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Autore: Everian Every    04/07/2016    1 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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Giuly e Murmure ci misero qualche ora ad arrivare ai ruderi della città distrutta da cui avevano intravisto il bagliore viola. L'esercito di Rovine galoppava ancora come un vento oscuro alle loro spalle, ma erano ancora distanti, troppo perché fossero un problema. Avevano tempo.
L'Every numero tre la condusse lungo quella che un tempo doveva essere la periferia della cittadina, che, dalle dimensioni, non sembrava altro che un semplice villaggio di campagna. Il punto era che tutto sembrava uguale. Non esistevano distinzioni tra campagna, città, foresta, oceano... tutto era deserto.
La ragazza rifletté su quello che aveva appreso durante la fuga dal mastro crono viaggiatore. Aveva scoperto, per cominciare, che lui era Every. Per la precisione il terzo Every esistito. Le aveva spiegato che l'originale, l'Every numero zero, il mastro che aveva detto addio ai suoi poteri per vivere una vita mite nel mondo da lui creato, aveva trovato uno speciale meccanismo chiamato cronorivoluzionatore, un dischetto di metallo, che, inserito in un semplice esoscheletro di acciaio, permetteva all'utilizzatore di accedere ad alcune capacità legate alla manipolazione della quarta dimensione, tra cui il viaggio temporale. Tutto frutto di tecnologia che chiunque avrebbe potuto usare, insomma. Murmure le aveva spiegato come il numero zero avesse compiuto numerosi viaggi temporali, frantumando ogni volta la linea del tempo in due sotto linee. La prima era quella in cui lo zero non aveva fatto il salto temporale, la seconda in cui invece il viaggio era avvenuto. Una delle due, in ogni caso, durava per un periodo limitato ed era del tutto separata, irraggiungibile ed inesistente per l'altra. Una delle due linee temporali svaniva, la realtà di quella linea, tutto ciò che esisteva veniva distrutto, annichilito. Nella maggior parte dei casi la cosa non portava effetti nella linea principale, ma per quarantasette volte (un numero, a ben guardare, irrisorio se paragonato alle migliaia di viaggi temporali anche di piccola durata compiuti dal crononauta) l'Every della linea destinata a morire, invece di svanire, si reincarnava nella linea originale. Quello era stato il destino di Murano Every, detto Murmure, il camminatore della Frattura.
Lui era stato il terzo ad arrivare. Every lo aveva trovato ferito e lo aveva aiutato con l'aiuto prezioso del signor Nero. Lo zero, con tutti e quarantasette quelli che vennero dopo, si unirono in una gilda. Non eroi, non mercenari, non avventurieri. Amici che condividevano il passato terribile di aver visto tutto quello che aveva strappatogli di mano ingiustamente, piuttosto.
A parlare dei tempi andati, quando erano tutti insieme, quando vivevano come loro della Lucas Force, insieme, come una grande famiglia, uniti, felici, faceva luccicare gli occhi all'omaccione. Giuly si sentiva stringere il cuore a sentirlo e a vederlo. Poteva sentire quanto stava soffrendo. Quasi riusciva a scorgere il suo cuore sotto i vestiti e il petto, coperto di crepe da cui spuntavano i vetri infranti del passato felice che non lo abbandonava e gli ricordava di tutto quello da cui era stato strappato. Spine incurabili nemmeno con la pistola medica di Medico.
E pensare a quanto Murmure non dava a vedere tutto quello che aveva dentro la faceva stare ancora peggio. Lui le sorrideva sempre. Come faceva a sorridere, si chiedeva lei. Era impossibile che, con un peso simile chiuso e compresso nell'animo, pronto ad esplodere, fosse in grado di essere così solare nei modi e nelle espressioni che le rivolgeva. Si sentiva quasi in colpa a farsi rincuorare da quell'individuo che l'aveva già salvata più volte e per cui non poteva fare nulla.
Lo seguì rimuginando su queste cose e quasi non si avvide del braccio che le aveva sollevato di fronte per fermarla.
