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Autore: Sylvie91    03/07/2016    3 recensioni
Sorride triste al pensiero di sua madre che sicuramente la starà maledicendo per la sua testardaggine e intraprendenza, che sicuramente le avrebbe fatto un sermone senza fine vedendola così armata, ritenendola in effetti poco femminile.
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dìs, Frèrin, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Ciao a tutti! Prima di lasciarvi alla storia vi chiedo umilmente scusa.
Scusate il ritardo, ma lo studio non mi lascia pace e il lavoro non aiuta. Non prometto che il prossimo aggiornamento sia presto questo perché dopo un esame parto per Roma per diversi giorni e poi quando torno devo preparare un esame pesantino… quindi boh.
Ringrazio ancora tutti quelli che stanno dietro con pazienza alla storia nonostante la lunga attesa, vi do un bacetto e un abbraccio.
Bisous
syl


Il pranzo di benvenuto si svolge stranamente silenziosamente, ad eccezione della musica di sottofondo delle arpi elfiche che invece di allietare il momento sottolineano l’assenza di Dwalin, Dis e Balin; l’ultimo  si è rinchiuso nelle stanze riservate alla principessa troppo scombussolato per la prematura scomparsa del fratello minore.
Ori guarda sconsolato il piatto di verdure che gli elfi gli hanno propinato, sarebbe quasi tentato di non mangiare se non fosse che Dori sarebbe poi capace di imboccarlo per non offendere troppo la tavola elfica su cui siedono.
Sbuffa alzando lo sguardo verso Fili e Kili anche il loro piatto è quasi pieno e si vede che sono visibilmente preoccupati per la sorte di Dis; Fili come sempre mantiene un certo contegno aspettando che la cena finisca e mangiando lentamente, diversamente da Kili che sembra avere gli occhi già pieni di lacrime trattenute malamente per quanto lucidi.
Qualche volta Kili si gira a guardare lo zio per ottenere un cenno di consenso per alzarsi e raggiungere il proprio mentore innanzi al capezzale della madre, tuttavia le sue speranze sono deluse quando vede Thorin parlare con Elrond della spada trovata nel covo dei troll e guarda il fratello con gli occhi languidi pregandolo quasi ad alzarsi con lui.
Fili lo capisce.
Anche lui vorrebbe correre via da quella tavola troppo stretta e raggiungere la madre per chiederle il suo perdono, alla fine è tutta colpa sua… se fosse stato più attento, se fosse stato più abile e soprattutto se avesse pensato ad un'altra maniera per uccidere il mannaro, ora Dis sarebbe lì con loro a controllare di nuovo le ferite riportate e Dwalin brontolerebbe per la mancanza di carne al convivio.
Invece Fili sente su di sé tutta la colpa e la disperazione per le conseguenze delle sue azioni, se continua così non potrà mai diventare un degno successore di Thorin e non potrà mai essere un buon Re per il suo popolo. È solo un ragazzino, ancora.
-Andrà tutto bene.- arriva sottile la voce di Bilbo a far girare di scatto le teste di Fili e Kili, che rimangono entrambi in silenzio a fissarlo, lo hobbit tossisce un attimo intimidito – Dovete avere fiducia nelle cure elfiche. Dis se la caverà, lo sento.-
-Che cosa ne vuoi sapere tu, hobbit?- ringhia Fili sottovoce, non riuscendo a calmarsi e non riuscendo a capire perché quell’esserino tenta di confortarlo quando lui non c’entra niente con loro.
-Gli elfi non ci aiuteranno.- continua il nano biondo senza staccare il suo sguardo azzurro da Bilbo, che dopo un primo momento di sorpresa per la risposta del principe risponde allo sguardo – E tu Fili che cosa ne sai degli elfi, oltre a quello che ti ha detto Thorin?-
Kili confuso guarda i due alternativamente trovandosi in mezzo, può capire la rabbia del fratello dovuta ai sensi di colpa per quanto successo ma perché indirizzarla verso Bilbo che è stato l’unico che ha cercato di sorreggerli non solo con gli sguardi ma anche a parole.
-Voi due dateci un taglio.- interviene lapidario Gloin con la sua voce bassa e cavernosa –Thorin vi sta guardando.- avvisa accennando con la testa alla tavolata isolata dove siede Thorin con Elrond e Gandalf.
Thorin guarda la schiena del nipote maggiore riconoscendo in lui vecchi atteggiamenti che da giovane teneva soprattutto nei confronti delle persone che cercano di avvicinarlo per confortarlo; ricorda che solo Balin e i suoi fratelli erano capaci di calmarlo quando l’intemperanza superava la ragione.
Il nano guarda di sottecchi Gandalf che dopo un sospiro accenna un segno di consenso, capisce che i nani non vedano l’ora di raggiungere la principessa per sincerarsi del suo stato di salute.
