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Autore: KiarettaScrittrice92    03/07/2016    3 recensioni
Dopo la conclusione della prima stagione, mi sono finalmente decisa a scrivere e pubblicare la mia prima long su questo fandom...
Avviso che ovviamente se mai la serie continuerà la mia storia non avrà più nulla a che fare con gli avvenimenti che accadranno dopo la comparsa di Volpina.
Questa storia perciò la potete considerare come un seguito alternativo che mi sono immaginata io, oppure semplicemente come una fic in più da leggere che spero vi emozionerà.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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La fiducia

La ragazza era in ginocchio, seduta sui talloni, quella posizione era alquanto scomoda e, nonostante il cuscino rosso che separava le sue gambe dal pavimento, le ginocchia le facevano male. Non era da tanto che era seduta lì, ma forse perché quel giorno era più nervosa del solito, il fastidio era insopportabile.
Per questo motivo fu sollevata, quando si alzò in piedi, abbandonando il duro pavimento in legno, se non per poggiarvi i piedi.
«Allora tornerò domani con Chat Noir.» disse sorridendo all’anziano cinese con la camicia rossa a fiori.
«Siete una squadra, ricordatelo. Non devono esistere segreti tra voi, soprattutto sui vostri nemici!» le disse lui mettendo mano sul bastone e alzandosi a sua volta, lasciando la ragazza un po’ stupita da quel consiglio.
«Anche la nostra identità? Insomma io sapevo che le nostre identità dovevano rimanere segrete…» disse, precisando la sua domanda.
L’uomo le sorrise benevolo, come se comprendesse bene il suo dubbio, dopodiché si avvicinò a lei, con il suo passo lento e tranquillo, e le poggio una mano sulla spalla. Era più basso di lei e per fare quel gesto dovette allungare il braccio.
«Mia cara ragazza, quel segreto è solo tuo: sta a te decidere se dirglielo o no. La tua identità da super eroina deve rimanere segreta per il bene di chi difendi e perché molti non capirebbero la tua responsabilità. Chat Noir ha i tuoi stessi segreti e le tue stesse responsabilità, quindi può comprendere. Sei tu che devi decidere se porre la tua fiducia in lui o no.» disse accompagnandola alla porta.
Non sapendo cosa rispondere, si congedò dall’anziano con un saluto educato, per poi uscire dal centro massaggi, ma quelle parole le sconvolsero i pensieri. Avrebbe potuto confidarsi davvero con Chat Noir? Il maestro Fu lo conosceva bene? Sapeva della sua sfrontatezza, della sua impulsività, della sua indole a prendere tutto alla leggera? Beh, se gli aveva dato il Miraculous doveva sapere qualcosa di lui che lei non sapeva. Insomma lo stesso Chat Noir l’aveva sempre difesa, sia quando era Ladybug, che quando era rimasta Marinette. Si era ferito per lei, ed era sicura che l’avrebbe rifatto per salvarle la vita, anche a costo di rischiare la sua. Forse meritava la sua piena fiducia.
Eppure qualcosa la frenava ancora: l’eroe in nero aveva iniziato a fare avance a Marinette, forse perché respinto da Ladybug o forse perché nella sua indole. Come l’avrebbe presa scoprendo che l’eroina in rosso e Marinette erano la stessa persona?

 

Il ragazzo sospirò esausto sedendosi sulla panchina, finalmente aveva finito il servizio fotografico.
Gli occhi chiusi, le braccia appoggiate alla spalliera e il vento tra i capelli. Se lo meritava un po’ di relax, dopo una mattinata intera di lavoro, una mattinata che avrebbe potuto passare in compagnia di Marinette e pensare al progetto scolastico. Invece no: quella stessa mattina Nathalie era arrivata in sala da pranzo, durante la sua colazione, ricordandogli che quel giorno aveva il servizio fotografico per la rivista Vogue, e tutti i suoi piani della giornata saltarono.
Lo staff stava smantellando il set che era stato montato al parco, sentiva ancora il vociare delle persone che sistemavano tutto nel furgone, finché i toni non si fecero più accessi all’improvviso. 
Adrien aprì gli occhi di colpo, tanto che ci mise un po’ a mettere a fuoco. 
Qualcuno aveva versato l’enorme trousse della truccatrice, che aveva iniziato ad inveire contro i poveri assistenti del fotografo.
Il giovane modello si alzò dirigendosi sul luogo dove poco prima stava posando per l’obbiettivo, per dare una mano a Michelle a raccogliere ciò che era sopravvissuto alla caduta, quando qualcosa gli passò vicino all’orecchio sinistro superandolo.
Il ragazzo riconobbe subito l’essere: una farfalla nera, dall’aura viola che stava volando proprio nella direzione della sua truccatrice.
«Michelle!» urlò, ma fu troppo tardi, la piccola farfalla si posò su un pennello da contouring che stava raccogliendo ed in poco tempo, la donna fu avvolta da un’aura nera che la trasformò in un nuovo nemico.
Imprecando fra i denti il ragazzo si allontanò, per poi nascondersi dietro un’albero e scostare la camicia dal petto.
«Plagg, dobbiamo intervenire, subito!» disse, quando la testolina nera del kwami apparve.
«Se proprio dobbiamo…» fece lui con tono rassegnato.
«Plagg, trasformami!» disse deciso il ragazzo.

