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Autore: killerqueen95    29/06/2016    1 recensioni
-Allora Aria, sai perché sei qui?- chiede lei sempre con quel sorrisino stampato in faccia.
-I miei credono che io sia una disadattata … credo. Oh no, aspetti, riformulo tutto. I miei credono che io sia una disadattata, ubriacona e drogata. Dunque si, credo di sapere perché mi trovo qui, anche se non ne vedo l’esatta necessità. – sbotto io sorridendo esattamente come continua a fare lei.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2^ giorno
Puntuale come un orologio svizzero mi ritrovo dentro lo studio della dottoressa Sullivan. La osservo per qualche istante mentre lei è alla ricerca del mio fascicolo verde.
È davvero una bella donna. I capelli oggi le ricadono morbidi sulla schiena, sono leggermente ondulati da delle ondine color crema. Ha le labbra dipinte di rosso arancio che fanno risaltare gli occhi del colore del ghiaccio. Non saprei che età attribuirle, ma credo che non vada oltre i trentacinque anni, esagerando.
-Come ti senti oggi?- chiede lei sedendosi davanti a me.
-Bene … - non aggiungo altro lasciando la mia risposta sospesa per aria.
-C’è qualcosa di cui vuoi parlare in modo particolare?- 
Nell’esatto momento in cui mi pone la domanda io scuoto la testa, lei non si perde d’animo e mi porge tre lettere ben sigillate. Sopra ognuna di esse c’è un nome e io tremo nel leggerli.
Robert, Richard, Jenna
-Cosa sono queste?- chiedo con tono incrinato dall’ansia.
-Ho chiesto a loro di scrivere delle lettere in cui parlano di te. È molto importante sapere cosa i tuoi amici pensano di te, capire il modo in cui ti vedono può aiutarti a ritrovare te stessa.- lo dice come se fosse una cosa del tutto normale, non pensando al fatto che io sto per dare i numeri come una vera pazza.
-Lei ha contattato i miei amici?- ribatto io furiosa mentre sente le guance imporporarsi.
-Assolutamente no. Tua madre l’ha fatto, senza ovviamente rivelarli a cosa sarebbero servite. Puoi stare tranquilla e aprire la prima lettera. Dopo che l’avrai letto, a voce alta ovviamente, potremo commentarla assieme e tu potrai raccontarmi come hai conosciuto ognuno di loro.- sento che il suo tono non ammette repliche.
Dalla sua espressione capisco che non posso permettermi di fare scenate con lei, ma devo stringere i denti e comportarmi come una persona normale e fare la brava rispondendo ai suoi ordini.
Prendo la prima lettera che porta il nome di Robert, sollevo la linguetta della carta e la apro togliendo fuori un foglio di carta bianca e dalla’aspetto ben curato. Riconosco la grafia lineare del mio amico e le piccole sbavature dovute al suo essere mancino.
Scrivere una lettera del genere mi sembra molto strano, ma mi è stato chiesto dunque lo farò.
Di Aria si possono pensare tante cose, ma la verità è che niente potrà mai avvicinarsi alla verità, perché lei è troppo complessa e particolare per poter essere descritta.
In realtà posso dire che è una brava ragazza, molto particolare, forse anche un po’ strana e lunatica. In ogni caso le voglio bene.
La lettera si interrompeva così, brusca, sbrigativa.
Giro il foglio nella speranza di vedere qualche altra riga, ma la triste verità è che non c’è più nulla da leggere. Cerco di mascherare la mia delusione stampandomi un sorriso tirato.
-Credo non ci sia molto da commentare.- dico secca prima che lei possa aprire bocca.
-Lo so … come hai conosciuto Robert?-
-È stato uno dei primi con cui ho fatto amicizia. La prima volta che sono andata nella piazza delle palme, ero con il mio, diciamo, “ragazzo”. Sa la prima cotta da dodicenne. Robert aveva salutato subito il mio ragazzo e poi si era presentato porgendomi la mano per poi tenerla e portarmi nel cerchio con gli altri.- non aggiungo altro.
A differenza sua io ho speso sin troppe parole sul suo conto, mentre lui nemmeno mezza pagina.
