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Autore: Tessie_chan    05/07/2016    2 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Aithusa sorrise, con la testa poggiata sul petto del fratello, ascoltandolo parlare.
Dopo che avevano fatto pace, lei e Kurapika erano rimasti insieme per più di tre ore. Si erano seduti a terra con la schiena poggiata alla parete, con Aithusa che teneva la testa posata sulla spalla del fratello e Kurapika che si lasciava accarezzare i capelli,  e si erano raccontati tutto ciò che era accaduto loro negli ultimi cinque anni. Aithusa gli aveva parlato di sè stessa e della nuova famiglia che si era creata, dei propri progressi con la magia, del proprio cambiamento interiore, e dei sentimenti che provava per tutti loro, l'unica cosa che le dava la forza di rimettersi in piedi ogni volta.
E poi era stato Kurapika a parlare di sè alla sorella: le aveva raccontato del proprio lavoro con la mafia, della sua costante e infruttuosa ricerca del Ragno, dei sensi di colpa che l'avevano tormentato per tutti quegli anni.
<< Hai sempre avuto ragione tu, Tess. Sono stato uno stupido, e un egoista. Non avrei mai dovuto uccidere quell'uomo. Il mio comportamento è stato estremamente sleale. >>
<< Va bene, Kurapika. Io non credo di avere più il diritto di giudicarti, visto che ne ho uccisi sei di loro. >>
<< Per te è diverso. Hai fatto solo il tuo dovere di Maga e Guardiana della Terra.... >>
<< Forse è così. O forse anch'io, nel profondo, volevo vendetta come te. >> Aithusa sospirò, e cambiò argomento << Ma davvero sei stato completamente solo per tutti questi anni? Non avevi neanche una persona da amare, o qualcuno di cui prenderti cura? >>
<< No, nessuno. D'altro canto, non credo di sapere cosa sia davvero l'amore. >>
<< Male! Dovresti rimediare. >> Aithusa sorrise con aria furba << Anche se io non penso che sia proprio vero... ho visto come guardi Leorio... >>
<< Leorio?! Cosa centra lui adesso? >> esclamò Kurapika, a disagio, diventando rosso di vergogna.
<< Mmm... l'argomento ti turba parecchio.... allora ho fatto centro... >> sorrise Aithusa, sfregandosi le mani.
<< No! Ti sbagli! Io e Leorio siamo solo amici! >> si affrettò a replicare Kurapika, arrossendo ancora di più.
<< Scusa... ma tu non hai problemi con l'omosessualità, vero? >> chiese Aithusa, improvvisamente seria.
<< No, non è questo... >>
<< Allora non capisco perchè ti agiti tanto! Cosa c'è di male? >>
<< Nulla! E' solo che non è vero! >> ribadì Kurapika, annuendo vigorosamente.
Aithusa sospirò teatrale << Sarà, fratello... >>
<< Ti assicuro che è così. Forza, andiamo dagli altri, adesso. >>
Aithusa annuì e si alzò, e Kurapika la precedette fuori dalla porta.
La Maga lo seguì, persa nei propri pensieri. 
Ovviamente non credeva ad una parola di quello che le aveva detto il fratello: era ovvio che Kurapika provava qualcosa per Leorio, anche il ragazzo aveva paura di ammetterlo. Lei lo conosceva troppo bene per lasciarsi sfuggire una cosa così evidente.
Inoltre, a giudicare dagli sguardi infuocati che di tanto in tanto Leorio lanciava al biondo principe dei Kuruta, era evidente il ragazzo era ampiamente ricambiato!
In effetti, da Leorio non se l'era aspettato molto, doveva ammetterlo. E dire che lo aveva creduto un tipo che corre dietro ad ogni bella donna che passa....
Aithusa sorrise, ripensando alle avventure che avevano vissuto tutti insieme durante l'esame per diventare Hunter.
Kurapika e Leorio erano stati quasi sempre insieme allora, e avevano da subito sviluppato un'intesa molto particolare. Sicuramente il loro sentimento era nato in quell'occasione, e con il tempo doveva essere cresciuto sempre di più. 
Che bello! pensò la ragazza, emozionata. Quei due formano una coppia bellissima!
Però c'era qualche piccolo problema da risolvere al riguardo.
Per prima cosa bisognava far ammettere a Kurapika i propri sentimenti: Aithusa sapeva benissimo che Leorio non si sarebbe mai fatto avanti, specie in quella situazione, senza aver avuto neanche un segnale d'interesse da parte dell'amato.
Secondo problema: convincere Kurapika a non temere i propri sentimenti. Kurapika era un tipo freddo e rigido di natura, e aveva una sua personale idea di "limiti da non superare". Poteva anche non avere nulla in contrario contro l'omosessualità, ma da lì ad ammettere di essere lui stesso un omosessuale... ne passava di acqua sotto i ponti!
Terzo problema: il giudizio dei genitori. Aithusa sapeva bene che Concorda era una donna di larghe vedute, e che non avrebbe dato alcun tipo di problema.... ma non poteva dire lo stesso di Taranis.
Non che il re fosse un uomo particolarmente arretrato o chissà cosa, ma credeva molto nella tradizioni, ed era sempre stato molto esigente nei confronti dei propri figli. Chissà come avrebbe potuto prendere una notizia simile... magari sarebbe stato contento, oppure avrebbe anche potuto fare una scenata. Chi poteva saperlo!?
Infine l'ultimo problema: convincere Kurapika a farsi avanti.
Sì, doveva essere lui a fare il primo passo. Leorio era senza dubbio il più coraggioso e audace dei due, ma era anche profondamente insicuro, la donna lo sapeva bene. Non si sarebbe mai fatto avanti per primo, soprattutto considerando il fatto che era del suo migliore amico che si era innamorato! Sicuramente aveva paura di perdere l'amicizia di Kurapika...
Povero Leorio...
No, a quei due serviva decisamente aiuto.
Aithusa sorrise con aria malefica. E guarda caso io so proprio a chi rivolgermi....
Kurapika si voltò verso di lei << Cosa c'è, Tess? Perchè sorridi così? >>
Aithusa sbattè le palpebre, tornando con i piedi per terra << Oh, nulla. Senti, vai tu dagli altri. Io... devo fare una cosa, vi raggiungo dopo. >>
Kurapika smise di camminare e aprì la bocca per replicare, ma Aithusa era già corsa via.
