Libri > Cinquanta sfumature di...
Ricorda la storia  |      
Autore: Valente    29/06/2016    0 recensioni
Il goffo robot ginoide Asimov Steel si chiede se accettare il contratto che le propone il sofisticato automa MR Hardware Grey. Quest'ultimo le rivolgerà un'offerta impossibile da rifiutare...una storia di amore e bullone più appassionata di TwiLED e più hot (e bot) di Travolti da un insolito transistor. Siete pronti a surriscaldarvi?
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Storia partecipante alla challenge ‘Press Start' indetta da zenzero91 sul forum di EFP.
Oggetti: tubo di ferro, origami, modellino di robot
Citazione: "Gli dei ti hanno dato due mani, e tu le usi entrambi per impugnare quell'arma. Hai tutto il mio rispetto" Guardia - Skyrim

 

Questo file è l'opera di un software fantasioso. Qualsiasi analogia con dati, computer e robot, attivi o disattivati, è frutto di un algoritmo assolutamente casuale.
Asimov Steel, numero di serie 4NA, varcò le porte trasparenti dell'edificio della MR Robotica, un imponente grattacielo in vetro e acciaio. Si vociferava nel cloud che il padrone dell'edificio fosse composto puramente dello stesso metallo, d'un lucente grigio chiaro: per questo MR Hardware Grey era un automa di tale successo, durevole e resistente oltre che dotato di un'AI sofisticata.
4NA Steel attraversò l'atrio col goffo passo da astronauta delle sue due gambe flessibili, dotate di piedi larghi e piatti dalle suole di gomma. Quindi la ginoide piazzò il leggiadro peso della propria struttura in acciaio cromo su un montacarichi che, più veloce di una connessione wifi stabile, la trasportò al ventesimo piano. Un robot placcato in oro, snello e brunito, scivolò verso 4NA su sei ruote ben oliate: «MR Grey è pronto a riceverti, Asimov Steel» disse il robot, con una voce melodiosa e quasi priva di inflessioni metalliche.
Le porte dell'ufficio di Hardware Grey si spalancarono appena i sensori avvertirono l'avvicinarsi della giovane ospite (il 4NA Steel era una modesta ma recente tecnologia). Proprio in quel momento uno dei piccoli bug nel sistema di 4NA incepparono la sua andatura, compromettendo l'equilibrio: il risultato fu una caduta di testa che lasciò la ginoide lunga distesa a contrarre in modo rumoroso, ritmico quanto inutile, le gambe contro il pavimento.
Se le multiple telecamere che costituivano gli occhi di 4NA fossero state dirette in avanti, anziché contro il suolo, avrebbero inquadrato la sagoma massiccia di MR Hardware Grey, accostata alla finestra che riempiva un'intera parete dell'ufficio. Con un lieve ronzìo Hardware Grey girò lentamente prima la testa e poi il busto sui loro perni metallici, per analizzare 4NA. Un istante dopo le sue braccia lucide e robuste, dotate di pinze alle estremità, sollevavano la ginoide scalciante. 4NA, sostenuta da quelle braccia, tornò in piedi con un tonfo e un lieve becheggiare.
«Il tuo sistema è in ordine, Asimov Steel?» si informò Hardware Grey con robotica educazione. «Da quanto tempo non compi un'autodiagnostica?»
 «Sessantadue ore, quindici minuti e sei secondi dall'ultima scansione, MR Grey» rispose 4NA. «Mi è concesso di registrare ciò che dici? Il confronto con un'AI sofisticata come la tua potrebbe arricchire il mio database».
 «Autorizzo la procedura, Asimov Steel».
 «Grazie, MR Grey» 4NA piegò tutto d'un pezzo il busto e la testa in un inchino, minacciando di nuovo l'equilibrio della propria struttura. «Mi autorizzi anche a chiederti se i tuoi sistemi sono compatibili solo con robot dalle spiccate caratteristiche androidi?»
 L'arguta domanda, che escludeva le ginoidi dalla compatibilità con MR Grey, parve non trovare corrispondenze nel database di quest'ultimo, il cui sistema di ventilazione emise uno sbuffo sempre più sonoro. Per qualche secondo l'automa sembrò prossimo al corto circuito.
 «Sei qui per ricevere un'offerta, Asimov Steel» ricordò infine MR Grey. Forse per scaricare la tensione e impedire il surriscaldamento, impugnò un tubo di ferro che decorava la scrivania e con fare distratto lo piegò nell'origami della gru. Sulla scrivania, grande e lucida come MR Grey stesso, era posato anche un modellino di robot fermacarte. «Ti sono pervenuti i termini del contratto?» proseguì MR Grey.
