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Autore: Shenron87    04/07/2016    2 recensioni
Tutti sappiamo che i sogni non sono altro che manifestazioni di desideri non realizzati... ma è sempre così? Perchè sognare un futuro felice con una ragazza morta, che magari ti avrebbe rifiutato, se sei sposato e la donna al tuo fianco, che ti ama e ti ha dato dei figli, ha già colmato quel senso di vuoto.
Certo, Daphne è bella... è dolce, almeno in privato, ed ha sofferto moltissimo... ma non è Hermione e Bruce lo sa bene visto che, essendo un vampiro lui soffre come pochi esseri possono fare : Bruce sa che, anche morendo, non si incontreranno mai. Una domanda però aleggia minacciosa nell'aere. Era un sogno quello che ha fatto Bruce... o Bruce stesso è sognato da qualcuno che si trova in difficoltà e non sa che cosa fare del suo futuro...
Seconda e ultima parte della serie "Il Cavaliere Oscuro" si consiglia la lettura de : “Harry Potter e la Stirpe Maledetta” che troverete nella mia home.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sanguini, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Sirius/Lily
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Cavaliere Oscuro'
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Presente

Io c'ero sempre quando lei aveva bisogno di me.
Non importa se per scambiare qualche parola tra una lezione e l'altra o se si trattava di asciugare le sue lacrime quando gli altri la isolavano.
Io c'ero sempre stato e se Merlino vorrà sempre ci sarò.
Ero presente quando Ron la insultava perché convinto che fosse un insulsa secchiona priva di utilità.
Ero presente quando Harry e Ron l'abbandonarono al proprio destino in balia di Gazza la notte del duello con Draco.
Ok, non era nemmeno del loro stesso dormitorio e si trovava li per caso mentre tornava dall'infermeria ma questo non giustifica il loro comportamento.
Fu io, preoccupato per averla sentita uscire di notte, a prenderla in braccio seminando il custode per riportarla illesa nel dormitorio da cui si ero allontananta nel cuore della notte.
E che dire del 31 Ottobre di quell'anno? A causa di quel troglodita di Ron lei, che spinta dal suo animo nobile aveva cercato di aiutare un suo compagno, pianse per tutta la giornata a causa delle ingiurie che quel verme si era lasciato sfuggire in preda all'invidia per le capacità di Hermione.
Io cercai di consolarla ma lei pretese di rimanere da sola e ciò stava per costarle la vita a causa di un troll di montagna che si intrufolò nel bagno dove si era rifugiata per piangere.
Avrei potuto facilmente uccidere quel mostro senza bacchetta e con una mano legata dietro la schiena ma, non volendo che una bambina di undici anni diventasse capace di vedere i Thestral, decisi di limitarmi a spedirlo contro un muro con un pugno e incatenarlo con rapidi e fluidi movimenti della bacchetta che trasfigurarono la sua clava in solide catene.
Quell'evento, unito alla sua curiosità, la spinse a investigare assieme a Potter su ciò che Piton, secondo quel cretino, poteva desiderare al punto di liberare un troll nel castello.
Ciò portò al suo rapimento.
Raptor infatti sapeva cosa fossi e, cercando di prendere tre piccioni con una fava, la usò per attirare me e lo sfregiato in una trappola.
Lui ci cascò di brutto. Io ero già nell'ultima sala prima ancora che Raptor ci portasse una impaurita Hermione rassegnata al peggio.
Un solo schiantesimo uccise Raptor mandandolo contro lo specchio, uccidendolo senza dargli il tempo di rendersi conto dell'accaduto.
Quella notte ero lievemente irritato e ciò mi impedì di salvare la bella, rubare un artefatto unico e ottenere la mia sacrosanta vendetta.
Quando l'erede di Serpeverde osò levare la sua mano contro di lei, la mia furia fu implacabile al punto che presi in mano le redini “dell'indagine” e risolsi, in poche ore, ciò che per mesi aveva tenuto occupati Potter e Weasley.
