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Autore: Alice95_    08/07/2016    2 recensioni
Una giovane Kate Beckett alla ricerca di una notte da dimenticare, si trova davanti a una persona che invece si ricorderà per il resto della vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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“Casa Castle”. Un’allegra voce femminile rispose al telefono prendendo Kate alla sprovvista. Non aveva considerato che un’altra persona oltre Castle potesse rispondere al telefono.

“Pronto?”, chiese quella voce leggermente irritata dal silenzio all’altro capo della linea.

Kate non riusciva a dire qualcosa, una valanga di pensieri fluttuavano nella sua testa. Le aveva chiesto di chiamarlo, giusto?  Quindi a lui andava bene. E perché a lei importava se si fosse messo nei guai con una delle sue fidanzate o come le chiamava lui? Non c’erano ancora parole che fuoriuscivano dalla sua bocca. Sentì qualcuno borbottare in sottofondo, una domanda che non riuscì a capire e poi il volume della televisione abbassato.

“Si ciao, uhm sono Kate Beckett. Posso parlare con Richard Castle?”.

Questa volta era lei che aveva ottenuto silenzio e si chiese di nuovo chi fosse la donna dall’altra parte. Ma cosa doveva importare a lei? Sentì qualcosa come qualcuno che si era alzato prima che la donna potesse chiedere di aspettare un attimo. Il suo tono era cordiale, anche un po' emozionato. Forse non era una delle sue amiche.

Rick guardò sua madre con sguardo interrogativo quando lei si alzò e coprì il telefono con una mano dopo aver detto di attendere un momento.

“E’ lei”, sussurrò Martha, facendo quasi saltare Rick dal divano, come fosse stato colpito da un fulmine.

“Cosa faccio?”, la sua voce era diventata stridula dal panico.

Sua madre alzò gli occhi al cielo, “Parla con la ragazza”. Spinse il telefono nel suo petto e lui lo prese con mani riluttanti. Aveva sperato a lungo per una sua chiamata nel corso degli ultimi giorni e adesso non aveva idea di cosa dire.

Kate nel frattempo si chiese perché ci volesse tutto quel tempo, contemplando pure se riagganciare o meno quando all’improvviso sentì la sua voce.

“Pronto, Kate?”, chiese nervoso mentre si incamminò verso il suo ufficio chiudendo la porta dietro di sé dopo un cenno incoraggiante da parte di sua madre.

“Si”, rispose brevemente e nessuno dei due disse più niente per quella che sembrava un’eternità.

“Sono così contento che hai chiamato”, disse finalmente, affondando nella poltrona dietro la scrivania.

“Beh non è che mi hai lasciato molta scelta”, rispose seccamente, tormentando il cuscino che stava stringendo al suo stomaco, rannicchiandosi in un angolo del divano.

Lo sentì prendere un respiro profondo, “Ascolta Kate, mi dispiace. Mi dispiace per quello che ho detto l’altro giorno. Ti prego credimi, non volevo”.

 Lasciò la sua risposta in sospeso, aspettando che lui continuasse a parlare.

“Okay, okay”, prese un altro respiro profondo mentre la sentì armeggiare con qualcosa, prima di continuare con voce tremante, “Ho capito. Non ti fidi di me e non hai motivo per farlo”, un’altra pausa e sempre più respiri pesanti. “Tu non mi conosci ma ti giuro che l’uomo di tre giorni fa non sono io. Non so cosa mi era preso. Tutto quello che voglio è una possibilità. Farò tutto quello che vuoi. Voglio solo avere la possibilità di conoscerla. Voglio solo conoscere mia figlia”.

Aspettò che lei dicesse qualcosa e quando non sentì niente la pregò, “Kate, perfavore. Dammi una possibilità”.

La sentì schiarirsi la gola prima di decidersi a parlare, “Non voglio affrontare l’argomento per telefono. Il mio turno domani finisce alle sei, c’è un ristorante di fronte al mio distretto. Remy’s. Ci possiamo incontrare lì?”.

Lui annuì energicamente, poi si rese conto che non poteva vederlo e disse frettolosamente, “Certo, certo ci sarò. Da Remy’s domani alle sei”. Ripeté le sue istruzioni, scarabocchiando tutto su un pezzo di carta per sicurezza.

“Va bene, buonanotte”, disse Kate frettolosamente. Stava già abbassando il telefono per terminare la chiamata quando lo sentì dire, “A domani”.

 

————————————————-

 

“Quindi?”, Martha alzò gli occhi in attesa che suo figlio tornasse nel soggiorno, con sguardo diffidente. 

“Mi incontrerà domani, dopo il suo turno”. Balbettò incredulo.

“Oh tesoro è meraviglioso, non è vero?”, Martha sorrise, ma poteva vedere l’esitazione sul volto di suo figlio. “Cosa c’è che non va?”.

“Beh in realtà non ha accettato ancora niente”, si strinse nelle spalle. Non voleva perdere le speranza, l’aveva già fatto una volta ed era stato un disastro.

