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Autore: CMeli    07/07/2016    2 recensioni
[–Ei Ruka, da quando te esci con delle femmine ahaha?- facendo finta di essere offeso mi diede una sberla sulla schiena e mi disse –ci hanno invitato, hanno detto che gli piacerebbe molto, ti prego vieni con me- mi scrollò pregandomi di andare con lui. Ci riflettei per un po’, non sono fidanzato, per cui, perché no? –e dimmi, sono fighe?- ]
Questo era solo un assaggio di quello che c'è :3
E' la mia prima fanfic, siate cauti per favore. Credo che mi capiteranno degli SPOILER un pò ovunque sorry c:
Genere: Demenziale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XV              La mia prima missione/ Solitudine spezzata

Mi svegliai pimpante pronta per l’ultimo esame, ovvero le invalsi, quello che ritenevo il più difficile, oltre a matematica. Mi preparai al meglio per presentarmi in splendida forma. Mi diressi in classe e  mi sedetti al solito banco. Narumi passò dandoci gli ultimi benedetti fogli che avrebbero determinato il voto della nostra uscita ed entrata alla quarta superiore –ragazzi, buon lavoro!- disse facendo un sorriso preoccupato, sembrava quasi forzato. Mi pareva troppo strano. Prima domanda, riconoscere l’altezza di un palazzo, sapendo la larghezza e l’area, una sorta di problema di geometria, assolutamente impossibile, passai all’altra, “conta le mollette in totale sui panni di Chiara e Sara”, mi chiedo, non se le possono contare da sole? Ahah le contai e sparai il primo numero che mi venne in mente. Svogliai brevemente il fascicolo e trovai esercizi tipo questi, sarebbe stata una mattinata molto lunga.
Uscì giusto in tempo dalla classe a mezzo giorno, mi ritrovai con una fame da lupi. Mi diressi verso la mensa quando qualcuno mi prese la spalla. Mi spaventai e divenni blu, ma quando mi girai vidi che era stata proprio Hotaru –ei Mikan, ti va di venire con me a fare un giro a Central Town? Sai, dovrei prendere delle cose..- disse con fare triste. Gli mancava qualcosa, aveva uno sguardo così triste e malinconica, si vedeva che cercava di camuffarla con la sua solita freddezza –ecco…mi dispiace Hotaru ma credo di non poter venire, ho delle cose da sbrigare- avevo quell’imprevisto a cui non potevo assolutamente mancare –ok, ma stasera ci sei?- mi chiese perplessa –per cosa?- ribattei stranita –stasera andiamo tutti al calipso a festeggiare la fine degli esami- disse con una luce di speranza nei suoi occhi. Avrei tanto voluto andarci ma non sapevo a che ora avrei finito quella dannata missione, purtroppo era la mia prima missione quindi aveva un certo valore, non che fosse una cosa positiva, ma lo facevo per un buon motivo, ovvero per salvare Natsume e Nanami –cercherò di esserci- dissi. Comunque mi sentivo in colpa per non poter andare con lei a Central Town, per discolparmi mi venne un idea che mi sembrò giusta ma si rivelò l’esatto contrario –perché a Central Town non ci vai con Ruka? E’ un tuo amico, invitalo- dissi stampando un sorriso a trentadue denti, anche se a dirla tutta non me la sentivo di sorridere –No….non…mi pare il caso. Ultimamente…..ho scoperto che esce con Hori-san, la ragazza del locale…e poi sarebbe come un appuntamento….- disse mogia mogia. Iniziavo a sospettare che Hotaru fosse gelosa del fatto che Ruka frequentasse Hori-chan –ei Hotaru, non è che sei un tantino…gelosa?- dissi dandole una gomitata al braccio. Lei sgranò di colpo gli occhi e mi guardò –ma no! Io, gelosa? Ti sbagli- disse incrociando le braccia. Poi d’un tratto mi disse che sarebbe andata da sola a comprare ciò che le serviva e se ne andò di punto in bianco. Non capì la sua reazione, sicuramente era disturbata per un qualche motivo che poteva essere la frequentazione di Hori-chan nei confronti di Ruka. Ma, se era gelosa significava che ad Hotaru piaceva effettivamente Ruka, ma a me non me l’aveva mai detto o ne accennato eppure eravamo migliori amiche, o almeno questo era quello che credevo. Non si fidava di me? No perché in tal caso mi sarei offesa molto. Io le dicevo tutto quello che avevo, tutto, e lei mi nascondeva questo piccolo particolare, la cotta per un nostro amico? Cosa c’era di male nel dirmelo? Mica sarei andata a sgangherarlo in giro, mai avrei fatto una cosa del genere, la reputavo la mia migliore amica. Camminai triste e sconsolata verso il giardino, dove avrei atteso il fatidico momento della missione. Mi sudavano i piedi, mi tremavano le gambe e avevo la pelle d’oca, niente di peggio. Avevo l’ansia alle stelle, tutto sarebbe potuto succedere…e se fallivo? Sarebbero morti dallo sfinimento Natsume e Nanami? Non potevo proprio permettermelo. Mi sedetti appoggiando la schiena al ciliegio, solitamente ci andavo lì con Natsume ma in quel momento mi resi conto che ero da sola. Mi mancava Natsume, ma mancavano tutte le piccole cose di tutti i giorni, persino mano nella mano o le liti cretine che facevamo. Mi mancava troppo questo e sapere che lui aveva, diciamo buttato nel cestino tutto, mi rendeva talmente triste da farmi piangere nuovamente, mi sentivo uno straccio in piena regola. I miei baci? Immagazzinati, persi. Le mie parole? Dimenticate. I piccoli gesti? Bruciati totalmente. Quella pozione doveva essere mia.