-Elrond, i miei amici sono stanchi dal lungo e pericoloso viaggio. Credo che agognino un meritato risposo.- afferma Gandalf rivolgendosi verso l’elfo che sorride tranquillamente –Certo. Si possono ritarare nelle loro camere se vogliono, come anche  passeggiare e scoprire Imladris. Siete miei ospiti e se avete bisogno basta solo che chiedere.-
-Vi ringrazio per l’ospitalità.- afferma con voce bassa e scura Thorin, nascondendo comunque un certo scontento per il fatto che è stata una scelta di Gandalf di fermarsi dagli elfi e non sua; nonostante la stanchezza sua e della compagnia avrebbe evitato come la morte questa situazione.
Fili e Kili sentendo le parole di Elrond si alzano velocemente dalla panca e dopo un piccolo inchino si allontanano seguiti poi pian piano dagli altri nani, tranne Bilbo che rimane ancora seduto sulla panca diviso da seguire i compagni o se lasciare a loro lo spazio per stare vicino a Balin e a Dis senza troppo intromettersi.
Sa di non essere ancora parte integrante della compagnia e che probabilmente non lo sarà mai, tuttavia Balin non lo ha mai trattato male anzi ha cercato sempre di coinvolgerlo o di distrarlo dalla solitudine che vive pur essendo circondato da tredici nani e si sente anche preoccupato per Dis che subito gli ha dimostrato uno spiraglio di amicizia.
-Dovresti andare da mia sorella.- lo fa sobbalzare una voce bassa e baritonale che riconosce come quella di Thorin; Bilbo si volta verso di lui piano, non si era accorto che tutti se ne sono andati compresi Gandalf e Elrond lasciandoli effettivamente solo loro nella stanza.
-Dopo dovrò parlare con lei in privato. E non vi lascerò entrare nella sua camera.- afferma lapidario Thorin dirigendosi verso l’uscita dando le spalle a Bilbo che dopo un attimo di sorpresa prende coraggio –Mi dispiace.-
-Perché dovresti?- domanda Thorin ringhiando e girandosi di scatto verso lo hobbit –Non conosci mia sorella. Non conosci Dwalin. Non conosci nessuno di noi per doverti preoccupare.-
Bilbo a queste parole si trova all’inizio spiazzato, ma quella nota di disprezzo che sente nella voce di Thorin lo fa in qualche modo scattare –E’ necessario conoscere una persona per volere il suo bene? È necessario che io abbia vissuto con Dwalin e Dis per piangere per loro? Credi che perché non ricevo segni di apprezzamento da voi, io non vi apprezzi? No. Credo che dopo mesi di viaggio posso dispiacermi per la scomparsa, spero temporanea, di Dwalin. Credo che per le parole scambiate ieri con tua sorella, io abbia il diritto di assicurarmi che lei stia bene e credo che voi potete buttarmi sulle spalle tutto il disprezzo che volete e comunque io non smetterei di stimarvi.-
Thorin rimane un attimo interdetto alle parole di Bilbo, in primo luogo non avrebbe mai pensato che quell’esserino avesse il coraggio di rispondergli in tal modo e con tanta veemenza, in secondo luogo si trova a pensare che ha ragione per quanto riguarda Dwalin e Dis;  si rende conto che forse si sta sbagliando nei confronti di quell’ometto, c’è qualcosa di nascosto che brilla nei suoi occhi e che in qualche modo non vede l’ora di scoprire se si tratta di rabbia o qualcos’altro.
-E’ meglio che tu vada allora.- conclude Thorin scostandosi dalla porta di uscita per far passare Bilbo, che non aspetta un attimo per togliersi da quella situazione per nascondere le sue guance arrossate dopo aver visto quel sorrisino appena tirato illuminare il viso del nano dopo l’iniziale sorpresa di lui.
 
Quei tuoni non tanto lontani che fino a poco fa spaventavano Fili e che lo facevano piangere, non si fanno più sentire, solo lo scroscio della pioggia sente mentre le sue mani corrono lungo le sue cosce accarezzandole e la sua bocca sembra volerle mangiare il collo.
Come sono arrivati a ciò, come si è potuto riaccendere quello che pensava di aver con fatica spento.
E lì seduta sul tavolo non riesce a negare quelle attenzioni, volendole sempre di più, volendo sentire lui perdersi dentro di sì; sapendo che domani se ne pentirà e mentre sente che lui si fa spazio tra le sue gambe incrocia i suoi occhi azzurri e sa che il passato non l’ha mai dimenticato né lei né lui.
Dis si sveglia di scatto, trovandosi su un letto a lei sconosciuto e sente il suo sudore su quelle che sono delle lenzuola di lino bianco; si ricorda di essere stata ferita e si tasta il petto sentendo ancora un poco di dolore ma comunque sopportabile.
-Ti sei svegliata, Dis.- la distrae la voce di Balin seduto su una poltrona vicina al letto –E’ bello che almeno tu stia bene.-
-Almeno io?- chiede allarmata Dis –Chi sta male?… Io non ricordo.- afferma spaventata guardando con occhi languidi il suo vecchio mentore.