“Richard, sicuramente non ti avrebbe chiesto di incontrarla se non fosse disponibile ad ascoltarti e a darti una possibilità”. Martha si spostò verso di lui sul divano, accarezzandogli il ginocchio.

“Mi ha detto che non le ho lasciato molta scelta”.

“Beh”, Martha sollevò leggermente le spalle, “Non ha tutti i torti”.

La guardò, affondando ulteriormente nel divano, “Che bello, grazie. Che aiuto”.

“Ascolta”, raggiunse la sua mano dandogli un’affettuosa stretta, “Non sto dicendo che lei ha pienamente ragione e tu completamente torto. Hai tutto il diritto di incontrare tua figlia. Non so perché lei ha reagito in quel modo e non so cosa le è successo in passato. Qualunque siano le sue ragioni, giuste o meno, ora è così. Dovete imparare a fidarvi entrambi dell’altro. Ma,”, alzò un dito, “E’ un inizio. Hai un piede dentro la porta e questo è quello su cui ti devi concentrare. Parti da qui. Guarda cosa avrà da dirti domani, forse ti sorprenderà, chi lo sa. Per il resto ci sarà da lavorare, duramente. Ma entrambi sappiamo che ne varrà la pena”.

“Giusto”, sospirò, “Grazie”, le offrì un mezzo sorriso prima di alzarsi. “Vado,”, indicò la sua camera da letto.

“Si”, Martha annuì, sorridendo calorosamente a suo figlio. “Notte ragazzo. Prendo una camera degli ospiti se non ti dispiace”.

La risposta non era necessaria. Prendendo i bicchieri di vino e mettendoli nel lavandino, Martha salì le scale pronta per andare a letto.

 

————————————————————

 

Ancora una volta seduta sul suo davanzale, Kate guardava la notte con il bicchiere di vino non finito stretto al petto. Beveva raramente del vino o qualsiasi altra bevanda alcolica, ma stasera doveva calmare i nervi prima di chiamarlo. 

Doveva ammettere che la chiamata era andata meglio di quanto si aspettasse. Era sempre sospettosa, ma le sue scuse suonavano sincere e quello aveva smosso qualcosa in lei. Il ricordo della notte che avevano passato insieme e il ricordo di cosa aveva visto nei suoi occhi, quella sera.

Kate sapeva in qualche parte dentro di lei che lui non era l’unico colpevole qui, solo che non era ancora pronta per ammetterlo.

C’erano stati una serie di motivi per cui non gli aveva mai parlato di Jamie. E il suo sfogo e le sue minacce l’avevano riportata alla sua più grande paura che aveva già avuto in passato. Sia due anni fa che ora aveva paura, paura che lui potesse portarle via Jamie.

Quando era distesa in quella sterile stanza d’ospedale, spaventata e sola, Jamie era l’unica cosa che le era rimasta, la sua unica famiglia. Un piccolo fagotto gioioso che le sorrideva come se la sua mamma avesse tutte le risposte, quando in realtà Kate non era mai stata così spaventata in vita sua.

Jamie è stata l’unica ragione che l’ha fatta andare avanti in quel periodo, il pensiero di perderla era impensabile, insopportabile. Mai nella sua vita aveva pensato di potersi sentire in quel modo. Anche se aveva appena tagliato tutti i rapporti con suo padre, il suo cuore stava esplodendo dall’amore che provava per quella piccola bambina tra le sue braccia. Da quel momento capì che non avrebbe mai mollato, mai.

Prendendo un respiro profondo e scendendo dal davanzale della finestra, andò in cucina e versò i resti del vino rosso nel lavandino, prima di  mettere il bicchiere da parte e incamminarsi verso la sua camera.

Ancora non capiva perché lui volesse essere coinvolto nelle loro vite, da quello che aveva capito dai tabloid era un playboy. Stava in giro per la città molti weekend ad intrattenere donne, era il protagonista di ogni party ed aveva infinite brevi relazioni. Non proprio un padre modello se la si guardava da quella prospettiva. Ma era anche un padre single e anche se non aveva mai visto una foto di lui insieme alla figlia, le piaceva pensare che fosse perché lui la teneva fuori dai media e non perché non trascorresse del tempo insieme a lei.

In fin dei conti lei non lo conosceva.

E non importava da quale angolazione la guardasse, doveva accettare che la sola giusta decisione per lei era dargli una possibilità, doveva affrontare il rischio che aveva cercato di evitare in questi anni. Probabilmente non era pronta ad ammettere che glielo doveva o almeno che lo doveva a sua figlia. Jamie meritava questa possibilità. Doveva accettarlo. Doveva solo fare in modo che la sua bambina non avrebbe sofferto lungo la strada.

Quindi faceva meglio ad essere preparata per l’incontro di domani, doveva decidere un piano su come agire d’ora in poi. Se poteva fidarsi delle sue parole, lui avrebbe seguito le sue direttive, accettando tutto quello che gli avrebbe offerto. Ora era meglio capire cosa volesse lei.

   
 
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