***
Qualcuno bussò discretamente alla porta del suo studio. 
Aithusa alzò il capo dal libro che stava leggendo << Vieni pure, Desirée! >>
La porta si aprì, e la ragazza entrò silenziosamente.
Aithusa osservò la propria allieva, e incapace di trattenere un sorriso constatò che ormai della fragile e insicura bambina di dodici anni che aveva portato con sè a Rusko cinque anni prima non era rimasto quasi più niente. 
Desirée infatti era diventata un'adolescente forte e indipendente, molto orgogliosa, e una Maga davvero notevole.
<< Maestra, mi avete chiamata? Posso esservi utile in qualche modo? >>
<< Siediti, Daisy. >>
La ragazza obbedì, e si sedette composta su una delle sedie che erano sistemate di fronte alla scrivania della Maestra.
<< Allora, hai avuto notizie da tuo fratello? >> esordì Aithusa con calma.
<< Sì, mia signora, stamattina presto. Mi ha detto che lui e Gon sono ormai ad un passo dal trovare la donna con cui volevate parlare, e che dovrebbero essere di ritorno prima che faccia buio. >>
<< Ottimo. E dimmi, com'è la situazione in casa? >>
<< Relativamente tranquilla, mia signora. Quel Rinnegato amico vostro, Hisoka, continua a gironzolare intorno al castello, senza combinare nulla di significativo. Ogni tanto lo perdiamo di vista, ma subito dopo ricompare. Non credo che al momento rappresenti un problema. Per il resto, vostro padre è riuscito a tranquillizzare il vostro popolo, e gli incantesimi di protezione sono attivi. Per il momento la situazione è stabile. >>
<< Bene. Speriamo che la calma duri quanto più possibile. >> sospirò Aithusa << Ad ogni modo, non è per questo che ti ho fatta venire qui, tesoro. Vorrei la tua opinione su una questione che mi impensierisce parecchio. >>
<< La mia opinione? >>
<< Naturalmente. Perchè, ti sembra così strano? >>
<< No... non è proprio così. E' solo che... cosa ve ne fate voi dell'opinione di una vostra allieva? Voi mi avete insegnato tutto quello che so! >>
Aithusa si appoggiò allo schienale della sedia << Ti ho chiamata qui perchè voglio l'opinione della Maga Guardiana dell'Amore. Perchè è questo che sei prima di ogni altra cosa, Daisy. Tienilo a mente. >>
Desirée arrossì, lusingata dalle parole incoraggianti della Maestra << Be', in questo caso.... chiedete pure, mia signora. >>
<< Riguarda mio fratello Kurapika. Avrai notato che è... alquanto turbato. Io ho motivo di credere che soffra.... per le pene d'amore. Tu cosa ne pensi? >>
<< Be', io.... penso che voi abbiate ragione. Lo avevo notato anch'io, in effetti... non ve ne avevo parlato perchè voi avevate già così tanti problemi.... >>
<< Non c'è nulla che mi sta più a cuore della felicità dei miei familiari, Desirée. Infatti è per questo che ho chiesto il tuo aiuto. >> affermò Aithusa << Mio fratello... avrai anche notato che le sue inclinazioni non sono per le donne. E' evidente che è innamorato di Leorio. >>
<< Sì, me n'ero accorta.... >>
<< A quei due serve aiuto. Non si avvicineranno mai da soli, servirà loro una piccola spinta. E saremo noi a dargliela! >>
<< Maestra, con tutto il rispetto... non credete che questa sia una cosa che riguarda solo loro due? >>
<< Infatti è così! Ma io conosco mio fratello. Non ammetterà mai i suoi sentimenti senza avere un piccolo aiuto. E questo significherebbe condannarli all'infelicità, tutti e due. >> Aithusa si sporse verso l'allieva << Hai ragione quando dici che la cosa non mi riguarda. Dico sul serio. Ma io... voglio che mio fratello trovi un po' di felicità. Se la merita, poverino, dopo tutto il dolore che ha avuto nella sua vita. Ha bisogno di qualcuno che lo ami, e che lui possa amare. Io vorrei aiutarlo, ma da sola non posso. Per questo ti chiedo: sei disposta ad aiutarmi? >>
Desirée non rispose subito alla Maestra, si prese del tempo per scrutare il fondo dei suoi occhi.
Gli occhi dorati di Aithusa Duchannes erano aperti, luminosi e sinceri. Non c'era traccia di malizia in essi, o di cattiveria. Tutto ciò che Desirée riusciva a vedere era solo un grande, grandissimo e disinteressato amore.
Come riusciva a trovare la forza di preoccuparsi così tanto per il fratello, quello stesso fratello che le aveva fatto tanto male, quando lei stessa aveva già abbastanza grane per conto proprio? 
Aithusa Duchannes Kuruta non era una donna perfetta: aveva le sue debolezze sia nel carattere sia in combattimento, come tutti, ed era dispotica, cocciuta, impicciona, maliziosa, una gran bugiarda, e spesso estremamente spietata.
Ma era buona. Era la persona più buona che Desirée avesse mai conosciuto.
<< Va bene, mia signora. Avrete il mio aiuto. Cosa avevate in mente di fare? >>
Aithusa sorrise, piena di gratitudine << Per il momento niente, mia cara. Ho lanciato un'esca, e voglio vedere come si comporterà mio fratello. Poi vedremo... ma nel frattempo c'è una piccola cosa che potresti fare. >>
<< E sarebbe? >>
Aithusa allargò il sorriso, sfregandosi le mani.
***
Desirée vagava da una parte all'altra del castello, alla ricerca di Leorio, maledicendo sé stessa e la sua incapacità di rifiutare qualsiasi cosa a quella donna dalla testa più dura del marmo.
Ecco cosa devi fare, Desirée. Devi andare a parlare con Leorio, e spingerlo a confidarti i suoi sentimenti per Kurapika, così anche lui potrà prenderne pienamente coscienza. Dovrai essere prudente, magari potresti recitare la parte dell'adolescente complessata con problemi di cuore.... cerca di far sembrare la cosa molto casuale, fai finta di volere la sua opinione riguardo alla cotta che hai per Nex!
Io avere una cotta per vostro cugino Nex, mia signora? Non so di cosa parlate! Io non...