Dato che mi mancava disperatamente Natsume, decisi di andare verso l’ospedale per salutarlo una volta per tutte prima di imbattermi nella missione –Sakura- mi chiamò lui, era venuto a prendermi per portarmi chissà dove –eh? Persona?- dissi voltandomi, ma non c’era nessuno. Mi attirò l’attenzione dall’alto , era su di un ramo del ciliegio, da quanto mi stava spiando? –E’ ora di andare, seguimi- disse con quella sua voce roca. Mi girava la testa, avevo troppa ansia in circolo. Mentre lui saltellava tra un ramo e l’altro, io lo seguì correndo dal basso. Mi portò all’uscita dell’Alice Academy, una cosa stupefacente mi faceva quasi senso vedere quei cancelli spalancati –entra pure nella macchina Sakura, guido io- disse aprendomi per giunta la portiera, mi veniva da dire “grazie” ma in quel caso si stava parlando di Persona e Natsume me lo aveva descritto sempre come un mostro cattivo e insensibile. Mi accomodai in quella limousine nera, bellissimo l’interno, bell’inizio –Eiii! Nuova da queste parti?- una voce maschile e allegra mi parlò dai meandri della limousine. Dal fondo vidi questa sagoma, di un ragazzo che si avvicinò sedendosi accanto a me –uhm si- risposi stringendo il pugno, ero convinta che fossi da sola –mi chiamo Sasuke piacere!- disse diretto allungando il braccio per fare una stretta di mano, per conoscersi –piacere Mikan Sakura- dissi sorridendo. Era allegro e, simpatico direi. Mi sapeva di bravo ragazzo –Mi-chan♥- lo disse con una voce acuta e stridula, come fosse una ragazza negli anime. Mi misi a ridere per la sua figuraccia ma sembrava che non se n’era accorto. Lui mi sorrise e mi disse –puoi chiamarmi Sasuke-kun o senpai. Sono di quarta superiore io- disse facendo lo spaccone, credeva di potersela tirare, ma con me non funzionava. Ci mettemmo a parlare, scoprì che avevamo molte cose in comune, come sport, come materie preferite, o come alice. Lui aveva quello dell’annullamento e del teletrasporto mentre io annullamento e furto –Mi-chan, tu sei fidanzata?- chiese storcendo lo sguardo –uhm, si, con un ragazzo che purtroppo non sta nelle migliori condizioni. Anche lui fa le missioni- dissi ridiventando triste –scusami se in qualche modo ti ho resa triste, non volevo davvero. Come si chiama?- chiese curioso –Natsume Hyūga- dissi singhiozzando –ohh si lo conosco. Mi è capitato di fare qualche missione assieme a lui e devo dire che mi sta antipatico. Ma tu invece sei l’opposto!- disse ridendo. Poi si accorse che stavo letteralmente piangendo come non so che cosa e tentò di tutto per farmi rialzare il morale e per farlo mi chiamò Mi-chan con quel tono troppo divertente e mi rimisi a ridere. Era così simpatico, ma preferivo di gran lunga Natsume.