"Ouch!" disse, andando a sbattere contro il gomito. Lui si voltò stupito e quando la vide massaggiarsi il naso dolorante si affrettò ad assicurarsi che stesse bene e a scusarsi quando era stata lei ad essere sbadata.
Le fece segno di seguirlo in silenzio e si chinò, avviandosi verso un rudere più vicino al centro cittadino. Più si addentravano tra le macerie, più gli edifici apparivano in stato migliore. Che poi, migliore... diciamo che, quantomeno, avevano qualche muro in piedi, nulla di più.
Arrivarono nei pressi di una grande piazza rettangolare i cui palazzi erano quasi integri. Al centro della piazza si trovava una colonna di luce larga quanto una torre e alta fino al cielo. Era probabilmente la fonte del bagliore che avevano intravisto dalla montagna. Era davvero imponente.
La ragazza guardò la base della torre e rabbrividì, notando una trentina di grossi ciclopi alti tra i tre e i sette metri e rotti che pattugliavano la zona, marciando lentamente come tetre ombre viventi intorno al torrione di luce. Erano strani. Diversi dai ciclopi che aveva già visto. E anche Murmure pareva sospettoso. Li fissava da lontano con le sopracciglia aggrottate, come a cercare di capire cosa ci fosse che non andava.
"Che facciamo? E che cos'è quella colonna di luce?" bisbigliò la ragazza.
L'Every si ritrasse, imitato prontamente dalla sua giovane accompagnatrice, dietro al muro della cattedrale che avevano costeggiato. Giuly lo guardò ansiosa, sperando che le dicesse qualcosa tipo "Quella torre di luce e qualcosa da cui dobbiamo tenerci lontano. Quindi marcia in dietro, e andiamocene allegramente da tutt'altra parte." Ma non sarebbe stato così, già lo sapeva, solo non riusciva a farsene una ragione.
"Quello è il nostro piano B. Ero d'accordo che, se sul monte avessimo avuto sfortuna e il portale per il Mondo di mai non si fosse aperto, avremmo trovato una via di fuga qui, in uno sbocco per l'Abisso... Ma quelle Rovine non erano previste..." rispose dubbioso.
"Perfetto." piagnucolò lei, appoggiandosi al muro e chiudendo gli occhi, stanca. Si risollevò subito, quando sentì l'uomo allontanarsi. Lo vide stupita entrare nell'edifico di fronte alla cattedrale a cui si erano avvicinati, che sembrava essere un grosso centro ricreativo. Tracce di poster stracciati sventolavano sulle pareti butterate di fori. Lo seguì incuriosita, trovandoselo di fronte proprio sulla soglia. Per poco i due non si scontrarono.
"Ehy, non sparire così, che mi preoccupo." gli disse.
Lui le sorrise. "Scusa, volevo controllare che questo casone fosse vuoto. Preferisco elaborare un piano all'interno, dove siamo un po' più coperti, capisci?"
Lei comprese al volo e annuì, lasciandosi poi guidare dentro l'edificio fatiscente. Entrarono in un lungo corridoio che probabilmente costeggiava tutti e quattro i lati del grande fabbricato, racchiudendo un cortile interno a cui si poteva accedere da alcuni varchi nel colonnato che costeggiava il giardino (ormai ridotto ad un ammasso di polvere). Il colonnato si sollevava nel lato interno del corridoio, sopra ad un muretto su cui i due si sedettero.
"Dunque" esordì Murmure, disegnando distrattamente col dito nella polvere "Là fuori ci sono almeno un centinaio di Rovine e presto ne arriveranno altre due, tremila. Il problema maggiore è che temo che i ciclopi qui fuori siano diversi dagli altri. Sono certo che te ne sei accorta anche tu."
"In effetti... Hanno qualcosa di strano. Però io ne ho viste al massimo una trentina, non cento." rispose lei, fissandolo coi grandi occhioni viola.
