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Autore: MissJB2501    01/07/2016    1 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-POV LIV-

A Seattle in quel periodo faceva più freddo, le foglie avevano cominciato a cadere colorando tutte le strade di rosso, marrone e giallo, non si poteva più uscire senza una felpa, e i caffè diventavano il mio rifugio preferito. Il cielo era quasi sempre ricoperto da nuvole, e in alcuni giorni l'odore pungente della pioggia era fastidioso, anche se l'autunno era una delle mie stagioni preferite. Erano passate alcune settimane dall'incidente, e sembrava che Justin cominciasse ad abituarsi alla sua vita senza Marcus, pareva finalmente capacitarsi che non era tutto perduto e che il suo caro amico avrebbe voluto vederlo felice e sereno. Alcune volte però pareva assentarsi con la mente per alcuni istanti, come se si tuffasse nei ricordi più remoti e non ne volesse più uscire. Passava molto tempo a casa mia, e con le cure speciali di mia madre, era guarito del tutto in poco tempo ed era in forze, ma era evidente che il cuore a guarire ci avrebbe messo più tempo. Non faceva altro che guardare partite di football, erano diventate una sorta di ossessione per lui. Avevamo fatto solo una piccola cosa di diverso in quei giorni, ed era stato andare al lago. Ci avevo messo un po'  a convincerlo, ma ne era valsa davvero la pena, si era svagato e divertito. Avevamo mangiato cibo spazzatura seduti abbracciati sulla riva del lago e ci eravamo coccolati, quasi con la paura di perderci e non ritrovarci. Mi sentì subito meglio quando quella sera mi disse "Vorrei che questo giorno non finisse mai più, è stato uno dei più belli della mia vita. Grazie." ci eravamo distesi sotto il manto di stelle e ci eravamo addormentati lì, come nei film, dove le preoccupazioni e le paure erano scomparsi per un momento lasciando spazio a qualcos'altro, a qualcosa di piacevole. In quel viaggio  avevo promesso delle cose a lui , e lui a me; ero convinta che la nostra relazione fosse diventate una delle più forti sulla faccia della terra, ed era piacevole pensarlo. Quello che Justin non sapeva era che avevo capito quello che aveva in mente, ed ero preoccupata. Sapevo che stava progettando una vendetta, e la cosa mi faceva accartocciare lo stomaco, doveva smetterla di frequentare Charlie, perchè le cose non potevano essere più complicate. Charlie era stato molto d'aiuto in passato, aveva scoperto delle cose importanti, ma aveva una cattiva influenza su Justin, e non ci voleva molto a convincere il mio ragazzo a lanciarsi in operazioni suicide che potevano metterlo anche in pericolo di vita. Parlare con Justin di quello che mi preoccupava era inutile, tanto non mi avrebbe mai ascoltato e mi avrebbe detto di restarne fuori perchè la faccenda non mi riguardava, ma era più forte di me, non riuscivo a restare con le mani in mano dinanzi a queste brutte situazioni e con i brutti presentimenti. La cosa che mi terrorizzava era che ormai, la faccenda con Brenton Foster era diventata una cosa personale, non più qualcosa riguardante soldi sporchi e giochi d'azzardo. Mi tuffai con la testa nel cuscino del divano cercando di scacciare quei pensieri terribili, ma fui costretta ad alzarmi quando qualcuno bussò alla porta. Fui sorpresa di vedere davanti a me Tom "Ehi che cosa ci fai qui?" fu la prima cosa che chiesi quando lo vidi sorridermi "Questa è finita nella cassetta della posta di mia nonna." rispose facendo sventolare una lettera davanti al mio naso, la afferrai "Beh grazie mille." ricambiai il sorriso "Posso entrare? Ho un'altra cosa per te." disse mettendo piede in casa, aggrottai le sopracciglia, che cos'altro poteva avere per me.. "Non fare quella faccia, non è nulla di che." si mise una mano in tasta e ne estrasse un braccialetto di perline verdi davvero molto grazioso "E' molto carino." lo presi e lo analizzai, mi piaceva davvero "Quando l'ho visto mi sei venuta in mente tu, non potevo non prenderlo.. posso mettertelo?" gli porsi un braccio contenta "Grazie, non avresti dovuto." era stato un gesto molto gentile da parte sua "Non preoccuparti, è stata una cosa che mi sono sentito di fare, e poi non è nulla di che- alzò le spalle, si vedeva che era molto a suo agio- adesso devo andare, sono contento che ti sia piaciuto il mio piccolo regalino." mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.