-siamo arrivati- disse Persona scendendo dall’auto. Il posto non sembrava niente male, era un molo –dovete semplicemente rapire un bambino- disse indicando la scuola vicino al molo. Ci rimasi troppo male, non potevo assolutamente far del male ad un bambino, mi sarei sentita in colpa troppo –vieni Mikan, facciamoli vedere a Persona come si fa!- disse sorridendo, Sasuke-kun sembrava un ragazzo d’oro, anche le situazioni brutte le faceva ribaltare in belle situazioni. Ci dirigemmo verso questa scuola ed entrammo. Non sapevo ne cosa dovevo dire e ne cosa dovevo fare –dammi la mano Mikan, stai attenta, in questa scuola ci potrebbero essere alcuni membri dell’organizzazione zeta. Tieni gli occhi ben aperti e non staccarti per nessuna ragione da me- disse serio. Credevo che un po’ se ne stesse approfittando, ma in un momento del genere non potevo non ascoltarlo. Il bello di questa scuola, era che non era normale come tutti avrebbero creduto, ma era abbandonata, cioè all’interno non c’era niente e nessuno. Ma il bimbo evidentemente o nascondevano lì. Camminammo per il lungo corridoio dalle mattonelle arancioni, il gusto era andato via. Non sentimmo rumori di alcun genere, tranne i passi lenti di qualcuno, all’inizio rabbrividì ma poi vidi in lontananza il bambino che dovevamo catturare –guarda Sasuke! Il bambino!- dissi indicandolo, ma Sasuke rimase sulle sue. Era convinto che potesse essere un arte illusionistica che poteva farci cadere in trappola. Io continuai ad osservarlo, eppure era un bambino –Mikan, non farti fregare, è solo una trappola, un illusione per convincerti ad andare- disse Sasuke-kun stringendo sempre più la mano. Mi appiccicai letteralmente a lui, ma senza tradire Natsume –ei voi!- sentimmo una voce di donna venire da dietro di noi. Partì Sasuke-kun che cadde a terra, senza alcun motivo –Sasuke-kun, tutto bene?- dissi aiutandolo ad alzarsi. Fece cenno di si –è invisibile- sussurrò guardandosi attorno. Doveva essere senz’altro un membro dell’organizzazione zeta. Ma come si poteva battere una persona che non si vedeva? –cosa volete da me?- disse questa donna. Mi sentì prendere i fianchi, mi aveva presa in qualche modo, mi sentì anche una mano sulla pancia –se fai un passo falso uccido la ragazzina- disse –ei ei ei almeno dimmi come ti chiami- disse Sasuke-kun. Non ero poi tanto spaventata, in qualche modo mi fidavo di lui –Fuyumi, è cambiato qualcosa?- chiese –abbassa la testa Mikan!- urlò di scatto il senpai. Feci come detto e stranamente riuscì a farlo, credevo che lei mi stesse tenendo. Da come capì,  Sasuke-kun aveva dato un calcio a Fuyumi-san –ti sei distratta! Eheh- ridacchiò il senpai, che mi strattonò a se e mi abbracciò –prenditela con me, non con lei- disse. Sembrava che Sasuke-kun potesse vederla o forse usava solo il suo sesto senso –non avrete mai il bambino- disse, la sua voce si faceva sempre più lontana. Stavo iniziando a capire, la donna di stava allontanando –cerchiamo il bambino!- disse il senpai tirandomi per la mano. Tutto ciò era entusiasmante, anche se alla fine lo scopo finale era orribile. Arrivammo in un salone enorme, che probabilmente doveva essere la mensa. In mezzo alla stanza c’era Fuyumi-san e dietro di lei il bambino che ci guardava stranamente come se non sapesse cosa stesse succedendo –lui è reale- bisbigliò Sasuke-kun. Credevo intendesse il bambino. Fuyumi-san aveva i capelli viola lunghi e una divisa verde tipo da militare –finalmente ti sei mostrata per quello che sei…una figa da paura- disse facendo la sua faccia da maniaco. Io gli diedi una gomitata in pancia e avanzai il passo –Mikan cosa fai?