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Autore: Alice95_    01/07/2016    4 recensioni
Una giovane Kate Beckett alla ricerca di una notte da dimenticare, si trova davanti a una persona che invece si ricorderà per il resto della vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Sua madre aprì la porta per lui, Alexis non si trovava nei paraggi. Rick ne era stranamente sollevato sentendo che aveva bisogno di riprendersi dalla sensazione che si era creata in lui dopo l’incontro con Kate.

“Richard, vieni dentro”, si chinò per dare un bacio sulla guancia di sua madre e andò dritto verso il soggiorno dell’appartamento di sua madre. “Mi dispiace ma Alexis non è ancora tornata. E’ andata a prendere un gelato con Daphne”.

“Da 8B giusto?” Chiese Rick sedendosi sul divano.

“Si da lui”, Martha confermò, seguendolo e riconoscendo uno sguardo turbato sul suo volto. 

“Richard, stai bene? Sembri un po' strano”.

Prese un profondo respiro, chiuse gli occhi e appoggiò la testa sullo schienale del divano, “Mi sono imbattuto in lei oggi”.

“Chi?” Martha aggrottò le sopracciglia, sedendosi al lato opposto del tavolino.

“Kate”, sospirò.

“La donna che incontrasti in quel bar e con cui hai trascorso una notte di…”, lasciò il resto della frase in sospeso, muovendo la mano in un gesto che voleva dire “sai cosa voglio dire”, “quella con gli occhi tristi?”.

Lui annuì.

“Dove l’hai vista?” Martha sapeva quasi tutto dell’incontro del figlio con la misteriosa Kate. L’aveva incontrata in un bar, ne fu attratto e non riusciva più a dimenticarla. Provò a cercarla, tornò al bar numerose volte sperando di incontrarla però lei non si fece mai viva. E suo figlio non scoprì mai chi era o cosa le fosse successo. 

“Di fronte al dodicesimo distretto. E’ una poliziotta”.

“Oh, questo non è magnifico? Martha conosceva suo figlio, sapere che la sua donna misteriosa era un poliziotto lo avrebbe reso emozionato. “Allora? Vuoi rivederla? Ci hai parlato?”.

“Ha una figlia”, disse come un dato di fatto.

“E questo sarebbe un problema perché?” Sua madre chiese sorpresa.

Lo era? No. Non è quello che gli dava fastidio. Fissando il soffitto cercò di togliersi quella strana sensazione che aveva nello stomaco.

“Richard?” Girò la testa per guardarla.

“No, non è un problema credo. E’ stato tutto così inaspettato”. Non sapeva che altro dire.

“Il fatto che ha una figlia e magari potrebbe avere una relazione con un uomo o che tu l’hai incontrata?”

Rick aggrottò la fronte , non aveva considerato l’ipotesi della relazione con qualcuno. Potrebbe perfino essere sposata.

“Oh Richard, non dirmi che veramente credevi che a lei il mondo si sarebbe fermato durante il minuto che ti ha visto?!” Martha non poteva fare a meno di prenderlo in giro, a volte era troppo arrogante e lo faceva per il suo bene. “Quindi la vedrai di nuovo?” Martha cercò di ottenere nuovamente risposta alla domanda che aveva fatto precedentemente.

“Le ho dato il mio biglietto da visita”.

“E?” Martha alzò gli occhi al cielo, normalmente non aveva bisogno di tirargli fuori ogni singola parola.

“Ha detto che avrebbe chiamato”. Borbottò.

“Quindi questa è una buona notizia, giusto?” Martha si alzò, andò dietro di lui e gli mise una mano sulla spalla.

Però, prima che fosse in grado di rispondere, la porta si aprì e Alexis entrò correndo.

“Hey papà”, cominciò a correre verso di lui prima di atterrargli sul petto.

“Zucca stai diventando un po' troppo pesante per saltare sul tuo vecchio padre in questo modo”, cominciò a farle il solletico, i suoi pensieri erano dimenticati per ora.

“Non sei vecchio papà”, Alexis rise, facendogli a sua volta il solletico.

“No?” Rick rise, alzandosi e mettendosi Alexis sulle spalle.