Lui si pulì l'indice sporco di polvere strofinandolo col pollice e fissò il cielo. "Già, è che tu hai guardato in piazza. Io ho usato una carica dell'esoscheletro e ho fermato il tempo, dandomi il tempo di perlustrare tutta la cittadina. Posso garantirti che ce ne sono almeno cento, se non centocinquanta."
"Esoscheletro? Quello con cui manovrate il tempo?" chiese lei incuriosita.
"Ah-ha. Ora però ho solo altre tre cariche, quindi solo tre azioni fattibili e non so se sarò in grado di portarti nell'Abisso. Quei bestioni sono... troppo strani. Spero, anche se so che non sarà come vorrei, che non sia come penso che sia."
"E come pensi che sia?" lo incalzò. Era animata da una grande curiosità. Avrebbe voluto vedere il suo esoscheletro, chiedergli come funzionasse, come fosse l'Abisso, perché non avesse un braccio... Ma doveva trattenersi, il tempo era scarso.
Murmure si passò la mano sul volto, cercando di nascondere la preoccupazione, probabilmente per non mettere ansia anche a lei. "Vedi, le Rovine possono nascere da Ruins. Lui si stacca un pezzo di corpo che tanto poi rigenera, lo lancia e, una volta attivato, produce da quasi due millimetri cubi di materiale più ciclopi di quanti potremmo contarne in tutta la vita. Questo è il metodo normale. C'è poi un secondo metodo, che non vedevo usato da... da quando persi la vita nel mio mondo di origine. Quando vidi tutto venire distrutto dal corvo..."
"E che metodo è?" continuò lei.
Gli occhi color smeraldo spento dell'uomo si inumidirono e Giuly si morse il labbro, temendo di essersi spinta troppo oltre.
"Il Mondo di mai ha molti segreti, la maggior parte dei quali comprende i metodi più efficaci per distruggere il tutto esistente in un soffio. Solo poco di quel mondo che non esiste al pari dei suoi abitanti mi è noto. Una cosa che mi fu insegnata dall'Every originale e che imparai a temere fu l'esistenza di quelle che sono chiamate Ruin's Industries. Si tratterebbe di stabilimenti giganteschi in numero infinito, raggiungibili solo per gli Entes, in cui è possibile creare delle super Rovine, dando loro immediatamente il potere quasi pari a quello dei generali, che hanno il potere massimo. Si tratta di creature praticamente invincibili, un esercito infinito, letteralmente, illimitato, che può distruggere l'indistruttibile ed uccidere l'immortale. Chiunque controlli un'armata simile potrebbe senza alcuna difficoltà conquistare tutto ciò che esiste, capisci? Ora, le Rovine create nelle Ruin's Industries sono ben distinguibili dalle Rovine normali, in quanto presentano parti del corpo composte da un metallo particolarmente duro, che riassume in sé le caratteristiche di adamantio, vibranio, acciaio, pietraluce e numerosi altri minerali, come l'agalmatolite marina, da cui i ciclopi traggono una forza e un potere devastante. Quelli che ho visto io non avevano queste modifiche, quindi forse la mia supposizione è errata. Almeno, per il bene della Realtà, mi auguro che sia così."
Giuly lo studiò attentamente. Era davvero preoccupato. E tanto le bastava per essere preoccupata a sua volta.
"Quindi cosa proponi di fare?" chiese quasi temendo la risposta.
"L'importante è che tu resti in vita. Dobbiamo farti arrivare nell'Abisso, dove Nero ti aiuterà. Lui è l'unica persona, che io sappia, che nemmeno Blaso sarebbe tanto pazzo da sfidare, sarai al sicuro. Userò il mio esoscheletro, con tre cariche dovremmo avere abbastanza tempo per arrivare al portale senza incontrare difficoltà."
"Quanto dura una carica? Insomma, se con una hai fatto il giro della città dovremmo..."
