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Autore: Everian Every    02/07/2016    1 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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Corsero fuori dalla stanza di ghiaccio il più in fretta possibile. Rubens e Randor restavano ai lati del gruppo per bloccare gli eventuali attacchi di Gyber che invece era rimasto indietro dopo che il generale lo aveva stordito con un'onda acustica a sorpresa. Ma l'ululato di rabbia dell'ultra antracia si era fatto sentire in brevissimo tempo.
Il soffitto cedeva ad un ritmo pauroso e il corridoio in cui si erano infilati (che tra l'altro era il solo accessibile dalla stanza) sembrava stringersi intorno a loro. Nessuno di loro conosceva incantesimi di teletrasporto abbastanza potenti e che agissero anche in luoghi del tutto sconosciuti come quello. Tutti tranne Randor e Rubens, ma se il secondo era troppo stanco per portarli via in tempo, il primo aveva garantito che "nessuna delle sue magie, ora, era sicura per nessuno di loro", lasciando una sorta di timore nei suoi confronti nei suoi compagni. Dopo aver visto, tra l'altro, la sua potenza e la sua nuova determinazione nessuno era più disposto a riconoscerlo. Era completamente diverso dal solito, timido, impacciato, impaurito Randor Zacaris.
Passarono tra altre sale gigantesche in ghiaccio. Lì le colonne erano integre, ma il potere di Gyber stava infettando tutta l'area. Giganteschi ammassai di quella sostanza bluastra che rappresentava i suoi nuovi, migliori, potenziati buchi neri si stava spandendo sull'acqua solidificata, corrodendo l'ambiente circostante. Dovevano sbrigarsi e cercarono di correre verso il corridoio al lato opposto delle sale di volta in volta in cui un cunicolo terminava. Sembrava che quel posto fosse infinito. Ad un tratto, da uno degli ammassi di buchi neri, il lord apparve. Non portava più la maschera e teneva le fauci spalancate, mostrando le quattro chiostre di denti acuminati su ogni arcata, che scintillavano come schegge di acciaio. Fu come un proiettile, travolse Rubens e lo portò con sé in un altro buco nero. Il gruppo si bloccò di scatto, fissando il punto in cui erano spariti.
La sostanza, che si era spalmata come melma sulla parete orizzontale, era increspata come un lago in cui era stato gettato un sasso. Riemersero da una pozza a qualche metro di distanza, sul soffitto, ma Gyber riuscì a ritirare sotto l'uomo, che fece in tempo a gridare uno strozzato "Correte!"
Gli eroi non se lo fecero ripetere, si misero a scappare verso l'uscita. Una luce li aspettava, finalmente, in fondo a quell'ennesimo corridoio.  L'ultra antracia saettò di nuovo verso di loro da un buco nero che si stava formando in quel momento a lato dell'ingresso. Randor mise le mani in avanti e riuscì a bloccare l'assalto, ma stavolta l'avversario era pronto. Spalancò la bocca nel momento in cui la magia dell'ex-compagno lo tangeva e una forte luce viola si formò tra i denti. Il raggio perforò la barriera e il corpo di Randor con la stessa facilità con cui un compasso perfora un foglio di carta. Il corpo del virus-ombra evaporò nel punto di compatto, lasciando solo un grosso foro sull'addome. I brandelli di materia nerastra di cui era ora composto si bloccarono a mezz'aria, per poi essere risucchiati verso il ragazzo, ricomponendone l'organismo.
"Errore grossolano, affrontarmi così." commentò, prima di unire le mani aperte davanti al muso dell'antracia a velocità super sonica. Sparò a sua volta un raggio, che mandò il lord a sbattere contro un buco nero, facendolo immergere.
L'intera azione si svolse in così poco tempo che fu come se non fosse successo per quasi tutti i presenti, eccezion fatta che per i due contendenti. Rubens emerse con un profondo sospiro da un buco nero, aiutandosi con onde di energia che contrastavano l'attrazione gravitazionale.
"Forza. Per di qua!" gridò, incitando gli altri a seguirlo.
Il gruppo proseguì, sotto gli incessanti attacchi del megalodonte infuriato che si ostinava a mirare a Lelq e a Lucas, ignorando gli altri. Rubens e Randor riuscivano sempre più a fatica a correre e a difendere il gruppo allo stesso tempo, giacché gli attacchi si facevano sempre più violenti ed energici.
Quando finalmente emersero alla luce del giorno, l'edificio crollò del tutto, risucchiato da un gigantesco ammasso blu scurissimo, da cui emerse la figura di Gyber, più imponente e minaccioso che mai.