Ah-ah-ah! Non provarci, Daisy. La qui presente Aithusa Duchannes Kuruta non è né cieca, né sorda, né tantomeno stupida. Non mi sfugge nulla di ciò che accade in questa casa. Inoltre un uccellino potrebbe avermi suggerito qualcosa....
Ah! Maledetto Lysandro, lo sapevo che non potevo confidarmi con lui!
Su su, non mi sembra il caso di prendersela tanto. Lysandro mi ha solo confermato quello che io avevo già intuito da un po', e ho dovuto insistere molto per farlo parlare. Comunque non ne parleremo più, se la cosa ti mette a disagio. E Leorio è un uomo discreto, non dirà una parola a nessuno.
Ma Maestra, io...
Andiamo, Daisy. E' per una buona causa! Sei o non sei la Maga Guardiana dell'Amore? 

E con quella affermazione l'aveva avuta vinta.
Forse Aithusa stava davvero esagerando, stavolta. Non aveva il diritto di immischiarsi in quella storia, e adesso anche lei ci era dentro fino al collo! D'accordo che aveva solo buone intenzioni, ma.... dannazione, perchè quella donna era così.... dura?
A dispetto di qualsiasi luogo comune, Desirèe non era mai stata il classico tipo di ragazza che uno si aspetta di trovare nella Maga Guardiana dell'Amore. Non era mai stata una di quelle ragazzine adorabili e un po' sciocche che sognano ad occhi aperti di far sposare e baciare fra loro qualsiasi persona, senza alcuna differenza di età, sesso o carattere, come se l'amore fosse un gioco.... o che magari trascorreva il tempo a volteggiare per la stanza annusando fiori freschi e discutendo con le amiche su quanto l'amore fosse bello, romantico, luminoso, o carino! 
No, lei non era mai così, in parte per natura, in parte perchè la vita l'aveva sempre spinta molto, molto lontano da essere quel genere di persona. Lei per carattere era sempre stata piena di dubbi. Si era sempre posta un sacco di domande, non si sentiva mai sicura di nulla, nè di stessa nè della natura delle cose, e perciò si interrogava in continuazione, su qualunque cosa.
E ovviamente l'amore non faceva eccezione.
Se trascorri tutta la tua vita in mezzo al sangue e alla morte non puoi pretendere di non vedere il male del mondo. E infatti Desirée lo aveva visto, e sapeva che l'amore non era sempre pulito e disinteressato come lo descrivevano nei romanzi rosa. A volte era strano, pazzo, malato, e in quei casi c'era davvero da avere paura. 
Perchè, per quanto potesse essere orribile, era comunque amore.
L'amore non è morale o immorale. E' amore e basta.
O magari era un amore sano, bello, sincero..... ma complicato, e tanto anche. Quello tra Leorio e Kurapika lo era di sicuro. Non sarebbe stato facile farlo trionfare. 
Ormai Desirée era arrivata davanti alla camera del ragazzo. Inspirò profondamente e bussò.
<< Leorio? Ci sei? >> 
Desirée sentì dei rumori provenire dall'interno della stanza, e improvvisamente la porta si aprì, e sulla soglia comparve Leorio.
La giovane Maga studiò l'aspirante medico con attenzione, per cogliere ogni emozione nel suo sguardo. Leorio era andato ad aprirle in maniche di camicia, e apparentemente le stava sorridendo con aria amichevole, ma nel fondo dei suoi occhi c'era un vero e proprio vortice di emozioni contrastanti. Preoccupazione, rabbia repressa, desiderio, turbamento....
Amore non ricambiato. O almeno così credeva lui.
Pover'uomo. Non credo ci sia nulla di peggio delle pene di un amore non corrisposto. Forse Aithusa ha ragione... dovremmo fare qualcosa per loro. Lo so che in teoria non sono fatti nostri, però...
<< Ciao, Desirée. Posso esserti utile? >>
Desirée mise su la sua migliore faccia da bambina dispersa, preparandosi ad un'interpretazione da Oscar. Aithusa fra le altre cose le aveva insegnato i fondamenti della recitazione, e le due ragazze avevano scoperto con grandissimo piacere che la più giovane aveva un eccezionale talento, soprattutto per quel genere di ruoli.
<< Ciao.... Leorio.... perdonami, io.... >> cominciò Desirée con aria timida e sperduta, ed esultando nella propria testa quando vide Leorio focalizzare tutta la sua attenzione su di lei, fissandola con preoccupazione << Scusami, io... non sarei dovuta venire, non dovevo disturbarti... è solo che avevo un gran bisogno di confidarmi con qualcuno, mio fratello ancora non è tornato, e tu sei sempre così gentile... ma in fondo a te cosa importa dei miei problemi? Scusa, forse è meglio che me ne vada... >> sospirò sconsolata, facendo un passo indietro.
<< No, no! Non mi disturbi assolutamente! Vieni, entra pure! Ma cosa è successo? >>
<< Ecco, io... >> cominciò Desirée, entrando nella stanza dell'uomo e andandosi a sedere sul letto << Io ho.. dei problemi di cuore, se così possiamo dire... >>
<< Problemi di cuore? >> chiese Leorio andandosi a sedere al suo fianco, mentre i suoi occhi mandavano un lampo << Sei innamorata di qualcuno? >>
Desirée alzò lo sguardo verso il giovane medico. Quell'uomo nel profondo sembrava così buono e altruista.... sicuramente sotto tutta la spacconeria che mostrava si nascondeva un grande cuore, e una ancora più grande sensibilità.
 Forse poteva confidarsi sinceramente con lui. In fondo lei aveva davvero tanto bisogno di parlare con qualcuno....
<< Sì. E' da quando avevo quattordici anni che sono innamorata di Nex Duchannes. >> dichiarò sinceramente la Maga.
Leorio rimase a bocca aperta << Nex? Ma Daisy, lui è quattro anni più grande di te.... >>
<< Lo so. >> lo interruppe subito Desirée. Certo che lo sapeva. Non faceva altro che pensarci! Lui era il grande Nex Duchannes, uno dei maggiori Maghi dell'esercito, il terzo Mago più potente di quella casa dopo Aithusa e Lysandro... e un uomo estremamente affascinante, serio e formale, che prendeva molto seriamente il proprio dovere.
