Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: cin75    30/06/2016    5 recensioni
Dalla storia: “..E so che mi vergognerò a vita anche di questo, ma…” e fece un respiro profondo. “…non era così che mi ero immaginato la prima volta nel tuo letto.” e Jared potè comunque notare un lieve rossore......
“Credimi, anche io mi ero fatto una o due idee su come sarebbe dovuta essere la tua prima volta nel mio letto. E non era certo così!” gli sussurrò amabilmente, mentre gli posava un bacio leggero , appena accennato, sulla bocca...."
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le sere successive, da quella sera, gli “avvicinamenti” tra Jared e Jensen, furono meno informali per loro e più comici per chi li osservava.
Sistematicamente, Jensen usciva dal suo ufficio alle nove e dieci e trovava una posizione strategica per guardare la porta d’entrata ma senza che la cosa sembrasse voluta.
Sistematicamente, quando a volte, le nove e un quarto passavano, Felicia e Jim, vedevano entrare un Jared più affannato e ansimante, che assicuratosi della presenza di Jensen, si dava un contegno e con una riacquistata sicurezza guadagnava il suo solito tavolo.
 
E allora Jensen  prendeva le solite due birre e le posava sul solito tavolo e passava le solite due ore a parlare con Jared. Sarebbe potuto cadere il mondo in quelle due ore, ma quei due non si staccavano gli occhi di dosso.
 
Felicia , a volte si chiedeva che cosa aspettassero a fare il passo successivo. Per una come lei, drogata di storie d’amore, era come essere ferma sulla stessa pagina del libro che stava leggendo. Era come essere ferma su una frase tipo: “…Ed entrarono in camera da letto….”
Stava andando in astinenza!!!
Se quei due non si fossero decisi a fare la loro mossa, aveva avvertito anche Jim, c’avrebbe messo mani lei!
Licenziamento o non licenziamento!!
 
L’impensabile accadde qualche sera dopo.
 

Jared arrivò come al solito verso le nove e un quarto. Non era in ritardo ma era comunque nervoso perchè si era deciso a chiedere a Jensen di uscire. Ufficialmente. Un vero appuntamento e non quel loro solito incontro finto-non finto.
Ma quando entrò nel locale del ragazzo, non lo vide. Pensò che forse Jensen era ancora impegnato nel suo ufficio e così andò al tavolo. Lo avrebbe aspettato lì.
Passarono circa venti minuti e di Jensen nessuna traccia. Quando Felicia gli passò accanto, Jared la chiamò.
“Scusami, Felicia. Ma Jensen non c’è stasera?!”
“O cavolo!, pensavo che ti avesse avvisato. Aspettava dei fornitori allo spaccio sulla Boumont.” lo avvisò la ragazza.
“Sì, lo so. Ma mi aveva detto che alle otto si sarebbe liberato!”
“Alle …otto?!” fece perplessa la ragazza e poi, non convinta si voltò verso Jim e lo richiamò. “Ehi, Jim. A che ora Jensen doveva vedere i fornitori?!”
“Alle cinque , ma alle otto doveva finire, anche perché lo spaccio chiude. Perché, tesoro?!” fece il barista.
Felicia, non rispose ma gli indicò l’orologio. Jim capì e guardò l’orario e il suo sguardo dubbioso, cominciò ad agitare anche Jared.
“Senti, dolcezza, ora lo chiamo. Magari ha avuto guai con quel pezzo da museo con cui si ostina ad andare in giro ed è bloccato da qualche parte.” e così dicendo prese il telefono e chiamò, ma nessuno rispose dall’altro lato.
Felicia e Jared, si avvicinarono al bancone , quando videro Jim prendere il cellulare per chiamare direttamente Jensen e non il numero aziendale.
Niente, ancora.
“Forse non c’è campo o l’altro telefono non….”
“Avete detto sulla Boumont?!” intervenne Jared.
“Sì, lo spaccio è lì.”
“Sentite, non sarà niente. Ma vado a farmi un giro da quelle parti, ok?! Magari è davvero rimasto in panne e il telefono non prende. ” fece sorridendo Jared, che non voleva comunque mettere in allarme i due nuovi amici.
“Ok. Di certo è così!” convenne Jim, vedendo lo sguardo preoccupato della giovane.
 
