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Autore: gallade01    07/07/2016    2 recensioni
Piccola fanfic incentrate per lo più sulla coppia LuigixDaisy in un contesto poliziesco con accenni MarioxPeach
La storia seguirà la crescita del loro rapporto tra un'indagine e l'altra. Andando avanti nella storia si aggiungeranno sempre più personaggi.
Dal testo:
"A Daisy bastarono quelle poche righe per comprendere in che situazione si trovava: avrebbe lavorato con i più famosi investigatori dello stato"
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: indagini I

 

Daisy era  salita quasi istintivamente dall’ispettore Luigi quando erano scesi nel parcheggio, mentre lui non si era neanche accorto del passeggero in più.

Mario invece aveva preso la moto ed era partito a razzo, come se stesse inseguendo qualcuno, quindi non li aveva nemmeno notati.

Il silenzio regnava sovrano, finché Daisy non decise di romperlo

“Come mai l’ispettore Mario non è venuto con noi? ”

“A Mario è sempre piaciuta la velocità e dice sempre che con la moto la sente direttamente sulla pelle” rispose Luigi senza staccare gli occhi dalla strada.

“Inoltre” aggiunse “con la moto riesce ad evitare la maggior parte del traffico.

E a non arrivare in ritardo ”

“Capisco… gli da forse fastidio? Intendo arrivare in ritardo” chiese Daisy.

L’imbarazzo provato prima in ufficio ormai era svanito e i due ormai parlavano come se si conoscessero da sempre.

“Non lo sopporta, nel modo più assoluto. Come non sopporta chi arriva in ritardo, l’ultima volta che un’agente l’ha fatto… è stato terribile!” rispose Luigi con un tono spaventato nella voce.

 <<  Cosa può aver fatto da essere definito terribile?  >> pensò Daisy.

Il tono con cui l’ispettore l’aveva detto non faceva presagire niente di buono, tipo una settimana a dirigere il traffico o a fare la gavetta. Ma la curiosità era troppa e quindi prese il coraggio di chiedere “Cosa è successo l’ultima volta?”

Luigi rimase un attimo sorpreso dalla domanda della tenente, ma vedendone lo sguardo deciso prese un respiro e decise di dirglielo

“Quell’agente continuava ad arrivare in ritardo ogni volta. Sulle primi Mario ci passò sopra, ma dopo un mese che continuava…” un brivido lo percorse, a testimoniare quanto non fosse stato una cosa normale.

Dall’altra parte Daisy era sulle spine, la reazione dell’ispettore al solo ricordare cosa il fratello avesse fatto era un’ulteriore prova di quanto potesse essere orribile.

“Gli ha fatto una di quelle lavate di capo da avergli fatto venire la voglia di nascondersi sottoterra! Persino tutti gli altri presenti aveva abbassato la testa come se fossero colpevoli! ” esclamò Luigi infine.

Ci fu prima un attimo di silenzio, poi Daisy scoppiò a ridere, senza alcun freno.

La serietà con cui Luigi aveva detto l’ultima frase era completamente in antitesi con il testo di quest’ultima. Insomma, lei si aspettava una punizione esemplare,non una semplice ramanzina! Le cominciarono a scendere delle lacrime da quanto stava ridendo.

Dall’altro lato Luigi era rimasto completamente spiazzato dalla reazione della tenente.

<< Che lo abbia preso come uno scherzo? >> pensò, mentre l’imbarazzo cresceva.

“Guardi che io ero serio! ” disse rosso in volto

“Scusi, scusi” disse calmandosi “è che mi aspettavo qualcosa di diverso” concluse asciugandosi le lacrime.

Tornando seria chiese: “Parlando d’altro, di che tipo di caso ci occuperemo? Prima ci ha detto solo l’indirizzo ”

“Oh, giusto!”esclamò ”Me ne ero completamente dimenticato. Si tratta di un furto con aggressione ad un domicilio”

“Sappiamo altro?” chiese la ragazza

“No, per adesso. Alcuni agenti sono già sul posto insieme alla scientifica ”

“Capisco, quanto ci metteremo ad arrivare?”

“10 minuti massimo” rispose.