“No! Papà”, urlò per l’eccitazione. “Che stai facendo?”.

“Ti sto per portare allo Zoo”.

“Veramente?” Alexis cercò di divincolarsi dietro la sua schiena, sorridendo da orecchio a orecchio.

“Potrei mai mentire alla mia unica figlia?” Disse fingendosi scioccato.

“No che non mi mentiresti mai” Alexis sorrise, ma dal suo tono così serio ebbe un tuffo al cuore.

“Va bene, andiamo”, Rick si avvicinò alla porta con Alexis ancora sulle sue spalle. “Grazie per averla guardata” Sorrise a sua madre.

“Ogni volta, lo sai”. Martha sorrise al figlio, Rick sapeva che anche lei amava sua nipote, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. “Siamo ancora d’accordo per la cena di stasera?”.

Rick annuì, “Ti chiamo quando abbiamo finito allo zoo così ci incontriamo al loft”.

Marthà guardò suo figlio e sua nipote percorrere il corridoio e scomparire in ascensore mentre ancora stavano ridendo. Sorridendo a sua volta, chiuse la porta.

 

—————————————————

 

“Dimmelo di nuovo, perchè ti piacciono così tanto?” Rick chiese masticando il suo Hot dog, mentre lui ed Alexis si trovavano di fronte a una scheda di informazioni sugli elefanti allo zoo di Central Park.

“Guardali”, Alexis indicò l’immagine di un elefante, “sono così maestosi, il più grande mammifero del pianeta”.

“Secondo me i leoni sono i più maestosi”, Rick affermò divertito.

“Ma i leoni uccidono. So che è nella loro natura e non sto giudicando”, Rick ridacchiò ma tornò subito serio quando vide Alexis rivolgergli uno sguardo di disapprovazione.

“Scusa”, alzò le mani in segno di scusa.

“Papà, hai la senape su tutte le mani”, lo guardò nuovamente con sguardo di disapprovazione. “Comunque, come stavo dicendo, non sto giudicando, ma gli elefanti sono grandi e delicati. Mi piace questa cosa. In qualche modo sono pacifici. E hanno una femmina leader che comanda il gruppo, pare siano pure intelligenti”.

Il cuore di Rick si gonfiò di orgoglio. Sua figlia era davvero straordinaria anche se i suoi preferiti rimanevano comunque i leoni. Abbassandosi, le posò un bacio affettuoso sulla testa, “Penso che questi siano ottimi motivi. Ma permettimi un avvertimento, facciamo in modo che tua nonna non sappia a proposito della femmina leader del gruppo, potrebbe prenderla nel modo sbagliato”. Ridendo alla sua stessa battuta, provò a prendere in braccio sua figlia che velocemente si divincolò.

“Che schifo papà, stai sporcando la mia maglia di senape”, protestò, arricciando il naso nel modo più adorabile possibile.

“Ooops, scusa. Vado a pulirmi. Torno subito”.

Quando ritornò, Alexis stava ancora studiando la scheda, leggendo a proposito degli ultimi elefanti dello Zoo di Central Park che erano stati trasferiti nel 2000.

“Sei triste che non possiamo più vederli qui?” Chiese, lasciando che le sue mani ora pulite scorressero tra i suoi capelli, sorridendo quando si appoggiò contro di lui.

“No”, scosse la testa, “Vorrei che potessero essere tutti liberi e sicuri”.

Il suo cuore si ruppe un po' alla malinconia della voce della figlia, così le girò intorno e si accovacciò di fronte a lei cercando di alleggerire il suo stato d’animo, “Cosa ne pensi? Noi due un giorno andremo in Africa così potremo vederli nel loro habitat naturale”.

“Può venire anche nonna?”

“Certo, se vuole”, Rick sorrise.

“Okay”, Alexis annuì un po' più felice.

“Solo okay?” Rick aggrottò la fronte, un viaggio in Africa doveva riservare molto più entusiasmo.

“E’ stupendo ma sono triste lo stesso per tutti gli animali che non possono essere liberi”.

“Alexis”, Rick cercò di trovare una spiegazione.

“Lo so che ci sono dei motivi papà, ma questo non significa che mi deve piacere”. Sospirò, prendendogli la mano e tirandolo in avanti, “Possiamo andare a casa adesso?”.

