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Autore: alessandras03    30/06/2016    4 recensioni
SEQUEL BISBETICA VIZIATA.
Dal Capitolo 1...
"In fondo è l’alba per tutti. E’ l’alba di un nuovo inizio. L’alba che porta con sé la notte, schiarendo il cielo, colei che reca luce e spensieratezza.
E’ questa la mia alba. Guardare avanti e capire che non bisogna fermarsi.
Come il tempo scorre, come la notte passa e arriva il giorno, così i cattivi pensieri svaniscono per dar spazio ad una pace interiore senza limiti. "
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 3

 

Non riesco in nessun modo a prendere sonno. Questa tenda sembra voglia soffocarmi, mi manca l’aria. Ho gli occhi sbarrati ed il respiro affannato. Così nonostante sia in top e pantaloncini esco di lì. Barcollo per qualche istante e poi mi ricompongo. Raggiungo la battigia, mi siedo ed osservo il mare respirando a pieno l’aria mischiata alla salsedine.
Socchiudo le palpebre e scrocchio il collo.

«Dovresti dormire» la voce di Brian è alle mie spalle. Non perde un secondo per sedersi al mio fianco.
Porto le ginocchia al petto e mi volto a fissarlo. «Non ho sonno» mormoro.
«Tu credi che si potrebbe recuperare il tempo perduto a litigare?» La sua voce è rauca.
Mi volto sconvolta a guardarlo fisso negli occhi.
«Sì… insomma ci siamo urlati contro, abbiamo fatto di tutto per odiarci» aggiunge.
Boccheggio. «Io non ti ho mai odiato» sospiro e rivolgo nuovamente gli occhi verso il mare, poi osservo la luna, è piena. «Brian il fatto che tu sia diventato così come sei… non ti autorizza a fare l’innocente» borbotto. «Vi ho guardati negli occhi l’ultima volta che vi ho visti insieme. Tu eri il diavolo in persona e lui avrebbe voluto solo spaccarti la faccia…» balbetto, «non puoi comportarti da Gesù Cristo Redentore» sbotto.
«Tu non accetti il fatto che l’attenzione non è più spostata su di te» il suo tono diventa più aggressivo. Eccolo, il vero Brian.
Rido amaramente. «Forza basta fare la parte della pecora buona, dimmi quello che pensi… dimmelo.» Lo osservo minacciosa.
Lui serra la mascella. «Vuoi sapere che penso?» Fa una pausa. «Penso che io sia la persona più orribile del mondo e tu sia lo stesso.» Parla cauto.
«Perché? Perché amo due persone?» Sbraito mettendomi in piedi.
Lui si alza e mi si para davanti. «Mi ami? Lo ami? Scordaci!» Sputa veleno con occhi pieni di rabbia.
Arriccio il naso e socchiudo le palpebre. «Non sarai tu a dirmi come gestire le mie emozioni, ma stai certo che sarà il mio obiettivo per tutta l’estate» annuisco convinta.
«Perfetto» ringhia, mentre si volta per andare via.
Lo acchiappo da un braccio, attanagliandolo. «Che patto di merda avete fatto?»
Mi guarda di sottecchi. «Non sono affari tuoi, Grace» prende un lungo respiro.
«Diventare pastori?» Ironizzo antipatica.
«Quando ti chiamavo bambina non ho mai sbagliato.» Accenna una risata amara.
Gli lancio uno schiaffo, il suo volto si sposta di pochi millimetri e le sue palpebre si chiudono lentamente. «Non ti permettere mai più» mi guarda attentamente.
«Non sei cambiato per niente, Brian Turner» scandisco perfettamente ogni sillaba.
«Non cambierò mai per te, Grace Elizabeth Stewart» assottiglia lo sguardo e si dilegua, rientrando in tenda.

Prendo dei lunghi respiri e poi getto un urlo di disperazione, stringendo i pugni. Vorrei spaccare tutto.