La dottoressa mi indica la seconda busta. Porta il nome di Richard. Tiro la linguetta e tolgo fuori un foglio spiegazzato e macchiato di caffè.
Chiedo scusa per il foglio macchiato di caffè, ma mio fratello ha rovesciato la sua tazzina.
Vediamo, cosa so e cosa penso di Aria?
Beh Aria è una ragazza sempre allegra, molto lunatica e strana. So che è molto sensibile, ma allo stesso tempo lapidaria.
E poi io e lei andiamo tanto d’accordo perché le piace devastarsi, insieme facciamo tante pozioni magiche con gli alcolici, nessuno beve più di lei tra le ragazze. Io l’adoro proprio per questo.
Ci si può fare tanti bei discorsi interessanti.
Sorrido perché questa è una tipica lettera di Richard. Così distratto e pratico.
Sollevo lo sguardo per cercare quello della dottoressa, ma lei non sembra divertita come me, anzi ha un espressione abbastanza preoccupata e turbata.
-Come hai conosciuto Richard?-
-L’ho conosciuto due anni fa. È venuto la prima volta alla piazza delle palme da solo, disse che voleva farsi dei nuovi amici perché i suoi non gli piaceva più. Disse che aveva bisogno di qualcuno di più forte, ovviamente intendeva a livello di divertimento.- dico il tutto sorridendo perché porto un ottimo ricordo del primo incontro con lui.
Apro l’ultima lettera che è quella di Jenna, la mia migliore amica. L’unica che non viene con me alla piazza delle palme. Odia quel posto con tutte le sue forze.
Aria è la persona più importante della mia vita.
Ci conosciamo da sempre e non ho mai smesso di volerle bene.
È una delle persone più testarde e irascibili che io conosca, deve sempre trovare il modo per fare ciò che vuole a modo suo e alla fine non ci riesce, tiene il muso per giorni interi.
È tanto particolare, ma di una particolarità che va capita proprio a fondo. Quel tipo di particolarità che finisce nella stranezza, io amo la sua stranezza e l’ho capita a fondo.
Ha un vero e proprio gusto per il macabro che con il tempo ha contagiato anche a me.
Si potrebbe dire che è una persona dolcissima, ma allo stesso tempo è una strega a tutti gli effetti. È un po’ come lo zucchero e il veleno mischiati assieme. Ti incanta con la sua dolcezza e poi ti uccide con il suo veleno.
Ma nonostante la sua marea di pregi ha un difetto. È portata per l’autodistruzione è questa è una cosa che mi spaventa da morire perché non so come aiutarla. Vorrei poterla portare via da quella piazza, da quegli amici così sbagliati che continuano a trascinarla verso un fondo da cui non potrà più risalire.
Vorrei che tornasse esattamente tutto come era prima.
Vorrei che Aria tornasse Aria.
Perché  la Aria che vedo ora, non è nemmeno l’ombra di quella vera.
Ripiego il foglio che profuma di rose appena sbocciate e reprimo le lacrime che iniziano a pungermi gli angoli degli occhi.
Sollevo lo sguardo e vedo che la dottoressa mi porge una scatolina azzurra da cui spuntano fuori alcuni fazzoletti che profumano di buono. Ne prendo uno e mi asciugo una lacrima solitaria che mi starà facendo sicuramente colare il mascara.
-Ti voglio fare solo una domanda, Aria, poi sarai libera di andare via.- mi dice lei ammorbidendo il tono della sua voce. –Chi sono i tuoi veri amici? Quelli della piazza delle palme? Quelli che sono riusciti a scrivere si o no due righe su di te, o Jenna? La tua migliore amica che hai praticamente abbandonato negli ultimi tempi. Lei è riuscita a descriverti, tu per lei sei trasparente, sarebbe riuscita a descriverti anche meglio se ne avesse avuto il tempo. Non voglio una risposta, ma voglio che tu rifletta su quello che hai capito oggi. Domani parleremo di questa tua autodistruzione.-
-Buona serata dottoressa Sullivan.- dico con la voce priva di ogni tipo di emozione.
   
 
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