Lo stesso Potter definì memorabile il mio scontro col quel millenario Basilisco che ora giace inerte nella stessa camera che per secoli lo aveva ospitato.
Quando il rettile divenne un ammasso informe di proteine, buono solo per dar da mangiare ai vermi, schiantai Potter, eliminando a modo mio (*) l'Horcrux di Voldemort e un docente che aveva ricevuto dalla Umbridge il compito di eliminarmi.
Salvai quindi Ginevra e modificai i ricordi di Harry e della ragazza in modo che Gilderoy Allock apparisse come il demente che si era fatto possedere da un artefatto oscuro e quindi il solo e unico responsabile delle aggressioni.
Quel giorno però decisi di non calcare la mano riguardo la mia vendetta.
Non che non la bramassi ma, se l'avessi compiuta, avrei avuto difficoltà a continuare la mia amicizia con Hermione.
Difficilmente infatti Silente avrebbe chiuso un occhio davanti all'omicidio del suo pupillo ma, pur non avendo compiuto alcuna mossa contro Silente o Potter, avevo ottenuto alcune pedine fondamentali per una mia futura vittoria.
Nessuno, nemmeno Silente sospettò nulla visto che mi feci trasportare, privo di sensi a causa del veleno di basilisco, in infermeria da Harry che, essendo un pessimo occlumante, fornì una versione della storia coincidente con quella di Ginevra che venne presa per buona dal vecchio preside. Il bastardo gongolava per aver finalmente carpito un segreto, che poi tanto segreto non era, di Voldemort.
Arrivò anche ad offrirmi dei premi e dei riconoscimenti per aver salvato la scuola e gli studenti ma li rifiutai : i vendicatori non cercano fama o gloria.
Durante l'estate del 1993 non ci vedemmo.
Lei andò in Francia e io dovetti accontentarmi di scriverle tramite uno di quei diari incantati che vendono da Zonko.
Al suo ritorno però, visto che i suoi genitori si trovavano a un convegno, io la portai a Diagon Alley per festeggiare il suo tredicesimo compleanno.
Ricordo ancora quel giorno, fui io a regalarle Grattastinchi.
Io le avrei regalato qualunque cosa, dai gioielli ai libri che tanto amava e tutto per poter assaporare una sola volta le sue labbra, che per una volta mi vedesse come un ragazzo e non come un fratello.
Avrei voluto che mi prendesse per mano e, dominata dalla lussuria, mi chiedesse di renderla donna ma lei non era una ragazza facile o altrimenti non mi sarei mai interessato così tanto a lei.
Lei era troppo timida e io non mi sentivo di calcare la mano.
Per questo, quando si limitò a mormorare 'un gatto va bene' glielo comprai sperando che i miei pensieri non fossero evidenti.
Quel giorno lei era affascinante, più del giorno in cui andammo a comprare la nostra prima bacchetta insieme.
Più del giorno in cui si strinse al mio petto dopo che la salva da quel troll ritardato di Weasley e da quello intelligente che l'aveva aggredita nel bagno.
Più della notte in cui per poco non la baciai in Sala Grande quando la rividi, nuovamente sorridermi dopo mesi in cui era stata pietrificata.
I suoi capelli che tanto l'avevano fatta soffrire, visto che non c'era acconciatura che riuscisse a domarli, io non riuscivo a togliermeli dalla testa.
Più di una volta, durante le nostre sessioni di studio nella sala comune, avevo difficoltà a concentrarmi sullo studio quando era accanto a me, ma lei era sempre presente.
Fu lei a darmi quei ricordi felici sufficienti a permettermi di evocare una nebbiolina argentata che impedì a un dissennatore, salito sul treno in cerca di mio padro, di mettere piede nel nostro scompartimento.
Si limitò a stringermi la mano e io dovetti sforzarmi di non evocare il mio patronus completo.
