Crossover
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Autore: Crybaby    17/04/2009    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Quarantaduesimo piano. Su un pianerottolo della scala a chiocciola, la piccola V se ne stava placidamente a fissare la tromba dell’ascensore di fronte a sé, sgranocchiando alcune patatine.
“E anche questo piano è deserto. Il compito si sta rivelando più facile di quanto immaginassi! Però io ho ancora paura a star qui tutta sola! Oh-oh, come non detto.”
L’androide vide salire l’ascensore, e soprattutto vide Hotaru Tomoe al suo interno. Provò a chiamarla con un cenno della mano, ma la piccola sailor continuava a restare immobile, con lo sguardo perso nel vuoto.
“Non parla. Ah, ho capito! Deve trattarsi di H, l’androide muto! Ah no, B ha detto che l’hanno fatto fuori, poverino… e questo?”
V sentì un respiro affannoso alla propria sinistra. Abbassò lo sguardo e trovò Choji, accasciato sui gradini della scala, grondante sudore e visibilmente spompato.
“Mamma mia, ha davvero corso su per le scale per tutti questi piani? Guarda che stato, sembra che non mangi da… beh, viste le dimensioni direi da cinque secondi. Comunque…”
Con fare caritatevole, V prese una patatina e la sventolò davanti al naso del ragazzo.
-Ne vuoi una?
Si vede che non lo conosceva. Come una tigre Choji balzò sulla piccoletta e le rubò di mano il sacchetto, divorando in un secondo tutto il contenuto. E ovviamente, l’Akimichi si sbafò anche la patatina che V le aveva mostrato; essendo l’ultima non poteva certo lasciarsela scappare.
-Grazie infinite, ora sto molto meglio!- disse, dandosi una bella manata sulla pancia -adesso però devo ripartire, ci vediamo!…
-Eh no, tu di qui non ti nuovi! Non vorrai mica farti l’intero palazzo di corsa senza più nulla da mangiare?!
-Beh, no… non è che per caso ne hai ancora?- chiese con occhi sbrilluccicanti.
-Qui con me no, però di là c’è una macchinetta che ne distribuisce… ehi!
Il ninja schizzò immediatamente nel corridoio indicatogli. Dubbiosa e un po’ disorientata, V gli corse dietro.

Sessantanovesimo piano. Quando terminò la caduta, Temari si ritrovò in un locale spazioso, grande quanto un magazzino ma completamente vuoto: pareti soffitto e pavimento erano interamente dipinte di viola; come illuminazione, a parte delle plafoniere incastrate nel muro, vi era solo una grossa sfera argentata appesa al soffitto. Con sollievo, Temari ritrovò tutti e quattro i compagni che prima di lei erano saltati dentro la botola.
-Vedo che non manca nessuno, bene. Certo che sei stata mooolto coraggiosa Ino: “preferirei stare in compagnia di androidi assassini! Li affronterei senza esitazioni!” e poi sei scappata nel buco, proprio come fanno i conigli. Adesso tu dirai: “come mai sei qui anche tu allora?” Beh, pretendevi che li affrontassi da sola? Sono forte, ma conosco i miei limiti! Ehi, mi stai ascoltando?
No. Ino, Shun e Shiriu erano imbambolati davanti ad una lunga finestra, oltre la quale il panorama della città del Chaos faceva bella mostra di sé.
-Qualcosa non va- riflettè Shiriu -prima eravamo nei bassifondi, e ora ci troviamo in alto…
-Parecchio in alto. Non vorrei dire una scemenza, ma ho l’impressione che siamo finiti all’interno del grattacielo gigante- commentò Shun.
-Lo stesso grattacielo che ha fatto sentir male Hotaru ad una sola occhiata?- balbettò Ino -no ti prego non dire queste cose, così mi fai paura!
-Non hai nulla da temere, piccola. In realtà non ci siamo spostati affatto: quella che vedi è solo un’illusione ottica- a parlare in questo modo uno spavaldo Mister Satan, schiena contro il muro, braccia incrociate e occhi chiusi -ne ho già visti di effetti speciali in vita mia, specialmente da parte di quel cretino di Cell, ma questo è senza dubbio il più scadente. Andiamo, quella non è una finestra, è solo una stupida fotografia tridimensionale!
