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Autore: Annabethrock    06/07/2016    1 recensioni
Percy e Annabeth sono due migliori amici che si sono lasciati per 5 anni dopo che il padre di lei ha ottenuto un trasferimento. Ora suo padre viene ritrasferito a Manhattan, dove vive Percy. E se i due capissero di provare più di una semplice amicizia l'uno per l'altro ?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO 11

 

 

POV ANNABETH

 

“Mamma...”

“Ciao bambina mia”

Ero sotto shock. Per quanto la mia forma attuale lo permetteva. Sentivo le guance calde e bagnate e facevo fatica a respirare.

Mia madre fece due passi avanti verso di me trovandosi così a pochi centimetri da me.

Riuscivo a distinguere tutte le sfumature azzurre di quegli occhi che mi erano mancati così tanto. Quegli occhi che ero convinta non avrei più rivisto.

Quegli occhi che si erano chiusi per sempre tanto tempo fa.

“Guarda come sei diventata grande, bambina mia” mi prese una mano “Ti ho osservato per tutto questo tempo Annie”

abbassai lo sguardo sentendo pronunciare quel soprannome, era da 6 anni che nessuno mi chiamava così.

Sei anni che ero chiusa in me stessa.

Sei anni in cui avrei solo desiderato che lei fosse lì con me.

“Mamma, mi sei mancata così tanto” la abbracciai forte scoppiando in lacrime. Sapevo che quel contatto non era reale, non era in carne e ossa, ma era l'unica cosa a cui potevo aggrapparmi in quel momento.

Tra le sue braccia mi sentii ancora come quella bambina bionda di 12 anni a cui era stata strappata via la madre, la bambina bionda che abbracciò forte il corpo freddo della mamma anche dopo che i dottori le avevano detto che era morta.

Quella bambina solare a cui era stata portata via una parte di sé.

“Sei diventata una donna forte Annie” ci staccammo e incontrai il suo sguardo mentre sentii la sua mano sulla mia guancia “Sono fiera di te, bambina mia, ti ho osservato sempre, ogni volta che guardavi su io ero lì con te” mi accarezzò la guancia “Ho visto la prima volta che hai stretto amicizia con qualcuno, ho visto la tua paura e la concentrazione che avevi ogni volta prima di un test, ho visto quei discorsetti imbarazzanti che avrei dovuto farti io e non papà” risi tra le lacrime “Ti ho sempre aiutato anche se non potevi vedermi Annie”

“Una momento, ma quindi se posso vederti sono...”

“No tesoro non sei morta, non ancora, sei in uno stato di coma devi fare una scelta. Puoi decidere di lasciarti andare e lasciarti tutto alle spalle o svegliarti e affrontare tutto ciò che la vita ha in serbo per te” feci un respiro profondo.

Certo, avrei potuto lasciarmi tutto e tutti alle spalle, lasciarmi finalmente andare senza dover affrontare più niente. Sarebbe stato facile.

Ma proprio la donna che avevo davanti mi aveva insegnato a non prendere lai la strada più semplice di lottare sempre e non arrendermi davanti a nulla.

Ripensai a Percy, perchè anche dopo tutto ciò che era successo io l'amavo e l'avrei sempre fatto, ripensai a Piper e a Jason, ripensai a mio padre che aveva già perso una persona e che sarebbe rimasto solo, ma il pensiero si fermò soprattutto a Percy. Avevo sentito tutto ciò che mi aveva detto, quello che io non avevo voluto ascoltare.

Io lo amavo ed era arrivato il momento di aggiustare le cose una volta per tutte.

“So cosa provi per Percy, Annie. Si vede da come lo guardi, i tuoi gesti quando c'è lui. E so anche cosa prova lui per te bambina” mi guardò negli occhi un'ultima volta prima di scomparire lentamente lasciandomi di nuovo sola nell'immenso bianco che mi circondava “So che farai la scelta giusta” disse sorridendomi.

Chiusi gli occhi per trattenere le lacrime anche se sapevo che non sarebbero mai scese fisicamente. Mia madre aveva ragione sapevo esattamente cosa dovevo fare.

 

POV PERCY

 

 

Due settimane.

Due settimane e un giorno erano passati da quando Annabeth aveva avuto l'incidente.

Due settimane che ero in ospedale di fianco a lei senza mollarla un secondo.

Due settimane che avevo passato a non dormire e mangiare a malapena.

Due settimane di speranze distrutte sul risveglio di Annabeth.