Quello sarebbe stato lievemente ingombrante ma non fu un problema.
La mia nebbiolina argentata si frappose fra noi e il dissennatore permettendo a Cho, a Luna ed Hermione, particolarmente scosse, di riprendere i sensi.
Perfino Lupin, il docente di difesa contro le arti oscure di quell'anno, che passò vicino al nostro scompartimento mentre andava dal macchinista, mi lo lodò... ma lui... lui era un amico di mio padre e di quell'uomo.
Non avrei mai mostrato empativa verso di loro.
Durante il nostro terzo anno continuai ad essere presente e pieno di attenzioni, nonostante qualcosa mi turbasse.
All'inizio pensava che, come tutti gli studenti cresciuti nel mondo babbano, l'evasione di Sirius Black mi avesse turbato.
In fondo anche i più idioti sapevano che si vociferava fosse il braccio destro di Voldemort.
Lei non poteva sapere però che lui fosse il padre che mi aveva abbandonato e che desideravo uccidere con tutte le mie forze.
Per tutta la durata del nostro terzo anno però feci del mio meglio per non metterla in pericolo.
Avevo rischiato di perderla quando il pericolo era un misero Raptor o un ricordo armato di Basilisco e non volevo che, per indagare, si avvicinasse troppo ai dissennatori o a quell'uomo.
Per distrarla, e convincerla a non studiare divinazione e babbanologia che l'avrebbero costretta a usare una stressante giratempo, decisi di farmi avanti e chiederle se volesse andare a Hogsmeade con me.
Certo, potreste dire che trascurando il suo aspetto in favore dello studio avessi vita facile ma non è così.
I ragazzi che la guardavano c'erano. Tre Weasley su quattro, McLaggen, Cornac, un certo Ernie e tanti altri. Forse perfino mio cugino Draco e qualche Serpeverde. Solo che decisero, saggiamente oserei dire, di non sfidare apertamente uno che, davanti a Potter e il più piccolo dei Weasley, aveva mandato un troll contro un muro con un semplice pugno e che durante il club di duelli di Allock era stato in grado di umiliare perfino gli studenti da MAGO.
In ogni caso il mio fu un successo parziale. Andammo a Hogsmeade ma non riuscì a farle passare la voglia di studiare dodici materie.
Quello fu l'anno in cui Malfoy, per vendicarsi di Silente, tentò di far licenziare Hagrid e condannare Fierobecco.
Le diedi una mano ma l'oro di Lucius impedì ai giudici di fare la cosa giusta. Avrei potuto liberarlo semplicemente presentandomi all'udienza come capo della famiglia Black visto che Cygnus Black, fratello di mio nonno, era morto alla fine del mio secondo anno e fu costretto a cedermi il titolo di capofamiglia essendo suo nipote, per quanto purosangue, membro di un ramo cadetto della famiglia.
Non lo feci e preferì agire nell'ombra accaparrandomi quote sempre maggiori di quotidiani, settimanali e mensili per impedire a Lucius di farmi terra bruciata.
Ovviamente non avrei permesso a Malfoy di uccidere un povero animale solo per soddisfare il suo ego e per questo decisi di agire in modo spettacolare.
Lo salvai sotto lo sguardo divertito di Silente, che mi vide nonostante mi fossi disilluso, e quello sconvolto di Caramell e del boia facendo brillare gli occhi di Hermione di gioia.
Quel giorno però non ci fu un vero e proprio lieto fine.
Sul limitare della foresta, dove le diedi appuntamento per permettere a Kreacher di portare Fierobecco in Galles, intravedemmo Grattastinchi.
Il povero micione, preso a calci da Ron alcune settimane prima, fece del suo meglio per seminarci e, inseguendolo, ci ritrovammo coinvolti nelle folli avventure di Harry lo sfregiato.