Jared si mise in macchina e imprecò contro ogni automobilista che faceva un qualcosa di sbagliato o azzardato. Si ritrovò perfino ad odiare furentemente una vecchietta che attraversava troppo lentamente sulle strisce.
Ma quando fu all’angolo della Boumont, chiese ad un passante dove fosse lo spaccio. Gli indicarono il posto e lui decise di proseguire  a piedi. Raggiunse l’ingresso del deposito e constatò che era chiuso.
Parcheggiata dall’altro lato del marciapiede notò la macchina di Jensen. Vi si avvicinò. Chiusa.
Si guardò intorno e non vide nessuno.
Indeciso sul da farsi, chiamò per scrupolo di coscienza ancora il numero di Jensen, quello privato,  mentre tornava alla macchina e mentre tra sé e sé si ripeteva  “Rispondi! Andiamo, rispondi!!”, il trillo di un cellulare lo distrasse.

Chiuse la comunicazione con quello di Jensen e il trillo smise un attimo dopo. Ricompose il numero, lo fece squillare e al secondo squillo che sentì nel suo, uno più concreto risuonò nel vicolo alla sua destra. Era il cellulare di Jensen che squillava a vuoto a causa delle sue chiamate.
Lasciò squillare per capire da dove provenisse e quando fu più all’interno del vicolo, da dietro un cassonetto della spazzatura, sentì provenire dei rumori. Ma più che rumori sembravano gemiti soffusi.
Avanzò ancora, ma per istinto di conservazione e forza dell’abitudine, con una mano tenne il cellulare e con l’altra prese la pistola che portava sotto il giaccone e la mise davanti a lui, puntando però verso il basso, per evitare problemi.
“Chi c’è là? Vieni fuori. Sono della polizia. Non ti faccio niente, ma vieni fuori!” fu l’avvertimento mentre avanzava ancora, ma da quella sorta di nascondiglio tutto ciò che ebbe in risposta fu un altro gemito. Questa volta decisamente più doloroso.
Jared avanzò ancora e solo quando finalmente ebbe la visuale di ciò che il cassonetto nascondeva, il suo cuore perse un battito.
Jensen.
Picchiato a sangue.
Il ragazzo era seduto a terra, con la schiena poggiata tra il muro e il cassonetto che , comunque sia, lo aiutava a sorreggersi. Il suo volto completamente coperto di sangue. Lo zigomo gonfio e tumefatto. Un occhio pesto e già vistosamente livido. Il sopracciglio tagliato e sanguinante. Il labbro inferiore spaccato. Il ragazzo teneva una mano stretta, o almeno ci provava a tenerla stretta, all’addome.

“O mio Dio!! O mio Dio!!” esclamò sentendosi , per la prima volta, in preda al panico.
Jared mise via immediatamente pistola e cellulare e corse accanto al ragazzo.
“Jensen…Jensen…mio Dio!! che ti hanno fatto? Chi è stato?” chiedeva istericamente mentre con il suo fazzoletto cercava di rimediare alla meglio peggio alle ferite del giovane.
Ma Jensen gemette, guardandolo appena. Il dolore che provava era tanto, gli doleva tutto e sapeva che difficilmente avrebbe messo insieme una risposta decente.
“Tranquillo, tranquillo. Ci sono qui io.” fece riprendendo il cellulare. “Ora chiamo un ambulanza e vedrai che…” ma Jensen riuscì a fermargli la mano e fece cenno di no con la testa.
“No…no…niente ospedale….non…non voglio andare…” biascicò facendo ricorso a quelle poche forze che aveva.
“Cosa? Come? Ma sei impazzito? Hai bisogno di cure e io….” si infuriò Jared.
“Noooo!!” ribadì gemendo subito dopo a causa di una fitta al fianco. “Per… favore!” fece poi, guardando Jared negli occhi.