"Vi trascino in tribunale... Vi ci trascino da cadaveri!" ruggì. Si lanciò all'assalto, trascinandosi dietro la massa blu che gli cingeva il corpo dalla vita in giù come una gigantesca coda mortale. Una luce viola scuro avvolse tutto il suo corpo. La massa gigante, grande quanto una montagna, si sollevò dal suolo come un'onda di marea e si piegò su sé stessa, abbattendosi su di loro.
Randor e Rubens si fecero avanti, imponendo le mani. Kishin ringhiò di rabbia e si decise a contrattaccare, unendo le mani a preghiera e generando il varja che canalizzò nelle immagini di tre grandi occhi verdi che lo circondarono. Lucas e Lelq lo imitarono, l'uno puntando la pistola, l'altro generando fiamme. Litios tramutò le braccia in cannoni a laser. Vincent stette a guardare passivo, con un dito poggiato sul mento. Dz cercò di aprire la bocca per lanciare un raggio atomico, ma rimase indeciso, incapace di fare alcunché, bloccato dal suo dolore. Non avrebbe ferito nessuno dei suoi amici, non ne avrebbe persi più.
Gyber spalancò le fauci e generò luce viola. Il suo raggio e il suo gigantesco buco nero piombarono come un mondo intero sul piccolo gruppo, che diede fondo alle sue energie per resistere, creando una sorta di bolla con i vari attacchi combinati che resistette, venendo però avvolta e scomparendo.
Quando l'onda blu cessò, fu visibile l'antracia lottare brutalmente corpo a corpo con tutti i suoi vecchi amici. Parò un pugno di Litios e gli piegò il braccio, schivando la falce di Shruikan spostando indietro il busto. Diede un colpo di coda a Lelq, catturando con la seconda Vic e lanciandolo a terra. Randor si avvolse di luce viola a sua volta e lo attaccò colpendolo sul volto. L'antracia vacillò, ma per pochi istanti, rispondendo con una gomitata. Lasciò andare Litios che cadde a terra e, con entrambe le mani sparò due raggi in volto a Rubens, mandandolo a gambe all'aria. Venne colpito da Lucas sulla schiena con un doppio pugno ardente; si piegò sulle ginocchia, affaticato, ma, con un colpo di reni, si raddrizzò e diede una testata al biondo. Intanto Randor si era ripreso e gli aveva scagliato due colpi magici. Ne parò uno con un avambraccio, tagliandolo in due, ma l'altro lo centrò in pieno stomaco, facendolo barcollare. Shruikan ne approfittò per intrappolargli una zampa nel sangue nero, mentre Lucas cercava di colpirlo di nuovo sul volto, ma Gyber fu più rapido: afferrò il pugno del leader e lo frantumò, per poi sbatterlo a terra. Rubens gli diede un pugno sul retro del ginocchio, facendolo cadere a terra ansante, ma ancora quello non si arrese, sparando un raggio che fece terra bruciata in un cerchio intorno a lui. Lelq gli sparò con la pistola a pentagramma, mentre Litios lo colpiva con il braccio cannone sulla schiena. L'ultra antracia sputò un grumo di sangue, poggiando le mani al suolo. La sostanza blu iniziò a colare da tutto il suo corpo, parando i colpi, per poi esplodere, travolgendo tutti. Come una saetta, il lord frantumò il sangue nero che lo bloccava e si scagliò contro Randor, fracassandogli la mascella con un pugno, per poi prendere la faccia del Kishin e schiantarla a terra. Rubens fece diradare la sostanza con un'onda sferica, per poi colpire con un pugno alla velocità della luce la schiena dell'antracia, che gridò di dolore, piegandosi a fionda in avanti. Senza crollare a terra, Gyber si diede una spinta con il bacino e colpì con una manata il generale, mandandolo a sbattere contro le macerie dell'edificio di ghiaccio. Parò un altro colpo di Litios e gli diede un pugno in pancia, piegandolo e facendolo svenire. Lucas lo caricò incendiandosi del tutto, venendo però intercettato da una coda dritta in testa, colpito nello stomaco da una frustata dell'altra e poi afferrato per il colletto dagli artigli del mostro, che lo fece schiantare a terra con una forza tale da farlo rimbalzare a terra e, mentre si trovava a mezz'aria, gli sparò contro un raggio che, se lo avesse colpito, lo avrebbe ucciso spazzandogli via testa e buona parte del busto.