Avventura che si sarebbe conclusa con la morte di Hermione per mano di un Lupo mannaro o a causa di un orda di dissennatori se non avessi immobilizzato il professor Lupin con catene d'argento purissimo ed evocato un patronus completo che, purtroppo per me, salvò anche la vita di mio padre, che ebbe così modo di sfuggire, e di Potter.
I due parlavano di andare a vivere insieme ignorando il fatto che io fossi vicino a loro e che i dissennatori stavano sciamando verso di loro.
Quel giorno, iniziato con il salvataggio di Fierobecco, però Hermione commise l'errore più grande della sua vita.
Diede un pugno al ragazzo sbagliato.
Colpii il volto del rampollo di Casa Malfoy ed adesso, dopo mesi di distanza, stava per pagarne le conseguenze.
Fu solo grazie a una lettera di Sofia, arrivata questa mattina, se io mi presi la briga di usare la mappa del malandrino, che avevo ottenuto a Luglio del 1992 grazie a un mio fedele alleato, per tenerla d'occhio.
Fu quando la vidi dirigersi in un cortile in disuso del castello, dove notai la presenza di nomi appartenenti a personaggi non proprio perbene, che compresi subito che dovevo correre da lei pregando di fare in tempo.
Arrivai appena in tempo, se arrivare mentre lei era nuda in balia di uomini che definire tagliagole era un eufemismo si può definire arrivare in tempo.
Quel giorno non ci vidi più e, non so come, mi ritrovai ad azzannare le gole, gli arti e ogni parte del corpo di quei malviventi che mi ritrovavo a portata di zanne.
Venni ferito innumerevoli volte da lame che sentivo essere maledette o avvelenate ma non me ne curai. Volendo avrei potuto curarmi bevendo il sangue di quei maiali ma avrei attirato attenzioni indesiderate.
Solo quando l'ultimo bastardo lasciò questo mondo ritrovai una parvenza di controllo e riuscì, con una voce triste ed affaticata, ad implorare Hermione di non aprire gli occhi.
Ciò che avrebbe visto non le sarebbe piaciuto.
Ero arrivato in tempo, l'avevo salvata per l'ennesima volta ma il mostro che per anni avevo tenuto a bada aveva preso il sopravvento.
Un solo minuto in cui la donna che amavo aveva corso un pericolo mortale aveva permesso al mio lato più oscuro e crudele di venire a galla e dominare le mie azioni!
Non ebbi però tempo di interrogarmi su ciò che mi era accaduto, lei stava morendo di freddo e di paura. Non potevo mica rimanere li a fissarla nuda mentre ero immerso in riflessioni filosofiche.
Mi sfilai quindi la tunica e la usai per coprirla da intemperie e occhi lussuriosi. La sollevai quindi con delicatezza e, attraversai il parco fino all'ingresso principale.
Non era un percorso agevole, visto che mancavano porte che conducessero all'interno del castello, e quindi dovetti costeggiare uno dei muri perimetrali del maniero fino a giungere al Portone in ferro battuto.
A complicare le cose il mio respiro era affannato e irregolare, segno che le lame erano impregnate di qualche tossina particolarmente potente ma non potevo fermarmi.
Lei, accolta tra le mie braccia e paralizzata dalla pozione, non poteva muoversi e nessuno mi garantiva che altri nemici non fossero appostati in attesa di un mio cedimento.
Cedimento che era molto vicino visto che non avevo la forza di piegare il mio volto per incontrare quegli occhi che sapevo stessero versando lacrime per un mostro come me.
Lei, che di solito avrebbe dovuto temermi e odiarmi, versava lacrime per un essere che non meriterebbe di vivere.
Per questo la consolai dicendole che non avrei permesso a nessuno di arrecarle alcun danno.
Nemmeno Voldemort o Silente... e li la sparai grossa visto che in quel momento ero prossimo a perdere uno dopo l'altro i miei cinque sensi.
Le mie membra erano intorpidite, il mio olfatto andato e in bocca non sentivo più nemmeno il sapore del sangue che avevo ingurgitato senza volerlo durante il mio rozzo salvataggio.
