un ruggito.

Jace e Isabelle sbucarono dall'ombra e i quattro si avvicinarono al demone.

Dovettero spintonare un po' di gente per farlo, quindi Jace e Izzy furono i primi ad arrivare.

Il demone era color giallo elettrico e, mentre si agitava, l'incantesimo che lo nascondeva si stava dissolvendo, lasciando la folla sotto shock.

L'idea era quella di agire il più discretamente possibile, ma appena il demone vide Jace, o meglio, le sue rune, andò nel panico. Poi dalla folla emerse una nuova minaccia.

Dozzine di demoni della stessa specie, molti più di quanti ne potessero affrontare.

Sembrava che il club ne fosse pieno.

Poi tutto divene confuso. Molti demoni vennero decapitati, pugnalati e storpiati.

I mondani urlavano e scappavano, e così fecero anche alcuni demoni.

Ma Magnus e gli shadowhunters continuarono a combattere.

Poi tutto finì.

Il sangue di demone era mischiato ai drink rovesciati sul pavimento sporco.

Isabelle si lasciò andare contro il bancone, riprendendo fiato.

"Questa non me l'aspettavo" disse con una leggera risata.

Il telefono di Alec cominciò a squillare e lui rispose, senza fiato come gli altri.

"Pronto?" Un attimo di silenzio. Tutti lo stavano guardando. "Sì, ok, sì, arriviamo tra venti minuti, ciao."

Il ragazzo si rimise il cellulare in tasca e prese un respiro profondo.

"Papà è in città" disse, guardando Izzy. "Sorpresa."

"Preferirei affrontare altri demoni che lui" rispose lei, alzandosi.

Alec guardò Magnus.

"Tornerò..." esitò. "Spero."

Lo stregone annuì, con fare comprensivo.

"Quindi lasciate noi a pulire il casino?" urlò Jace, mentre i suoi fratelli se ne andavano.

A quel punto, non si vendeva nemmeno il pavimento.

"Odio ripulire" mormorò. Stava ancora riprendendo fiato, quindi la frase uscì affannata.

"Diamo semplicemente fuoco a tutto" disse Magnus. "Meno da pulire."

"Il Conclave non approverebbe."

"Me ne assumerò al responsabilità" rispose lo stregone, rassicurandolo.

"Preparo le rune allora" disse il biondino, tirando fuori lo stilo. Si mise subito al lavoro, tracciando rune su qualsiasi superficie disponibile.

Magnus trascinò i cadaveri al centro della stanza.

Lentamente le rune iniziarono a fare effetto. All'inizio si accessero piccoli fuocherelli, che poi si unirono a formare un vero e proprio incendio.

Lo stregone stava controllando la pila di corpi.

"Jace, credo che dovremmo andarcene."

Nessuna risposta.

Lui alzò lo sguardo.

Jace era in ginocchio a poco meno di mezzo metro dalle fiamme.

"Jace!" urlò, avvicinandosi. Il ragazzo non si mosse, nè rispose. Dava la schiena a Magnus, quindi la sua faccia era illeggibile.

Il fuoco era a pochi centimetri di distanza da lui, quando lo stregone lo trascinò in piedi.

Poi lo sentì anche lui. Qualsiasi cosa stesse sentendo Jace.

Era una specie di vuoto, come se la felicità fosse stata risucchiata dalla stanza. Anche Magnus sentì il bisogno di rimanere immobile, ma, in realtà, era l'ossigeno ad essere stato risucchiato dalla stanza.

Fece girare Jace verso di sè e gli diede lo schiaffeggiò, forte e senza rimpianti.

Il volto insespressivo dello shadowhunter divenne subito una smorfia di rabbia.

"Andiamo" disse lui, spingendolo verso l'uscita. Il fuoco era sempre più vicino e minacciava di bloccare loro la strada.

Ma loro riuscirono ad uscire, sbucando a tentoni in un vicolo. Tossirono tutto il fumo che avevano nei polmoni, finchè non rimasero senza fiato, respirando affannosamente, per la seconda volta quel giorno.

Era buio fuori. Erano stati nel locale più tempo di quanto Magnus pensasse.

Si guardò intorno, mentre Jace si lasciava scivolare contro un muro di mattoni.

"Io non lo farei" lo avvisò.

I vicoli dietro ai locali di New York non erano tra i posti più puliti.

Ma Jace era di nuovo in stato di apatia.

"Che problema hai?" scattò Magnus. Odiava a giocare al dottore con i Nephilim. Be', con la maggior parte.

Il respiro del biondino era tremante, sembrava sull'orlo delle lacrime.

"Jace... che c'è che non va?" chiese accovacciandosi di fronte a lui.

In panico, il ragazzo si slacciò la giacca nera.

La sua runa parabatai era diventata di color oro e risplendeva.

"Fa male" disse lui, premendosi la mano sulla pelle.

"L'ha mai fatto prima?" chiese Magnus. L'altro scosse la testa, guardandolo con uno sguardo pieno di sofferenza.