-Sarà…
-Non mi credete, vero? Avete bisogno di una dimostrazione? Perfetto! Adesso spicco un salto e torno di sopra: e uno, e due, e oplà!...
Con un rumore di campane, la testa già dura dell’uomo si sfracellò contro un grosso pannello d’acciaio.
-AHIAAAA!!! Non c’era prima, ne sono sicuro! Ahiaaa… chi mi fa un massaggio?
-Basta, io me ne vado!
Temari girò i tacchi e si diresse spedita ad una delle porte laterali della stanza. Purtroppo per lei, qualcosa le impedì di piantare in asso i compagni: una pesante grata calò sulla porta, bloccandola, e così successe per tutte le altre uscite. Subito dopo, una voce di donna salutò i presenti.
-Benvenuta gente, vi stavo aspettando! Il mio nome è M e faccio parte…
-Dell’esercito di Chaos- risposero in coro gli altri -vieni al sodo, fatti vedere e combatti!
-Come, non mi vedete? Sono quassù!
-Quassù dove?!- sbraitò Ino -a parte quel grosso pallone appeso al soffitto non c’è altr… oh.
La ragazza vide, con un po’ di disgusto, un paio di occhioni e una bocca spuntare sulla sfera.
-Eccomi qua! Vi do il benvenuto nella nostra base, per la precisione nella sala da ballo, dove gli androidi dell’esercito vengono a divertirsi tra una missione e l’altra! Perché non vi divertite un po’ anche voi? MUSICA!
Una delle pareti si aprì in due, facendone uscire un gigantesco impianto di casse. Prima che i cinque potessero afferrare la situazione, una musica rock pompata al massimo volume rimbombò per tutta la sala, massacrandogli i timpani.

Cinquantunesimo piano. Anche Haruka fece il suo ingresso nel grattacielo. Attraversato il varco, la ragazza sbucò nel peggior posto che le potesse capitare.
-Una toilette per uomini! Fatemi uscire di qui!
Haruka distrusse la porta del cubicolo con un calcio e corse al più vicino lavandino. Mentre si gettava litrate d’acqua in faccia, notò la compagna Michiru appena fuori dalla porta che dava sul corridoio.
-Ah, eccoti qui… E smettila di ridere, non è divertente! Piuttosto, dov’è Naruto?
-Quando sono uscita dal bagno era già lontano. Non ci ho provato nemmeno ad inseguirlo.
-Fantastico. Da che parte andiamo?
-Quella che preferisci: ovunque punti il mio specchio non faccio che rilevare energia malvagia.
-In campana allora, uno di quegli androidi potrebbe spuntare da un momento all’altro…
Cosa che accadde quasi subito. Davanti alle due passò in quel momento una grossa lucidatrice per pavimenti, sospinta da un ragazzino vestito di una tuta blu e dalla pelle metallica. Non appena si accorse delle due sailor, il robot lasciò la macchina e scappò a gambe levate lungo il corridoio, nascondendosi tutto tremante dietro una cassa.
-Vi prego, non fatemi del male! Io nemmeno vi conosco!
Haruka e Michiru rimasero basite. Dopo essersi scambiate una lunga occhiata, decisero di lasciarlo perdere ed incamminarsi nella direzione opposta. Tuttavia, Sailor Uranus stava sempre allerta, aspettandosi un attacco alle spalle. Attacco che però tardava ad arrivare.
“Lo so, adesso quello ci colpirà vilmente alla schiena, me lo sento! È solo questione di secondi! Avanti, perché non attacchi? Eddai, non aspetto altro! Avanti!...” -Basta, mi sono stufata! WORLD SHAKING!!!
La sfera d’energia colpì in pieno il robot, facendolo esplodere in mille pezzi.
-Poveretto, non gli hai nemmeno dato il tempo di presentarsi!- la rimproverò Michiru -e poi siamo sicure che si sia trattato davvero di un androide di Chaos?
-Suvvia, sarà stato “X, l’androide xenofobo”! Non ci vuole un genio per capirlo!
-Ma non farmi ridere… Andiamo, stiamo solo perdendo tempo.