Vista e udito poi... definirli quasi a livello di un essere umano era un eufemismo.
Impiegammo alcuni minuti a raggiungere il portone e, come se non stessi soffrendo abbastanza, la McGranitt appena ci vide iniziò una delle sue proverbiali ramanzine dichiarandosi senza parole per il fatto che non fossimo presenti all'arrivo delle delegazioni.
Piton invece, non avendo mai avuto modo di punirci, gongolava come un bambino in un negozio di giocattoli.
Fu un secco ordine di Silente a fermare i due docenti.
Ordine seguito dalle grida di numerose ragazze, tra le quali spiccò quello di una francese che, con un accento molto pesante e voce cristallina, disse : “La camisia è fradiscia di songue...”
Io però non avrei mai ammesso la mia momentanea debolezza e continuai a camminare imperterrito, ignorando gli sguardi dei ragazzi che, Serpeverde e Durmstrang compresi, erano totalmente inorriditi alla vista del sangue.
Fu solo davanti al portone che mi fermai un attimo per pronunciare alcune parole che gelarono tutti i presenti.
“Preside. Nel vecchio cortile vi sono i resti di alcuni facinorosi che, non avendo nulla da fare, hanno pensato che abusare di Hermione fosse una cosa buona e giusta. Purtroppo non conoscevano il nome del mandante... ma giuro che se vengo a scoprire chi è stato ad assoldarli... si pentirà di essere nato...”
Le ferite pulsavano maledettamente, la testa mi girava ma io mi sforzai di non darlo a vedere.
Non feci smorfie, ne mi lasciai sfuggire gemiti di sofferenza, anzi... scandii ogni parola in modo da non lasciare spazio a errori di interpretazione e questo colpì gli studenti in modo diverso ma li ignorai.
Il mio tempo era agli sgoccioli e volevo svenire solo una volta raggiunta l'infermeria in modo che Poppy potesse medicarmi e lamentarsi per l'ennesima volta della mia mancanza di buon senso.
“Che vuoi dire con la parola "resti"?” domandò Silente serio mentre emanare un'aura di grande potenza.
“Preside, vuole che le porti un dizionario?” rispose gelido mentre tutti si ammutolirono.
Avevo risposto a tono al più grande mago del mondo e non solo non tremavo ma sostenevo lo sguardo severo dell'anziano preside.
A mia discolpa devo ammettere che non ho mai provato simpatia per quel bastardo manipolatore.
“Prego? Non credo di aver capito signor Wayne” disse Silente cercando di farmi comprendere che ero pur sempre il Preside.
“Loro erano trenta uomini, se così si possono definire degli stupratori seriali, che hanno aggredito Hermione, l'hanno drogata, e volevano violentarla. Io ero solo, privo di bacchetta mentre loro erano armati di coltelli e bacchetta. Quindi, se vuole che sia più esaustivo, Signore, ho ucciso ogni singolo assalitore a mani nude. Erono una minaccia ed io l'ho eliminata. Punto.” dissi mentre tutti restarono sconvolti per la lucida crudeltà delle mie parole.
Avevo ammesso di aver ucciso, e non solo non mi sentivo in colpa ma ritenevo, e credo che in molti condividessero la mia opinione, che avessi fatto bene.
In fondo non ero stato io ad attaccare briga... era legittima difesa.
“E non si rischi, Signore, nemmeno ad insinuare che le loro vite valevano quanto quelle di Hermione perché, loro erano feccia priva di etica e morale e quindi non mi sentirò in colpa per le mie azioni ed ora...” disse ammutolendo tutti i presenti ed emettendo tanto potere da far indietreggiare tutti i presenti, Silente compreso.
"...veniamo a noi, furetto...” dissi fissando mio cugino con tanto astio da fare in modo che i suoi compagni si allontanassero da lui.
