Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Layla_93    08/07/2016    5 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
[...] Si rigirò nel letto, infastidito.
Chi diavolo si metteva a bussare alla porta alle… Alle…
Allungò un braccio verso il comodino, recuperando la sveglia.
“Cristo Santo, sono solo le 6:30 del mattino!”
“John, ti sei svegliato finalmente.”
“Finalmente?” Chiese, spalancando la porta e ritrovandosi davanti al suo coinquilino.
“Ti rendi conto di quanto presto sia?!”
“Abbiamo un caso.” Fu la risposta che ricevette in cambio.
“Quando mai non ne abbiamo uno.” Mugugnò, tornando a buttarsi sul letto.
“Sembra piuttosto interessante. Vuoi venire?”
“Dammi cinque minuti...” [...]
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Non voglio più vedere un dottore per il resto del mese." Gorgogliò non appena varcò la soglia del 221B.
"Vorrei ricordarti che tu stesso sei un dottore." Commentò leggero Sherlock, seguendolo all'interno dell'appartamento.
"Vorrà dire che mi terrò lontano dagli specchi." Replicò, ridacchiando appena.
Il viso del detective si contrasse in una smorfia divertita.
"Che ne dici se preparo qualcosa?" Chiese, dirigendosi verso la cucina, ma i suoi passi si fermarono a poca distanza da essa.
Le schegge di un bicchiere erano sparse tra l'ingresso della cucina ed il salotto, contornate da una piccola chiazza umida.
"Cosa è successo?" Chiese confuso, lanciando un'occhiata al detective.
"Mi è scivolato di mano." Rispose semplicemente, raggiungendolo lentamente.
Osservò silenzioso mentre Sherlock raccoglieva cautamente i pezzi di vetro, per poi buttarli nel secchio.
"Sherlock." Provò ancora.
"Cosa è successo?"
"Credo di aver già risposto a questa domanda." Replicò rigido, sistemandosi i pantaloni leggermente spiegazzati.
"Ed io deduco che non mi hai detto tutto." Replicò secco, puntando lo sguardo deciso sul detective.
"Da quando riesci a dedurre qualcosa?" Chiese aspro l'altro, sostenendo caparbiamente lo sguardo.
"In generale? Raramente. Con te? Sempre, ormai." Rispose cauto, quasi incerto.
Le sue parole rimasero sospese nel silenzio che le seguì, interrotto da una breve ed improvvisa risata del detective.
"Cosa?" Chiese il dottore con espressione confusa.
"Niente, solo..." Iniziò l'altro, interrompendosi subito.
Una scintilla di esitante paura attraversò il suo volto.
"Non credo sia una conversazione che nessuno di noi due è veramente pronto ad affrontare." Disse infine, allontanandosi un po' dal lui.
"Di che stai parlando? È solo un bicchiere." Obiettò, confuso.
Il detective scosse lentamente la testa.
"Come sempre ti focalizzi sulla cosa in sé e non su cosa suggerisce." Borbottò, avvicinandosi al caminetto.
"Come credi che si riuscito a trovarti dopo che Auster ti ha preso?" Chiese esitante, mantenendo lo sguardo fisso sulla parete.
Il dottore seguì la traiettoria del suo sguardo, incontrando il pannello degli indizi ormai vuoto.
"Ha lasciato un'immagine..." Esalò piano.
Il detective annuì lentamente.
"Sono tornato a casa dopo aver finito a Scotland Yard." Iniziò, girandosi nuovamente verso di lui.
"Ti stavo parlando mentre prendevo un bicchiere d'acqua."
"E sei venuto in salotto quando non mi hai sentito rispondere. Con il bicchiere ancora in mano." Concluse in un sussurro.
Il detective si limitò ad annuire.
Un silenzio opprimente cadde tra i due, interrotto dai tenui rumori del traffico attutiti dalla finestra chiusa.
"Io non..." Iniziò il dottore, ma dovette interrompersi subito per schiarire la gola chiusa da un fastidioso nodo.
"Non ti ho ringraziato per essere venuto in mio aiuto." Disse piano, adocchiando le spalle del detective.
"Quindi... Grazie."
"John." Sospirò Sherlock, girandosi verso di lui.