Quella sera i miei genitori erano usciti a cena per passare del tempo insieme come una coppietta, anche perchè mia madre aveva voglia di restare da sola con suo marito. Stavo aspettando Justin, quando lo avevo chiamato mi aveva detto che mi avrebbe fatto compagnia, un po' come quando i miei andarono in viaggio di nozze, solo che non per così tanto tempo. Mi aspettavo di cenare con lui, di mangiare pizza davanti alla tv e di vedere un qualsiasi film come facevamo sempre, ma non andò del tutto così. "Scusa ma ha combinato un vero casino a casa, ho dovuto portarla con me prima che mio padre smettesse di fulminarla con lo sguardo e cominciasse a fare altro." disse Justin rivolgendo un'occhiata alla sorellina ribelle seduta sul divano di casa mia "Non fa niente Justin." risposi sorridendo. Ero sincera, mi faceva piacere che lui avesse portato anche sua sorella, il caratterino di Jazzy mi piaceva davvero parecchio, e non aspettavo altro che i suoi commentini cattivi sul nostro conto. "Credimi sta diventando davvero ingestibile- alzò gli occhi al cielo quando la vide stendere i piedi sul tavolino dinanzi al divano- ha distrutto la sua camera, abbiamo trovato tutto sotto sopra." non mi sorprendeva per niente, si vedeva che era una bella testa calda "Ci sarà stata una ragione, non preoccuparti." lo rassicurai , mi attrasse a se e mi baciò delicatamente  "Avrei preferito una punizione piuttosto che questo, che orrore." trattenni una risata e Justin distolse lo sguardo. Mi avvicinai al divano "Ti va di mangiare qualche biscotto? Mia madre li ha sfornati prima di uscire, sono davvero molto buoni." mi guardò come se fossi stupida "Bieber di alla tua ragazza che non sono una bambina." classico comportamento di una ragazza che aveva avuto una discussione con qualcuno "Liv." mi chiamò Justin, come a voler dire di lasciar perdere perchè avrei solo gettato il fegato "Jazzy noi andiamo di là a mangiare i biscotti, se ti dovesse venire fame e se volessi un po' di compagnia.. sai dove trovarci." Justin ed io entrammo in cucina mano nella mano "Sembravi proprio una mammina dolcissima." mi abbracciò da dietro regalandomi teneri baci sul collo, stavo per rispondere quando.. "Ho litigato con la mia migliore amica." ci voltammo in fretta verso la porta: Jazzy era in lacrime. Mi avvicinai a lei e le misi una mano sulla spalla "Ti va di parlarne?" chiesi amorevole, annuì convinta e si accomodò su una sedia accanto a Justin che aveva l'aria di chi non sapeva che fare e come gestire la situazione, era molto buffo. "Le ho tenuto nascosto che Josh usciva con Jenna alle sue spalle." disse strofinandosi gli occhi, ne io ne Justin sapevamo chi fossero, ma era facile intuirlo "Perchè non le hai detto nulla?" domandai porgendole un biscotto che prese subito "Ero andata a parlare con Josh, gli avevo detto che non poteva continuare così e che avrebbe dovuto dire tutto, ero convinta che lo avrebbe fatto." addentò il biscotto con forza, si vedeva che era molto arrabbiata per quello che era successo "E lui non lo ha fatto giusto? La tua amica ha scoperto quello che nascondeva da qualcun'altro, e scommetto anche che le hanno detto che tu sapevi tutto.. Jazzy mi è successa una cosa molto simile- notai Justin guardarmi e ricordare- devi sapere che molte volte le nostre amiche non capiscono il motivo delle nostre azioni, ed altre volte sono loro stesse a non voler capire le nostre ragioni. Non devi preoccuparti, devi lasciarle del tempo, capirà da sola che tu volevi solo fare la cosa giusta." Jazzy mi prese la mano e me la strinse, il braccialetto di Tom luccicò sotto la luce e Justin lo osservò incuriosito "Tu e la tua amica avete fatto pace?" nella sua voce notavo più sicurezza, e con felicità notai che non piangeva più "Si abbiamo fatto pace." ripensai a Claire e a tutto quello che avevamo passato insieme, a come si era comportata al funerale, rabbrividì. "Grazie Liv mi sento molto meglio." mi diede un bacio sulla guancia e ritornò in salotto. Ero contenta di aver aiutato una persona, avevo fatto la cosa giusta, e forse adesso non mi avrebbe più detestata come prima. "E' adorabile, dove lo hai preso?" Justin aveva uno strano sorrisetto, ero tentata di mentire e tenere nascosta la verità della sua provenienza, ma alla fine cedetti e dissi la verità "Me lo ha regalato Tom." con il tempo avevo capito che mentire non portava assolutamente a niente, e poi non ci vedevo davvero nulla di male in un semplice braccialetto "Tom eh?" Justin ripetè il suo nome come se fosse qualcosa di repellente e irrigidì la mascella "Che film vogliamo guardarci?" cercai di cambiare discorso e distoglierlo da quel pensiero "Perchè questo Tom ti fa regali?" come avevo immaginato avevo fallito nel mio intento, adesso non l'avrebbe fatta finita "Non lo so, è stato solo un gesto gentile. Non è davvero nulla di che Justin." mi alzai e mi avviai in salotto per raggiungere sua sorella e chiederle che film avrebbe voluto vedere "A me non sembra. Ti avevo detto di stare alla larga da lui un milione e mezzo di anni fa." mi rimproverò afferrandomi un braccio "Davvero sei arrabbiato per un braccialetto? Sei davvero arrabbiato per una cosa così stupida? Ecco il bracciale, non lo metterò se ti da così fastidio." tolsi velocemente il braccialetto e lo lanciai sul divano, Jazzy guardava la scena in silenzio "Non è questo il punto Liv, il punto è che io continuo a dirti le cose , ma tu continui a non ascoltarle." urlò rosso in viso "Siamo in due." dissi fredda riferendomi a tutte le volte che gli avevo chiesto di lasciar perdere le cose pericolose e tutto quello che non gli avrebbe portato altro che guai. Scosse la testa avvelenato "Jazzy andiamo." trascinò via con se sua sorella e poi sbattè la porta.