Una fiammata blu intercettò l'attacco, obbligando l'ultra antracia a coprirsi gli occhi con un braccio. Una saetta preannunciò l'impatto di una meteora dorata avvolta da fiamme bluastre che si piazzò tra Lucas, steso a terra ansimante, e Gyber, che invece si stava riprendendo in fretta.
"Johara, ora!" gridò una bellissima voce femminile proveniente dal globo di fiamme blu.
Un piccolo tornado di polvere si sollevò dal suolo, attorniando il lord, che provò a liberarsi sparando raggi energetici che però venivano catturati e, in modo ignoto, annichiliti dal vortice.
Fiamme blu si unirono lentamente al vortice, incendiando l'ultra antracia che gridò di dolore. Rubens ne approfittò per alzare debolmente una mano e aggiungere le proprie onde sonore calmanti, mentre Randor usava la sua magia per prosciugare le energie del megalodonte.
Il lord si dimenò per diversi minuti, mettendo alla prova i quattro. Aveva un'energia impressionante. Ma alla fine, la superiorità numerica lo piegò. Smise di muoversi, vinto dalla fatica, e il vortice si placò, lasciandolo discendere dolcemente a terra. Ansimava.
Finalmente, poterono rimirare l'ambiente in cui si trovavano. Si trattava di una infinita distesa di ghiaccio e terra brulla che si perdeva fino all'orizzonte, immutato, similmente al mondo in cui erano prima, l'Oltremondo. Solo che lì la pianura veniva interrotta da improvvisi dislivelli, conche del diametro di centinaia di kilometri, montagne alte fino a svanire nel cielo. Un monte particolarmente alto si innalzava poco lontano lì. Tutt'intorno alla montagna si snodava una gigantesca città che svaniva con la cima rocciosa tra le nubi azzurrine della volta celeste, da cui filtrava la luce innaturale del luogo. La città sembrava quasi un lungo serpente che stritolava la montagna.
"Uff, grazie ad Unlegal..." mormorò Rubens, piegandosi sulle ginocchia.
I ragazzi erano però troppo concentrati sui nuovi arrivati... o meglio, le nuove arrivate, per prestare attenzione a lui o a Gyber. Una era una donna sui trent'anni, dallo sguardo pacato e profondo, serio e reso più penetrante dal suo volto affilato e bianchissimo. Gli occhi socchiusi in uno sguardo languente erano di un azzurro quasi bianco, striato di lillà. Portava i lunghi capelli castani chiaro raccolti in una crocchia. Indossava un corpetto celeste sopra una lunga tunica stretta in vita da una cintura in pelle, entrambe color grigio-marroncino. Stava ritta in piedi, le mani intrecciate dietro la schiena con grazia da ballerina.
L'altra era una ragazza di poco più di diciotto anni. Era decisamente... stupenda. Aveva una pelle dorata che pareva essere più liscia del velluto, lucente e perfetta come metallo, ma al tempo stesso morbida e calda. I suoi occhi erano di un arancione scintillante, senza distinzioni tra sclera, iride o pupilla, mentre i capelli ricordavano una distesa di foglie in autunno, con varie tonalità di arancione, giallo e castano che si mescevano tra loro in un quadro meraviglioso, lasciato libero di incorniciare il volto perfetto e bellissimo della dea. Il fisico era stupendo. Non esagerato in nessun senso, ma delle misure giuste, perfette, idilliche. Portava con eleganza una giacchetta di jeans logora e scolorita, che solo lei riusciva a rendere il capo d'abbigliamento più chic del mondo. Sotto portava una maglietta bianca e dei pantaloni in falsa pelle grigia molto attillati con tanto di scarpe da trekking ai piedi. I pantaloni avevano dei risvolti che lasciavano intravedere le caviglie lisce e perfette. Il suo volto era simile ad un quadro di inestimabile valore, anche con l'espressione dura e austera che la faceva sembrare una soldatessa. Teneva le braccia snelle, coperte dalle maniche aderenti della maglietta fino a poco sotto il gomito, lasciando a due guanti beige l'onore di coprire le sue mani incantevoli e delicate, stese lungo i fianchi, tradendo la sua tensione soprattutto nei pugni stretti.
"Chi è quello splendore?" chiese con la mandibola slogata il Kishin.
"Ehy, non ci pensare proprio, lei è mia, bello." disse categorico Lelq.
"Ehy, ma tu sei occupato! Io invece..." si fece avanti Lucas, lisciandosi i capelli con una mano e sorridendo con un sopracciglio che ondeggiava.
