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Autore: scriveremibasta    07/07/2016    1 recensioni
Inuyasha e Kagome hanno avuto il loro "lieto fine"...ma cosa potrebbe accadere dopo? Siamo sicuri che sia finito tutto lì? O c'è dell'altro?
Per ora, unica certezza: la sfera, non sembra essere scomparsa così facilmente.
Tratto dal primo capitolo:
"L'uomo lo guardò con la coda dell'occhio, mentre i ricordi raffioravano nella sua mente: corpi senza vita, lacrime, grida, bambini che correvano, orde di demoni, i suoi genitori...tutto era impresso nella sua mente come fosse accaduto ieri...e, invece, erano passati più di dieci anni. Quando l'aveva vissuto, gli era sembrato tutto così reale...era stato solo un bambino a quel tempo...e la perdita dei genitori l'aveva scosso molto...ma, ancora di più, ciò che aveva visto l'aveva segnato fin nel profondo: occhi inniettati di sangue, una furia accecata dalla follia che aveva raso al suolo un intero villaggio; l'aveva guardato solo per pochi secondi ma non avrebbe mai potuto dimenticare quello sguardo, così rabbioso, ferito...disperato. La follia per un amore perduto."
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Kagome..." pensò, accarezzando la guancia diafana del corpo senza vita di sua moglie.
Erano passati dieci anni, dieci fottutissimi anni da quel dannatissimo giorno. Per tutto quel tempo, era stato a pensare ad un modo per riportare indietro la sua amata, scervellandosi e passando più e più volte la notte ad osservarne quel corpo freddo e morto.
Ancora non ci credeva, lei era...morta. E lui con lei. Con lei, che era la sua vita, la sua felicità, il suo cuore...che gli aveva donato tutto e l'aveva pian piano cambiato. Distruggendo quel suo guscio fatto di arroganza e strafottenza.
Lei, Kagome...la sua Kagome...era morta.
"No, lei non è morta" strinse i denti e contemporaneamente anche i pugni, facendone colare sangue dal palmo "La riporterò qui, a costo di distruggere il mondo!" si ripromise per poi chinarsi su di lei, baciandole le labbra fredde e violacee; che avevano perso tutto il loro calore e la loro morbidezza. Poi si alzò, si diresse verso l'uscita di quell'antro, rivolgendo un ultimo sguardo al corpo disteso su un piccolo altare e circondato da una pozza ghiacciata adibita a preservarne la conservazione e non ridurlo a un misero scheletro.
Kagome era sempre la stessa: anche da morta, con le rughe in faccia e i capelli bianchi aveva il volto rilassato e sereno, illuminato da luce propria.
Lei era la luce, com'era anche il suo cuore, la sua vita...
No, non avrebbe mai potuto abbandonarla.
"Tieni duro amore mio, sto venendo a salvarti" pensò e, convinto di ciò, uscì da quel posto.
-Urasue!- urlò, percorrendo a passo spedito le strade oscure della caverna, illuminata a tratti da piccole torce; la lunga coda argentea che si spostava ad ogni suo passo. Il suo cammino si interruppe non appena vide la donna davati a lui che, quando lo vide, si inchinò in segno di rispetto.
-Si, mio signore?- chiese, rivolgendo lo sguardo a terra e tendendo le orecchie per ascoltare al meglio.
-Hai tutto ciò che ti serve?- chiese l'altro, guardandola dall'alto in basso e, all'annuire di quella, un ghigno gli delineò le labbra facendone vedere i canini letali, mentre le pozze ambrate che costituivano i suoi occhi brillavano di cattiveria e geniale follia.
Ora, doveva solo trovare il pezzo mancante.

-Accidenti, che noia!- sbottò Keiichi, la testa poggiata sulla scrivania e il libro di chimica in una mano. Aveva i test domani, cavolo! Aveva i test e nella sua mente c'era solo il rimpianto di quella scelta. Era stato una settimana a pensarci, quella rompiscatole non si era più fatta vedere e il nonno non aveva più accennato a nulla...sarebbe dovuto andare tutto bene allora, tolto il fatto che la sua mente era occupata ventiquattr'ore su ventiquattro dalla stessa, identica cosa...e invece no, no cavolo, no! Non riusciva a concentrarsi e, lui e la chimica combattevano da anni, ma se fosse solo quello...
