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Autore: Dark prince    29/06/2016    3 recensioni
Movierse.
Stony.
" Mi guardava ferito.
Nel sogno, non ho cercato neanche di bloccare l'emorragia.
Restavo lì, seduto sopra di lui, a godermi la scena, con un sogghigno che non era mio.
un sogghigno che mi ha spaventato. "
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Un lampo squarcia il cielo inondato la stanza di una luce accecante ed improvvisa, illuminando i visi dei presenti che erano immobili nelle loro pose: Sembravano fatti di pietra, pura e rigida pietra che mostravano la loro eterna immobilità.
Nessuno sembrava voler osare fare il primo passo, soprattutto Tony che, da quando era entrato, non aveva staccato gli occhi da dosso a Steve, fronteggiando il suo sguardo come se stessero in una eterna lotta, una lotta fatta di silenzi.
Peter, che sembrava quello più coraggioso dei quattro, si muove appena verso la destra ma inciampa in quella che sembra una bottiglia di vetro, Gin per la precisione, che cade e il rumore fa voltare tutti nella sua direzione.

"Scusate..."
Sembra quasi un pigolio Il tono della sua voce ed era mortificato e si nasconde quasi nel suo angolo, notando Stark guardarlo con particolare rimprovero e lui era ben conscio di essere la causa del suo turbamento.
Perché notava tutto in Tony, tranne la rabbia cieca nei suoi confronti: Peter riusciva a comprendere che era più infastidito e a disagio che arrabbiato.
Ma quel rumore sembra far destare tutti, tanto che Steve compie alcuni passi verso il pianoforte che copriva per metà il corpo di Stark e sembrava una certa barriera per non farlo passare, almeno dal punto di vista del miliardario.
Quest'ultimo scatta con il capo, alzandolo per poter osservare attentamente le mosse del biondo, e si nota palesemente che stringe la prese su i bordi del pianoforte.
"Io non lo farei se fossi in lei, Capitano."

La sua voce.

Nella sua voce c'era sempre quella nota di sarcasmo, anche se cercava di celarlo, ma quando parlava con Steve era sempre così.
E questo irritava lievemente il biondo che continua ad avvicinarsi, senza avere intenzione di fermarsi.
Almeno questa era stata la sua opinione prima di vedere Tony spalancare gli occhi e alzare la mano, puntandogliela contro.
"STAI FERMO"
Aveva urlato.
Questo lo riporta alla battaglia, all'ultima volta che aveva visto Iron Man perché, quella volta, Stark non si era mai tolto il casco o era uscito dalla sua armatura.
"Voglio spiegazioni, Stark."
Ma si era fermato, si era bloccato sul posto quando gli aveva detto quelle parole che trasudavano paura.
"Da quando sei la mia fidanzatina Gelosa, Signor Rogers?"
Cerca di ghignare ma il risultato è una smorfia di rabbia, seguita da movimenti concitati delle sue mani.
"E con te parlo dopo, signorino."
Questa volta il dito è puntato contro a Peter che cerca di nascondersi dietro la figura di Steve, come se stesse facendo finta di non essere lì presente o la causa di quella strana intrusione.

Clint, che è stato nell'ombra tutto quel tempo, cerca di avvicinarsi senza essere visto ma dummy lo nota e si scosta in modo da rovesciare il bicchiere di Martini in testa, facendo sorridere divertito Tony.
Tutto quel giro di parole e di azioni fanno innervosire ulteriormente il capitano anche se resta nella sua posizione sapendo bene che Stark lo teneva sotto controllo.
Li teneva un po' tutti sotto tiro ma non si aspettava di certo che L'arciere forzasse il suo aiutante preferito e questo cade a terra, muovendosi a scatti in modo da potersi alzare da solo, ma questo non riesce al robottino.
Il moro scuote il capo, scostando le mani dal pianoforte dove erano state tutto quel tempo, lasciandole scivolare in basso fino ad incontrare i braccioli della sedia dov'era poggiato, ma queste scendono ancora di più.
I presenti notano solo che stringe qualcosa per via dei muscoli delle braccia, ma non si sarebbero mai aspettato quello che appare ai loro occhi.
Tony avanza.
Ma non sulle sue gambe e nella stanza si diffonde il rumore di ruote ed era un suono lieve, riusciva a risaltare solo perché tutti, perfino il robottino che prima si agitava a terra, si erano fermati nelle parole e nelle azioni.
Sembravano quasi non respirare per come erano immobili.
Steve, il capitano, il grande soldato Rogers non aveva alcun commento o espressione specifica da fare, tutti i suoi pensieri, tutte le sue emozioni si erano come bloccate: Era un automa senza un'anima al momento.