Litios gli diede uno scappellotto. "Lo sei anche tu. E anche io. TUTTAVIA, secondo calcoli molto accurati, è chiaro, palese, oltretutto ovvio che io debba stare con questa venere."
"E perché scusa?" chiese imbronciato Dz.
"Perché sono l'unico abbastanza bello." rispose come fosse la cosa più ovvia l'alienandroide.
Vincent alzò una mano. "Posso dire una cosa?"
"TU STA ZITTO!" gridarono gli altri all'unisono, tornando poi a litigare, mentre le due donne e Rubens si avvicinavano, salutandosi amichevolmente.
"ASPETTATE!" gridò ad un tratto Lucas.
"Che c'è?" chiese Litios contrariato.
"Lascialo perdere e difenditi, robottino! È un altro dei suoi sporchi trucchetti per distrarci!" lo richiamò Shruikan, mettendosi in guardia come un pugile.
"Sul serio, Rubens ce la sta rubando!" riprovò il biondo, indicando i tre.
Rubens, in effetti, aveva iniziato a vezzeggiare la ragazza, facendo arrossire l'altra donna. Però la diretta interessata sbuffava annoiata, alzando gli occhi al cielo.
"Mia cara, cara, CARA Gwenny! Per me è un vero piacere poterti incontrare di nuovo! Vieni! Baciami! Non negarci il nostro destino!" gridò ad un tratto il generale, lanciandosi verso di lei. Ma la ragazza era di un altro avviso. Si scostò di lato e lo lasciò cadere rovinosamente. Lui si rialzò stoicamente e ci riprovò. Lei saltò in aria. Una volta che lui fu faccia a terra, lei gli piombò addosso con i tacchi, schiacciandogli il cranio e facendogli saltare le cervella.
"Non avrai esagerato, sorellina?" chiese perplessa la dama bianca.
"No, che dici. È il solito Rubens, del resto, sfacciato con tutte, in particolar modo con me. L'ho già fatto fuori un centinaio di volte e non l'ho ancora ucciso."
La dama bianca pensò un attimo, poi scrollò le spalle sconsolata. "Penso tu abbia ragione... Comunque, abbiamo altro da fare. Papà ci ha chiesto questo favore e noi dobbiamo farlo al meglio. Ora non ci resta che capire che sia successo al pesce..." disse, indicando alla fine Gyber, ancora a terra ansante con le mani poggiate sull'addome. Teneva gli occhi chiusi e faceva esercizi di respirazione.
"Ehm..." si schiarì la gola Lelq.
Le due si voltarono verso il gruppo di ragazzi. La dama bianca sgranò gli occhi. Quella che Rubens aveva chiamato "Gwenny", invece, si strinse gli occhi con due dita.
"Sai, a volte mi chiedo se sia davvero così positivo essere me." brontolò la ragazza d'oro in un modo assolutamente adorabile che fece schizzare i ragazzi a mille. Litios si diede uno schiaffo, Lelq si inginocchiò e lodò il sole e la luna, Lucas volò verso il cielo e tornò con un pezzo di nuvola intorno al volto a mo' di barba, Shruikan e Donatozzilla si mangiarono le mani a vicenda. Vic aprì la bocca e disse: "Wo."
"S-si... in effetti a volte è svantaggioso... Beh, almeno guarda il lato positivo." balbettò la dama.
"Si? Qual è il lato positivo di essere così bella da mandare in confusione chiunque? Io non vedo lati positivi in una maledizione!" sbottò l'altra alzando lo sguardo offesa.
"Suvvia, maledizione, come sei melodrammatica."
"Si, questa è una vera benedizione! Condividila con me!" esultò Rubens, rigeneratosi, alzandosi di scatto dietro le due donne che gli tirarono un pugno all'unisono, senza guardarlo, facendolo svenire di nuovo.
"Oh beh, senti. Non facciamola durare troppo, ok? Fai quella cosa e... finiamola qui." disse infine la ragazza focosa, roteando una mano.
"Sicura?" chiese premurosamente la dama.
"Si, Johara, ne sono certa."
"Ok, come vuoi! Non scaldarti..." disse Johara "Ma poi non prendertela con me perché ti fa il solletico dappertutto, Gwenn. Questa è una TUA idea."
La dama bianca alzò una mano e una leggera polvere azzurrina si sollevò dal suolo. Era polvere di ghiaccio che avvolse il corpo di Gwenn e la ricoprì dolcemente, come una coperta, facendola letteralmente svanire nel nulla.
"Nascondineve..." mormorò Johara.
I ragazzi videro Gwenn svanire, arrivando a piangere e a battere i pugni sul terreno per il dolore di averla perduta.