 

10 minuti dopo

“Siamo arrivati” esordì Luigi scendendo dalla macchina.

“Era ora! Mi ero stufato ad aspettarvi” disse Mario venendo loro incontro.

Daisy scese dalla vettura osservando il luogo del misfatto: era un condominio di sette piani  color beige, tipico delle costruzioni di dieci anni prima. Solo l’ultimo piano presentava un colore differente, un verde pistacchio sbiadito dal tempo. Bastava guardarlo per capire che non si avrebbe potuto far affidamento su qualsivoglia telecamere o ascensore. << Cominciamo bene… >> pensò Daisy.

Il reato era stato commesso al quinto piano, nell’appartamento la cui porta dava direttamente sulle scale. Il locale presentava un ampio salotto con un divano letto al centro e una modesta televisione attaccata al muro, una cucina ben fornita con tavolo da pranzo, un bagno e una camera da letto matrimoniale. In quest’ultima sembrava essersi compiuto il tutto. La cassettiera era stata letteralmente demolita: i cassetti erano stati estratti completamente e distrutti, in cerca probabilmente di doppifondi, il comodino svuotato completamente e il letto smembrato. Sul pavimento inoltre vi erano anche delle gocce di sangue, dovuti alla colluttazione.

“Bene, cominciamo! ” disse Luigi infilandosi un paio di guanti in lattice.

“Ok ” rispose Daisy automaticamente cominciando a scattare foto ad ogni oggetto prima di muoverlo in cerca di indizi.

“Io vado a vedere quali sono le condizioni della vittima all’ospedale, vi lascio campo libero. A dopo.” Disse Mario avviandosi verso la porta dell’appartamento.

“A dopo fratello.” Lo salutò Luigi

“A dopo” concluse Daisy.

I due continuarono per una mezz’ora buona a fotografare e a catalogare le varie prove. Dopo Luigi ruppe il silenzio“Tenente, potrebbe andare ad interrogare i vicini? Qui dovrei farcela a finire da solo.”

“Va bene” disse Daisy appoggiando macchina fotografica e guanti sulla valigia degli agenti della scientifica “A dopo ”.

“Ok sul piano ci sono 5 appartamenti compreso quello della vittima, e due sono vuoti. Niente di più semplice!” pensò Daisy.

Oramai era quasi mezzogiorno e l’idea di avere un po’ di tempo in più per la pausa pranzo la allettava molto.

Con il primo appartamento andò discretamente bene: era abitato da una coppia di sposi ed erano stati loro ad avvisare la polizia. Di conseguenza sapevano poco di come fosse successo. Da loro ottenne solo informazioni riguardanti la vittima e la sua routine.

Con la seconda andò decisamente peggio: era la classica vecchietta impicciona affamata di gossip. Daisy ci spese un’ora intera insieme, cercando di estrapolarle ogni informazione possibilmente utile. Quando uscì sapeva vita, morte e miracoli di praticamente tutti i condomini, inclusa la vittima per fortuna.

Erano circa le 13:20 quando uscì << Dio ma quanto parla quella lì?? >> pensò mentre si dirigeva verso l’appartamento della vittima. Essendo venuta con Luigi doveva per forza tornare con lui.

“Ispettore io avrei fini..to..” Daisy non riuscì a terminare frase dopo aver visto La scena che le si presentava davanti: Luigi si muoveva quasi al rallentatore tra un lato della stanza e l’altro con un’espressione sul volto di pura concentrazione, come se stesse ricostruendo ogni singolo fatto accaduto in quella stanza.

Daisy non seppe quanto tempo passò prima che l’ispettore si accorgesse della sua presenza, ma quando lo fece il suo volto ritorno ad essere quello di prima, tenero e serio allo stesso tempo.

“Oh tenente, bentornata. Com’è andata con i vicini?” chiese Luigi dirigendosi verso di lei

“Abbastanza bene, sono riuscita a ottenere alcune informazioni utili” rispose

<< insieme a qualche centinaio di pettegolezzi >> aggiunse mentalmente.