"Devo smetterla di pensarci, ho fatto la mia scelta no? E allora perchè diavolo ci sto così?"sbuffò, la verità era che lui non aveva mai voluto abbandonare quella gente...solo...l'aveva capito troppo tardi, ecco. E il suo orgoglio...kami santi il suo dannatissimo orgoglio...non dava spazio ad alcun senso di dispiacere e ripensamenti.
Alias...era bloccato. Terribilmente, bloccato.
"Secondo me dovresti solo tornare in quel luogo" gli aveva detto il suo amico Eiji, non appena gli aveva (con le dovute precauzioni) raccontato di quello che gli era successo. E, certo, se fosse stato così semplice...! Era ovvio, in fondo, per il suo amico, quello, era solo un sogno...mentre, per lui, solo la dura e semplice realtà.
-Aaaaah!- urlò, attirando l'attenzione di un piccione seduto sul davanzale della sua finestra spalancata -Non ne posso più!- si lasciò cadere sullo schienale della sedia, la testa all'indietro e gli occhi chiusi. Non solo faceva caldo visto che era giugno inoltrato...ma il suo abbigliamento non riusciva assolutamente a dargli conforto! Canotta e boxer...no, non andava proprio bene...ma, che altro si sarebbe potuto togliere? Sarebbe stato piuttosto problematico, senza quegli ultimi e leggeri strati di stoffa addosso.
Ecco, già pensare che fosse il caldo la causa della sua deconcentrazione andava bene...pur sapendo che no, non era affatto quella. E, magari lo foste stato...al caldo c'era una soluzione no? Mentre, al suo problema...beh, anche. Solo che non era quella che voleva lui.
-Succo...succo...- ripetè come un mantra, di fronte al frigo quasi vuoto. Ne aveva bisogno, ne andava della sua sopravvivenza e sanità mentale! Osservò il dentro di quello come un'assatanato, squadrando ogni pietanza e bibita che gli venisse sott'occhio: non voleva credere a quello che i suoi occhi gli stavano dicendo...cioè non poteva essere! "Are you fucking kidding me?" pensò, con la bocca spalancata come se fosse il protagonista del quadro "L'urlo di Munch". E, diamine, almeno lui ce l'aveva il succo!  Kami, quante volte aveva detto a suo padre di comprarlo? Quante volte gli aveva detto che, per lui, era come l'elisir della vita? Ed ora che si sarebbe bevuto?
Diamine, perchè gli andava tutto storto da una settimana a quella parte...
"D'evvessere un segno" pensò salendo le scale con un bicchiere di the in mano "Scometto che sono stati quei due uomini...com'è che si chiamavano? Ah si, Eizo e Arata" e, già li vedeva a compiere riti Voodoo con una di quelle bambole inquietanti...magari accompagnati da Kaori, si. Per non parlare poi di quel Daichi...non lo convinceva affatto!
-Ora basta coi riti, bisogna studiare- sussurrò, una volta giunto in camera e messo seduto alla sua scrivania. E, quanto rimpiangeva il fatto che l'ojiisan fosse dal medico per alcuni controlli...lui l'avrebbe aiutato senz'altro in chimica! Suo padre, invece, era bravo solo a fare i conti visto il suo lavoro di ragioniere in una delle aziende  più famose del giappone...gli era sempre piaciuto quel lavoro...e, dopo la morte della mamma, si era buttato e aveva fatto carriera più di quanto l'avesse fatta prima. E a Keiichi andava bene così, l'importante che suo padre era felice e rilassato. "Il nonno, invece, era pienamente convinto che papà dovesse fare il sacerdote per continuare la tradizione..." riflettè "Se ripenso a quello che mi ha raccontato, di come lui non fosse d'accordo..." ridacchiò, poi. La mamma, invece, faceva la violinista ed era quasi sempre in giro per lavoro...ma, quando tornava...beh, la sua felicità andava alle stelle.
"Mammina mia, quanto mi manchi" pensò, un sorriso dolce nelle labbra e i ricordi che si facevano strada nella sua mente.

-Kei-chan! Torna qui!-il piccolo adorava le giornate estive, sopratutto quando la mamma era a casa: poteva uscire e scorrazzare nel boschetto lì vicino, esplorandolo passo dopo passo con sua madre senza, però, oltrepassare quel "limite della coscienza" di cui lui e quella andavano tanto fieri.
 L'avevano scelto insieme, quel nome...qualche giorno dopo che il bimbo aveva capito cosa significasse "coscienza".

Perchè, si sa, quando un bambino scopre il significato di una parola, la utilizza spesso per far vedere a tutti quanto sia bravo e intelligente.