La mattina dopo sto sistemando i bambini sul bus per ripartire. Chad decide di sedersi al mio fianco, sta sgranocchiando una mela, mentre gli altri stanno cantando.
Sarà Brian a guidare stavolta. Dylan mi passa affianco, abbassa il busto e mi fissa.
«La notte è fatta per riposare» sussurra.
«Ti ci metti anche tu?» Sbotto, ma mi ricompongo ricordandomi da chi sono circondata.
Dylan mi rivolge un’ultima occhiata e poi si pone accanto a Brian.
Siamo partiti.

Per l’intero tragitto Brian non proferisce parola, sembra esser incazzato. Dylan, invece, è più rilassato del solito e con i suoi Ray-Ban osserva il panorama di fuori.
«Tu lo ami» Chad mi richiama con una gomitata, «diglielo» m’intima.
«Chad, lo stavo solo guardando» sorrido accarezzandogli il capo.
«Facciamo un patto» si sistema meglio sul sedile, «quando ti deciderai ti dirò cosa mi ha detto Dylan ieri sera» annuisce.
Il cuore mi scoppia dal petto. Deglutisco. «Piccolo furbetto… ora parli» lo fisso minacciosa.
Abbozza un sorriso malvagio e scuote il capo. «E’ un patto» alza nuovamente la testa.
Lo fisso di sbieco, «e va bene, brutto gnomo cattivo» dico sarcastica. «Quanti anni hai?» Domando curiosa.
«Sette» sorride entusiasta.
Mi ricorda me a quell’età, forse ero dispettosa quasi quanto lui. Ne capivo di più di Emily e Brady, sapevo che tra quei due avrebbe funzionato alla fine, molto alla fine. Chi sa che pensa lui. Magari potrebbe darmi una mano o magari dovrei semplicemente capirlo da sola.


Arrivati a destinazione ci accolgono Beth ed Ethan. La mia amica agita entrambe le braccia appena mi vede scendere dal bus, Chad mi prende subito per mano, ma nel momento in cui Beth mi si getta addosso abbracciandomi, Chad la fulmina.
«Ometto posso spupazzarmi mia sorella?» Si distanzia.
Lui risponde con uno sguardo di superiorità, «solo per stavolta» poi corre dai compagni.
«C’è qualcosa che dovrei sapere?» Chiedo all’orecchio di Beth.
Lei corrucciata mi fissa. «Non pensare male, domani arriva la fidanzata di Ethan» mi smonta tutto.
Ammetto di rimanerci male.
«Abbiamo parlato tutta la notte, mi ha raccontato come si sono conosciuti… ovviamente al liceo» scrolla le spalle, «lei lavora al teatro, sono sempre in tour» annuisce.
«Hmm, va bene» mugugno.
«Non vedevo l’ora che tornassi… devo farti vedere un posto spettacolare» ride e mi trascina con sé via di lì.