"Non è così facile. Se uso una carica per bloccare tutto, tranne me, in un'area circoscritta come la città, allora posso tenere il tempo bloccato anche per un'ora, un'ora e mezza. Ma se la uso per due persone, la cosa cambia, il tempo diminuisce drasticamente, perché l'esoscheletro deve aumentare l'energia emessa in maniera esponenziale. Oltretutto, il tempo a nostra disposizione è basso anche perché i ciclopi tendono ad essere refrattari a qualsiasi tipo di controllo. Posso bloccarli per un po', non per sempre. Se quindi fermo il tempo, potrebbero liberarsi dal controllo temporale ed attaccare. Dovremo essere veloci. Ce la puoi fare?"
La ragazza deglutì. Tutt'a un tratto, le ali monche avevano preso a bruciarle in maniera insopportabile. Si convinse che era solo ansia e deglutì, facendosi forza.
"S-si, ce la posso fare." rispose.
Lui sorrise, alzandosi in piedi, presto imitato dalla giovane angelo.
"Forza allora."
Uscirono all'esterno e si misero all'angolo della cattedrale. Ora le Rovine in piazza erano poco meno di venti. Dove fossero le altre era un mistero. Giuly lo accolse come un segnale favorevole alla loro missione e si sentì leggermente rincuorata.
"Al mio via, corri, non fermarti per nessuna ragione, d'accordo?" la voce di Murano le echeggiò come fosse lontana. Annuì meccanicamente, i nervi tesi al massimo e pronti a scattare. Una goccia di sudore le imperlò la fronte.
In quel momento sentì un pesante rumore, come di qualcosa che cade, seguito da un fruscio di abiti che sfregano tra di loro. Si voltò, sentendo come se il mondo stesse iniziando ad andare al rallentatore e vide tre gigantesche Rovine di cinque-sei metri stagliarsi su di loro, fissandoli con occhi fucsia carichi di una freddezza che nemmeno una macchina avrebbe saputo esprimere. Li vide sollevare lentamente un braccio, aprire le fauci, caricare i raggi viola. Ora tutto si muoveva così lentamente che vide distintamente i raggi distruttivi venire sparati da quelle bocche innaturali, squadrate, sdentate, melmose, e dirigersi verso di lei. Ed ebbe paura, paura di morire.
Fu allora che sentì di nuovo la voce di Murmure, ora ovattata più che mai, gridarle: "VIA!". Non ci pensò nemmeno, si voltò e si mise a correre. Corse il più in fretta che poté, ma le gambe erano pesanti, qualcosa non andava. Vide Murmure al suo fianco prenderla per mano. Il contatto con la mano amica la rincuorò e non solo. Sentì le forze tornare in lei, sentì i sensi aguzzarsi di nuovo come prima. Piegò lievemente di lato il capo e vide i ciclopi ancora bloccati nel vicolo, immobili, i raggi che si muovevano così lentamente da sembrare fermi, ora puntati a terra. I tre mostri erano terrificanti, così grossi da stare a malapena nel vicolo che empivano con la loro mole titanica.
Corse a perdifiato. Il portale era ad appena duecento metri. Tra loro e la loro meta quindici colossi bloccati nella loro marcia ondeggiante, gli occhi spenti e inanimati.
Centocinquanta metri... cento metri.
Qualcosa tremolò. Sentì Murmure imprecare, mentre un botto sordo, reso più cupo e prolungato dal tempo che ancora non si era riattivato del tutto, indicava che i tre raggi erano giunti a segno. Le Rovine intorno al portale si stavano girando lentamente verso la fonte del suono; alcuni li avevano individuati. L'Every numero tre armeggiò con qualcosa che aveva sul petto. Si era tolto il mantello, scoprendosi la spalla e la parte sinistra del corpo, quella col moncherino. Sulla pelle nuda era incastrata una fitta rete di piccole venature di metallo in cui scorrevano impulsi di luce bluastra, inviati da un grosso nucleo incastonato nel petto dell'uomo, su cui stava tamburellando con le dita, facendo brillare alcuni punti come fosse una tastiera.