"Non ce n'è bisogno. Non dopo quello che hai detto all'ospedale."
"Quello che...." Mormorò confuso il dottore, ma si interruppe bruscamente quando la conversazione gli tornò in mente.
Gli occhi del detective vagarono per qualche istante sulla sua figura, concentrandosi sui muscoli rigidi delle spalle e la linea tesa delle labbra.
"Come ho detto, non è qualcosa che siamo veramente pronti ad affrontare." Disse piano, avvicinandosi lentamente alla libreria.
"Di cosa stai parlando, Sherlock?" Chiese incerto il dottore dopo qualche attimo di silenziosa riflessione.
"Non fare lo stupido, John. Non ti si addice." Lo ammonì duro il moro, lanciandogli un'occhiata affilata da sopra una spalla.
"Giusto..." Mormorò, spostando lo sguardo su un punto imprecisato del pavimento.
"Non c'è molto di cui parlare." Aggiunse poi a voce un po' più alta, spostando lo sguardo sul volto del detective.
Un sopracciglio di Sherlock si arcuò verso l'alto, esprimendo meglio delle parole la sua incredulità.
"Ci siamo baciati." Constatò asciutto.
"Tu mi hai baciato." Protestò con tono tremulo.
"Non ricordo di essere stato respinto."
Le spalle del dottore si irrigidirono impercettibilmente.
"Ho sbattuto la testa, probabilmente ero confuso." Provò a ribattere, spostando nuovamente lo sguardo verso il pavimento.
"Una settimana fa e non abbastanza forte da causarti problemi fino ad oggi." Rispose a tono il detective, assottigliando lo sguardo.
Il dottore sospirò sconfitto, dondolando sul posto.
"Dove vuoi arrivare, Sherlock?" Chiese lentamente, ignorando il battito improvvisamente accelerato del cuore.
"Da nessuna parte. Ti ho detto ben due volte, tre con questa, che non è il momento adatto per parlarne. Non per te, quantomeno."
Gli occhi del dottore si spalancarono impercettibilmente, sorpresi dalla risposta del detective.
"Tu vuoi parlarne." Soffiò tra le labbra, adocchiando la figura del moro.
"È così strano?" Chiese con finta calma, cercando di non fissare lo sguardo su di lui.
"Io non... Tu..." Balbettò confuso, passandosi una mano tra i capelli.
"Da quando vuoi parlare di sentimenti, Sherlock?" Chiese in un soffio.
"Da quando ho imparato a conoscerli." Rispose pacato il detective.
"Da quando ho incontrato te."
Un respiro tremulo abbandonò le labbra del dottore.
"Pensavo tu considerassi i sentimenti un difetto chimico. Che fossi sposato con il tuo lavoro." Si ritrovò ad obiettare, attirando lo sguardo attento del detective su di sé.
"Tu sei parte del mio lavoro." Rispose serio, osservandolo dritto in volto.
Quello sguardo lo fece sentire a disagio per l'intensità con cui si concentrava su di lui, come se fosse la prova chiave di un caso particolarmente difficile.
Spostò il peso da un piede ad un altro, sospirando pesantemente.
"Sherlock, cosa..." Iniziò incerto, spostando lo sguardo imbarazzato.
"Non capisco dove dovrebbe portarci questa conversazione." Esalò con tono incerto.
"A discutere per una nostra relazione, credo." Rispose pensieroso, il tono rigidamente contenuto.
Gli occhi del dottore si spalancarono e, con un rigido passo, retrocesse verso la cucina.
Per un po' spostò gli occhi lungo la figura del detective, cogliendone la linea tirata della mandibola e la scintilla di timore che brillava negli occhi.
"Ti rendi conto di quello che stai proponendo?" Chiese lentamente, quasi a testare la realtà della situazione che stava vivendo.
"Ovviamente."
"E...?" Soggiunse con tono incerto.
Il detective gli lanciò un'occhiata più intensa della precedente.
"Non so cosa vuoi che aggiunga."
"Non sai... Sherlock, dannazione! Ti rendi conto che mi hai proposto di... Di..." Si bloccò a metà frase, frenato da un nodo alla gola.
"Avere una relazione, John. Con me."