La seguì verso l’uscita e capì ancora di più perché amava così tanto la sua bambina. Prima che nascesse lui pensava di sapere l’amore che poteva provare, ma quando la tenne in braccio per la prima volta, la parola “amore” acquisì un significato completamente nuovo per lui.


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“Quindi come è andata allo zoo?” chiese Martha godendosi gli ultimi morsi del suo dessert e guardando la nipote che era distesa sul pavimento davanti alla tv mentre guardava “Arielle”.

“Beh, non un grande sucesso devo dire” disse Rick sconsolato.

“Perché?” Sua madre aggrottò le sopracciglia.

“Alexis vorrebbe che tutti gli elefanti o probabilmente tutti gli animali fossero liberi e sicuri”.

“Questo è un bel pensiero”, Martha sorrise gentilmente, “ma difficile da raggiungere”.

Rick sospirò, “lo sa pure lei”.

Martha gli accarezzò il ginocchio, “non puoi proteggerla da tutto, bambino. C’è una realtà crudele là fuori e dovrà farci i conti, prima o poi”.

“Lo so, vorrei solo poter tenere tutte le cose brutte lontano da lei”. Guardò sua figlia che si era addormentata davanti al televisore.

“E questo fa di te un gran padre”. Martha sorrise, “Ora prendi tua figlia e portala a letto. Laverò io i piatti”.

“Grazie madre”. Si alzò e gli tornò il sorriso prima di camminare verso la figlia.

Si distese accanto a lei sullo stomaco, imitando la sua posizione sul pavimento e gentilmente la chiamò, “Alexis. Hey Lexi, è tempo di andare a letto”.

Sbadigliò mettendo la testa su di lui, “Non sono stanca”.

Rick ridacchiò, “si vede che non lo sei, vieni zucca, sali”, sussurrò, lasciando strisciare Alexis sulla sua schiena per poi portarla su per le scale.

Quando Alexis si trovò al sicuro sotto le coperte, Rick si sedette sul letto e cominciò ad accarezzarle i capelli.

“Papà? Posso chiederti una cosa?” chiese esitante.

“Tutto quello che vuoi Zucca, lo sai”.

“Ti vuoi sposare di nuovo?”.

Wow, certamente questa domanda non se la aspettava, “Perché lo stai chiedendo?”.

“Il padre di Daphne si sposa di nuovo”, Alexis armeggiava con le sue mani, “e mi chiedevo se…”. La sua voce si fermò prima di formulare la domanda.

“Alexis non so se mi sposerò di nuovo ma ti prometto che non farò niente senza il tuo permesso. Siamo un team, ricordi?”.

Lei annuì, ma vide che c’era qualcos’altro che la stava tormentando.

“Alexis posso vedere che si sta muovendo qualcos’altro nella tua mente. Puoi dirmelo”. Mettendo le sue piccole mani dentro le sue un po' più grandi, le diede una leggere stretta di incoraggiamento.

“Daphne sta anche per avere una nuova sorella”, disse finalmente. “E questo mi ha fatta pensare”.

“Zucca, ti amerò per sempre, lo sai vero? Anche se mi sposerò di nuovo o anche se avrai un fratello o una sorella, ti amerò per sempre. Niente sarà in grado di cambiare questo”.

“Lo so”, mormorò Alexis.

“Ma?” la spronò.

“Se davvero volessi una sorellina o un fratellino?”.

Sicuramente non si aspettava questa cosa.

“Alexis, non ti posso promettere questo tipo di cose”.

“Lo so, volevo solo che lo sapessi”, sorrise timida prima di mettere le sue piccole braccia intorno al suo collo tirandolo giù per un abbraccio. “Nessuna pressione”.

Emise una strana risata dopo quella affermazione, “Buona notte Lexi”.

“Notte papà, ti voglio bene”

“Ti voglio bene anche io. Ora dormi”.

Chiudendo la porta dietro di lui, scese lentamente le scale. Sua figlia aveva veramente chiesto di avere un fratello? Stava ancora scuotendo la testa quando entrò in cucina e qualcosa improvvisamente lo colpì.

“Merda”.

   
 
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