-Ah, per quanto mi manchi la mamma...la chimica resta sempre un problema- sibilò, guardando contrariato il libro della materia in questione e, diamine quanto voleva bruciarlo...
"Stare qui a guardare il libro non mi sembra un buon modo per avere un'ipotetica illuminazione" ironizzò accigliato "Anche perchè la chimica non mi entra proprio in mente...aspetterò il nonno" annuì, poi, gravemente. E, si, sapeva che non avrebbe fatto bene a studiare col nonno...e che poi non sarebbe riuscito ad ottenere un buon voto...ma, cavolo, se la chimica non gli entrava in testa! Non ci poteva fare niente, erano solo le quattro del pomeriggio e lui non aveva la forza di studiare...o di impegnarsi mentalmente. Quindi avrebbe fatto così.
E, magari, ora, si sarebbe potuto rilassare.
-Ci volevaaaa- si abbandonò contro la vasca da bagno zeppa d'acqua profumata. Che trovata eh? Adorava lasciare annegare tutti i pensieri nell'acqua della vasca da bagno, fin da piccolo aveva utilizzato questo metodo e, ancora oggi, continuava a farlo. Era rilassante, si...le gocce d'acqua che cadevano lentamente nella vasca da bagno, la luce del sole che rifletteva su di essa...il dolce canto degli uccelli e, to' guarda, c'era persino un bel piccione appollaiato sul dvanzale della finestra...il massimo del rilassament-NO, FERMI, COSA?!
-Ma allora è un vizio!- esclamò, prendendo una bacinella celeste da terra e tirandogliela addosso -Sei sempre qui a rompere, magari mi segui anche!- gli urlò, quando questo prese il volo. E, che diamine, non poteva mai stare in pace? Era come se la CIA gli avesse mandato degli stupidi piccioni a spiarlo, magari con un occhio robotico dov'era nascosta una telecamera...si, come i cyborg "O qualcosa del genere..."
-Kami, Kami...ma posso rilassarmi almeno una volta?- sospirò, rimettendosi seduto "Ora, magari, viene a rompermi pure quella rompiscatole..."
-Di chi parli?-
-Ma porca...!-

-Signore, ne siete sicuro?- l'uomo gettò un'occhiata alla vecchia dietro di lui, era poco più di un insetto in quello che avrebbe dovuto essere il suo grande piano...solo una misera pedina che avrebbe usato senza scrupolo alcuno. L'aveva trovata a vagare mezza morta dopo aver preso il corpo della sua Kagome; inutile dire che, subito, gli era balenata in testa un'idea. "Tsk, stupida vecchia, come diavolo hai fatto a non morire?" pensò, infastidito dal fatto che lei, stolta umana, non fosse morta e la sua Kagome  lo avesse abbandonato in poco tempo.
-Stolta vecchia, osi anche chiedermelo?- sibilò scrocchiando gli artigli e guardandola rabbioso, quella si ritirò subito, inchinandosi più e più volte e mormorando una litania simile a "Mi scusi signore, mi scusi tanto, non dubiterò mai più di voi".
Inuyasha le rivolse un ultimo sguardo sprezzante, poi si voltò verso il corpo della sua amata; che, presto, sarebbe rinato.

-Un piccione parlante?!- esclamò, osservando l'uccello appollaiato sul davanzale "Ed io che ero già pronto a tirare le peggio cose..." pensò, sospirando. E, cavolo, se avesse dovuto scegliere tra un piccione geneticamente modificato e una ragazza dalle orecchie da cane rozza...beh, il piccione sarebbe stato molto meglio! "Diamine, si!" Tornò ad osservare l'uccello, due occhi rossi ed uno non ben definito in cima alla fronte, tre strane e viscide code, artigli spropositatamente grossi...troppe radiazioni forse?
"E se fosse, tipo, un demone mandato per uccidermi?" e, okay che era intelligente e probabilmente bellissimo...ma non potevano togliere una meraviglia come lui dal mondo! Specie mentre si faceva la doccia!
-E, pure tu, di' qualcosa!- si rivolse, poi, al volatile. Quello girò la testa mormorando parole senza senso, di cui Keiichi capì solo una non ben definita "Sfera dei...quattro spiriti?"
-Eh?!- esclamò il moro. Sempre a quello pensavano loro! Mai una volta che, tipo, gli dicessero "Vuoi un the?"...no, no, sempre a quella diamine di sfera!