POV DYLAN
Sto scaricando dal bus le attrezzature che ci eravamo portati dietro in caso di estrema esigenza. Brian mi sta dando una mano.
«Come mai stanotte eri fuori dalla tenda?» Chiedo mentre faccio forza contro un carico pesante.
Lui non mi guarda. «Pensavo non ci fosse nessuno a fare la guardia fuori.» Dice. «Dylan…» mi richiama ed io mi fermo a fissarlo. «E’ un patto. Io li rispetto.» Mi dà una pacca sulla spalla.
«Allora com’è andata?» Ethan passa il suo braccio intorno al suo collo e sorride.
Nel frattempo però lo osservo di sottecchi, «a te invece?»
«Molto bene» annuisce tranquillo. «Vieni amico, facciamoci un giro» mi porta con sé, lasciando Brian lì da solo, che già se la ride pensando si tratti di Beth.
Camminiamo a vuoto per una manciata di minuti. «Tua sorella» esordisce.
«E’ mia» decreto severo.
Alza le sopracciglia, «sì, no… cioè… pensavo di integrarla nell’attività di nuoto e surf con la sua amica» so che sta sparando cazzate, lo vedo dalla sua espressione confusa e dal suo balbettare continuo.
Improvvisamente sentiamo delle grida, provenire da dietro delle foglie. Ethan, corrucciato, le scosta e ci facciamo entrambi spazio per osservare.
In lontananza notiamo due sagome femminili, nude in mezzo al laghetto, quasi sotto la cascata. Ethan cammina più avanti e scivolando lungo il burrone arriva più sotto. Lo seguo sorreggendomi da un ramo.
«Porca vacca» commenta lui.
Osservo meglio e quando riconosco Beth e Grace sgrano gli occhi. «Eh no!» Esclamo furibondo, mi paro di fronte Ethan che si sta godendo un po’ troppo il panorama.
«Ma Dylan…» si lamenta.
«BETH!» Sbraito a gran voce.
Lei si volta scoppiando a ridere ed agita un braccio per salutarmi. «E’ bellissimo qui» è completamente nuda, sono senza parole. Per non parlare della sua amica con le tette al vento, sotto il getto della cascata.
«ESCI SUBITO DI LI’» continuo ringhiando.
«Che panorama ragazzi» Ethan si è spostato per scrutare meglio la situazione.
Lo fulmino, «ti cavo gli occhi» gli intimo puntandogli l’indice contro.
«Vabbè che non posso guardare tua sorella, ma guarda che bocce quell’altra» si massaggia la fronte e getta dalla bocca dell’aria. «Iperventilazione.»
Socchiudo le palpebre, fingendo che vada tutto bene. Poi mi spoglio della canotta e delle scarpe, per raggiungere entrambe.
«Amico, bellissima idea… siamo entrambi fidanzati… ma io mi prendo la sorella e tu l’altra… che dici?» Lo guardo mentre si sta sfilando i pantaloni.
«Fai un altro passo e finisco in prigione» dico minaccioso. «Le vado immediatamente a tirare fuori di lì.»
«Ehi stronzo, così puoi vedere da vicino» ridacchia dispiaciuto. «E va bene amico, sono un coglione» si gratta il capo, portando le mani sui fianchi. «Ma le riporti qui nude vero?» Urla nuovamente.
Cristo di Dio, gli tapperei la bocca a furia di cazzotti.
«BETH, BETH» ringhio camminando nell’acqua.
Mia sorella nuota da una parte all’altra e se ne frega altamente di me.
«Ma rilassati» dice dall’altra parte.
Rivolgo gli occhi su Grace, che non si preoccupa minimamente di me, poco più distante da lei.
«Il signore mi perdoni» mi ripeto sottovoce mentre osservo le forme perfette di Grace. Ha dei seni perfetti, neanche fossero scolpiti. La pancia è piatta e quei capelli che le ricadono lungo le spalle, la rendono una creatura soprannaturale splendida.
«Non farti prendere con la forza ed esci di lì» sbotto contro mia sorella.
Lei mi alza il dito medio e mi saluta, mentre si avvicina all’altra parte della riva.
«Preferisci che io esca nuda di qui?» Chiede sogghignando.
«Beth perché mi devi fare diventare pazzo?» Tiro due pugni sull’acqua.
«Non stai diventando mica diventando pazzo per me» sorride allusiva.
Sbuffo. «Porca troia» impreco.
«EHI VOI, MA CHE FATE? NON TORNATE? VI RAGGIUNGO? TUTTO APPOSTO?» Ethan è ancora parato lì che osserva.
Dylan, mantieni la calma.
In men che non si dica mi accorgo di Beth che esce dall’acqua e sorreggendosi il seno scappa via.
«BETH» sia io che Grace le urliamo contro.
«La vado a soccorrere io!» Ethan ci saluta agitando le braccia e risale.
«GESU’» grido alzando gli occhi al cielo, poi li sposto su Grace che ‘sta a mollo e si massaggia il volto con entrambe le mani. «E’ ora di uscire» le faccio cenno di seguirmi.
«Comanda la tua ragazza, non me» risponde acidamente.
«Grace, per cortesia, non facciamo cazzate… esci, andiamo» la imploro.
Rimane nella stessa posizione. «Cazzate di che genere, scusa?» Corruga la fronte. «Stai già facendo una cazzata a rimanere qui» mi lancia una frecciatina pesante.
Sbuffo e la raggiungo, la acchiappo da una gamba e me la trascino.
«Coglione, lasciami» si dimena. «Dylan, ma che cazzo vuoi» agita le braccia dentro e fuori dall’acqua. «Non sono nessuno per te» aggiunge aggressiva.
Così la mollo, ma nello stesso istante cammino fino a trovarmi faccia a faccia.
«No, non sei nessuno» boccheggio con respiro affannato.
«E allora vattene» fa cenno con il capo.
Rimango ancora lì a scrutarla negli occhi.
«Vattene come hai fatto l’ultima volta» strizza gli occhi e poi li strofina.
Deglutisco rumorosamente. «Ti brucia vero? Non essere più la principessa sul pisello» commento antipatico.
Ma lei non perde un secondo per scaraventarsi addosso, con tutta la sua mascolinità. Mi si aggrappa all’addome e dopo avermi attanagliato la vita con entrambe le braccia, cerca di spingermi giù. Avverto il contatto con la sua pelle, con la sua intimità, con i suoi seni nudi e Dio solo sa quanta concentrazione e forza di volontà ci voglia per rimanere esattamente così come sono, senza far muovere nessuna e dico nessuna parte del mio corpo. Probabilmente, conoscendola, non lo starà facendo neanche per provocarmi.
Mi tira dai capelli e mi dà pugni sul petto. Poi le blocco i polsi e cerco di distanziarmi.
«Grace sei nuda» le ricordo.
«Credi che mi importi qualcosa?» Domanda scuotendo il capo e fissandomi accigliata.
Rimango perplesso.
«Ti prenderei a schiaffi ugualmente, anche se fossi nelle peggiori condizioni» ammette.
Mi allontano lentamente, «è meglio che io vada» se lo aspettava, non è per niente sorpresa e rimane lì senza preoccuparsene.
Poi quando mi volto, ha entrambe le braccia alzate e le uniche due dita che vedo sono i medi.
«FOTTETEVI, tutti e due» grida.
Solo quando guardo davanti a me, noto Brian.
«Che succede?» Domanda corrucciato.
Scuoto il capo per scrollare l’acqua dai capelli e strizzo i pantaloncini inzuppati. «Cercavo di tirarla fuori dall’acqua» dico.
«Che ti importa? Lasciala fare.» Brian incrocia le braccia al petto.
«Non ho bisogno che me lo ricordi ogni volta Brian, non ho bisogno più di lei» sbotto nervoso.
Brian boccheggia. «Neanche io.»
«Perfetto» risalgo e non mi volto più indietro.