In questo corso di tempo erano passati quasi tutti, a volte Piper e Jason con qualcosa da mangiare e quel luccichio negli occhi che si spegneva subito dopo che vedevano Annabeth di nuovo immobile, ogni giorno veniva Frederick e stava lì quasi tutto il giorno a guardare la figlia con le lacrime agli occhi.

Io non mi ero staccato un attimo da quella polverosa sedia dell'ospedale accanto al suo letto su cui mi addormentavo sempre poggiando la testa al materasso. A volte qualche infermiera mi dava un cuscino e una coperta per pietà.

Guardai Annabeth, sembrava che stesse dormendo ed anche se era piena di graffi, lividi e fasciature non avrebbe potuto essere più bella.

Le presi la mano e intrecciai le dita con le sue.

“Ehi, ragazzo ti ho portato una coperta che ho trovato in magazzino” mi riscossi dai miei pensieri alla voce dell'infermiera che si era presa cura di Annabeth nelle scorse settimane, Allison mi sembra che si chiamava.

“Grazie”

“Da segni la ragazza?”

“No”

“Sei carino a stare accanto alla tua ragazza”

“Oh, no io, c'è noi...non è la mia ragazza”

“E allora perchè sei qui?” bella domanda.

In fondo io e Annabeth non eravamo nulla, eppure non riuscivo a staccarmi da lei. Non riuscivo e non volevo.

“Perchè io la amo Allison, posso chiamarti Allison?” annuì “E' la mia migliore amica, ma non riesco a togliermela dalla testa”

“Sei un ragazzo fantastico e lei se ne accorgerà” mi sorrise calorosa ed uscì dalla stanza “Se ti serve qualcosa non esitare a chiedere” le sorrisi mentre lei chiudeva la porta.

Il rumore delle macchine che andava avanti senza sosta mi stava facendo impazzire, le mie dita erano ancora intrecciate con quelle fredde di Annabeth, la guardai.

“Ehi, bella addormentata, sai che mi stai facendo morire di paura” addolcii la voce “Quando ti sveglierai dovrai pagarmi una seduta per farmi riprendere l'uso del collo sai ?” appoggiai la testa sul materasso “Annabeth mi manchi torna da me, ti prego” chiusi gli occhi lasciando che Morfeo mi portasse via da lì.

 

 

POV ANNABETH

 

Annabeth mi manchi torna da me, ti prego”

svegliati Annabeth, svegliati.

Aprii gli occhi di scatto sbattendoli più volte per abituarmi alla luce del neon che illuminava la stanza.

Respirai più volte, ansimando per riprendere fiato.

Alzai di poco la testa e quello che vidi mi fece sorridere. Percy era addormentato con la testa appoggiata al mio letto e le sue dita intrecciate alle mie sommerse parzialmente dai suoi capelli corvini.

“Percy, Percy!” la mia voce uscì flebile come un sussurro, provai ad alzare la voce anche se la testa mi stava per esplodere.

“Percy” mosse lentamente la testa “Percy ti prego” la testa stava per scoppiare e non riuscivo a muovere la gamba.

“Percy!”

finalmente la mia voce si alzò, ritornando al suo tono naturale. Percy alzò la testa di scatto sbattendo gli occhi per abituarsi alla luce e quando il suo sguardo incontrò il mio, il suo viso si illuminò.

“Annabeth! Sei sveglia, oddio finalmente” si lanciò verso di me prendendomi tra le braccia e il mondo attorno a noi si fermò incastrai la testa nell'incavo del suo collo e mi rilassai tra le sue braccia.

“Vado a chiamare l'infermiera” si alzò di scatto ma lo fermai prendendolo per il polso “Ti prego, resta con me”. Non ho mai saputo perchè dissi quella frase. Era una promessa, una supplica. In quel momento capii che anche dopo ciò che era successo, io non potevo fare a meno lui. Che avevo bisogno di lui nella mia vita.

Percy sorrise e spostò la coperta per entrare nel mio letto e io mi feci da parte per fargli spazio. Si tirò la coperta sulle gambe e io mi appoggiai al suo petto mentre sentivo il suo braccio che mi stringeva a sé e con l'altra mi accarezzava i capelli arricciandoseli sulle dita.

“Non mi lasciare più, promesso?” a quella domanda alzai lo sguardo per incontrare quelle iridi verdi che mi erano mancate così tanto. Riabbassai la testa “Promesso”.

 

   
 
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