Sirius
Black,con le braccia in avanti ed inginocchiato sul prato,fissava con
trepidazione il minore. -Coraggio- mormorò -ce la puoi
fare,forza,Reg!-
Ma
Regulus,dall'alto dei suoi undici mesi,non sembrava aver intenzione
di collaborare. Fissava imbronciato il volto del fratello,senza
alcuna voglia di muovere anche un solo passo. Sirius
sbuffò:era
una bella giornata,ed aveva pensato di approfittarne per portare il
piccoletto nel giardino di casa e cercare (per l'ennesima volta) di
farlo camminare. Senza successo. -Prima o poi
dovrai farlo,no?- Si alterò Sirius,incrociando le
braccia al
petto e fissandolo dritto nei grandi occhioni grigi,uguali ai suoi.
Per risposta,il bimbo fece un ghignetto dispettoso e
gorgogliò
divertito,mettendo in mostra gli unici due denti che aveva. Il
maggiore gonfiò le guance,oltraggiato:come osava quel
nanerottolo
prendersi gioco di lui,che aveva quattro
anni!Quattro,miseriaccia!
-D'accordo-
sbottò,stizzito. -Se vuoi rimanere
lì,fà come vuoi!Io torno
dentro.- Si rialzò in piedi e cercò di pulirsi
meglio che poteva:i
costosi pantaloni che sua madre gli aveva comprato erano tutti
macchiati d'erba. Si sarebbe infuriata,ne era sicuro. Fece qualche
passo,sentendo Regulus protestare con irritazione nel suo linguaggio
infantile. -'Ilius!- Lo chiamò,piagnucolando. Non era capace
di
prounciare il suo nome. -Uffa,ma che vuoi ora?- Esclamò
scocciato,voltandosi. Nello stesso istante,Regulus mise le manine sul
terreno e fletté le piccole braccia,sollevandosi goffamente.
Alzò
lo sguardo su di lui,con infantile determinazione. Si mosse. Sirius
sgranò gli occhi,poi si mise a saltellare per la contentezza
-forza
Reg,continua così!Ce la puoi fare!-
Esclamò,rivolgendogli un
sorriso orgoglioso.
Regulus
però,dopo qualche passo,mise male un piede e cadde.
Scoppiò
a piangere e le lacrime iniziarono a scendere lungo le sue guance
paffute. Sirius si affrettò a raggiungerlo e lo prese in
braccio,cercando di calmarlo. -Sta tranquillo,Reg- gli
sussurrò
dolcemente,con amore -ci sono io a rialzarti. Ci sarò
sempre.-
***
Un
bambino di cinque anni tremava,aggrovigliato nelle coperte,che
lasciavano scoperta solo la parte superiore del viso. La stanza era
completamente avvolta nel buio. Fuori impervarsava un violento
temporale,e lampi accompagnati da tuoni minacciosi spezzavano la
quiete della notte. Gli sembrava di aver perfino intravisto un'ombra
tendersi in direzione dell'armadio...
Un
ramo si abbatté sul vetro della finestra,e Regulus
sussultò
violentemente.
Sua
madre gli aveva raccontato storie di babbani che mangiavano bambini
disobbedienti e che si comportavano male,ma lui era stato buono e
bravo...
Che
avessero scoperto di quando qualche settimana prima,giocando,aveva
rotto il vaso che zio Cygnus aveva regalato loro per
Natale?Spalancò
gli occhi di fronte a quell'eventualità:non l'aveva fatto di
proposito,e poi era davvero orribile,non potevano mangiarlo!
Quanto
avrebbe voluto rifugiarsi fra le braccia del padre,anche se sapeva di
non poterlo fare:l'uomo l'avrebbe rispedito a letto,indignato per la
sua mancanza di coraggio,e gli avrebbe detto che i Black non hanno
paura.
Sentì
le iridi pizzicare,e cercò di ricacciare indietro le lacrime
“io
sono un Black” pensò “e i Black non
piangono mai.”
L'ennesimo
boato fece tremare pericolosamente la finestra,e Regulus non
riuscì
più a trattenersi. Cercando di fare il più
velocemente possibile,e
quasi trattenendo il respiro,uscì. Verso la salvezza.
La
porta della camera era socchiusa. Regulus entrò e
guardò verso il
letto. Sirius dormiva profondamente,i ricci scuri sparsi sul cuscino
ed una mano che penzolava dal materasso. Si avvicinò
cautamente,e
bisbigliò:-Sir,svegliati.- Ma l'altro continuò a
dormire senza
sentirlo,così gli posò la mano sul braccio e lo
scosse leggermente.
Il più grande emise un mugolio infastidito,poi
aprì le palpebre e
lo guardò,assonnato
-Reg-
borbottò -che c'è?Non vedi che é
tardi?- Regulus deglutì a
stento,le ginocchia molli come gelatina -non...non riesco a dormire-
balbettò. Sirius parve accorgersi del terrore nella sua
voce,perché
si mise a sedere di scatto.
-Ti
senti male?- Chiese in tono preoccupato. Il minore scosse la testa.