“Molto bene. Io ho finito qui, direi di andare a pranzo. Andiamo? ”

“Per me va bene” rispose Daisy,

La coppia di poliziotti fece solo un breve salto ad una paninoteca poco distante perché prima di decidere in che ristorante andare, Luigi ricevette un messaggio da Mario che recitava : ”Io ho finito con la vittima, vi aspetto in centrale per le 14:20. Non tardate! P.s. vedi di darti da fare fratellino!

Su cosa intendesse sull’ultima frase Luigi non aveva dubbi, ma finse che si riferisse solo al caso, quando Daisy gli chiese spiegazioni proprio su quell’ultima. Ci mancava solo che suo fratello si mettesse a fare la parte di cupido.

 

 

Ore 14:15 centrale di polizia

“Oh bene, vedo che siete arrivati.” Esordì Mario dalla sua scrivania.

Si era alzato subito dopo che aveva visto Luigi e Daisy arrivare dalle scale, tenendo sottomano un foglio completamente scritto.

“Spero che tu abbia un buon motivo per avermi messo fretta!” rispose Luigi con un finto tono arrabbiato, lasciandosi però scappare una leggera risata.

“Contando che i media ci stanno alle costole come al solito, direi di sì” continuò Mario attaccando una foto alla lavagna

“Si tratta della vittima, non è vero?” chiese Daisy prendendo il suo taccuino

“Si, è esatto” rispose Mario “Il suo nome è Maria Carel, 64 anni, pensionata. Ha visto la porta di casa forzata ed entrando in camera, ha sorpreso il ladro mentre frugava.” Cominciò a spiegare

 “Il ladro l’ha colpita appena è entrata” continuò Luigi “ poi ha continuato a frugare nella stanza, ed infine è scappato dalla finestra utilizzando la scala antincendio come via di fuga. A giudicare dalle impronte di pneumatici deve aver utilizzato un motorino, probabilmente un Yamaha.”  

“Non ti smentisci mai eh?”lo interruppe Mario ridacchiando “Sfortunatamente la vittima non è riuscita a dirmi nient’altro, è già tanto che sia riuscita a parlarle ” disse con aria avvilita”Il colpo l’ha debilitata molto”

“Io ho qualcosa ” disse Daisy sfogliando il taccuino “Secondo la vicina un tipo strano si aggirava sul piano circa per le 10. Era un maschio, circa sui vent’anni. Non era di sicuro del vicinato, altrimenti lo avrebbe riconosciuto. Sempre secondo lei quel ragazzo non è uscito dalla porta principale, altrimenti lo avrebbe visto. ”

“Bene allora! Abbiamo un sospettato!” esclamò Mario”Ora manca solo da scoprire cosa è riuscito a prendere” 

“Veramente avrei delle informazioni anche su quello…” continuò Daisy sfogliando il suo taccuino in cerca della pagina giusta

Intanto i due ispettori erano esterrefatti; non si aspettavano che lei avrebbe trovato tutte quelle informazioni  da sola.

“A, ecco!” esclamò “sempre secondo la vicina, la vittima teneva solo un gioiello a casa, per valore affettivo. Si tratta di una collana di platino con un pendente a forma di cigno, sui cui è incastonato un piccolo brillante ” concluse

Quando alzò lo sguardo dal taccuino vide i due ispettori con un’espressione corrucciata sul volto.

“Hmm… per un gioiello simile… c’è solo un posto in cui cercare… ” insieme a quella frase a Luigi uscì anche un sospiro rassegnato. Evidentemente non era esattamente un posto normale, o comunque non gli piaceva andarci.

Mario invece era un misto tra il preoccupato e il divertito, il che non aiutava affatto su capire che posto fosse. “Non c’è altra scelta” aggiunse infine.

“Dov’è che dobbiamo andare?” chiese la tenente

“A trovare due nostre vecchie conoscenze ” le dissero i due in coro

 

 

 

 

Note autore:

innanzitutto mi scuso immensamente con tutti quelli che seguono questa storia dato che nell’ultimo capitolo avevo detto due settimane, e invece è passato più di

un mese. Per il prossimo capitolo spero di non metterci troppo ma non faccio promesse. Grazie ancora per chi continua a leggere la mia storia.

Lasciate un recensione per dirmi cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere.

Alla prossima

Gallade01

 

   
 
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