I problemi fioccano a migliaia
Eccomi con un nuovo capitolo!!! Spero vi piaccia. Questo è uno dei
capitoli più importanti della mia fic, soprattutto per la fine. Inoltre è l’ultimo
capitolo visto dal punto di vista di Renesmee. Non vi resta che leggere, e
magari lasciare un commentino…. Buona lettura…
Ah, dimenticavo i ringraziamenti a chi ha messo la mia storia tra
i preferiti! Eccoli qui:
1 - antimarella94
2 - aras95
3 - Aurora_Cullen
4 - bellemorte86
5 - bizzo
6 - cesarina89
7 - Confusina_94
8 - dahlia3vFA
9 - damaristich
10 - elis_cullen
11 - fedev82
12 - franci_cullen
13 - Gio_Cullen
14 - giugiu182
15 - kira988
16 - lalla22
17 - lilly3
18 - Lithia del Sud
19 - Lucky_Didi
20 - Manyu
21 - Mapi
22 - NIKEHOPE90
23 - Padfoot_07
24 - patu4ever
25 - rebby
26 - sara2087
27 - SaraMasenCullen
28 - scimmietta95
29 - sexy_eclipse
30 - skater4ever
31 - tuxe
32 - valeEfla
33 - veliva
34 - _ki_
35 - _Nessie_
E a chi ha messo la storia tra le seguite:
Un grazie particolare a chi recensisce ( non smettete di farlo,
quindi lasciate un commentino) e a chi mi segue fin dall’inizio.
Buona lettura!
Erano già passati due giorni
dalla partenza di Alec, e di loro nessuna notizia. I telegiornali continuavano
a parlare di quegli omicidi, ma non erano ancora riusciti a capire chi o cosa
fossero i cadaveri.
Io ero a pezzi, non avevo
fame, non avevo sonno, non avevo voglia di compagnia, non avevo voglia di
niente. Avevo solo voglia di rivedere Alec. Alec…al
solo pensiero il mare di acqua salata ricominciava a sgorgare dai miei occhi.
Rimasi sorpresa pure io dal fatto che non avevo ancora terminato tutte le
lacrime.
Mi rintanai nella mia stanza,
dopo aver passato due ore di silenzio con Seth. Volevo stare sola con i miei
pensieri, con le mia paure. Dopo un po’, la solitudine ti si fa amica, e
cominci a starci bene. E alla fine, impari ad amarla e a rispettarla, senza
temerla. Ma io ero ancora agli inizi, e la prospettiva di rimanere sola per
sempre, mi attanagliava lo stomaco. In quei momenti, c’era Jacob con me, lo
sapevo meglio di chiunque altro. Lui non mi lasciava mai quando era vivo, non
mi lascerà sola ora che è morto.
Girai tra le mie cose, senza
sapere bene cosa volevo fare. Leggere?
No. Guardare
Che fare? Aspettare. Non è male come idea. Si passa la
vita ad aspettare, e questo era un buon momento per attendere. Ma che cosa? Il
ritorno di Alec? No, quello non era da attendere, ma da pretendere. La morte?
Direi proprio di no, nel mio e nel suo caso. Oddio, se si vuole essere
pessimisti, nel suo caso potrebbe essere… ma che dico? No, nessuna morte. Devo
ancora uscire da quella di Jake. Un filo di speranza? Questa mi piace. Penso
proprio che attenderò la speranza. Di che?
Basta, questi ragionamenti rischiano di friggermi il
cervello. Aspetterò, una qualsiasi cosa, solo per poter ingannare il tempo che
ancora mi tiene lontana da Alec.
<< posso? >>
Cosa? Ma come…? Lei no! Sto già da schifo e lei viene
a girare il coltello nella piaga! E non lo gira poco, ma li fa fare un bel giro
360°!
<< si, entra… >>
mi ritrovai a dire. Non sono stata io! La
mia bocca si è alleata con le mia corde vocali! Stanno mettendo in atto un
complotto contro di me! Non sono più sotto il mio controllo…
<< allora, che fai di
bello? >> chiese Jane.