“Avverti il tuo paparino che il prossimo graffietto che Hermione si farà a causa vostra... tu sarai il primo a morire...” sibilai e, in un modo o nell'altro, tutti compresero che ero serio.
“Hai detto che non conoscevano il mandante...” si difese Malfoy lievemente terrorizzato.
“Non osare interrompermi... furetto!” tuonai Bruce
“Tuo padre è l'unico che dispone della liquidità necessaria ad assoldare tanti criminali e avere un contenzioso con Hermione. Nessun altro Serpeverde avrebbe avuto motivo per farlo. Quindi da adesso sei avvisato. Rigate dritto... perché non esiste carcere che possa imprigionarmi o mago che possa fermarmi quando sono incazzato... e la mia pazienza
è agli sgoccioli.” dissi voltando le spalle e riprendendo a camminare concedendomi una smorfia di sofferenza che fece preoccupare Hermione.
Ancora non sapevo in che condizioni eravamo io e la mia amica... sapevo solo che di sicuro non avevo subito dei semplici graffietti.
Fu in infermeria, dopo che la professoressa McGranitt ebbe aiutato Hermione a indossare un pigiama, che potei accertarmi delle nostre condizioni.
Quando Madama Chips terminò la diagnosi scoprimmo che presentavo numerose ferite lacerocontuse nella schiena. Reni, Milza e polmoni non erano stati risparmiati e solo la mia diversa fisiologia mi aveva permesso di camminare come se nulla fosse accaduto.
Fortunatamente le ferite erano state inferte da normali pugnali magici che, pur presentando tracce di veleni, almeno non erano maledetti e non contenevano tossine esotiche.
Piton prelevò campioni di sangue da ogni ferita per vedere se il veleno
fosse lo stesso e da Hermione per individuare quale pozione avesse ingerito.
Impiegò pochi minuti per creare un antitodo per entrambi ma non lasciò la stanza... rimase in silenzio assieme alla McGranitt, al professor Vitius, e ai presidi delle due scuole che erano venuti per sincerarsi delle nostre
condizioni.
Silente chiese a Hermione se le avessero fatto del male ma sembrava che fossi giunto appena in tempo.
La McGranitt si sedette e l'abbracciò dicendo che era fortunata ad aver trovato un amico simile.
“Già un vero amico...” mormorò con un voce spezzata ed un pizzico di amarezza che tutti, perfino io, colsero.
Sembrava come se lei volesse che io fossi qualcosa più di un amico e dal sorriso malizioso d Madame Maxime compresi di aver colto nel segno.
Karkaroff invece sembrava intento ad a studiarmi e a carpire quante più informazioni possibili.
Forse credeva che avrei preso parte a quel ridicolo torneo e temeva che, in base a ciò che gli aveva raccontato Silente, io potessi ostacolare il suo campione.
Il suo sorriso, se a qualcuno di ingenuo sarebbe sembrato sincero, a me sembrava falso e viscido a un livello quasi insopportabile ma fortunatamente, una volta medicato, ricevetti una pozione rimpolpa sangue, una serie di antitodi e antibiotici - lievemente inutili visto che essendo un vampiro non mi sarei ammalato e avrei potuto neutralizzare ogni veleno in poche ore - e il gruppo decise di congedarsi per andare a presenziare il banchetto.
Con noi, per evitare ulteriori aggressioni, rimase Malocchio Moody o – per essere precisi – qualcuno che lo imitava.
C'ero rimasto di sasso quando Sofia mi aveva avvisato ma, fino a quel momento almeno, le sue soffiate si erano rivelate sempre corrette con un margine di errore di una settimana circa e ciò mi aveva permesso di salvare Hermione con precisione quasi profetica.
Per questo, sebbene avessi deciso di non espormi troppo davanti a lui, non avevo messo Hermione a conoscenza di certi dettagli e ciò, pur fatto per evitare che si mettesse a investigare, mi causò non pochi timori quando per alzarsi e coricarsi accanto a me si fece aiutare da quel mangiamorte.