Come poteva Nex anche solo accorgersi della sua esistenza? Proprio lei, così giovane, insignificante, e inesperta in confronto a lui?
<< Sai... sin dal giorno in cui sono venuta a vivere qui, lui mi ha profondamente colpito. Sembrava così forte, così coraggioso... ed estremamente dedito al suo dovere. Ero praticamente una bambina quando sono arrivata, e mi sono presa una cotta per lui. Poi il tempo è trascorso.... e io ho cominciato ad andare in guerra con lui e gli altri, e a combattere seriamente, senza nascondermi davanti a nessun nemico. Solo allora ho capito cosa significasse davvero combattere per Avalon e per l'umanità..... prima non lo sapevo. E ho visto anche lui sotto una luce diversa. Non era più il classico eroe da romanzo rosa, così perfetto da non poter mai sbagliare. Era... come un animale ferito. Soffriva ogni giorno, come ognuno di noi, eppure faceva sempre del suo meglio per sopravvivere e continuare a combattere.... e lo faceva con una dignità che non ho mai visto prima in nessuno, nemmeno in Aithusa. >> spiegò Desirée << Lo ammiro davvero moltissimo... >>
Leorio la stava ascoltando in religioso silenzio << E pensi che lui non provi niente per te? >>
Desirée sospirò << E' ovvio che lui non mi ricambia. Io sono ancora giovane e inesperta, le mie capacità sono insignificanti in confronto alle sue.... >> rispose sinceramente Desirée << E poi lo sento così distante, come se fossimo due mondi destinati a non incontrarsi mai.... siamo diversi, forse troppo....>>
<< Scusa Daisy, ma a me questo non sembra un motivo valido... a me sembra solo che tu stia cercando scuse. >> affermò Leorio con voce decisa << Se lo ami devi dirglielo e basta, no? Non vedo cosa ci sia da aver paura! >>
Desirée colse la palla al balzo << Scusami Leorio, ma non penso che tu sia nelle condizioni di darmi questo consiglio.... visto che tu per primo non ti vuoi deciderti  a dire a Kurapika che se innamorato di lui! >>
SBAM. 
Colpito in pieno
. Desirée dovette reprimere un sorriso di trionfo.
Leorio la fissò stranulato, con gli occhi spalancati. La sua espressione era davvero buffa, e Desirée dovette sforzarsi di non scoppiare di ridergli in faccia.
Che brutta persona che sono. Come se ci fosse da ridere... si tratta di una cosa così seria....
Era un classico. E' come quando assisti ad una litigata stupida tra due fidanzati, e non puoi fare a meno di trovare ridicola la situazione. Ti scappa da ridere, e fai di tutto per trattenerti, quando invece dovresti provare solo dispiacere. L'umanità è davvero una brutta specie!
<< No, io.... no, non è vero.... >>
<< Leorio... >> lo riprese bonariamente Desirée, rivolgendogli un'occhiata eloquente.
<< Oh, e va bene, è vero! Ma tu come hai fatto a capirlo!? >>
<< Ehi, io sono la Maga Guardiana dell'Amore! Se non le capisco io certe cose... >>
<< Va bene, va bene! Però non dirlo a nessuno, per carità! Se Kurapika lo venisse a sapere... >>
<< Tranquillo, ho le labbra cucite! >> scherzò Desirée, ma mantenendo uno sguardo assolutamente serio.
Leorio sospirò in un misto di sollievo e rassegnazione, e si accasciò contro la testiera del letto.
Desirée si raddrizzò: era la sua occasione. Si avvicinò a Leorio, e con voce gentile gli disse << Ne vuoi parlare? >>
<< Non c'è niente da dire, Daisy. Sono innamorato di Kurapika, lo ammetto. Ma non sono ricambiato, perciò il mio sentimento è destinato a rimanere fine a sé stesso, temo. >>
<< Dai per scontato che lui non ti ricambi? >>
<< E come potrebbe farlo? Siamo troppo diversi! Insomma, ma ci hai visti? Io sono.... un uomo comune, e lui è un principe! Io sono debole, lui invece è così potente.... io sono stupido e impulsivo, lui è intelligente e metodico, un vero leader.  Ripeto: siamo troppo diversi. >>
Desirée sorrise, divertita dal controsenso << Ma tu guarda! E adesso chi è che sta cercando scuse? >> Leorio sgranò gli occhi, e Desirée rincarò la dose << Non sarà che anche tu come me hai una paura matta di essere respinto? >>
Leorio era ormai a bocca aperta, e aveva cominciato a balbettare << M-ma i-io.... >>
Qualcuno bussò.
Desirée alzò gli occhi al cielo, e Leorio si voltò verso la porta, profondamente sollevato << Sì, avanti! >>
La porta si aprì, e Lysandro fece capolino nella stanza << Leorio? Imouto? >>
<< Lys! >> esclamò Desirée sollevata, e corse ad abbracciare il fratello maggiore << Stai bene? >>
<< Sì, tranquilla. Io e Gon non abbiamo incontrato nessun tipo di problema. >> rispose Lysandro con un sorriso << Aithusa mi ha mandato a chiamarvi. Abbiamo condotto qui Ofelia, e Aithusa sta per interrogarla. Aspetta solo voi due. >>
Desirée annuì << Va bene. Allora andiamo. >> e seguì il fratello fuori dalla stanza, seguita a propria volta da Leorio.
***
I tre giunsero in salotto, dove in teoria tutti gli altri li stavano aspettando. 
In teoria, appunto. Infatti, una volta entrati, nessuno fece caso a loro. Si erano tutti radunati al centro della stanza, nella zona dove era sistemato il cerchio di cuscini, e attendevano osservando il più assoluto silenzio.
Desirée e Leorio si avvicinarono, incuriositi, mentre Lysandro si faceva largo fra le persone per andare a mettersi al fianco del cuscino dove era seduta Aithusa.
Al fianco della giovane c'era una donna che probabilmente doveva avere circa trent'anni, ma che a causa del suo viso magro, sciupato e pallido, sembrava molto più vecchia.  Aveva capelli biondo scuro spenti e raccolti in disordinato chignon, e occhi verde scuro tristi e colmi di dolore e vergogna. Solamente guardarla suscitava una tale pietà che Desirée sentì i propri occhi bruciare per le lacrime.