Ed è qui che incrocio la mia fidanzata. Sembra avere l’espressione di una iena, Ethan da dietro mi mima qualcosa del tipo di stare attento, ma tutto si complica quando Grace spunta dalle foglie. E’ ancora nuda. Io non ho parole per descrivere la spudoratezza di questa ragazza.
«Ciao» con nonchalance saluta Alexandra, che ha ancora la bocca spalancata.
Beth corre in aiuto dell’amica e la copre con un telo. «Sei uscita pazza?» Le dice a denti stretti.
«No» Grace risponde alzando le spalle.
«Mi spieghi cortesemente che ci fai tutto bagnato?» Alexandra mi urla contro ed incrocia le braccia al petto. Mi osservo a guardare i presenti. Brian si gratta il capo, Beth e Grace si stanno godendo la scena, mentre Ethan sembra in imbarazzo per tutto.
«Ho recuperato mia sorella che vagava mezza nuda nel laghetto… è lecito o devo chiedere il permesso?» Domando gesticolando.
Sgrana gli occhi, «o forse sei andato a spiare due ragazze che erano per i cavoli loro?»
«Ma sei scema? Spierei mia sorella? Mi hai preso per un maniaco?» Aumento il tono di voce gradualmente. Fra non molto la manderò a farsi fottere, senza pensarci più.
Lei annuisce a mo’ di presa in giro. «E lei chi è? Tua sorella anche?» Indica Grace.
«L’amica di mia sorella!» Esclamo sottolineandolo.
«Scommetto che siete anche cresciuti insieme» assottiglia lo sguardo.
«Alexandra puoi stare tranquilla, Dylan ed io siamo solo amici d’infanzia… lui è innamorato… » Grace si intromette, «di te» conclude annuendo.
Lei tace, finalmente. «Vatti a cambiare immediatamente» gli ordina.
Sbuffo e sospiro. «Smettila con gli ordini» l’avverto furibondo.
«Dylan vai» dice lei seccata.
Così mi dileguo, camminando verso il mio bungalow.




