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Autore: kikka_67    03/07/2016    0 recensioni
Sono dotata di una fervida fantasia e quando inizio mi distacco difficilmente dai miei fantastici viaggi mentali. Dunque lui è vicino a me, bellissimo e sorridente. Ma forse per colpa della luce o degli abiti “normali” che indossa mi sembra diverso, già che stupida, Loki non indossa mai jeans e maglietta aderenti e giubbotto in pelle nera, non sorride così spesso e non ha gli occhi azzurri.
Questo Apollo, è quell’umano che infesta con la sua faccia, anzi con tutto il suo corpo, tutti i giornali e i social network più frequentati dai media, compresa la presente, e devo dire che nell’ultimo anno, l’umano si è dato da fare in palestra e molto poco dignitosamente, secondo me, mostra i risultati delle sue fatiche a chiunque si compiace di ammirarlo, che narciso! Disdicevole Mister Hiddles, disdicevole! Ma….. Visto che sono un’anima buona, anche se non è Loki, il suo alter ego terrestre è ben accetto…. nel mio sogno ad occhi aperti!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Ti auguro, mia cara Elisabeth, di amare, almeno una volta nella vita, un uomo così profondamente da rendere intollerabile il solo pensiero di separarti da lui…ama,  Elisabeth e vivi serena…. “
 
 
 
 
Ho riletto quelle poche parole milioni di volte, le so a memoria, se chiudo gli occhi, riesco a visualizzare perfettamente ogni singola curva della grafia di mia nonna, posso anche arrivare ad immaginarla mentre scrive. Non ho chiuso occhio tutta la notte, il flash back di quelle vacanze estive mi tormenta, più cerco di focalizzare altri particolari di quello spezzato di memoria infantile e più lo stesso sprofonda nel buco nero dell’oblio.
 
William, chissà dov’è e con chi. Se devo essere sincera, ho pensato a lui, ogni dannato singolo minuto di tutti questi 377 giorni da quando sono scappata da Chez Eloise, come una vigliacca. Ero terrorizzata, per qualche minuto, dopo aver realizzato che mi aveva fatto seguire anche dopo la morte della nonna, l’istinto di sopravvivenza era stato più forte di qualsiasi altro pensiero, volevo andarmene lontano da lui, avevo paura, Fanny aveva ragione, era un uomo infido e perverso.  Ma lui quando ha capito cosa mi passava per la mente, si è mosso molto velocemente, e mi ha stretta tra le sue braccia.
 E all’improvviso un altro impulso, repentinamente, aveva sostituito la paura.   Un desiderio devastante, primordiale, avvolgeva dolorosamente il mio corpo, ce l’avevo con lui, perché mi costringeva a sperimentare una brama a livello fisico, mai avvertita prima di allora, impossibile da gestire o da frenare. Infatti non sono riuscita a resistere e l’ho baciato e amato per tutta la notte.
Inevitabilmente, come ogni vigliacca da manuale, la mattina dopo, aveva prevalso nuovamente l’istinto di sopravvivenza e l’avevo lasciato solo nel letto, ancora addormentato.  Ma non ero stata in grado di impedirmi di guardare un’ultima volta il suo corpo meraviglioso appena celato dalle lenzuola.  Ricordo perfettamente l’espressione serena del suo viso, le labbra leggermente dischiuse, e i riccioli chiari che dispettosi gli solleticavano una guancia, ogni singola carezza, ogni singolo ansito e palpito. Sono ridotta veramente male, anzi malissimo, lo desidero ancora adesso, da impazzire.
 
 
                                                                          Devi tornare da William..
                                                                           Devi tornare da William..
 
 
 
 
Si certo, come no!  Gli telefono, - Ehi ciao, come stai? E’ da un anno che non ci sentiamo, ma … che ne diresti di raggiungermi nella casa “dei nonni” per un weekend di sesso frenato e selvaggio?  E tanto per sapere, perché diavolo non mi hai cercata, dopo che me ne sono andata?? – no, no, così non va, non va proprio!  Oppure potrei andare a Londra e presentarmi a casa di Seb, e dopo aver fratturato un paio di tibie al mio amico, io e lui abbiamo un conto in sospeso, forse “potrei”, dico “potrei” anche trovare il coraggio di presentarmi alla UCL e cercare il prof di Letteratura Inglese e magari davanti ad una tazza di tea…
 
 
 
 
 
 
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Stonehenge.
 