Il tono non aveva più la patina di distacco di poco prima, ma si era tinto con una sfumatura di chiara incertezza.
Un altro sospiro abbandonò le sue labbra e, come sopraffatto dalla gravità della conversazione, si avvicinò alla poltrona per lasciarcisi cadere sopra, una mano a coprire parzialmente i suoi occhi.
"Io non... Non so che dire..."
"Potresti iniziare con cosa ne pensi." Suggerì Sherlock, raggiungendo con passo lento la sua poltrona.
"È complicato." Esalò dopo qualche minuto di pesante silenzio.
Lasciò vagare lo sguardo per la stanza, senza soffermarsi su nulla in particolare.
"Non ho mai pensato di avere un qualche tipo di relazione con un altro uomo." Sottolineò duro.
"Ma....?" Lo spronò, avvertendo l'incompiutezza della frase.
Gli occhi del dottore si puntarono in quelli grigi del detective.
"Ma è diverso. Quello che c'è tra noi... Non credo che molti definirebbero il nostro rapporto come semplice amicizia." Ammise pesantemente.
"Non ti sto chiedendo cosa ne pensi la gente. Voglio sapere cosa ne pensi tu."
"Io..." Iniziò, ma si bloccò subito.
Lanciò l'ennesima occhiata a Sherlock, seduto in proda alla poltrona e, come colto da una scossa improvvisa, si alzò di scatto, raggiungendo la finestra con poche falcate.
"John."
"Non è solo amicizia, va bene? Io non... Non so quando o perché sia iniziata, ma quello che ci lega non potrei definirlo come un rapporto di amicizia. Ed è assurdo perché non abbiamo mai fatto niente per alimentare questo... Qualsiasi cosa sia!" Sbottò, gesticolando nervosamente.
Il detective lo raggiunse lentamente, poggiando con delicatezza una mano su una sua spalla.
Avrebbe potuto facilmente sottrarsi a quel contatto, ma non trovò la forza o la voglia di farlo.
"Non capisco." Borbottò dopo qualche attimo di stallo.
"Se sai che c'è di più fra di noi, perché cerchi di ignorarlo?"
"Mi fa paura." Ammise John, distogliendo lo sguardo da quello di Sherlock.
"Questa cosa è semplicemente successa. Se... Se veramente intraprendessimo una relazione dove pensi che ci porterebbe? Siamo già disposti ad uccidere l'uno per l'altro. Siamo pronti a morire."
"E dove pensi che ci porterebbe l'ignorare tutto questo?" Chiese il detective facendo scivolare la mano dalla spalla alla nuca del dottore.
"Hai sempre detto che i sentimenti sono un difetto chimico. Che vanno contro la logica." Gli ricordò nuovamente in un soffio, lasciando vagare gli occhi sul volto dell'altro.
"Perché sei così ostinato, ora?"
"Forse ho trovato qualcuno per cui ignorare le mie convinzioni." Mormorò, avvicinando lentamente i loro volti.
"Forse non voglio rischiare nuovamente di perderti senza che tu sia stato veramente mio." Soffiò piano sulla bocca del dottore.
"Non sono gay." Protestò debolmente, la lingua che andava ad umettare inconsciamente le labbra.
"Lo so." Ribatté il detective con un sorrisetto, eliminando gli ultimi centimetri che li separavano.
Il bacio che si scambiarono fu differente dal primo, dettato principalmente dall'adrenalina del momento.
Fu lento, quasi studiato, pieno dell'incertezza che ancora aleggiava nella mente di entrambi.
Quando si separarono John lanciò un'occhiata incerta a Sherlock, ma portò comunque con cauta lentezza le mani a cingere la vita del detective.
"Quindi..." Provò il dottore, senza però sapere come continuare.
"Quindi." Ripeté il detective con un piccolo sorriso a incurvargli le labbra.
"Idiota." Lo apostrofò con affetto.
Prese un veloce respiro, raccogliendo un po' di convinzione.
"Quindi." Disse nuovamente, lanciando un'occhiata ammonitrice a Sherlock.
L'uomo si limitò a sbuffare, divertito.
"Questo dove ci porterebbe?"
"Credo che la società lo definisca 'frequentarsi'." Offrì il detective, sorridendo appena.