Il tempo sembrò riattivarsi del tutto. Ottanta metri. Le Rovine si mossero. Murano lanciò un grido di rabbia, dando un pugno al marchingegno che aveva attaccato al petto. Un impulso blu fu emesso dal reticolo che gli copriva la spalla e, probabilmente, anche buona parte di braccio, gambe e schiena. Tutto tornò a rallentarsi. Per un istante, Giuly sentì di nuovo la sensazione di pesantezza, che però svanì quasi subito. Settanta metri.
Le Rovine però non si bloccarono del tutto. Sfrecciò di fianco ad uno dei ciclopi che alzò una mano facendole prendere un colpo. Per fortuna erano ancora lentissimi, alcuni addirittura immobili. Però il potere del macchinario dell'Every stava perdendo efficacia. Cinquanta metri.
Quaranta metri. Strinse i denti. Un raggio le sfrecciò accanto, esplodendole a pochi passi di distanza e sbalzandola all'indietro. Rotolò, ferendosi sul terreno coperto di sassolini piccoli e aguzzi. Urlò, coprendosi la testa. Ottanta metri. Murmure la vide e si voltò, correndole incontro, evitando con balzi e scivolate i ciclopi che stavano diventando troppo veloci. Si muovevano ormai come se nulla fosse. L'Every le si avvicinò e l'aiutò ad alzarsi. Lei aveva le orecchie tappate, non sentiva quello che le stava gridando l'uomo, ma poteva intuire il significato. Si alzò vacillando e mosse qualche passo. Maledizione! Si era slogata una caviglia. Murmure le mise una mano intorno alla vita e si scusò (così almeno lei interpretò), sollevandola di peso, dimostrando una forza notevole. Si mise a correre, schivando il raggio di un mostro. La lanciò in aria ed estrasse la spada, tranciando in due il braccio di uno dei ciclopi che aveva cercato afferrarli. Quella lama doveva essere particolare per riuscire a ferire i ciclopi con tanta facilità. La riprese al volò e saltò su uno dei mostri, usandolo come trampolino per lanciarsi in alto. La lasciò andare un istante, il tempo di pigiare alcuni tasti sul suo esoscheletro. Un altro impulso blu rallentò ancora i ciclopi, investendoli come un'onda d'urto che li fece tremare. La riprese ed atterrò, correndo a perdifiato.
Trenta metri.
Venti metri.
Dieci.
Cinque.
Qualcosa colpì Murano alle spalle. Cadde, facendo precipitare anche Giuly, che si mise carponi il più in fretta possibile. Si voltò terrorizzata. Davanti a lei c'era un essere abominevole. Una Rovina alta sui tre metri, di gran lunga più piccola dei suoi compagni. Quello che la spaventò fu però il braccio destro del colosso. Era interamente fatto di un lucido metallo argentato. L'occhio era circolare, completamente nero ad eccezione di una piccola pupilla a forma di mirino di color viola acceso. Venatura di metallo si dipartivano dal bulbo oculare sul faccione enorme ed informe. Quello si muoveva perfettamente. Alzò il braccio, fulmineo, ma non lo abbassò mai. Qualcosa saettò e il ciclope fu tagliato a metà. Il corpo si divise e cadde a terra con un tonfo metallico.
Giuly si stropicciò gli occhi. Davanti a lei stava apparendo una figura dapprima sfocata, poi sempre più nitida. Era come se una forte luce l'avesse abbagliata ed ora dovesse riabilitare la vista. La figura di un giovane uomo vestito di un lungo soprabito a tre code nero come la pece, con un cilindro altrettanto oscuro calcato sui lisci e corti capelli color sabbia.
Il nuovo arrivato impugnò stretto il bastone di quercia nella mano guantata di bianco, sollevata ancora nell'atto di tirare un fendente. Afferrò più saldamente il manico del bastone e lo batté a terra, piano, ma con decisione. L'immagine viola del simbolo degli Entes si materializzò sul terreno e si smaterializzò con la stessa velocità con cui si sbatte un occhio. Un'improvvisa onda d'urto travolse i ciclopi, spazzandoli via fino a farli diventare polvere che si unì a quella che già impestava la piazza.
