Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Layla_93    28/06/2016    4 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
[...] Si rigirò nel letto, infastidito.
Chi diavolo si metteva a bussare alla porta alle… Alle…
Allungò un braccio verso il comodino, recuperando la sveglia.
“Cristo Santo, sono solo le 6:30 del mattino!”
“John, ti sei svegliato finalmente.”
“Finalmente?” Chiese, spalancando la porta e ritrovandosi davanti al suo coinquilino.
“Ti rendi conto di quanto presto sia?!”
“Abbiamo un caso.” Fu la risposta che ricevette in cambio.
“Quando mai non ne abbiamo uno.” Mugugnò, tornando a buttarsi sul letto.
“Sembra piuttosto interessante. Vuoi venire?”
“Dammi cinque minuti...” [...]
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Non pensavo di rivederla così presto." Disse il medico quando entrò nella stanza in cui l'aveva lasciato qualche minuto prima un infermiere del pronto soccorso.
"Non è stata una mia scelta." Ribatté, seguendo con lo sgurdo l'uomo che si infilava un paio di guanti in lattice.
"Si tolga il maglione e si sdrai." Lo istruì, prendendo posto su di uno sgabello vicino al lettino.
"Allora, come ha fatto a strapparsi i punti?" Gli chiese, tastando intorno alla ferita.
"Sono caduto da una sedia." Rispose vago, trattenendo un sibilo di dolore.
"Ha avuto un capogiro?" Indagò l'uomo, recuperando un kit per le suture.
"No, solo una sfortunata congettura." Borbottò infastidito.
Il medico lo osservò a lungo con espressione cupa.
"È avvenuto a casa?" Si informò l'uomo, iniziando ad applicargli i punti.
"Si..." Rispose incerto, non volendo attirare troppa attenzione sui veri avvenimenti della serata.
"E il suo convivente era con lei." Disse sicuro il medico, ultimando la sutura.
"Noi non... Ahh, mi arrendo." Borbottò confusamente, passandosi una mano sulla faccia.
L'uomo passò velocemente una garza imbevuta di disinfettante sulla ferita, provocandogli un sibilo di fastidio.
"Può rivestirsi." Lo informò, allontanandosi da lui e sfilandosi i guanti.
"Meno male..." Borbottò a mezza voce, indossando nuovamente il maglione.
"Può andare signor Watson, ma stia più attento." Lo avvisò il medico, osservandolo con una strana espressione in volto.
"Certamente." Si limitò a dire, cercando di offrire un sorriso più convincente possibile.
Quando la porta dell'ambulatorio si chiuse alle sue spalle lasciò andare un sospiro di sollievo.
"John." Si sentì chiamare dopo qualche passo nel corridoio.
"Sherlock." Disse, girandosi verso il detective.
"Pensavo fossi con Lestrade da Auster."
"Lo ero." Confermò, lanciando un'occhiata oltre alle sue spalle.
"Il tuo medico mi sta osservando come se fossi un criminale."
Lanciò anche lui un'occhiata alle sue spalle, appena in tempo per notare il dottore osservarli in modo strano, per poi allontanarsi dalla parte opposta.
"Mi stavi dicendo di Auster." Disse, riscuotendo entrambi da quell'attimo di distrazione.
"Si rifiuta di parlare finché non ci sarai anche tu." Gli rispose cupamente, riportando gli occhi su di lui.
"Oh, e perché?" Chiese incuriosito, seguendo i passi affrettati del detective lungo il corridoio.
"Non ne sono sicuro, ma se accettiamo farà una confessione spontanea." Disse il detective, fermandosi davanti ad una porta.
"Te la senti?" Chiese, rivolgendogli un'occhiata mentre afferrava la maniglia.
"Assolutamente no." Sospirò, riluttante.
"Andiamo?" Chiese comunque, lanciando un sorriso accennato al detective.
Sherlock lo osservò per qualche attimo, per poi aprire lentamente la porta.
"Ahh, il caro dottor Watson!" Esclamò Auster non appena la porta si chiuse con un leggero tonfo alle loro spalle.