Rimanemmo sdraiati in quel letto per ore prima che trovassi il coraggio di  dirle quelle parole, che non avevano voluto lasciare la mi bocca al secondo anno, a Diagon Alley o ad Hogsmeade e che invece mi uscirono mentre sentivo il suo seno poggiato sul mio petto e un certo rossore dipingeva i nostri volti.
Forse era la consapevolezza che l'avevo vista nuda, forse era l'eccessiva vicinanza ma entrambi eravamo troppo imbarazzati per dire qualcosa e fu solo dopo molte ore che riuscì a dirle che l'amavo.
“Anche io Bruce... da sempre...” rispose ma ciò complicava le cose.
“Lo so. L'ho sempre saputo ma questo complica le cose...” dissi mesto causando proteste da parte di Hermione e solo il muffliato di Moody impedì che svegliassero Madama Chips.
“Perchè? La tua famiglia crede nella purezza genetica e quindi non possiamo stare insieme?”
Io negai sospirando e le dissi che ero ricco, potente e che in un modo o nell'altro avrei potuto sposarla ma avevo un paio di piccoli segreti che potevano ucciderla e non volevo perderla di nuovo.
“Io ti resterei accanto” protestò debolmente “...e tu lo sai... nulla di ciò che mi potresti dire mi farà cambiare idea...”
Fu allora che sospirando, con un filo di voce, le dissi ciò che potevo dire davanti a un tizio di cui non mi fidavo e che sapevo non essere più un segreto per Voldemort.
Le dissi che mio padre era Sirius Black, che ero un vampiro – e grazie al cazzo Raptor aveva riempito la sua aula d'aglio solo per me – e che avevo un matrimonio combinato con Daphne, la ragazza che era cresciuta assieme a me e che lei aveva incontrato più volte durante le sue visite a casa mia.
Questo perchè lei non studiava a Hogarts. A Hermione dissi che l'avevo mandata a studiare in Francia perché temevo per la sua incolumità se fosse finita a Serpeverde.
Non che fosse una bugia visto che i Malfoy ci volevano morti per intascare i miei soldi e mettere le mani nelle mie proprietà... ma non era esattamente tutta la verità.
La verità purtroppo era che, crescendo assieme e dividendo lo stesso letto fin da piccoli, tra di noi si era venuto a creare un sentimento fraterno tale da rendermi difficile, quando i folletti ci avvisarono dell'esistenza del contratto matrimoniale, il solo pensare di baciarla.
Figurarsi vederla nuda nel mio letto e farci certe cose.
No, la distanza era l'unico modo per permetterci, una volta giunto il momento, di consumare il matrimonio.
Le dissi anche che, non essendoci scritto nulla in particolare sul contratto stipulato dai nostri parenti, volendo poteva andare con altri uomini prima del matrimonio.
Lei però si rifiutò e mi disse che avrebbe atteso che io mi sentissi pronto.
Non disse nulla nemmeno per la mia cotta verso Hermione o la mia tresca con Sofia che sapeva bene e con cui aveva legato molto.
“Ma non siete cresciuti insieme? Perchè non spezzate il contratto?” domandò sconvolta.
“L'avrei fatto se non avessimo scoperto che in caso di rinuncia io avrei perso tutto e Daphne avrebbe dovuto sposare Draco o mio padre...” risposi a denti stretti mentre Moody ci osservava in religioso silenzio.
“Fidati... se fosse dipeso da me le avrei permesso di sposare chiunque fosse riuscita a fare breccia nel suo cuore. Anche a costo di rinunciare ai soldi.”
“E se rifiutasse lei?” domandò Hermione risoluta ma io feci di no col capo.
La situazione era molto più disastrata di quanto una ragazza come Hermione potesse immaginare.