-Ho capito...- sussurrò, la testa bassa e una smorfia di arresa sul viso. Non c'era altro modo, quindi? Lui doveva per forza tornare in quel mondo? "Non c'è altra scelta, Keiichi...falla finita una volta per tutte"
Uscì dalla vasca, afferrando una tovaglia e legandosela in vita, poi si voltò verso il piccione che non aveva mai smesso di mormorare parole sconnesse e lo prese per la gola con estrema facilità (più di quanto se ne fosse aspettata, in effetti).
-Ora, tu ed io, andremo a pareggiare i conti- gli sibilò, dirigendosi verso la sua camera. Guardò l'orario, erano le cinque passate del pomeriggio, suo padre non sarebbe tornato prima delle nove mentre suo nonno..."Il nonno capirà di certo" pensò, inifilandosi velocemente una maglia pulita e le mutande. Stava per mettersi i pantaloni, quando, il piccione, prese a starnazzare e tirare il braccio di Keiichi. "È forte!" esclamò quello, in seria difficoltà, cercando di non far scappare il volatile; ma, quest'ultimo, si muoveva e cercava di volare o sfuggire alla presa del ragazzo, invano. E, ehi ehi, stava diventando sempre più grosso o era la sua immaginazione?
-Diamine- imprecò, lasciando andare la presa sui pantaloni che avrebbe voluto mettersi, la mano che prima teneva il bordo di quelli, si andò a posare sul corpo del volatile, ma era troppo tardi: vista la sua grandezza era ingestibile e, quindi, Keiichi, si ritrovò presto ferito dai grandi artigli; il piccione che gli volava di fronte e, qualche volta, starnazzava.
-Maledetto piccione del cavolo!- gli urlò, tirandogli il libro di chimica poggiato sulla scrivania che gli andò a colpire il muso di netto. E, bene, ora avrebbe avuto una perfetta scusa per il prof! (anche se dire "Non ho potuto studiare perchè il mio libro si è rotto mentre lo tiravo ad un piccione impazzito" non era proprio allettante...)
L'uccello, per tutta risposta di quella "librata", gli starnazzò contro per poi volare fuori dalla sua finestra; inutile dire che Keiichi lo seguì subito, fregandosene beatamente dei pantaloni.
Aprì l'hokora, luogo dove aveva visto volare quel non più ben definito piccione, ritrovandosi un'altra miriade di volatili ad aspettarlo. "Porco cacchio" esclamò mentalmente, chiudendosi immediatamente la porta scorrevole dietro le spalle; non poteva fare uscire quei cosi, in fondo!
Gli uccelli parevano non notarlo, giravano attorno al pozzo, creando un vortice mentre, quello più grande, li capitanava dall'alto osservandoli. "Ma hanno cervello questi cosi?" pensò il moro, facendo qualche passo avanti ed attirando l'attenzione di alcuni uccelli. Maledizione, non poteva permettere che dei demoni avessero a che fare col suo mondo... specie se ne venissero da un'altro! Doveva attirarli in qualche-
-Ma che diamine fate?!- esclamò, quando questi gli furono addosso. Ovunque si voltasse trovava qualche volatile a beccarlo o a starnazzargli contro, cosa cavolo avrebbe dovuto fare?!
Fu trascinato da quel vortice per qualche metro, finchè non si sentì mancare la terra sotto i piedi; in quel momento capì:
"Ci sto ritonando!"

-Baka che non sei altro, vuoi stare attenta?!- Keiichi quasi non rischiò di perdere la testa. Dannazione che brusca ragazza che era quella lì! Ma dov'erano finite le bellezze dolci e timide che pensano sempre agli altri?
-Ehi, ragazzino, vuoi levarti dai piedi?!- gli urlò l'oggetto dei suoi pensieri. Ad ogni modo, ora, non era certo il momento di stare a pensare a quelle cose, ne andava della sua vita (e della sua testa); non poteva morire così giovane in fondo.
-Scusa tanto se ti sono d'intralcio! Peccato che quei cosi mi seguano!- le urlò per tutta risposta lui, osservando la ragazza ucciderne uno ad uno a colpi di artigli. Quando era uscito dal pozzo, seguito da quella miriade di piccioni, fortunatamente (o forse sfortunatamente) aveva trovato Kaori durante il suo cammino e, ora, stava combattendo contro quei cosi.
-La smetti di urlare?! Guarda che ci sento benissimo, io!- fece quella, muovendo nervosamente le orecchiette. Keiichi stette impalato a guardarle per un bel pò, finchè l'altra non gli fu addosso e lo intrappolò sotto il suo peso. Un'orda di uccelli, poi, gli passò sopra.