"Deve essere sollevato di avere ancora il suo prezioso amico al suo fianco." Disse poi, rivolto a Sherlock.
"Siamo entrambi qui, come voleva." Rispose il detective, lanciandogli un'occhiata glaciale.
"Allora?" Chiese pressante Lestrade, staccandosi dalla parete a cui si era poggiato.
"Manterrò la mia parola, ispettore." Affermò pacato.
L'ispettore annuì, lanciando una veloce occhiata verso la porta.
"Se esco fuori a fare una telefonata dovrò pentirmene?" Chiese serio, lanciando uno sguardo all'espressione cupa che oscurava il volto del detective.
"Vai pure, Greg. Possiamo resistere per qualche minuto." Lo rassicurò il dottore, sorridendogli incoraggiante.
Lestrade si lasciò sfuggire un mugolìo incerto e, dopo una veloce occhiata tra Auster e Sherlock, lasciò la stanza.
Per qualche istante la stanza rimase immersa nel silenzio.
"Sono curioso." Disse improvvisamente il dottore, portando lo sguardo su Auster.
"Per quale motivo voleva che anche io fossi qui?"
"È stato una pedina importante nel mio gioco. Ritenevo opportuno che fosse presente per l'atto finale, anche se si è svolto a mio sfavore." Commentò placido l'uomo.
"Tutto qui?" Chiese, lanciando un'occhiata incredula all'amico.
"Ah, capisco." Esclamò divertito, sistemandosi sul letto.
"Credevate forse che vi avrei rivelato i motivi profondi delle mie azioni." Sogghignò, lanciando un'occhiata divertita al dottore.
"Qualcosa del genere." Commentò asciutto Sherlock, incrociando le braccia al petto.
"È qui che sta il punto della questione, vero? Ciò che la incuriosisce." Disse con tono lieve, spostando lo sguardo dal dottore al detective.
"Perché l'ha fatto? Cosa l'ha spinto? Qualcosa che è successo nella sua infanzia? Un evento scatenante nell'arco della sua vita? Una malattia mentale, forse." Elencò placido e canzonatorio, aprendosi in un sorriso subdolo.
"Ne ha ancora per molto?" Chiese il detective con una punta di fastidio nella voce.
"Dipende, lei si aspetta veramente di trovare una motivazione diversa da quella che le ho già fornito?" Ribatté subito Auster.
Gli occhi dell'uomo si spostarono lentamente tra il dottore e il detective, derisori.
"Quindi, per lei, tutti quegli omicidi sono un qualche tipo di purificazione per la società?" Chiese incredulo John.
"Non che questa società se lo meriti." Sibilò risentito l'uomo.
"Ma sono convinto che la mia opera potrà essere di esempio a qualcuno che, come me, si rende conto del livello di perdizione a cui si è arrivati." Continuò, scandendo lentamente le parole.
"Ne è sicuro? Non credo che qualcuno vorrà emularla dopo che il tribunale avrà finito con lei." Disse Sherlock, inchiodandolo con una dura occhiata.
"Esisterà sempre qualcuno che sognerà al di fuori delle regole della società." Commentò sicuro Auster.
Alcuni secondi passarono silenziosi, interrotti solo dal tonfo leggero di passi fuori dalla porta.
"Sa, mi dispiace di non essere stato io a strapparle il suo prezioso amico." Disse improvvisamente, lanciando un'occhiata affilata al detective.
"Niente di personale, ovviamente." Aggiunse, spostando momentaneamente l'attenzione sul dottore.
"Ovviamente." Borbottò, adocchiando freddamente l'uomo sul letto.
Il detective si spostò lentamente verso il dottore.
"È così semplice leggerla, lo sa?" Chiese divertito Auster, seguendo il lento incedere di Sherlock verso John.
"Lei crede?" Chiese con tono di sfida il detective, studiando con sguardo attento i lineamenti dell'uomo.
"Certamente." Rispose con un sorriso.