Poi,con
una vocina sottile,disse:-ho paura. Posso rimanere con te?- Sirius
aggrottò la fronte,ma immediatamente gli fece spazio sul
materasso,lasciando che gli si stendesse accanto. -Grazie-
borbottò
Regulus,poggiando la testa nell'incavo della sua spalla. Sirius
sbuffò -cosa mi ringrazi a fare,scemo. Lo sai che io ci
sarò sempre
per te- replicò.
Quella
notte,Regulus Black si addormentò con una certezza nel
cuore:suo
fratello non l'avrebbe mai abbandonato.
Tre
anni dopo,lo stesso ragazzino sedeva a tavola,pronto per la cena,una
lettera stretta con forza fra le mani. Mittente:Sirius
Black,Hogwarts.
Non
molte righe,impregnate di sarcasmo puro.
“Cara,adoratissima
famiglia-iniziava-ho
grandissimo piacere nell'informarvi dell'esito dello smistamento.
Io,rampollo dell'antichissima,prestigiosissima e perfetta
casata dei
Black,sono stato
assegnato a...
Grifondoro!
Non
é una cosa meravigliosa?Suppongo che sarete infinitamente
orgogliosi
di vostro figlio!L'unica cosa di cui mi rammarico é non
poter godere
dal vivo delle vostre faccie allegre...per questo,conto su di te per
una descrizione dettagliata,Reg.
Tanti
cari saluti!”
Sirius
Black
***
Il
minore dei Black sentiva su di sé lo sguardo pressante del
fratello.
Sapevano
entrambi come sarebbe andata a finire:non era come lui. Regulus era
sempre stato ligio alle regole impostegli dai genitori. Perfino
quando aveva scoperto che la storia dei babbani mangia-bambini era
stata inventata da sua madre per spaventarlo. Tojours Pur,prima di
tutto.
Da
quando Sirius aveva iniziato Hogwarts,il loro rapporto era andato in
pezzi:si scrivevano raramente,poche righe (per lo più per
avvertirlo
che sarebbe rimasto a scuola per le vacanze) e quando il ragazzo
tornava a casa per l'estate ogni occasione era buona per litigare. I
suoi occhi,che per tanto tempo gli avevano donato affetto,ora lo
fissavano con sdegno.
Serpeverde!
La
sentenza del cappello era inequivocabile,e qualcosa nel suo petto
fece crack.
Dal
tavolo dei Grifoni,Sirius sorrise senza divertimento e distolse lo
sguardo dal suo.
***
Il
quattordicenne Regulus camminava per i corridoi,diretto all'aula di
trasfigurazione. Accanto a lui,Severus Piton continuava a dargli
istruzioni su come essere un efficiente pozionista. A dire il vero
non lo ascoltava più da un pezzo,perché la sua
voce strascicata gli
metteva più sonnolenza di quella che gia possedeva. Aveva
gli occhi
segnati da profonde occhiaie per essere stato sveglio tutta la
notte,ed in quel momento avrebbe voluto soltanto posare la testa su
una qualsiasi superficie e dormire. Soffriva di insonnia da mesi
ormai,e nonostante tutti i rimedi provati nulla sembrava funzionare.
Era sul punto di crollare a terra,quando sentì qualcosa che
lo fece
riscuotere all'istante:una risata simile al latrato di un cane.
S'irrigidì,e
allo stesso tempo il volto di Piton si contorse in una smorfia di
disgusto.
James
Potter e Sirius Black sbucarono dall'angolo e li videro.
Potter
sogghignò con scherno,ed entrambi gli si avvicinarono.
Regulus
deglutì:non vedeva da vicino il volto di suo fratello dalla
notte
della vigilia di Natale. L'ennesimo litigio con la madre di fronte a
tutti i parenti era stata la goccia che aveva fatto traboccare il
vaso,e Sirius aveva afferrato il baule,chiudendovi dentro tutta la
sua roba. Minacciando perfino di schiantare Orion se non l'avesse
fatto passare.
Poi
l'aveva guardato implorante,tendendogli dopo tanto tempo la mano.
“Vieni con me” l'aveva
supplicato. Regulus aveva scosso la
testa “sai che non posso farlo,ti prego. Torna
dentro” ma
Sirius non l'aveva ascoltato. E a Regulus non era rimasto altro da
fare che osservare la sua figura che si allontanava in sella alla
scopa,fino a diventare un puntino nel cielo...
-Ma
guarda un po' chi si rivede!- Esclamò Potter,in direzione di
Piton.
-Ti
vedo meno unticcio oggi,Mocciosus. Hai forse iniziato a mettere in
pratica i nostri consigli sull'igene?-
Severus
aprì la bocca per rispondergli (probabilmente con un
insulto) ma
Sirius fu più veloce
-meno
unticcio?Dì un po',Ramoso,hai bisogno di un altro paio di
occhiali?A
me sembra peggio del solito!-
Le
guancie di Piton diventarono color porpora,e a quel punto Regulus
decise di intervenire. Fece un passo avanti,trovandosi faccia a
faccia con il fratello.