-POV JUSTIN-

"Smettila di correre, non voglio schiantarmi." mi avvertì Jazzy. Le nocche delle mie mani erano bianchissime, segno che stavo stringendo troppo il volante. Mi fermai di botto accorgendomi del semaforo rosso, Jazzy spalancò gli occhi "Sei fuori di testa." urlò stringendo la cintura di sicurezza "Credo che sia una cosa di famiglia, voglio ricordarti che hai distrutto camera tua." dissi aspro accendendo una sigaretta "Papà lo sa che fumi?" la guardai di traverso "Non mi interessa, posso fare quello che voglio." il suo parlare di continuo mi dava su i nervi "Sei un grande idiota. Hai mandato all'aria la tua relazione per una cosa piccola piccola, ti meriti tutti gli applausi del mondo." rise. Cercai di tenere la calma il più possibile "Dici a lei da chi deve stare lontana? Mi meraviglio che non ti abbia mandato a quel paese... ti lamenti che non ti ascolta, ma tu ascolti lei? Da quello che ho capito no, quindi faresti meglio a non incazzarti." si guardò le unghia laccate di nero "Sta zitta Jazzy sto perdendo la pazienza, giuro che non rispondo più delle mie azioni." l'avvisai minaccioso parcheggiando davanti casa "Calmati Rambo- aprì lo sportello e mi guardò- non sarò abbastanza grande da darti un consiglio, ma voglio dirti che Liv è davvero meravigliosa e fai un grande errore a lasciarla andare. Buonanotte Justin, non fare stronzate." la mia sorellina insopportabile che diventava sopportabile.. wow "Spera che papà si sia calmato." risi mettendo in moto. Sospirai facendo marcia indietro, mi sentivo senza forze. Presi il cellulare dalla tasca e guardai l'ora, non era molto tardi. Mi fiondai nel primo bar che vidi lungo la strada, infondo la notte era ancora giovane e non conoscevo nessun altro modo migliore per passarla.

-POV LIV-

Ero immersa nei miei più totali pensieri quando la mia finestra prese a fare rumore, era notte fonda. Era come se qualcuno continuasse a bussare insistentemente, ma quando mi sporsi dal letto per vedere, il mio terrazzo pareva vuoto. Decisi di alzarmi ed andare a controllare anche se ero spaventata, mi sembrava di essere in uno di quei film dell'orrore dove alla fine qualcuno di terrificante spunta sempre dietro di te. Aprì la finestra e con grande felicità non vidi nessuno, sospirai sentendomi davvero molto stupida. Trattenni un grido quando qualcosa mi afferrò la caviglia impedendomi di scappare a nascondermi sotto le coperte, abbassai lo sguardo. "Iniziavo a pensare che non avresti mai a-aperto la finestra. Sto gelando." Justin era seduto contro il muro ed era sbronzo marcio "Justin hai bevuto?" mi abbassai alla sua altezza "No, che cosa te lo fa pensare, sono astemio." cominciò a ridere. Presi il suo braccio e cercai di alzarlo "Shh non devi fare rumore va bene? Adesso entriamo in camera, vado a prenderti un bicchiere d'acqua e poi fai una bella dormita." non sapevo come era arrivato a casa mia, ne come avesse fatto a raggiungere il terrazzo ubriaco com'era "No no prima devo dirti una c-cosa- mi prese il viso tra le mani, aveva un brutto odore di alcol, ma i suoi occhi brillavano come non mai- mi dispiace, certe volte sono proprio uno sciocchino e mi comporto da bambino." scoppiai a ridere, stava delirando "Shh- mi mise un dito davanti al naso- non dobbiamo farci sentire."imitò quello che avevo detto in precedenza, era completamente andato. In un modo o nell'altro riuscì a farlo entrare nella mia stanza e a farlo distendere sul letto "Mi perdoni?" chiese, era così dolce, sembrava un cucciolo smarrito "Si ne parliamo domani." gli accarezzai i capelli morbidi e poi la guancia "Liv." mi chiamò "Mmh." risposi guardandolo "Sei la persona più bella che Dio potesse farmi incontrare." 


   
 
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