L'effetto dell'esoscheletro di Murmure svanì, distrutto dall'attacco dell'alto individuo.
"N-ero..." mugghiò Every, rotolandosi su un fianco. Si teneva la spalla monca, da cui gocciolava sangue e una sostanza fluorescente di colore bluastro. La Rovina metallica lo aveva colpito, lacerandogli spalla e schiena.
L'Ens si voltò con un sorriso gentile e falso in maniera terrificante. Nascondeva alla perfezione il suo disappunto.
"Murmure, vecchio amico. Come ti sei ridotto. Prego, appoggiati a me." gli disse, chinandosi per aiutarlo e porgendogli un braccio. Murano si sollevò da solo, rifiutando l'aiuto.
"Non pensare a me, vecchio cieco. Pensa alla ragazza." borbottò, arrancando verso Giuly.
"Ah, la giovane Giulyu... L'angioletto che ha tanto attirato l'attenzione ultimamente." mormorò sogghignando il signore oscuro. "Mi permetta, signorina, di porgerle i miei omaggi e di prestarle il mio aiuto."
Giuly lo guardò stranita.
"Ehm..."
"Tranquilla, sta con noi. Giulyu, Nero. Nero... bhe, tu lo sai già perfettamente." disse l'Every, appoggiandosi al portale che non lo assorbì. Era strano.
La ragazza, intano, seppur diffidente, prese delicatamente la mano dell'Ens e si fece aiutare. Lui la sollevò con grazia e, nel rimetterla in piedi, le curò le ferite e le fece recuperare le energie. Oltretutto, con sua estrema sorpresa, le fece ricrescere le ali, facendole diventare più grandi e più forti di prima. In più le fece apparire una tracolla a cui erano appese due padelle d'acciaio temprato.
"G-grazie..." commentò lei allibita, guardandosi le ali non sapendo se essere felice o se piuttosto colpire terrorizzata Nero con una padella e fuggire. Optò per la prima. Dubitava che, dopo quanto aveva visto, potesse funzionare la seconda ipotesi.
"Forza, altre Rovine stanno arrivando, e noi abbiamo fretta, giusto? Prego, entrate nell'Abisso, da questa parte." li invitò il signor Nero, mentre le ferite di Murmure guarivano da sole, senza che l'Ens le avesse anche solo guardate.
Murano si avvicinò a Giuly.
"Pronta? Stai per entrare nel cuore della paura. Te la senti?"
Lei annuì, aggrappandosi al suo braccio.
I due entrarono nel portale che stavolta li avvolse e li fece sparire.
Nero si voltò a fissare il cielo mentre Parsifal si faceva avanti a grandi passi, mirandolo con dieci bocche spalancate su braccia, volto e busto (il frac, come fosse pelle, si apriva intorno alle varie fauci).
"Non fa piacere nemmeno a te che le Ruin's Industries siano in funzione, vero?" gridò con tono di scherno.
Il ciclope non rispose, si limitò a sparare i raggi. Un boato sconvolse l'atmosfera. Un polverone enorme avvolse l'Ens e, quando si diradò, metà del pianeta era svanito nel nulla. Nero e il portale erano intatti, fluttuanti nel vuoto. Il ciclope muggì di rabbia.
"Come se sperassi davvero che funzionasse. Tuttavia..." mormorò Nero, storcendo il volto in un ghigno soddisfatto. Svanì e riapparve di fianco al grand-ammiraglio delle Rovine. Parsifal fece per girarsi, ma Nero lo bloccò poggiandogli un dito sulla spalla. Il potere dell'Ens piegò in due la Rovina, fermandolo del tutto. Tremava di terrore, mentre l'Ens comunicava con lui mentalmente...
 
Angolo di ME:
Avendo finito gli esami, pubblico direttamente questo capitolo. Da adesso fino a nuovo ordine (che impartirò io medesimo) la fiction è SOSPESA, e con lei anche la serie di spin-off  "Let's meet the...". Non per motivi strani, ma ho bisogno di rilassarmi, quindi CIAOOOOOOOO!
Ev.
   
 
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