Stark, a capo alto, senza abbassarlo neanche quando incrocia lo sguardo di Rogers, avanza seduto su una sedia a rotelle, come se fosse un vanto che lui la possedesse e gli altri no.
Era una sedia omonima, strano anche solo che non fosse dipinta di rosso per come Tony era fissato con quel colore e che adorava splendere sopra gli altri: C'era un forte contrasto tra lo sguardo di Iron man e la carrozzina senza alcuna nota di rilievo.
Per il momento lui si beava degli sguardi sconvolti e sorpresi dei suoi amici, soprattutto quello di Steve che sembra vacillare perché lo scosta non appena questo è di fronte a lui.
"Sedetevi: Ora papà Tony vi racconterà una storia."
Sorride.
Sorride bastardo lui che stava per infliggere dolore alla persona che ora lo stava guardando e che si era seduto come lui aveva ordinato.
Peter e Clint seguono l'esempio, anche stava tornando già in sé e avevano compreso perché Stark si era rifugiato lì e il più giovane tra i due, si sente uno stupido.
Stupido e in colpa perché aveva osato far del male ad una persona che lo stava aiutando tanto.
Ma le loro menti si sintonizzano tutte sulla voce di Iron man, che parlava tranquillo, volgendo lo sguardo verso la finestra per il momento.
"Un giorno le persone iniziarono ad avere paura dei supereroi: Cosa strana, voi direte ma, hey! E' la vita di tutti i giorni, succede che il buono diventa il cattivo."
Si passa una mano sul viso il moro, notando la barba incolta che erano settimane ormai che non tagliava, ma era parte del suo fascino.

"Uno di questi cavalieri eroici, dall'armatura rossa e sfavillante, ha consigliato ai suoi colleghi di accettare le condizioni imposte dal popolo.
Ma non è stato ascoltato da tutti..."
Fulmineo.
Con uno scatto fulmineo si volta verso Steve che guarda in modo tagliente, mordendosi appena il labbro come a reprimere la voglia di dargli un pugno su quella bella faccia che l'altro si ritrovava.
"Il cavaliere blu ha deciso che non andava bene e ha iniziato una guerra per salvare soprattutto il suo caro amichetto..."
Clint e Peter si ritrovavano a fissare alternativamente i due, palesemente a disagio, soprattutto quando il capitano tenta di fermare Tony, avvicinandosi di qualche passo mala voce,ora arrabbiata e alta del miliardario fa di nuovo immobilizzare tutti e quel racconto dai toni sarcastici finisce com'era iniziato:Da nulla.
Si notava il respiro del moro accelerato, anche se non vi era stato sforzo fisico, non quello almeno, ma il suo viso faceva ben intendere che i suoi istinti omicidi erano saliti alle stelle.
Steve non sembrava più intenzionato a parlare o ribattere, era come disarmato, come quando ha lasciato il suo scudo in quel posto desolato dove ha infuriato una battaglia che ha lasciato una vivida cicatrice direttamente al cuore.