Aveva
i suoi stessi lineamenti regali (anche se più maturi) le
stesse
labbra,gli stessi capelli ed occhi,carichi di una luce ribelle che
lui però non aveva mai posseduto. Era
diversi centimetri più alto di lui,e lo fissava come se
avesse
davanti uno scarafaggio.
-Ma
bene. Vedo che frequenti belle compagnie,Regulus.- Sputò,con
sarcasmo. Sentirsi chiamare per intero faceva male. Più di
quanto
avrebbe mai ammesso a sé stesso. -Sicuramente migliori delle
tue,Sirius- replicò,guardando il suo amico e piegando la
bocca in
una smorfia di ribrezzo. Potter arcuò un sopracciglio e fece
per
rispondere a tono,ma Sirius lo bloccò scoppiando a ridere.
Una
risata priva di divertimento -Dio- sussurrò -ti hanno
proprio fatto
il lavaggio del cervello,eh?- La sua voce era tagliente come la lama
di un cortello
-mi
hai fatto passare perfino la voglia di divertirmi.- Gli diede
le spalle,facendo un cenno al suo compare -andiamo,fratello. Se
arrivo in ritardo anche a questa lezione Lumacorno potrebbe farmela
pagare invitandomi ad uno dei suoi festini.-
Regulus
ebbe un sussulto.
Fratello?Aveva
chiamato quello sporco,inutile babbanofilo...fratello.
Lui
era suo
fratello. Solo
lui. Ma
quello stupido
Grifondoro lo aveva dimenticato...sostiuito
come uno straccio vecchio. La rabbia gli oscurò la vista per
qualche
istante. Vedeva soltanto la schiena di Sirius che si allontanava,di
nuovo...poi la
collera esplose.
Alzò
la bacchetta e ringhiò -stupefi...-
Il
maggiore fu più veloce.
Si
girò di scatto e ruggì:-expelliarmus!-
L'incantesimo
fu così potente da scaraventarlo diversi metri indietro,la
bacchetta
persa chissà dove. Puntini neri danzarono davanti ai suoi
occhi,impedendogli di vedere bene il ragazzo,ma udì
chiaramente la
sua voce carica di disgusto mentre gli rivolgeva le sue ultime parole
-sei soltanto un burattino nelle loro mani,Regulus. Mi auguro che un
giorno tu riesca a capirlo e a recidere i fili,anche se ne dubito.- Poi
lo lasciò lì,abbandonandolo.
Ancora
una volta.
“L'hai
infranta,Sir” pensò
“hai
infranto la promessa che mi avevi fatto. Avevi detto che per me ci
saresti sempre stato...”
***
Non
sapeva dov'èra finito. L'ultima cosa che ricordava era
Bellatrix che
gli lanciava un incantesimo,con quello sguardo folle che l'aveva
sempre contraddistinta. Si guardò intorno:non c'era nulla.
Solo il
bianco.
Era
davvero...morto?
Fece
qualche passo avanti,scoprendo stupito che i suoi piedi non producevano
rumore quando camminava. Poi la visuale cambiò,ed in un
battito di
ciglia si ritrovò seduto su un prato dall'aria familiare.
Chiuse la
mano a pugno su un ciuffo d'erba e lo strappò,sporcandosi il
palmo
di terra. Era troppo...piccola per essere la sua.
-Sirius!Sirius!-
Una vocina sottile,piena di gioia,lo chiamò da dietro.
Una
morsa strinse prepotentemente lo stomaco del Grifondoro.
Si
girò,guardando con le lacrime agli occhi una figura dagli
scompigliati ricci scuri corrergli incontro e gettarglisi addosso per
abbracciarlo.
Era
Regulus. Lo stesso Regulus che lo adorava,lo stesso che si
arrampicava sul suo letto per paura di un temporale,senza tatuaggi
oscuri a deturpargli la pelle. Il Regulus che aveva abbracciato di
sera sul tetto di casa,mentre osservava le costellazioni che
portavano il loro nome.
Il
bimbo alzò lo sguardo su di lui.
I
suoi occhi brillavano,per una volta felici.
-Ti
aspettavo da così tanto tempo- disse.
Gli
prese la mano,iniziando a camminare,ma Sirius esitò
-dove
stiamo andando?- Chiese. Anche la sua voce era quella di un bambino.
Regulus
gli sorrise -non lo so. Ma sono sicuro che sia un bel posto.
Chissà,magari sarà pieno di cioccorane e di
zuccotti di zucca...-
Sirius
aggrottò le sopracciglia -dici che ci sono anche le api
frizzole?-
Quella domanda uscì dalle sue labbra senza che potesse
fermarla.
Regulus
annuì solennemente,stringendo più forte le sue
dita.
-ne
sono sicuro.- A quel punto,anche il maggiore dei Black sorrise.
-Che
stiamo aspettando allora?Sbrighiamoci!-
Si
mise a correre,trascinandoselo dietro.
Nonostante tutto,alla fine,erano tornati insieme. Perché Regulus aveva sempre saputo,nel profondo del cuore,che Sirius non l'aveva mai lasciato davvero.