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Autore: Swanqueen25    28/06/2016    0 recensioni
L'insicurezza ,che ci avvolge e certe volte ci rende fragili e incapaci di affrontare la vita.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abbandonato il ricordo, i miei occhi fissi sulla lampada, si spostano su un pacchetto di sigarette. Luca, l'ha lasciato su quella immensa scrivania che mi ritrovo, finito fra due serie di libri: storia e letteratura italiana.

Mi guarda e più mi fissa, più mi chiama, non ho mai fumato prima, non ci ho mai trovato un senso,ma adesso un senso ce l'aveva. Qui ed ora, il contenuto di quel pacchetto, poteva essere l'unica mia amica, l'unica che poteva ascoltarmi e tenere al sicuro il mio segreto, l'unica con cui sfogarmi dopo questa assurda sera.

Ore 11 e 30 P.M. Dopo aver cenato i miei coinquilini, mi costringono ad andare per locali

«Dai,Dai che ci divertiamo. E' il locale più in di tutta la città!

«Luca, non ne ho voglia!»

«E su che la conosci un po' questa città, visto che se qua già da due mesi e non sei uscita mezza volta!»

«Togliti, quel muso da bambino, un po' troppo cresciuto e ne possiamo parlare»

Un ora dopo ero li che mi muovevo e agitavo con tutti gli altri, una mandria di stupidi,compresa anch'io. «Quanto odio ballare!?»

Mentre ero lì che mi dimenavo tra la folla, ad una ventina di metri all'incirca da me, scorsi una figura famigliare, appena si girò dal mio lato,tutto inizio a muoversi lentamente, il respiro divenne pesante e il cuore ad ogni battito andava sempre più veloce. Non era cambiata di una virgola,solo i capelli, più corti, ed era truccata, poche volte l'avevo vista dedita al make-up,non amava truccarsi,come me del resto.
I suoi occhi, verdi prato d'Irlanda, spiccavano ,malgrado la poca luce e il caos che ci stava intorno,le sue labbra carnose, che lo sembravano ancor di più, con il rossetto color rosso matto ,una mano sconosciuta che le accarezzava il viso e lei che sorrideva come con me, non aveva sorriso mai. 

Un formicolio lungo tutto il corpo ero gelosa ,dopo 5 anni lei aveva ancora potere su di me .La sensazione di lei, me le la ero completamente dimenticata,in quegli occhi mi ci perdevo, ma in loro trovavo il mio posto, in loro trovavo me stessa.

La guardavo e subito toglievo lo sguardo lo feci due o tre volte, ancora incredula di averla rivista.

Mi ero immaginata tante volte il nostro primo incontro, dopo anni che non ci sentivamo e parlavamo e scrivevamo e non era di certo questo. Sopratutto, dopo che lei, mano nella mano con l'altra ragazza, dirigendosi verso di me, scambiandosi un bacio stampo e fermandosi di colpo posando il suo sguardo su di me, pareva aver visto un fantasma. Cercai di avvicinare la mano alla sua spalla per salutarla, ma lei prosegui dritto.

«Sono diventata invisibile pure ai suoi occhi».

Corsi via da quel locale, mandai un messaggio a Luca per avvisarlo che stavo tornando a casa. Arrivata al mio palazzo decisi di non prendere l'ascensore, quel aggeggio mi metteva ansia già normalmente e adesso non volevo aggiungerne altra e poi dovevo scaricare tutto il nervosismo,che avevo addosso, sette piani a piedi e di corsa ,potevano fare al caso mio.

Davanti alla porta di casa, riprendevo fiato e cercavo le chiavi nella borsa.

«Lei, non mi ha nemmeno riconosciuto, che tristezza!,ma poi da quando le piacciono le ragazze?da quando?» 

Trovate le chiavi, cercavo in modo impacciato di inserirle nella toppa.

Mi sentivo tradita due volte una volta, perché l'avevo voluto io tanto tempo fa e adesso completamente presa in giro da lei perché non mi aveva detto niente, credevo fosse etero,invece!...

Ero ferita ed esausta,volevo chiudere, con tutta questa storia.

«E apriti su,ah! »strattonai la porta fino a quando finalmente non sentì uno scatto, la porta era aperta.

«Devo buttare quella lampadina, devo distruggerla» corsi nella mia stanza, sbattendo la porta dietro le mie spalle non curante di essa e mi diressi dritta alla mia sedia.

Mi alzo,dal letto,spengo la luce ,prendo il pacchetto, lo apro.

«Sono fortunata, c'è pure l'accendino» esclamo a voce alta

Apro la porta finestra e mi appoggio sulla soglia di marmo a metà tra il balcone e la stessa porta,

fuori il silenzio della notte rotto da qualche macchina passante, di fronte a me le luci dei palazzi che si accendo ad intermittenza, in base al passaggio di persone o meno.

Prendo, una sigaretta e la porto alle labbra.

«Tu sei la prima e ultima sigaretta della mia vita, perché da oggi, la Federica con i tacchi non esisterà più, non sarò più una sconosciuta per il mondo, da oggi sarò Federica.

Accendo la stecca bianca.

Inspiro lentamente,soffoco al fumo che mi arriva in gola, brucia tossisco più volte.

«Sei una amica beffarda, mia cara!»

La luce rossa che segna il consumarsi della sigaretta, che si fa sempre più corta, ad ogni mio respiro segna l'inizio della mia rinascita. Più corta si fa,più mi sento libera.

Butto,fuori, tutto: dolore,gioia, pianti, sorrisi, dolcezza ,amore ,odio, ricordi, lacrime, storie di finto amore, tutto quello che ho nascosto, tutti questi anni.

Sono all'ultimo tiro,la luce rossa sta scomparendo ed sono sempre più sollevata, adesso, so chi sono, sono pronta ad affrontare,il mondo,là fuori,ho paura si,ma non importa la paura non può far più niente, non mi farò più annullare. Lo inspiro e sento vibrare il mio cellulare, appoggiato alla scrivania,una luce, bianca, si alza ,ormai nella mia stanza buia.

Finalmente, la luce rossa non mi farà più compagnia.

Butto a terra quel che è rimasto, della mia amica e rientro dentro.

Finalmente libera, finalmente Federica,Federica senza tacchi.

«Sarà Luca, si saranno accorti, soltanto adesso della mia mancanza»

Le quattro di mattina, indica lo schermo del cellulare.

il messaggio non è di Luca.

E' un numero che non ho in rubrica, lo leggo, lo riconosco e quello di Valeria, ne sono sicura ,non l'ho più tra i miei contatti,ma me lo ricordo ancora.

Un groppo in gola e allo stomaco.

«che vuole?mi ha riconosciuto!».

«Eri tu, quella che ho visto due ore fa o sto diventando matta?»

Mi sposto sul letto e mi stendo la testa sul cuscino.

Sono nel panico e non so cosa scriverle e se scriverle.

Alla fine seguo il mio istinto.

«Si»ne una parola di più ne una parola di meno!

 

 

 

 

   
 
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