-E va be’, adesso non si può più nemmeno scherzare!…

-Coraggio gente, non siate timidi! Avanti, ballate! Scatenatevi!
Anche volendo, i cinque non potevano muoversi, impegnati a tenere le mani sulle orecchie per evitare l’esplosione dei timpani: la musica era davvero troppo alta.
-Ragazzi, fate qualcosa!- urlò Ino.
-COSA???- gli risposero gli altri.
-Ho detto fate qualcosa!!!
-NON SI CAPISCE NIENTE, PUOI PARLARE PIU’ FORTE???
-Oh, insomma! Vogliamo farci ammazzare da una stupida palla? Shun, attaccala con la tua catena!
-Non ce l’ho più la catena, ricordi?
-COS’HAI DETTO???
-Temari!- Shun si rivolse allora all’altra ninja bionda -potresti spazzarla via con il tuo ventaglio, no?
-Non posso! Se stacco le mani dalle orecchie mi esploderà la testa!
-COSA???
-Ho detto…
Vedendo che la situazione stava precipitando, Shiriu decise di passare alle maniere drastiche.
“Privandomi del senso dell’udito non sarò soggetto alla musica e potrò attaccare liberamente. L’ho già fatto in passato e lo posso fare ancora…” -Mister Satan, cos’ha intenzione di fare?!
Il saint, così come gli altri, guardò incredulo l’uomo mentre si avvicinava a fatica alla gigantesca cassa acustica.
-È da qui che arriva la musica, no? Perfetto, risolverò il problema alla radice!
Cacciando un urlo, Satan tolse le mani dalle orecchie e afferrò saldamente la cassa. Sotto lo sguardo inorridito dei compagni, il vecchio riuscì a strappare il macchinario dal muro. Purtroppo questo era collegato alla corrente tramite dei robusti cavi, ma ciò non basto a fermare Satan, che sollevò la cassa sopra la propria testa e lo lanciò con tutte le sue forze contro il vetro della finestra. Ci provò una, due, tre volte, e finalmente riuscì a sfondare il vetro: sollecitati dal peso, i cavi cedettero e la cassa acustica precipitò nel vuoto. Ancora scossi, i quattro compagni levarono le mani dalle orecchie e si guardarono attorno spaesati, così come M.
-Uh? Che è successo? Perché non ballate? Perché non va più la musica? Qualcuno me lo può spiegare?- borbottò l’androide.
-Ti va bene questa come risposta? DAI KAMAITACHI NO JUTSU!!!
Finalmente libera di muoversi, Temari afferrò il suo enorme ventaglio e sparò un turbine di vento addosso ad M, distruggendola. Tornata la calma, i ragazzi corsero da Satan per accertarsi delle sue condizioni: era in ginocchio, tremava come una foglia e, cosa più seria, del sangue stava colando dalle sue orecchie.
-Mister Satan! Riesce a sentirmi?- disse Ino, preoccupata -la prego, mi dica che non le è successo niente di grave!
Purtroppo, l’unico rumore che il vecchio poteva sentire era solo un fastidioso fruscio.
“Oh no. Oh no. Oh no. Lo sapevo, ho chiesto troppo da me stesso e sono stato punito” pensò Satan, triste, “però sono felice, finalmente ho dato anch’io qualcosa alla missione, e ho salvato la vita a qualcuno. Però… perché hanno tutti quella faccia? Saranno mica preoccupati per me? Oddio, sono commosso!”
Fingendo che nulla sia accaduto, Satan schizzò in piedi ed esibì una trionfale posa di vittoria.
-Visto gente? Tutto si è risolto, il cattivo è stato punito, è il merito è solo del grande, mitico, immarcescibile Mister Satan!!! BWAH BWAH BWAH BWAH!!!
Shiriu, Ino, Shun e Temari lo guardarono per un istante, per poi lasciarsi andare ad un sospiro di sollievo.
“Non cambierà mai…”

Vagando per quei corridoi tutti uguali fra loro, Uranus e Neptune si fermarono di fronte ad una piantina di quel piano, appesa al muro.
-Guarda qui Haruka, c’è una mappa.
-Fa vedere… lo sapevo, non si capisce niente!