 
 
 
 
La pioggerellina fine che per tutta la notte ci aveva impedito di ammirare la luna di plenilunio, scompare all’improvviso e il sottile velo di foschia che si forma intorno a noi, rende questi istanti prima che l’alba sorga più surreali del solito, i miei allievi formano un gruppo eterogeneo in quanto ad età, provenienza, estrazione sociale e credo religioso, e mai come in questa occasione li ho visti così partecipi e affascinati   dall’atmosfera speciale di questa riunione. Ci saranno migliaia di persone che in silenzio aspettano l’inizio del nuovo giorno. Ormai manca poco, e i primi chiarori mi permettono di cogliere, con la macchina fotografica, delle meravigliose manifestazioni di raccoglimento, sono numerosi i gruppi di ragazzi che cantano, di altri che pregano, i gruppi familiari che arrivano da ogni dove per invocare un buon raccolto e poi ci sono i personaggi mistici, che colgono in ogni movimento della natura,  un presagio.
 
 
  • Prof, in che lingua cantano quei ragazzi? Non si capisce nulla! – bofonchia un ragazzetto occhialuto. Il migliore del mio corso, ma con serie difficoltà di socializzazione. Un nerd sfigato insomma.
  •    Peter è un dialetto antico, sono canti propiziatori per invocare la buona sorte sia sulla famiglia che sul raccolto. Questo è un momento di riflessione sul tempo passato e di crescita per i semi piantati nella terra e nel cuore delle persone……- mormoro distrattamente mentre scatto alcune foto a dei bimbi che giocano.
  •  …è anche un tempo di purificazione e di rinnovamento. – continuo mentre metto a fuoco alcune persone vicino alle pietre ed ecco il primo raggio di sole.
 
 
Alzo di fretta l’obbiettivo per immortalare i visi intorno a me, ma la maggior parte sono rivolti verso la fonte di luce, tutti, tranne uno. La mia mano trema leggermente quando la riconosco, Elisabeth non guarda verso l’alba nascente, ha una mano sulla pietra a cui ha appoggiato la fronte, febbrilmente attivo lo zoom e finalmente riesco a vedere il suo sorriso, le sue labbra si muovono appena, forse sta pregando.  I suoi capelli sono divisi in due codini e la felpa che probabilmente indossava durante la notte, è legata in vita, sembra così giovane, come uno dei miei studenti. Invece è una donna, una donna meravigliosa e il solo pensiero di averla avuta così vicina tutta la notte, inconsapevole, mi fa impazzire.  
 
 
 
  • ……di amore e di prosperità. – concludo deglutendo con difficoltà.
 
 
 
 
Con la mente affollata da mille domande, mi muovo verso di lei aggirando quelle che fino ad un attimo prima erano delle persone, e che invece adesso sono solo delle ombre senza volto. Senza volerlo o meglio senza pensare ho continuato a fotografarla e mentre la luce del sole si fa più intensa, lei si gira verso di me, come se avesse percepito la mia presenza in mezzo a questa folla immensa di anime e come se, dopo avermi riconosciuto, fosse troppo sorpresa per reagire, ed aspettasse gli eventi del destino. Metà del suo viso è ancora in ombra ma il suo sguardo intenso mi stordisce. La vedo dare dei colpetti alla “sua” pietra e mormorare qualche parola che non riesco ad intendere.
 
 
 
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Eccolo! Esulto con il cuore in gola – Grazie Pietra! – mormoro riconoscente colpendo leggermente la ruvida superficie lisa dai secoli.
 
