Capitolo 3: indagini I
Daisy era salita quasi istintivamente
dall’ispettore Luigi quando erano scesi nel parcheggio, mentre lui non si
era neanche accorto del passeggero in più.
Mario invece aveva preso la moto
ed era partito a razzo, come se stesse inseguendo qualcuno, quindi non li aveva
nemmeno notati.
Il silenzio regnava sovrano,
finché Daisy non decise di romperlo
“Come mai
l’ispettore Mario non è venuto con noi? ”
“A Mario è
sempre piaciuta la velocità e dice sempre che con la moto la sente
direttamente sulla pelle” rispose Luigi senza staccare gli occhi dalla
strada.
“Inoltre”
aggiunse “con la moto riesce ad evitare la maggior parte del traffico.
E a non arrivare in ritardo
”
“Capisco… gli da
forse fastidio? Intendo arrivare in ritardo” chiese Daisy.
L’imbarazzo provato
prima in ufficio ormai era svanito e i due ormai parlavano come se si
conoscessero da sempre.
“Non lo sopporta, nel
modo più assoluto. Come non sopporta chi arriva in ritardo,
l’ultima volta che un’agente l’ha fatto… è stato
terribile!” rispose Luigi con un tono spaventato nella voce.
<< Cosa può aver fatto da essere
definito terribile? >>
pensò Daisy.
Il tono con cui
l’ispettore l’aveva detto non faceva presagire niente di buono, tipo
una settimana a dirigere il traffico o a fare la gavetta. Ma la
curiosità era troppa e quindi prese il coraggio di chiedere “Cosa
è successo l’ultima volta?”
Luigi rimase un attimo
sorpreso dalla domanda della tenente, ma vedendone lo sguardo deciso prese un
respiro e decise di dirglielo
“Quell’agente
continuava ad arrivare in ritardo ogni volta. Sulle primi Mario ci passò
sopra, ma dopo un mese che continuava…”
un brivido lo percorse, a testimoniare quanto non fosse stato una cosa normale.
Dall’altra parte Daisy
era sulle spine, la reazione dell’ispettore al solo ricordare cosa il
fratello avesse fatto era un’ulteriore prova di quanto potesse essere
orribile.
“Gli ha fatto una di
quelle lavate di capo da avergli fatto venire la voglia di nascondersi sottoterra!
Persino tutti gli altri presenti aveva abbassato la testa come se fossero
colpevoli! ” esclamò Luigi infine.
Ci fu prima un attimo di
silenzio, poi Daisy scoppiò a ridere, senza alcun freno.
La serietà con cui
Luigi aveva detto l’ultima frase era completamente in antitesi con il
testo di quest’ultima. Insomma, lei si aspettava una punizione
esemplare,non una semplice ramanzina! Le cominciarono a scendere delle lacrime
da quanto stava ridendo.
Dall’altro lato Luigi
era rimasto completamente spiazzato dalla reazione della tenente.
<< Che lo abbia preso
come uno scherzo? >> pensò, mentre l’imbarazzo cresceva.
“Guardi che io ero
serio! ” disse rosso in volto
“Scusi, scusi”
disse calmandosi “è che mi aspettavo qualcosa di diverso”
concluse asciugandosi le lacrime.
Tornando seria chiese:
“Parlando d’altro, di che tipo di caso ci occuperemo? Prima ci ha
detto solo l’indirizzo ”
“Oh,
giusto!”esclamò ”Me ne ero completamente dimenticato. Si
tratta di un furto con aggressione ad un domicilio”
“Sappiamo altro?”
chiese la ragazza
“No, per adesso. Alcuni
agenti sono già sul posto insieme alla scientifica ”
“Capisco, quanto ci
metteremo ad arrivare?”
“10 minuti
massimo” rispose.
10 minuti dopo
“Siamo arrivati”
esordì Luigi scendendo dalla macchina.
“Era ora! Mi ero
stufato ad aspettarvi” disse Mario venendo loro incontro.
