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Autore: 22Mavi    04/07/2016    4 recensioni
{AU ° fantasy} Per quanto tempo era stato segregato nell'oscurità? Si ritrovò a pensare che probabilmente lo era da sempre.Lui ci era nato nel buio.Sul suo paese invece, Konoha, regnava la luce. Eppure dietro quell'accecante luminosità, si nascondevano animi oscuri. Sasuke sapeva di essere uno di loro, ma era consapevole anche di non essere l'unico.
Lui però non era una semplice ombra, no, lui era il buio che era sceso sull'intero reame.Lui era l'oscurità della follia di chi ha smarrito ogni strada, il cui passato è una disperata menzogna.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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L'OMBRA DI KONOHA
           

Capitolo 1





Un cattivo è la vittima la cui storia non è stata ancora raccontata





Si era svegliato di soprassalto e non si era subito reso conto di dove si trovasse, anche se ormai era a casa da settimane.
Almeno pensava fossero settimane, per quello che ne sapeva potevano anche essere passati mesi interi.
La stanza in cui era stato rinchiuso non era una cella come le altre, era più spaziosa e più comoda.Il Principe detenuto poi, poteva vantare un letto molto più grande  rispetto agli altri, e un vasto assortimento di libri per intrattenersi.Ma essendo totalmente priva di finestre, Sasuke non sapeva più riconoscere il giorno dalla notte.Sebbene gli fosse stato riservato tale trattamento regale, vi era anche l'altro lato della medaglia.Fuori la sua prigione infatti il traditore era "onorato" da un numero elevato di  guardie, forse il doppio rispetto agli altri malcapitati.Due di queste considerate tra i migliori combattenti di Konoha.
Il suo popolo dunque tremava di paura, magra consolazione per il traditore ormai privo di qualsiasi potere.Quantunque il pensiero di procurare tanto terrore, pur essendo impossibilitato a qualsiasi movimento , lo gratificassero oltremodo, quelle giornate intere in solitudine lo stavano facendo uscire pazzo.Era sicuro che di lì a poco avrebbe perso totalmente il senno.
Le ore si confondevano così come i giorni e le settimane.Il caro padre gli stava concedendo l'occasione di pensare.
E lui infatti pensava.
Pensava a come avrebbe voluto distruggerli tutti, a come avrebbe gioito davanti alla fiamme nere che divampavano terrificanti in ogni angolo di quel dannato regno.
Eppure c'era stato un momento della sua vita in cui non aveva odiato ma amato quella terra sempre verde e rigogliosa, in cui aveva riso tra le mura di quel glorioso palazzo
e in cui era stato felice con la sua famiglia.
Perse nuovamente il senso del tempo, mentre annoiato sfogliava le pagine ingiallite dei vecchi tomi.


Improvvisamente colse un rumore di passi leggeri ma decisi, alzò lo sguardo. Nell'ombra di quel luogo remoto, vide la sagoma di sua sorella.

«Lasciatemi passare» la sua voce era molto più dura di quello che lui ricordava
«Non si può, principessa.E' proibito»
«Il Re e il Consiglio hanno revocato l'impedimento.Ora il traditore può ricevere le visite della sua famiglia» le guardie si guardarono tra di loro titubanti.
Sakura continuò, irritata «Potete chiedere udienza direttamente al vostro Re, a mio padre, sottraendogli del tempo prezioso.O vi potete fidare della parola della vostra principessa, figlia del Lampo giallo e sorella del bambino della Profezia. Di colei che grazie alle sue ineguagliabili arti mediche, ha salvato tutte le vostre vite.»
Uno degli uomini più anziani fece cenno agli altri di liberarle la strada, ma la bloccò prima che potesse avvicinarsi ulteriormente alla porta della cella.
«Principessa Sakura non potete entrare dentro.E' troppo rischioso»
 Lo sapeva benissimo che era rischioso, ma non le importava, non le era mai importato.Annuì silenziosa e accennando un gesto veloce di mano ordinò loro di lasciarla sola.




«Sasuke» la sua voce uscì addolorata ed echeggiò nella solitudine di quel luogo.
Per un tempo interminabile non vi fu risposta.Poi comparve, velocissimo, difronte a lei.Era così alto che quasi si sentiva inghiottita dalla sua ombra.
La fissava con i suoi occhi, uno rosso e uno violaceo, entrambi particolarmente inquietanti nel buio della cella.
Tramante, infilò il braccio sottile tra le sbarre d'acciaio.Voleva sfiorargli la guancia, fargli sentire una  presenza umana, amica.
Ma non riuscì a toccarlo, lui non si avvicinò alla sua mano protesa.Rimase immobile con quello sguardo in grado di attraversare l'oscurità.
Ritrasse angosciata l'arto, appoggiando le dita sottili tra le fessure della porta di ferro.
«Perché sei qui?» disse gelido mantenendo lo sguardo fisso su di lei.
«Io volevo vederti»