POV BRIAN


Ammetto di aver timore, timore che lui possa fare un passo falso, paura che la troppa distanza che li divide, sia invece un modo come un altro per farli riavvicinare. Qualcosa mi dice che sono fatti per stare insieme, ma poi penso a me e lei, a tutto quello che abbiamo passato, a com’eravamo, a chi era lei con me e sorrido. E’ uscita davanti a tutti completamente nuda. Questa è la mia donna, ribelle, aggressiva, spudorata, che non ha paura delle opinioni altrui, che non si cura degli altri. Ha quegli occhi da diavolo, come i miei. Così simili, così complici, ma lei non può essere più mia. La sfida continua è finita.
Né lui né io l’avremo mai. Questo masochismo non ci renderà felici, ma servirà a non farci scannare. Non è il caso dopo il legame che abbiamo stretto inconsapevolmente.

«E così volete farci credere che siete diventati culo e camicia.»
Mi volto mentre sto per entrare nel mio bungalow e noto Beth, con le mani sui fianchi ed una strana espressione. Al massimo mi ha rivolto la parola per dirmi di ammazzarmi o cose simili, ora invece sembra tranquilla.
«Non vogliamo farvelo credere, è la verità» alzo le spalle.
Lei si massaggia il mento, «se non conoscessi mio fratello penserei che siete due idioti… ma siccome lo conosco sono certa che dietro questa farsa c’è l’idea di tenervi lontano da lei… entrambi» parlotta.
«Beth per cortesia… è acqua passata» sbuffo, roteando gli occhi.
Lei annuisce, «siete due teste di cazzo» abbozza un mezzo sorriso. «Tu vuoi farmi credere che se lei venisse da te a dirti che ti ama e che ha capito di voler te, tu la respingeresti?» Aggrotta la fronte.
«Non è un problema che mi pongo» mormoro sospirando.
«Dovresti.» Ribatte.
Mi dà sui nervi questa situazione.
«Io non credo che Grace sia pronta per scegliere uno di voi… perché mentalmente l’avete stravolta in modo diverso, ma allontanarsi non migliora la cosa» sbotta.
«Forse sì. C’è qualcuno che le fa più male quando la evita… e non sono io» sussurro abbassando il capo e mordendomi il labbro inferiore.
Lei si guarda da una parte all’altra sospirando. «No, Brian. Se Grace avesse amato mio fratello sarebbero stati insieme adesso… e invece come lui è scappato via, sei scappato anche tu… e lei non ha seguito nessuno dei due» mi fa ragionare, «non mi stai simpatico, anzi piuttosto vorrei prenderti a cazzotti fino a farti sanguinare… ma questa è un’altra storia, qui si tratta della mia migliore amica che ama due menomati» annuisce onesta.
Mi scappa un sorriso. «Non farò nulla per farle cambiare idea, Beth… la battaglia è finita.»
«Credo che proverò a convincere Dylan, visto che tu sei un presuntuoso del cazzo. Rovinerò il grande amore con Alexandra» lei accenna delle smorfie di disapprovazione.
«Non so quanto le sia indifferente Alexandra» dico accigliato. In realtà prima che piombasse Grace, andava a gonfie vele tra i due.
Beth scoppia in una fragorosa risata. «Tu non sai come guarda Grace» prova a zittirmi.
«Lo so» il suo tentativo fallisce.
«Ti saluto» Beth indietreggia agitandomi una mano. «Quando entri e sarai a tu per tu con la porta ripetigli quanto sei coglione» sorride beffarda e poi va via.