-Maledizione, ma quanti sono?!- sbottò Kaori, rialzandosi e guardandoli uno ad uno. Erano molto più grossi nell'altro mondo, si accorse Keiichi e, forse, anche più docili.
-Ehi, aspetta- la chiamò il moro, rialzandosi anche lui e avvicinandolesi -Non è possibile che ci sia qualcuno che li comandi?- le chiese, osservando attentamente gli uccellacci. L'altra lo guardò stupita, poi annuì, rivolgendo lo sguardo verso i volatili.
-Se fosse così, allora dovremmo scovarlo- fece, sorridendo furba. L'altro la guardò per un attimo, accorgendosi di come gli occhi color ambra le brillassero di luce propria.
"È più carina quando non ha quell'aria schiva intorno a lei..." riflettè, arrossendo un po'.
E, no no, aspetta...che?! Non aveva, forse, eliminato il pensiero "carina" dalla sua mente?
Ecco, e allora cancellava tutto quello che aveva pensato.
-Kaori!- fece una terza voce che lui aveva imparato a conoscere.
-Daichi, che ci fai qui?- si sorprese la sopracitata, rivolgendo lo sguardo verso il sacerdote. Quello si fermò, seguito da altri due uomini.
-Ho sentito l'aura demoniaca di questi uccelli, seppur debole e...oh, c'è anche il ragazzo- Keiichi si sentì presto osservato e, l'unica cosa che gli venne da fare, fu sorridere nervosamente. Ancora una volta, si era ritrovato nella situazione del terzo incomodo.
-Cosa più importante, Daichi, il ragazzino pensa che qualcuno li comandi...senti qualche aura demoniaca da qualche parte?- si fece avanti la mezzo-demone, afferando per un braccio il giovane uomo e guardandolo dritto negli occhi. L'altro fece no con la testa.
-Purtroppo non sento nulla...ma se il ragazzo ha ragione allora non dev'essere molto lontana: vista la forza minima di questi uccellacci, è piuttosto debole come demone...quindi non può controllarli a lunga distanza- riflettè, poi.
Kaori annuì -Bene- esordì, rivolgendo lo sguardo verso i demoni -Allora a questi ci penso io, tu cerca il demone che li controlla- fece, poi, pronta ad attaccare.
Il sacerdote annuì -Uomini!- chiamò -Aiuatela- ordinò facendo cenno con la testa, poi, quando questi concordarono, si diresse verso il bosco.
-Aspetta- lo fermò, ancora, l'altra -Portati anche lui- fece, indicando Keiichi -Qui è solo d'intralcio- finì, poi.
Il moro si indicò con un dito, mormorando un "Io?" incerto. Poi, si sentì trascinare dal sacerdote; scoprendo che, ancora una volta, non avevano sentito il suo parere.
"Quella Kaori...!"

Keiichi scansò l'ennesimo ramo di un albero, cercando di non perdere di vista il sacerdote
 -Ehi- chiamò e, quando questo si girò parzialmente per ascoltarlo, continuò -Perchè quei cosi erano nel mio mondo?- chiese, accellerando il passo. L'altro riportò lo sguardo in avanti, come se non avesse ascoltato; cosa che, a Keiichi, diede parecchio fastidio. E, okay che era praticamente un "novellino" di quell'epoca...ma, trattarlo come se fosse meno di un oggetto, lo faceva imbestialire. "E che cavolo!" pensò, guardando il giovane uomo con astio; poi, quello lì, fino ad ora, l'aveva trattato come se fosse un insetto! Come cavolo faceva ad essere un sacerdote?
-Può darsi che il nemico sia proprio nel tuo mondo...- riflettè, ad un certo punto, Daichi, fermandosi. Keiichi quasi non gli venne addosso, anzi, lo fece, finendo per cadere rovinosamente a terra.
-Itai!- esclamò, seduto sul terreno. Non gliene capitava una giusta, oggi!
-Ehi, ehi!- lo chiamò il sacerdote -Sai per caso dove si trova il pozzo?- chiese, poi, frettolosamente. Il moro lo guardò senza capire.
-S-si?- fece, con sguardo perplesso.
Ma cosa passava per la mente di quelli là?
-Eccolo lì!- urlò il giovane uomo, correndo verso una figura volante con dei volatili attorno.  Non appena quella li notò, mandò uno di quelli ad attacarli; invano. Daichi li aveva, infatti, inceneriti con degli amuleti.
