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Autore: Torica    17/04/2009    2 recensioni
Quando improvvisamente diventi adulto... la mia esperienza
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un testo che parla di una mia forte esperienza personale. Ho messo molta me stessa in questa composizione che mi sta particolarmente a cuore poichè mi racconto senza compromessi. Spero che vi piaccia e che in un qualche modo vi riconosciate.

 

DEDICATA AL RAGAZZO CHE MI HA FATTO CRESCERE

 

 

Cosa fare quando il mondo ti crolla addosso? Quanto tutte le tue certezze sfumano improvvisamente e ti ritrovi faccia faccia con il mondo? Cos’altro puoi fare se non arrabbiarti con la tua famiglia, con le persone che hai intorno per non averti preparato a quello? Per averti tenuto sotto una campana di vetro credendo di poterti proteggere per sempre, per averti detto quelle solite stupide frasi di circostanza che non significano nulla; “Cosa vuoi saperne tu della vita? Sei ancora giovane, pensa a divertirti! Avrai tutto il tempo x diventare adulta!” era quella la cosa che continuavano a dirmi, “Non sei ancora un’adulta, la sarai quando affronterai il mondo”.

Ma uno non sceglie quando diventare adulto, quando svegliarsi dal sogno di un futuro idilliaco e posare i piedi a terra; ma soprattutto uno non sceglie come. E a volte succede in un modo così improvviso e brutale che ti stordisce, ti fa perdere l’orientamento e per un attimo rimani lì immobile a chiederti semplicemente “Perché?”;

Perché a me? Perché proprio ora, perché così?

E mentre cercavo di schiacciare i tasti del telefono per chiamare un’ambulanza, con le mani sporche di sangue, realizzai che non avevo affatto tutto il tempo che volevo.

Mi chinai e strinsi a me quel ragazzo che i piedi a terra gli aveva già messi da un po’, come se tenerlo tra le mie braccia potesse servire a qualcosa, potesse far tornare tutto come prima e farci tornare entrambi a sognare.

Sai, avevo sempre pensato a come sarebbe stato bello crescere e diventare adulta, riuscire finalmente a capire quello che i nostri genitori ci tenevano nascosto; sarebbe stato un giorno memorabile e mi sarei sentita al settimo cielo...

Avevo affrontato il mondo e la sua cruda realtà, avevo visto quello che i miei genitori non avevano mai visto in prima persona, ero diventata adulta, ma non mi sentivo felice o soddisfatta: avevo solo paura, volevo solo che qualcuno mi dicesse che era tutto a posto, che non era successo nulla e che mi abbracciasse.

Ma non lo fece nessuno, ero sola in quella fredda corsia d’ospedale. Vidi la mia migliore amica fissarmi ad occhi sbarrati e capì che non sarebbe venuta, non si sarebbe avvicinata a quella ragazza sporca di sangue che sembrava non riconoscere più.

In quel momento avrei solo voluto tornare sotto la campana di vetro, essere di nuovo cieca per non vedere quella spaventosa verità che mi era piombata addosso, morire solo per capire quanto in realtà volevo vivere e se lo volevo davvero. Ma non potevo e non posso tornare indietro, ora è arrivato il mio momento, il momento di dimostrare a tutti che so cos’è il mondo.

Ma nonostante tutto, mentre guardavo il sangue del mio migliore amico colare lungo il mio braccio, riuscii a dire solo questo: “Mamma, papà, siete contenti adesso?”

 

  
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