Era una donna sconfitta, annientata dal dolore e dal rimorso. Nel mondo dei Maghi se ne vedevano tanti come lei, gente ormai priva di speranza e sopraffatta da un peso troppo grande, ma Desirée non aveva visto mai nessuno ridotto in simili condizioni.
Aithusa sembrava profondamente turbata da quella vista: i suoi scintillavano di lacrime, pietà... e comprensione. Sì, Aithusa capiva, e probabilmente vedeva in quella povera donna qualcosa che tutti gli altri non potevano vedere.
A parte forse Concorda. Anche lei fissava Ofelia con lo stesso sguardo affranto della figlia.
<< Ofelia. >> esordì con delicatezza Aithusa << Vi ricordate di me, non è vero? Avete dato a me e al mio amico informazioni su come rintracciare Shalnark quando ero in Russia... >>
<< Ricordo benissimo, mia signora. >> rispose debolmente Ofelia.
<< Non è necessario essere così formali. In fondo siete più grande di me... chiamatemi Aithusa e basta, e datemi pure del tu. >> disse Aithusa con un sorriso timido, per poi cercare con occhi disperati l'aiuto della madre.
Concorda si sporse verso Ofelia, e le prese delicatamente la mano << Ofelia, e invece di me ti ricordi? Sono Concorda Duchannes. Dieci anni fa sei venuta da me, e mi hai avvisato riguardo a ciò che intendeva fare Kuroro.... >>
<< Non è servito a molto, mi è parso di capire. >> commentò Ofelia con voce amara, e madre e figlia sussultarono.
<< Invece è servito eccome! Grazie al tuo avvertimento sono riuscita a mettere in salvo i miei figli! Non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo.... >>
<< Ma voi siete stata imprigionata per tutti questi anni! Se non fosse stato per vostra figlia... >>
<< Mia figlia l'hai salvata tu, Ofelia. >> affermò Concorda con voce che non ammetteva repliche << Per questo abbiamo voluto tu venissi qui! Sappiamo di non avere alcun diritto di chiedertelo, però.... >>
<< Volete che io vi racconti la mia storia. La mia e di Kuroro. >> concluse Ofelia al posto di Concorda.
Concorda e Aithusa si guardarono, in difficoltà. Come potevano chiedere a quella poveretta una cosa simile? Dio solo sapeva cosa era accaduto... e Dio solo sapeva cosa doveva aver passato Ofelia, legata al più spietato Rinnegato della storia, e costretta ad amarlo nonostante tutto.
<< Non dovete turbarvi. Lo capisco. Se voi non mi aveste fatta cercare, sarei venuta io qui, prima o poi. >> disse serie Ofelia << Credo sia giusto... credo voi abbiate il diritto di sapere. >>
Aithusa, Concorda, Taranis, Masahiro e Kurapika si strinsero gli uni agli altri, preparandosi ad ascoltare il racconto di Ofelia.
Ofelia Monteverde non era nata ad Avalon, perchè i genitori erano entrambi cresciuti sulla Terra.  Ovviamente non era l'unica ad essere nata fuori dai confini della madre patria, ma molto probabilmente fu l'unica Maga a non vederla prima dei nove anni.
Ogni Mago considera Avalon come la propria vera patria, ma Ofelia non era come loro. Lei amava la Terra e i Mortali, mentre Avalon le appariva solo come un luogo mitico e lontano, come quelli di cui si racconta nelle favole. Dovettero passare diversi anni prima che conoscesse un Mago che non fosse uno dei suoi genitori. 
Ma forse non erano così tanti: Ofelia conobbe il primo Mago di Avalon quando venne adottata da una nuova famiglia che viveva in patria. Aveva nove anni, ed era la sua prima volta anche ad Avalon: i suoi genitori erano da poco morti in un raid organizzato per sterminare una potentissima famiglia di demoni, e non c'erano altri parenti che potessero prendersi cura di lei. Così, ancora prima di aver compiuto dieci anni, Ofelia Monteverde si vide strappare da quelle che considerava le proprie radici, e il proprio mondo.
La famiglia che l'aveva adottata, i Kingsmill, erano molto diversi dai suoi genitori: i Monteverde infatti erano persone molto tranquille e pacifiche, che credevano fermamente che la magia dovesse essere usata per rendere il mondo un posto migliore, e non solo per uccidere. Erano persone molto gentili, che amavano prendersi cura degli animali e della natura, e che odiavano la violenza. Ofelia era proprio come loro, ed era per questo che non aveva mai desiderato particolarmente andare ad Avalon, luogo di guerra e morte.
I Kingsmill invece erano completamente diversi: non erano cattivi, ma erano molto severi e dediti al dovere, e credevano fermamente nella necessità di estirpare i demoni a qualunque costo. Inutile dirlo, l'unica passione che coltivavano era l'arte del combattimento.
Ofelia dovette adeguarsi: odiava la violenza, e piangeva per ogni vita perduta, e per ogni livido o taglio che le veniva fatto. Odiava vivere in quel modo, odiava il dover vivere quell'esistenza fatta di sangue e morte.
Ma si abituò. Come avrebbe potuto fare altrimenti?
Comprese che, per quanto la loro vita fosse spaventosa e colma di violenza, i Kingsmill non erano persone cattive: anche se in maniera completamente diversa, anche loro desideravano solo un mondo migliore, come i Monteverde. Ofelia comprese anche che il mondo non sempre era luminoso e pacifico come glielo avevano sempre dipinto i suoi genitori, e che poteva essere anche estremamente crudele.
Imparò a combattere, e comprese il vero significato della propria Missione. Non dimenticò mai il proprio legame con la Terra, ma con il tempo cominciò ad apprezzare anche Avalon.
Trascorsero gli anni, e Ofelia ormai era diventata una splendida ventenne, perfettamente inserita nel proprio mondo: era ormai un soldato stabile dell'esercito, andava molto d'accordo con i propri genitori adottivi, e aveva diversi amici che la sostenevano. La vita era difficile, ma la vita di chi non lo è?
Ma sembrava tutto troppo tranquillo. E infatti il destino si dette subito da fare, e Ofelia incontrò molto presto Kuroro Lucifer.