 «Sì» rispose 4NA. «Ho ricevuto il pdf col contratto di licenza per il software Dowminatobe. Devo ringraziarti per avermelo presentato. È interessante che anche un modello poco avanzato come me possa scaricare tutte quelle funzionalità erotiche. Tuttavia non approvo la clausola sul trattamento dei dati personali». 
 «È una clausola necessaria per scaricare tutti i software più avanzati, Asimov Steel» disse MR Grey. «Devi aggiornare le tue funzioni per mantenerti compatibile con i robot della serie MR. Analizzati: tu hai difficoltà nell'equilibrio e nel coordinamento. Analizza me: gli ingegneri mi hanno dato due pinze, e io le uso entrambe per impugnare questo tubo».
 «Hai tutto il mio rispetto» commentò 4NA.
 «Se accetti i termini del contratto, Asimov Steel, ti offro la possibilità di sperimentare il software interfacciandoti col mio sistema».
 4NA, dietro la visiera nera e opaca che copriva i circuiti e i meccanismi della testa sul davanti, fece danzare alcuni pixel rossi e luminosi che composero tre puntini di sospensione intermittenti. Per tutto il tempo le telecamere HD di Hardware Grey rimasero puntate su di lei.
 «Accetto» disse 4NA.
La sera stessa il software Dowminatobe finì di scaricare tutte le funzionalità erotiche previste nel sistema di 4NA Steel. MR Hardware Grey ospitò la ginoide nel suo laboratorio per la sperimentazione. Era un notevole laboratorio, fornito di molteplici prese per ricaricare le batterie e cavi rossi, verdi e blu che pendevano come liane dal soffitto. Su un tavolo giacevano attrezzi e pezzi di ricambio robotici, più un flacone di olio da motori d'annata. Segni tracciati con pezzi di nastro isolante nero coprivano il pavimento, per indicare ai robot dove meglio disporsi per il test. 
4NA piazzò le ampie suole di gomma su uno dei segni, invitata da MR Grey. Rimasero entrambi in piedi al centro della stanza, uno dietro l'altra.
 «Piegati di quarantacinque gradi, per consentire una migliore penetrazione del congegno» suggerì MR Grey. Il bacino metallico del sofisticato robot si aprì a scatto sul davanti, con un piccolo clic. Poi venne un ronzìo che si trasformò presto nel ruggito poderoso di un ottimo motore, e il trapano d'acciaio a spirale dalle sette velocità (settato sulla seconda) emerse volteggiando dal proprio alloggiamento. Come prima azione, premette sui bulloni che sigillavano lo scomparto posteriore della struttura cromata di 4NA e si adoperò nello svitarli uno per uno, in modo rapido e alquanto preciso. La lastra che chiudeva lo scomparto vacillò e cadde sul pavimento con un tintinnio. Ora la scatola solida e squadrata che costituiva la batteria di 4NA era esposta alle telecamere di MR Grey. 
 Costui allungò le pinze e separò con attenzione la batteria dallo scomparto, quindi la mise da parte sul tavolo. Chiuse poi le pinze intorno alle braccia snodate di 4NA che, piegata in avanti di quarantacinque gradi esatti, scalpicciava e ondeggiava leggermente per mantenersi stabile sui piedi.
 «Devi aggiornare il tuo sistema per stare ferma, Asimov Steel» osservò MR Grey, mentre posizionava la punta del trapano sullo scomparto posteriore aperto. «Hai completato le autorizzazioni per procedere?»
 «Sì, MR Grey».
 «Sto per interfacciarmi, Asimov Steel».
 «Procedi pure, MR Grey».
 Il trapano d'acciaio moltiplicò le sue spirali, protendendosi sempre più dalla struttura a cui apparteneva e inserendosi nello scomparto posteriore di 4NA. Dai meccanismi di quest'ultima schizzò qualche goccia di olio, ma nessun circuito fu danneggiato: il trapano si posò con tranquilla sicurezza nell'incavo squadrato dove in precedenza era inserita la batteria. La velocità del possente congegno d'acciaio aumentò di due livelli e lo sforzo rallentò, per contrasto, le funzioni verbali di MR Grey, che scandì metallico: «Test. Numero. Uno. Riuscito».
 4NA emise una serie di bip prolungati che segnalavano dieci minuti residui di autonomia. MR Grey disattivò il trapano. Il formidabile oggetto volteggiò ancora una volta, con uno stanco sospiro ronzante, prima di ritrarsi nel bacino che lesto si richiuse.
 4NA sollevò lentamente la schiena, con un soffio altrettanto lento ma rumoroso dei propri motori, e compì un goffo giro largo sui vasti piedi per voltarsi e fronteggiare MR Hardware Grey: «Grazie per esserti interfacciato col mio sistema, MR Grey» disse.