- chiese il senpai preoccupato. Sapevo bene che cosa stavo facendo –Fuyumi-san, so che questo è il tuo lavoro, proteggere questo bambino, ma vedi, io sto facendo tutto questo per poter salvare il ragazzo che amo che sta male  e ha perso la memoria, se ora io non facessi tutto questo, lui morirebbe sfinito, dato che lo avrebbero fatto lavorare ugualmente. Io lo sto salvando perché lo amo e se dovessi fallire la missione…..lui morirebbe- dissi tra una lacrima e l’altra –Mikan…- sospirò il senpai. La donna rimase in ascoltò e si fermò un attimo. Guardò il bambino poi rivolse nuovamente lo sguardo su di me –vedi ragazzina, il mondo è fatto di queste ingiustizie, anch’io ho dovuto fare questo lavoro contro la mia volontà, ma l’ho fatto per proteggere i bambini che vengono rapiti, come mio figlio che è stato rapito e si trova in quella dannata scuola- disse scrocchiando le mani, evidentemente il discorso non era servito a nulla. Sasuke-kun mi parò situandosi davanti a me e sfidò Fuyumi-san. Se avrebbe vinto, avrebbe preso il bambino, sennò saremmo andati via sconfitti…e in quel caso….-ci sto- neanche il tempo di dirlo che Sasuke-kun si teletrasportò proprio dietro di lei, e la colpì con tutta la rabbia possibile. Anche se normalmente le donne non si dovrebbero picchiare –Noi vinceremo- disse il senpai. Mentre erano occupati, il bimbo mi venne incontro senza motivo, io mi abbassai e gli sorrisi –One-chaaaan!!- disse abbracciandomi –come ti chiami?- chiese il dolce angioletto –Mikan- gli presi la piccola manina che aveva, era troppo carino e coccoloso –significa mandarino….- disse sorridendo. Io annuì, già credevo che mi avrebbe chiamata mandarino per sempre –e tu, come ti chiami?- chiesi curiosa, intanto con la coda dell’occhio guardavo quei due –Kei- disse dolcemente. Mi alzai e gli presi la manina –Kei, vuoi venire con me?- chiesi. Lui mi annuì camminando lentamente –Mi-chaaaan♥ possiamo andare, prendi il bambino e…- si fermò non appena mi vide mano nella mano con il piccolo. Mi chiesi dove fosse Fuyumi-san, ma non voletti saperlo per non rovinare il “lieto” fine.
Intanto all’Alice Academy
Il dottore arrivò come promesso dall’infermiera. Si sedette affianco a me, sulla sua sedia a rotelle, quando la muoveva faceva troppo rumore –Natsume, a breve verrai dimesso- mi disse sorridente. Io non ci vedevo niente di divertente, non sapevo nemmeno dov’ero e ne cosa avrei fatto una volta uscito dall’ospedale. I miei presunti amici, mi avevano detto di sforzarmi di ricordare, ma purtroppo non ricordo nulla di quello che è successo, so solo che mi chiamo Natsume, ma non so nemmeno il mio cognome. Mi chiedo cosa mi sia successo per essere conciato in questo modo –dovresti sforzarti per riacquistare la memoria Natsume- disse anche il dottore, purtroppo non ci potevo fare un bel niente, se non mi ricordavo era perché probabilmente non avevo nulla di importante da ricordare. Mi cadde l’occhio in quell’istante sull’orologio, le cinque e mezza, il biondino mi aveva detto che quella stessa sera ci sarebbe stata una festa come fine esami, anche se non ricordavo nemmeno di aver fatto. Mi alzai dal lettino, feci addirittura fatica a reggermi in piedi, mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Il dottore mi diede delle raccomandazioni e dei fogli che avrei probabilmente buttato. L’infermiera mi accompagnò fino all’uscita. Feci un respiro profondo, finalmente potevo sentire il vero ossigeno, aria pulita e non inquinata ma nemmeno pesante, feci due passi, dove potevo mai andare? Mi sembrava tutto così strano, non sapevo dove dovevo andare, non conoscevo le strade, ad esempio, la mia stanza dove poteva essere? In che parte del campus? –Natsume! Vieni qui- mi chiamò un trans biondo e alto, mi sembrava fisicamente una donna, ma la voce era maschile –chi sei e che cosa vuoi?- chiesi andandomene –aspetta, non vuoi sapere tutto ciò che devi sapere?- disse il trans –in che senso? Che cosa dovrei sapere?- chiesi stranito girandomi –ad esempio dov’è il dormitorio e il numero della tua camera- disse. Mi sembrava ovvio che volessi saperlo, almeno quello. Mentre mi condusse alla mia camera, mi raccontò delle cose su quella scuola e mi disse quali persone dovessi evitare che non erano alla mia portata, mi spiegò persino l’ora delle lezioni e che il giorno dopo avrei dovuto recuperare gli esami dato che stavo male. Mi ribadì che la festa era quella sera e che anche lui ci sarebbe stato. Un altro motivo per non andarci –Ah Natsume, ti volevo dire…..quella ragazza, hai davvero bisogno di lei, come lei ha bisogno di te- credevo