In mezzo a questa sensazionale atmosfera di raccoglimento e sublimazione non posso certo iniziare il mio discorso ben costruito, atto a raggiungere la felice coniugazione che ho in mente e che  contempla degli incontri ravvicinati conoscitivi e  il sesso frenato, in seguito, in tempi ragionevolmente brevi, ovvio,  perché ho finalmente compreso che la vita è breve ed è una sola e visto che questa perla di saggezza l’ho assimilata dopo una decina di  notti insonni, ho deciso di non perdere altro tempo prezioso e sono partita per ritrovare il mio uomo. 
Se vi state chiedendo se sono impazzita improvvisamente, la risposta è no. Difficilmente agisco d’impulso, la pianificazione è una delle colonne del mio DNA, e il fatto di essere proprio in questo momento e in questo posto, e soprattutto davanti ad un William assolutamente basito, è il risultato della migliore espressione di simbiosi mutualistica mai attuata in questo ultimo decennio! Ho chiamato a raccolta tutte le mie conoscenze, quelle di Fanny e di Vane, ho chiamato il mio avvocato, anzi l’avvocato di mia nonna e un investigatore privato.
 
 
In breve ho ricevuto un curriculum completo sul Professor William Thomas Sloane. Will nasce ad Amsbury, nello Wiltshire, ha trentasette anni, è figlio di Sir Andrew ed Emilia Sloane, aveva un fratello più grande passato a miglior vita a causa di un incidente sportivo.  Ha completato gli studi con lode e insegna da una decina d’anni ed è stato arrestato un paio di volte in occasione di alcune dimostrazioni pacifiste che forse non lo erano affatto.
  E’ stato sposato per ben due volte, attualmente è legalmente separato da entrambe le consorti, ma nel frattempo ha trovato il tempo per creare due bimbe con la prima e un bimbo con la seconda, e dulcis in fundo possiede un cane, un collie, che si chiama Dick. Ha avuto un paio di flirt con delle colleghe, ma nulla di duraturo.   Non posso e non voglio neanche lontanamente immaginare in quale modo l’investigatore si è procurato tutte queste informazioni, ma è certo che quell’uomo fa un mestiere veramente spregevole. Insomma sembra che il mio caro ometto sia estremamente “iperattivo”, molto poco mistico e senza alcun dubbio molto corporeo!  Fanny non ha modificato le sue percezioni, lui è pericoloso, ma io alla fine lo trovo meravigliosamente sexy.  Sono sincera, ho accettato di buon grado i flirt senza importanza, ma lo shock subito, quando ho letto delle due ex mogli e della progenie,  ha lasciato il segno, ho pensato seriamente di aver bisogno dell’aiuto di un buon dottore. Come è possibile, mi chiedevo, che l’unico uomo che m’interessa abbia alle spalle una vita così piena, mentre io sto muovendo i miei primi passi da sola, cosa avremmo mai in comune noi due?  
 
 
 
 
Ho deciso di partire lo stesso. Sono arrivata a Londra senza avvertire Seb e mi sono presentata a casa sua ad un’ora indecente, sei e mezza del mattino, all’inizio non mi voleva aprire la porta, ma appena lo ha fatto, si è beccato una borsata in pieno ehm…basso ventre, che lo ha svegliato del tutto, oddio la violenza, ma ricordo bene tutte le lacrime di Fanny, per non parlare di quelle di un bimbo che rischia di crescere senza un padre decente accanto perché ne ha uno biologico che vuol prendere il posto di Peter Pan!
Alla fine della mattina avevamo già fatto pace, lui si dice pentito e si riconosce uno stronzo irresponsabile e mi ha convinta ad accettare i suoi buoni propositi per riconquistare suo figlio e Fanny, ma non sono una stupida, Seb è un attore abbastanza bravo, ma non abbastanza per me, ho fatto finta di credergli. Era così preso nella sua interpretazione del buon samaritano che si è offerto anche di accompagnarmi alla UCL, e camminando per le vie affollate di Londra,  l’ho pregato di portarmi prima davanti al RADA.
 