Sasuke non rispose ma i suoi occhi oscillarono per un secondo «Volevi vedere il mostro in gabbia? Soddisfatta? » disse mentre allargava le braccia, mostrando la sua maestosa figura.Sakura sentì il  petto contorcersi, soffriva, soffriva terribilmente. «Sai che non è quello che voglio.Io ti libererò da qui, convincerò nostro padre e il Consig-» si interruppe perché lo vide fremere di rabbia nel momento in cui aveva pronunciato "nostro padre" .Di scatto sferrò un pugno alla griglia di ferro, facendola sussultare.
« Quanto sei ingenua sorella! Stai attenta a quello che desideri, non dovresti volere la mia libertà...perché non hai idea di quello che vorrei fare a te, a Naruto, a nostro padre.A tutti voi! E lo farò credimi...quando riuscirò a riavere i miei poteri e ad uscire di qua , accadrà.Rallegrati dunque Principessa di Konoha, nel vedere Sasuke Uchiha in catene!!» sibilò sprezzante.
Sakura si coprì la bocca con le mani, gli occhi verdi e grandi si stavano già riempendo di lacrime.Fu compiaciuto dalla sua reazione, crogiolandosi in quella piccola vittoria, ma consapevole del vuoto che stava crescendo piano piano dentro di sé. Le diede le spalle allontanandosi dalla sbarra di ferro che li divideva.
Passò del tempo prima che sua sorella riuscisse a ritrovare il coraggio di parlare, di emettere anche il minimo suono «I-io e Naruto stiamo convincendo il re e il Consiglio a proclamare un nuovo processo.Potresti essere messo alla prova e, in caso positivo, ricevere la grazia.Ma devi collaborare Sasuke! Devi dimostrarti pentito e afflitto, solo così riuscirai a uscire di qui» Sasuke si voltò verso di lei allibito. Era impazzita? Aveva capito o meno che le aveva appena augurato la morte? 
Restò in silenzio limitandosi a non lasciare i suoi occhi. I silenzi di Sasuke potevano essere un tormento tanto quanto le sue parole. E Sakura conosceva bene la forza di entrambe le opzioni, l'affilatura di entrambi i lati della lama.La vide deglutire per poi ricominciare con una nuova fermezza negli occhi verdi. «Ora il veleno dell'odio e della disperazione infetta le tue parole.Ma io ti conosco, tu non sei questo.Ascoltati Sasuke, fallo almeno per me» 
In un secondo si avvicinò alla grata, così tanto, che Sakura poté sentire il suo respiro affannato, rabbioso 
«TU NON SAI NIENTE! » le urlò furente.
Sakura sgranò gli occhi impaurita, ma non si mosse, non arretrò difronte alla sua aggressività.Era l'uomo più pericoloso di tutte le terre conosciute, aveva tentato più volte di uccidere la sua famiglia e probabilmente anche ora, se ne avesse avuto modo, lo avrebbe fatto. Ma Sakura non si sarebbe arresa, non così facilmente.


«
Madre, non dovete temere.Il mio posto nel mondo è accanto a lui, io non lo abbandonerò mai»
 

«Ora cosa te ne farai di te stesso e della tua solitudine?» ebbe l'ardore di chiedere con la voce rotta in gola.
Sasuke aveva assunto un'espressione di gelida calma, con una posa rigida che rendeva più tremendo il suo sguardo da belva sul punto di azzannare
«C'è sempre un prezzo da pagare» disse pacato.Gli occhi di Sakura, incredibilmente lucenti nell'oscurità delle prigioni, piansero lacrime.
Sasuke si ritrovò incredibilmente spaesato e debole.Poteva Sakura amarlo così tanto da perdonargli tutto, ogni errore, ogni follia?
Lei che non lo aveva mai ingannato, l'unica in quel palazzo che non aveva mai preferito Naruto a lui.
«Vai via, Sakura» non poteva reggere quello sguardo appannato, tormentato.Il rumore dei suoi singhiozzi gli stava riempendo il petto vuoto.
Lei si limitò a scuotere la testa, negandogli la richiesta.
«Non posso continuare a  vivere sapendo che tu passerai il resto dei tuoi giorni qui»

Gli parlava di vivere proprio a lui che aveva cercato di ucciderla.Di ucciderli tutti.
Fu colpito dalla sua sofferenza, sapeva di essere -ancora- importante per lei e Naruto, ma non fino a quel punto.Quanta bontà albergava in loro e quanta poca ce n'era in lui?
«Vattene» 
«Solo se mi prometti che se ci sarà un altro processo tu collaborerai! Non mi importa se sarai veramente pentito per quello che hai cercato di fare.Quello che conta è farglielo credere.Menti Sas'ke, menti come loro hanno mentito a te, a noi!» lo aveva urlato angosciata, arrabbiata, con le dita affusolate strette intorno alle sbarre d'acciaio.
Lo spronava a ingannare il Consiglio, a ingannare il suo stesso padre, solo per salvarlo da quella vita destinata alla totale solitudine, alla follia.
Dunque tra Konoha e il suo fratello traditore, pazzo e omicida lei avrebbe continuato a scegliere lui..Fu turbato da come quel pensiero lo avesse tanto rassicurato.
«D'accordo.Ora vai, prima che le guardie scoprano la tua di menzogna»
 Sakura chiuse gli occhi per un secondo, finalmente più serena.
Si mosse veloce percorrendo i corridoi buii di quei sotterranei.Sasuke si voltò giusto in tempo per vederla sparire.
Per un lunghissimo istante guardò la penombra che era rimasta al suo posto, lo spazio vuoto debolmente illuminato dalle candele.