"Chiunque riuscirà a sottrarle il caro dottor Watson l'avrà in pugno." Affermò, osservando soddisfatto il tendersi dei muscoli del viso del detective.
"Non sono stato io e forse non sarà nemmeno il prossimo criminale che affronterete, ma stia attento signor Holmes." Continuò, sorridendo placido.
"Prima o poi qualcuno riuscirà ad arrivare al suo cuore e quel giorno tutti potranno vedere la sua natura. La sua debolezza."
Il detective rimase in silenzio, alternando nervosamente lo sguardo tra il dottore e Auster, il tutto sotto lo sguardo divertito dell'ultimo.
"Sarà visibile a tutti quello che veramente nasconde nella sua mente. Senza il suo collegamento con la società sarà perso. Sarà solo." Sibilò ancora maligno, iniziando poi a ridere cupamente.
"Si rende conto che tutti quelli che ora la conoscono, che la apprezzano non sono mai esistiti prima dell'arrivo del nostro caro dottorino?"
Per l'ennesima volta la stanza cadde in un profondo silenzio, disturbato solo dal lieve respirare dei tre uomini.
"Non le pare di essere un po' troppo compiaciuto per un uomo con una sentenza sicura di ergastolo?" Chiese il dottore, cercando di spezzare la tensione crescente che avvertiva nell'aria.
"Può darsi." Concesse Auster, rivolgendogli la sua attenzione.
"Ma ciò non toglie che sono riuscito a mettere sotto scacco il grande Sherlock Holmes." Concluse, rivolgendo un sorriso velenoso verso il detective.
Qualsiasi risposta a quel commento fu interrotta dal ritorno di Lestrade nella stanza.
"Cosa è successo?" Chiese subito l'ispettore, avvertendo la tensione che aleggiava tra i tre uomini.
"Nulla." Rispose asciutto il detective, raddrizzando la schiena.
L'ispettore gli riservò un'occhiata dubbiosa.
"Il nostro lavoro è finito. Andiamo." Disse poi, guadagnando con poche falcate l'uscita.
"Aspetta!" Esclamò il dottore, lanciando un'occhiata indecisa verso Lestrade.
"Vai da lui." Sospirò l'ispettore, scuotendo la testa.
"Ma vedete di restare reperibili su cellulare.
"Grazie Greg." Offrì un sorriso sincero all'uomo e, lanciata un'ultima occhiata di disdegno verso Auster, abbandonò la stanza.
Lanciò una veloce occhiata intorno, individuando in breve il detective.
"Sherlock." Lo richiamò lievemente, raggiungendolo un po' zoppicante.
"Hey, fermati." Provò a chiedere, ma il detective continuò a camminare lungo il corridoio.
"Testardo come sempre." Borbottò contrariato, allungando una mano verso il braccio dell'amico, riuscendo finalmente ad arrestarne l'avanzata.
"Sherlock." Ripeté, lasciando la presa della mano.
"Quello che ha detto Auster... Sai che non è vero." Disse sicuro, scrutando attento il volto del detective.
"Certo." Rispose con tono piatto l'altro, senza incontrare il suo sguardo.
Un sospiro affranto lasciò le labbra del dottore.
"Sherlock, non è vero." Ripeté con più forza, cercando di legare il suo sguardo a quello dell'amico senza risultati.
Il detective evitò per qualche attimo il suo sguardo, preferendo farlo scivolare sulle porte che si affacciavano sul corridoio.
Quando finalmente i loro occhi si incontrarono, poté leggere in quelli dell'amico un senso di inquietudine che mai vi aveva scorto.
"Sai perfettamente quando ti sto mentendo, vero?" Chiese cauto, cercando di allontanare il leggero senso di ansia che stava cercando di propagarsi nel suo stomaco.
"Non vorrei deluderti John, ma sei molto semplice da leggere." Rispose secco il detective.
Un angolo della bocca del dottore si stese impercettibilmente verso l'alto, in un sorriso trattenuto.
"Bene, allora ascoltami attentamente." Commentò calmo.