<< niente… >>.
almeno qualcosa che giocasse a mio favore e non contro di me. Adesso, dato che non sto facendo niente, la
conversazione si concluderà amichevolmente e se ne andrà… spero.
<< bene, perché vorrei
parlarti. >> disse lei, sorridendo.
Sorriso malefico! Sono in trappola. Il complotto è
perfettamente riuscito. Ora capisco cosa provò Giulio Cesare. E forse a lui
andò relativamente meglio di come andrà a me.
<< di cosa? >>. Oddio! Avrei dovuto dire che non avevo
niente da dirle, così se ne sarebbe andata! Alec? Amore? Torna presto, ti
prego! Se no va a finire che non ci rivediamo più… comunque la cosa è sleale:
lei una vampira, io lo sono solo per metà! E mo’ che faccio?
<< so bene che tra di
noi non corre buon sangue… anzi, direi veleno. Ci tenevo solo a dirti che
voglio bene a mio fratello, e so che anche te gliene vuoi. Quindi, mi impegnerò
a volere bene anche a te >> disse lei, senza respirare.
Eh? Sta scherzando, ne sono sicura… magari ha battuto
la testa violentemente e ora ha qualche problema… direi che questa è l’ipotesi
più accreditata.
<< che c’è? Perché mi
guardi così? >> chiese lei, notando la mia espressione.
<< e me lo chiedi?
Insomma, entri in camera mia, mi fai notare che tra di noi non corre buon…
veleno, e infine mi dici che ti impegnerai a volermi bene… secondo te dovrei
annuire come niente fosse o ho pure il diritto di sconvolgermi? >> dissi,
quasi urlando.
Lei non disse nulla, ma annuì
leggermente con la testa.
<< perché? >> le
chiesi.
<< cosa? >>
chiese a sua volta.
<< perché mi hai detto
quelle cose? >>
<< perché è stato Alec
a chiedermelo. Direi che più che altro me lo ha fatto capire… che avevo torto.
Pensavo che tu fossi una di quelle ragazze che parlano come le galline e che si
comportano come oche. Insomma, una specie di ibrido. >> disse lei,
abbassando la testa in segno di vergogna per ciò che stava dicendo.
<< bè, ci sei andata
molto vicina: umana e vampira… un ibrido… te lo ha detto prima di partire?
>> chiesi, tanto per fare una domanda, e non per vero interesse.
<< no, pochi minuti fa
>> rispose lei, con un’alzata di spalle.
<< che cosa? >>
<< me lo ha detto
qualche minuto fa… >> ripeté lei.
<< è tornato? >>
chiesi con un filo di voce.
<< si, circa venti
minuti fa. Per il momento abbiamo accesso alla sua camera solo noi Volturi e
Carlisle. È conciato male… >> spiegò lei.
<< ma sta bene,
insomma? >>.
Dire che ero agitata sarebbe
stata la bugia del secolo: ero più che agitata. Nello stomaco mi sentivo uno
stormo di colibrì impazziti, il cuore leggero come una piuma, la mente che
andava a mille…
<< voglio vederlo
>> dichiarai, non ammettendo repliche.
<< ma… >>
<< niente ma >> la
interruppi io << voglio vederlo >>
E così dicendo, uscii dalla
stanza. Mi diressi velocemente alla sua stanza ed entrai senza bussare.
Si voltarono tutti verso di
me. Tanto se mi mandano fuori rientro.
<< vieni, entra
>> mi disse Athenodora.
<< non mi mandate
fuori? >> chiesi sorpresa.
<< nessuno ti manderà
fuori, cara. >> mi rassicurò lei.
<< piuttosto usciamo
noi. >> aggiunse Carlisle.
Gli sorrisi, mentre uscivano.
Quando l’ultimo si fu chiuso la porta alle spalle, il mio sguardo guizzò verso
il letto. Mi avvicinai, senza staccare gli occhi dal volto di Alec. Un volto
sporco di veleno e terra, devastato dal dolore e dalla paura. Doveva esserci
stata una battaglia, o qualcosa del genere.