A quell'epoca Kuroro non era ancora così famoso da essere riconosciuto ovunque andasse: l'esercito dei Maghi sapeva bene di cosa era capace, ma il mondo magico ancora non aveva cominciato a tremare sentendo pronunciare il suo nome. Anche perchè nessuno sapeva quale fosse il nome di quel giovane e terribile Rinnegato.
E soprattutto, a quell'epoca nessuno sapeva ancora che aspetto avesse. Per questo Ofelia non lo riconobbe quando se lo ritrovò davanti. 
Kuroro era.... incredibilmente affascinante. Bello come un angelo, cortese, sempre molto curato.... sembrava un vero gentiluomo. Sapeva presentarsi davvero bene, anche se spesso sembrava essere un po' troppo freddo. Ma Ofelia vide in questa sua caratteristica un ulteriore motivo di attrazione, e, per quanto fosse maturata nel corso degli anni, era ancora tendenzialmente una donna ingenua e fiduciosa. Cadde ben presto vittima del fascino del giovane Kuroro.
Anche Kuroro fu sin dall'inizio attratto da quella giovane ragazza così dolce e delicata, che nonostante vivesse in un mondo pieno di sangue e demoni continuava a vedere la bellezza del mondo. Lui quella facoltà l'aveva persa da tempo, o forse non l'aveva mai avuta.
Non trascorse molto tempo prima che i due si toccassero la prima volta: stavano passeggiando fianco a fianco lungo un fiume, e ad un certo punto Kuroro prese l'iniziativa e la baciò. Così, all'improvviso, ma la giovane non potè di certo dirsi scontenta. Ofelia gli si abbandonò subito contro circondandogli il collo con le braccia, ed in quel momento furono entrambi attraversati da una potente scossa bollente, che li scosse fin nel profondo. Erano stati Legati.
Ofelia era felicissima: era convinta di aver trovato l'amore della sua vita. Anche Kuroro sembrava essere felice, la ricopriva di regali e attenzioni, era sempre presente, e la faceva sentire come se fosse unica al mondo.
In effetti per lui era proprio così, ma sarebbe arrivato presto il momento in cui Ofelia avrebbe rimpianto il giorno in cui le loro strade si erano incrociate.
Il primo anno fu idilliaco per loro: viaggiavano, ridevano, scherzavano (per quanto potesse ridere e scherzare uno come Kuroro, ovviamente), e soprattutto si amavano tantissimo. Sembrava davvero tutto perfetto.
Però c'era una piccola stonatura in tutta quella felicità: Ofelia guardava Kuroro, e si rendeva conto di non sapere assolutamente niente di lui. Non sapeva dove vivesse, chi fossero i suoi familiari, e non era mai andata in guerra con lui neanche una volta. Non l'aveva nemmeno mai visto combattere. 
Poi le cose cominciarono a peggiorare.
Kuroro aveva preso l'abitudine di sparire per lunghi periodi: giorni, settimane, a volte erano addirittura mesi. Semplicemente andava da Ofelia, la baciava e le diceva di aspettarlo, promettendole che sarebbe tornato presto. Poi spariva, e di lui Ofelia non aveva più alcuna notizia fino al suo ritorno. 
All'inizio Ofelia non ci fece caso: in parte perchè la felicità la faceva camminare praticamente ad un metro da terra, le faceva sentire le campane suonare, e la faceva volteggiare per la stanza a tempo di valzer, in parte perchè almeno all'inizio Kuroro non si allontanava troppo spesso. Succedeva raramente, e quando tornava Kuroro aveva sempre un meraviglioso ( e soprattutto molto raro e costoso) regalo per lei. Ofelia dimenticava i suoi eventuali dubbi nel momento stesso in cui lo rivedeva. Andarono avanti così per un altro anno.
Ma il tempo trascorreva, l'entusiasmo iniziale si era lentamente raffreddato, e le assenze di Kuroro era sempre più lunghe e frequenti. Per Ofelia era sempre più difficile fare finta di non vedere.
L'ultima goccia cadde quando Kuroro sparì per ben tre mesi di fila. 
In un primo momento Ofelia si preoccupò, temendo che gli fosse accaduto qualcosa di grave. Ma il Legame crea una grande sintonia con la persona a cui sei stata destinata, al punto da permetterti di percepire ogni cosa della persona che ami, emozioni, paure, ferite: Ofelia era più che sicura del fatto che Kuroro godesse di ottima salute.
Allora pensò di essere stata abbandonata. Ma quell'ipotesi non aveva senso! Kuroro l'amava, non l'avrebbe mai lasciata, anche perchè non c'è n'era motivo! Andavano così tanto d'accordo!
Allora un piccolo diavoletto ( o angioletto, fate voi) le insinuò nella mente un terribile sospetto: e se Kuroro le stesse nascondendo qualcosa? Qualcosa di veramente brutto?
Il comportamento sempre freddo e soprattutto indecifrabile di Kuroro era diventato troppo strano. Qualcosa non andava, lei ormai ne era sicura. Lui le stava nascondendo qualcosa.
Ormai il dubbio si era insinuato nella mente di Ofelia. La donna decise di affrontarlo.
Quando l'uomo tornò Ofelia non perse tempo, e lo mise subito alle strette: voleva la verità, fra di loro non dovevano esserci segreti.
<< Kuroro, tu non devi mentirmi. Dico sul serio! Se c'è qualcosa che non va puoi parlarne con me, lo sai! So che c'è qualcosa che non vuoi dirmi, non sono una stupida! >>
Kuroro rimase in silenzio di fronte a quell'affermazione, prendendosi il suo tempo per rispondere. Era da un po' che stava pensando di dire la verità a Ofelia, di rivelarle la sua vera natura, e ciò che stava creando. Ma aveva sempre avuto paura di perderla, temendo la sua reazione.
Per quanto assurdo potesse essere per un Rinnegato ( si presuppone siano capaci solo di odiare), Kuroro amava davvero Ofelia. Era un amore strano, senza dubbio sincero, ma in qualche modo.... sbagliato. In un certo senso Kuroro considerava Ofelia come un meraviglioso e raro tesoro: era necessario tenerlo in cassaforte, sarebbe rimasto in grado di ammirarlo per tutta la vita, e mai avrebbe tollerato di vederselo portare via. 