"E quelli da dove li ha tirati fuori?" pensò Keiichi, sempre più perplesso e stranito.
-Maledetti, avete ucciso le mie creature!- urlò la figura, con una voce incredibilmente regale e raffinata, seppur maschile. Il ragazzo rivolse lo sguardo in alto, notando solo ora come, quello che avevano d'innanzi, non eguagliava per niente la figura che lui si era immaginato:
Lunghi capelli grigi legati in una coda, volto ovale e principesco, occhi color ghiaccio e veste candida dalle rifiniture celesti...e lui che si era immaginato una specie di orco vestito di stracci...quell'uomo che aveva davanti era tutto tranne un orco...assomigliava più agli uccelli che comandava, effettivamente...
-Chi diamine sei tu?- chiese Daichi, all'uomo. E, quello per tutta risposta, mandò altri uccelli contro i due. E, cavolo, se diceva che spuntavano come funghi...spuntavano davvero come funghi! Li tirava fuori dal nulla, quei volatili, si formavano nel cielo avvolti da fiamme cremisi per poi starnazzare e dirigersi a tutta velocità verso di loro. Il loro volo veniva, però, interrotto dagli amuleti di Daichi, lanciati in modo veloce e preciso verso di essi; un qualcosa di cui il ragazzo dietro di lui si stupiva ogni volta.
-Facendo così non ci sbrigheremo mai!- sibilò il sacerdote, all'ennesimo duo di amuleti lanciati -Oltretutto quello lì non pare muoversi particolarmente dal suo posto...forse posso riuscire a...- riflettè, sussurando ed osservando l'ambiente intorno a lui; poi si rivolse verso Keiichi -Ragazzo!- lo chiamò, lanciandogli qualche amuleto che venne preso al volo da quello
-Devi aiutarmi!- fece, soltanto. E, senza attendere risposta, scattò alle spalle dell'uomo.
Dal canto suo, il ragazzo, non seppe proprio che fare, solo un pensiero gli ronzava in testa: non doveva morire. E, forse guidato dalla forza di quest'ultimo, riuscì a lanciare gli amuleti dategli dal sacerdote. Tutto sommato gli andò bene:
I pezzetti di carta coperti d'inchiostro andarono a posarsi nelle teste degli uccelli, incenerendoli instantaneamente e salvando Keiichi.
O forse no?
"Maledizione ne arrivano altri!" imprecò, nel vedere un'orda di volatili raggiungerlo velocemente. Erano veloci diamine! Dov'era finita la sua dote da corridore di quando era letteralmente scappato da quello che gli aveva detto il sacerdote?!  E, si okay, o il cecchino o il corridore...ma...almeno un piccolo sprint? Le sue gambe non si muovevano, diamine, era bloccato! Sarebbe morto? A quell'età, sarebbe morto?!
"No, no, no!"
-Sta' attento, diamine!- successe tutto in un attimo, come spesso era già capitato: gli uccellacci cercarono di andargli addosso ma una saetta sgargiante interruppe prontanamente il loro allegro volo, uccedidendoli con una semplice artigliata; inutile dire che, quella "saetta sgargiante" fosse Kaori. La stessa che, una volta atterrata non si preoccupò minimamente di come stesse Keiichi ma si precipitò subito verso il sacerdote che, una volta sconfitto velocemente il non ben definito demone con un colpo della sua kusarigama, si ritrovò schiaffeggiato dalla ragazza.
-Ma sei idiota?! Volevi farlo morire o cosa?- gli urlò quella, a canini scoperti. Il moro l'osservò sorpreso, lei lo stava...proteggendo? Si era preoccupata per lui?
"Accidenti Keiichi, cos'è quella faccia da ebete? Riprenditi, diamine!" ma era così inspiegabilmente contento! Il suo cuore aveva iniziato a battere furiosamente, mentre le labbra si erano increspate in un sorriso da ebete. Completamente da ebete.
Come già aveva detto prima. E, dannazione, che diamine di effetto le faceva quella lì?! Come poteva essere contento per cose così?!
-Stai bene, ragazzino?- gli chiese l'oggetto dei suoi pensieri, guardandolo leggermente preoccupata. E, era così bello il cielo pomeridiano, davvero...perchè avrebbe dovuto distogliere lo sguardo dalle piccole nuvolette illuminate dalla calda luce del sole e puntarlo sui graziosissimi occhi di Kaori? Insomma, era uno spreco, no?
Okay no.