"Sono ancora qui, idioti. Sono solo diventata invisibile!" sibilò lei dal nulla.
"Che voce bellissima..." mormorò Dz.
"GWENN, DOVE SEI!?" GRIDAVA LELQ.
"Non potrò... mai più... vivere, senza di lei..." piangeva Lucas carponi sul terreno.
Vic alzò la di nuovo la mano. "Ragazzi, voi siete già tutti impegnati..." mormorò.
Tutti lo fissarono con gli occhi accesi da fiammate e lampi che fecero ammutolire il mietitore.
"Ora basta! Partirò alla ricerca di un incantesimo con cui vederla di nuovo!" gridò ad un tratto Dz, alzando di scatto il braccio.
"Ed io sarò con te!" diede man forte il Kishin, mettendogli una mano sulla spalla.
"Si!" esclamò convinto Daniel saltando in piedi con ritrovata fiducia, mentre Litios si metteva a calcolare le possibilità di riuscita di sì ardua missione. Vincent fece per alzare la mano, ma Johara gliela abbassò, scuotendo la testa, mentre la voce di Gwenn si faceva sentire, intenta a borbottare insulti. Rubens mise una base musicale da film d'avventura e si mise in testa un cappello da cowboy.
"Fino alla fine del mondo ed oltre, ragazzi!" gridò, guidandoli alla volta del magico incantesimo di rivelazione di oggetti invisibili.
Tutti lo seguirono gridando a loro volta: "SIII!"
Fu in quel momento che, sotto gli sguardi allibiti delle due ragazze e gli occhi spenti di Victus, apparve di nuovo Randor. Il ragazzo, scomparso dopo la sconfitta di Gyber, si materializzò in quel momento con aria di disappunto in volto, stendendo le mani per fermarli.
"Voi non andate da nessuna parte." ordinò.
Lelq lo guardò storto. "Ah, no? E cosa ci fai se no, scusa?"
"Forse ci spruzza addosso un po' di fumo." propose con aria strafottente Litios.
"O forse ci guarda male e si mette a piangere, povero piccolo." fece Dz, fingendo di asciugarsi gli occhi come un bambino.
"O forse, più probabilmente, dirò a Rainbow Dash, ad Applejack, a Giuly, a Diana e a Shiro quello che state facendo barra dicendo e che avete fatto barra detto fino a dieci minuti fa." replicò pacato il tecno virus, incrociando le braccia. I cinque si fissarono sudando freddo.
"È stato lui!" esclamarono alla fine, indicandosi a vicenda. Poi si misero a correre a destra e a manca, finendo per sbattere gli uni contro gli altri. Quando si rialzarono avevano assunto tutti la medesima espressione: un sorriso scaltro, occhi chiusi e lievemente corrugati, con tanto di mano stretta sul mento.
"Ora basta scherzare." disse Litios.
"Si, hai ragione, amico mio, abbiamo perso fin troppo tempo!" gli diede corda BlackClaw, mentre Lelq annuiva con forza.
Lucas sollevò la mano, schioccando le dita. "E poi il nostro test è riuscito perfettamente. Abbiamo messo alla prova Randor e abbiamo capito che possiamo fidarci di lui. Complimenti, Randor, sei davvero un grande."
Gli altri annuirono, facendo commenti concordi, mentre Rubens li fissava stupito.
"Ma come? Niente avventura? E come si fa? E poi lei... E poi io... E poi..." balbettava. Vincent gli si mise in parte e gli diede della lievi pacche sulla spalla per consolarlo.
In quel mentre Gyber si mosse, zittendoli tutti.
"Oh, perfetto. E i cretini gli hanno dato il tempo di riprendersi. Grande!" disse stizzita Gwenn, facendo apparire intorno alla sua sagoma invisibile delle meno invisibili e meno amichevoli fiamme arancioni.
"Tranquilla." disse il lord, mettendosi a sedere con le possenti gambe incrociate. Aveva gli occhi chiusi e si stava sistemando la maschera sul muso. "Non ho intenzione di proseguire con lo scontro. Tutto quello di cui ho voglia e bisogno in questo momento è di uscire da questo mondo di merda al più presto, con o senza di loro."
Il silenzio preoccupato si fece gravo di dolore. Quelle parole furono il colpo di grazia al buon cuore di Daniel. Lucas sentì la lacrima solcargli la guancia scavandogli quasi un solco nella pelle da tanto bruciava e stette zitto mentre il vento iniziava a soffiare dalla montagna stretta dal serpente fatto di edifici...
   
 
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