“Suo padre era in bancarotta. Mio zio comprò Daphne semplicemente garantendo i debiti di mio suocero che, morendo senza eredi e prima di sposarsi, ora gravano su Daphne. Se noi non consumeremo il matrimonio, visto che il nonno di Daphne aveva dovuto svendere terreni e manieri, Daphne diventerà proprietà della Gringott e non devo dirti che il modo in cui la guardavano era molto inquietante.” dissi mesto.
“Quando il matrimonio sarà consumato i folletti saranno avvisati e potranno prelevare l'oro dal mio conto e io non sarò diverso da quel bastardo Lucius o da Draco...”
Pronunciai gli ultimi due nomi quasi sputandoli tanto li odiavo.
Lei però mi sorrise, e accarezzandomi la guancia mi baciò.
“Allora saremo amanti. Ci ameremo in segreto, lontano da sguardi indiscreti...” disse sorridendo e mordicchiandomi le labbra fino a quando non mi decisi di ricambiare il bacio lasciando scivolare le mie mani sui suoi fianchi e di li verso territori inesplorati.
Solo allora il professore si schiarì la voce per ricordarci che non eravamo soli, e le si staccò dicendomi con cipiglio deciso : “ Tu per me ci sei sempre stato. Mi hai salvato dal troll; hai ucciso Raptor ed il Basilisco per
vendicarmi. Hai sconfitto un lupo mannaro e respinto un orda di dissennatori solo per proteggermi. Ci sei sempre stato! Quando ero triste, quando Piton ed il mondo erano crudeli con me, tu sapevi sempre cosa dirmi per tirarmi su di morale. Anche oggi, quando avevo perso la speranza, sei corso in mio soccorso. Tu ci sei sempre stato per me... e se per stare con te dovessi varcare le soglie dell'inferno lo farò. Se dovrò uccidere per difendere il nostro amore mi sporcherò le mani... ma permettimi di camminare al tuo fianco... permettimi di scegliere... permettimi di essere presente per te, come tu lo sei stato per me...”
“Quindi...” mormorai rosso in volto.
“Si bello... da oggi sei mio...” dissi sorridendo maliziosa mentre poggiava la testa sul mio petto.

°°°°°°°°°°°°°°

Nota dell'autore

Salve a tutti. Come vedete il capitolo, sembra simile al primo sebbene all'inizio sembri il punto di vista di Bruce rispetto a una determinata situazione che i lettori più fedeli sapranno essere solo una visione avuta dal Bruce crononauta.
La seconda parte del capitolo infatti presenta gli effetti del viaggio nel tempo.
Bruce cresce con la madre e un tutore in uno dei tanti manieri dei Black (per una parte della sua vita) invece che da solo in un orfanotrofio, Daphne non è costretta a sposare Karkaroff (come a inizio saga) e non è neppure vittima di abusi da parte del padre (tutte e due le saghe più la visione del futuro che spinse Bruce a portarla indietro nel tempo con se).
Daphne è rimasta misteriosamente orfana di padre (qualcuno vuole provare a indovinare chi è il responsabile lol?) mentre la madre, come sempre, è morta alla nascita della piccola eroina.
Ora la domanda che mi porrei se leggessi la fiction sarebbe : Se Bruce ha viaggiato nel tempo per salvare Hermione e farsi crescere dalla madre... perché odia Harry? Perchè odia il padre? C'è un collegamento con l'odio provato nella prima saga o c'entra qualcosa della seconda?
L'odio per il padre... beh diciamo che verrà spiegato ma diciamo che il motivo di fondo è quello che portò Bruce a crescere in un orfanotrofio o con la vampira che sposò Regulus :)
Hermione diciamo che l'ha salvata (e questa volta non è una visione) ma il viaggio nel tempo non ha creato ne le basi per lo scenario apocalittico (che un giorno vedrete anche voi), ne quello smielato che avrebbe impedito a Bruce di affrontare l'incipiente oscurità ma un nuovissimo terzo scenario.
Su Potter non vi svelo nulla... per ora almeno :)
A presto :)

 
   
 
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