 

Si era trasformata per arrivare in fretta a casa, ma non avrebbe mai pensato che prima ancora di atterrare sul suo terrazzino, il suo yo-yo avrebbe suonato.
«Chat che succede?» chiese vedendo dallo schermo il volto mascherato del suo partner.
«Avrei bisogno di un aiutino al parco, che ne dici di fare un salto coccinellina?» domandò lui con il suo solito tono tranquillo.
La ragazza sospirò, poi rispose affermativamente e chiuse la chiamata, facendo dietrofront e dirigendosi verso il parco.
Quando arrivò, Chat stava evitando e parando colpi a distanza di quella che sembrava il nemico. Era una donna con uno strano vestito di un rosso acceso e con il viso bianco truccato perfettamente, in mano teneva un’enorme pennello per il trucco.
Atterrò vicino al compagno e chiese subito cosa stesse succedendo, anche se la situazione era evidente.
«Credo sia la truccatrice di Adrien Agreste, fino a poco fa stavano facendo un servizio qui al parco.» disse evitando un altro colpo, intanto lei aveva tirato di nuovo fuori la sua arma, facendola roteare.
«Dov’è adesso Adrien?» chiese guardandosi intorno nervosa.
«Non c’è. – rispose velocemente lui – L’ho visto andare via poco fa… È una mia impressione o ultimamente ti preoccupi troppo per Agreste junior?» chiese con il suo solito tono malizioso e a quella domanda Ladybug si sentì avvampare, sicura che le sue guance fossero diventate dello stesso colore della sua maschera.
«Invece di dire cretinate, perché non me la tieni impegnata mentre uso il Lucky Charm?»
«Agli ordini!» rispose, per poi avvicinarsi alla donna akumatizzata, lasciandola indietro.
Rimase qualche momento a guardare il corpo sinuoso del ragazzo gatto combattere contro il nemico, mentre quella maledetta sensazione di attrazione le attraversò nuovamente la testa. Appena se ne accorse scosse il capo, tra l’imbarazzo ed il disgusto per i suoi stessi sentimenti.
«Lucky Charm!» urlò subito dopo, lanciando lo yo-yo in aria e in un attimo tra le sue mani cadde una lattina di soda.

 

«Chat, spostati!» sentì urlare dalla sua lady e lui obbedì, senza discutere, facendo un balzo e allontanadosi da Michelle appena in tempo per non essere bagnato da uno schizzo di soda.
Ladybug aveva in mano il Lucky Charm, una lattina che probabilmente poco prima aveva agitato, e stava finendo di spruzzare il contenuto proprio in faccia alla truccatrice: questa, alterata, aveva mollato il suo pennello e si era portata le mani al volto.
Il giovane, approfittando dell’occasione, si lanciò sull’arma, per poi afferrarla e lanciarla alla compagna. 
La vide prendere al volo il pennello per il trucco e sbatterlo violentemente a terra, spezzandolo. Da esso uscì la stessa farfalla nera che poco prima gli era passata accanto, ebbe appena il tempo di seguirla con lo sguardo per un paio di secondi, non di più, che la sua compagna la catturò, purificandola.
«Ciao ciao, farfallina!» disse facendola uscire di nuovo, questa volta bianca e candida.
Subito dopo la vide lanciare la lattina, ormai vuota al cielo, urlando quelle due parole magiche.
«Miraculous Ladybug!»
Era davvero una magia per lui: ogni gesto, ogni movimento, ogni parola. Il corpo sinuoso avvolto nella tuta rossa che si fletteva, le labbra chiare che emettevano quei suoni melodiosi, i capelli corvini che ondeggiavano un po’ nei loro codini. Tutto in lei, in quei suoi gesti, lo eccitava, lo faceva sentire bene, sin dal primo giorno che l’aveva vista farlo. Non si sarebbe stancato mai di vederla fare quei gesti, mai. Era follemente innamorato di lei ed ogni giorno che passava ne era sempre più sicuro.
Il suo anello segnalò che gli mancavano solo due minuti: aveva usato il Cataclisma prima che arrivasse Ladybug ed ora doveva scappare.
«Mi sa che il mio tempo sta per finire, ci vediamo alla prossima my lady.» la salutò, tirando fuori la sua arma che stava già per allungare, in modo da balzare oltre il cancello del parco, quando la sua voce lo fermò.
«Chat Noir aspetta! – si voltò di nuovo verso di lei, aspettando che proseguisse – Domani pomeriggio, alle 15, fatti trovare qui!» disse lei tutto d’un fiato.
Rimase per un attimo stupito, poi si avvicinò a lei con tono galante.
«Vuoi stare sola con me, my lady?» gli uscì di getto.
«Scemo! – lo rimproverò allontanandolo con la mano – Non è un appuntamento! Forse abbiamo informazioni su Papillon e, possibilmente, vorrei parlarne con te.» disse decisa, tirando fuori anche lei la sua arma.
«Bene, allora domani alle 15! Au revoir, my lady!» concluse per poi fuggire via, mentre il suo Miraculous suonava l’ultimo minuto disponibile.

  
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