Daisy scese dalla vettura
osservando il luogo del misfatto: era un condominio di sette piani color beige, tipico delle costruzioni di
dieci anni prima. Solo l’ultimo piano presentava un colore differente, un
verde pistacchio sbiadito dal tempo. Bastava guardarlo per capire che non si
avrebbe potuto far affidamento su qualsivoglia telecamere o ascensore. <<
Cominciamo bene… >> pensò Daisy.
Il reato era stato commesso
al quinto piano, nell’appartamento la cui porta dava direttamente sulle
scale. Il locale presentava un ampio salotto con un divano letto al centro e
una modesta televisione attaccata al muro, una cucina ben fornita con tavolo da
pranzo, un bagno e una camera da letto matrimoniale. In quest’ultima
sembrava essersi compiuto il tutto. La cassettiera era stata letteralmente
demolita: i cassetti erano stati estratti completamente e distrutti, in cerca
probabilmente di doppifondi, il comodino svuotato completamente e il letto smembrato.
Sul pavimento inoltre vi erano anche delle gocce di sangue, dovuti alla
colluttazione.
“Bene, cominciamo!
” disse Luigi infilandosi un paio di guanti in lattice.
“Ok ” rispose
Daisy automaticamente cominciando a scattare foto ad ogni oggetto prima di
muoverlo in cerca di indizi.
“Io vado a vedere quali
sono le condizioni della vittima all’ospedale, vi lascio campo libero. A
dopo.” Disse Mario avviandosi verso la porta dell’appartamento.
“A dopo
fratello.” Lo salutò Luigi
“A dopo” concluse
Daisy.
I due continuarono per una
mezz’ora buona a fotografare e a catalogare le varie prove. Dopo Luigi
ruppe il silenzio“Tenente, potrebbe andare ad interrogare i vicini? Qui
dovrei farcela a finire da solo.”
“Va bene” disse
Daisy appoggiando macchina fotografica e guanti sulla valigia degli agenti
della scientifica “A dopo ”.
“Ok sul piano ci sono 5
appartamenti compreso quello della vittima, e due sono vuoti. Niente di
più semplice!” pensò Daisy.
Oramai era quasi mezzogiorno
e l’idea di avere un po’ di tempo in più per la pausa pranzo
la allettava molto.
Con il primo appartamento
andò discretamente bene: era abitato da una coppia di sposi ed erano
stati loro ad avvisare la polizia. Di conseguenza sapevano poco di come fosse
successo. Da loro ottenne solo informazioni riguardanti la vittima e la sua
routine.
Con la seconda andò
decisamente peggio: era la classica vecchietta impicciona affamata di gossip.
Daisy ci spese un’ora intera insieme, cercando di estrapolarle ogni
informazione possibilmente utile. Quando uscì sapeva vita, morte e
miracoli di praticamente tutti i condomini, inclusa la vittima per fortuna.
Erano circa le 13:20 quando
uscì << Dio ma quanto parla quella lì?? >>
pensò mentre si dirigeva verso l’appartamento della vittima.
Essendo venuta con Luigi doveva per forza tornare con lui.
“Ispettore io avrei
fini..to..” Daisy non riuscì a terminare frase dopo aver visto La
scena che le si presentava davanti: Luigi si muoveva quasi al rallentatore tra
un lato della stanza e l’altro con un’espressione sul volto di pura
concentrazione, come se stesse ricostruendo ogni singolo fatto accaduto in
quella stanza.
Daisy non seppe quanto tempo
passò prima che l’ispettore si accorgesse della sua presenza, ma
quando lo fece il suo volto ritorno ad essere quello di prima, tenero e serio
allo stesso tempo.
“Oh tenente,
bentornata. Com’è andata con i vicini?” chiese Luigi
dirigendosi verso di lei
“Abbastanza bene, sono
riuscita a ottenere alcune informazioni utili” rispose
<< insieme a qualche
centinaio di pettegolezzi >> aggiunse mentalmente.
“Molto bene. Io ho
finito qui, direi di andare a pranzo. Andiamo? ”
“Per me va bene”
rispose Daisy,
La coppia di poliziotti fece
solo un breve salto ad una paninoteca poco distante perché prima di
decidere in che ristorante andare, Luigi ricevette un messaggio da Mario che
recitava : ”Io ho finito con la
vittima, vi aspetto in centrale per le 14:20. Non tardate! P.s.
vedi di darti da fare fratellino!”