Benchè Jensen fosse ridoto in quel modo, i suoi bellissimi occhi verdi riuscivano comunque a brillare e Jared era perso di quegli occhi. Era per quegli occhi che ogni sera si affaticava a finire il suo lavoro e a correre in quel bar all’angolo.

Così anche se non proprio convinto, guardò le ferite di Jensen. Diede un occhiata al fianco che era solo malconcio e livido e decise di assecondare quella richiesta assurda.
“Ok!Ok! ma tu sta’ calmo. Ora mi allontano per poco. Prendo la macchina e la porto il più vicino possibile.” lo tranquillizzò Jared.
Il poliziotto stava per alzarsi e andare a prendere la macchina, quando Jensen lo afferrò per un polso. Nonostante il suo viso fosse nascosto dal sangue e dai lividi, Jared vide un evidente espressione di supplica.
“Jensen…”
“Non chiamare…nessuno.” Fece ancora.
“Te lo prometto!” promise Jared. Evidentemente Jensen aveva pensato che Jared avrebbe chiamato il 911 non appena si fosse allontanato da lui, ma il modo in cui Jared gli rispose, lo tranquillizzò e allora lo lasciò andare.
Jared corse alla macchina, fece manovra e l’avvicinò il più possibile al vicolo in cui aveva trovato Jensen. Scese di nuovo e corse verso il ragazzo che sembrava sempre più sfinito.
“Sono qui…sono qui, Jensen. Ora, un ultimo sforzo. Aggrappati a me. Ti porto a casa, ok?....ti rimetto in sesto io. Ma tu non devi farmi scherzi. Resta sveglio, Jensen. Resta con me, d’accordo!!” lo incoraggiava Jared , che con gesti gentili ma decisi, lo tirava su, imprecando furiosamente nella sua mente, ogni volta che sentiva Jensen gemere di dolore.
Arrivarono alla macchina, Jared teneva Jensen da sotto un braccio e con difficoltà riuscì ad aprire lo sportello al lato passeggero senza lasciarlo andare.

Lo fece sedere lentamente, contraendo la mascella per la rabbia ad ogni gemito di dolore di Jensen e gli mise la cintura.
Jensen anche se confuso, notò il gesto.
“Non ho…4 anni!” fece sforzandosi di sorridere.
“No, decisamente non hai 4 anni. Ma se mi finisci con la testa fra le gambe mentre guido sarebbe un bel problema.” provò a scherzare il poliziotto.
“Sai, ho conosciuto qualcuno…. che avrebbe dato l’anima perché io…… gli finissi con la testa fra le gambe!” disse senza pensarci. Poi ci pensò e sbuffò. “Oddio…l’ho detto sul serio?!”
“Sì, ma tranquillo. Tanto domani non te lo ricorderai.” Lo rassicurò Jared, anche se non potè nascondere un evidente sorriso.
“Ma tu, sì.” replicò affranto Jensen che si lasciava sistemare la cintura intorno al torace.
“Già!” asserì Jared. “E me la godrò come un pazzo ogni volta che te lo farò ricordare!!” lo provocò, aggiustandogli anche un po’ i vestiti per farlo stare comodo.
Poi per tenerlo sveglio lo stuzzicò ancora o forse no. “E ci sei finito…tra le gambe di quel…qualcuno?!” chiese anche se con un certo imbarazzo.
“Non sono uno …da una botta e via, se è quello… che vuoi sapere!” disse flebilmente appoggiando il capo al poggia testa del sedile.
“Wow! Ho trovato un ragazzo serio!” fece Jared finendo di sistemarlo.
“E’ il tuo giorno sfortunato!” ironizzò Jensen, gemendo appena.
“Tutt’altro. Tutt’altro!”  replicò con un lieve sorriso.

Poi, dopo essersi assicurato che Jensen fosse ben sistemato sul sedile, chiuse lo sportello e andò al posto di guida.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75