si riferisse alla ragazza che ogni volta che mi veniva a trovare, si metteva a piangere. Ogni volta. Mi rattristiva, altro che allegria, quella doveva essere un emo o qualcosa del genere. Prima di svignarsela mi disse il suo nome, Narumi. Era un trans sicuramente anche se non lo ammetteva. Guardai la camera, non c’era nulla di mio che potessi ricordare, era una normale camera da campus. Non avevo foto o ricordi, ne bigliettini, lettere. La mia vita doveva essere orribile in quella scuola. Non avevo nemmeno rapporti con le ragazze a parte l’emo, la ragazza con i capelli viola, nemmeno mi degnava di uno sguardo, anzi, fissava il biondino anche se veniva all’ospedale “per me”. Evidentemente si amavano, o forse. Mi sedetti sul letto, guardai le lenzuola, erano color crema, sicuramente non le avevo scelte io, perché il color crema mi faceva vomitare. Guardai l’orologio, le sei e un quarto, sarebbe stato meglio prepararmi, o almeno così volevo ma purtroppo qualcuno bussò alla porta. Non ci pensai due volte e andai ad aprire –Natsume….così ti sei ripreso..- disse il biondino. Lo feci entrare tanto ormai era già lì –mi chiamo Ruka, piacere- e mi sorrise, doveva essere davvero paziente per ricominciare da zero –Natsume- mi presentai, diciamo. Mi chiese se sarei andato alla festa, e gli risposi di si ma che purtroppo non sapevo dove si sarebbe trovata, lui mi disse che mi avrebbe accompagnato, così lui tornò nella sua camera per prepararsi. Aprì il mio armadio intento nel scegliere i vestiti, presi una giacca, una maglietta e dei pantaloni, quando li lanciai sul letto, notai una macchia sulla giacca, una macchia marrone, d’un tratto ebbi una visione velocissima: una ragazza che si scusava con me per avermi sporcato la giacca con la coca. Quella ragazza era l’emo o insomma la piagnucolona. Dopo, la baciai. Sgranai gli occhi e mi guardai immediatamente le mani, come per convincermi di essere nella realtà. Questa visione non poteva comunque cambiare i fatti, io non la conoscevo più. Mi feci una doccia pensando alla visione, mi chiedevo se avrei visto quella ragazza quella sera, magari con un altro ragazzo.
-Natsume da questa parte!- disse Ruka alzando un braccio, anche lui era in splendida forma. Lo salutai, era in compagnia di una ragazza, che non avevo mai visto prima –Ciao, sono Hori, ti ricordi di me?- chiese. Non riuscì a guardarla in faccia dato che aveva un vestito rosa sgargiante, con qualche rosellina sparsa qua e là sulla gonna –No- risposi serio. Rivolsi lo sguardo verso Ruka, come per chiedergli conferma se quella era davvero la sua ragazza, purtroppo scoprì presto che era solo una con cui usciva e si frequentava. D’un tratto ci incamminammo verso il locale, nessuno del campus prendeva un mezzo di trasporto, tutti a piedi, Ruka mi spiegò che il posto era vicino e che non c’era bisogno di prendere la macchina o tantomeno un taxi. Da dietro di noi sbucò la tipa con i capelli viola che era esageratamente glitterata, ma stava bene. Mi salutò come se nulla fosse con il suo solito sguardo freddo, era parecchio strana, anche se percepivo un aria triste nei suoi confronti. Fissava Hori, che stava a braccetto con Ruka –Hotaru, dov’è Mikan?- le chiese quest’ultimo, Hotaru distolse lo sguardo e poi rispose –Non saprei, non l’ho vista nel corridoio ma che credo che sarà qui tra….- neanche finì la frase che qualcuno, o meglio qualcuna mi abbracciò da dietro chiamando il mio nome. Il mio cuore fece un balzo enorme, come se stesse per scoppiare da un momento all’altro, mi girai, era Mikan –Natsume stai bene?- mi chiese mettendomi una mano sulla fronte –abbastanza- risposi. Mi guardai con gli occhi luccicanti, era forse convinta che avevo riacquistato la memoria. Mi prese per mano e mi “trascinò” assieme agli altri in quel locale tanto ambito. Entrammo, mi venne un'altra visione che mi fece un male tale che quasi non mi reggevo in piedi, si rivelò veloce anche questo: nel bagno di questo locale stavo facendo cose con una ragazza, Nanami (?) mi sentivo così in colpa che ancora oggi lei non ne era al corrente, ero ubriaco quella sera e c’era anche Ruka, e tre ragazze. Mi ero ricordato il nome…di quella…..Nanami….era forse qui –Stai bene Natsume?