Rientro e mi poggio alla porta chiudendola con la schiena. Socchiudo le palpebre ed impreco sottovoce.
«Coglione» mormoro.


La sera sono tutti riuniti nel solito falò. Alexandra e Dylan sono in tensione, lei è parecchio distante da lui e dialoga con un altro ragazzo, addetto alla pulizia.
Dylan mangia marshmallow, mentre racconta una storia di terrore ad un gruppetto di bambini , i quali lo stanno ad ascoltare attentamente.
Poi pongo lo sguardo su Beth e Liz, fanno lo stesso con altri bimbi, ma a sentire le risate, suppongo che stiano raccontando una qualche barzelletta.
Così ripenso al lago e decido di allontanarmi, raggiungendo il posticino appartato. Credo che nessuno si sia accorto di me.

Arrivato mi spoglio e completamente nudo mi tuffo. L’acqua è calda e vengo illuminato dal riflesso della luna.
Nuoto avanti e indietro, mi rilasso, socchiudo gli occhi e quasi mi addormento.
Improvvisamente, però, il fruscio dell’acqua interrompe i miei pensieri e quando vedo la sagoma di Alexandra raggiungermi con i seni nudi, sgrano gli occhi.
«Oh ma che fai!» Esclamo basito.
Lei sorride maliziosa e si massaggia entrambi il petto in maniera provocante.
Prendo un lungo respiro ed alzo gli occhi al cielo.
Continua ad avanzare e poi si abbassa al mio livello. Con una mano mi accarezza il la spalla, fino a scendere lungo l’addome. Acchiappa con forza poi il mio membro e lo spinge contro la sua intimità, strofinandolo.
Oh Cristo!
La scanso, «Alexandra, sei pazza?» Domando a denti stretti.
Scocca la lingua sul palato. «Sù, lo so che lo vuoi anche tu… ho voglia di scopare con te da quando quel giorno ti ho visto qui completamente nudo» passa una mano lungo la mia bocca e si aggrappa a me. Il mio corpo è in perfetto contatto con il mio.
Si passa la lingua intorno alle labbra e scoglie i capelli.
«Cosa sarà mai? Dylan non lo verrà mai a sapere…» dice sottovoce.
Mi fa impazzire in modo in cui lei stia premendo contro di me la sua vagina e sto provando ad avere un controllo pazzesco in questo istante.
Così, con uno scatto repentino, la spingo verso di me, portando una mano dietro la sua nuca. Le infilo la lingua in gola senza troppi complimenti e lei ansima. Poi scendo con entrambe le mani lungo i suoi fianchi ed acchiappandola dalle natiche le facilito l’allaccio alla mia vita. Ed è in quell’istante che la penetro e lei geme. Le tappo immediatamente la bocca con una mano e spingo violentemente. Porto il capo indietro mentre mi godo il momento. Ritorno, poi a fissarla negli occhi. Lei sta impazzendo ed io aumento sempre di più le spinte, preso dalla troppa euforia. Poche volte sono stato così aggressivo con una donna, ma questo è lo spirito giusto con persone di questo calibro.

La respingo poco dopo e lei rimane a bocca aperta, ancora troppo eccitata per comprendere che sto per lasciarla lì. Esco dall’acqua e riprendo la mia roba, depositata a riva.
Non mi volto e proseguo per tornare dagli altri. 


 
Angolo autrice. 
Buon pomeriggio! 
Ecco a voi il nuovo capitolo, un bacio... alla prossima. 
  
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