Per Kuroro era inconcepibile il pensiero che Ofelia potesse lasciarlo: era come immaginare il suo quadro preferito staccarsi da solo dal muro e allontanarsi. Ovviamente sarebbe stata una cosa impossibile, solo Kuroro poteva toglierlo da dove di trovava!
E Ofelia era come quel quadro. Kuroro non pensò mai, neanche per un momento, che Ofelia potesse scegliere di andarsene. Era impossibile, punto.
Per questo Kuroro decise di raccontare tutta la verità ad Ofelia: le raccontò delle propri sogni di grandezza, della sua attività di ladro, della sua scelta di usare i propri poteri per sé stesso e non per la Missione, che lui considerava futile e priva di attrattiva, del proprio desiderio di diventare il più temuto Mago della storia....
Della propria natura di Rinnegato. Della Brigata dell'Illusione che ormai aveva fondato, e con la quale era intenzionato a conquistare l'intera Avalon, un giorno o l'altro. Si vantò di tutte le "imprese" che insieme avevano già compiuto.
Ofelia lo ascoltò in silenzio, troppo sconvolta per dare voce ai propri pensieri.
Kuroro era un Rinnegato. Kuroro era un assassino. Kuroro era un nemico.
Mai, nemmeno nei propri incubi peggiori, Ofelia avrebbe mai potuto immaginare una realtà così orribile. Mai avrebbe immaginato che le assenze di Kuroro fossero dovute ad un motivo così spaventoso.
 Kuroro non sembrò rendersi conto dello sgomento della fidanzata: continuava a raccontare storie sugli omicidi che aveva perpetrato, sembrava essere così orgoglioso di sé...
E poi si fermò. E offrì ad Ofelia la possibilità di diventare un membro della Brigata.
<< Unisciti a noi, amore. Se avrò anche te al mio fianco, non ci sarà davvero nulla in grado di fermarmi. Noi siamo una cosa sola, e insieme saremo invincibili, ne sono sicuro! >>
Ma Ofelia non lo ascoltava neanche più. Kuroro non la smetteva di parlare, le prospettava progetti per il futuro, faceva programmi...
<< Sai, ora ho davvero un'importante obbiettivo da raggiungere. Immagino tu ricordi la mia vecchia Maestra, vero? Ti ho parlato di lei, quella che oggi è la regina di Rusko! Io e gli altri abbiamo scoperto una cosa assurda... una Maga Sibilla ci ha detto che sua figlia sarà la causa della mia rovina, e di quella di tutti i miei compagni! >> stava spiegando Kuroro << Ovviamente non posso permettere che accada una cosa simile. Perciò andrò ad ucciderla, e con lei anche la madre e tutti gli altri Kuruta, così non dovremo più temere nessun nemico! Sono sicuro che tu lo puoi capire, è per il bene della Brigata.... >>
Uccidere una bambina? Uccidere la sua Maestra? Sterminare un intero popolo?
<< Tu sei pazzo! >> gridò fuori di sè Ofelia, per poi colpirlo alla nuca e correre via.
No, non è vero. Non può essere vero, non deve essere vero!
Kuroro era un Rinnegato. Tutto ciò che Ofelia aveva creduto di lui... erano tutte menzogne, tutte. Quel giorno il cuore della ragazza si spezzò.
Ofelia sapeva bene qual era il suo dovere: doveva denunciarlo. Doveva rivelare la verità su di lui all'esercito.
Ma poteva? Poteva tradire in quel modo la sua Metà? Poteva davvero pugnalarlo alle spalle in quel modo?
Ofelia non riusciva più nemmeno a pensare. Era troppo sconvolta, tutto ciò che voleva era allontanarsi da lui.
Scappò da Avalon, tornò sulla Terra. Poteva anche non essere nulla di particolare nel combattimento, ma era velocissima, la più veloce Maga dell'esercito. Nessuno riusciva mai a starle dietro, nemmeno Kuroro. 
Fu terribile per lei dover scegliere tra l'amore e la giustizia, fra l'egoismo e la pietà. Ma alla fine Ofelia, che non aveva dimenticato le antiche storie sugli antichi Maghi, fece la cosa giusta. 
Anche se per farla dovette distruggere sé stessa, e il proprio cuore.
Ovviamente Kuroro la inseguì: fece rivoltare l'intero pianeta e l'intera Avalon dai suoi compagni, ma Ofelia sembrava essere introvabile. Cercarono in ogni paese, in ogni città, in ogni singolo avamposto per Maghi ci fosse sulla Terra e su Avalon, ma non c'era nessuna traccia di lei da nessuna parte.
Questo perchè Kuroro era sicuro che in realtà Ofelia non l'avesse abbandonato: era convinto di averla solo spaventata un po', e che sarebbe bastato parlarle ancora per farla calmare, e farle comprendere che il suo posto era accanto a lui.
Il sospetto che Ofelia avesse deciso di tradirlo non lo sfiorò minimamente. Almeno non all'inizio.
Kuroro all'inizio non poteva immaginare che la donna che amava, appena arrivata sulla Terra, si era precipitata nel regno di Rusko.  Non poteva immaginare che Ofelia avesse avvertito la regina Concorda dei piani dell'uomo.
E come avrebbe potuto farlo? Era convinto del fatto che Ofelia gli appartenesse, che gli fosse leale fino alla morte, e che non l'avrebbe mai tradito.
Il cuore di Concorda si spezzò quando seppe a che punto si era spinta la giovane Maga pur rispettare il proprio dovere, e salvare delle vite umane.
 Tradire la propria Metà.... era considerata una terribile blasfemia. La gravità di un simile atto era pari a quella che aveva l'uccidere un figlio. 
Tuttavia non era un atto punibile: la storia di Freya e Decra era ancora bene impressa nella memoria di tutti i Maghi. Il dovere prima della felicità.
Concorda si offrì di trovare un rifugio per Ofelia, un posto dove Kuroro non sarebbe riuscito a raggiungerla, ma Ofelia rifiutò.
<< Devo affrontarlo. Voglio che scopra da me quello che è accaduto. Mi sembra il minimo, visto che l'ho pugnalato alle spalle. >>
E così andò. Ofelia andò a cercare Kuroro.
Lo trovò in Sud America, in Argentina. Lui e i suoi compagni si erano accampati in una piccola foresta, vicino ad una comunità di Maghi da dove lei era passata quando era fuggita.