"Magnus... Chiama Alec" disse, strizzando gli occhi per il dolore.

Lo stregone tirò fuori il cellulare e chiamò il suo ragazzo.

Il telefono squillò libero per un po'.

"Non risponde" mormorò lui. "Chiamo Tessa, che può contattare Jem."

La ragazza rispose al primo squillo.

"Theresa Grey - "

"Tessa - "

"Magnus? Che piacere..."

Le abitudini del diciottesimo secolo erano difficili da dimenticare.

"Dov'è Jem?" Il viso di Jace era contorto dal dolore.

"È proprio qui - "

"Passamelo, Tessa!" Appoggiò una mano sulla fronte dello shadowhunter. Scottava.

Sentì l'odore del fumo arrivare dall'interno del club dietro di loro.

Riuscì a tirare in piedi Jace e a trascinarlo con sè in fondo al vicolo, a distanza di sicurezza dal fuoco.

Un attimo dopo, la voce di Jem risuonò nel telefono.

"Magnus? Che succede?"

"Sono qua con Jace. La sua runa parabatai... sta brillando, non so spiegarlo."

Ci fu un attimo di silenzio. Poi sentì il ragazzo sussurrare qualcosa a Tessa.

"Dove siete?" chiese.

Lui disse il nome del club.

"Saremo lì tra un attimo." Poi riattaccò. Magnus compose di nuovo il numero di Alec.

Nessuna risposta.

Mentre riattaccava, Jem e Tessa svoltarono l'angolo.

Lei lo fece allontanare, mentre il ragazzo s'inginocchiava accanto a Jace.

"Oh" disse piano, dopo un attimo.

"Cosa?" chiese lo stregone. Il ragazzo alzò lo sguardo.

"Mi dispiace tantissimo, Magnus" disse.

Jace era troppo sofferente per assimilare quelle parole. Non riusciva più a nascondere il dolore. Cacciò un urlo trattenuto.

"Cosa?" Magnus guardò Tessa, che sembrava triste quanto il suo ragazzo. "Che cavolo significa?"

Lei riuscì a guardarlo negli occhi.

"Se fa così, può voler dire soltanto che la runa si sta dissolvendo."

"E se la runa sta sparendo..." la voce dello stregone si spezzò. "No. No. No."

Magnus si teletrasportò. Prima all'Istituto, dove urlò più volte il nome di Alec (al nulla), poi spostò in vari punti della città, guardando nei finestrini dei taxi in cerca di un viso familiare.

Stava esaurendo le energie, ma doveva trovare Alec.

Poi si ritrovò ad un incrocio. Tutto sembrava immobile. Molte macchine erano ribaltate o schiacciate le une contro le altre, attorno ad un camioncino che aveva probabilmente ignorato un semaforo.

Il menefreghismo dei mondani...

I soccorsi stavano iniziando ad arrivare, ma il traffico di New York li stava rallentando.

Lo stregone si rese invisibile e si fece strada in quel macello.

Il camioncino era già in fiamme e le altre macchine sembravano anch'esse sul punto di prendere fuoco.

Lui stava cercando un taxi.

Ce n'erano due.

Nel primo si trovava una vecchietta in lacrime. Un paio di persone stavano già cercando di tirarla fuori. Sarebbe stata bene, anche se con un paio di nuove cicatrici.

Il secondo taxi era ribaltato sul lato del passeggero e l'autista stava pensolando dalla portiera. A pochi metri dall'auto c'era Isabelle Lightwood, sdraiata immobile sull'asfalto. Alec era in ginocchio accanto a lei, stordito.

Magnus non esitò un secondo.

Si precipitò da Isabelle e le passò quel poco di energia che gli era rimasta. Non era abbastanza per guarirla, ma sarebbe bastata a mandarla in coma, in modo che i Fratelli Silenti la potessero curare in seguito.

"Alec, le rune" ordinò. L'altro tirò fuori lo stilo e iniziò a tracciarsi degli iratze sulla pelle.

"Stai bene?" chiese lo stregone. Lui non embrò sentirlo. Si muoveva meccanicamente. Ma perchè?

Il suo telefono cominciò a squillare.

Rispose a Tessa.

"Torna qua" gli disse lei.

Lui fece per protestare, ma la ragazza lo interruppe.

"Ora, Magnus!"

Poi riattaccò.

Lui afferrò i polsi di Izzy e Alec e trasportò tutti e tre nel vicolo.

Tessa era lì in piedi, mentre Jem era ancora accovacciato su Jace.

"Perchè hai portato Alec?" chiese la ragazza, furiosa.

Lui non rispose.

Alec si guardò attorno, finchè non vide il parabatai.

La sua espressione mutò.

"Non si trattava di Alec" mormorò Tessa. "Ma di Jace."

Lui tornò a guardare il suo ragazzo. Di solito riusciva a vedere la runa parabatai attraverso la sua maglia bianca.

Era sparita.

Jem si voltò verso Tessa con gli occhi pieni di tristezza.

