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Autore: CMeli    03/07/2016    1 recensioni
[–Ei Ruka, da quando te esci con delle femmine ahaha?- facendo finta di essere offeso mi diede una sberla sulla schiena e mi disse –ci hanno invitato, hanno detto che gli piacerebbe molto, ti prego vieni con me- mi scrollò pregandomi di andare con lui. Ci riflettei per un po’, non sono fidanzato, per cui, perché no? –e dimmi, sono fighe?- ]
Questo era solo un assaggio di quello che c'è :3
E' la mia prima fanfic, siate cauti per favore. Credo che mi capiteranno degli SPOILER un pò ovunque sorry c:
Genere: Demenziale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIII                              Natsume torna in te!

–Natsume mi senti?.....Natsume. Natsume. Natsume!- gridò Tsubasa. Si girò verso di me –chiama l’infermiera! Natsume non respira più- mi ordinò il senpai. Senza pensarci due volte, corsi più della luce e chiamai l’infermiera più vicina, avvisai anche un gruppo di dottori in pausa caffè e li feci venire in camera dove misero Natsume su una barella e lo ricoverarono. Era grave.
-Dottore, sta bene?- chiesi tra una lacrima e l’altra –adesso si, dopo che lo abbiamo ricoverato con massima urgenza, credo stia bene. Vi devo dare una notizia purtroppo…- disse il dottore riferendosi a me e Tsubasa –credo che questo ragazzo abbia bisogno di una trasfusione di sangue-  disse. Io e Tsubasa ci guardammo con sguardo d’intesa –il signorino Hyūga di che gruppo sanguigno è?- Tsubasa sicuramente non lo sapeva, ma infatti lo sapevo io –gruppo B dottore- dissi fiera di saperlo. Era il minimo per essere la sua ragazza. Il dottore prese dal cassetto della sua scrivania una cartelletta –voi conoscete qualcuno disposto a prestargli mezzo litro di sangue?- mezzo litro? Guardai le mie povere braccia, ma mi ricordai di non essere di gruppo B, nemmeno Tsubasa, ne Hotaru e Ruka –no signore, credo di non conoscere nessuno del suo stesso gruppo disposto a donarglielo- dissi preoccupata, gli serviva del sangue subitissimo –bene, credo di aver trovato qualcuno che fa al caso nostro, per fortuna si trova in questo ospedale, speriamo che accetterà. Scusatemi signori, ma ho da fare- disse per poi alzarsi e portare con se quella cartelletta. Mi rannicchiai nella sedia e rincominciai a piangere pensando a tutti i momenti belli che avevamo passato insieme, anche prima dell’apparizione di Nanami, quella vipera. Tutto ciò che avevamo costruito stava rischiando, anzi aveva già rischiato l’eliminazione totale. Tsubasa mi venne vicino e mi sussurrò che tutto sarebbe andato per il meglio e che Natsume si sarebbe ripreso presto –si ma anche se si riprenderà e tornerà a scuola, sarebbe come se non fosse successo niente!- gridai piangendo, mentre stringevo i pugni. Tutto stava andando a rotoli. L’avevo già perso in partenza –andrà tutto bene vedrai, troveremo una soluzione anche per questo- disse rassicurandomi. Mi sembrava di stare in un incubo seriamente, un incubo che sembrava non finire. Avrei voluto correre da lui e rivelargli nuovamente i miei sentimenti e tutto ciò che provavo per lui. Avrei tanto voluto che non ci fosse andato in quella missione, c’era così bisogno di lui? A proposito della missione, Tsubasa era andato con lui, lui poteva dirmi cosa davvero era successo –Tsubasa, dimmi cos’è successo a Natsume- chiesi prendendogli la mano, lui poteva dirmi cosa realmente era accaduto quel giorno –Mikan, non posso..- disse facendo alzandosi dalla sedia. Io strinsi di più la presa –chi c’era con voi? Chi era il terzo membro della missione?- chiesi perplessa. Non capivo perché non volesse dirmelo, era successo qualcosa di così raccapricciante? –c’era Nanami con noi- disse. Nanami. Dopo quel nome il mio cervello impazzì. Non solo ha quasi rischiato di morire ma lì, in quel momento c’era anche Nanami –bene. Adesso dimmi cosa accidenti è successo. Tsubasa me lo devi. Dimmelo!- gli gridai stringendo sempre di più la presa –okay okay ma piano che mi fai male!- disse. Tolsi la mano, lui si sedette e mi raccontò tutto. Non saltò alcun dettaglio, mi disse anche della ruota bucata dell’auto. Mi raccontò di una fabbrica da cui uscì il proprietario, lo legarono e lo torturarono bruciandolo da Natsume. Mi disse anche dell’inseguimento e dell’alice di Nanami. Ma durante l’inseguimento, quegli “operai”, perché Tsubasa credeva che loro non erano semplici operai, lanciarono una bomba a mano proprio davanti alla macchina e Persona per non doverci andare addosso frenò di colpo, ma a quanto pareva, le macchine indietro spinsero quella di Persona e la bomba purtroppo scoppiò. Persona e lui erano riusciti ad uscire prima dell’esplosione, infatti lui era quasi intatto, invece Persona aveva solo un braccio mal funzionante. Natsume e Nanami invece erano usciti qualche minuto dopo e avevano subito più danni. Questo significava che anche Nanami era in quell’ospedale –Non ho parole….davvero. Dopo quest’incidente non credo che vi facciano fare ancora delle missioni no?