<< amore… >>
sussurrò lui, quando mi sedetti sul bordo del letto.
<< shh… tranquillo. So
che non puoi dormire, ma cerca comunque di riposare, ne hai bisogno. >>
dissi io dolcemente. Avremmo avuto dopo il tempo per parlare.
<< ti amo >>
disse lui, prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi ad un sonno apparente.
Erano due giorni che era
tornato Alec, ed erano due giorni che a casa c’era un trambusto degno di un
matrimonio. Peccato che non c’era nessun lieto evento da festeggiare.
<< hey >> mi
salutò zia Rose, andandosi a sedere vicino a me, sull’erba.
<< hoi >> la
salutai. Che grande conversazione!
<< come stai? >>
chiese lei, dopo vari secondi di silenzio.
<< bene >>
risposi.
<< sicura? >>
chiese lei, guardandomi con fare apprensivo.
<< sicuro. Sono solo un
po’ confusa, e a quanto pare nessuno vuole darmi delle risposte >> dissi
io, amareggiata fino al midollo.
<< io posso risponderti
>>
<< davvero? >>
Lei non rispose, ma mi guardò
come per dire: “mettimi alla prova”.
<< cosa sta succedendo?
Cosa è successo a Volterra? Perché è tornato solo Alec? >>. E queste
erano solo le più importanti di domande che mi assillavano.
<< una cosa per volta.
Allora, primo. Sai bene che ci sono dei mannari che danno la caccia ai Volturi.
Sospettiamo che sia una specie di vendetta contro Caius, in particolare. Per il
momento, nemmeno noi sappiamo altro. Secondo. A Volterra i poliziotti hanno
ritrovato i cadaveri dei vampiri scomparsi. La squadra A doveva andare a fargli
sparire e a recuperare i campioni prelevati dalla scientifica. Ci sono
riusciti, ma mentre stavano per tornare, i licantropi li hanno sorpresi. È
stata una strage. Alec è riuscito a salvarsi a pelo grazie al suo potere. E con
questo, credo di aver risposto a grandi linee alle tue domande.
<< passiamo al secondo
round. Perché mi sento strana con Alec? >> chiesi, in pieno imbarazzo.
<< in che senso?
>> chiese lei, confusa.
<< non lo so. È solo
che mi sembra di starci insieme da una vita. O meglio, mi sembra che i nostri
sentimenti siano stati coltivati per anni, e ora sono fortissimi. Il problema è
che sono passate solo alcune settimane. >> ora mi sentivo come un
peperone, e sicuramente il colorito che mi invadeva la faccia non faceva
trasparire che vergogna.
Lei mi guardò per un attimo,
poi scoppiò a ridere. Ecco, lo sapevo:
sono matta.
<< è normale. I vampiri
solitamente hanno questo tipo di emozioni verso il compagno. Come sai, noi
rimaniamo uniti al partner per tutta la vita, fino alla morte. Ed è rara la
volta che dopo la morte di uno, ci si trovi un nuovo compagno o compagna. Il
sentimento è forte perché tu e Alec probabilmente siete fatti l’uno per
l’altra, per l’eternità. >>
Eternità? Che strana parola… non suonava per nulla
bene nelle mie orecchie…
<< bè, se non c’è
altro, io andrei da Emmett… >> disse lei, sorridendo.
<< grazie della
chiacchierata… >> dissi, sorridendo a mia volta. Ma il mio sorriso era
più forzato del suo: per me, non c’era nulla da ridere.
Paura Renesmee? Chiese una vocina acida nella mia testa. Paura
di dover passare un’eternità con Alec?
Cercai di ignorarla,
concentrandomi sui fili d’erba che mi circondavano. Scorsi delle formiche alla
ricerca degli ultimi granelli di cibo, per superare l’inverno. Per loro era tutto
facile. Nascevano, mangiavano, lavoravano, dormivano, morivano. Niente relazioni
particolari, niente problemi.
D’altro canto, i problemi
erano l’essenza che avevano formato la mia infanzia poco vissuta e tanto
veloce. Ripensai a tutta la mia vita, la mia breve vita, a Jake, a Leah, ai
licantropi, alla mia famiglia. Di problemi ne avevo sempre avuti, ma mai così
tanti da quando era morto Jacob. Mai.