"Tu che ti abbassi ad usare un'etichetta della società?" Chiese con tono divertito.
"Delle volte possono essere utili." Concesse con uno sbuffo.
"Abbiamo visite." Disse poi, volgendo l'attenzione verso la porta.
"Cosa..." Provò a chiedere, ma la sua domanda fu bloccata dall'ingresso di Mrs. Hudson.
Le mani del dottore scivolarono subito ai suoi lati, cercando di mettere un minimo di distanza tra lui e Sherlock.
"Sherlock, ha riportato a casa il nostro John!" Esclamò commossa la donna, avvicinandosi ai due con passi affrettati.
Il dottore si ritrovò tra le braccia della donna, confuso da quello slancio d'affetto.
"Sto bene, Mrs. Hudsn. Non si preoccupi." Si ritrovò a mormorare rassicurante, restituendo impacciato l'abbraccio.
"Non fate mai più una cosa del genere, voi due. Dovete essere più attenti." Li redarguì la donna, lanciando ad entrambi un'occhiata di rimprovero.
"Certo, ci scusi." Rispose subito il biondo, adocchiando severo l'espressione esasperata che aveva attraversato il volto del detective.
Mrs. Hudson li osservò divertita, scuotendo appena la testa.
"Sarà meglio che scenda. Ho lasciato una teglia di biscotti in forno." Disse calma, offrendo ai due un sorriso.
"Ve ne porterò un piatto, più tardi. Ma solo questa volta."
"Non è la governante, sì. Grazie Mrs. Hudson." Completò divertito il dottore.
La donna scosse affettuosamente la testa, avvicinandosi lentamente alla porta.
"Potete pure tornare alle vostre effusioni, cari." Disse, aprendo la porta dell'appartamento.
"Cosa?" Chiese con tono strozzato il dottore, osservandola con sguardo spaurito.
"L'avevo detto che sarebbe bastata una sola stanza." Giunse la voce della donna dalle scale, una punta di compiacimento a colorarne il tono.
"Oh, Dio..." Mormorò a fior di labbra il dottore, lasciandosi cadere sulla poltrona.
"Era proprio necessario quel commento?" Chiese flebile, adocchiando il detective.
"Aspetta di tornare a Scotland Yard. O da mio fratello." Disse divertito il moro, addentrandosi nella cucina.
"Oh, Dio!" Ripeté con più enfasi, coprendosi il volto con le mani.
"Sei sempre in tempo per tirarti indietro." Offrì pacato Sherlock.
Gli occhi del dottore individuarono la figura del detective poggiata allo stipite della porta a vetri.
Ne osservò brevemente i lineamenti rigidi del viso e la punta di incertezza negli occhi.
"No." Rispose convinto, raddrizzandosi sulla poltrona.
"È quello che facciamo. Affrontare avventure. Insieme. Non sarà diverso per questa."
Nella penombra della stanza il sorriso del detective sembrò rischiarare i dubbi che ancora affollavano la sua mente.  


Salve a tutti ^^
Che dire?
Non posso credere di essere arrivata alla fine di "7 Sins".
Era iniziato come un progetto casuale, ma col tempo mi sono affezionata alla storia e a tutti voi che, in un modo o in un altro, l'avete sostenuta.
Quindi GRAZIE per aver seguito questo mio piccolo scritto ed avermi sostenuta.
Sul capitolo vorrei solo dire una cosa: so che Sherlock risulta un po' OOC, ma nel canone che ho in testa Sherlock si è reso finalmente conto di quanto John significhi per lui (e viceversa, ovviamente) e ha razionalizzato alla meglio i suoi sentimenti, arrivando alla conclusione che quello che c'è tra loro due porti logicamente ad una relazione.
Non è per cercare di convincervi delle mie idee che dico tutto questo, ma solo per farvi capire il punto di vista da cui è stato visto e scritto questo capitolo.
Credo di non avere altro da aggiungere, se non ripetere nuovamente GRAZIE.
Con questo capitolo si chiude definitivamente la storia.
Non so se in futuro scriverò qualcosa di correlato, quindi vi dirò un semplice arrivederci.
<3
xoxo
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Layla_93