"Quello che ha detto Auster non è vero." Ripeté nuovamente.
"So che prima che lavorassimo insieme eri più... Distaccato da quelli che ti circondano, ma ci sono sempre stati. Lestrade, la signora Hudson, tuo fratello... Ti erano accanto da ben prima del mio arrivo." Disse sicuro, osservando le reazioni del detective, apparentemente impassibile.
Prese un breve respiro, cercando di calmare il battito accelerato del suo cuore.
"Sono io che non potrei essere quel che sono se non ti avessi incontrato." Disse lievemente, attirando finalmente lo sguardo del detective su di sé.
L'attenzione del detective lo fece tentennare per un attimo, ma, stringendo forte i pugni, si risolse a finire il suo discorso.
"Se Mike non ci avesse presentato quel giorno... La verità è che ero io quello solo. Sono io che ti devo moltissimo. Quello che ha detto Auster..." Disse con tono basso, spostando lo sguardo da quello del detective.
"Lui non ti conosce. Non sa chi sei veramente." Concluse piano, ma sicuro.
Il detective osservò attentamente la figura del dottore, improvvisamente più piccola di quanto se la ricordasse.
Sembrava che con quelle parole, con quella specie di confessione, si fosse tolto un peso dalle spalle, riuscendo al contempo a rischiarare il suo umore.
Con passo incerto si avvicinò a John e, con movimenti impacciati, avvolse le spalle dell'amico in un abbraccio breve.
Il dottore gli riservò uno sguardo confuso, subito distratto dal richiamo di Lestrade.
"Greg." Disse sorpreso, cercando di aumentare furtivamente la distanza tra sé e il detective.
"Qualcosa non va?"
"Ditemelo voi." Ribatté esasperato, evitando di commentare la scena che aveva visto pochi istanti prima.
"Perché quel dottore pensa che Sherlock ti trattenga in una relazione abusiva?" Chiese con un sorriso, indicando la figura del medico dall'altro capo del corridoio.
Gli occhi del dottore e del detective scattarono verso il punto indicato dall'ispettore.
"Sapevo che aveva qualcosa in mente." Commentò divertito Sherlock a suo beneficio.
"Perché a me?" Esalò invece sconcertato, passandosi una mano tra i capelli.
"Tranquillo Greg. Ha solo frainteso la mia ritrosia a rivelare la dinamica dell'incidente che mi ha fatto strappare i punti." Borbottò imbarazzato, lanciando un'occhiata risentita alla risata poco velata che si lasciò sfuggire il detective.
"Ne ho abbastanza. Andiamo a casa." Mugugnò, iniziando ad allontanarsi dai due uomini che lo osservavano divertiti.
Sherlock lo raggiunse subito, continuando a combattere con un sorriso impertinente che gli stuzzicava le labbra.
"Rimanete reperibili!" Li richiamò Lestrade, osservandoli mentre si allontanavano.
"Quei due mi faranno impazzire." Mormorò tra sé e sé, sorridendo appena.


Salve a tutti.
Scusate questo ritardo, ma ammetto di aver avuto una sindrome da pagina bianca immane per questo capitolo, per non contare gli impegni =(
Possiamo dire che la storia ha un suo finale in questo capitolo, ma sto ragionando se aggiungere un ultimo capitoletto.
Non so se la fine del caso vi sia piaciuta, in effetti Auster non ha dato una ragione straordinaria per i suoi crimini, ma penso che l'orrore sta proprio in questo: un uomo apparentemente normale che, per una sa visione distorta di moralità, decide di agire lui stesso sulla società...
Ok, smetto di dilungarmi e, aspettando di aggiungere (forse) l'ultimo capitolo, vi lascio con un grazie immenso per l'attenzione che avete riservato a me e a questa mia storia mettendola tra ricordate\seguite\preferite o a chi solo ha letto.
Un grazie ENORME va a chi ha recensito, dandomi feedback e felicità allo stesso tempo.
Grazie a tutti! ^^
xoxo
   
 
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