-Suvvia, non essere così pessimista. E poi non è vero che è illeggibile: guarda ad esempio questo punto al centro, non ti sembrano delle scale? Potremmo raggiungerle e andarcene da qui.
-Certo Michiru, sarebbe una bella idea… se solo ci fosse scritto dove siamo noi in questo momento. Io tornerei al bagn… cioè al passaggio e aspetterei Setsuna e gli altri. Ma mi stai ascoltando?
La ragazza dai capelli blu si era bloccata a fissare qualcosa sul muro: poco sopra la piantina, se ne stava placidamente attaccata una zanzara.
-Mi fissa… non è che sia uno degli insetti inviati da Shino?
-No. I suoi sono perlopiù coleotteri, me lo ricordo bene.
-Ah beh, in questo caso… DEEP SUBMERGE!!!
Col suo attacco, Michiru spazzò l’insetto e buona parte del muro. Lasciando allibita la sua Haruka.
-Ma perché, poverina! Non ti aveva fatto nulla!
-Beh, poteva sempre trattarsi di “Z, l’androide zanzara”!
-Ma non farmi ridere! Andiamo, stiamo solo perdendo tempo.
-E va be’, adesso non si può più nemmeno scherzare!…

Choji trovò la macchinetta dei suoi sogni in una saletta panoramica adornata di poltroncine, divani, piante d’appartamento e un’intera parete trasparente per poter ammirare il panorama. Una volta rifornitosi a sufficienza (ovvero prelevando TUTTI i sacchetti di patatine in vendita), il pasciuto ninja salutò V e ritornò alla scala a chiocciola.
-Ti ricordi la strada, vero?
-Sì. Grazie ancora, V, alla prossima! Allora, metà ne mangio adesso mentre corro, e metà la dividerò con Hotaru appena la raggiungo! Scommetto che ne sarà felicissima…
“Che tipo quel Choji” pensò V, mentre lo guardava allontanarsi “e che nome… aspetta, non è una letera sola, sono cinque… credo… ma se il suo nome non è una lettera… Oh merda, quello non è uno dell’esercito, è uno dei nemici del capo! E io come una deficiente l’ho lasciato andare! Oh beh, non importa: per uno solo B non si arrabbierà di certo…”
-Guardate! Da qui si vede la nostra navicella!
-Ehi, pare che Lee si sia risvegliato! Ah no, Tenten e Shino l’hanno subito rimesso KO, si vede che è ancora un po’ sbronzo…
-Laggiù c’è il parco dove io e la mia squadra siamo atterrati! Però la nostra di navicella non c’è più, che sarà successo?
-Ragazzi, scusate, non vi sembra strano che prima eravamo in basso e ora siamo in alto?
Quelle quattro voci sconosciute la fecero sobbalzare. V si girò molto ma molto lentamente: affacciati al finestrone, vide Pan, Kiba, Akamaru, Minako ed Ami. Alzando un po’ gli occhi, l’androide notò sul soffitto la porta dalla quale erano arrivati.
“Ma quello è uno dei teletrasporti di P… Che cos’è che hanno detto? Navicelle? Ma allora… anche loro sono nemici del capo! E adesso che faccio? Speriamo non mi vedano…”
Troppo tardi. Pan e gli altri si erano già voltati.
-Oh ciao. Sai dirci dove ci troviamo...
-Fermi un attimo!- Kiba fece un passo avanti e annusò l’aria -su di lei non sento alcun odore, proprio come con G e gli androidi che abbiamo distrutto prima. Temo che anche lei faccia parte dell’esercito di Chaos…
“Lo sapevo, mi hanno scoperta! Non mi resta che affrontarli, speriamo in bene…”
Facendosi coraggio V saltò in alto, librandosi sopra le teste dei ragazzi.
-Complimenti, hai scoperto chi sono! Mi presento, V come vanità, membro dell’esercito di Chaos! Il vostro compare di prima è riuscito a sfuggirmi, ma voi non sarete altrettanto fortunati!
-Compare? Di chi stai parland…ARGH!
Un lampo accecante riempì il locale, costringendo i ragazzi e il cucciolo a chiudere gli occhi.

  
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