Sono o non sono una fan delle più affezionate di Tom W. Hiddleston? E quindi come una pellegrina, visto che sono in città, mi pareva giusto rendere omaggio ai luoghi che il mio caro Loki ha frequentato, e quindi mi fermo emozionata davanti a quello che sembra l’ingresso di un grande magazzino ed invece è uno degli istituti più prestigiosi del Regno, che ha formato la maggior parte degli attori che ammiro. Ovviamente non manco di notare alcuni cartelli posti all’ingresso che descrivono la scaletta dello spettacolo serale in programma a cui avrebbero partecipato alcune celebrità, ex allievi di solito,  che con la loro presenza attirano parecchio pubblico. E sentite, sentite, anche il mio caro Tom è atteso per l’evento.  L’emozione è così repentina che il mio povero cuore impazzisce, finalmente avrei visto dal vivo quell’uomo meraviglioso, e in un sol gesto apro la galleria del mio cellulare per riguardare quel viso sorridente… oh meraviglia terrena! Griderò così forte il tuo nome, che mi noterai per forza,  e anche se un po’ infastidito dalla mia esuberanza,  acconsentirai a firmarmi un autografo, magari sul seno,  magari solo sul braccio và, è meglio non devo esagerare. Evviva!!
 
 
 
 
Con grandi difficoltà e dopo molti tentativi,  Seb riesce a smuovermi dal marciapiede per raggiungere la UCL. Certo, che stupida devo andare da… da… Will! Sono qui per lui no?  Sono un po’ confusa, ma dopo una breve passeggiata, finalmente raggiungiamo l’università che maestosa si erge sotto un cielo che non promette nulla di buono, nonostante sia quasi estate il clima inglese non si smentisce mai.
Trovare il professor Sloane è stato difficile quasi quanto decidere di venire qui, organizzare il viaggio, discutere con Seb, lasciare il “mio” posto davanti al RADA per aspettare per otto ore Thomas pur di vederlo. Innanzi tutto la reception non rilascia informazioni riservate sugli insegnanti e a meno che non si abbia un appuntamento, non permettono di transitare nei locali dell’istituto, insomma mi hanno buttata fuori. Ovviamente ho iniziato a chiedere a tutti i ragazzi che affollavano la scalinata e i prati antistanti l’ingresso e così ho saputo che Will avrebbe ammirato l’alba del giorno con più ore di luce dell’anno in uno dei siti archeologici e storici più suggestivi del mondo: Stonehenge.     
 
 
 
 
 
 
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Mentre cammina verso di me, con la macchina fotografica in mano, ho trovato molto ehm… stimolante per i miei ormoni osservare la piega imbronciata in cui sono curvate le sue labbra mentre fotografa ciò che lo circonda, ricordo molto bene la loro morbidezza e il loro sapore, e quando vedo la sua lingua inumidirle velocemente, un improvviso calore m’invade il petto, sono nei guai, l’adrenalina che scorre nelle vene mi dà alla testa, forse è solo la stanchezza o tutta la caffeina che ho ingurgitato per restare sveglia. Ho passeggiato gran parte della notte in mezzo a tutta questa gente, sperando di imbattermi in lui e invece l’ho trovato solo al sorgere dell’alba. Non trovate che sia un segno del destino? Ma devo farmi forza e rimanere concentrata, vorrei iniziare la nostra storia nel modo giusto, senza che nessun dubbio o bugia si frapponga tra noi.
 
 
 
 Ci fissiamo in silenzio, nonostante la folla rumoreggiante che festeggia il sole sorto intorno a noi, non facciamo caso a nessuno, ci studiamo per poco più di un minuto e poi siamo uno tra le braccia dell’altro.  Non m’importa se ha avuto mille donne, se è un padre. Non m’importa se è un bugiardo e un visionario, lo voglio. Voglio quest’uomo vicino, non per quello che è, ma per come mi sento quando sono vicino a lui e mentre mi accarezza come se fossi una cosa preziosa, sono quasi sicura che anche lui la pensa come me. Le sue labbra sono dolcissime sulle mie, ma io sto perdendo la testa, lo stringo più forte e presa da una brama insana in un luogo pubblico, gli sfilo la maglietta dai jeans e insinuo lentamente una mano sotto di essa per toccare la sua pelle. Lui però s’irrigidisce immediatamente, smette di baciarmi e mi fissa con una sguardo intenso quasi risentito. Cosa avrò mai fatto per farlo arrabbiare?
 
 
 
 
 
Lo osservo basita parlare brevemente con un ragazzo mentre stringe saldamente la mia mano con la sua. – Vieni con me. – ordina senza guardarmi.
 