-Dwalin è scomparso.- risponde Balin sedendosi sul letto e prendendo una mano della principessa –E’ uscito dal nascondiglio per salvare te e Fili.-
Dis lo guarda sbalordita coprendosi con la mano la bocca per soffocare gli singhiozzi, mentre le lacrime scendono piano a rigarle le guance per essere poi pian piano asciugate dalle mani un po’ ruvide di Balin che la stringe in un abbraccio.
 
Nel corridoio fuori dalla stanza di Dis seduto sul pavimento con gli occhi chiusi e intento a massaggiarsi la barba lentamente, Balin pensa tristemente alle pochissime possibilità di rivedere suo fratello ancora vivo anche se c’è un minimo di speranza per il fatto che gli elfi non hanno ritrovato alcun corpo.
Dwalin è sopravvissuto a situazioni estreme, è uno dei guerrieri migliori e un figlio di Durin, sa che resisterebbe con onore alle torture, anzi morirebbe sotto le torture degli orchi pur di dire una parola capace di rompere la segretezza del viaggio.
-Balin.- lo chiama Thorin, notando che il suo vecchio mentore non risponde al suo richiamo continua –Dovresti andare a riposare, dopo la cena ho bisogno del tuo aiuto.-
Il vecchio nano sospira tristemente –Avresti anche ragione Thorin, ma non riuscirei a chiudere occhio. Fortunatamente Dis sta già meglio e tutto il resto della compagnia si è riunita nella sua camera.-
-Ritroveremo Dwalin, Balin te lo prometto.- afferma fermo Thorin –Non entreremo a Erebor senza di lui.-
-No. Lui vorrebbe che andassimo avanti.- si alza piano Balin per poi essere aiutato dall’allievo quando comincia a barcollare stancamente –Questa avventura mi sta rendendo sempre più vecchio Thorin.-
-Balin non dire sciocchezze. Tutti noi abbiamo bisogno di te, altrimenti chi potrebbe farmi da voce della ragione.- scherza Thorin aiutando Balin prendendolo da sotto la spalla – Ti accompagno nelle nostre stanze.-
-Beh non sei più giovanissimo Thorin e dopo tutti questi anni dovresti aver imparato come raffreddare la tua testa calda.- accenna un sorriso Balin –Devo dire che Fili sa controllarsi più di te, è Kili che ti assomiglia talvolta.-
Thorin alle parole di Balin gli viene in  mente la lettera di Dis in cui si citano i ragazzi, stringe le labbra seccato insicuro se consegnare quella lettera a Balin o a Dis, insicuro se parlarne già ora con Balin sperando che lui gli possa dare una sua impressione.
-Ragazzo, cosa c’è? Conosco bene quello sguardo serio.- afferma Balin con un sorriso, mentre Thorin apre la porta della stanza del mentore.
-Elrond mi ha consegnato una lettera mentre cercavano Dwalin, sicuramente la teneva lui e la scrittura è di Dis.- risponde Thorin con voce ferma e seria, lasciando che Balin si sedesse sul letto prima di passargli lo scritto.
Balin incuriosito la apre e comincia la lettura, ritrovandosi a trovare diverse risposte a domande che per anni non hanno avuto alcuna soluzione, riuscendo a sistemare quello che era un puzzle di cui era convinto di non trovare tutti i pezzi.
Finalmente ha capito perché suo fratello ha deciso di allontanarsi dagli Ered Luin silenziosamente e velocemente, anche se ancora rimane in dubbio su quale sia la vera ragione della rottura tra Dis e Dwalin; solo un cieco non poteva notare ciò che li legava, e fortunatamente quel cieco era Thorin, tuttavia ci deve essere qualcosa in più e il fatto che Dis voglia proteggere Kili gli fa sorgere un dubbio di non poco spessore.
Guarda un attimo Thorin che aspetta un suo giudizio o una sua impressione, ma non deve essere a lui a dare una spiegazione di questa lettera dopotutto.
-Dovresti parlare con Dis.- afferma Balin ripiegando la lettera e riconsegnandola a Thorin che la rimette in tasca con un sospiro –Ero sicuro di riuscire ad avere qualche impressione da te.-
-Mi dispiace, ma credo che non dovresti avere spiegazioni da me, soprattutto perché le mie sono solo ipotesi.- spiega Balin distendendosi sul letto –Una cosa Thorin, qualsiasi cosa Dis dirà tieni in mente che non cambia niente.-
Thorin aggrotta le sopracciglia non riuscendo a capire le parole di Balin, un po’ deluso dalla risposta ma comprendendo la delicatezza di Balin di non toccare fatti che non lo riguardano –Ti lascio riposare Balin.- afferma prima di uscire dalla stanza del mentore chiudendo la porta per dirigersi verso la stanza della sorella.
   
 
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