- chiese Mikan, vidi il suo viso davanti al mio, lei era la mia ragazza, che avevo tradito, non me la meritavo. La scostai da me, mi sentivo in colpa anche se non mi ricordavo di aver vissuto quella situazione in bagno. Vedere quel cartello al di fuori con scritto “Party Night” in qualche modo mi faceva riaffiorare dei ricordi, crudeli. Ci sedemmo ad un tavolo rotondo con tanto di divano. Non sapevo che si poteva “mangiare” in quella discoteca, anche perché mangiare era una parolona. Non servivano i primi, i secondi o altro, ma patatine, panini, kebab, roba del genere. Ruka che era vestito forse troppo elegante così si sentiva fuori luogo, meno male che mi ero cambiato o mi sarei sentito fuori luogo anche io. Nella tavolata, c’era anche una ragazza che continuava a fissarmi, non capivo che cosa volesse da me, fatto sta che dato che alcuni non volevano aspettare, si gettarono nelle danze –Ruka-kun, ti va…..di ballare…?- chiese Hori a Ruka, non mi piacevano per niente queste cose sdolcinate in pubblico –Natsume, io vado a ballare con Hotaru, se vuoi venire…..- le presi la mano senza motivo, lei arrossì ma lo negò. Le lasciai poi la mano chiedendole scusa, non sapevo nemmeno io che cosa stavo facendo. Lei si allontanò lentamente come se stesse aspettando che io mi alzassi per andare da lei. La guardai in lontananza mentre ballava, non potevo credere di essere il suo ragazzo. L’occhio mi cade sulla tipa che sin dall’inizio mi fissava, mi alzai e andai verso di lei chiedendole che cazzo aveva da osservare in quel modo –Uhm..? Oh scusa, non sapevo di essere così invadente. Sono Yuri, non so se ti ricordi, comunque ti volevo chiedere se sapevi di Nanami…..ti ricordi di lei vero?- disse prendendomi per il colletto –scusami, io…..- incominciò con le lacrime. Tolsi le sue mani dal suo collo –no, mi spiace ma non so darti le informazioni di cui hai bisogno- dissi andandomene. Mi risedetti al mio posto, guardai nuovamente….Mikan, mentre ballava, quando si allontanò dalle sue amiche per andare al bancone. Le mie pupille la seguivano dappertutto anche se c’era gente davanti a lei che si scatenava. Ad un certo punto non la vidi più. Il mio istinto fu quello di alzarmi per controllarla, per controllare che tutto andava a gonfie vele, quando la vidi mentre baciava un altro. Ma le teneva la testa quindi probabilmente era costretta, la prese per il braccio e la trascinò fuori dal locale. Io ovviamente li inseguì ma feci fatica, perché dovevo oltrepassare la pista spintonando tutti quanti. Arrivai diversi minuti dopo e non li vidi più. Rientrai nel locale per chiamare Ruka e farlo venire con me, ma mi fermai, perché rovinare la serata a lui? Così tornai fuori e li cercai facendo il giro del posto. Quando capì che quel ragazzo stava per stuprare letteralmente Mikan –ei tu, che cosa cazzo stai facendo? Toglile le tue luride mani di dosso!- dissi senza farmi problemi, non sapevo bene nemmeno per cosa stavo combattendo –un ragazzino della terza, uu che paura- scaraventò Mikan a terra –Natsume…!- sussurrò. Quella scena mi bastò a farmi incazzare come pochi, svegliai la rabbia e la memoria che c’era in me, mi ricordai in quell’istante tutto. Quello che mi era successo, in che posto ero e persino che facevo le missioni. Ma soprattutto mi ricordai che lei era la mia ragazza –Non osare mai più toccare la mia ragazza- feci apparire sul palmo della mia mano una fiaccola grande quanto lui, lo avvolsi letteralmente tra le fiamme. Avrei voluto vederlo soffrire, ma in seguito Mikan mi venne addosso, scatenando un fascio di luce che mi fermò all’istante –Natsume, adesso basta, sto bene…- disse piangendo. La abbracciai così forte che quasi la strozzai.
Quella notte venne a dormire da me, dove avremmo recuperato tutto il tempo perso.
_MY COMMENTc:_
Vi piace questo lunghissimo capitolo? O come meglio dire capitoli? Ahahaha ciò messo davvero tanto, ma alla fine è finito bene. Contenti? :) 
   
 
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