 
 
 
Lentamente ci allontaniamo dalla folla, in silenzio, non mi piace come mi trascina, neanche fossi una bambola di pezza, e non mi piace che lui non mi parli. Stavo per dare voce ai miei pensieri, quando con un ultimo slancio mi tira davanti a sé.
 
 
  • Prima che tu dica, una qualsiasi cosa, vorrei che mi promettessi di ascoltarmi in silenzio, ciò che ho da dirti è molto importante. Vorrei essere io, il primo a parlare, se non ti spiace, ho molto da spiegarti, lo so, ma vorrei prima di tutto, chiarirti chi è l’uomo che hai davanti. Prometti? – chiede con tono serio.
  • Prometto. – rispondo con un nodo in gola. E’ meraviglioso, la sua aria incerta e tenera scioglie la mia rabbia all’istante.
  • Mi chiamo William Thomas Sloane, ho trentasette anni, due ex mogli e tre figli…- s’interrompe un attimo prima di proseguire, forse si aspettava che dopo queste parole, me ne sarei andata strillando.
  • Mio fratello è morto a causa di un incidente e ha lasciato le “sue” due ex con figli a carico senza sostegno pratico e…. ed io ho deciso di sposarle e di adottarne i rispettivi figli per permettere a tutti di vivere utilizzando il patrimonio di mio fratello, che ho ereditato dopo la sua dipartita, ovviamente sono state delle unioni strettamente platoniche.
  • Ovviamente…. Va bene, non parlo. -
  •  Loro non avrebbero mai ottenuto nulla né dai miei, né da mia nonna.  Per questo motivo, probabilmente, sono stato diseredato dai miei parenti.  Sono un professore universitario, amo il mio lavoro, stare in mezzo ai ragazzi e alle scartoffie e ai libri. Non ho mai utilizzato l’eredità cospicua che mi ha lasciato mio nonno se non per formare dei fondi per degli studenti meritevoli, ma con difficoltà finanziarie, non sono ricco né mai lo diventerò.  – s’interrompe giusto il tempo di togliersi i capelli dal viso e con un sospiro riprende a parlare.
  • Sono allergico alle noci, ho sempre in tasca un medicinale salvavita, ma questo lo sai già, e adesso la parte più difficile da chiarire. Noi ci siamo conosciuti da bambini, i nostri nonni…. –
  • Ho capito. Non c’è bisogno che continui…. anzi ti permetterò di proseguire in un altro momento…ma ora, caro professore, cosa hai intenzione di fare? – chiedo con una veemenza che lo spiazza.
  • Cosa ho intenzione…?. Volevo spiegarti che…. –
  • Will, non ho tempo da perdere, è più di un anno che ti aspetto! Quanto tempo devo aspettare prima che tu ti decida a dirmi che mi ami? –
 
 
Il dolce sorriso che gli piega all’improvviso le labbra e gli illumina le iridi, me lo ricorderò fino alla fine dei miei giorni – Ti amo, Elisabeth. Da tanto, tanto, tempo. – ammette con voce roca.
 
Cosa potrei volere di più da un uomo?  – Bravo prof, ti amo anche io. Vuoi sposarmi?  Non m’interessano le cerimonie in grande stile, voglio solo te. E come regalo di nozze ti ho regalato la mia parte di Chez Eloise. – mormoro sulle sue labbra.
 
  • Ma davvero? Abbiamo avuto la stessa idea. – rivela scoppiando a ridere.
 
 
 
Povera me, la mia bella proposta di matrimonio che si perde in mezzo alle risate, mi ero immaginata una scena emozionante, strappa lacrime, ma anche sensuale, anzi decisamente hard, più tardi, a casa di lui, ma va bene così. Per Will, ho rinunciato anche alla meravigliosa occasione di vedere Thomas, il mio Loki, in carne e ossa.  Ma si sa che alle volte nella vita siamo obbligati a compiere delle scelte,  anche difficili e dolorose.  E’ vero, ho perso la mia stella, ma da questa alba sorgerà la mia nuova vita.
 
 
 
 
 
 
 
Grazie a chiunque mi abbia seguito fin qui. Spero abbiate gradito il racconto, quanto è stato piacevole per me scriverlo. A presto. Kikka.
  
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