-Credo di si...- mormorò, puntando lo sguardo in quello della ragazza. E, cavolo cavolo, com'erano belli quegli occhi! Sarebbe stato a guardarli per ore ed ore, magari seguendo anche il profilo degli zigomi, scendere sulle guance ed andare a finire sulle labbra...si.
NO, cioè, NO, ASSOLUTAMENTE NO.
-Bene- fece soltanto quella, scoccandogli un'altra occhiata. Poi si diresse verso il sacerdote, che ancora si massaggiava la guancia.
-Insomma, Kaori...- borbottò, con il volto triste -L'avrei ucciso subito e quegli uccelli sarebbero spariti...e poi, come puoi non essere preoccupata per me?!- la ribbeccò, scoccandole un'occhiata. Quella arrossì vistosamente, coprendosi la bocca con un braccio e guardandolo male.
-B-beh...- tergiversò. E, la verità, era che non lo sapeva nemmeno lei. Insomma, se fosse morto quel ragazzino non le sarebbe importato poi molto, ma, in quel momento, non appena l'aveva visto in quel modo...beh...non era stata più padrona delle sue azioni. E se l'era presa anche con Daichi, cavolo! Insomma, che cosa le era accaduto? E perchè era stata così sollevata di vederlo sano e salvo? Bah, non ci capiva nulla! Il suo cervello non voleva proprio ragionarci su! Era come se fosse andato in tilt...
Sopratutto, dopo che aveva visto quegli occhi così inspiegabilmente blu fissarla confusi.

-Ragazzo, mi dispiace molto per il rischio che ti ho fatto correre- Keiichi osservò il sacerdote dall'alto della sua posizione all'inchino che gli aveva fatto quest'ultimo. E, dopo un breve "Si figuri", ritornò a sorseggiare la sua zuppa. Dopo il combattimento, l'uomo aveva insistito perchè il ragazzo li seguisse nella sua capanna ed ora eccoli lì.
-Comunque potete chiamarmi Keiichi- si rivolse ad un Daichi sorpreso e ad una Kaori sdraiata per terra con un braccio a coprirle gli occhi. Ma, la sua affermazione, era sopratutto per quest'ultima: non gli stava proprio a genio che lo chiamasse ragazzino, proprio no; e, se non avesse capito grazie al movimento delle dolci orecchiette che lei avesse sentito, lo avrebbe ripetuto altre centinaia di volte.
Tanto per essere sicuri, eh.
-Capisco, Keiichi- annuì il sacerdote, rivolgendogli un sorriso -Ritornando alla domanda che mi avevi fatto nel bosco, beh...c'è un motivo per cui quegli uccelli sono riusciti ad oltrepassare- esordì, posando la ciotola vuota sul pavimento in legno -Probabilmente avevano in corpo una parte dell'essenza della Divina Kagome, che, di sicuro, proviene dalla sfera dei quattro spiriti- continuò e a quella affermazione, le orecchie della mezzo-demone scattarono. Keiichi, invece, ebbe un sussulto.
-Ma...Kagome-san non era...morta?- chiese, titubante e, all'annuire del sacerdote, la sua espressione divenne un punto interrogativo.
-È proprio così- confermò Daichi -Ma, come ben sai, Inuyasha ha in mente di riportarla in vita e l'ha anche rapita- disse, poi.
-E quindi? Se è morta non dovrebbe...- provò a dire Keiichi ma venne interrotto dalla domanda dell'altro:
-Sai chi è il vero proprietario della sfera, no?- il moro annuì -Bene- annuì anche il giovane uomo -Vedi, se la sfera e il vero proprietario vengono in contatto, per un attimo si forma una potente luce abbagliante e purificatrice che da vita a delle particelle che possono essere trasferite nel corpo dei demoni, esse hanno quasi lo stesso potere della sfera stessa. La luce abbagliante e purificatrice appare perchè il vero proprietario non la usa per scopi personali e non fa, quindi, in modo di macchiarla...Ma non è il nostro caso- guardò intensamente il moro -Ecco, tu, che hai la Shiko no Tama in corpo, sei parecchio lontano dalla vera proprietaria, Kagome. E, quindi, non c'è alcuna particella che si può creare dal vostro contatto. Qualcuno, però, fa in modo che, nonostante siano lontane, le due entità, entrino in contatto, in modo da generare le particelle da importare nei demoni...e, quel qualcuno, è Inuyasha-
-Capisco...- riflettè Keiichi. E, ora capiva perchè quegli strani (stranissimi) piccioni erano nel suo mondo...cioè, forse solo chi ha una parte della sfera può attraversare il pozzo...ma questo, allora, non spiegava come Kaori fosse riuscita ad attraversarlo... -E, sai per caso se altri demoni possano attraversarlo?- chiese, accorgendosi solo ora della gravità della situazione. L'altro annuì.