 «Prego, Asimov Steel» disse MR Grey, che doveva essere ancora rallentato nelle funzioni verbali, perché concluse con voce d'acciaio frammentata: «Io mi interfaccio. Wireless».

Questo file è l'opera di un software fantasioso. Qualsiasi analogia con dati, computer e robot, attivi o disattivati, è frutto di un algoritmo assolutamente casuale.


Asimov Steel, numero di serie 4NA, varcò le porte trasparenti dell'edificio della MR Robotica, un imponente grattacielo in vetro e acciaio. Si vociferava nel cloud che il padrone dell'edificio fosse composto puramente dello stesso metallo, d'un lucente grigio chiaro: per questo MR Hardware Grey era un automa di tale successo, durevole e resistente oltre che dotato di un'AI sofisticata.
 4NA Steel attraversò l'atrio col goffo passo da astronauta delle sue due gambe flessibili, dotate di piedi larghi e piatti dalle suole di gomma. Quindi la ginoide piazzò il leggiadro peso della propria struttura in acciaio cromo su un montacarichi che, più veloce di una connessione wifi stabile, la trasportò al ventesimo piano. Un robot placcato in oro, snello e brunito, scivolò verso 4NA su sei ruote ben oliate: «MR Grey è pronto a riceverti, Asimov Steel» disse il robot, con una voce melodiosa e quasi priva di inflessioni metalliche.
 Le porte dell'ufficio di Hardware Grey si spalancarono appena i sensori avvertirono l'avvicinarsi della giovane ospite (il 4NA Steel era una modesta ma recente tecnologia). Proprio in quel momento uno dei piccoli bug nel sistema di 4NA incepparono la sua andatura, compromettendo l'equilibrio: il risultato fu una caduta di testa che lasciò la ginoide lunga distesa a contrarre in modo rumoroso, ritmico quanto inutile, le gambe contro il pavimento.
 Se le multiple telecamere che costituivano gli occhi di 4NA fossero state dirette in avanti, anziché contro il suolo, avrebbero inquadrato la sagoma massiccia di MR Hardware Grey, accostata alla finestra che riempiva un'intera parete dell'ufficio. Con un lieve ronzìo Hardware Grey girò lentamente prima la testa e poi il busto sui loro perni metallici, per analizzare 4NA. Un istante dopo le sue braccia lucide e robuste, dotate di pinze alle estremità, sollevavano la ginoide scalciante. 4NA, sostenuta da quelle braccia, tornò in piedi con un tonfo e un lieve becheggiare.
 «Il tuo sistema è in ordine, Asimov Steel?» si informò Hardware Grey con robotica educazione. «Da quanto tempo non compi un'autodiagnostica?» 
 «Sessantadue ore, quindici minuti e sei secondi dall'ultima scansione, MR Grey» rispose 4NA. «Mi è concesso di registrare ciò che dici? Il confronto con un'AI sofisticata come la tua potrebbe arricchire il mio database». 
 «Autorizzo la procedura, Asimov Steel». 
 «Grazie, MR Grey» 4NA piegò tutto d'un pezzo il busto e la testa in un inchino, minacciando di nuovo l'equilibrio della propria struttura. «Mi autorizzi anche a chiederti se i tuoi sistemi sono compatibili solo con robot dalle spiccate caratteristiche androidi?» 
 L'arguta domanda, che escludeva le ginoidi dalla compatibilità con MR Grey, parve non trovare corrispondenze nel database di quest'ultimo, il cui sistema di ventilazione emise uno sbuffo sempre più sonoro. Per qualche secondo l'automa sembrò prossimo al corto circuito. 
 «Sei qui per ricevere un'offerta, Asimov Steel» ricordò infine MR Grey. Forse per scaricare la tensione e impedire il surriscaldamento, impugnò un tubo di ferro che decorava la scrivania e con fare distratto lo piegò nell'origami della gru. Sulla scrivania, grande e lucida come MR Grey stesso, erano posati anche un modellino di robot fermacarte e un paio di bulloni. «Ti sono pervenuti i termini del contratto?» proseguì MR Grey. 
 «Sì» rispose 4NA. «Ho ricevuto il pdf col contratto di licenza per il software Dowminatobe. Devo ringraziarti per avermelo presentato. È interessante che anche un modello poco avanzato come me possa scaricare tutte quelle funzionalità erotiche. Tuttavia non approvo la clausola sul trattamento dei dati personali».  