Alec e Magnus realizzarono cosa stesse succedendo nello stesso istante.

Lo stregone rimase pietrificato e il ragazzo strisciò verso il corpo senza vita di Jace.

"Probabilmente un demone l'ha avvelenato senza che se ne accorgesse" disse Tessa.

Jem e Alec s'inginocchiarono accanto a Jace, dando la schiena a tutti gli altri.

Il vicolo era silenzioso, una leggera brezza stava soffiando. Il fuoco si era spento, ma Magnus non era sicuro di come fosse successo.

Alec non pianse, nè emise un solo suono.

E, per quanto lo stregone volesse stargli accanto, non ci riusciva.

Nell'arco di pochi minuti, Jace se n'era andato.

Tessa si spostò per assistere Isabelle.

Magnus si limitò a rimanere in piedi dov'era.

"Devo fare qualche telefonata" disse la ragazza, spostando i capelli dal volto di Izzy. Si alzò e uscì dal vicolo.

L'ora successiva fu confusa e orribile.

Alec era immobile accanto al corpo di Jace. Magnus lo guardava incapace di agire, terrificato.

Il suo ragazzo stava sprofondando nella disperazione. Cosa poteva fare per impedirlo?

Niente.

Il ragazzo non parlò finchè i Fratelli Silenti non arrivarono a prendere il corpo del suo parabatai.

Poi urlò tutto il suo dolore.

Magnus se ne andò.


Due mesi dopo...



L'appartamento era privo di una vera vitalità.

Magnus ci viveva ancora e Alec andava e veniva, ma passava più tempo possibile all'Istituto.

Nelle rare occasioni in cui si trovava nel loft, era silenzioso e riservato e parlava solo se necessario.

Magnus stava lentamente morendo dentro, sempre di più ogni secondo in cui Alec non era se stesso.

Ma quella storia era durata fin troppo.

Lo stregone non aveva pensato di confrontarsi con lui, ma il ragazzo stava sdraiato sul letto, più triste del solito.

Lui si mosse piano e silenziosamente, finché non si ritrovò disteso accanto a lui. Le loro spalle si sfioravano appena.

"Alec?"

L'altro mormorò un "sì?" in risposta.

"Mi manchi."

Poté percepire la tensione nel corpo di Alec.

"Mi manchi" ripetè, pregando che il subconscio del ragazzo ricevesse il messaggio.

L'altro non disse nulla.

"So che non stai bene" disse Magnus. "Non ti sto chiedendo di star bene. Voglio solo sapere che ci stai provando. Non puoi stare così per il resto della tua vita. Può sembrare la via più facile, ma non lo è. È molto più facile essere felici. Credimi."

Lasciò un bacio sulla spalla nuda del ragazzo.

Alec si voltò, veloce come un fulmine, per sorpresa di Magnus.

"Quando mi guardi, vedi te stesso" disse. "Vedi te stesso quando io non ci sarò più."

Quelle parole erano come proiettili sparati dritti nel cuore dello stregone.

"Io..." non sapeva come rispondere. C'era una muta domanda negli occhi del moro.

Ma lui non riusciva a parlare e guardare il ragazzo gli rendeva ancora più difficile pensare lucidamente.

"Mi dispiace" disse l'altro. Si rilassò visibilmente. "Magnus, mi dispiace davvero."

Non si stava scusando per la sua ipotesi, però. Quella parte era vera e lui non poteva chiedere scusa per aver detto la verità.

"Mi sento come se ci fosse un vuoto in me. Non riesco a spiegarlo."

"Va bene."

"Mi dispiace" disse lui ancora. "Due mesi sono tanto tempo. So che - "

Magnus gli mise una mano sulla guancia e lui sorrise.

"Questo è un inizio." Gli ci vollero tutte le sue forse per nascondere il sorriso smagliante che stava nascendo spontaneamente sul suo volto.

Alec sorrise ancora, timidamente.

In un istante tutto può andare per il verso giusto e tornare alla normalità.

Ma nella maggior parte dei casi, qualcosa va storto.

In quello sta la vita.

In quello sta la morte.

Un singolo istante.

Note della Traduttrice:

Heya! Salve a tutti^^

Per una volta sono in tempo *esulta*

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se triste, come il precedente T.T (Il prossimo non lo sarà, anzi, è fluff!)
Ringrazio chiunque abbia inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite (Siete in 30!!! *.*)

Ringrazio la dolce LaVampy che ha recensito lo scorso capitolo e vi invito a lasciare un commentino anche a questo qui, per farmi sapere se vi è piaciuto o no. Vi ricordo che le critiche sono sempre ben accette ^.^

Rigrazio come sempre la fin-troppo-paziente Eryla che ha betato il capitolo <3

Ci sentiamo lunedì,

-Kat

Prossimo capitolo:
Bambino per sbaglio

Un incantesimo va storto e Magnus viene trasformato in un bambino.

Link alla storia originale: http://archiveofourown.org/works/4501863

Traduttrice: Katerina Hummel Di Angelo


   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Minipage