Decisi di tornare in casa,
anche se non ero certa di come passare il tempo. Probabilmente avrei fatto una
partita a qualche cosa, ingannando il tempo.
Una cosa sola era certa: meno
avrei visto Alec, meglio i problemi se ne stavano rintanati in un angolino,
senza fare capolino nella mia mente. Avevo bisogno di non vederlo, così non
avrei pensato alla parola che rimbombava nella mia testa. Eternità. Era come la miniera dei sette nani, e tutti quanti
lavoravano colpendo le pietre nella mia testa, senza mai fermarsi. Eternità Eternità Eternità Eternità Eternità Eternità Eternità. Basta. Al diavolo i sette
nani! Vi mando in pausa pranzo, o cena, data l’ora…!
Non avevo azzaccato con
quello che avrei fatto: Seth era già andato a dormire. Secondo Carlisle gli era
salita la temperatura del corpo, facendogli usare un bel po’ di energie. Mai saputo
che i licantropi per mantenere la temperatura elevata utilizzavano energie. Va bè,
ora lo sapevo. Ora però mi sorge un dubbio. È per questo che i freddi sono
sempre riposati e non dormono: perché non hanno temperature alte del corpo?
Salii le scale, volevo stare
un po’ con zio Jazz. Era da un po’ che non parlavamo, dalla famosa pizza al
parco. Avevo bisogno di stare con lui e sentirmi meglio, anche senza dover
spiegare nulla: bastava il suo potere. E che potere! Mentre salivo incontrai
Alec, che piano piano scendeva al piano di sotto: era ancora debole e ferito. Strano
che le ferite non si fossero ancora rimarginate. Mi guardò sorridendo; risposi
con un mezzo sorriso.
<< Renesmee, stasera stiamo
un po’ insieme? Magari ci guardiamo un film. >> chiese lui, arrivando un
gradino sopra di me.
<< mi spiace, ma sono molto
stanca. Preferisco andare a dormire. Magari un’altra volta >> e gli stampai
un bacio veloce sulla guancia.
Eternita Eternita Eternita…
Sta zitta! Urlai
nella mia testa alla vocina. E più ci
pensavo, più quella voce assomigliava a quella di Jane. Magari mi sbagliavo…
Arrivai all’inizio delle
scale in un batti baleno, senza voltarmi a guardare Alec: l’unica cosa che
sapevo era che era rimasto fermo, visto che non l’avevo sentito scendere le
scale.
Entrai in camera di zio
Jasper e zia Alice. Se fosse stata la camera degli altri due zii, mi sarei
preoccupata di bussare prima, ma in questo caso non ce ne era bisogno. Trovai zio
a leggere un libro di filosofia… indiana?... e zia che si provava dei vestiti,
gettandoli poi sulla sedia se non erano di suo gusto, appoggiandoli poi sul
letto ordinatamente se erano di suo gusto. Mi misi sul letto vicino allo zio,
appoggiando la testa sulla sua spalla fredda e muscolosa. Intravidi alcune
parole del libro, che messe assieme erano senza senso, per me, e la vista piano
piano cominciava a incrociarsi, facendo diventare le pagine bianche con
ghirigori grigi e neri.
<< NO! >> urlò
zia Alice, lasciando cadere tre abiti blu di seta, Coco Chanel.
In un battito di ciglia zio
Jasper era già vicino a lei, lo sguardo della vampira immerso nel vuoto. Aveva una
visione, e non doveva essere molto piacevole.
Appena tornò in se, guardò
profondamente negli occhi il compagno, e se avesse potuto piangere, avrebbe
allagato la stanza di lacrime salate.
Poi, confusa più che mai, si
allontanò e disse:
<< devo fare una cosa,
non aspettatemi >>
<< ma >> cominciò
di Jasper, ma non riuscì a finire che Alice si stava già allontanando dalla
casa, e la sentii correre tra la foresta, veloce e silenziosa.