"Come... è successo?"
Gli occhi chiari, cristallini e sinceri di un azzurro dove potevi rischiare di annegare, si incrociano in quelle pozze scure e abissali che erano gli occhi di Tony.
"Perché ho salvato la vita ad un amico in una battaglia che si poteva concludere con un minimo di ragionamento, capitano."
Il biondo vorrebbe tanto ribattere che era reciproca quella risposta, ma il gesto eloquente di Stark,che indica la porta, fa capire che non erano graditi.
"Fuori tutti da casa mia.
ORA!"
Di nuovo la stanza viene violata dalla luce intensa, ma questa volta non di un fulmine: Una delle armature era stata attivata e puntava le mani contro Clint e Steve. Questi non possono fare altro che iniziare ad allontanarsi, portando con sè Peter che continuava a fissare Tony incredulo, che pone resistenza per non uscire e lasciarlo solo.
Di nuovo.

La porta si chiude alle loro spalle, non con forza, ma con rispetto e profonda tristezza.
Ora la figura seduta era rimasta seduta, circondata da ciò che lo confortava e trovava abbastanza ironico che erano oggetti senza sentimento.
In fondo,Tony, era stato sempre pessimo con queste cose superficiali che potevano essere tolte. Almeno a suo personale giudizio.


Le tre figure, con gli abiti umidi per la pioggia, e Martini per Clint visto che il caro aiutante del miliardario ha usato quello come arma impropria, scendono le scale con passo attento quasi fossero fatte di ghiaccio.
Il ragazzino del gruppo continuava a voltarsi indietro, incerto su i suoi passi, desideroso di fare dietro front e tornare in quella camera anche se sarebbe stato trattato male, perché di questo era abbastanza sicuro.
Ma c'era un'altra persona a condividere questo pensiero, solo che continuava a guardare dritto davanti a sè, con passo fermo, in silenzio.
Ma gli tremava il corpo.

Solo una persona attenta si sarebbe accorto di questa particolare cosa.
La casa sembrava ancora più tetra ora, forse questo era dovuto agli avvenimenti accaduti poco fa, disturbando maggiormente gli animi dei presenti che respirano di sollievo quando escono e corrono verso la macchina, che li accoglie come una fortezza sicura.
Clint si rimette alla guida, mentre Peter si stende su i sedili posteriori, dando la schiena ai guidatori, cosa che Steve nota, ma cosa poteva mai dirgli visto che non era neanche lui dell'umore adatto? che non avrebbe neanche trovato le parole giuste per iniziare una qualsiasi discussione.
L'arciere si limita a partire, cercando un posto dove passare quella notte tempestosa e dormire: Sarebbe servito a tutti.


Ci sono state molte cose di cui mi sono pentito.
Eppure ho pochi anni, i quali, la maggior parte, li ho passati congelato in un cubetto di ghiaccio e questo dovrebbe avermi causato qualche trauma contro il freddo o perenne senso di colpa.
Almeno queste sono le parole che dottore mi ha detto dopo aver parlato con me per circa due ore.
Impossibile: Non puoi capire una persona e i suoi problemi restando semplicemente ad ascoltare quello che ti dice spontaneamente.

I segreti più nascosti e intimi sono quelli che rivelano davvero chi siamo e cosa celiamo.
Ma sto divagando, anche mentre sto scrivendo il mio diario personale sto divagando perché ancora non capisco come affrontare questa nuova situazione che mi si è posta.
Forse davvero resto troppo tempo a ponderare le mie scelte, almeno quando non si tratta di dover agire, rischiare la vita o compiere una missione.
Su questo diario dovrei scrivere come mi sento, cosa sto pensando, se mi sento in colpa o meno per gli avvenimenti che accadono attorno me.
... Non funziona.

In questo momento vorrei essere su un campo di battaglia, vorrei combattere, colpire, fare qualcosa di positivo per poter alleviare questo masso sul mio petto!
E' come essere colpito da tanti piccoli aghi: Da soli non fanno male, ma se ti colpiscono tutti all'unisono, sì che il dolore lo senti ed è persistente perché gli aghi si sono conficcati nella tua carne.
Ma questo non mi impedirà di rimediare ai miei errori.
Ho sempre cercato di sistemare quando mi era possibile e quando riuscivo a vedere i miei sbagli.


"Spesso ci ritroviamo a pensare che sia la fine di tutto.
Che ogni legame sia stato reciso.
Che ogni sentimento sia stato spento."
~Clint.
  
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