- chiesi perplessa –no, in teoria non dovrebbero, ma sono capaci di tutto quelli. Fidati Mikan. L’importante è che te ne resti fuori- come potevo restarne fuori? Sarei andata dalla fonte, in questo caso il preside delle elementari, e gli avrei detto quattro parole su la morte rischiata di tutti e quattro, perché anche Persona nonostante sia un duro, comunque era un essere umano e aveva rischiato la sua vita per una sciocca missione. Dopo aver capito tutto, Tsubasa mi riaccompagnò nei dormitori, dove avrei dovuto dormire per poi fare gli esami la mattina dopo. Non ci pensai minimamente agli esami, anzi non me ne importava niente –buonanotte Mikan-chan♥- disse Tsubasa abbracciandomi e dandomi un bacino sulla testa. Mi svestì e mi sdraiai sul letto. Quella sarebbe stata una notte molto lunga dato che sarei rimasta sveglia. La mattina dopo mi alzai dal letto strofinando gli occhi, mi guardai allo specchio del bagno, sembravo un morto vivente talmente erano grosse le borse sotto agli occhi. Erano tutti arrossati e viola, poi avevo un sonno che manco un ippopotamo avrebbe. Mi vestì e mi preparai per andare al prossimo esame. Pensai a Natsume, mancano solo due giorni di esami per finire l’anno, dato che l’orale l’hanno tolto, ma lui ne aveva fatto solo uno, il primo, perché poi è andato all’ospedale, l’avrebbero sicuramente rimandato e gli avrebbero fatto rifare gli esami. Non avrei mai voluto essere al suo posto, anche se non si meritava quello che gli stava accadendo. Svoltai l’angolo e mi fermai di colpo, c’erano Ruka e Hotaru poco più avanti che si stavano dirigendo verso l’aula. Mi fermai e aspettai che la strada si fece libera. Non volevo che mi vedessero in quello stato, anche perché poi mi avrebbero chiesto che cosa fosse successo. Varcai la soglia della porta e senza guardare gli altri alunni mi sedetti al mio posto –Vedo che Hyūga è ancora assente- disse il professor Jinno sedendosi nella cattedra –vabbe iniziamo- disse. Il signor Narumi passò consegnandoci i fogli, si trattava di inglese, una vera noia. L’ultimo esame sarebbero state le invalsi, quei libretti cui ci sono degli esercizi di logica. L’esame di inglese era praticamente impossibile, non ci capivo nulla, infatti sparai tutto a caso tranne quelle poche cose che sapevo. Dopo l’esame uscì immediatamente e camminai con passo veloce per evitare Ruka e Hotaru –Mikan aspetta!- troppo tardi credo. Continuai a camminare, ma Ruka continuò a chiamarmi, così mi voltai –cos’è successo si può sapere? Perché sei conciata così?- mi chiese guardandomi da testa a piedi, sapevo che sembravo uno zombie ma non me ne importava –sto bene….davvero- dissi facendo un finto sorriso, anche se non potevo proprio permettermi di sorridere –non dirmi bugie, dimmi cos’è successo. Adesso- dopo questa frase di Hotaru, mi misi a piangere come non so che cosa, mi strofinai in continuazione gli occhi, ma proprio non volevano smettere di lacrimare, in quel momento mi sembrava che tutto mi girasse intorno. Ero stressata e preoccupata per Natsume –Natsume…- sospirai stringendo verso di me Hotaru, la stritolai nel vero senso della parola –Natsume cosa?- chiese Ruka preoccupato, nella sua espressione si poteva chiaramente vedere la preoccupazione per il suo migliore amico –non ricorda più….non sa più chi siamo! Natsume….ha perso la memoria…!- dissi continuando a singhiozzare. Ruka e Hotaru mi guardarono scettica. Hotaru mi prese violentemente per un braccio e mi trascinò per tutto il tempo, prese anche Ruka per il braccio e ci dirigemmo verso l’ospedale. Erano entrambi rimasti basiti alla notizia, tanto quanto me. Hotaru spinse la pesante porta in vetro e l’infermiera dietro al banco chiese che cosa volevamo, ad Hotaru è bastato dire nome e cognome, che ci portammo alla camera. Prima di entrare gli venne avvisato che dei suoi amici erano lì, per lui. L’infermiera ci fece entrare pregandoci di essere cauti. Lo vidi di nuovo sdraiato sul letto, con tanti cavi trasparenti dappertutto, aveva già fatto la trasfusione di sangue, mentre io stavo facendo gli esami –Natsume….come…ti senti?- chiese Ruka. Non poteva dimenticarsi di lui, era il suo migliore amico fin da piccoli, non poteva non ricordarsi della sua ombra. Perché Ruka gli voleva così bene che sembrava l’ombra di Natsume, c’è sempre stato per Natsume e ci sarà per sempre per lui. Lui è troppo importante –sto…bene- disse fissandoci tutti. Io continuavo a piangere anche senza volere e Natsume se n’era accorto, e mi fissava –ma voi, chi siete? Perché mi state vicino anche se sono pericoloso?- chiese guardandoci perplesso.
_MY COMMENTc:_
Spero vi piaccia questo capitolo
Photobucket - Video and Image Hosting comprendo di averlo fermato in un brutto momento ma sapete com’è…..SUSPANCEPhotobucket - Video and Image Hosting, dispiace anche a me che abbia perso la memoriaPhotobucket - Video and Image Hosting
Tranquilli, al prossimo capitolo!Photobucket - Video and Image Hosting
   
 
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