Non c'era modo di scappare da quella prigione.
Sarebbe morto lì ,tra quelle gelide mura.Doveva agire come Sakura gli aveva suggerito, ma l'idea di ripudiare quello per cui aveva lottato tutti quegli anni, lo faceva sentire male.
Gli sembrava quasi patetico che suo fratello e sua sorella avessero pensato di riuscire a comandare la sua volontà a tal punto da fargli rinnegare ciò che era.
Il Vendicatore, il Traditore, il Principe Caduto, l' Ultimo Uchiha, l'Usurpatore.
Non era nella sua natura cadere così in basso da rimpiangere quello che aveva compiuto.
Forse non ne andava del tutto fiero, ma le sue azioni avevano un motivo, e non poteva girare il viso  e rinnegare le sue ragioni.
D'altro canto solo l'idea di passare il resto dei suoi giorni in quella prigione lo facevano impazzire più di quanto già non lo fosse diventato in quelle poche settimane di reclusione.
Urlò a squarcia gola mentre lanciava l'antica scrivania di legno contro al muro.Nessuna delle guardie osò entrare a vedere cosa stesse succedendo.



Anni prima

«Aspettatemi!»
«Sei troppo lenta sorella!» Naruto le fece una linguaccia e lei inarcò le sottili sopracciglia rosa, arrabbiata.
Il loro maestro di combattimento, Sir Kakashi Hatake, affiancava il suo biondo fratello. Sasuke invece aveva rallentato il passo e in poco tempo Sakura riuscì a raggiungerlo.
«Grazie» gli disse con il fiatone, lui le sorrise «Mi raccomando oggi dai il meglio di te Sakura !» «Certo fratello»
Quando arrivarono al campo di combattimento del palazzo, altri cavalieri erano nel bel mezzo dell'addestramento, ma non appena  i principi fecero la loro comparsa tutti interruppero gli esercizi abbassando il capo in segno di rispetto.A Naruto e Sakura piaceva essere al centro dell'attenzione, a Sasuke di meno, si sentiva sempre leggermente irritato in mezzo a tutta quella gente.
Fortunatamente a loro era destinato uno spazio separato, erano i figli del Re e non potevano allenarsi con i semplici cavalieri.

Il Re Minato però non voleva che anche la sua dolce figlia si esercitasse con i suoi fratelli. Sakura era una principessa non una guerriera, a lei erano riservati  altri oneri.
Ma la bambina lo aveva pregato, aggrappandosi al suo mantello, per giorni e giorni, e grazie alla mediazione della regina Kushina,le era stato concesso di allenarsi tre volte a settimana con loro.
Per Sakura quelli erano alcuni dei momenti più felici.

Sasuke eccelleva nell'arte della spada, vederlo duellare con il maestro Kakashi la ipnotizzava.Muoveva l'arma come se non pesasse nulla, con eleganza pari a nessuno, eppure era ancora poco più di un bambino.Cavalcava anche bene, non quanto lei, ma sicuramente meglio di Naruto. Quest'ultimo in compenso aveva ereditato però tutte le tecniche di combattimento del Fulmine giallo.
Sasuke, invece, non ne possedeva ancora nessuna. Per rimediare a quella mancanza, il loro maestro gli aveva insegnato il Chidori, che ora sapeva padroneggiare alla perfezione.
Sebbene quindi Sasuke eccellesse in tutto, era sempre un passo dietro al fratello, e questo lo tormentava.

C'erano dei giorni in cui Naruto si recava solo con il re Minato nel grande campo di addestramento e, orgoglioso, gli mostrava i suoi progressi.In quelle occasioni l'alone di gelo che Sasuke emanava naturalmente si acuiva, e lo sguardo nero si assottigliava. Osservando suo fratello, vedeva tutto quello che avrebbe sempre voluto essere: biondo, spensierato e forte come suo padre. Quindi stringeva appena i pugni e si ripeteva che lui lo avrebbe superato un giorno, e che quindi sarebbe stato lui e non suo fratello, ad essere scelto da suo padre come Re di Konoha. Ma la rabbia e il dolore non passavano facilmente, perché per quanto sapesse di essere in molte cose superiore a Naruto, per Sasuke  non esisteva peggior sconfitta del dover coesistere con ciò che non sarebbe mai potuto essere.
Sakura allora lo prendeva per mano, lo allontanava da quello spettacolo e lo conduceva nella grande biblioteca reale.
Ormai era diventata un'abitudine per loro due passare il tempo leggendo, studiando e ricercando.

Fu in uno di quei giorni che iniziò a perdere suo fratello Sasuke.
  
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