Una comunità ormai distrutta. Sterminata da Kuroro e i suoi, solo perchè le avevano offerto ospitalità quando la stanchezza le aveva impedito di proseguire.
Quando Ofelia entrò nel piccolo villaggio, l'odore di sangue era così forte e penetrante che la giovane riuscì a stento a trattenere i conati di vomito. E quando vide i loro cadaveri, e si rese conto che in quel luogo erano stati uccisi tutti dal suo fidanzato...
Perse i sensi per lo shock. Era troppo, troppo.
Qualche ora dopo si sentì scuotere:
<< Amore? Mi senti? >>
Ofelia saltò in piedi bruscamente, allontanandosi da Kuroro.
Kuroro si alzò a propria volta, e fece per avvicinarsi con aria dispiaciuta << Amore, non avere paura... >>
<< Tu.... tu sei un assassino! Hai ucciso tu tutte queste povere persone, non è vero?! >>
<< Sì, sono stato io... ma loro non volevano dirmi dove eri diretta! Ho provato a torturarli, ma non hanno parlato comunque... >>
Li aveva torturati per costringerli a parlare. E loro avevano protetto comunque la sua fuga.
Aveva strappato delle vite come se queste non valessero nulla. Già era terribile uccidere per la Missione...
Ma lui aveva ucciso decine di persone per sé stesso, solo per sé stesso.

<< SEI UN MOSTRO! >> gridò Ofelia, e cercò di colpirlo con il suo tridente. 
Kuroro schivò abilmente il colpo, e tentò ancora di avvicinarsi << Amore, lo so che può sembrare orribile, ma cerca di capire! Ero come impazzito, volevo ritrovarti a tutti i costi, volevo tu tornassi da me.... >>
<< Io tornare da te? >> esclamò incredula Ofelia. Ancora sperava che lei si sarebbe unita a loro? Davvero sperava in questo?
Ofelia estrasse un pugnale d'argento e lo ficcò in mano a Kuroro, facendo in modo che la punta sfiorasse la carne all'altezza del proprio cuore.
<< Ofelia! Che cosa fai? >>
<< Uccidimi, forza. >>
<< Ma sei impazzita? Sai che non potrei mai fare una cosa tanto orribile! Non potrei mai sfiorarti neanche con un dito! >> 
<< E perchè no? Hai ucciso decine di persone in un solo giorno, e Dio solo sa cosa hai fatto negli ultimi anni! Cosa ti trattiene dall'uccidere me? >>
<< E' l'amore che mi trattiene! Io ti amo! Come puoi pensare che io possa farti del male? >>
Ofelia avrebbe voluto solo morire, in quel momento. Lui le stava dicendo che l'amava, e lei era andata lì per dirgli che l'aveva tradito.
Sono una donna ignobile. Merito di sparire dalla faccia della Terra per quello che ho fatto.
<< Be', faresti bene. >> mormorò con un filo di voce Ofelia << Perchè io ti ho tradito. Ho detto a Concorda delle tue intenzioni. Sanno che stai andando a cercarli. >>
Silenzio. Un totale silenzio invase la foresta.
Non si sentiva assolutamente niente. Non un respiro, non il vento, non un solo verso di animale. Era come se anche la natura si fosse ammutolita di fronte a quella blasfemia.
<< Tu... hai.... fatto.... cosa? >> farfugliò Kuroro incredulo.
<< Ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi Mago degno di questo nome. >> rispose Ofelia con voce flebile, ma sicura << Adesso uccidimi. >>
<< Tu mi hai tradito. >>
<< Sì. L'ho fatto. E lo rifarei. >> affermò Ofelia << Così come tu hai tradito la tua Missione. >>
Kuroro non l'ascoltava più. Non poteva.
Il suo quadro. Il suo amatissimo quadro.... si era staccato dal muro, e se n'era andato. Da solo. 
Ma è impossibile... lei mi appartiene.... non può averlo fatto....
<< Kuroro. >> lo chiamò Ofelia << Fra noi è finita. Questo devi capirlo. Non posso più seguirti. Sei un mio nemico, adesso. >>
Tu sei un mio nemico, adesso.
<< Ti sei rivoltata contro di me! Contro di me, che ti amavo incondizionatamente! >>
gridò Kuroro, accecato dall'improvvisa rabbia che lo aveva travolto.
<< Non l'ho fatto con la precisa intenzione di colpirti. Al contrario, l'ho fatto per cercare di salvarti! >> gemette Ofelia, quasi cercando di giustificarsi << Se tu avessi ucciso la tua Maestra e tutte quelle altre povere persone, non te lo saresti mai perdonato! >>
<< Perdonarmi? Credi davvero che io possa provare pietà per quella donna, che mi ha escluso dalla sua vita quando non le sono piaciuto più? >> urlò Kuroro << Io non provo pietà! Io non proverò mai più pietà per nessuno! Tu hai distrutto tutto ciò che di buono era rimasto in me! >>
Ofelia scoppiò in lacrime, distrutta: forse aveva sbagliato, forse sarebbe dovuta rimanere al suo fianco, cercare di cambiarlo...
Kuroro strinse con forza il pugnale che gli aveva lasciato Ofelia, e la ragazza credette stesse per ucciderla; allora chinò la testa, aspettando la morte.
Ma la morte non arrivò: Kuroro rinfoderò il pugnale, e le voltò le spalle.
<< Non posso ucciderti. Nonostante tutto che hai fatto, ti amerò per sempre. >> affermò Kuroro << Vattene. Se verrò a sapere che hai ancora tentato di intralciare i miei piani, non sarò più così compassionevole. >> disse Kuroro con voce fredda e piatta. Crudele.
Era stato il Rinnegato a parlare, non Kuroro.
<< Kuroro... >> 
<< Vattene via! >>
Ofelia tremò, con il petto scosso dai singhiozzi, e corse via.
Non l'avrebbe mai più rivisto per oltre dieci anni. Ma il suo ricordo e il suo amore ormai distrutto l'avrebbero consumata lentamente, rendendola il fantasma della donna che era stata.
Questo è il potere che può avere un Legame: può portarti ad un livello superiore di felicità, ha il potere di portarti in paradiso....
Ma ha anche il potere di distruggerti. E di farti finire all'inferno quando sei ancora in vita.
   
 
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