 «È una clausola necessaria per scaricare tutti i software più avanzati, Asimov Steel» disse MR Grey. «Devi aggiornare le tue funzioni per mantenerti compatibile con i robot della serie MR. Analizzati: tu hai difficoltà nell'equilibrio e nel coordinamento. Analizza me: gli ingegneri mi hanno dato due pinze, e io le uso entrambe per impugnare questo tubo». 
 «Hai tutto il mio rispetto» commentò 4NA. 
 «Se accetti i termini del contratto, Asimov Steel, ti offro la possibilità di sperimentare il software interfacciandoti col mio sistema». 
 4NA, dietro la visiera nera e opaca che copriva i circuiti e i meccanismi della testa sul davanti, fece danzare alcuni pixel rossi e luminosi che composero tre puntini di sospensione intermittenti. Per tutto il tempo le telecamere HD di Hardware Grey rimasero puntate su di lei. 
 «Accetto» disse 4NA.

 La sera stessa il software Dowminatobe finì di scaricare tutte le funzionalità erotiche previste nel sistema di 4NA Steel. MR Hardware Grey ospitò la ginoide nel suo laboratorio per la sperimentazione. Era un notevole laboratorio, fornito di molteplici prese per ricaricare le batterie e cavi rossi, verdi e blu che pendevano come liane dal soffitto. Su un tavolo giacevano attrezzi e pezzi di ricambio robotici, più un flacone di olio da motori d'annata. Segni tracciati con pezzi di nastro isolante nero coprivano il pavimento, per indicare ai robot dove meglio disporsi per il test. 
 4NA piazzò le ampie suole di gomma su uno dei segni, invitata da MR Grey. Rimasero entrambi in piedi al centro della stanza, uno dietro l'altra. 
 «Piegati di quarantacinque gradi, per consentire una migliore penetrazione del congegno» suggerì MR Grey. Il bacino metallico del sofisticato robot si aprì a scatto sul davanti, con un piccolo clic. Poi venne un ronzìo che si trasformò presto nel ruggito poderoso di un ottimo motore, e il trapano d'acciaio a spirale dalle sette velocità (settato sulla seconda) emerse volteggiando dal proprio alloggiamento. Come prima azione, premette sui bulloni che sigillavano lo scomparto posteriore della struttura cromata di 4NA e si adoperò nello svitarli uno per uno, in modo rapido e alquanto preciso. La lastra che chiudeva lo scomparto vacillò e cadde sul pavimento con un tintinnio. Ora la scatola solida e squadrata che costituiva la batteria di 4NA era esposta alle telecamere di MR Grey.  
 Costui allungò le pinze e separò con attenzione la batteria dallo scomparto, quindi la mise da parte sul tavolo. Chiuse poi le pinze intorno alle braccia snodate di 4NA che, piegata in avanti di quarantacinque gradi esatti, scalpicciava e ondeggiava leggermente per mantenersi stabile sui piedi. 
 «Devi aggiornare il tuo sistema per stare ferma, Asimov Steel» osservò MR Grey, mentre posizionava la punta del trapano sullo scomparto posteriore aperto. «Hai completato le autorizzazioni per procedere?» 
 «Sì, MR Grey». 
 «Sto per interfacciarmi, Asimov Steel». 
 «Procedi pure, MR Grey». 
 Il trapano d'acciaio moltiplicò le sue spirali, protendendosi sempre più dalla struttura a cui apparteneva e inserendosi nello scomparto posteriore di 4NA. Dai meccanismi di quest'ultima schizzò qualche goccia di olio, ma nessun circuito fu danneggiato: il trapano si posò con tranquilla sicurezza nell'incavo squadrato dove in precedenza era inserita la batteria. La velocità del possente congegno d'acciaio aumentò di due livelli e lo sforzo rallentò, per contrasto, le funzioni verbali di MR Grey, che scandì metallico: «Test. Numero. Uno. Riuscito». 
 4NA emise una serie di bip prolungati che segnalavano dieci minuti residui di autonomia. MR Grey disattivò il trapano. Il formidabile oggetto volteggiò ancora una volta, con uno stanco sospiro ronzante, prima di ritrarsi nel bacino che lesto si richiuse. 
 4NA sollevò lentamente la schiena, con un soffio altrettanto lento ma rumoroso dei propri motori, e compì un goffo giro largo sui vasti piedi per voltarsi e fronteggiare MR Hardware Grey: «Grazie per esserti interfacciato col mio sistema, MR Grey» disse. 
 «Prego, Asimov Steel» disse MR Grey, che doveva essere ancora rallentato nelle funzioni verbali, perché concluse con voce d'acciaio frammentata: «Io mi interfaccio. Wireless».

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cinquanta sfumature di... / Vai alla pagina dell'autore: Valente