Su cosa intendesse
sull’ultima frase Luigi non aveva dubbi, ma finse che si riferisse solo
al caso, quando Daisy gli chiese spiegazioni proprio su quell’ultima. Ci
mancava solo che suo fratello si mettesse a fare la parte di cupido.
Ore 14:15 centrale di polizia
“Oh bene, vedo che
siete arrivati.” Esordì Mario dalla sua scrivania.
Si era alzato subito dopo che
aveva visto Luigi e Daisy arrivare dalle scale, tenendo sottomano un foglio
completamente scritto.
“Spero che tu abbia un
buon motivo per avermi messo fretta!” rispose Luigi con un finto tono
arrabbiato, lasciandosi però scappare una leggera risata.
“Contando che i media
ci stanno alle costole come al solito, direi di sì”
continuò Mario attaccando una foto alla lavagna
“Si tratta della
vittima, non è vero?” chiese Daisy prendendo il suo taccuino
“Si, è
esatto” rispose Mario “Il suo nome è Maria Carel, 64 anni,
pensionata. Ha visto la porta di casa forzata ed entrando in camera, ha
sorpreso il ladro mentre frugava.” Cominciò a spiegare
“Il ladro l’ha colpita appena
è entrata” continuò Luigi “ poi ha continuato a
frugare nella stanza, ed infine è scappato dalla finestra utilizzando la
scala antincendio come via di fuga. A giudicare dalle impronte di pneumatici
deve aver utilizzato un motorino, probabilmente un Yamaha.”
“Non
ti smentisci mai eh?”lo interruppe Mario ridacchiando “Sfortunatamente
la vittima non è riuscita a dirmi nient’altro, è già
tanto che sia riuscita a parlarle ” disse con aria avvilita”Il
colpo l’ha debilitata molto”
“Io
ho qualcosa ” disse Daisy sfogliando il taccuino “Secondo la vicina
un tipo strano si aggirava sul piano circa per le 10. Era un maschio, circa sui
vent’anni. Non era di sicuro del vicinato, altrimenti lo avrebbe
riconosciuto. Sempre secondo lei quel ragazzo non è uscito dalla porta
principale, altrimenti lo avrebbe visto. ”
“Bene
allora! Abbiamo un sospettato!” esclamò Mario”Ora manca solo
da scoprire cosa è riuscito a prendere”
“Veramente
avrei delle informazioni anche su quello…” continuò Daisy
sfogliando il suo taccuino in cerca della pagina giusta
Intanto
i due ispettori erano esterrefatti; non si aspettavano che lei avrebbe trovato
tutte quelle informazioni da sola.
“A,
ecco!” esclamò “sempre secondo la vicina, la vittima teneva
solo un gioiello a casa, per valore affettivo. Si tratta di una collana di
platino con un pendente a forma di cigno, sui cui è incastonato un
piccolo brillante ” concluse
Quando
alzò lo sguardo dal taccuino vide i due ispettori con
un’espressione corrucciata sul volto.
“Hmm…
per un gioiello simile… c’è solo
un posto in cui cercare… ” insieme a quella frase a Luigi
uscì anche un sospiro rassegnato. Evidentemente non era esattamente un
posto normale, o comunque non gli piaceva andarci.
Mario
invece era un misto tra il preoccupato e il divertito, il che non aiutava
affatto su capire che posto fosse. “Non c’è altra scelta”
aggiunse infine.
“Dov’è
che dobbiamo andare?” chiese la tenente
“A
trovare due nostre vecchie conoscenze ” le dissero i due in coro
Note
autore:
innanzitutto
mi scuso immensamente con tutti quelli che seguono questa storia dato che
nell’ultimo capitolo avevo detto due settimane, e invece è passato
più di
un
mese. Per il prossimo capitolo spero di non metterci troppo ma non faccio
promesse. Grazie ancora per chi continua a leggere la mia storia.
Lasciate
un recensione per dirmi cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere.
Alla
prossima
Gallade01