-In ogni situazione, se hanno una parte di sfera con loro- confermò -Ed è per questo che voglio richiedere il tuo aiuto...fermiamo Inuyasha e poi tutti alle nostre vite...ti sta bene?-
gli chiese, di seguito. Keiichi guardò la mano che gli era stata porsa, titubante.
"Fermiamo Inuyasha e poi tutti alle nostre vite" era un buon compromesso, certo...ma in che modo sarebbe stato d'aiuto? Lui non sapeva nulla di quel mondo...e avanti, onestamente parlando, non avrebbe retto nemmeno un minuto in campo! Qualcosa però lo obbligò ad accettare: ne andava della pace del suo mondo, in fondo!
-Accetto- fece, stringendo la mano di Daichi.
E, forse, fu proprio da lì e non prima, che tutto cambiò.

-Avete un piano, mio signore?- Urasue, tutta ingobbita, parlò con voce stanca.
-Che domande, certo che ce l'ho- fece Inuyasha, con un ghigno, osservando il corpo dell'amata "Keiichi...sarà molto interessante testare la mia So'unga su di te"

"Ma...aspetta! Io ho ancora i boxer!"
-Ma porca...!-

Angolino piccino picciò 3- ma c'è bisogno di mettere i numeri? <3
Helloooo :DDD dopo un po' di tempo dall'ultimo aggiornamento eccomi di nuovo qui. Chiedo venia ma questo cap non mi veniva proprio in mente e tra un uscita ed un'altra non avevo proprio idee. Alla fine, però, ce l'ho fatta e spero che il risultato vi sia piaciuto.
Mi scuso anche per eventuali errori.
Quindi, che dire? Finalmente Inu si fa vedere e Keiichi, tra un flashback e l'altro, prende finalmente la sua decisione :D Kaori e Daichi...quale mai sarà il loro rapporto?
Beh, credo si capisca xDD ma non bisogna mai dare nulla per scontato U.U
La parte della sfera si capisce? La battaglia è troppo frettolosa? Fatemelo sapere.
Per quanto riguarda il vocabolario, "Chan" si usa per chiamare una persona che si conosce molto bene, viene usata spesso in famiglia ed è come un'abbreviazione o un nomignolo. Nel cap, infatti, la madre abbrevia "Keiichi" in "Kei" e poi ci aggiunge il suffisso. Facile no?
Poi, la Kusarigama usata da Daichi è praticamente l'arma di Kohaku, che tiene legata dietro la schiena grazie alla catenella che la compone. Scusate se non l'ho specificato.
L'espressione "Are you fucking kidding me?" usata da Keiichi, significa "Mi stai prendendo per il culo?" e, secondo me, ci stava molto. "Itai", invece, è il nostro "ahi".
Un'altra cosa, questi "Kami" che sentite sempre uscire dalla mente o dalla bocca di Keiichi sarebbero gli Dei giapponesi.

Infine, "Shiko no Tama" sarebbe il nome giapponese della sfera dei quattro spiriti.
Altro? Ah, Urasue...perchè ho scelto lei? Lo scoprirete in seguito. E, comunque, la cosa che lei è rimasta in vita...prendetela come una "romanzata", visto che lei è una specie di sacerdotessa nera che riporta in vita i morti, beh, avrà trovato un modo per rimanere in vita anche lei, sicuramente ;) Perchè viene trovata mezza morta da Inuyasha? Beh, è pur sempre una vecchia sacerdotessa nera preda di qualche demone che, di sicuro, la vuole come schiava...non ha mica vita facile, lei U.U
I piccioni, poi, parlavano perchè venivano comandati dall'uomo che, oltre a poterli controllare, li faceva anche parlare. Semplice.
Più che una semplice fanfiction medievale questa cosa sembra un'anime sci-fi con tecnologie avanzatissime e robottoni spara laser xDDD ma non fateci caso.
(ogni riferimento a fatti, personaggi ed anime realmente esistenti è puramente casuale)
Per l'altra mia storia, non temete, aggiornerò anche quella e penso che fare una volta una e una volta l'altra possa andare bene. Quindi state calmi che a poco a poco si fa tutto :33
Al prossimo aggiornamento :D
Bye bye <33
   
 
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